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Autore: sbrilluccica    12/05/2011    3 recensioni
La ragazza osservava circospetta la sua immagine allo specchio. Il vestito di paillettes argentato non fasciava il suo corpo rendendola sensuale, non evidenziava le sue forme, ma agli occhi di chiunque quella sera avrebbe posato lo sguardo su di lei, l’avrebbe resa soltanto strana, come sempre.
Storia classificatasi quarta al contest "Principesse Disney" indetto da Enigre sul forum di efp.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Luna Lovegood
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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 Nick Autore: sbrilluccica
Titolo: Come sempre
Principessa Scelta: Cenerentola
Pezzo Canzone (se l'avete usata): “e se diciamo una bugia è una mancata verità che prima o poi si avvererà”
Genere: Malinconico
Rating: Verde
Avvertimenti: No
Note dell’autore: La shot racconta i pensieri e le emozioni di Luna durante la festa di Natale organizzata da Lumacorno. Ho pensato che Luna, nonostante il suo carattere particolare e insolito, è pur sempre una ragazza e come tale anche lei ha diritto di sognare. E’ umanamente impossibile farsi scivolare tutto addosso senza rimanere mai segnati. Ho sempre pensato che dietro al suo comportamento “strambo”, Luna nascondesse anche una certa sofferenza, da qui l’idea di questa storia.

 
 

Come sempre
 




 

La stanza era immersa nella penombra.  Dall’esterno giungevano rumori ovattati, all’interno invece regnava un silenzio inusuale.
 

La ragazza osservava circospetta la sua immagine allo specchio. Il vestito di paillettes argentato non fasciava il suo corpo rendendola sensuale, non evidenziava le sue forme, ma agli occhi di chiunque quella sera avrebbe posato lo sguardo su di lei, l’avrebbe resa soltanto strana, come sempre.
Eppure lei con quel vestito si sentiva una piccola principessa. Anche le scarpe, delle banali ballerine argentate, a lei sembravano come di cristallo.
Si sentiva disorientata, era la prima volta in assoluto che un ragazzo la invitasse a un ballo, e lei non poteva fare a meno di sentirsi emozionata.
Saltellando, abbandonò il suo dormitorio per raggiungere il suo cavaliere. Harry era stato davvero gentile ad invitarla.

 

Quando lo raggiunse, Harry la salutò cordialmente regalandole un sorriso di circostanza. Luna ricambiò entusiasta, e il suo sorriso si allargò quando Harry le offrì il braccio.
Durante il tragitto, si chiese se a Harry piacesse il suo vestito, se almeno per quella sera la trovasse carina. Poi come fosse un gorgosprizzo allontanò quello stupido pensiero dalla sua testa.
Harry era solo un amico, un amico gentile e basta.
 
La festa era piuttosto noiosa, e ad eccezione della Professoressa Cooman, nessuno sembrava aver voglia di scambiare qualche parola con lei.
Luna finse di non notare le occhiate derisorie che le altre dame le lanciavano, in fondo era una cosa normale, lei veniva sempre derisa.
Eppure Luna quella sera aveva sperato che le cose andassero diversamente, avrebbe voluto che Harry si complimentasse con lei per la sua bellezza, o per la scelta dell’abito. Avrebbe voluto ballare con lui, scambiarci qualche stupida parola, che il giorno dopo nemmeno avrebbe ricordato, e invece non aveva fatto nulla di tutto questo.
Era forse questo, un ballo?
Allora non erano poi così belli, come invece la mamma le raccontava, o come a volte venivano descritti nei libri che adorava leggerle.
 
Quando si accorse che la festa volgeva al termine, si guardò intorno alla ricerca di Harry, ma non lo trovò.
Era sicura che fosse compito del cavaliere scortare la dama ai suoi dormitori, ma evidentemente si sbagliava anche su questo punto.
Troppo stanca per continuare ad aspettarlo, si avviò verso il suo dormitorio, tanto la strada la ricordava perfettamente.
 
Arrivò davanti al ritratto della sua Sala Comune, e pazientemente aspettò la domanda.
 
<< Passata una buona serata, mia cara? >>, le domandò invece la donna.
 
<< Si, è stata una serata fantastica. Pensi c’era anche un vampiro, è un vero peccato che voi non abbiate partecipato>>, le rispose con aria sognante.
 
<< Non mentire ragazza, non a me>>
 
<< Mia madre mi ripeteva sempre che, se diciamo una bugia è una mancata verità che prima o poi si avvererà >>, le raccontò malinconica.
 
Chissà se sua madre, almeno quella volta, le aveva detto la verità.
 
 
***
 
Il mattino seguente si alzò dal letto intenzionata a riordinare le sue cose.
Nel farlo, si rese conto che mancava una scarpetta, ma non ne fu sorpresa.
Si appuntò di cercarla prima della fine della scuola, consapevole che nessuno si sarebbe preso la briga di riportargliela, come sempre.
 
 
 

  
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