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Autore: MaryLouise    11/05/2011    2 recensioni
Giunse ad una spianata d'asfalto relativamente estesa. La sinfonia proveniva da un potente stereo nero, poggiato a terra.
Tre file di coni colorati si estendevano lungo lo spiazzo, un ragazzo allampanato si destreggiava su un paio di pattini. I piedi scorrevano veloci tra i birilli sgargianti, suscitando l'ammirazione delle poche persone che si trovavano a passare di lì.
Il giovane arrossì e le sorrise, avvicinandosi.
«Ti andrebbe di provare?», chiese.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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First time on wheels

 

 

Era una calda e afosa giornata d'agosto.
Il sole batteva insistente sull'asfalto e sul marciapiede di pietra, percorso da una ragazza dai capelli scarlatti in compagnia di un batuffolo di pelo. Il corpo esile era avvolto in un semplice vestito di sangallo bianco, quasi dello stesso tono della carnagione pallida e tempestata di lentiggini.
Il viso a cuore e dai lineamenti sottili era incorniciato dalla chioma vermiglia, alcuni ciuffi erano incollati alla fronte dal calore e si divertivano a nascondere gli occhi verdi.
Si muoveva con molta calma, cosa di cui il suo amico peloso non era contento. Diede uno strattone al guinzaglio di pelle, fulminandola con gli occhi scuri come la pece.
Lei borbottò qualcosa, irritata, e accelerò il passo.
Il parco stava a pochi metri da loro. Riconosceva le due grosse querce all'ingresso, le loro radici si perdevano nel terreno facendo sollevare l'asfalto e i loro rami si estendevano verso il cielo.
Appena varcato il cancello di ferro sganciò il guinzaglio dal collare dell'animale, per permettergli di girovagare in libertà.
Si sedette su una panchina poco distante da un'alta betulla. Estrasse un libro vecchio e consunto dalla borsa e immerse il naso tra le pagine, respirando a fondo il sapore d'inchiostro.
In quel momento, qualcosa attirò la sua attenzione.
Una musica si propagava per il giardino, ma pareva che avesse catturato solo il suo interesse.
Era molto ritmata, le pervadeva il corpo e le faceva venire voglia di ballare.
Chiuse il libro, prese la borsa ed iniziò a rincorrere la melodia che vagava per il parco.
Giunse ad una spianata d'asfalto relativamente estesa. La sinfonia proveniva da un potente stereo nero, poggiato a terra.
Tre file di coni colorati si estendevano lungo lo spiazzo, un ragazzo allampanato si destreggiava su un paio di pattini. I piedi scorrevano veloci tra i birilli sgargianti, suscitando l'ammirazione delle poche persone che si trovavano a passare di lì.
Si fermò solo alla fine del brano, stremato, mentre si passava una mano sulla fronte imperlata di sudore.
Si ritrovò a battere le mani, forte, fino a farle arrossare.
Il giovane arrossì e le sorrise, avvicinandosi.
Doveva avere circa una ventina d'anni, le spalle larghe delineavano un corpo robusto e muscoloso.
Il viso dai lineamenti regolari era abbronzato dal sole insistente, da cui spiccava un paio d'occhi color cioccolato screziati di caramello. Gli scuri capelli ribelli erano intrisi di sudore, che scendeva lungo le tempie fino al mento squadrato.
«Ti andrebbe di provare?», chiese.
Strabuzzò gli occhi, incredula.
Lui parve non curarsene. «Sei fortunata, la mia amica Lisa è andata al bar e ha lasciato il suo paio di pattini allungabili qui».
«Non posso, non sono capace».
Il suo viso s'illuminò in un sorriso e minimizzò con la mano. «Ti insegno io».
La fece sedere a terra e le sfilò le scarpe, poi le mostrò come allacciare gli scarponcini; prima le stringhe, seguite dalla fascia di velcro e dal cricchetto.
Cercò di alzarsi senza successo e ricadde sull'asfalto con un tonfo sordo.
Il giovane uomo l'aiutò a stabilizzare la propria posizione in piedi.
«Ora picchia i pattini a terra, come se camminassi». Le prese le mani e iniziò a pattinare all'indietro, trascinandola piano.
Imparò abbastanza in fretta, in poco tempo riusciva a far scorrere  le ruote sul catrame in modo fluido. La gente si era ammassata intorno allo spiazzo e guardava ammirata le doti del suo insegnante.
«Vorresti provare l'incrociato in avanti?».
«Tra i coni?», domandò terrorizzata.
«Non è difficile», la rassicurò, anche se a lei non la pensava allo stesso modo.
La portò davanti ad una fila di birilli colorati, mostrandole come incrociare i pattini.
Ci provò subito. Le gambe le tremavano e i muscoli dei polpacci imploravano una pausa. Incrociò i piedi ma i carrelli si urtarono tra loro e cadde a terra malamente, sfregiandosi l'avambraccio.
Mormorò qualcosa, sconsolata.
Si abbassò verso di lei e le strinse le mani. «Ascoltami. Nessuno era un provetto pattinatore la prima volta che ha cominciato, nemmeno io. Non devi mai demordere; solo provarci tante e tante volte, finché non ci riesci».
Si alzò lentamente e ci riprovò, ignorando il dolore alle gambe.
Riuscì meglio della prima volta, anche se i movimenti erano ancora meccanici.
«Visto? Tra poco sarai in grado di svolgere questo passo splendidamente».
Sorrise tra sé mentre volteggiava tra i coni, veloce e aggraziata. A due anni da quell'incontro sapeva incrociarli senza problemi.
Non lo avrebbe mai dimenticato, grazie a quel ragazzo aveva imparato a temprare il proprio carattere alla tenacia e  perseveranza.
Eseguì un'ennesima giravolta tra le file, sorridendo, tra i soliti sguardi indispettiti del suo cane.
 
 
 
Buongiorno!
Ennesimo temino svolto per compito, la traccia era "Un'esperienza indimenticabile". Che fantasia la mia prof, eh? xD
Spero vi sia piaciuta, mi sono ispirata alla mia prima volta sui pattini, dunque niente cane, niente vestitino di sangallo bianco e, soprattutto, niente figone sui pattini. ç_ç
Vabbò, scappo o mi tirate dietro i pomodori.
Un bacio
Jo
 
  
 
  The One Hundred Prompt Project
   
 
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