Quando
esco fuori dalla porta sono rossa come un
peperone.
Alzo
gli occhi sul viso di Ivana, che mi sta guardando
con un mezzo ghigno stampato in faccia.
“…
Buongiorno” mi dice, continuando a fissarmi con quel
suo ghigno TERRIBILMENTE SEXY.
“
Buongiorno” le rispondo io, con un filo di voce e
abbassando subito lo sguardo.
Prima
che piombi nel mutismo imbarazzante, trovo qualcosa
da dirle.
“Sai,
mi hai appena salvato da una morte certa”
Cominciamo
a camminare nel corridoio , verso una meta
sconosciuta.
“Cioè?”
mi chiede lei, incuriosita. Indossa un Kaftano
viola , dei jeans chiari e al collo ha un foulard nero. I capelli sono
sciolti,
e i suoi dread le ricadono sulle spalle.
“Cioè
Fioretti oggi mi avrebbe sicuramente interrogato”
le dico, guardandola con quella che vorrei che sembrasse gratitudine.
“Meno
male che mi hai chiamato fuori”
“Ehh
lo so di essere una Salvatrice” risponde lei, con il
suo sorrisetto.
“E
poi, se aspettassi te, sarei già vecchia!”
continua,
buttandomi un’occhiata.
Sbam!
Di
nuovo con la storia che non ho iniziativa e bla bla
bla.
Che
poi è tutto vero.
Ma
io adesso che le rispondo?
“Ehm…”
comincio, guardandola negli occhi.
Oddio
oddio oddio.
Vado
in fiamme.
“E’
vero, probabilmente è così.” Dico,
senza distogliere
lo sguardo.
COSA?!
Ma
che risposta le ho dato???
“Ah
sì, eh?” mi dice lei, senza togliersi il
sorrisetto.
Si
ferma di botto,e con lei mi fermo io.
“Che…
che c’è?” le chiedo, quasi con un
sussurro.
Lei
mi fissa, seria.
“E’
questo il tuo modo di volermi bene?”
COME?!
“Oh…
io… Veramente, dai, lo sai che stavo scherzando”
dico, con una risatina.
Mi
gratto il gomido, leggermente a disagio.
“Ah
beh” mi risponde, fingendosi offesa.
Ricominciamo
a camminare.
“Perché
per un attimo ho creduto che non ti importasse
nulla”
“Ma
no, ma che, mi importa”
“Allora
esci con me, domani pomeriggio”
EH?
“S..
sì, certo” le dico, con la prontezza
d’animo di chi
ha ricevuto una bella tegola in testa.
Oh
Merda.
Domani
uscirò con Ivana.
Oh
Cazzo, Ivana mi ha chiesto di uscire.
SI!!!
Vai
così, Marta. Adesso devi solo concludere questo
incontro senza fare la figura dell’idiota.
“Ma…
dove stiamo andando?”
“In
bagno.”
“Ah.”
“Sì,
vorrei fumarmi una sigaretta. La cosa ti disturba?”
“Disturbarmi?”
le dico.
“Ma
no, ma che. Figuriamoci.”
“Tu
non fumi, vero?”
“No,
non mi piace. E poi fa male.”
Lei
aggrotta la fronte.
Forse
non avrei dovuto dirlo.
“
… Sì. Non così tanto. Insomma, se non
dovessimo fare
tutto quello che ci fa male…”
“Lo
so” la precedo.
“Ma
io lo faccio perché non sopporto il sapore.”
“Per
lo stesso motivo, infatti, non bevo alcolici”
“TU
NON BEVI?!”
Nulla
di strano, è la solita reazione che segue questa
mia affermazione.
Da
quando bere è diventato sinonimo di respirare?
Perché
nessuno mi ha avvisato?
“Sì,
non sopporto il sapore dell’alchool.”le dico,
stringendomi nelle spalle.
Lei
aggrotta la fronte.
“Certo
che sei una tipa strana, tu”
“E’
vero” le dico, sorridendo e con le guance rosse “
me
lo dicono tutti.”
Adoro
quando mi dicono di essere strana.
Sul
serio.
E
questo non perché io voglia essere un’alternativa
da
strapazzo che invade il web con le sue riflessioni inutili quanto
banali (ma
che lei considera comunque originalissime).
No.
Per
me è diverso.
Il
fatto è che io non amo la prevedibilità.
Siamo
arrivati in bagno.
Neanche
metto piede sulle pastrelle in ceramica che già
la puzza di fumo si impossessa della mia pelle, dei miei capelli e dei
miei
indumenti.
Maledizione!
In
ogni angolo ci sono gruppetti di ragazza che fumano.
Ivana
sembra contenta, e tira fuori il suo accendino e la
sua sigaretta.
Per
oggi dovrò trattenermi dal fare smorfie di disgusto.
Però
sono una vera ipocrita.
Perché
non mi piace fumare e non fumo, ma credo che i
fumatori siano veramente sexy.
Guardate
Ivana adesso.
La
sigaretta appesa tra le labbra sottili , si è
appoggiata con la schiena al muro. Tiene le mani in tasca, e fissa il
vuoto. I
capelli le incorniciano il viso e ogni tanto, con la delicata mano
destra,
allontana la sigaretta dalla bocca per gettare fuori il fumo.
E
neanche finisco questa riflessione che dentro la mia
testa parte “Fumo Blu”, una canzone di Mina che
dice proprio così:
“Con me tu puoi
Fumare la tua pipa quando vuoi
Perché mi piaci molto di più
E sei così romantico
Fumo blu, fumo blu
Una nuvola e dentro tu
E poi, e poi se un uomo sa di fumo
Ma sì, ma sì è veramente un uomo
E ti amerò finché vorrai
proprio perché sei così”
… Però
ovviamente nel mio caso è per una donna.
In
realtà
non ho ancora detto tutta la verità sulla mia passione
malsana per i fumatori.
E’ una
cosa
che ha a che fare con mio Padre.
Quando ero
piccola vedevo mio Padre fumare. Affacciato alla finestra, pensieroso e
con la
sigaretta in bocca, mi sembrava bellissimo.
A me
sembrava un eroe che rifletteva sulle sorti dell’intera
umanità.
Quando hai 8
anni queste cavolate le pensi spesso.
Ancora
adesso, Papà è per me l’eroe affacciato
alla finestra.
Anche se
quando torno a casa non c’è proprio nessuno che
riflette con una sigaretta in
mano.
Ma questa
è
un’altra storia.
“Perché
mi
guardi così?”
Oh.
Mi ero
imbambolata a fissarla.
Ennesima
figuraccia per Locanci.
“Nulla”
mi
affretto a dire.
“Conosci
per
caso la canzone ‘Fumo Blu’ di Mina?”
“Sì,
perché?”
“Niente,
la
stavo pensando proprio adesso”
E lei si mette
a ridere.
“Pensi
che
io sia bellissima quando fumo?” mi chiede.
La voce
delle altre ragazze che parlottano è un sottile brusio. Io
ho occhi e orecchie
solo per la ragazza che mi sta davanti.
“Sì.
Ma
anche senza sigaretta”
Sto
diventando di un colorito scarlatto, lo sento.
Lei sorride.
“Grazie,
cara.” Risponde, con un sorriso divertito.
“Di
nulla” le
dico, tossicchiando.
Lei butta
via quello che rimane della sua sigaretta.
“Ho
finito,
possiamo andare.”
Ma mentre
stiamo uscendo da quella cappa di fumo, nel bagno entra una ragazza
robusta e
con i capelli corti e rossi.
“Ciao,
Ivana!” saluta
“Ehi,
ciao
tesoro! Come va?”
“Bene
bene.Tu?”
“Bene
anche
io. Allora è tutto confermato per domani?”
“Sìsì,
certo. Domani a casa mia.”
“Ok.
Porto
anche Marta”
Marta sarei
io?
“Oh,
ehm.
Piacere, Marta” le dico, porgendole la mano.
“Piacere,
Sara” risponde lei, con un sorriso educato.
“Ma
sì, più
siamo, meglio è”
Che cosa
vorrebbe dire?
Quante
persone saranno , domani, con me ed Ivana?
Comincio a
provare un leggero nervosismo.
“Ok,
noi
andiamo.”
Fuori dal
bagno, non posso fare a meno di chiedere ad Ivana delucidazioni
riguardo quell’incontro.
“ Che
cosa
faremo domani, esattamente?”
“Oh,
nulla
di che” mi risponde lei, riavviandosi i capelli.
“ Un
pomeriggio tra amiche” dice.
Ma quando
pronuncia la parola “amiche” noto uno strano guizzo
nei suoi occhi e una
particolare inclinazione nella voce.
Che diavolo
mi aspetta, domani?
“Carissima
adesso devo proprio andare. A prossima ora ho un compito importante e
devo
sistemare i biglietti sul banco.”
Mi da’
un
veloce bacio sulla guancia, poi mi fa un occhiolino e dice:
“Ci
sentiamo
tramite sms, per domani”
Dieci minuti
dopo lei non c’è, mentre io sono rimasta
imbambolata a fissare il vuoto e
toccarmi la guancia.
Note
dell’autrice:
“Fumo
Blu, fumo Blu, una nuvola e dentro
tuuuu!”
E
sì, questa canzone mi piace
proprio. E poi anche a me, come Marta, piacciono i fumatori.
Cooomunque.
Alla
fine sono riuscita ad
aggiornare.
Gli
esami universitari mi stanno
scuoiando viva, e oggi, dal momento che mi sono svegliata con la voglia
di non
fare nulla, ho deciso di andare avanti con le mie storie.
Vi
informo adesso: le cose
diventeranno sempre più movimentate, per Marta.
Spero
che mi facciate sapere cosa
pensate di questo capitolo.
Alla
prossima, carissimi!