10 ANNI DOPO
-Santana?-
L’ispanica
non riconoscendo la voce si girò lentamente.
Poi la vide,
era sempre uguale, bella come non mai.
Le due
ragazze si avvicinarono.
-Sei in
anticipo!- disse la mora per rompere il ghiaccio.
-Bhe anche
tu!- replicò la bionda.
Le due
ragazze si guardarono per un attimo senza sapere cosa dire, poi Brittany alzò
lo sguardo sorrise e la strinse forte.
L’ispanica si
lasciò avvolgere da quell’abbraccio che tanto aveva bramato per anni, era
completamente persa come se il mondo si fosse fermato.
-Mi sei
mancata!- le sussurrò la bionda all’orecchio.
La mora non
rispose, si staccò da lei e la guardò negli occhi –Perché sei sparita?-
Santana
cominciò a rotolarsi sul letto senza aprire gli occhi, il cellulare stava
squillando ininterrottamente da diversi secondi.
Prese il mano
l’I-phone e vide la foto di Frances con una smorfia.
Santana
mugolò per un attimo.
-Buongiorno principessa- disse la rossa all’altro capo del
telefono.
-Buongiorno…-
biascicò la latina con gli occhi chiusi.
-Tu e Quinn avete fatto le ore piccole…eh?-
-Ti preoccupi
sempre per me…- rispose Santana alludendo al fatto che la rossa aveva chiamato
l’ex cheerleader per farle compagnia.
-Dovere…- replicò dolcemente –che avete fatto di bello?-
-Siamo state
da Kurt, c’era Rachel… e Dave!-
-Ah… interessante, che dice Rachel?-
-la solita
diva, bla bla bla… però mi ha chiesto “dov’è la tua meravigliosa ragazza”-
-Wow, quando ci usciamo insieme?-
-Ho bisogno
di un po’ di disintossicazione da Berry, tanto la vedrai alla rimpatriata si fa
tra due settimane- rispose la mora che piano piano riacquistava lucidità
ricordando la storia del numero di telefono.
-Ah, bene… Ma quindi di Brittany hai saputo
niente?-
Santana si
bloccò un attimo.
-Amore scusa mi vogliono di là, ti richiamo
tra un attimo, tu intanto alzati se no fai tardi a lavoro!-
-Si…- rispose
l’ispanica pensando che mai come in quel momento aveva adorato il fatto che la
rossa fosse stata interrotta.
La ragazza
spense il telefono e affondò nelle coperte pensando a Brittany e al sogno che
aveva appena fatto. Odiava non essere sincera con Frances anche perché sapeva
benissimo che la fidanzata avrebbe capito, ne avevano parlato svariate volte
del fatto che era normale pensare a qualcuno che le avesse segnate in qualche
modo.
Anche la
rossa aveva i suoi scheletri nell’armadio.
Il telefono
squillò di nuovo interrompendo nuovamente il filo di pensieri dell’ispanica.
Santana prese
il cellulare e, senza guardare lo schermo, rispose.
-Hai fatto in
fretta piccola-
-Il tuo numero me l’hanno dato ieri, non
potevo mica chiamarti di notte!-
Santana perse
un battito, aprì gli occhi e guardò il cellulare e vide un numero che non
conosceva, poi si alzò la testa dal cuscino – Brittany?-.
-Presente!-
L’ispanica
aveva gli occhi sbarrati, non poteva crederci, stava parlando al telefono con
Brittany S. Perce, la stessa ragazza che dieci anni prima l’aveva scaricata per
un paraplegico e che da quel momento non le aveva mai dato una spiegazione, in
più tutte le volte che si erano incontrate alle rimpatriate le due si evitavano per l’imbarazzo e per la rabbia,
almeno Santana la evitava per quello, rabbia misto ad orgoglio.
-San, San ci sei?-
La mora si
ricompose –Si, si…-
-Come stai San?-
-Benone e
tu?- chiese fredda.
-Mai stata meglio!-
-Ho saputo di
te e Artie, mi dispiace…-
-Si, l’hanno saputo tutte le nuove direzioni
nel giro di…-
-Brittany-
disse la mora interrompendola.
-Che c’è San?-
-Come cosa
c’è, non parliamo da dieci anni, mi chiami così all’improvviso e cominci a
raccontare…-
-Come avrei dovuto fare, volevo vederti ma non
sapevo dove abitavi, quindi mi sono fatta dare il tuo numero-
L’ispanica
rimase interdetta, era impossibile dimenticare l’ingenuità di quella ragazza,
ma dopo dieci anni di astinenza ci si doveva riabituare.
-Perché
volevi vedermi, tra un paio di settimane ci sarà la rimpatriata, non potevi
aspettare?- Chiese mantenendo la calma.
-No!-
Santana era in piedi nel suo ufficio che guardava il panorama newyorkese che le vetrate gli regalavano. Brittany le aveva chiesto di vedersi la sera stessa perché si trovava a New York per lavoro e sarebbe ripartita il giorno dopo, ma Santana aveva trovato una scusa per rifiutare, non era pronta a quell’incontro, dopo dieci anni di silenzio aveva bisogno di prepararsi, in più Frances l’aveva richiamata dicendole che non sarebbe tornata prima di tre giorni, era troppo rischioso.
Non le spaventava l’idea di tradire la compagna, sapeva bene
che non sarebbe successo, era piuttosto terrorizzata al pensiero di affrontare
Brittany e di dover tornare a casa e trovare la casa vuota, aveva sofferto per
troppi anni per quei silenzi, e per quanto Quinn ci fosse sempre stata, Frances
era l’unica che in grado di capirla senza che lei aprissi bocca, era la sua
ragazza è vero, ma era anche la sua migliore amica, e sarebbe stata la sua
compagna di vita, l’aveva capito quando i loro occhi si erano incrociati.
-Santana- disse l’uomo in giacca e
cravatta.
-Si Mark?- chiese la donna che girandosi
vide l’uomo con accanto una ragazza che non aveva mai visto.
Si fermò per un attimo a fissarla,
aveva i capelli color rame e leggermente ondulati, sorrideva ma aveva gli occhi
tristi e scuri, era molto bella.
-Santana lei è Frances, la scenografa
per lo spot-
La ragazza rossa allungò la mano per
stringere quella della ispanica.
-piacere Francy-
-Frances è più bello…- disse la mora
con sguardo ammaliatore.
Le due ragazze si guardarono per un attimo e poi Frances abbassò per prima la testa per l’imbarazzo.
…
-Ma il tuo fidanzato non è geloso che passi
tutto questo tempo con me?
-Perché dovrebbe, sono a lavoro, e tu
sei una donna-
L’ispanica si guardò attorno, erano
sedute su una panchina del Central Park –Fermarsi tutti i giorni a parlare non
di lavoro, dopo l’orario di lavoro, non è lavoro!-
-Hai ripetuto lavoro tre volte lo
sai?- la rimproverò la rossa.
-Era per essere più incisiva…-
La rossa la guardò facendole il verso,
poi abbassò lo sguardo –e che… mi piace passare del tempo con te…- disse con un
filo di voce.
La mora sgranò gli occhi, lo sapeva
benissimo che la ragazza si era presa una cotta per lei, ma più passava il
tempo più sentiva che non l’avrebbe mai ammesso ad alta voce.
-Bhe e a chi non piacerebbe!- aggiunse
la latina per smorzare la tensione.
La rossa le diede uno spintone –Ma
quanto cazzo sei egocentrica…-
L’ispanica inarcò le sopracciglia soddisfatta,
per l’ennesima volta era riuscita a far scivolare la conversazione in stupide
risate.
La voleva, voleva le sue labbra, ma
non poteva buttarsi a capofitto in una situazione dove lei partiva già
svantaggiata, quell’errore l’aveva già fatto una volta e non poteva
permetterselo di nuovo.
…
-Stasera finiamo le riprese per lo
spot…-
-Infatti, cominciavo a non sopportarti
più!- rispose sarcastica la mora mentre guardava il panorama newyorkese dal suo
ufficio.
-Non vuoi più vedermi…?- chiese la
rossa avvicinandosi lentamente alla pubblicitaria.
-E’meglio di no, resisterti non è
facile…-
-E allora non lo fare!-
Santana sentendo quelle parole si girò
lentamente e guardò Frances negli occhi.
-Scusa dico sempre un sacco di
cazzate, perdonami San… Io-
Prima che la rossa potesse completare
la frase l’ispanica aveva già ridotto la distanza che divideva le due,
imponendole quel contatto che tanto aveva bramato.
Aveva sempre pensato che
nessuna baciasse meglio di Britt, si sbagliava.
Santana prese
l’I-phone e cominciò a comporre l’sms.
-Mi ha chiamato Britt, mi ha chiesto di
uscire perché è a NY… che faccio?-
Mess_Frances
(invia)
Dopo qualche
secondo il telefono le vibrò in mano.
Mess_Frances
-Ma tu come stai? Cmq devi fare quello che ti senti di fare… Ti chiamo dopo!-
A quel punto
l’ispanica si avvicinò alla scrivania e alzando la cornetta digitò tre cifre
della tastiera.
-Signorina Lopez mi dica- si sentì in
viva voce.
-Mi può
passare Karosfky-
-Subito…-
-Grazie…-
-Eccomi-
-Dave scusami
ma ho bisogno di Kurt, sai se è libero nel pomeriggio?-
-Mi sa di si, perché?-
-Ho bisogno
di una consulenza per un vestito da battaglia!-
-Aspetta non credo di aver capito bene!-
-Hai capito
benissimo Dave, Santana Lopez scende in guerra…-
L’ispanica
rimise al suo posto la cornetta e fece un respiro profondo, la maschera era
pronta, adesso doveva solo trovare il coraggio.