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Autore: emmawh    10/05/2011    3 recensioni
Salve! Avete creduto anche voi, vero, che la storia di Manzoni fosse finita lì? Ebbene, no! è_é Sbagliavate di grosso! La storia, quella vera, potrete leggerla solo qui: una storia di oscuri segreti, oscuri imprevisti, oscure macchinazioni, dalla mente oscurata dell'autrice, per farvi tante -spero- luminose risate! L'ennesimo attentato alla salute pubblica di Farica e le sue amiche, scritto a quattro mani con Angie, per la prima volta su questa pagina Deathnotiana ù.ù
Genere: Parodia, Demenziale, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: L, Light/Raito
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Fra Rester entrò trafelato nel convento di Pescarenico. -Padre Near! Padre Near!- chiamò terrorizzato. Dall’ombra dinanzi a lui comparve improvvisamente una pallida luce spettrale. -Aah!- urlò fra Rester.
-Sta’ calmo, sono io- disse una voce atona. Apparteneva a padre Near, un cappuccino piccolo e albino dagli inquietanti capelli bianchi e riccioluti: quando era solo, infatti, toglieva la parrucca che gli permetteva di avere la zella (termine arcaico che vuol dire pelata, ndA) sulla testa. Non so come quel copione di Manzoni si sia inventato che aveva la barba e che era un vecchio matusa di novant’anni. -Hai portato le noci?- chiese impassibile.
-Io… solo poche. Il fatto è che Rem…
-Rem?- lo interruppe Near spalancando gli occhi. Quella donna mostruosa aveva fama di essere stata un’efferata assassina ma di aver cambiato vita dopo aver avuto la figlia, Misa; chiunque avesse attentato alla sua incolumità era scomparso in circostanze misteriose. -Sei andato a chiedere le noce a Rem? Sono anni che cerco di starle alla larga anche se sono il suo padre confessore! Come ti è saltato in mente?- disse senza cambiare espressione.
-E non vi ho detto tutto,- esclamò fra Rester concitato. -Vuole vedervi! Senza possibilità di scamparla, signore!
-Porca vacca!- imprecò, poi tornò impassibile e alzò le spalle. -Pazienza, tanto sapevo che questo momento sarebbe arrivato, non potevo sfuggirvi per sempre. Nel caso io non ritornassi occupati tu della canonica,- aggiunse con un occhiolino davvero poco ammiccante e si avviò verso Asterischi, incurante della miseria circostante.
Padre Near era a tutti gli effetti un cappuccino molto strano: innanzitutto era un albino imbacuccato in un saio marrone, e quindi caso mai era un caffelatte. Poi non era esattamente quello che sembrava e per capirlo con precisione bisogna tornare indietro di qualche anno.
Near era il figlio di un ricco produttore di dadi da gioco, ma essendo albino e senza nobili natali veniva sempre maltrattato dai ragazzi della sua età. Crebbe così da solo passando il suo tempo a fare puzzle con pezzi completamente bianchi e a costruire castelli di carte tutto solo. È proprio da qui, come afferma l’anonimo autore, che deriva il detto antico “forever alone”.
Ma lui si stancò ben presto di essere “forever alone”: iniziò infatti a sfidare i figli dei colleghi del padre a giochi psicotici, vincendo sempre. Tuttavia giunse un giorno in cui perse (sì, perse: ho controllato due volte la traduzione): aveva sfidato il figlio di un grosso mercante di fiammiferi, Higuchi Kyosuke, a costruire una gabbia di fiammiferi e purtroppo ci riuscì; allora Near, incazzatissimo, lo chiuse nella gabbia e gli diede fuoco.
Comprese ben presto di aver commesso un grosso errore e per evitare lo scandalo si nascose in un monastero. Dopo lunghe riflessioni e un torneo di scacchi condotto con se stesso, naturalmente bianchi contro bianchi, decise che se avesse voluto continuare a fare torri di fiammiferi avrebbe dovuto chiedere perdono a Higuchi che l’aveva bandito da ciascuno dei numerosissimi e celeberrimi negozi di fiammiferi sul territorio lombardo; ma le scuse di un albino non sarebbero valse a molto, per questo divenne cappuccino.
Fu una scelta difficile da prendere, poiché avrebbe dovuto indossare per sempre una tunica marrone che contrastava con la sua passione per il lindo colore; e, visto che non aveva neanche più i soldi per comprarla da sé, la vinse ai dadi a Ezio Auditore (e fanculo agli anacronismi). Dunque andò a chiedere perdono; a casa Higuchi tutti lo guardavano con sospetto, senza capire chi fosse. Poi, quando iniziò a correre, stufo di quegli sguardi, tutti lo additarono e urlarono -È lui, è l’assassino!
Giunto al cospetto di Higuchi s’inginocchiò e fingendo rammarico chiese scusa, tra lo stupore generale. Higuchi, commosso, gli concesse il suo perdono, e in pegno gli diede un dono: una scatola di fiammiferi con dentro le ceneri del figlio morto. Pensando che fosse un malato di mente necrofilo, Near se ne andò soddisfatto e venne spedito nella città di Asterischi.
Una volta giunto lì, si accattivò il favore popolare distribuendo dadi gratis alla popolazione e finendo a gestire una bisca clandestina in canonica. Ultimamente, tuttavia, i suoi affari andavano male per colpa di un nuovo casinò che aveva lasciato nella sua canonica soltanto quattro pezzenti a giocarsi delle noci; e poiché scarseggiavano a causa della carestia aveva spedito fra Rester a collezionarne un po’ con la scusa dell’elemosina.
Dopo avervi ammorbato con la sua storia, dato che ai fini del racconto non importa molto, padre Near giunse finalmente alla casa delle due donne. Bussò, un po’ tremante, arricciandosi una ciocca nervosamente; ma non riuscì neanche a sfiorare il legno con le nocche che la porta ruotò da sola sui cardini, cigolando, e una voce lugubre salì dalle tenebre in cui la casa era sprofondata.
-Ti stavo aspettando,- disse Rem, lucidando morbosamente la sua collezione di spade d’epoca, illuminate appena dalla luce del giorno che penetrava dall’ingresso.
“Ma chi me l’ha fatto fare,” pensò Near, mentre la porta dietro di lui si chiudeva con un tonfo. Era tanto bianco da creare un lucore spettrale nella stanza.
-Cazzo, Near, mi stai rovinando l’atmosfera,- brontolò Rem.
-Perché, lei?- chiese padre Near con voce atona indicando con un cenno Misa che intrecciava collane di fiori canticchiando Justin Bieber.
-Bando alle ciance,- lo interruppe Rem sbrigativa. -Dobbiamo parlare.
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Salve-salve-salve! Inteso come "sparateci a salve", naturalmente.
Sì, ok, un altro megaritardo. Ma che ci volete fare, inglese si è messo in testa di voler fare interrogazioni e non abbiamo più potuto scrivere. Ma adesso che le abbiamo finite entrambe abbiamo un nuovo capitolo (un po' breve, per la verità, ma non abbiamo saputo tirar fuori altro da Near ^^") e un altro già scritto per metà ^^ Vi è piaciuto il padre confessore? Cos'avrà in mente la temibile Rem, che vorrà da lui? E Light, con un alleato di questa portata, come potrà salvarsi il culo? Lo scoprirete a "breve", sempre se il mondo non finisce il 21 maggio/21 ottobre 2011/21 dicembre 2012 o se il terremoto di Roma di domani non raggiunge anche noi. Ahahahahahah, ottomila date apocalittiche in due anni, mi sa che stiamo andando a rotoli ^______________________________^
Un bacione a tutti/tutte e grazie ancora millissime per la pazienza :)
  
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