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Autore: Hagne    11/05/2011    1 recensioni
Un incontro inaspettato.
Un amore imprevisto .
Una commedia romantica con molti clichè e un pizzico di originalità .
Perchè l'amore è sempre l'amore , e il cattivo , a volte , si può innamorare anche della lettrice di libri o , come in questo caso , di un aspirante pittrice con la testa tra le nuvole .
Genere: Commedia, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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So raise your glass
if you're wrong  ,
in all the right ways


Quindi alzate i bicchieri
se siete sbagliati ,
in tutti i modi possibili

                                                                   ( Pink - Raise your glass )





Nessun uomo è abbastanza ricco da poter riscattare il proprio passato
( Oscar Wilde )



Pioveva .
Ed era una di quelle piogge fitte e fastidiose che ticchettavano con fare quasi stizzito sulle casupole tutte ammassate  , mentre sui marciapiedi , scontrandosi tra loro come tante piccole trottole impazzite , i parigini di quel piovoso autunno trovavano riparo sotto le tettoie dei negozi .
Solo una figura , piccola e nascosta sotto un vistoso ombrello verde mela   , trotterellava tranquilla per le vie del centro , attirando su di sé lo sguardo scandalizzato dei passanti .
Gli occhialini da lettura a mezzaluna nascondevano le limpide iridi verdi , tanto chiare da parere quasi trasparenti , mentre la bella bocca rosa si dilettava a mormorare qualche canzoncina sdolcinata .
Il pesante giaccone arancio , di due o tre taglie più grandi , nascondeva a malapena il bizzarro vestito giallo canarino dal taglio inconsueto , lungo poco sotto le ginocchia , mentre le ballerine rosso fuoco affondavano nelle pozzanghere quasi con divertimento .
Poi un rombo di tuono , improvviso e inatteso ,  fece balzare più là  qualche persona , ma la ragazza continuava imperterrita a camminare , non curandosi né del rossore che le aveva colorato le guance per il pizzicore del gelo , né , tanto meno , di come avanzare in quella tormenta sembrasse  oramai impossibile per chiunque .
Qualcuno , forse rabbonito  dai lineamenti delicati della giovane  provò a tirarla sotto un riparo , ma scostandosi con garbo e un sorriso cortese , la ragazza continuò a passeggiare come se nulla fosse , rimanendo , alla fine , l’unica ad affrontare quel diluvio  .
Da sotto le tettoie , intanto , la gente continuava a lanciarle occhiate spaesate o , almeno , profondamente rassegnate .  
Era raro , infatti , che qualcuno non la riconoscesse.
Non che fosse una fuori legge , o chissà quale delinquente , ma Ermione aveva imparato a farsi conoscere per la sua bizzarria e per la sua buffa innocenza .
Buffa perché , per quanto fosse difficile crederlo , quella ragazzetta dagli occhi di strega era talmente ingenua e dolce da far credere , alle volte , di essere un po’ lenta .
Di rado , difatti , la ragazza perdeva le staffe .
Sempre con quel sorriso stralunato , gli occhi persi nel vuoto , e quell’aria trasognata , pareva cadere dalle nuvole quando ci si fermava a salutarla .
Non che non fosse educata , anzi ,  era anche fin troppo quieta per una ragazza dei suoi tempi , ed era forse per questo che la gente si chiedeva come mai , una giovane tanto carina  e gentile , ospitasse in casa propria quella sfascia famiglie di Cèline Roux .
Lei si che era una donna dalla quale stare lontani , o almeno , così dicevano .
Erano noti  i facili costumi di quell’arrampicatrice sociale , scorbutica e volgare come una scaricatrice di porto , delicata come poteva esserla una tigre del bengala , e corrosiva come un secchio di acido muriatico gettato in faccia .
Una donna con un carattere forte , indipendente  , che non voleva saperne di nulla e nessuno .
Senza un soldo , Cèline , abbandonata dai genitori in tenera età , cresciuta in orfanotrofio , aveva imparato a procurarsi il pane con l’unico dono che madre natura le aveva offerto .
La sua bellezza .
 Era quella , in verità , l’unica certezza che si aveva su di lei .
Perché Cèline era e sarebbe sempre stata una donna bellissima .
Una di quelle bellezze sublimi , dalla perfezione plastica delle statue greche con i suoi bei boccoli biondi , le forme procaci e due labbra che avrebbero fatto scalpitare anche il prete più puritano .
La Roux aveva fatto e faceva girare tutt’ora  la testa a molti , donne e uomini che fossero non aveva importanza , nessuno riusciva a rimanere impassibile sotto quei due zaffiri baluginanti che la donna ti puntava  addosso come spilli .
 Ed era per questa sua fama da meretrice e poco di buono che anche i suoi più accaniti corteggiatori preferivano dileguarsi dopo la notte passata con la donna , lasciando sul comodino quelle banconote che sarebbero bastate a far campare per qualche altro mese la giovane .
Poi tutto era cambiato .
D’improvviso , senza che lei ne fosse pienamente consapevole .
Quando  l’aveva incontrata .
Un giorno qualunque , di una comune settimana di un mese qualsiasi , Cèline si era scontrata con una piccoletta intenta a leggere per strada  .
E quando i suoi polmoni erano stati lì lì per gonfiarsi ed espellere  veleno , due occhi verdi , dolci e gentili come una carezza materna , l’avevano fatta sgonfiare come un palloncino , le guance rosse per l’imbarazzo e una mano corsa ad aiutare la piccola ragazzina .
Quella piccola cosina tutta saltellante  si era presentata senza che lei l’avesse chiesto , battendo una mano sulla giacca impolverata e tirandola per una mano verso una graziosa villetta fuori dal centro .
La casa materna di Ermione che ,  dopo quella sera , Cèline si era riscoperta impossibilitata a lasciare.
Ed erano passati anni da quel loro incontro , cinque o sei ad essere precisi .
E mentre Ermione , appena ventenne , era di ritorno dall’accademia delle arti presso la quale studiava , in quella piccola villetta , con le luci soffuse e un aroma di vaniglia a profumare l’aria , Cèline gettava a terra l’ultimo test di gravidanza con un ringhio feroce .
Fu proprio in quel momento che Ermione entrò in bagno , una borsa della spesa retta dalla mano destra , mentre quella libera era corsa a stringere l’avambraccio dell’amica .
- Lin – chiamò in un soffio la studentessa , la mano piccola e pallida agguantata da quella abbronzata della bella francese .
La donna infatti , abbandonato l’ennesimo flacone a terra , si concesse un lungo respiro prima di aprire gli occhi gonfi di lacrime e incrociare le iridi verdi della sua coinquilina .
E quando lo fece , tutta la disperazione che fino a quel momento aveva tormentato la donna evaporò come neve al sole , mentre le gettava le braccia attorno al collo e singhiozzava poche sillabe incomprensibili .
Poco a poco , trascinando l’amica sul grazioso divano verde della cucina , Ermione la cinse dolcemente le spalle , una mano corsa ad accarezzarle i capelli e le piccole labbra che le scoccavano per tutta la chioma baci delicati .
Con un risolino rincuorato Cèline si lasciò stendere e coprire , mentre la piccoletta trafficava con i fornelli preparando in meno di dieci minuti due belle tazze di thè fumante.
- Allora ? Che è successo ? – si volle informare delicata la giovane , la lunga treccia castano scuro che giaceva mollemente sulle gambe tirate al petto .
Dalla parte opposta dalla cucina , con il profumo e il calore della tazza tra le mani , Cèline prese coraggio , umettandosi le labbra e distogliendo lo sguardo da quello perso dell’amica .
Si lasciò scappare un sorriso quando , vagando per la stanza con gli occhi , scoprì la lunga fila di manga e anime che Ermione collezionava e conservava come una sacra reliquia , una passione ereditata dalle sue origini giapponesi .
- Lin ? – tornò alla carica la ragazza , il naso affondato nella tazza e gli occhiali appannatisi appena per il calore della bevanda .
- Giuri che non ti arrabbierai ? – pigolò terrorizzata la donna , un braccio corso a cingere le gambe e la testa gettata all’indietro , quasi avesse paura di incontrare rimprovero nel viso dell’amica .
Un borbottio insensato giunse dall’altro lato , e quando Cèline si azzardò a gettare un occhiata nella direzione opposta , il cuore le si sciolse nel petto nel vedere la coinquilina aggrottare le sopracciglia in modo buffo , continuando a fare ribollire il thè tra le sue labbra appena dischiuse .
Era dolce , così tenera e rilassata che le parole fluirono dalla bocca della donna in modo quasi naturale . Le confessò di essere incinta , di averlo scoperto quella mattina e continuò a sciorinare una lunga lista di scuse che Ermione ascoltò in silenzio , il solito sguardo perso nel vuoto .
Poi tutto tacque .
Solo il battito frenetico del cuore di Cèline smuoveva quel manto di staticità che era crollato nella stanza , su quella piccola figura seduta dalla sedia che finalmente si mosse .
E quando lo fece , con un delizioso saltello che la portò a spargere un po’ di thè sul pavimento , l’aria tornò ad essere respirabile , la luce divenne meno soffusa e i rumori tornarono a saturare la cucina .
Poteva dirsi fortunata , Cèline , ad avere un amica così comprensiva .
Tuttavia , quando la studentessa le chiese il nome del padre , la donna si ritrovò a mordersi le labbra improvvisamente livide , mentre gli occhi tornavano a rifuggire lo sguardo dell’amica .
- Di chi è Cèline ?  
 Nel mentre che la donna bisbigliava il nome del futuro padre , Ermione era già corsa all’appendi abiti , aveva indossato il suo cappotto arancione e si era avviata al suo scassato maggiolone verde pistacchio.
Cèline si affacciò dalla finestra con orrore, scostando le tendine di pizzo con una certa ansia negli occhi  e gettando una lunga occhiata al fascio di luci che proveniva dall’irrequieta discoteca del centro dove , molto probabilmente , la sua amica era diretta .







§
 



C’era musica al Burlesque , una di quelle melodie al cui ritmo file di ragazze vestite di succinti corpetti diamantati ballavano e cantavano a squarciagola canzoni che ipnotizzavano gli spettatori seduti ai loro tavolini .
In fondo alla sala , nell’aria riservata agli ospiti di riguardo , una delle ballerine si era appena ritirata a corto d’aria dal giovane al quale era languidamente avvinghiata , solo che quando le labbra rosse e carnose del ragazzo tornarono ad assumere la consueta piega annoiata  , la poveretta capì che per quella sera l’attenzione racimolata era oramai finita.
Due secondi di considerazione .
Due secondi che ogni donna avrebbe preferito alla formula dell’eterna giovinezza .
Perché avere l’attenzione di Blaise Duval era un privilegio di poche .
Figlio di un magnate petrolifero  , il giovane Blaise Duval  poteva considerarsi all’età di ventitré anni  una divinità tra mortali .
Ricco , con un quoziente intellettivo al di sopra della media e , ovviamente , bellissimo .
Si mosse con eleganza naturale , facendo guizzare i muscoli delle braccia quando le incrociò sul petto , i profondi occhi blu fissi al centro della pista  mentre qualche ricciolo nero andava ad accarezzargli le lunghe ciglia scure .
Era bello , così bello da togliere il fiato e strapparti il cuore dal petto  con un solo respiro .
Una bellezza cherubica che però nascondeva un animo arido , cinico e meschino ,  se non fosse stato per quell’angolo di calore , per quel minuscolo pezzo di cuore palpitante che si muoveva per l’unico familiare al quale poteva dire di provare affetto .
Suo fratello Damien , identico a lui se non per gli occhi scuri del padre e un aria più estroversa e meno minacciosa .
Poco più piccolo di lui di due anni , Damien , dopo la morte di loro madre Josephine , era l’unico essere umano per il quale il primogenito dei Duval provasse un minimo di calore .  
Un poco idiota , follemente innamorato di una donna che non avrebbe mai potuto avere  , e troppo vulnerabile alla crudeltà dell’uomo .
Era per quello che Blaise si era convinto ad accompagnarlo quella sera .
Non perché avesse voglia di una sana scopata .
Né perché volesse prendere un po’ d’aria .
Solo per fare contento quel bambino di suo fratello che sarebbe scoppiato a piangere al suo minimo rifiuto .
Anche ora , mentre lui era costretto a sorbirsi i mugugni intristiti di quella ballerina , poteva seguire gli inutili tentativi da parte di quel moccioso di scordare il suo amore impossibile .
Con tante donne , suo fratello si era innamorato dell’unica  che avrebbe preferito impiccarsi che dargli la benché minima scintilla di amore .
Cèline Roux , in fondo , non era conosciuta per il suo buon cuore , e neanche per  l’ intessere in chissà quale relazione duratura .
Prima Damien lo avrebbe capito , prima avrebbe smesso di soffrire come un cane .
Era ubriaco , poteva dirlo dal modo in cui muoveva in maniera scomposta le mani , ma sembrava divertirsi a ballare con una piccoletta nascosta nell’ombra  , anche se , a ben guardare , quella ragazza non sembrava affatto ballare .
Sporgendosi poco sopra il tavolinetto di cristallo , Blaise registrò di striscio il trillo emozionato che la ragazza al suo fianco aveva emesso nel vedere i muscoli delle sue  spalle tendersi  , solo che ora come ora , il ragazzo non aveva la benché minima voglia di raggelarla con un occhiata .
Era strana e sconosciuta quella sagoma , piccola e affusolata , ma dalle forme femminili che , a causa delle luci ,  scompariva e riappariva come per magia .
Seguì con attenzione i movimenti del fratello , arrestatosi con le braccia in aria e lo sguardo puntato sulla compagna di ballo che a malapena gli arrivava alla spalla , mentre quella , vestita di un goffo e poco attraente giaccone arancione , muoveva in modo elegante la manina bianca .
Cosa dicessero non era possibile saperlo dato il volume della musica , tuttavia , Blaise riuscì ad intuire la sorpresa del fratello quando lo vide sgranare gli occhi  .
Damien cominciò a gesticolare come un folle , afferrando la ragazza per le braccia e stringendosela al petto con tale impeto che qualcosa le cadde di dosso , qualcosa di incomprensibili che rimase abbandonato sul pavimento  .
Fu a quel punto che il fratello , forse intercettando il suo sguardo , gli gettò un’occhiata lunga e profonda  , salutandolo con una mano e attirando , così , l’attenzione della sconosciuta .
Fu un lampo di luce , un fascio di grigio perla delle luci che lo colpì come una scudisciata , mentre due iridi chiare , dal colore indefinibile , lo fissavano con una certa curiosità prima di tornare a fissare il giovane brillo .
Poi scomparvero , così velocemente che Blaise pensò  di aver sognato tutto .
Solo che quando raggiunse il punto in cui si trovavano pochi secondi fa , sentì un rumoroso crack sotto le suole delle sue scarpe .
Tornato in piedi ,  si rigirò con aria confusa il paio di occhiali da vista che aveva inavvertitamente calpestato , notando con un sopracciglio l’antiquata forma a mezzaluna .
Chi poteva portare un simile insulto alla moda nel ventesimo secolo ?
Questa fu la domanda che Blaise Duval si pose prima di intascare gli occhiali e dirigersi a passo annoiato al suo divanetto , deciso ad andare giù pesante con qualche altro drink  , e perché no ,anche  con qualche altra ballerina .
Quella sera non era dell’umore , e suo fratello avrebbe dovuto aspettare la mattina successiva prima di ricevere aiuto .
In fondo , cosa avrebbe potuto fare quella piccoletta dagli occhi da strega ?


Quella sarebbe stata l’identica domanda che , poche ore dopo , Damien Duval avrebbe posto al suo cervello nel vedere una ragazzina che sembrava uscita dalle favole tanto era piccola e carina seduta di fronte a lui .
Solo che l’essere legato ad una sedia , con una sconosciuta che lo osservava con aria un po’ tonta non era rincuorante , come non lo era il forse un tantino minaccioso coltello da cucina che la ragazza continuava a rigirarsi come se nulla fosse tra le dita .
Chi diavolo era quella psicopatica , ma , ancor più importante , dove diavolo era finito suo fratello ?




          Continua…





Una storia senza pretese , di massimo cinque o sei capitoli .
Ne pubblicherò uno ogni mercoledì , perchè la storia non è molto lunga e perchè non mi prenderà molto tempo  .
In vista di un periodo stressante , ho voluto rilassarmi con questa cosuccia , tanto per prendere un pò d'aria .
Gli aggiornamenti sarananno puntuali , se non a volte anticipati .
Ringrazio per la lettura  , e per chi seguirà questa storia .

  
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