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Autore: winry8827    13/05/2011    4 recensioni
La storia è ambientata nella Romania del diciannovesimo secolo.
Thomas, medico americano, compie un viaggio alla ricerca delle sue origini a Hunedoara, città natale dei suoi nonni paterni. Qui incontrerà Matyas, un uomo ricco e benestante, discendente della famiglia Corvino. I due istaureranno un'amicizia, ma tutto non è come appare.
Genere: Mistero, Sovrannaturale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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The birth of a new enemy

 
***Prologo***

Un viaggio verso il proprio destino


 
 
 
 
La carrozza correva su un terreno accidentato, facendo –così- sobbalzare i passeggeri al suo interno.
Un flebile raggio di luna illuminava il sentiero, immerso tra le montagne rocciose della Romania.
La vegetazione era completamente sommersa dall’oscurità della notte, che impediva allo sguardo una profondità tranquillizzante. Sapere ciò che c’era intorno chetava l’animo dei passeggeri, soprattutto se si viaggiava in un territorio ricco di storie e leggende.
Dopo un ennesimo sobbalzo del veicolo, Thomas sentì un rigurgito salire lungo l’esofago, ma trattenne quella sensazione di bruciore, spiacevole e nauseabonda.
-Sta bene?
Domandò l’uomo seduto al suo fianco.
-Viaggiare di notte è davvero sconveniente, non trova?
Aggiunse, osservando il suo interlocutore negli occhi. L’altro impacciato accennò un sorriso prima di rispondere.
-Sì, soprattutto se si è cenato poco prima di mettersi in viaggio.
L’uomo rise di gusto, nei suoi lunghi e frequenti viaggi non era solito incontrare persone simpatiche ed era piacevole trascorrere quelle ore in compagnia di qualcuno, che non fosse terrorizzato al punto da perdere l’ironia.
La carrozza viaggiava tra i monti dei Carpazi Meridionali, attraversando varie cittadine, per poi fermarsi a Hunedoara, dove doveva recarsi il Dottor Thomas Miller, un americano alla ricerca delle sue origini.
Il medico era partito spinto dalla curiosità, dalla voglia di conoscere il luogo di nascita dei nonni paterni.
Fin da bambino gli furono raccontante storie soprannaturali, dai vampiri ai lupi mannari.
Thomas credeva molto in ciò che faceva, nonostante la motivazione, che lo spingeva a viaggiare, apparisse banale agli occhi dei suoi cari. Desiderava con tutto se stesso visitare quei monti e quelle foreste, la cittadina d’origine dei nonni e tutti quei luoghi, che fin da piccolo animavano la sua fantasia.
 




 



 









 
*** Capitolo Primo ***

Nuove conoscenze



 

 
Il paesaggio, per quanto caratteristico, si confondeva con la notte stessa.
Era buio, la natura apparteneva all’oscurità più profonda.
Solo le cime degli alberi, indistinti all’occhio –ormai- abituato alla notte, erano illuminate dal chiarore di un raggio di luna, quasi oscurata dal grigiore di nubi cariche di pioggia.
Qualora la vista delle rocce lasciasse spazio alla vegetazione, questa appariva indistinta; alberi, piante e fiori tutti dello stesso colore, nero corvino.
La carrozza, con i suoi continui sobbalzi, arrivò a destinazione.
-Lei dove alloggia?
Chiese l’uomo.
-Scusi la cattiva educazione, abbiamo chiacchierato senza nemmeno presentarci.
Il mio nome è Matyas Hunyadi.
L’altro lo osservò perplesso, aveva scoperto –indagando sulle sue origini- del castello degli Hunyadi e del suo più grande proprietario, Matyas.
La coincidenza incuriosiva la mente del dottore, il quale non credeva all’esistenza del caso.
Chiese –così- d’impulso
-Lei è un discendente della famiglia Corvino?
Si maledisse per la mancata educazione, dopo le presentazioni dell’altro avrebbe dovuto ricambiare, così si scusò chinandosi leggermente in segno di riverenza, presentandosi poi.
-Accetto le sue scuse, Signore, ma non ne ha bisogno, glielo assicuro. La risposta alla sua domanda è sì. Nella mia famiglia è uso chiamare ogni primogenito con il nome del nostro onorevole antenato, come in tutte le famiglie onorevoli e rispettabili.
Thomas arrossì visibilmente, ma il rossore fu nascosto dalle tenebre, in fondo si trovava dinanzi ad un discendente di un re, Matyas il Giusto.
-Ha già un alloggio per questa notte?
Domandò incuriosito.
-In realtà no. Avevo intenzione di cercare una locanda appena arrivato, non pensavo che avrei potuto avere un simile ritardo. Non immaginavo di giungere a Hunedoara a notte fonda, è buio e, sinceramente, non so dove o come muovermi.
Confessò Thomas preoccupando, non immaginandosi mai una simile risposta dal suo regale interlocutore.
-Se lo desidera potrà alloggiare nel mio castello.
Onorato dall’invito, accettò; dopo un primo e -più che altro- cortese rifiuto.
Avvolti dall’oscurità, attesero entrambi un’altra carrozza, quella di Matyas.


 
***


Un ubriacone, con ancora una bottiglia di vino rosso tra le mani, canticchiava un motivetto musicale.
Dapprima in lontananza, poi più chiaro si avvicinava e i due se ne accorsero sentendo la voce sempre più vicina.
Traballante l’uomo si aggrappò al braccio sinistro del dottore, cominciò a chiedere insistentemente delle monete, probabilmente servivano per comprare un po’ del nettare che tanto desiderava.
Thomas non riusciva a liberarsi dall’insistenza –sempre più fastidiosa - dell’uomo e, così, Matyas poggiando una mano sulla spalla dell’inopportuno vagabondo richiamò la sua attenzione.
L’ubriaco si voltò.
-Gentilmente, signore, le chiedo di non infastidire il mio nuovo amico.
Quelle parole, così pronunciate, risuonarono nel silenzio della notte e per quanto fossero espresse con tono calmo e educato, Thomas non poté non notare la loro reale essenza. Erano un ordine, deciso e fermo, ma nonostante ciò fiero e pacato.
Forse, per tale gentilezza di modi l’ubriacone lasciò la presa, allontanandosi nell’ombra.
Il medico americano fu affascinato dai modi dell’uomo e dall’ubbidienza dell’altro.
I suoi pensieri furono –però- interrotti dallo schiocco di una frusta, la carrozza stava arrivando e -infatti- giunse dopo pochi istanti.
Così Thomas riprese il suo viaggio, ospite di un uomo importante.
-Perché è in viaggio?
Chiese Matyas, incuriosito.
-Per lavoro, per svago o per donne?
Aggiunse, accompagnando l’ultima parola con un sorriso malizioso.
-No, per nessuna di queste motivazioni. Viaggio per conoscere le mie origini. I miei nonni nacquero in questa cittadina e volevo scoprire, visitandola, la storia dei miei antenati.
La carrozza era molto veloce, attraversò un sentiero costernato di rocce, ma fortunatamente pochi furono i sobbalzi.
Più la destinazione si avvicinava, più il cielo pareva schiarirsi e la luce della luna diveniva sempre più viva.
Giunti al palazzo, scesero dal veicolo e l’unica cosa che Thomas poté notare fu la grandezza del suo nuovo e temporaneo alloggio.
Il cigolio del portone li accolse nella dimora di Matyas, una vecchia fortezza ristrutturata nel 1450, circa.
-La mia è una biblioteca molto vasta, se le interessa Thomas, potrebbe visitarla per cercare di scoprire se posseggo qualcosa che possa aiutarla nel suo obiettivo, o semplicemente che possa piacerle per svago.
Fece quest’offerta una volta varcato l’atrio, vasto e luminoso.
Candele ovunque donavano allo sguardo la luce tanto agognata e che- ora- infastidiva le iridi abituate alla notte.
Il medico accettò la proposta senza pensarci e così, voltandosi per ringraziare il suo benefattore, si accorse di essere rimasto solo.
-Thomas. Thomas sono qui. Venga, segua la mia voce.
Incredulo per la repentina sparizione, l’uomo s’incamminò lungo un corridoio stretto sull’ala destra.
Giunse in una sala, non solo ampia ma a più piani, forse due. Le pareti erano ricoperte di libri, come se fossero la tappezzeria stessa della stanza.
Era la biblioteca più grande che avesse visto.
-Thomas, è di suo gradimento la mia modesta collezione?
Domandò ironico il proprietario seduto sul secondo gradino della scalinata, che portava al piano superiore direttamente da quella stanza.
-Da qui si sale al secondo piano, anche lì c’è un’entrata, ma così è più comodo.
Data la luce e il crescente interesse per quella figura, il medico americano cominciò a osservarlo con più attenzione; notando dettagli che l’oscurità del viaggio aveva nascosto.
Era un uomo –forse- sulla trentina; alto, ma questo lo aveva già capito. Era robusto, ma non grasso –forse- era muscoloso, almeno così appariva, dato le spalle larghe e l’assenza di pancia.
Era abbastanza giovane –forse- era suo coetaneo; poteva avere al massimo una trentina d’anni.
Il suo sguardo, accattivante, era gelido. Occhi chiari come il ghiaccio, ma nonostante ciò erano espressivi, profondi.
I capelli corvini e la carnagione chiara rendevano quel volto particolare.
I lineamenti marcati rappresentavano il suo carattere, deciso e fermo.
-Mi scuserà Thomas, se adesso la lascio. Andrei a dormire, la giornata è stata lunga e faticosa.
Quella richiesta interruppe l’osservazione del giovane medico, che seppe accennare un sì accondiscendente muovendo il capo.
-A domani
Aggiunse in fine.
-Domani non ci sarò. Sono impegnato in certi affari, ma sicuramente ci vedremo a cena, o la sera. Non so con precisione quando tornerò a casa.
Disse proseguendo verso l’enorme porta di ebano e, così, uscì salutando in nuovo l’amico. 




 
...
 


































Note autrice…
Questa long in realtà è nata come one-shot, ma scrivendola mi sono accorta, che –in effetti- era troppo lunga. Così l’ho rielaborata trasformandola in una storia a capitoli. Non sarà lunghissima, ma spero che vi appassioni. Posto ora il prologo e il primo capitolo.
Vi chiedo di lasciare un commento, che sarebbe davvero graditissimo. Vorrei poi un consiglio; nella storia compaiono sia i vampiri, che licantropi, quindi sinceramente non so dove postarla. Per ora la posto nella sezione vampiri, ma fatemi sapere quale è la categoria migliore.



Spiegazioni…
La storia è ambientata nella Romania del diciannovesimo secolo, la fortezza di Hunyad apparteneva ai domini ungheresi fino al 1541, anno in cui passò ai territori della Romania. 
Mattia Hunyadi (precisamente si scrive con l’accento sulla y, ma non so aggiungerla) fu re d’Ungheria e di Boemia, duca d’Austria e mancò poco per essere eletto Imperatore, soprannominato Corvino, per lo stemma caratterizzato dalla presenza di un corvo, inoltre in una sala del castello detta “Mantello” vi è un dipinto rappresentante il medesimo animale.
Matyas (nome ungherese) rinchiude nel castello di Hunyad il Conte Vlad III, ovvero Dracula, prima suo alleato.
Tale scelta fu motivata per la violenza di quest’ultimo contro i Sassoni, ad ogni modo la sua reclusione forzata fu più che altro un soggiorno ospitale, dato le conoscenze del Conte. 


 
  
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