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Autore: dhete lea    14/02/2006    27 recensioni
Estate dopo il sesto anno. Hermione è alla Tana e non riesce a dormire, e ovviamente qualcun altro ha lo stesso problema...
Meno stupida di quel che sembra. Almeno spero. E' la prima fic non comica che pubblico... Fatemi sapere cosa ne pensate!
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: tutti i diritti sulla saga di Harry Potter eccetera eccetera appartengono a J. K. Rowling, alla Salani e non so a chi altro, e io non scrivo a scopo di lucro...




Marmellata d'arance

Hermione non dormiva. Forse era per il caldo. Con un piede spinse in fondo al letto il leggero lenzuolo e rotolò sulla schiena. Gettò un’occhiata all’orologio appeso sulla parete di fronte a lei: erano quasi le due. Non riusciva a prendere sonno, anche se era a letto da ben tre ore. Aveva passato tutto il tempo a rotolarsi tra le coperte, troppo agitata e nervosa per dormire. Guardò il letto accanto al suo: riusciva a scorgere solo una gran massa di capelli rossi sul cuscino e una sagoma sottile sotto il lenzuolo. Chiedendosi vagamente come facesse Ginny a restare avvolta nel leggero tessuto fino al mento, mentre lei non riusciva neppure a sopportarlo sulle gambe, si alzò senza fare rumore e si avviò a piedi nudi alla finestra, godendosi il freddo del pavimento sotto i piedi. Spostò leggermente la pesante tenda e aprì la finestra, che cigolò piano, per affacciarsi. Osservò la campagna silenziosa intorno: era tutto tranquillo, il paesaggio sereno lievemente illuminato dalla luna ormai quasi piena, che dava agli alberi lontani una sfumatura argentea. Sospirò pesantemente e chiuse gli occhi, appoggiandosi al davanzale e inspirando profondamente l’aria umida, fresca e vagamente profumata della notte, come se avesse voluto assorbire anche la calma e la serenità dei campi intorno. Dopo qualche istante, con un secondo sospiro più leggero, si staccò dalla finestra e la chiuse, lasciando poi cadere la tenda, così che la stanza tornò nel buio completo. Si avvicinò nuovamente al suo letto, gettando un’occhiata all’amica addormentata, e infilò le pantofole; aprì la porta e la richiuse piano alle sue spalle, avviandosi poi a tentoni nel corridoio buio e giù per le scale. Arrivata alla porta della cucina ebbe una sorpresa: le candele erano accese e in piedi davanti al fornello c’era Ron, in pigiama, che guardava con aria perplessa alternativamente un bollitoio posato sul fuoco e i mobili intorno a lui.
- Che fai? - gli chiese all’improvviso, dopo averlo osservato qualche istante, facendolo trasalire.
- Ehm… Preparo un tè. Credo. Per adesso solo acqua calda, visto che non so dove cercarlo. - rispose lui voltandosi, nascondendo la sorpresa. Senza rispondere, con un lieve sorriso, lei si avviò alla credenza centrale e prese un pacchetto con delle bustine. Ne tirò fuori due, e sempre sorridendo le porse a Ron. Lui le accettò e le lasciò cadere nell’acqua brontolando:
- E’ imbarazzante che tu sappia dove mia madre mette il tè e io no. -.
- L’ho vista prepararlo un sacco di volte. – replicò lei con un’alzata di spalle, andandosi a sedere sul bordo del tavolo. Ron intanto aprì un altro sportello e tirò fuori del pane e un barattolo di marmellata. Poi prese un coltello dal cassetto.
- Che stai facendo? – gli domandò con aria perplessa.
- Mangio. – rispose lui, come se fosse ovvio.
- Pane e marmellata alle due di notte? – chiese lei, inarcando un sopracciglio, vagamente sarcastica. Lui alzò le spalle.
- Ho fame. Mangio. La marmellata di arance è sempre buona. -. Tagliò una spessa fetta di pane e iniziò a spalmarla, sotto lo sguardo attento di Hermione.
- Ne vuoi? – le chiese quando ebbe finito.
- Ron, sono le due di notte! – ribatté lei.
- E allora? Chi ti impedisce di mangiare pane e marmellata alle due di notte? C’è qualche legge che lo vieta? -. Lei si limitò a scuotere la testa con aria dubbiosa.
- Fa’ come vuoi. –le disse lui, prima di mordere la fetta di pane e iniziare a mangiarla con evidente gusto, sotto lo sguardo sempre più scuro di Hermione. Era arrivato a metà fetta quando la ragazza disse, con aria seccata:
- D’accordo. Un pezzo piccolo però. -. Con un enorme sorriso Ron tagliò una fetta di pane, stese la marmellata e gliela porse. Senza abbandonare l’aria imbronciata lei iniziò a mangiare, a piccoli morsi, gustando il sapore dolceamaro delle arance. Le era sempre piaciuto quel gusto pungente, non troppo dolce ma neppure acre. Per un attimo si sentì felice, improvvisamente, senza una ragione, seduta alle due di notte sul tavolo di legno della Tana, con le dite sporche di marmellata e il pigiama cosparso di briciole. Ma poi lo sguardo le cadde sull’orologio della signora Weasley, appena illuminato dalle candele, con tutte le nove lancette che puntavano sul dodici, “pericolo mortale”, e ogni traccia di gioia sparì, lasciando il solito peso di angoscia e sottile inquietudine, che si portava avanti da settimane ormai e che le impediva di dormire ogni notte. Ma non voleva pensarci, non voleva parlarne, non ancora, quella notte.
- Come mai quaggiù a quest’ora? – chiese a Ron, leccandosi le dita dalle tracce di sporco e spazzolando via le briciole dal pigiama.
- Non riuscivo a dormire. Avevo fame. – rispose Ron, immergendo un dito nel barattolo di marmellata. – Tu? – chiese prima di metterselo in bocca. Hermione gli rivolse uno sguardo di rimprovero, prima di dire brevemente:
- Non riuscivo a dormire neanche io. -.
- Come mai? -. Ron continuò a succhiarsi il dito.
- Avevo caldo. -. Una verità come un’altra. – Ma tanto – aggiunse con una smorfia – da domani sentiremo dire che qui in Gron Bretagne fa spaventosamonte frrreddo, ed è un vero peccato, perché è terrible che gli abiti da cerimonia non possano avere un decolletè adeguato… -. Ron scoppiò a ridere.
- Dai, non è così terribile! -. Lei gli rivolse uno sguardo cupo.
- Ron, dovremo dormire nella stessa stanza. Per sei giorni. -.
- E allora? Ne fai una tragedia… -.
- Non capisci – rispose lei sprezzante. – I suoi morbidi lunghi capelli biondi e gli occhi languidi e la camminata ammaliante non la rendono meno fastidiosa, sai. – spiegò saccente. Ron non sembrava condividere la sua opinione. Non rispose, infilando nuovamente il dito nella marmellata e succhiandolo poi allegramente.
- In ogni caso con la confusione che ci sarà probabilmente non avrai nemmeno il tempo di vederla. Voglio dire, questa casa da domani sarà un albergo. – disse per consolarla.
- Verranno anche i gemelli? – domandò lei.
- Si… Hanno detto che vogliono dare una mano. -. Hermione emise un verso a dir poco scettico.
- Staremo un po’ stretti immagino… - continuò Ron, abbandonando finalmente il barattolo e voltandosi a prendere il tè. - Fred e George staranno nella loro vecchia camera insieme a Charlie e Bill, io e Harry su nella mia, e voi ragazze tutte nella stanza di Ginny. -. Hermione avvertì che, al nome di Harry, l’atmosfera cambiava leggermente. La conversazione stava prendendo un’altra direzione.
- Se Gabrielle è simpatica solo la metà di sua sorella, Ginny farà i salti di gioia. - disse cupa.
- Dai, vi divertirete un mondo, voi quattro insieme! – la prese in giro Ron con una risata.
- Ah ah. – rispose lei sarcastica. Lui versò il tè in due tazze e si girò, porgendogliene una. Lei ringraziò con un sorriso e tese la mano, afferrando la tazza e sfiorandogli le dita, in un gesto all’apparenza casuale. Lui sorrise lievemente, prima di allontanarsi e prendere la sua tazza. Bevvero per un po’ in silenzio, finchè lui chiese con tono serio:
- Come sta Ginny? Le hai parlato? -. Lei sospirò e rispose:
- Si… Non sta bene, ovviamente. Ma non vuole arrendersi. Sai com’è fatta, non ha nessuna intenzione di starsene qui buona e tranquilla… Vuole insistere con Harry e venire con noi. -. Ron si rabbuiò, ma lei lo rassicurò in fretta:
- Non credo che lui si lascerà convincere, comunque. E’ più testardo di lei. Sarà difficile, ma penso che Ginny dovrà rassegnarsi, alla fine. -.
- Sarà meglio. – mormorò lui. Restarono ancora in silenzio; Hermione bevve un altro paio di sorsi, prima di chiedere:
- Percy ha risposto all’invito? -.
- Si. – rispose Ron sprezzante. - Ha scritto un biglietto a Bill in cui gli porge “i più sinceri auguri di una felice e serena unione”, qualcosa del genere, ma si scusa perché non potrà prendere parte alla celebrazione. Idiota. – concluse con una smorfia amara, guardando fuori dalla finestra.
- Se non altro tua mamma non avrà tempo di pensarci, con tutto quello che c’è da fare. – disse lei.
- Non ne posso già più di vederla correre su e giù per tutta la casa. - replicò lui. Lei sorrise e bevve un ultimo sorso, prima di dire, a mo’ di conforto:
- Sono solo sei giorni, e poi sarà tutto finito. -. Si accorse subito che con quella frase aveva dato una svolta definitiva alla conversazione; sapeva che sarebbe arrivato il momento. Abbassò lo sguardo sulla sua tazza ormai vuota, mentre Ron, con un tono completamente diverso, ripeteva:
- Già, solo sei giorni. -.
Scese dal tavolo e senza guardarlo si diresse al lavello, poggiando la tazza. Si appoggiò al mobile chiudendo gli occhi e sussurrò piano:
- Ho paura, Ron. -. Non avrebbe voluto dirlo, ma non aveva potuto farne a meno. Sapeva che non avrebbe dovuto mostrarsi debole e spaventata, ma le parole le erano uscite dalle labbra quasi senza alcun controllo. Sentì i passi di Ron che si avvicinavano e un fruscio, poi le sue mani sulle spalle, che la stringevano. Si voltò e lo abbracciò, senza aprire gli occhi, sentendo il suo profumo di pulito, di marmellata e di qualcosa che non riusciva a riconoscere, qualcosa che le ricordava gli alberi e i prati e l’erba. Si strinse a lui, e la sua voce le giunse ovattata alle orecchie.
- Anche io ho paura. Sono spaventato. Ma questo non cambia le cose, no? -. Con una mano le accarezzava lentamente la schiena, in un gesto rassicurante. – Voglio dire, è logico avere paura. Tutti hanno paura. Ma dobbiamo farlo lo stesso. Non possiamo fermarci per questo. Dobbiamo andare avanti, lo sappiamo entrambi. -. La sua voce si indurì e la sua stretta si fece più forte quando aggiunse: - E’ una guerra. E’ inevitabile. Ci saranno delle perdite, si sarà dolore, ci sarà morte. Sarà terribile, ma dovremo sempre andare avanti, non potremo mai fermarci. Fino alla fine, dovremo andare avanti. Anche se avremo paura. E tu – la sua voce si addolcì di nuovo – so che ce la farai. Combatterai, e sarai forte. Puoi farlo, Hermione, e lo sai anche tu. Puoi avere paura, puoi essere spaventata, ma andrai avanti. Dobbiamo andare avanti tutti. -. La sua mano salì ad accarezzarle i capelli e lei sussurrò:
- Lo so. Dobbiamo farlo. Saremo forti. Per tutti, per Harry, per noi. -. Gli poggiò una mano sul petto.
- Non c’è più tempo, Ron. -. Non era più il momento di comportarsi da bambini, non potevano più concedersi il lusso e il capriccio di rimandare. Si scostò leggermente e ripeté piano, guardandolo negli occhi:
- Non c’è più tempo. -. Lui le spostò un ciuffo di capelli dalla fronte, restituendole lo sguardo, chinandosi.
- Lo so. – le soffiò sulle labbra, prima di baciarla.
Lei si aggrappò a quel bacio quasi con disperazione, cercando conforto, sicurezza, e anche amore, nelle sue braccia forti e nel suo sapore dolceamaro. Le mani di Ron continuavano instancabili ad accarezzarle la schiena e i capelli, in un movimento tranquillo e costante, e lei sentiva i muscoli tesi rilassarsi e distendersi lentamente. Respirò profondamente, inspirando il suo odore, e si sentì più leggera, sicura, tranquilla e confortata. Restarono così a lungo, abbracciati in silenzio, finché uno spiffero d’aria le sfiorò il braccio nudo, facendola rabbrividire.
- Non hai più caldo? – le chiese Ron, senza smettere di accarezzarle le spalle.
- No. – rispose stringendosi a lui.
- Credi che riuscirai a dormire, ora? -.
- Credo di si. -. Sarebbe riuscita a dormire. Si staccarono lentamente, e Ron andò a spegnere le candele accese. Poi tornò al suo fianco e le circondò le spalle con un braccio; lei gli posò una mano sulla schiena e così, abbracciati, uscirono dalla cucina ormai completamente buia.


* * * * *


Ed ecco un’altra Ron/Hermione! E’ la prima fic non comica che scrivo e non sono molto sicura del risultato (che novità…), quindi per favore recensite e fatemi sapere cosa ne pensate! Anche perché è piuttosto deprimente trovare 95 letture e 2 recensioni ç__ç (ringrazio infatti moltissimo elenelessar e Alessiuccia [omonime ^^] che hanno commentato Bad day!).
Se vi state chiedendo perché la marmellata di arance, mi sembra che rispecchi bene il carattere sia di Ron che di Hermione. E poi è la mia preferita XD
Sono benvenuti suggerimenti per il titolo visto che questo fa un po’ pena XD

Recensiteee ^^

Alessia

  
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