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Autore: CUCCIOLA_83    15/02/2006    11 recensioni
"[...]«Remus senti volevo dirti..» Ma Remus la interruppe subito, «Tonks, mi dispiace per il modo in cui ti ho lasciata l’ultima volta, ma non sapevo davvero cosa fare, quello che è successo tra noi, è stato..» Disse ma fu Tonks a finire la frase per lui, «bellissimo..» Sussurrò «sì, cioè no.. sì.. non posso negare che sia stato bello, però sai benissimo che non sono l’uomo adatto a te… quindi…» [...]"
Remus e Tonks sono due persone completamente diverse, eppure tra loro nasce qualcosa, ma nel sesto libro non viene dato molto spazio alla loro vicenda, quindi ho tentato di dare una mia interpretazione riguardo a questa storia.
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Un lieve spiraglio di luce illuminava la stanza quando, finalmente, Tonks riaprì gli occhi. I contraccolpi della battaglia si facevano ancora sentire fin dentro le sue ossa. Man mano che riacquistava lucidità molte cose le tornarono alla mente, la corsa al ministero, la battaglia, urla e insulti poi, più niente.

Riconobbe la stanza, si trovava al San Mungo, si mosse, a fatica nel letto. Un peso tratteneva da un lato, le coperte. Si girò e vide la figura di un uomo che dormiva un sonno agitato con la testa appoggiata sulle braccia, i suoi capelli castani erano striati di grigio mentre delle ciocche gli coprivano gli occhi, Tonks non riuscì a resistere, con estrema difficoltà sollevò un braccio e con la mano glieli spostò. L’uomo si mosse nel sonno, poi, dopo alcuni istanti si svegliò.

Remus, si era proposto di rimanere in ospedale con Tonks, contro il parere di Silente che, più volte, gli aveva consigliato di tornare a casa a riposare oppure di andare a Hogwarts. Lui però non se la sentiva di affrontare gli sguardi di compassione delle altre persone, aveva gia dovuto affrontarli troppe volte in passato, in questo momento voleva solo isolarsi e starsene tranquillo a riflettere, e il San Mungo gli sembrava il posto ideale per farlo. Quando però incrociò lo sguardo sofferente della giovane ragazza che se ne stava distesa in quel letto si chiese se non avesse fatto meglio ad allontanarsi del tutto dalla città.

Tonks abbozzò un sorriso, era felice di non essere sola, e lo disse a Remus, «ciao Remus, sono contenta che tu sia qui con me» «dici davvero? Non vorrei che ti stancassi, il guaritore dice che devi riposare» le rispose Remus fissando le proprie mani, cercò di alzarsi ma Tonks lo fermò «no ti prego non te ne andare, non me la sento di restare sola. Gli ospedali mi mettono sempre una grande agitazione» lo supplicò, Remus tornò a sedersi sulla sedia. Dopo qualche minuto di silenzio finalmente Tonks parlò, «dimmi cos’è successo al ministero dopo che ho perso i sensi» gli chiese, per Remus fu come una coltellata in pieno petto, abbassò lo sguardo Tonks non riusciva a capire il suo comportamento ma una sorta d’agitazione cominciò a salirle a partire dallo stomaco, «Remus è successo qualcosa dopo che ho perso i sensi?» ripeté mettendosi, a fatica, seduta «la battaglia è stata molto lunga e difficile» cominciò «dopo che hai perso i sensi Sirius ha colto l’occasione per battersi contro Bellatrix, erano anni che voleva vendicarsi ma in attimo di distrazione non è riuscito a schivare un colpo. È stato talmente violento che gli ha fatto perdere l’equilibrio ed è caduto…» la voce gli si spezzò in gola, «dov’è caduto Sirius? Dimmelo!» lo incalzò lei, «è… è caduto dietro al.. velo. Nella stanza dei misteri» riuscì finalmente a dirlo, gli occhi gli si riempirono di lacrime ma per non farsi vedere da Tonks si alzò e si diresse verso la finestra dandole le spalle, «cosa? No, non può essere!»urlò lei, cominciò a piangere quasi senza rendersene conto, «è tutta colpa mia, se fosse stata più pronta, se avessi ucciso quell’arpia di Bellatrix!» si nascose il viso tra le mani, Remus si rese conto che non era il solo a soffrire per la perdita di Sirius in quella stanza, andò verso di lei, e la prese tra le braccia «No Tonks, non puoi darti la colpa di quello che è successo, tu ti sei battuta benissimo contro di lei, può succedere a tutti di essere colpiti. E’ quello che è successo a Sirius, ma non è colpa tua!» le disse. Tonks, che fino a quel momento si era aggrappata a lui in cerca di rassicurazione, alzò lo sguardo e lo fissò per qualche istante, poi senza nemmeno rendersene conto lo bacò. Quel bacio durò solo qualche secondo, il tempo necessario per capire il gesto avventato che aveva appena compiuto, si staccò da lui portandosi una mano alla bocca «scu.. scusa.. io non.. io non volevo…» balbettò per poi nascondersi sotto alle coperte, «sono.. sono molta stanca ora. Vorrei riposare, sono certa che avrai di meglio da fare che stare qui» gli disse, Remus era ancora incredulo, si alzò e senza dire una parola uscì dalla stanza.

Arrivato in corridoio si sedette su delle sedie e cominciò a pensare, pensò a Sirius, l’amico ritrovato ma subito perso in un modo tanto assurdo, pensò anche a quello che era appena successo in quella camera, sentimenti contrastanti gli riempivano il cuore. Fu un guaritore ad interrompere i suoi pensieri, «salve è qui per la paziente Ninfadora Tonks?» chiese, «Tonks, lei non vuole che la si chiami per nome. Sì sono.. un amico» disse, «capisco. Sono qui per visitarla così potrò stabilire quando potremo dimetterla» così dicendo il giovane guaritore entrò nella camera, Remus lo seguì con lo sguardo fino a quando la porta non si chiude dietro di lui. Era indeciso, lei gli aveva chiesto d’andarsene, ma ora come ora non se la sentiva di lasciarla da sola, probabilmente tutta la questione del bacio era dovuto allo shock per la scomparsa di Sirius, ben presto la situazione si sarebbe chiarita, decise quindi di rimanere lì almeno fino al termine della visita.

Il guaritore uscì dopo quindici minuti, non sembrava particolarmente preoccupato, o almeno era l’impressione che ebbe Remus, «la paziente è in discrete condizioni, le poteva andare molto peggio. Nonostante questo però, preferisco tenerla sott’osservazione per ventiquattro ore. È meglio se lei vada a casa, la paziente mi è sembrata piuttosto stanca e anche lei lo sembra» disse il guaritore, «va bene tornerò questa sera con alcuni amici che ci tengono a vederla» disse Remus, salutò il guaritore poi entrò lentamente nella camera per salutare Tonks «Tonks ho parlato con il guaritore, presto tornerai in piena forma. Ora io vado mi ha detto di lasciarti riposare. Tornerò questa sera se ti fa piacere» disse, «ok, se ci tieni, a dopo» borbottò Tonks da sotto le coperte, Remus sorrise in fondo era sempre così buffa, ma presto si sarebbe resa conto anche lei che quello che era successo era solo una reazione istintiva, niente di serio.

Uscito dall’ospedale si ritrovò in una Londra babbana ancora ignara di quello che ben presto sarebbe successo. Camminava senza meta guardando distrattamente le vetrine, solo allora si rese conto di non sapere dove andare, casa sua era sconsigliabile restare solo in quella piccola casa lo avrebbe reso sicuramente pazzo, in quartier generale non era più un posto sicuro fino a quando non si sarebbe appurato che Bellatrix non vantava nessun diritto su casa Black, Dove andare allora ? poi d’un tratto ci fu uno schioppo e sparì, nessun babbano se ne accorse.

Poco dopo ci fu di nuovo uno schioppo, questa volta però riapparì in un viottolo di campagna, alzando lo sguardo vide la sagoma storta e rassicurante della Tana, uno dei pochi posti dove, sapeva, sarebbe stato accolto come una persona e non come un lupo mannaro. Arrivato davanti alla porta della cucina busso, una tendina si spostò leggermente da una parte e una donnina guardò fuori, appena vide di chi si trattava, Molly, apri velocemente la porta, «Remus! Vieni entra. Come ti senti? Come sta Tonks? Ero così preoccupata! Siediti ti preparo qualcosa da mangiare, sarai affamato» parlò a raffica, Remus le sorrise, era sempre così premurosa «potrei stare meglio, ma non mi lamento. Tonks dovrà rimanere ancora ventiquattro ore in ospedale per sicurezza ma il guaritore che l’ha visitata mi ha detto che sta abbastanza bene, è stata fortunata» disse mentre si sedeva a tavola, «sì ne sono certa. Ecco qui, mangia» disse Molly mettendogli davanti un piatto pieno d’uova strapazzate del pane tostato, burro e marmellata, «grazie Molly, ma non dovevi disturbarti. Anzi mi scuso per esserti piombato qui in casa senza preavviso» disse Remus fissando il piatto, in quel momento si sentì un rumore sordo che molto probabilmente veniva dal suo stomaco, Molly gli sorrise e indicò il piatto, Remus cominciò a mangiare, fu in quel momento che si rese conto di avere davvero una gran fame. Molly lo fissò, sembrava sempre così vecchio e stanco nonostante fosse piuttosto giovane, «senti Remus, Silente mi ha detto quello che è successo al ministero. Volevo dirti che… mi dis…» cominciò a dire ma Remus la fermò, «lo so Molly, non ti preoccupare» disse, non si sentiva ancora pronto a sentire pronunciare il suo nome da altre persone, già sentirlo dire da Tonks era stata dura, «capisco, scusa» disse Molly, «non ti preoccupare, col tempo andrà meglio» disse ancora Remus, Molly fu sorpresa, nonostante tutto quello che era successo Remus riusciva a mantenere il controllo, in un certo senso lo ammirava per questo, benché temesse che alla fine sarebbe esploso.

Remus, finito di mangiare, cominciò sentirsi addosso una stanchezza pesante quasi opprimente, Molly accortasi di questo lo invitò a salire di sopra nella camera di Ron per riposarsi, «non ti preoccupare Molly ti ho gia disturbata abbastanza» tentò di dire, «non voglio sentire queste cose, lo sai. Ora vai di sopra e riposati ne hai davvero bisogno. Anzi vieni, ti ci accompagno io» e così dicendo gli fece strada su per le scale che conducevano alle camere da letto, «grazie Molly, sei sempre così premurosa con tutti noi» disse Remus appena entrato nella camera di Ron, «non dire sciocchezze in fondo siete un po’ come dei figli per me. Ora dormi pure, questa sera se te la sentirai verrai al San mungo con me e Arthur» disse prima di chiudere la porta. Remus ritrovatosi nella camera, piccola ma accogliente, sorrise ripensando al ragazzo fissato con il Quidditch «non ci sono dubbi, è proprio la sua camera» si sdraiò sul letto e dopo pochi istanti sprofondò nel sonno.

Molly, trovandosi gia al piano disopra, decise di dare una sistemata alla camera dei gemelli e a quella di Ginny, di colpo senti delle urla, corse in corridoio e si accorse che provenivano dalla camera di Ron, decise di aprire la porta. La scena che si trovò davanti le spezzò il cuore, non aveva mai visto Remus in quelle condizioni, l’uomo addormentato continuava ad agitarsi nel letto urlando il nome dell’amico scomparso «Sirius non mi puoi lasciare solo un’altra volta! Ti prego torna, fallo per Harry!» urlava in continuazione, «sfogati Remus, almeno in sogno..» Sussurrò Molly richiudendo la porta, una lacrima in quello stesso istante le rigò il viso.

*****

Finalmente il guaritore di turno aveva dato a Tonks il permesso di tornare a casa, era felice di poter lasciare quel letto, non le era mai piaciuto restare ferma per così tanto tempo. Fu Molly ad andare a prendere per accompagnarla alla Tana, Tonks fu molto sollevata che non fosse arrivato anche Remus, si sentiva ancora piuttosto imbarazzata per quello che era successo il giorno prima, «allora Tonks, come ti senti?» le chiese Molly, «fisicamente sto molto meglio, ma non faccio altro che ripensare al fatto che se fossi stata più pronta Sirius sarebbe ancora vivo» disse Tonks abbassando lo sguardo, «ma non è stata colpa tua non, puoi darti la colpa di una cosa del genere» disse ancora Molly, «anche Remus lo dice, ma non posso fare a meno di pensarci» le rispose, «ma scusa, se Remus, che lo considerava quasi un fratello, non ti colpevolizza perché devi farlo tu?» le chiese, «non lo so, è più forte di me» le rispose, «vedrai che col tempo andrà meglio, ora sbrighiamoci non è prudente girare così per la città» disse Molly accelerando un poco il passo.

Arrivate alla Tana, Tonks, trovò l’ultima persona che avrebbe voluto vedere in quel momento «ciao Tonks, ti senti meglio?» le chiese Remus, fino a quel momento era seduto sul divano apparentemente intento a leggere un libro, «hem sì grazie per l’interessamento» rispose un poco imbarazzata, «bene…» rispose lui altrettanto imbarazzato. Rimasero per qualche minuto in salotto senza guardarsi, per fortuna Molly arrivò con un tempismo perfetto per annunciare il pranzo. La giornata non fu facile, sia Remus che Tonks cercavano in ogni modo di evitarsi, se lui entrava in salotto lei magari con la scusa di aver dimenticato qualcosa, usciva, e viceversa. La situazione era insostenibile, per non dire ridicola, così durante la sera con una scusa Remus convinse Tonks ad uscire in giardino, «Remus sai che non è prudente rimanere fuori di notte» disse lei cercando di non guardarlo, «lo so, ma ci vorrà solo un minuto, non volevo che gli altri sentissero. Volevo parlarti di quello che è successo ieri in ospedale» disse, «lo immaginavo.. lo so non avrei dovuto, mi dispiace tantissimo, non era il momento...ero ancora sotto shock» disse in sua difesa, «sì certo lo capisco. È solo che volevo dirti che non fa niente, capisco che la notizia che ti avevo dato è stato un duro colpo. Quindi volevo dirti che per me è come se non fosse successo niente. Quando avrai bisogno di parlare con qualcuno io ci sarò» le disse con tono rassicurante, Tonks se ne stava zitta poco distante da lui guardando alcune stelle che avevano cominciato a comparire in cielo, «va bene. Grazie» disse sempre senza guardarlo.

Remus si sentiva sollevato, non immaginava minimamente quello che girava nella testa di Tonks, infatti, lei, avrebbe voluto dirgli tante cose riguardanti i suoi sentimenti, ma per ora preferiva tacere, si rendeva conto che non era il momento giusto per farlo.

*****

Da quella sera passarono alcuni giorni, e nessuno dei due aveva più toccato l’argomento. La situazione sembrava tornata normale ma dentro di sé, Tonks, sapeva che prima o poi avrebbe dovuto parlare seriamente con Remus, non poteva continuare così.

Arrivò così il momento del ritorno a casa di Harry e i suoi amici, il ragazzo aveva subito una gravissima perdita, Remus lo capiva benissimo, quindi aveva deciso, con Malocchio e Tonks di andare ad accoglierlo alla stazione di King’s Cross per scambiare quattro parole con i suoi zii.

L’espresso arrivò come al solito in perfetto orario, appena i ragazzi uscirono dalla barriera decisero di andargli in contro, Molly, Arthur e i gemelli furono i primi ad accoglierli, poi anche Remus, Malocchio e Tonks decisero di farsi avanti, Harry fu molto sorpreso di trovarli lì e quando gli chiese spiegazioni Remus spiegò che avevano bisogno di chiarire alcuni punti importanti con i suoi zii. I Dursley non furono particolarmente entusiasti dell’accoglienza, in particolare dello sguardo tendenzialmente inquietante che riservò loro Malocchio. Quando i Dursely se ne andarono portando con loro un Harry leggermente sollevato, come anche i Weasley, Tonks prese un poco in giro Malocchio, «Moody devo dire che il tuo intervento è stato fondamentale, se ne sono andati via piuttosto impauriti» disse, «e fanno bene ad avere paura, se scopro che hanno trattato male il ragazzo se la dovranno vedere davvero con me» disse in tono minaccioso, «sì ne sono certo, ma credo che non ce ne sarà bisogno» intervenne Remus, sorridendo, «già, ora non ci resta che aspettare gli ordini di Silente, spero che non debba rimanere troppo in quella casa, povero Harry ne ha gia passate abbastanza» commentò ancora Tonks, «hai ragione, beh questa sera sapremo i piani di Silente. Ora devo organizzare dei turni, ci vediamo questa sera alla riunione» e così con uno schioppo si smaterializzò.

Remus e Tonks rimasero da soli mentre giravano per la città, mancava ancora molto tempo prima della riunione, «quando tornerai al lavoro?» le chiese Remus, rompendo il silenzio che si era creato dopo la partenza di Malocchio, «credo molto presto, forse anche domani. Ma prima volevo sentire cos’aveva da dirci Silente» rispose continuando a guardare avanti, «capisco, sì credo che sia una buona idea» commentò Remus. Tra di loro ricadde il silenzio più totale. Tonks sembrava inquieta, Remus se ne accorse ma preferì non dire niente, ma improvvisamente fu Tonks a parlare «Remus, ti.. ti voglio bene» disse tutto d’un fiato, Remus, sbalordito, non seppe subito cosa rispondere, poi «hem, sì anche io te ne voglio, lo sai. In fondo è come se fossimo tutti una famiglia..» Tentò di dire, «no, non hai capito. Io ti voglio davvero bene! Non faccio altro che pensare a te, quando non ci sei mi manchi tantissimo, sento che mi sto i..»disse ancora lei, ma Remus la fermò, «no Tonks, ti prego fermati. Non finire la frase. Non dire cose di cui poi sicuramente ti pentirai» disse, «cosa vuoi dire?» chiese incredula, «semplice, tu non puoi provare davvero certi sentimenti per uno come me. Probabilmente sei solo in ansia per tutto quello che sta succedendo, il ritorno del signore oscuro, la morte di Sirius..» Dicendo quest’ultima parte si bloccò di colpo, sono il quel momento si rese conto che da quel giorno in ospedale non aveva più pronunciato il nome dell’amico, «no, non è vero! Sono mesi che provo queste cose per te! Fin dalla prima volta che ti ho visto ho capito quello che volevo. Quello che voglio sei tu!» disse Tonks interrompendo i pensieri di Remus, «e io ti dico che devi dimenticare questi sentimenti. Non puoi legarti ad uno come me. Sai benissimo cosa sono, e in che condizioni vivo» disse lui guardandola dritta negli occhi, «queste cose non mi interessano, voglio solo stare con te. Vuoi dire che tu non provi niente per me?» gli chiese a tradimento, «non è questo il punto, non possiamo tutto qui» disse distogliendo lo sguardo, «no Remus, non voglio rinunciare a te» disse ancora lei prendendogli il viso per convincerlo a guardarla, «smettila, non insistere» disse Remus alzando un poco la voce, Tonks era allibita, mai lo aveva sentito alzare la voce, in quel momento i suoi capelli rosa accesso cambiarono improvvisamente colore diventando di un stranissimo grigio topo, «Tonks scusa, non volevo…» tentò di dire Remus, ma ormai Tonks era sparita, lasciandolo solo in quel vicolo dove, si rese conto, gli aveva spezzato il cuore. Forse, però, era meglio così, non poteva legarsi l’uno all’altra, e prima lei lo avrebbe capito prima avrebbe potuto continuare la sua vita.

*****

La Tana quella sera era più affollata del solito. Non potendo usare, per ora, il quartier generale, Silente aveva chiesto ad alcuni membri della fenice, oltre a quasi tutta la famiglia Weasley di riunirsi lì per stabilire i diversi compiti che li attendevano «bene vedo che ci siamo tutti. Finalmente anche il ministero si è deciso a ritirare tutte le calunnie propinate al mondo magico sul conto mio e di Harry, naturalmente se si fossero svegliati prima ci saremmo potuti risparmiare parecchie perdite» così dicendo di fermò un attimo abbassando il capo, «ora non ci resta che decidere il da farsi, sempre più persone vogliono che Caramell dia le dimissioni, e non nego che, alla luce degli ultimi avvenimenti, anche io concordi con queste voci. Nonostante questo però noi dobbiamo continuare sulla nostra strada non sappiamo se il nuovo ministro ci appoggerà o meno. Quindi propongo di organizzarci in modo da evitare la seconda prospettiva. Tra quindici giorni mi recherò dagli zii di Harry e lo porterò via di lì, non credo che sia necessario fargli passare troppo tempo in quella casa. Molly per te va bene?» chiese, «ma certo! È sempre un piacere tenerlo qui con noi» disse Molly, «perfetto. Tonks tu potresti recarti nel reparto Auror di Hogsmeade, ritengo che sia meglio per Harry e gli altri avere qualcuno di conosciuto vicino piuttosto che tanti Auror sconosciuti, il tuo capo ha già detto che per lui va bene. Tu cosa ne pensi?» chiese ancora Silente, «va bene» rispose Tonks, «ti senti bene?» le chiese Silente, «ho qualche problema a trasformarmi, non riesco a capirne il motivo. Ma non c’è da preoccuparsi» disse Tonks, in modo da far capire che non aveva alcuna intenzione di continuare quel discorso, «va bene se lo dici tu mi fido. Malocchio tu sai già il tuo compito» disse in direzione dell’ex docente, il quale annuì con la testa, «ora passiamo a te Remus. mi è giunta voce che Voldemort sta cercando di convincere i lupi mannari ad unirsi a lui. Mi costa molto chiederti una cosa del genere ma non vedo altra soluzione, te la senti d’infiltrarti tra di loro. Ma prima che tu risponda voglio avvertirti, tra di loro c’è anche Grayback» al solo sentir pronunciare quel nome Remus ebbe un fremito, e come lui anche tutti gli altri, «capisco che per te sia dura, ma ci sarebbe davvero utile avere qualcuno al loro interno. Puoi prenderti tutto il tempo che vuoi per accettare o meno la mia proposta. Qualunque sia la tua decisione io l’accetterò» disse Silente in tono comprensivo, tutti i presenti guardarono Remus, anche Tonks, ma lei non riusciva a capire fino in fondo il perché di tutto questo stupore e preoccupazione, «scusate ma perché lo guardate tutti così?» chiese ingenuamente, «tu sai chi è Grayback?» le chiese Molly, «si certo al quartier generale degli Auror abbiamo delle sue foto ovunque, so che è un lupo mannaro pericoloso. Ma continuo a non capire» disse, «vedi Tonks, loro sono tutti preoccupati per me perché sanno che Grayback è il responsabile della mia “condizione”. Tu sai che la sua specialità sono i bambini, io sono stato uno delle sue vittime» disse Remus, «che cosa??» urlò lei, «Tonks calmati, non ti devi preoccupare..» Tentò di dire Remus, «no che non mi calmo, tu non puoi accettare questa proposta! È troppo pericoloso, potrebbe ucciderti!» disse alzandosi da tavola e dirigendosi verso di lui, il quale si alzò a sua volta «questo è un rischio che corriamo tutti, per quale motivo io dovrei tirarmi in dietro in questo caso?» le chiese «perché quello è uno spietato assassino voglioso di sangue, il tuo lo ha già assaggiato, e potrebbe rifarlo!» disse lei quasi con le lacrime agli occhi. Tutti i presenti assistettero alla scena impietriti, senza fare il minimo rumore, Molly intimò a tutti di uscire dalla cucina per dirigersi in salotto. Remus e Tonks non si accorsero d’essere soli, continuarono a discutere, «Tonks ragiona, non mi posso tirare indietro, Silente ha bisogno del mio aiuto» disse pacatamente, ma la sua voce tradiva un poco d’apprensione, «non m’importa! Non voglio che tu accetti!» disse, ormai trattenere le lacrime fu impossibile, «Tonks, non fare così… E’ per questo che non voglio legarmi a te, la nostra vita nei prossimi mesi, per non dire anni, sarà toppo incerta per poter costruire qualcosa insieme» disse Remus abbassando lo sguardo, «allora anche tu provi qualcosa per me» lo prese in contropiede, «non ho detto questo..» Disse lui cercando di fare marcia in dietro, « o sì invece..Remus ti prego, rifiuta la proposta di Silente.. non voglio perderti, ti voglio troppo bene per perderti così» disse lei aggrappandosi a lui tra le lacrime, «Tonks non dire queste cose, noi due non potremmo mai stare insieme» disse ancora Remus, mentre se ne stava fermo e immobile mentre Tonks piangeva, non aveva nemmeno il coraggio di abbracciarla «sì invece che possiamo, io lo voglio, e sono sicura che anche tu lo vuoi» disse Tonks guardandolo, «no invece, e tu sai bene il perché» le disse senza guardarla, « le tue ragioni sono stupide, lo sai benissimo che non m’importa del fatto che sei un lupo mannaro» gli rispose, «non è solo quello, sono troppo vecchio per te, troppo povero.. meriti qualcosa di meglio, e sono certo che lo troverai» disse ancora Remus, «non è vero, degli altri non m’importa, io voglio te, e te soltanto» così dicendo si allungò verso di lui e tentò di baciarlo, resosi conto di quello che stava per succedere l’allontanò, Tonks era incredula, «devo parlare con Silente» disse Remus, sempre senza guardarla si diresse verso il salotto.

Rimasta sola nella piccola cucina, Tonks, era senza parole, la freddezza con cui Remus l’aveva allontanata la lasciò impietrita. Fu Molly a distrarla dai suoi pensieri, «ti senti bene? Sembri sconvolta» le disse, «non fare finta di non aver sentito..» Disse Tonks facendosi aiutare nel risedersi a tavola, «è vero scusa. Ma lo conosci, sai che non si ritiene degno di ricevere amore» le disse Molly, «sì questo lo so.. è solo che pensavo, anzi, speravo che facendogli capire che a me non importava niente della sua condizione, come la chiama lui, o del suo stato economico o, ancora, della sua età, si sarebbe convinto» disse Tonks, cercando di calmarsi, «vedrai che si convincerà. Secondo me tiene a davvero a te, è solo che non vuole ammetterlo» disse facendole un sorriso, «dici davvero? Prima mi è sembrato così deciso» disse ancora Tonks ricordando la freddezza di Remus, «ne sono certa. Abbi solo un po’ di pazienza» disse abbracciandola. In quel momento Remus tornò in cucina, «Remus aspetta..» Disse Tonks, «Tonks scusa, ho molte cose da sistemare. La luna piena è vicina» le disse, «così hai accettato…» disse con tono piatto, «sì, è così. Arrivederci. Molly, grazie per l’ospitalità. A presto» disse ancora Remus, «non ti preoccupare, qui sarai sempre il benvenuto» gli sorrise, lui ricambiò il sorriso e senza dire altro uscì dalla porta della cucina per poi sparire in uno schioppo.

*****

I giorni passarono molto lentamente per Tonks. Da quella sera alla Tana non aveva più visto Remus, e questo la faceva stare male. A peggiorare la situazione ci pensò Bill il quale, cogliendo l’occasione d’avere tutta la famiglia riunita a cena annunciò di aver chiesto a Fleur di sposarlo. Tutti i presenti rimasero scioccati dalla notizia appena appresa, Molly fu la più sconcertata, il suo bambino aveva chiesto ad una ragazza di sposarlo «non è possibile..» Bofonchiò piano, «allora? Non dite niente?» chiese Bill con un sorriso a trentotto denti, «hem.. tesoro non credi che sia un gesto un poco affrettato?» chiese Molly, «no mamma ne sono sicuro, ci amiamo, perché aspettare» rispose, «sì, ne sono certa è solo che….» Tentò di dire, «tuo mama non è contonta?» chiese Fleur a Bill, «ma no amore, certo che è contenta, vero mamma?» disse rivolto alla madre, «come? O si certo siamo tutti molto felici, vero ragazzi? È solo che è stata una notizia così inaspettata..» Abbozzò un finto sorriso, «bene, sono felice» disse Fleur sorridendo.

Tonks, come tutto il resto dei presenti fu sorpresa per la notizia, “perché le altre persone posso essere felici con la persona amata e io no?” si chiese, questo la rese ancora più triste, Ginny se ne accorse e nella sua mente cominciò a farsi largo un’idea assurda ma, forse, plausibile, e se Tonks fosse stata innamorata di Sirius? In fondo quei capelli color topo l’aria sempre triste potevano essere un segnale della sua sofferenza per la perdita del cugino. Più tardi la ragazza ne avrebbe parlato con in fratello il quale però trovata abbastanza inverosimile una cosa del genere, ma senza avere altri indizi non poteva controbattere l’idea della sorella.

La serata fu molto dura per Tonks, quindi ben presto decise di andarsene per tornare nella sua casa vuota per poter stare sola con i suoi pensieri, non che questo le fosse di particolare conforto, ma almeno non avrebbe visto intorno a sé persone che brindavano per un futuro matrimonio.

Remus ormai era pronto per affrontare l’imminente luna piena. Ma qualcosa in lui lo rendeva irrequieto, certo l’idea di ritrovarsi faccia a faccia con il lupo che lo aveva condannato a quella vita da emarginato lo turbava molto, ma c’era dell’altro. Le parole di Tonks continuavano a tornargli alla mente, “ti voglio bene”, “voglio te, e te soltanto”. Ormai era inutile negarlo, almeno a sé stesso, anche lui provava qualcosa per lei, ma non poteva certo rovinarle la vita. Si sarebbe fatto da parte, non le avrebbe mai confessato i suoi sentimenti, forse così, lei si sarebbe rassegnata e avrebbe potuto andata avanti con la sua vita, e magari un giorno avrebbe trovato un uomo più adatto a lei. Ma lui, sarebbe stato in grado di dimenticarla? Si chiese, in quel momento scosse la testa energicamente, ce l’avrebbe messa tutta, ci sarebbe stato male, ma ci sarebbe riuscito, ad ogni costo.

*****

Tonks era sempre più irrequieta, e l’arrivo della luna piena non migliorò il suo stato d’animo. Sapere Remus lì fuori, in mezzo ad altri lupi mannari che di certo non lo avrebbero accolto bene la faceva sentire impotente. Questo stato d’animo ebbe ripercussioni anche sul suo lavoro, tanto che il suo capo l’aveva relegata alla sua scrivania, «Tonks, non stai bene, è meglio che tu resti qui al quartier generale almeno fino a quando non incomincerà l’anno scolastico. Poi potrai riprendere il servizio attivo» le disse, Tonks cercò di protestare ma poi anche lei si rese conto di essere un pericolo per gli altri e per se stessa quindi si mi se seduta nel suo cubicolo, apparentemente a leggere alcune scartoffie, ma in verità la sua mente era a molti chilometri da lì.

La luna piena era alta in cielo, al centro di una foresta particolarmente fitta un branco di lupi mannari si stava riunendo in torno ad un grosso Lupo dal manto nero. D’un tratto il grosso lupo smise improvvisamente di comunicare con i suoi compagni, aveva annusato un odore nuovo, un intruso, infatti, poco più in la vicino ad una roccia, un altro lupo mannaro dal manto marrone li osservava. Tutti i lupi li riuniti cominciarono a ringhiare verso il nuovo arrivato, ma il grosso lupo nero li zittì immediatamente, lentamente si avvicinò all’intruso, il quale istintivamente drizzò il pelo e cominciò a ringhiare. Quando si ritrovarono muso a muso i due cominciarono a comunicare, «chi sei? Non ti ho mai visto qui» chiese il grosso lupo nero che rispondeva al nome di Grayback, «sì, è la prima volta che vengo qui» rispose Remus, «porti il puzzo degli uomini. Si sente lontano chilometri» disse ringhiando Grayback, «lo so, vivo in mezzo a loro. E’ un problema per te?» rispose ancora Remus, «sì, gli umani sono nostri nemici, vogliono eliminarci tutti. Quindi noi dobbiamo eliminare prima loro» disse, «mi voglio unire a voi» disse Remus, «davvero? Prima devi dimostrare d’essere degno di far parte di questo branco. Secondo me sei più umano che lupo mannaro» disse sfidandolo, «ne sei certo?» disse Remus raccogliendo la sfida, con un balzo gli saltò addosso con l’intento azzannargli il collo, ma Grayback fu più veloce e si scanzò, Remus tornò subito all’attacco ma fu morso ad una zampa dall’avversario che nel frattempo si era avventato su di lui, Remus riuscì a riprendersi e lo morse ad un fianco. Da quanto tempo non sentiva l’odore del sangue? In più quello era il sangue del suo nemico, quello che l’aveva reso quello che era, un’ormai dimenticata eccitazione s’impadronì di lui, lo rese più forte e cattivo, si avventò con tutta la forza che aveva sull’avversario, il quale sorpreso venne sopraffatto, ma solo per qualche istante, poi riprese il controllo del combattimento e ferì più volte Remus.

Andarono a vanti così per almeno due ore, poi stremati crollarono a terra, con la poca energia che gli era rimasta Grayback disse, «bene, sei dei nostri. Per ora». Remus perse conoscenza subito dopo, e rimase così fino al sorgere del sole.

*****

Le ferite che si era rimediato durante il duro scontro con Grayback ci misero alcuni giorni a guarire, ma nonostante questo decise di non farsi vedere dagli altri membri dell’ordine della fenice. Sapeva bene che Grayback e gli altri lupi mannari non si fidavano pienamente di lui e che molto probabilmente l’avrebbero spiato, almeno per i primi giorni.

All’alba del quarto giorno dalla luna piena finalmente, quella strana sensazione di sentirsi osservato, sparì. Forse gli altri lupi lo aveva accettato, o perlomeno se lo augurava.

Sfortunatamente, però, non svanì altrettanto velocemente il sapore del sangue che ancora sentiva in bocca. Per anni, ogni risveglio fu accompagnato da quel sapore nauseante, segno indelebile delle sue vittime animali. Troppi ricordi dolorosi erano legati a questa sensazione, conigli squartati, ratti tranciati a metà, scoiattoli irriconoscibili, le mani e il visto sporchi del loro sangue, sapore che il lupo in lui amava tanto, ma che a lui uomo faceva sorgere conati di vomito al solo pensiero.

Scacciare questi pensieri non fu facile, ma quelle rare volte che ci riusciva altri altrettanto dolorosi si sostituivano ad essi. Il viso rigato di lacrime della donna che amava ma che non poteva avere, le sue parole dolci e piene d’amore che lui però aveva finto di non ascoltare, la disperazione nei suoi occhi per la paura di perderlo. Ma perché per lui doveva essere sempre tutto più difficile? Quando Tonks si era aggrappa a lui, avrebbe solo voluto poterla stringere a se senza lasciarla andare mai più. Avrebbe voluto tenerla al suo fianco per tutta la vita. Ma invece no, non poteva, non avrebbe mai potuto stringerla a se, non avrebbe mai potuto amarla. E tutto questo a causa di quello che era, per non rovinarle la vita.

In questi momenti odiava Grayback con ogni fibra del suo essere, era solo colpa sua se la sua vita era così difficile. Spesso aveva pensato alla vendetta, chi non ci avrebbe pensato nelle sue stesse condizioni? Ma non era certo che questo sarebbe servito a qualcosa, se non ad un piccolo piacere momentaneo. La sua vita non sarebbe mai cambiata, anche se forse avrebbe risparmiato a qualcuno le sue stesse sofferenze. Era una decisione difficile da prendere ma presto o tardi si sarebbe dovuto decidere.

*****

Molly, si sa, è sempre stata considerata da tutti come una vice- mamma, e ormai anche lei si era identifica in questa parte, infatti, non poteva fare a meno di preoccuparsi per tutti i membri più giovani dell’ordine. Tra le sue preoccupazioni principali di sicuro c’era Tonks. La ragazza, un tempo vivace, allegra, sempre con la battuta pronta, ora si era trasformata completamente, e non grazie al suo metamorfismo. Molly conosceva molto bene il motivo di questo suo radicale cambiamento, ma non sapeva proprio come aiutarla, quindi, spesso la invitava alla Tana, per evitare di lasciarla troppo da sola, ma altrettanto spesso Tonks rifiutava i suoi inviti, per evitare di contagiare tutti con il suo pessimo stato d’animo.

Quella sera però, decise di accettare l’invito di Molly. La luna piena era passata ormai da quattro giorni ma di Remus nessuna notizia, la situazione stava diventando davvero insopportabile per lei, e sapendo che l’unica a conoscenza del suo “segreto” era proprio Molly pensò che forse parlarne con lei le sarebbe stato d’aiuto.

Quando arrivò alla Tana, Hermione, Ginny e Ron erano gia a letto da un pezzo, questo fece tirare un sospiro di sollievo a Tonks, non sopportava i loro sguardi di compatimento. Le due donne seduta al tavolo della cucina con davanti una tazza di Tè sembravano quasi madre e figlia, «Tonks ma devi smetterla di torturarti così, lo consci, sai com’è fatto. Sono certa che prima o poi cambierà idea» disse Molly, «e come fai a dirlo? Potrebbe andare avanti così per anni. Sai bene quanto me che quando ci si mette è più testardo di un mulo. Non so quanto riuscirò a sostenere una situazione del genere» disse Tonks fissando la sua tazza di Tè fumante, «credo che lui conti proprio su questo. È convito che prima o poi questa “infatuazione” ti passerà» disse Molly pensierosa, «già, peccato che la mia non è una semplice “infatuazione”. Io tengo davvero a lui» disse Tonks sbattendo una mano sul tavolo, «ne sono certa, ma prendertela con il tavolo non ti servirà a niente» le disse sorridendo, «scusami. Ma perché si comporta così? Perché non vuole dare retta ai suoi sentimenti?» chiese «beh io una mia teoria ce l’avrei… per anni è stato convinto di non meritare amore a causa delle sue condizioni. In fondo non lo puoi biasimare, tutti lo hanno sempre guardato con sospetto. Le uniche persone che gli hanno voluto bene ora non ci sono più, i suoi genitori, i suoi migliori amici.. non credo che sia una situazione facile per lui» disse Molly, «questo è vero, lo capisco. Ma non può rinunciare all’amore così» disse Tonks, «lo sai bene che la sua mente lavora in un modo tutto suo. Credo che starà a te il duro compito di fargli capire che anche lui può amare ed essere amato» le disse. Tonks non fece in tempo a rispondere perché in quel momento bussarono alla porta. Si trattava di Silente e Harry, Tonks aveva quasi dimenticato che il preside sarebbe andato a prenderlo proprio quella sera.

I due nuovi arrivati rimasero sorpresi vedendola, Tonks sapeva bene che entrambi si stavano chiedendo cosa le fosse capitato di così tremendo da ridurla in quelle condizioni. Decise così di andarsene prima che uno dei due cominciasse a fare troppe domande, quando Molly le chiese se si sarebbe unita a loro la sera seguente per la cena, dove anche Remus sarebbe stato presente, rifiutò tanta era la fretta d’andarsene.

Chiaramente ben presto si pentì di quel rifiuto, la voglia di vederlo era tanta, ma nonostante questo non si presentò alla cena doveva lasciargli il tempo di riflettere se era di quello che aveva bisogno.

*****

I due membri dell’ordine della fenice non si videro per oltre un mese, in verità in pochi videro Remus, il quale cercava di frequentare il meno possibile i maghi “normali” come li definiva Grayback. Pian piano Remus cominciava ad essere accettato dal branco, ma ancora non gli era permesso di vivere con loro anche da umano, ma qualcosa gli diceva che quel mese le cose sarebbero cambiate.

La notte era calata da un’ora circa quando Remus sentì bussare alla porta. Questo lo mise in allarme, chi mai poteva cercarlo? Quando aprì la porta rimase più che sorpreso, davanti a lui c’era Tonks, piuttosto pallida e infreddolita «ciao, ma cosa ci fai qui? Lo sai che è pericolo venire a cercarmi, potrei essere sorvegliato..» Disse senza rendersi davvero conto di quello che stava dicendo, «sì, lo so.. è solo che.. volevo vederti, ne avevo bisogno..» Disse lei guardandolo con occhi tristi, «dai entra..» Disse spostandosi e facendole strada.

La casa era piccola ma accogliente constatò Tonks guardandosi in torno, «lo so non è il massimo, però ci sto bene qui» disse Remus seguendo il suo sguardo, «è molto bella, mi piace» rispose Tonks mentre si sedeva sul divano. Tra i due si creò subito un familiare imbarazzo, «hem posso offrirti qualcosa da bene? Magari una tazza di Tè?» le chiese Remus, «sì grazie, posso darti una mano?» si offrì, «no, non ti preoccupare resta pure comoda» le disse, questa fu ottima scusa per rinchiudersi in cucina per riordinare le idee, «e ora che faccio?» pensò, la parte più razionale di lui avrebbe voluto allontanarla, saperla in un luogo sicuro lontano da lui. Ma un’altra parte, quella più emotiva, e innamorata, avrebbe voluto tenerla li con lui, magari per sempre. Quando tornò in salotto vide Tonks vicino al camino che osservava delle foto, «in quella foto eravamo al terzo anno di scuola, mentre in quella a fianco era il matrimonio di James e Lily» disse Remus appoggiando il vassoio sul tavolino davanti al divano, e avvicinandosi anche lui al camino, «e questa?» chiese Tonks, «quella invece risale ad un’estate passata a casa di James, quelli sono i suoi genitori, sono sempre stati gentili con noi, nonostante ne combinassimo di tutti i colori, o meglio, James e Sirius ne combinavano di tutti i colori ma chissà perché alla fine venivo coinvolto anche io» disse sorridendo, «eravate davvero una bella squadra..» Disse Tonks in un sussurro, «è vero. Ma ora.. è tutto finito» disse Remus abbassando lo sguardo, «scusa, mi dispiace, non volevo far affiorare ricordi dolorosi» disse mortificata, «non ti preoccupare, vieni altrimenti il Tè si raffredda» e così dicendo cominciò a versare nelle tazze la bevanda fumante, Tonks tornò a sedersi sul divano mentre Remus si sedette sulla poltrona vicina.

Dopo alcuni sorsi Tonks si decise a parlare, «scusami se sono venuta fin qui. So bene che non volevi vedermi..» Cominciò, «No, non è vero. È solo che..è troppo pericoloso. Sono davvero sorvegliato, i seguaci di Grayback stanno decidendo se posso far parte della loro “banda” oppure no» la interruppe, «e cosa succede se ti accettano?» chiese Tonks, «beh credo che mi dovrò unire a loro. Mi dovrò trasferire nella foresta, e vivere come loro. Lo ammetto questa prospettiva non è molto allettante, significherebbe vivere come un ladro, un vero emarginato. In pratica tutto quello che ho evitato di diventare per tutta la vita..ma sempre meglio di quello che mi potrebbe succedere nel caso non venissi accettato..» Disse con certo fremito nella voce, «perché cosa potrebbe succedere?» ma non ebbe bisogno di risposte, lo sguardo di Remus diceva tutto senza bisogno di parole. Si portò le mani alla bocca per soffocare un grido, «non fare così, sono certo che non andrà così» cercò di rassicurarla, «e come fai a dirlo?» chiese Tonks, «istinto, credo» rispose Remus abbozzando un sorriso come per convincerla, senza però riscuotere particolare successo guardando lo sguardo terrorizzato di Tonks,

«Ma dimmi, perché sei venuta qui?» chiese questa volta Remus

«te l’ho detto, volevo vederti. Stavo impazzendo in questi giorni. Sei sparito, nessuno aveva tue notizie da oltre un mese» rispose Tonks

«Lo so, e mi dispiace di questo, so che tutti si saranno preoccupati» disse Remus abbassando lo sguardo

«Sì è vero…ma dimmi, sei ancora della stessa idea?» chiese a tradimento Tonks

«Riguardo a cosa?» fece finta di non capire

«Lo sai benissimo.. su di noi..» Disse

Remus la guardò per qualche istante, stupido dal suo modo di fare diretto, «non esiste nessun noi, e tu lo sai» disse Remus tornando improvvisamente freddo e distaccato, «questo non è vero, lo so che anche tu provi qualcosa per me, non lo puoi negare per sempre» disse lei avvicinandosi alla poltrona, «sì che posso. E sono certo che prima o poi capirai le mie ragioni» le disse, «e se a me delle tue ragioni non importasse nulla?» chiese, «ti direi che sbagli..» Ma la frase di Remus venne interrotta, le labbra di Tonks si erano posate, a tradimento, sulle sue.

Quel bacio fu diverso da quello accaduto al San Mungo, questo lo scosse dentro, facendogli provare una nuova sensazione che forse mai nella sua vita aveva provato. Le sue mani tremanti si muovevano indipendentemente dalla sua volontà, lasciarono i saldi braccioli della poltrona per stringersi in torno al corpo di lei. I due si alzarono contemporaneamente dai loro posti, continuando a baciarsi, Tonks si aggrappò a lui, mentre Remus la stringeva forte a sé, come per paura che lei potesse andarsene.

Ma d’un tratto lui sbarrò gli occhi, la parte razionale tornò a prendere il sopravvento, lasciò scivolare le braccia lungo i fianchi, e velocemente si staccò da lei, «cosa succede?» chiese Tonks stupita, «non posso.. non posso farti questo» disse Remus, «si che puoi, io lo voglio e so che anche tu lo vuoi» gli rispose, «no, non è così, tu non sai.. non puoi.. noi non possiamo..» Tonks in quel momento lo baciò di nuovo, stringendogli le mani tra le sue. Lui cercò di protestare ma fu tutto inutile, la sua parte razionale si assopì di nuovo e così si lasciò travolgere dall’emozioni che i gesti di Tonks gli procuravano.

Quella notte fecero l’amore, lasciandosi trasportare l’uno dall’altra, dai sentimenti che li univano.

*****

Il risveglio di Tonks, il mattino seguente, non fu altrettanto piacevole, confrontato con la notte appena trascorsa.

Quando aprì gli occhi aveva ancora stampato in viso una sorta di sorriso sognante, si girò per cercare Remus ma non lo trovò. Si mise seduta, una sorta di panico cominciò a pervaderla, poi la sua attenzione fu colpita da un biglietto poggiato sul tavolino, lo prese e cominciò a leggere:

Ciao Tonks,

In questo momento stai dormendo, ho preferito non svegliarti, probabilmente per vigliaccheria.

Quello che è successo questa notte è stato un errore, e tu lo sai bene quanto me. Certo non nego che sia stato bello, ma resta pur sempre un errore. Noi due non potremo mai stare insieme come vorresti tu, io non sono il tipo d’uomo adatto a te, le mie condizioni non me lo permettono, e prima te ne renderai conto meglio sarà per te.

Questa notte rimarrà per sempre nella mia mente e nel mio cuore, ma non si ripeterà mai più una cosa del genere, farò del mio meglio per far sì che non riaccada. È una promessa che faccio a me stesso, per il tuo bene.

Ora ti dico addio, almeno per ora, sperando che quando ci rivedremo tu non mi odierai.

Remus

Ps: non restare a casa mia, potrebbe essere pericoloso. Non voglio che ti succeda qualcosa.

Mentre leggeva queste parole, il viso di Tonks si rigò di calde lacrime, le parole di Remus l’avevano ferita un’altra volta. Dopo qualche minuto decise di rivestirsi, come aveva scritto Remus rimanere lì era inutile e pericoloso, per non dire doloroso.

*****

I lupi mannari radunati al chiaro di luna discutevano animatamente quando, un odore che negli ultimi mesi era diventato famigliare, l’interruppe. Grayback si avvicinò al nuovo arrivato, «ciao novellino, cos’è questo odore? Una donna? Ti mischi con gli umani?» chiese mostrandogli i denti in segno d’irritazione, «niente d’importante, una con cui mi sono divertito, tutto qua» in quel momento la piccola parte umana di Remus ancora cosciente sentì di odiare come non mai la bestia che in quel momento aveva preso il sopravvento. Grayback lo scrutò per qualche istante «bene, se la metti così è ok. Vieni, il consiglio ha preso una decisione definitiva riguardo alla tua posizione» così dicendo lo condusse al centro del gruppo «dopo lunghe discussioni, abbiamo deciso a larga maggioranza che ora fai parte del gruppo. Ti sarà concesso di restare con noi anche con le sembianze umane, non dovrai più tornare a mischiarti con i maghi» disse Grayback, tutti i lupi ulularono in segno di esultanza.

Remus da quella notte cominciò a vivere come tutti gli altri lupi mannari, e forse questo lo avrebbe distratto da Tonks, ora doveva pensare seriamente alla sua missione.

*****

Il primo settembre arrivò molto lentamente per Tonks, ma per fortuna il suo capo le aveva dato il permesso di partire con qualche giorno di anticipo per Hogsmeade. La ragazza prese al volo l’opportunità e si ritrovò nel tranquillo villaggio.

Lavorare la faceva sentire meglio, la distraeva dai suoi problemi così ci si buttò a capofitto sette giorni su sette, e a volte anche di più. Lavorava a tutte le ore del giorno e della notte, si era messa persino a sostituire i colleghi che ne avevano bisogno, e tutto questo per allontanare il pensiero di Remus dalla sua mente.

Mentre se ne stava li sulla piattaforma di Hogsmeade ad aspettare l’espresso Tonks, con altri colleghi Auror, si guardava in giro con la bacchetta pronta, voleva assicurare ai ragazzi un arrivo tranquillo, passeggiava nervosamente avanti e in dietro, poi, d’un tratto ecco in lontananza la rossa locomotiva, «in perfetto orario» constatò la ragazza. Con un ultimo sbuffo il treno si fermò e alla spicciolata i ragazzi cominciarono a scendere, sotto l’occhio vigile degli Auror, Tonks si guardò in giro, «ciao Tonks! Sei stata trasferita qui?» disse Hermione andandogli in contro accompagnata da Ron, Ginny, Neville e Luna, «ciao ragazzi, sì Hermione hai indovinato. Avete visto per caso Harry?» chiese «no, veramente è da un po’ che non lo vedo» disse pensieroso Ron, «ci siamo separati dopo aver lasciato lo scompartimento di Lumacorno» disse Ginny, «capisco, voi sbrigatevi o perdereste le carrozze, vado a cercare Harry. A presto ragazzi» disse correndo via in gran fretta.

Percorse tutti il treno a grande velocità, poi vide qualcosa d’insolito, uno scompartimento con le tende abbassate, decise di entrare per controllare e, infatti, eccolo nascosto sotto al mantello dell’invisibilità, «ciao Harry» disse annullando l’incantesimo che lo teneva imprigionato, Harry la guardò con aria stranita poi la seguì quando gl’intimò di sbrigarsi a saltare giù dal treno, che si stava rimettendo in marcia verso Londra. «Chi è stato» gli chiese Tonks, dopo che si furono messi in cammino verso il castello, «Draco Malfoy» rispose Harry al quanto amareggiato. Tonks notò il naso fratturato del ragazzo e glielo risistemò, «rimettiti quel mantello, così possiamo andare a scuola a piedi» disse senza sorridergli, negli ultimi mesi sorrideva raramente, con un rapido gesto dalla bacchetta scaturì una gigantesca creatura argentea a quattro zampe che corse lungo la strada che conduceva a Hogwarts. Incuriosito Harry gli chiese come aveva fatto a trovarlo allora lei glielo spiegò, rispondeva sinteticamente alle domande del ragazzo, non aveva una gran voglia di parlare, Harry probabilmente si accorse del suo profondo cambiamento, ma non disse nulla e lei gli fu grata di questo. Arrivati, finalmente, davanti ai cancelli di Hogwarts Harry cercò di entrare ma come Tonks gli spiegò, introdursi nel castello era praticamente impossibile almeno che qualcuno del personale, dall’interno, non venisse ad aprire le porte, questo qualcuno non si fece attendere, in lontananza una lanterna ondeggiava, più si avvicinava più i due capirono di chi si trattava, «bene, bene, bene» disse sogghignando Piton, riferendosi sicuramente all’arrivo in ritardo e per di più in abiti babbani di Harry, il ragazzo cercò di giustificarsi ma senza grande successo, «non c’è bisogno che aspetti, Ninfadora. Potter è decisamente, sì, più al sicuro nelle mie mani» disse «il mio messaggio era per Hagrid» rispose Tonks decisamente infastidita, come osava chiamarla per nome? «Hagrid è in ritardo. Quindi l’ho ricevuto io. E tra parentesi» disse Piton, «ero curioso di vedere il tuo nuovo patronus» richiuse il cancello dopo aver fatto entrare Harry «preferivo quello vecchio» commentò sarcastico, «quello nuovo sembra debole» disse ancora malignamente. Tonks era furiosa, quell’essere odioso! Come osava dire una cosa del genere! Ma soprattutto, come faceva a sapere?

L’incontro con Piton la turbò parecchio, e continuò a pensarci mentre si rimetteva in cammino per unirsi agli altri Auror.

Nel frattempo, molto, molto lontano da Hogsmeade, Remus continuava a vivere con la banda di Grayback. Per lui non era facile adattarsi a quello stile di vita, fatto di Furti e uccisioni per la sopravvivenza. Odiava tutto questo, ma sapeva anche quanto fosse importante per Silente avere notizie sui lupi mannari e quindi sopportava sempre tutto a denti stretti.

Solo, sdraiato nel suo giaciglio, pensava all’unica persona che lo aveva amato per quello che era, e che, forse ora, lo odiava con tutta se stessa. Questo pensiero gli faceva male, ma in quei momenti di solitudine, erano quasi una consolazione.

*****

I mesi passarono lentamente per entrambi ma alla fine arrivò Dicembre e con lui anche le vacanze di Natale.

Tonks, fu rimandata a casa quasi con la forza dal suo capo, il quale si era accorto che negli ultimi tempi stava esagerando con il lavoro, «Tonks, devi prenderti una pausa. Se continui così finirai per ammalarti. Scusati se te lo dico ma guardati, hai un aspetto terribile. Vai a casa, e riposati.» Le disse, «ma signore, sono certa di poter essere più utile qui che a casa» protestò Tonks, «no, non è vero. Sembra che tu stia per crollare da un momento all’altro. Ora vai, sono certo che a casa con parenti e amici ti riprenderai in fretta. Non voglio vederti qui fino a Gennaio» disse andandosene, Tonks era avvilita. Aveva sperato di poter restare alla sede di Hogsmeade per tutte le vacanze, magari sostituendo un collega che voleva tornare a casa dalla sua famiglia, e invece no, il suo capo la rimandava a casa.

Quello stesso giorno ricevette due gufi, uno di Molly, la quale la invitava alla Tana per festeggiare il Natale, mentre l’altro era di sua madre, anche lei la invitava a casa per le feste, ma Tonks rifiutò entrambe le proposte. Alla madre disse che era stata invitata da Molly e che avrebbe trascorso lì le vacanze, mentì per non farla preoccupare, mentre a Molly disse la verità, o almeno una parte, le scrisse che preferiva starsene a casa perché aveva bisogno di riposo.

Remus, invece, accettò volentieri l’invito di Molly. Aveva davvero bisogno di stare per qualche giorno con gli amici. Riuscì ad allontanarsi dal gruppo di Grayback senza troppi problemi, certo fu tempestato di domande ma le scuse che aveva propinato loro sembravano aver dissipato qualsiasi loro dubbio.

La sera della vigilia si svolse tranquillamente, tutti seduti vicino al camino, ma Remus sembrava pensieroso, fissava intensamente il camino e le fiamme che conteneva, pensava a Tonks, al perché non fosse lì con loro a festeggiare la ricorrenza, ma si guardò bene dal parlarne. La sua attenzione verso le fiamme venne distolta dal discorso tra Harry e Arthur Weasley. I due parlavano animatamente su Malfoy e Piton, Harry era proprio identico a James certe volte, la sua diffidenza verso il Severus non sarebbe mai scomparsa. Fu compito suo cercare di farlo ragione, in verità senza grosso successo, Harry era fissato col fatto che Draco e Piton stessero tramando qualcosa, niente e nessuno lo avrebbe mai persuaso del contrario, probabilmente nemmeno Silente.

Peccato che la stessa tranquillità che aveva accompagnato la sera della vigilia non si ripeté il giorno di natale. Molly sembrava parecchio irritata per il comportamento di Fleur con Bill e forse senza volerlo, ma Remus non ne era certo, fece cadere la discussione su Tonks e sul fatto che probabilmente avrebbe trascorso le feste da sola, il cuore di Remus, sentendo questa notizia si fermò per qualche secondo, possibile che stesse ancora così male? A rincarare la dose ci si mise pure Harry annunciando che il patronus di Tonks era cambiato, grande e a quattro zampe, possibile che fosse.. un lupo? Remus cercò di giustificare questo fatto nel migliore dei modi ma mente parlava si sentì morire dentro, si sentiva responsabile per quello che le stava accadendo, e lo sguardo di Molly gli fece capire che faceva bene a sentirsi in colpa.

Per fortuna a distrarre l’attenzione di tutti ci pensarono Percy e il nuovo ministro della magia, venuti fin lì per parlare con Harry di questioni top secret.

Dopo pranzo Remus riuscì a rimanere solo per un po’, la sua mente corse subito a Tonks, cosa stava facendo in quel momento? Aveva davvero passato le feste da sola? «Perché non vai a cercarla?» chiese una voce alle sue spalle, «Molly, sai che non posso» disse Remus voltandosi verso la donna, «e cosa te lo impedisce? L’orgoglio? La paura?» chiese ancora Molly, «niente di tutto questo. Deve dimenticarmi, e anche io devo dimenticarmi di lei, deve trovarsi qualcuno meglio di me, non sono la persona adatta a lei» Le rispose, «e se a lei delle tue ragioni non importasse niente? Credo che te l’abbia detto a chiare lettere, lei vuole stare con te, il resto non le importa» disse avvicinandosi, «ma col tempo potrebbe non essere più così, potrebbe aver bisogno di qualcosa che io non le posso dare» disse Remus con decisione, «sai, avrei preferito cento volte Tonks come futura nuora invece di Fleur, glielo ho persino detto, ma lei è troppo innamorata di te. Dubito che si possa riprendere, o almeno non così rapidamente come credi tu» Gli disse mentre metteva a posto un paio di cose in alcuni cassetti, «cosa credi che io mi sia divertito a spezzarle il cuore così? Anche io ci sto male, ma saprò farmene una ragione.. credo» Disse Remus sedendosi sul letto, «spero che vi riprendiate tutti e due. Comunque scusa, forse non averi dovuto impicciarmi degli affari vostri» disse avviandosi verso la porta, «grazie Molly, ma rimango sempre della mia idea, Tonks deve trovarsi una persona più adatta a lei» le disse ancora Remus, «sarà come dici tu. Ma non ne sono sicura, e nemmeno tu lo sei. Ciao» disse chiudendosi la porta alle spalle.

*****

Finalmente le vacanze finirono, con grandissimo sollievo di Tonks. Rimanere a casa da sola, fu snervante, ma almeno nessuno l’aveva tempestata di domande del genere “perché quei capelli?” “cosa succede ai tuoi poteri? Perché non vai a fare una visita specialistica?” come avrebbe fatto a spiegare agli altri le vere ragioni del suo stato?

Le ronde per il villaggio e nei dintorni del castello erano sempre più intense, si temeva un attacco di Mangiamorte, e visti gli avvenimenti successi prima di natale al castello, si era deciso di intensificare i controlli.

Notizie terribili giungevano da tutte le parti, attacchi contro i babbani, uccisioni di Maghi, sparizioni misteriose. Una mattina mente con alcuni colleghi perlustrava il perimetro del villaggio, uno dei due disse qualcosa che la lasciò impietrita «avete sentito? Pare che la banda di Grayback abbia colpito ancora» disse Savage, «davvero? Si sa chi è stato attaccato?» chiese incuriosito Dawlish «no, non si sa ancora niente di preciso, ma hanno detto che è stata una cosa terribile. Tonks ti senti bene?» le chiese vedendola ferma con gli occhi sbarrati, quasi come se fosse stata pietrificata, «co.. cosa? Hem sì certo tutto ok.. ma si sa almeno dov’è avvenuta l’aggressione?» chiese lei, «no di preciso no. Vicino ad una foresta credo. Ma dove stai andando? Dobbiamo finire il nostro giro!» le urlò Savage vedendola scappare via a gran velocità «non preoccupatevi torno subito! Voi continuate senza di me!» urlò Tonks in risposta. In men che non si dica si ritrovò a Hogwarts, doveva parlare assolutamente con Silente, lui di sicuro sapeva se Remus stava bene.

Arrivata davanti al suo ufficio però fece un’amara scoperta, il preside non era a scuola. Il panico cominciò ad impadronirsi di lei, e se fosse andato al San Mungo dove forse era stato ricoverato Remus? O peggio, se fosse andato a riconoscerne il cadavere? Pensieri terribili le passarono nella mente mentre correva a perdifiato per tutto il castello alla ricerca del preside. D’un tratto però si scontrò contro qualcosa o qualcuno. Il qualcuno in questione era Harry, il quale fu sorpreso di trovarla lì, infatti, le chiese il motivo della sua presenza al castello, «cercavo Silente, ma non è nel suo ufficio volevo chiedergli delle informazioni, girano voci allarmanti» disse quasi senza accorgersi che stava parlando a raffica, «si ho letto qualcosa al riguardo sul profeta» rispose il ragazzo, «hai per caso ricevuto lettere da qualcuno dell’ordine?» chiese Tonks impaziente, «nessuno dell’ordine mi scrive più..» Ma Harry non fece in tempo a finire la frase, Tonks si ritrovò ad un passo dalle lacrime, quindi Remus non scriveva nemmeno a Harry, ma cosa stava succedendo? Salutò velocemente Harry e ripartì velocemente verso l’uscita del castello, doveva accertarsi che stesse bene!

*****

Il giorno dopo l’ultima luna piena, con gli altri “compagni” aspettava il ritorno di Grayback, il quale era partito per una missione segreta per conto di Voldemort. Il sole era sorto da un bel pezzo quando finalmente lo videro arrivare, il suo viso era felice, sicuramente, pensò Remus, la missione doveva essere andata a buon fine «Allora, com’ andata?» chiese uno del gruppo, «tutto bene, quella donna ha avuto quel che si meritava, così impara a non aiutare i Mangiamorte» disse tronfio, «ma di preciso, in cosa consisteva la missione?» chiese Remus fissando di traverso Grayback, «la cosa che più amo fare. Bambini. Si avete capito bene, questa notte ho assaporato per l’ennesima volta il sangue fresco di un bambino» tutto il gruppo esultava, tutti tranne Remus, d’un tratto una moltitudine di immagini gli tornarono alla mente, lui da piccolo, lunghe zanne che si avvicinavano, un dolore lancinante, sangue, tanto sangue e una corsa disperata al San Mungo, la terribile scoperta che niente sarebbe più stato “normale” per lui. I suoi pensieri però vennero interrotti dalla voce di Grayback, «sfortunatamente mi sono lasciato trasportare, erano mesi che non mordevo la carne tenera di un bambino, e così ho esagerato. Il bambino è morto, peccato sarebbe stato un buon elemento ma pazienza, la madre ha avuto lo stesso quello che si meritava» disse ridendo di gusto, «hey tu? Non sembri entusiasta come gli altri dei miei successi» chiese Grayback guardando la faccia atterrita di Remus, «cosa? Vuoi per caso che ti faccia i miei complimenti per la tua opera?» chiese a sua volta Remus guardando torvo l’essere che aveva rovinato la sua vita, «certo che dovresti, in fondo è la nostra missione o per caso non la pensi più così?» disse avvicinandosi pericolosamente a Remus, «di cosa dovrei congratularmi? Del fatto che hai interrotto una vita? La vita di un bambino che per giunta non centrava niente nella disputa tra i genitori e i Mangiamorte?» urlò Remus, ormai era completamente accecato dall’odio verso Grayback, lo incolpava di tutto, tutto quello che non aveva potuto avere in passato, e che non avrebbe potuto avere in futuro, «cos’è ora ti fai degli scrupoli? Sei o non sei un lupo mannaro? Dovresti esultare per ogni goccia di sangue che esce dai corpi di quelli che ci considerano esseri inferiori» urlò a sua volta, avvicinandosi ancora di più a Remus, «e cosa ti da il diritto di rovinare la vita agli altri? Voldemort? Credi davvero che dopo che si sarà servito di te, avrai quello che ti ha promesso?» chiese Remus, «certo che lo farà. Il signore oscuro mantiene quel che promette» disse Grayback che ora si trovava faccia a faccia con Remus, «sei solo un illuso, quando non gli servirai più ti getterà via! Ecco cosa farà. Voldemort non tiene intorno a sé più persone di quante gliene servano. Quando si sarà stancato di te, e di tutti voi, vi eliminerà come si tolgono delle briciole dal tavolo» disse Remus rivolto a tutti i presenti, «Tu menti! Lo sapevo che non eri degno di stare tra noi!» disse gettandosi su di lui con un balzo, e cominciando a colpirlo con calci e pugni. A Grayback si unirono anche altri e tutti cominciarono a colpire Remus, il quale tra le urla di dolore, riuscì ancora a dire, «vedrete, Voldemort vi getterà via..» E poi con un ultimo urlo perse i sensi.

Al suo risveglio non era più nel fitto della foresta, bensì alle porte di un villaggio babbano, ci mise qualche minuto per capire dove si trovasse, ma quel villaggio aveva un non so che di famigliare, a fatica si rimise in piedi e, malfermo sulle gambe cominciò ad avviarsi per la strada principale. Tutte le persone che lo incrociarono si allontanarono a grandi passi da lui, ai loro occhi doveva sembrare il solito ubriacone appena uscito da una rissa. Ricadde sulle ginocchia, proseguire gli sembrava uno sforzo sovrumano poi, come se provenisse da molto lontano, udì una voce famigliare che lo chiamava, «Remus! Ma cosa…» si sentì sollevare da braccia forti, Bill Weasley di ritorno dal lavoro, lo sollevò e se lo caricò in spalla, «g.. grazie, B.. Bill» disse Remus con un filo di voce prima di perdere di nuovo i sensi.

*****

Tonks non sapeva più dove andare a sbattere la testa. Nessuno sembrava dargli informazioni utili su Remus, quindi decise di fare l’unica cosa saggia in quel momento. Arrivata davanti all’ufficio del capo sezione di Hogsmeade esitò qualche istante prima di bussare, ma poi lo fece. Una volta dentro parlò tutto d’un fiato, «mi scusi signore, so che è molto occupato con tutto quello che sta succedendo, e so benissimo che avete bisogno di tutto il personale, ma ecco.. io avrei bisogno.. sì, avrei bisogno di un paio di giorni per.. » il suo capo la interruppe, «voi per caso chiedermi due giorni di permesso per allontanarti dalla tua sede?» chiese, «Sì, so che forse è un problema, e se mi dirà di no accetterò la sua decisione, ma vede.. mi sarebbero davvero utili due giorni..» Il suo capo la interruppe di nuovo, «siediti Tonks, avevo già intenzione di parlare con te. Nei giorni scorsi ho avuto modo di parlare con i tuoi colleghi e mi hanno detto che ti sei allontanata senza permesso dalla tua postazione..» Questa volta fu Tonks ad interromperlo «lo so che non avrei dovuto, ma dovevo parlare assolutamente con Silente, era una questione di vita o di..» Tentò di giustificarsi, «sì, mi hanno informato di questo. Ma hanno detto anche altro che ti riguarda, è vero che cerchi sempre di fare turni extra? E che se qualcuno ha qualche problema nello svolgere il suo compito tu sei la prima a proporsi per sostituirlo?» chiese, «beh sì, ma non pensavo ci fosse qualcosa di male in questo..» Rispose un poco innervosita, «no certo, ma mi hanno detto che con tutti questi lavori “Extra” in pratica non chiudi occhio, sei sempre nervosa, e sì, non sei più la stessa Tonks di un anno fa, sempre allegra e impacciata» disse scrutandola, «per quanto riguarda il sonno forse è vero, ma mi sento bene..»

«Non si direbbe guardandoti» disse il capo sezione osservandola attentamente,

«Per quanto riguarda il resto, invece, credo solo di sentirmi più responsabile, l’attuale situazione del mondo magico, lascia ben poco spazio alla spensieratezza e all’allegria» disse ignorando il commento che il capo aveva appena fatto riguardo al suo aspetto,

«Questo è vero, ma tutti concordano col dire che se continui di questo passo rischi molto» disse,

«Cosa vuole dire con questo?» chiese sospettosa.

«Ti avevo mandato a casa per Natale, nella speranza che ti rimettessi in forze, ma a distanza di tre mesi vedo che non è cambiato molto da allora. Mi resta solo una cosa da fare.. sei sospesa dal servizio attivo a tempo indeterminato. Puoi scegliere Tonks, o te ne torni a casa e cerchi di tornare in te, oppure resti ma dietro ad una scrivania».

Tonks era atterrita, era gia la seconda volta nel giro di un anno che veniva sospesa dal servizio attivo, «mi scusi, ma sono certa di poter essere più d’aiuto fuori, in mezzo al pericolo, che qui dietro ad una stupida scrivania» disse Tonks, visibilmente irritata, «ne sono certo, ma nel tuo stato attuale saresti più fonte di preoccupazione per i tuoi colleghi che altro, quindi, prenditi pure tutti i giorni che ti servono. Ma mi auguro che al tuo ritorno tu sia davvero pronta a riprendere il servizio. Sei un elemento davvero utile qui ricordalo» e così la congedò.

Uscita da quell’ufficio, Tonks, ancora livida di rabbia, andò nella sua stanza e prese le sue cose, buttandole alla rinfusa dentro ad una valigia, «congedo a tempo indeterminato, ma come si permette! E io che avevo chiesto solo un paio di giorni!» usci di fretta e con un rapido gesto si smaterializzò.

Destinazione: la Tana.

*****

La camera in cui sì svegliò era oscurata, in modo che il sole non lo disturbasse. Aprendo gli occhi vide due facce famigliari, «M.. Molly..B.. Bill.. ciao, ma come sono...» Tentò di dire guardandosi in torno e cercando di mettersi seduto, ma Bill glielo impedì, «fermo, non muoverti. È meglio se resti sdraiato ancora per un po’» disse il ragazzo, Remus non oppose resistenza, «da quanto tempo sono qui» chiese, «hai dormito per quasi tre giorni. Ma è stato meglio così, almeno le ferite si sono rimarginate più in fretta» disse Molly appoggiando delle bende su un tavolino, «tre giorni.. tre giorni..ma io devo andare.. devo tornare…» disse ancora Remus cercando con tutte le sue forze di alzarsi, ma Bill ancora una volta glielo impedì, «dove vorresti andare, sentiamo. Da quelli che ti hanno ridotto così? Tu non vai da nessuna parte, Silente ha detto che è più sicuro se resti qui per un po’» disse Molly,

«Come? Silente è stato qui?» chiese,

«Sì, appena Bill ti ha portato qui, lo abbiamo avvertito subito. Sembrava molto preoccupato, credo che si sentisse in parte responsabile» disse ancora Molly,

«Ma non è stata colpa sua, sono io che mi sono tradito, ma quando Grayback ha cominciato a vantarsi di aver ucciso quel bambino, non ci ho visto più» disse stringendo le lenzuola tra i pugni,

«Ma Remus, è normale che tu abbia reagito così..» Disse Molly ma venne interrotta dal bussare ripetuto che si udiva provenire dalla cucina.

Una volta scesa in cucina si avviò con fare prudente verso la porta, Silente aveva messo tutti in guardia sul fatto che forse dei compari di Grayback sarebbero andati in cerca del “traditore della specie”, «chi è là?» chiese un poco distante dalla porta, «Molly? Sono io, Tonks» disse la ragazza, «e come faccio a sapere che sei davvero tu?» chiese ancora, «Molly, ti prego, sono appena stata sospesa dal servizio attivo a Hogsmeade, non ti ci mettere anche tu» rispose un poco seccata Tonks, «oddio, Tonks, ma cos’è successo?» chiese aprendo in fretta la porta, «i miei superiori non mi ritengono in grado di svolgere i miei doveri. Dicono che sono troppo provata emotivamente e fisicamente per farlo» disse lasciandosi cadere pesantemente su una sedia. Molly la fissò per qualche istante, in effetti, i suoi capi non avevano tutti i torti a pensarla così, era, se possibile, ancora più magra e pallida dell’ultima volta che si erano incontrate alcuni mesi prima, «perché mi fissi così? Non la penserai mica anche tu come loro?» chiese guardandola di traverso, «beh ecco io, credo che magari un po’ di riposo potrebbe solo farti bene..» Disse distogliendo lo sguardo, «in questo periodo l’unica cosa sicura nella mi vita era il lavoro, e ora non ho più nemmeno quello..almeno quando lavoravo non pensavo a..» Disse, ma venne interrotta dalla voce di Bill che scendeva le scale cercando la madre, « Remus deve mangiare se vuole recuperare le forze, c’è qualcosa da mangiare?.. o ciao Tonks come stai?» ma non ottenne risposta, «Remus è qui? Perché nessuno mi ha avvertita? Come sta? Perché deve recuperare le forze? Cos’è successo?» chiese a raffica, «Tonks ti prego calmati ora ti spiego tutto.. no! Ferma non andare di sopra!» troppo tardi Tonks era già salita facendo gli scalini a due a due.

Non dovette cercare a lungo, trovò Remus ancora disteso nella camera di Ron. Quando entrò aprendo di scatto la porta Remus si spaventò talmente tanto che quasi cadde dal letto, «Tonks cosa ci fai..» Le chiese, ma non fece in tempo a finire la domanda che si ritrovò Tonks vicino, singhiozzante, «perché, perché nessuno mi ha avvertita che eri ferito?» chiese guardandolo con gli occhi pieni di lacrime, «Tonks calmati ti prego» disse poggiando la mano tremante sulla sua testa, «ero così preoccupata, ho sentito che qualcuno era stato attaccato da Grayback, e ho temuto che fossi tu..poi ho letto del bambino..ma.. ma come mai sei ferito?» chiese dopo essersi calmata, «beh, è stato proprio a causa dell’uccisione di quel bambino, in pratica ho discusso “animatamente” con Grayback, ma lui non deve aver gradito le cose che ho detto sul Voldemort e sul fatto che una volta che avrà ottenuto quello che vuole si libererà di lui. Alla fine lui e i suoi compagni mi hanno aggredito in gruppo» disse abbozzando un sorriso per tranquillizzarla vedendo che Tonks si era portata le mani alla bocca e lo guardava con occhi sgranati, «ma.. ma ora come stai?» chiese Tonks, «meglio, Molly e Bill hanno detto che ho dormito per tre giorni di fila, di sicuro ho recuperato il sonno perso nei mesi passati, sai, non era un posto molto comodo» disse ridendo, risata che fece stare un poco meglio anche Tonks, «Remus senti volevo dirti..» Ma Remus la interruppe subito, «Tonks, mi dispiace per il modo in cui ti ho lasciata l’ultima volta, ma non sapevo davvero cosa fare, quello che è successo tra noi, è stato..» Disse ma fu Tonks a finire la frase per lui, «bellissimo..» Sussurrò, «sì, cioè no.. sì.. non posso negare che sia stato bello, però sai benissimo che non sono l’uomo adatto a te… quindi…» «quindi, lasciamo perdere questa storia per ora..Remus, è vero tu mi hai ferita quel giorno, però devo ammettere una cosa.. mi manca il non parlare con te..mi manca la nostra amicizia..» Disse Tonks abbassando lo sguardo. Le sue parole rispecchiavano la verità, negli ultimi tempi aveva avuto molto tempo per pensare e la cosa che sentiva di aver perso, oltre alla possibilità di dividere la vita con Remus, era la sua amicizia. Remus la fissò per qualche minuto, «ma Tonks, noi siamo amici..» Disse, «no, almeno non più come prima..» Disse lei, «beh, siamo stati assegnati a due missioni diverse.. lontane, senza la possibilità di comunicare…e poi.. sei tu che non hai voluto accettare l’invito di Molly per la festa di Natale» le ricordò Remus, «beh pensavo che non volessi vedermi, ti assicuro che non è stato facile per me rifiutare..» Rispose lei, «beh ti sbagliavi, lo sai che tengo tantissimo a te sei come una..» «Ecco, forse è meglio che non finisci la frase, non so se me la sento di sentirmi dire quello che stavi per dire..» Lo zittì mettendogli un dito sulla bocca, «scusa, ma forse un giorno…» sospirò Remus, «già forse anche io un giorno ti considererò così.. ma ora.. è troppo presto..» Rispose Tonks, «capisco..comunque sappi che noi saremo sempre.. amici» disse, «ok, amico..» Disse Tonks porgendogli la mano tesa. Remus la fissò e poi titubante gliela strinse, «amici..» Sussurrarono entrambi.

*****

L’estate era ormai alle porte, portando con sé calde e belle giornate. Tutto questo però veniva regolarmente oscurate dalle notizie terribili riportate sul Profeta.

Dentro le mura del castello di Hogwarts sembrava che tutto fosse tranquillo, anche se la generale preoccupazione era palpabile. Dopo l’ultimo attacco a Ron non ci furono altri allarmi attentati, questo però non fece diminuire le varie misure di sicurezza anzi vennero, se possibile aumentate.

Tonks, dopo circa un mese di riposo forzato tornò al lavoro molto più carica di quando se n’era andata, con vistoso compiacimento del suo capo, il quale la rimise subito in servizio attivo nei dintorni di Hogwarts. Le cose tra lei e Remus sembravano tornate apparentemente normali, ma lei non poteva fare a meno di pensare che forse un giorno lui avrebbe cambiato idea sul loro rapporto.

Remus, invece, fu costretto ad abusare dell’ospitalità dei Weasley molto più di quanto aveva pensato. Infatti fonti sicure, avevano comunicato che casa sua era controllata dalla banda di Grayback, quindi, tornarci per ora era impossibile.

In un caldo pomeriggio di giugno tre gufi partirono da Hogwarts per dirigersi, il primo, alla sezione Auror di Hogsmeade, mentre gli altri due si diressero verso la Tana. Il primo gufo atterrò proprio davanti alla finestra della camera di Tonks dove, avendo fatto il turno di notte, stava riposando. Una volta completamente sveglia prese la lettera e la lesse:

Cara Tonks,

Questa sera mi dovrò assentare da Hogwarts per qualche ora, quindi ti prego di recarti al castello per aiutare alcuni professori, oltre a Remus e Bill, a pattugliare i corridoi per evitare qualsiasi problema.

Ci rivedremo al mio ritorno.

Cordiali saluti

Albus Silente

La medesima lettera arrivò anche a Remus e Bill, i quali si smaterializzarono immediatamente, per riapparire pochi secondi dopo per le vie di Hogsmeade.

*****

Proprio come Silente aveva chiesto loro, i tre membri dell’ordine si recarono al castello per aiutare alcuni professori a pattugliare i corridoi. Appena entrati però si accorsero subito che qualcosa non andava, l’atmosfera era inquietante ma nessuno dei tre riuscì a spiegarsene il motivo, fino a quando non incontrarono Ron, Ginny e Neville, decisamente agitati, «ragazzi, cos’è successo? Perché non siete nella vostra sala comune?» chiese Remus, «Remus! Per fortuna che siete qui! Malfoy…stanza delle necessità.. Mangiamorte…..» Tentò di dire Ron, «Malfoy è riuscito a far entrare dei Mangiamorte attraverso la stanza delle necessità.. ma non sappiamo dove si sono diretti!» tradusse Ginny, «che cosa??» chiese incredula Tonks, «presto.. forse so dove sono andati!» disse Remus, e tutti lo seguirono verso la torre di astronomia.

Remus aveva ragione, infatti, proprio prima delle scale che portavano in cima alla torre trovarono un gruppo di Mangiamorte, tra cui anche Grayback. Cominciò così una battaglia senza esclusione di colpi, da tutte le parti si vedevano sfrecciare incantesimi e anatemi che uccidono, approfittando della confusione Malfoy riuscì a scappare di sopra verso l’esterno della torre, ma in pochi se ne preoccuparono occupati com’erano ad evitare gl’incantesimi. Le cose si metterono presto decisamente male per i membri dell’ordine, che rischiarono più volte di essere sopraffatti dai Mangiamorte, Bill venne aggredito da Grayback, dopo averlo morso e graffiato rivolse il suo sguardo verso Remus che lo guardava inorridito, «Visto Lupin? Noi veri lupi mannari desideriamo il sangue anche senza la luna piena!» disse mostrando i denti insanguinati, «sono fiero di non essere come te!» disse Remus scagliandogli un incantesimo, che però colpì solo di striscio il bersaglio, Grayback riuscì a salire le scale della torre, continuando a ridere. D’un tratto apparve Piton, i membri dell’ordine tirarono un sospiro di sollievo pensando che fosse arrivato per aiutarli, invece, dopo aver scagliato qualche incantesimo in punti non meglio precisati del corridoio, seguì alcuni Mangiamorte che erano riusciti a scappare nella tessa direzione di Draco. Sia Neville che Remus tentarono di seguirlo ma vennero respinti da una barriera invisibile, rimase solo un Mangiamorte, che si divertì in maniera spropositata a scagliare incantesimi e anatemi per tutto il corridoio, ma il suo unico risultato fu quello di far crollare il soffitto annullando così la barriera che Draco aveva creato, tutti i membri dell’ordine corsero su per le scale nella speranza di fermare i Mangiamorte ma vennero travolti da Piton che trascinava con se Draco, lo lasciarono passare convinti che fosse dalla loro parte, cercarono invece di bloccare i Mangiamorte che gli erano subito dietro, ingaggiando così una altra battaglia.

Dopo pochi minuti comparve anche Harry, il quale dopo essersi accertato delle condizioni dei suoi amici, partì a tutta velocità nella stessa direzione in cui si era diretto Piton. Finalmente l’ordine della fenice riuscì a mettere in fuga i Mangiamorte,«presto! Dobbiamo portare Bill in infermeria!» urlò Remus, e così dicendo puntò la bacchetta verso Bill, il suo corpo si sollevò da terra senza troppi scossoni.

Una volta arrivati in infermeria, da una Madama Chips decisamente allarmata e preoccupata, tutte le attenzioni furono dedicate al ragazzo coraggioso che se ne stava disteso nel letto, lì vicino riposava anche Neville ancora stordito a causa del contraccolpo causato dalla barriera invisibile, in un altro letto invece il professor Vitious protestava «lasciatemi andare! Non sono ferito! Voglio solo andare a controllare i miei Corvonero!» continuava a ripetere, «Ma Vitious cosa dici? Devi riposare hai preso un brutto colpo non puoi alzarti!» gli disse Minerva, «non è vero! C’è gente che sta peggio di me!» la discussione terminò lì, tutti si resero conto che c’erano cose più importanti a cui pensare. D’un tratto la porta dell’infermeria si aprì, una Ginny parecchio sconvolta portava con se un Harry decisamente atterrito, Lupin gli si avvicinò per accertarsi delle sue condizioni ma il ragazzo nel rispondergli non alzò nemmeno lo sguardo, si diresse verso il letto di Bill chiedendo informazioni sulle sue condizioni. Fu solo quando Ron nominò Silente che qualcosa in lui scattò, «Ron, Silente è morto» disse Ginny con voce piatta, un grido incontrollabile uscì dalla bocca di Remus, crollò su una sedia vicino al letto di Bill, si coprì il viso con le mani per non far vedere agli altri il suo dolore, solo Tonks gli si avvicinò, fu proprio lei a chiedere spiegazioni sull’accaduto, con un gran respiro Harry gli raccontò di quello che era successo su alla torre, di come Malfoy avesse disarmato Silente, e di come il preside stesse cercando di convincerlo ad abbandonare la sua folle impresa, ma fu quando pronunciò le parole “poi è arrivato Piton, e l’ha ucciso con l’avada kedavra” che tutti i presenti sgranarono gli occhi increduli. Ma perché Silente si fidava così ciecamente di lui? Perché lo aveva tenuto a Hogwarts per tutti quegli anni? Anche a queste domande rispose Harry, raccontò a tutti quello che la professoressa Cooman incautamente aveva detto fuori dalla stanza delle necessità riguardo alla “profezia spiata”. Remus era ancora più incredulo, lui si fidava di Piton solo perché Silente si fidava di lui, e invece ora scopriva che era stato proprio lui a condannare, insieme a Peter, James e Lily, una rabbia repressa per troppo tempo comincia ad impadronirsi di lui, proprio mente stava per tirare fuori tutta la rabbia arrivarono Arthur, Molly e Fleur, i quali corsero subito al capezzale di Bill. Anche loro avevano appreso della scomparsa di Silente ma erano anche sconvolti per quello che era successo al loro figlio.

Molly era particolarmente colpita, il suo bellissimo figlio rovinato per sempre dal quell’essere orribile di Grayback, senza nemmeno pensarci disse, «stava anche per sposarsi..» Fleur la guardò quasi indignata, ribadì più volte il fatto che loro due si sarebbero sposati lo stesso, ma fu quando disse “ci vuole ben altro che un uomo lupo per impedire a Bill di amarmi. Cosa importa il suo aspetto? Io sono abbastanza bella per tutti e due! Tutte quelle cicatrici sono il segno del coraggio di mio marito” che qualcosa in Tonks scattò, ma quali amici, lei da Remus voleva ben altro, voleva poterlo amare e voleva essere amata da lui. Senza nemmeno rendersene conto cominciò dire a Remus, davanti a tutti, quello che aveva dentro, «visto? A lei non importa! Vuole sposarlo lo stesso anche se è stato morso!» disse afferrando la veste di Remus, non sapeva perché proprio in quel momento stava tirando fuori il famoso discorso, forse per le parole di Fleur oppure per la morte di Silente, ma sentiva che doveva farlo. Remus però si paralizzò di colpo, non era nelle condizioni per affrontare con lei la discussione su di loro, «è diverso, Lui non sarà mai un vero lupo mannaro, io sì..» Disse a labbra strette, «a sai benissimo che a me non importa voglio solo poter stare con te.. e anche tu lo vuoi.. lo so! Te l’ho ripetuto un sacco di volte…» disse lei «e io ogni volta ti ho risposto che sono troppo vecchio per te, troppo pericoloso e.. troppo povero..» Rispose, ma in quel momento si ritrovò tre contro uno perché anche Molly e Minerva si schierarono con Tonks, affermando che la sua posizione era ridicola, Tonks voleva lui, di conseguenza tutto il resto non era importante, «Questo non è il momento per discutere di questo. Silente…» tentò di dire, «Silente sarebbe stato molto più felice sapendo che c’è un po’ più d’amore nel mondo» disse la professoressa McGranitt, sentendo quelle parole Remus capì che Minerva aveva ragione, ma come poteva? Come poteva abbandonarsi all’amore, lui, un vecchio lupo mannaro troppo abituato alla solitudine? Ad interrompere i suoi pensieri ci pensò Hagrid il quale arrivò con tutta la sua imponenza annunciando che aveva sistemato il corpo di Silente da un'altra parte, fu in quel momento che Minerva annunciò al corpo docente presente l’intenzione di convocare una riunione straordinari, tutti gli insegnanti, più Harry la seguirono fuori dall’infermeria.

Remus e Tonks rimasti da soli con la famiglia Weasley, Hermione e Luna, decisero di lasciarli soli ad occuparsi di Bill e Neville, «credo che sia meglio andare» sussurrò Tonks a Remus, il quale annuì, salutarono i presenti e uscirono dall’infermeria. Appena la porta si chiuse Tonks ebbe un mancamento, probabilmente a causa dello stress accumulato quella sera, «Tonks cosa ti succede?» le chiese Remus prendendola al volo, «non.. non lo so, ad un tratto le gambe non mi hanno più retta..» Disse Tonks, cercando di rialzarsi, «vieni, torniamo dentro, Madama Chips avrà qualcosa per aiutarti» disse Remus cercando di portarla verso la porta, «no! Non voglio, ho solo bisogno di riposo. Ma voglio tornare alla sede Auror di Hogsmeade» disse con fermezza, Remus non ebbe il coraggio di contraddirla, anche lui voleva allontanarsi dalla scuola.

Arrivati a destinazione, Remus accompagnò Tonks fino alla sua camera e l’aiutò a mettersi a letto, in quel momento si rese conto di non volersene andare. Come se gli avesse letto nel pensiero Tonks gli prese la mano, «ti prego, non andartene, non me la sento di rimanere sola questa notte» disse, «ne sei sicura?» chiese lui, lei annuì. Allora Remus fece apparire una poltrona e una coperta, ci si sedette ma mentre si stava per coprire con la coperta Tonks lo stupì ancora una volta, «non sei troppo vecchio per dormire su una poltrona?» disse abbozzando un sorriso e spostandosi facendogli spazio nel letto. Remus esitò per qualche minuto, ma poi come se non controllasse il suo corpo si alzò e mise nel letto con Tonks, lei gli sorrise e lui ricambiò. D’un tratto l’abbracciò e poi senza rendersene conto la baciò, i loro cuori cominciarono a battere a mille, quando separarono le loro labbra si guardarono, «Ora dormi, hai bisogno di riposare.. è stata una lunga giornata per tutti» disse Remus stringendola a se, «ho paura di addormentarmi. Ho paura che se mi addormento tu te ne andrai» disse lei stringendosi al suo corpo, «no, tranquilla, non me ne andrò questa volta. Non me ne andrò mai più» gli ripose, baciandole la fronte. Tonks sorrise e nel giro di pochi minuti si addormentò tra le sue braccia.

   
 
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