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Autore: Saradream    14/02/2006    3 recensioni
Una serie di momenti nella vita di Alessandro ed Efestione, a volte sereni e felici, a volte difficili e dolorosi, tormentati da dubbi e paure. Ma l'amore, forse, è più forte del destino... Ogni capitolo può essere considerato una storia a sè. E'la mia prima fic, recensite, mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Efestione senti un braccio forte afferrargli da dietro la vita e stringerlo a sé. 

Sospirò, intuendo chi potesse essere.

 

“Clito…” salutò con cortesia senza voltarsi.

 

“Efestione” mormorò l’altro.

 

 

Lentamente si girò nella sua stretta e lo fissò negli occhi con un espressione indefinita di stanchezza.

 

“Non c’è modo di evitare questo confronto, suppongo”sorrise un po’.

 

Clito fece una smorfia  fingendo di pensarci e poi“no, temo di no…”.

 

Efestione si guardò attorno  e poi disse “non  qui, andiamo in un posto più tranquillo”

 

Clito alzò un sopracciglio.

 

“Hai paura che il nostro re ci trovi insieme la sua prima notte di nozze, Efestione?”domandò con ironia il generale, provocatorio.

 

Il ragazzo scosse la testa senza un’espressione particolare  e si diresse verso le sue stanze, abbandonando  le sale del grande palazzo dove la festa per le nozze di Alessandro proseguiva da molte ore senza sosta.

 

Clito lo seguì.

 

Non parlavano, per un po’ rimasero immersi nei loro pensieri , seduti sul pavimento della stanza di Efestione, che l’aria della notte aveva reso  fredda, ma erano entrambi troppo accaldati per il vino e per i festeggiamenti per farci caso.

 

“Perché volevi parlarmi?”domandò piano Efestione, rompendo il silenzio senza guardarlo negli occhi, fissando il fuoco di fronte a loro, i suoi riflessi caldi, stringendo il calice vuoto tra le sue mani.

 

Clito che non sembrava aver sentito la domanda, inspirò a fondo, mentre il suo sguardo restava vago, perso nel vuoto.

 

“Questo non cambia nulla…tu lo sai immagino” continuò Efestione.

 

“Ne sei così convinto…?” rispose Clito dopo una lunga pausa, come se chiederlo gli costasse molta fatica.

 

Ma Efestione era sereno.

 

“Si” mormorò

 

“Il nostro è un sentimento troppo forte Clito, nessuno di voi può capirlo ma a me basta poterlo vivere. E tutto il resto…non sarà mai abbastanza importante da separarci.”

 

Clito rise amaramente.

 

“Certo, è meglio continuare a illudersi che tutto sia perfetto, è bello giocare a Patroclo e Achille che conquistano il mondo…”

 

Lo sguardo di Efestione si fece tagliente, ma non si scompose.

 

“Cosa sai tu di noi?Di quello che proviamo, di quello che ci promettiamo tu cosa ne sai?”sibilò.

 

“Questo matrimonio sembra averti sconvolto ben più di quanto abbia sconvolto me”continuò gelido.

 

“Può darsi” ammise con rabbia Clito “ma… avrei solo voluto che ti facesse aprire gli occhi”

 

Efestione lo fisso ferito e si alzò in piedi.

 

“Aprire gli occhi?E su cosa Clito?Su quanto tu sia migliore di lui?”chiese con astio.

 

“ti aspettavi ancora una volta che sarei venuto da te con il cuore a pezzi e le lacrime agli occhi per chiederti di consolarmi?che mi sarei gettato tra le tue braccia?”

 

Clito non trattenne la rabbia che reprimeva da troppo tempo e con una mossa fulminea si alzo afferrando le spalle di Efestione e lo sbattè con tutta la forza di cui era capace contro la parete dietro di lui.

 

I loro respiri ansimanti e colmi di risentimento si mescolavano pericolosamente.

 

In un attimo Clito si avventò sulle sue labbra mordendole fino a farle sanguinare, lo baciò con violenza inchiodandogli la testa al muro con le mani serrate sui suoi capelli.

 

Quando si staccò Efestione era confuso, tentò di divincolarsi ma non riusciva o non voleva sciogliersi quell’abbraccio di ferro.

 

“Lui ti ama” lo fissò intensamente “sei così bello che mi stupirei se non lo facesse e sono certo che verrà anche da te stanotte”mormorava Clito vicinissimo alle labbra insanguinate del ragazzo, lo baciò sul mento con più dolcezza.

 

“ma per quanto la cosa renda irascibile, e lo puoi constatare da te” sbottò con un mezzo sorriso “ era su qualcos’altro che volevo che tu aprissi gli occhi,”disse più serio mentre si staccava da quel corpo premuto sotto il suo e lo lasciava andare.

 

Efestione si allontanò con uno scatto e gli diede le spalle, senza riuscire a imporgli di tacere.

 

“Ovvero?”

 

“Tu follemente innamorato come sei non vedi questo matrimonio per quello che rappresenta davvero”

 

Il generale gli posò una mano sulla spalla per farlo voltare.

 

Si fissarono negli occhi.

 

“L’uomo che sposa quella donna, l’uomo che ci considera uguali a questi barbari persiani, l’uomo che parla di figli meticci e che si ubriaca, che si circonda di adulatori e cortigiani, che ora considera come unico consigliere la sua folle brama di conquista…è davvero lo stesso ragazzo pieno di ideali che conoscevamo?

S’ infervorò.

“Quella donna è un capriccio e la dimenticherà presto, non è lei il vero problema…ma lui non ascolta più la nostra voce…il suo nuovo mondo non è come noi lo avevamo desiderato.”

 

Efestione lo scosse per porre fine al suo delirio.

 

“Basta Clito le cose che dici sono ingiuste, non puoi pensarle davvero, non tu…”ma lui stesso si era ritrovato a fare simili pensieri a volte.

 

Clito continuò impassibile.

 

“E’ ancora il tuo Alessandro?Lo stesso Alessandro che ti teneva stretto al tramonto a Mieza e che ti parlava di avventure, di bellezza e gloria, l’Alessandro di cui tutti condividevamo il sogno?”

 

Quelle parole fecero rinascere in Efestione  una paura antica e messa da parte. Erano davvero cambiati a tal punto?

 

“I generali sono stanchi e delusi, lo sai meglio di chiunque altro.”

“non credono più ai suoi progetti, e non lo adorano più come facevano un tempo. Non c’è pericolo peggiore per un grande re che perdere il contatto con chi lo ha sempre sostenuto, con chi gli ha permesso di arrivare dove si trova ora.”

 

 L’altro lo interruppe bruscamente.

 

“Voi non potrete mai capire, cercate denaro, pietre preziose, città da dominare e potere, ma non è questo che lui cerca, che lui sogna, non potete comprendere la grandezza di Alessandro, lui sa immaginare qualcosa di molto più grande e per questo siete insofferenti e lo invidiate” gridò cercando una risposta anche per sé stesso “ …Ci ha condotto dove nessun altro avrebbe potuto”.

 

“Lui ci sta conducendo dove noi non vogliamo andare”

 

Efestione sembrò quasi spiazzato da quella risposta così dura ma vera.

 

“Vogliamo essere trattati come suoi pari, come è sempre stato,  anche noi condividevamo quei tramonti fatti di sogni e di progetti qualche volta, anche noi eravamo artefici, ora siamo solo servitori.

 

“ Dove vuoi andare tu Efestione?”chiese.

 

Per un istante colmo di confusione il giovane fu sul punto di rispondere che voleva tornare a casa, in Macedonia, lasciare quello stato di perenne belligeranza, quella corte fatta di invidie e ostacoli, di contrasti ed eccessi, trovare un po’di pace.

 

Lo sfiorò il pensiero di una vita senza Alessandro, i suoi occhi scrutarono a fondo quelli di  Clito e gli posò una mano sulla guancia.

Ma poi quel pensiero si fece angosciante e insopportabile, così ritrasse la mano e sorrise.

 

“Ho preso la mia decisione anni fa e non voglio cambiarla, forse lui non è  lo stesso ragazzo con cui guardavamo il sole tramontare, ma noi siamo gli stessi forse? Siamo tutti cambiati Clito, ma non lo lascerò… il mio posto è con lui, ha bisogno di me e ha bisogno anche di voi” mormorò.

 

“e se lo dimentica glielo ricorderò... mi fido di lui”

 

Il volto di Clito, che lo fissava intento e corrucciato non si rasserenò.

 

“Vorrei poter ancora fare lo stesso.”pensò il generale.

 

 

 

Efestione  aspettava nel buio della sua stanza, il fuoco ormai spento, Clito se ne era andato da qualche ora.

Era stanco, era turbato dal difficile confronto, ma l’unica cosa che ora desiderava era Alessandro, e potersi perdersi nelle sue carezze.

 

 Sorrise lievemente quando sentì la porta aprirsi piano e la sagoma familiare del sovrano dirigersi sicura verso di lui.

Si alzò e precedendolo lo abbracciò con forza.

Alessandro ricambiò la stretta.

 

“Non vedevo l’ora di essere qui”mormorò tra i suoi capelli.

“Bugiardo, non crederò mai che non ti sei divertito”scherzò Efestione.

“Credi quello che vuoi, ma io non posso stare lontano da te”

Il ragazzo rimase qualche istante in silenzio, ascoltando il battito dei loro cuori e stringendosi ancora di più al re.

“Nemmeno io…”rispose infine, sicuro, mentre si distendevano tra un bacio e l’altro nel grande letto per dormire almeno un po’ in quella notte strana, abbracciati, per godere fino all’alba, ormai troppo vicina, di quella tenerezza che mai nessuno avrebbe potuto togliere loro.

 
 
Spero che questo capitoletto vi sia piaciuto, in realtà è il seguito di quello precedente e andrebbero letti insieme, ad ogni modo fatemi sapere cosa pensate della fic, nel bene o nel male, non importa quale sia  la vostra opinione perchè credo che le recensioni siano davvero utili per chi scrive, soprattutto se allle prime armi!Quindi...recensite :) ! Oppure mandatemi una mail a saravi_paris@yahoo.it ...grazie e a presto!
  
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