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Autore: Alyce_Maya    12/05/2011    11 recensioni
- Alice, non Quella Alice, che annoiata decide di dare ascolto ad una inserzione trovata su internet che le propone "un viaggio all'Inferno dantesco".
- Caronte, non brutto e vecchio, ma giovane, bello e cantante in una rock band.
- Gironi infernali che sono più prove per minare la pazienza della protagonista che non veri e propri luoghi di punizione.
→ Ce la farà Alice a raggiungere il Paradiso? O resterà a godersi i piaceri dell'Inferno? ←
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ma quanto sono brava?!?!
No, ora ditemelo: in tre settimane ho postato qualcosa come tre capitoli, quando mai è successa una cosa simile?! xD
Sarà che è l'ultimo mese di scuola e quindi sono molto più ispirata nello scrivere le mie ff che non a studiare oppure devo aver preso una qualche grave malattia!! ù.ù Mhm l'idea non mi piace granchè...
Comunque basta blaterare!!
Direi che vi ho già fatto perdere abbastanza tempo per cui ora vi lascio al capitolo ^_^
Buona lettuuura!! =)

 


CAPITOLO 10 - Nono, no Decimo, no... Ah! Lasciamo stare: Maghi e Indovini -

 


< Sai, sei piuttosto testarda >, mi disse Caronte guardandomi storto. < Dovresti fare qualcosa per quel tuo carattere, te lo dico da amico! Non aiuta certo i rapporti sociali questo tuo comportamento... >, continuò con la faccia di chi la sa lunga.
"Ma come si permette?!", disse Vocina gonfiandosi come un pesce palla per l'indignazione.
Io, d'altro canto, mi limitai a lanciargli un'occhiata di sufficienza, distogliendo lo sguardo e puntandolo sull'acqua.
< Avanti, dì qualcosa! E' da mezz'ora che ti insulto sperando in una tua reazione: non sopporto il silenzio >, si lamentò piagnucolando.
"Io lo apprezzo molto invece", pensai ghignando internamente.
Quanto mi piacva farlo impazzire!
Da quella storia dei nomignoli mi ero impuntata sul non rivolgergli più la parola, cosa che non si era rivelata per niente facile.
All'inizio non aveva fatto altro che chiamare il mio nome per dieci minuti buoni, una cosa a dir poco estenuante. Quando poi si era
arreso, aveva cominciato a farmi gli occhioni da cucciolo: vederlo con quell'espressione era stato come un pugno in pieno stomaco. Era così dolce, tenero, coccoloso... Insomma avete capito, no?!
Il fatto, poi, che mi avesse fatto venire voglia di saltagli addosso (ebbene si, anch'io sono schiava degli ormoni) non migliorava certo
la mia impresa teniamo-il-muso-a-Caronte.
Finita la sua recita da Caronte-coccoloso, si era poi dato agli insulti: ero passata da antipatica a nevrotica, da nevrotica a psicopatica
e da psicopatica a insensibile per poi passare direttamente dal via ritirando 20.000 lire.
Okay, non proprio, ma il concetto è quello...
Nonostante tutto, però, non demordevo.
Nessuno sarebbe riuscito a scucirmi di bocca nemmeno una parola almeno fino al prossimo Gir...
< Aaaah >, urlai in maniera disumana lanciandomi tra le braccia di un terrorizzato Caronte.
< Cosa?! >, chiese portandosi una mano al petto. < Cavolo mi hai fatto prendere un colpo, si può sapere che ti è preso?! >, mi sgridò.
< Insetto, insetto, insetto >, piagnucolai stringendomi al suo collo.
Ebbene si, stavo dando di matto: ma non posso farne a meno. Ve l'avevo già accennato, no?! Quelle bestiaccie mi terrorizzano,
quando le vedo non capisco più niente.
< Alice stai ferma, se continui ad agitarti così finiremo in acqua >, disse Caronte cercando di farmi restare ferma.
Impresa epica, ve lo garantisco.
< Uccidilo, uccidilo, uccidilo >, dissi ignorando del tutto quello che mi stava dicendo.
< Non dire stupidaggini, non si uccidono gli insetti. E poi cosa ti avrebbe fatto di  male?! >, chiese alzando gli occhi al cielo.
< Esiste! >, urlai ancora più forte mentre cercavo di allontanarmi il più possibile dal punto della barca dove si era posata una cimice.
Sentii la risata del mio accompagnatore nell'orecchio e mi infuriai.
< Cavolaccio! Non ridere, fai qualcosa... Ti prego >, lo supplicai ormai prossima ad una crisi isterica.
Sospirando pesantemente, si liberò dalla mia morsa d'acciaio per avvicinarsi alla bestiaccia.
Una volta catturata, la adagiò ad una roccia che spuntava dal fiume e tornò alla sua postazione, ovvero accanto a me.
< Va meglio?! >, chiese.
Sospirai di sollievo. < Decisamente >, risposi più calma.
< Sai forse dovresti parlare con qualcuno di questa tua, ehm... leggera fobia >, mi disse riprendendo a remare. < Qualcuno tipo uno
psichiatra, uno di quelli bravi, oppure potresti direttamente farti rinchiudere in un manicomio >, continuò ghignando.
Solitamente, ad una provocazione bella e buona come quella, avrei risposto a tono, minacciandolo di morte persino ma, ovviamente,
non poteva essere così facile: a bloccarmi c'era un semplice ma importante dettaglio.
Quale?!
Caronte, per riprendere a remare, si era dovuto posizionare nel poco spazio alle mie spalle (dato che gli avevo rubato il posto per
fuggire dalla bestia) e questo comportava un piccolo problema: mi stava talmente vicino che la mia schiena era praticamente adagiata al suo petto e, ad ogni piccolo movimento che faceva per spostare i remi, sentivo le sue labbra quasi a contatto con i miei capelli.
"Brutta, bruttissima situazione", pensai piagnucolando.
"Tu sei fusa ragazza: questa è una situazione fantastica! Neanche nelle tue più piccanti fantasie c'era una situazione simile... Vedi
quanti nuovi spunti avrai ora", gongolò soddisfatta Vocina pensando a chissà quali porcherie.
< Belzebù >, dissi ad alta voce.
Si lo so, le mie uscite sono fantastiche.
< Prego?! >, fece Caronte.
Non potevo vederlo, ma ero certa che avesse alzato un sopracciglio con fare interrogativo.
< Hai capito bene >, dissi scostandomi per sedermi in modo da essere posizionata di fronte a lui.
< Belzebù, Belzebù, Belzebù >, cantilenai scuotendo la testa da una parte all'altra.
Sono sicura che ormai mi crediate completamente pazza, ma voglio comunque spiegarvi questa cosa: Belzebù era una specie di mio
mantra.
Ogni volta che ero agitata o nervosa o completamente spiazzata per varie ragioni, ripetevo quel nome e, bene o male, riuscivo a
rilassarmi.
< E' contagiosa? >, domandò Caronte cercando di tenere le distanze da me.
< Cosa? >, chiesi non capendo.
< La tua pazzia... No, perchè sono leggermente preoccupato: sai com'è preferirei mantenere la mia sanità mentale almeno fino ai
settant'anni >, mi informò.
Sbuffai sonoramente.
< Andiamo, non sono poi così strana >, dissi cercando un appellativo neutro.
< Oh si che lo sei >, rispose. < Tuttavia... >.
Aspettai che continuasse.
< Tuttavia?! >, chiesi curiosa.
Probabilmente rispose, anzi ne sono certa, ma io non lo sentii a causa del rumore dell'acqua: eravamo arrivati ed entrati nel mulinello.
"Questa, per quanto tu affermi il contrario, è sfiga cosmica... Non equilibrio karmico", disse la Vocina incavolata per non essere
riuscita a capire quello che aveva detto Caronte.
< Non ho sentito... >.
< No, niente, lascia stare >, disse sorridendo. Poi, indicandomi un portone di legno riprese: < Siamo arrivati >.
Un insegna leggermente storta, indicava la mia posizione: "Undicesimo girone: Maghi e Indovini".
"Qui c'è decisamente qualcosa di sbagliato", pensai.
< Ma scusa: e il nono e il decimo girone?! >, chiesi.
Se la matematica non è un opinione, dopo l'otto viene il nove, seguito dal dieci e poi dall'undici.
< Li abbiamo dovuti togliere >, disse scrollando le spalle.
< E perchè?! >.
< Beh, come ben sai i gironi sono tanti e di certo non potevamo mantenerli tutti: insomma le persone vengono qui in giornata per farsi
quattro risate, di certo non possiamo tenerli qua dentro per settimane solo per rispettare tutte le vere tappe di Dante >, disse a mo' di spiegazione.
< Oh capisco >, affermai annuendo con la testa.
"Che peccato però, un paio di lusinghe da parte del nono girone non sarebbero state male", riflettei.
< Ti aspetto dall'altra parte >, mi informò poi Caronte mentre io mi dirigevo verso l'entrata.
Il portone fece un leggero cigolio per poi aprirsi del tutto: non l'avevo neppure sfiorato.
< Questo è inquetante >, dissi al nulla.
Camminai per il solito corridoio lungo poco illuminato, tenendomi affiancata alla parete.
Quando poi raggiunsi l'enorme sala principale, fui indecisa se darmela a gambe levate o scoppiare a ridere: insomma, vedere un
mucchio di gente con bizzarri mantelli neri con ricamate sopra stelle gialle, intente a scuotere un pezzetto di legno nell'aria, era da un punto di vista esilerante e dall'alto spaventoso.
"Vediamo... Quella potrebbe essere la Fata Turchina, poi ci sarebbe un fax-simile di Harry Potter, Alice Cullen...", cominciai a
pensare elencando i personaggi a me noti.
< Aspetta un attimo... Alice Cullen?! >, dissi forse un po troppo ad alta voce.
Anzi, sicuramente, anche perchè la diretta interessata si fece avanti nella mia direzione.
< Ciao, io sono Alice! >, fece allegra sorridendo.
< Ehm pure io sarei Alice >, dissi mezza imbambolata.
"Eppure ha senso, no?! Lei è un'indovina e questo è il girone degli indovini", disse Vocina.
< Oh che bello, abbiamo lo stesso nome. Sai è piuttosto triste starsene qua tutti soli. Questi tipi sono pazzi: credono di essere
maghi >, disse ridendo.
"Eh beh certo perchè lei che è una vampira che vede nel futuro non può essere considerata pazza, vero?!", sbuffò la vocetta
infastidita.
"Lascia in pace Alice Cullen, Vocina ficcanaso", la rimproverai.
Alice Cullen non si tocca.
Assolutamente e categoricamente no, poverina.
Persa com'ero nei miei pensieri, non prestai neanche ascolto alla ragazza di fronte a me che intanto continuava imperterrita a ciarlare
di cose senza senso.
< Oh ehm, mi dispiace interromperti >, sussurrai leggermente.
< Figurati! Dimmi! >, disse raggiante.
Mi sembrava quasi un peccato mortale doverla abbandonare la.
< Mi dispiace davvero, ma devo andare >, le dissi indicando l'uscita.
< Oh >, sospirò tristemente. < Che peccato >, fece abbattuta.
Sembrava che il mondo le fosse crollato addosso tanta era la tristezza che emanava.
Poi, all'improvviso, si riprese come se niente fosse successo: < E vabbè, pazienza! Sono certa che ci rivedremo >, mi sorrise.
"Se lo dice lei, sarà vero!", pensai.
Leggermente sotto shock per via di tutta quella situazione, mi diressi all'esterno come un'automa per poi salire sull'imbarcazione di
Caronte e sospirare pesantemente.
< Belzebù! >.

 

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Alluuura, com'era?! ^_^
Piccola spiegazione: dal mio punto di vista ci sono due fattori che condizionano la nostra vita!!
1) la Sfiga Cosmica è quella che ci becca sempre nei momenti meno opportuni (es. non hai studiato e puntualmente il prof ti interroga)
2) l'Equilibrio Karmico (es. prendete me e mio fratello: lui è magro ma è pieno di brufoli mentre io che non sono propriamente in forma -decisamente no- non ne ho neanche l'ombra... Insomma c'è una specie di compensazione!! xD)

Ora vi prego di porre ATTENZIONE!! ù.ù (come parlo forbito)
Approffitto di questa nota di fine capitolo per farmi un po di auto-pubblicità: ho postato giusto questo pomeriggio il prologo di quella storia su Paolo e Francesca che avevo nominato già in uno dei capitoli scorsi!!
Il prologo è composto da poche righe, ma se dovesse interessare, il primo capitolo probabilmente lo posterei già sabato, credo!!
Mi farebbe davvero piacere sapere che ne pensate!! =)

Bene ora direi che non ho altro da aggiungere, per cui: sogni d'oro a tutti, a presto!! ^_^

   
 
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