Beh, spero che alla fine della lettura, mi farete sapere cosa ne pensate! ;D
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Sei sempre stato un tipo curioso.
Parlavi poco e lo facevi solo per puntualizzare qualche errore o per proferire minacce che tendevi spesso a mantenere.
Non mi avevi ma realmente rivolto la parola, o almeno io avevo sempre avuto l’impressione che anche quando lo facevi tu ti rivolgessi semplicemente ad un oggetto. Credo che se al mio posto ci fosse stato un albero per te non sarebbe mai cambiato nulla.
Ma a me andava bene.
Eri un artista e te ne stavi quasi tutto il giorno chiuso nella tua tana a curarti delle tue creazioni, che erano il fulcro e il tuo intero mondo, e a me andava bene anche questo.
Io me ne stavo per i fatti miei e mi esercitavo nella mia arte in cerca del capolavoro perfetto.
Il nostro sembrava uno strano convivere.
Non ci parlavamo e non sapevamo nulla l’un dell’altro. Non andavamo d’accordo e neppure ci odiavamo.
Io ero curioso di conoscere la tua arte ma tu non la condividevi con nessuno, eri geloso come ogni artista lo è delle proprie opere e lo trovavo giusto. Lo ero anch‘io.
Eravamo entrambi strani.
Poi un giorno tu te ne uscisti dalla tua tana e mi venisti vicino. Guardasti per un attimo le mie opere e sbuffasti.
“Siamo in ritardo, dobbiamo muoverci”
Mi dicesti solo quello, una frase priva di ogni sentimento, eppure quella fu la prima frase che sentii come rivolta davvero a me.
Penso che quella fu l’unica occasione in cui mi stupii del suono della tua voce.
Ora che ci penso mi manca la tua voce, come mi mancano le lamentele sul mio costante essere in ritardo.
Mi manca anche quella tua gelosia per le tue marionette.
Ora che ci penso, mi manca anche la tua stranezza. È brutto essere artisti soli.
[soft DeidaraxSasori, Deidara POV, 302 parole]