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Autore: L490    13/05/2011    2 recensioni
"Audrey era sempre stato un ragazzo particolare, tengo a precisare che particolare non è sinonimo in questo caso a pazzo o altre cose,solo particolare."
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                                                  Laddove tu non arriveresti mai



Audrey era sempre stato un ragazzo particolare, tengo a precisare che particolare non è sinonimo in questo caso a pazzo o altre cose, solo particolare.
Fin dal primo momento che mise piede nella classe che poi l’avrebbe accompagnato nei successivi cinque anni,tutti gli altri bambini capirono che in lui c’era qualcosa che non andava, come una sorta di aura che lo avvolgeva e lo faceva sembrare perennemente triste e spaesato.
Ovviamente come in ogni caso particolare che si rispetti Audrey andava benissimo a scuola, cosa che faceva sì che tutti i bambini si accordassero sul fatto che Audrey era un Ogm, un organismo geneticamente modificato, un qualcosa di troppo speciale per essere reale.
Audrey aveva un talento, se così si può identificare, amava l’arte, il disegno, poter esprimere in completa libertà quello che portava dentro, se il risultato poi era un qualcosa di ancora non scoperto,poco importava,perché l’importante non è tanto il risultato,ma quello che si è provato facendolo,perché un disegno può essere bello finché vuoi ma se non ti fa provare niente vedendolo allora è inutile,e questo Audrey lo sapeva benissimo.
Tornando a noi, per Audrey era tutto perfetto finché non arrivava l’ora dell’intervallo, quel lasso di tempo in cui avveniva un boato di urla e risate che lui proprio non riusciva a capire, durante questo tempo qualche suo compagno di classe provava a chiedergli se voleva giocare a “mamma e figlio“ con loro, ma, durante il tragitto che separavo il divario tra Lui e Loro c’era sempre qualcuno che si avvicinava al ragazzo e, con fare ovvio diceva: ” Ma non lo sai che quello è matto?” e allora il ragazzo si voltava e con una scrollata di spalle tornava ridendo dalla sua “mamma”.
Qualcosa in Audrey si spegneva, quel sorriso che gli era nato nel vedere qualcuno provare a farlo entrare in quello strano mondo di bambini che attendono con ansia quella tragedia chiamata “intervallo”, si spegneva.
Ad un certo punto però gli veniva in mente una cosa, se quella sua particolarità lo portava a essere pazzo,matto, scemo e chi più ne ha più ne metta allora sì, Audrey era pazzo, matto, scemo e, in alcuni casi anche maniaco dell’ordine, e, che mai nessuno sarebbe potuto essere così bene tante cose insieme.
In fondo chi ne aveva voglia di fare da figlio a un bambino più piccolo di lui,già una mamma ce l’aveva,e,a dirla tutta gli andava anche bene.
Dopo questa sua riflessione suonò la fine dell’intervallo...

  
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