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Autore: Kaimy_11    13/05/2011    4 recensioni
[Dal prologo] Il vampiro tornò sui suoi passi e, inginocchiandosi, rimase a guardare il viso di quella ragazza dal sorriso dolce capace di scaldare perfino il suo cuore immobile. Quella ragazza che lo aveva guardato negli occhi senza timore, che aveva saputo rispondergli a tono, che era arrossita per lui, che lo aveva ammaliato e poi sorpreso, era la stessa che adesso giaceva al suolo in una pozza di sangue. -Mi senti?- sussurrò. Le palpebre della ragazza tremarono appena prima di aprirsi. Quelle iridi di cioccolato si fissarono in quelle ghiacciate del vampiro. -Io posso salvarti. Posso darti la vita eterna- Spiegò lui, la voce suadente. -In cambio, però, tu mi apparterrai. Sarò il tuo unico signore, mi sarai per sempre fedele e devota. Per sempre mia.- Le palpebre della giovane si chiusero e si riaprirono come un battito di ciglia, ed Eric capì che si trattava della sua risposta. Sorrise assetato e soddisfatto mentre i suoi canini si allungavano. Si chinò su di lei mentre questa chiudeva gli occhi e si abbandonava completamente a lui. “Non temere mia piccola veggente, sarà solo un lungo sogno e, quando ti sveglierai, sarà tutto diverso.” [Eric, Pam e una nuova vampira vegetariana! Piccole scene di vita quotidiana che seguono il reale corso della storia e gli incontri con Sookie e Bill, visti da un punto di vista diverso]
Genere: Sentimentale, Suspence, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Dietro lo specchio

Dietro lo specchio

 

 

 

C’era una stanza lussuosa e decorata di arazzi dorati e tendaggi dai motivi esotici, c’era un camino con rifinizioni in argento impresse nel marmo e il fuoco acceso al suo interno scoppiettava dietro una grata nera con un fiore in metallo stampato al centro.

Un uomo sedeva sulla poltrona davanti al camino e spiegava con le mani una lettera e ne leggeva, per l’ennesima volta, il contenuto. Il fuoco accarezzava i suoi lineamenti decisi rendendoli sinistri e creando un contrasto di luci ed ombre che accentuavano il pallore di quel volto affascinante. Decise di accartocciare la lettera e la lanciò con decisione fra le fiamme, rimanendo impassibile mentre seguiva la danza del fuoco che bruciava il foglio, in tanto fra i suoi capelli neri vibravano i riflessi rossi e il suo sguardo rifletteva le lingue di fuoco.

Il silenzio che prima era unicamente disturbato dallo scoppiettio dentro il camino, fu spezzato del tutto quando la pesante porta alle sue spalle si aprì e subito dopo si sentì il rumore dei tacchi causato dalla persona che lo stava raggiungendo tranquillamente.

L’uomo rimase a fissare il fuoco e un sorriso crudele gli incurvò le labbra, sparendo un istante prima che la ragazza si fermasse al suo fianco.

Una mano delicata e fresca sfiorò il suo viso impassibile e un secondo dopo la ragazza scivolò astutamente sulle sue ginocchia con una mossa felina. Il naso di lei percosse la linea del suo collo forte e poi le sue labbra morbide gli scoccarono un tenero bacio sulla guancia.

-Che facevi qui tutto solo?-

Il vampiro sorrise e le prese delicatamente una mano, baciando con voluta lentezza il diamante incastonato nell’anello che portava, l’anello che le aveva messo al dito quando si erano sposati. Lo stesso anello che aveva reso quella piccola vampira regina del Texas e del Mississippi.

L’anello che l’aveva resa sua per l’eternità.

Nate percorse il braccio di Asia con piccoli baci fino ad arrivare alla sua spalla, poi salì e la baciò sulle labbra.

-Ti aspettavo, amore- soffiò sensualmente contro la sua bocca.

Asia sorrise e il suo viso si illuminò più del sole e, quando due deliziose fossette si formarono ai lati delle sue labbra, il vampiro le accarezzò una guancia e attirò il suo viso incantevole per baciarla ancora.

-E tu? Oggi sei andata nuovamente in giro per negozi?-

Asia sospirò e si accoccolò sulla sua spalla con le braccia ancora intrecciate dietro la nuca di Nate.

-No, sono andata al museo!-

Nate rise ma poi si fece serio e lasciò scivolare una sua mano sotto la maglia della vampira, accarezzandole la pelle e salendo lungo i suoi fianchi.

-Hai visto qualcosa di interessante?- le chiese con voce sensuale, mentre continuava ad accarezzarla.

Quella mano fredda sulla sua pelle e quella voce tanto calda fecero venire i brividi ad Asia che sorrise maliziosa prima di posare un dito sulle labbra del vampiro per impedirgli di baciarla ancora.

Quando vide lo sguardo deluso di Nate la vampira rise piegando indietro la testa e lasciando che i suoi capelli scuri e lucenti si scompigliassero appena. Subito dopo gli mise le mani sulle spalle e le fece scorrere sensualmente lungo le sue braccia.

-Vieni in camera mia?- e detto ciò lo abbracciò per potergli sussurrare all’orecchio: -il letto è stato vuoto tutto il giorno, non credi che vada riscaldato?-

Nate rise e prendendola dai fianchi l’allontanò per poterla così guardare negli occhi.

-Sai che vorrei- le disse sorridente, ma poi il suo sguardo si fece serio. –Ma ho una riunione con lo sceriffo del Texas e con quello del Mississippi-

Asia fece roteare gli occhi, sbuffò e incrociò le braccia al petto, imbronciata.

Nate le accarezzò le braccia cercando di farle cambiare posizione.

-Dai!- le sussurrò. –Un re ha degli impegni, che posso farci?-

Asia non rispose, aveva voltato la testa verso il fuoco e aveva arricciato il naso con sguardo interrogativo.

-Nate, cos’è che sta bruciando?-

Il re sospirò. –Come ti stavo dicendo un re ha degli impegni. Ho buttato nel fuoco l’ennesima lettera. I sudditi non fanno che scrivere: si lamentano, mi informano di ciò che avviene all’interno dei confini e tutto il resto-

Asia continuò a guardare il fuoco, il suo sguardo di cioccolato si era perso nell’inseguire quelle fiamme, all’improvviso provò una strana sensazione di calore e si riscoprì incapace di guardare altrove.

-Prometto di liberarmi presto e di raggiungerti-

Disse improvvisamente Nate, cogliendo di sorpresa Asia che si voltò di scatto verso di lui, quando staccò gli occhi dal fuoco, la sensazione di calore che stava provando aumentò per un istante fino a farle quasi male al cuore. Poi scomparve tutto.

-Puoi aspettarmi in camera da letto, farò in fretta- concluse Nate con la solita voce grave e volutamente sexy.

Asia sorrise e gli mise le mani ai lati del viso, iniziando ad avvicinarsi con lentezza alle sue labbra per baciarlo.

Tuttavia, un secondo prima che le loro labbra si unissero, qualcuno busso alla porta e i due si bloccarono con i volti ad un soffio di distanza, guardandosi negli occhi.

Nate sollevò le sopracciglia. –Parli del diavolo…-

Asia fece un mezzo sorriso e si raddrizzò sulle sue gambe e, quando entrambi si voltarono verso la porta, Nate tuonò un: -Avanti!-

La porta si aprì e un vampiro magro e ben vestito avanzò a testa bassa facendo un profondo inchino.

-Chiedo scusa mio signore, i vostri ospiti sono arrivati-

Nate sospirò. –Falli accomodare in sala da pranzo, arrivo subito-

Quando il servo uscì Asia si alzò imitata subito dopo da Nate.

-Mi raccomando, non farmi aspettare troppo…- gli disse lei, salutandolo con un bacio sulla guancia.

Tuttavia, prima che Asia facesse anche un solo passo, Nate la fermò da un braccio e quando lo guardò trovò un sorriso furbo intrappolato fra quelle labbra attraenti.

-Mi merito solo un misero bacio sulla guancia?-

Asia sorrise e gli si avvicinò per prendergli il volto fra le mani e baciarlo intensamente in un dolce inseguirsi di lingue e sfiorarsi di labbra.

 

Una giovane e bella vampira sedeva davanti al suo scrittoio sormontato da un’elegante specchiera. Indossava solo un accappatoio azzurro, morbido e raffinato, mentre si spazzolava i capelli ancora umidi.

Tutta la sua stanza era arredata con mobili antichi e lussuosi, tanto da ricordare la camera da letto delle principesse dell’ottocento. Tutto era silenzioso e le tende blu e oro del letto a baldacchino erano immobili.

Asia continuava a spazzolarsi i capelli scuri osservando distrattamente la sua immagine riflessa allo specchio quando, improvvisamente, la finestra alle sue spalle si spalancò e le tende iniziarono ad agitarsi selvaggiamente a causa del vento.

Asia urlò terrorizzata e si alzò in piedi aggrappandosi alla sedia che adesso aveva alle spalle ma, dal quadrato di cielo buio che si vedeva da oltre la finestra, apparve una figura femminile e due occhi azzurri la guardarono con stupore, quasi offesi.

La donna aveva lunghi capelli biondi legati alla perfezione in una coda di cavallo e le labbra carnose tinte di rosso. Il suo volto pallido si animò di un’espressione scocciata e fredda, poco prima di sparire così com’era apparsa.

Mezzo istante dopo che la donna sparisse, la porta della camera si spalancò e un uomo largo di spalle, con in dosso un completo nero ed elegante, fece irruzione nella stanza con aria all’armata, guardandosi intorno in cerca del problema, pronto ad eliminarlo.

Quando la guardai si accorse che era tutto apposto guardò Asia, immobile contro la sedia con una mano sul cuore, e si schiarì subito la gola distogliendo lo sguardo quando si accorse che aveva addosso solamente l’accappatoio.

-Mia signora, qualcosa non va?-

Asia si guardò attorno e, quando ricordò il volto che le era apparso oltre la finestra, respirò profondamente cercando di calmarsi.

-No, scusami, è che devo aver lasciato mezza aperta la finestra e un colpo di vento l’ha spalancata all’improvviso facendomi spaventare. Adesso va tutto bene, falso allarme!-

Studiando l’espressine dubbiosa della guardia, Asia ricordò che Nate aveva ordinato ai suoi uomini di rimanere sempre davanti al corridoio che portava alla camera della regina. Credeva ancora che qualcuno potesse scoprire la sua vera identità e cercare di rapirla, e non aveva tutti i torti dato che anche Asia aveva questa paura. Era assurdo ma le guardie lì fuori, pronte a buttare giù la porta al suo primo urlo, la facevano sentire più al sicuro e, quando la finestra si era spalancata, aveva davvero temuto che i loro peggiori timori si fossero avverati.

-Capisco, mia signora. Se avete bisogno di qualcosa siamo qui fuori-

La guardia lanciò un’ultima occhiata alla stanza, poi una alla sua regina ed infine si convinse e si richiuse la porta alle spalle.

Quando Asia sentì i passi dell’uomo che si allontanavano, tirò un sospiro di sollievo contenta che si fosse bevuto la sua storia. Era un periodo di forte tensione e tutto il castello sapeva che la regina aveva paura di tutto e forse non era poi così difficile credere che avesse urlato solo per una finestra che si apre di botto.

-Però, ti tratti bene, sorellina!-

Asia inarcò un sopracciglio e lanciò un’occhiataccia alla donna bionda che aveva tranquillamente fatto irruzione nella stanza. Se ne stava fra il letto e la finestra con le braccia incrociate, indossava un vestito rosso lungo fino al ginocchio, di lana, accompagnato da giacca e stivali in pelle nera.

-Pam!-

Sbuffò Asia, infastidita da sul comportamento e dal fatto che l’avesse fatta morire di paura con il suo ingresso del tutto fuori luogo e inappropriato. Tuttavia, quando guardò i suoi occhi azzurri e quell’espressione perennemente fredda e scocciata che per anni aveva visto quotidianamente, un moto di nostalgia l’avvolse e le parve quasi che il suo cuore immobile tornasse a battere.

-Pam…- Disse di nuovo, quasi in lacrime.

Subito dopo Asia sollevò il mento e si sedette in modo composto ai piedi del letto.

-Cosa ci fai qui?-

La vampira bionda face un gesto sbrigativo con la mano e scosse il capo, come se quella domanda le fosse stata posta da un bambino. Si accarezzo distrattamente i capelli raccolti in un’alta coda ed iniziò a passeggiare per la stanza, studiando annoiata l’arredo. I secondi passarono e solo quando Pam fu soddisfatta dell’attesa creata, dando le spalle ad Asia per guardare la lampada sul comodino, rispose:

-Perché almeno io mi ricordo ancora dei legami di sangue-

Asia arricciò il naso, infastidita, strinse i pugni attorno alla trapunta del letto sibilando: -E perché? Io no?-

All’istante la giovane vampira ricordò l’ultima volta che aveva visto Pam, al FangTasia. Non si erano neanche veramente salutate, Pam aveva fatto capolino da dietro la porta e le aveva lanciato un’occhiata disgustata per quello che stava facendo, per il fatto che avesse scelto di andarsene e di seguire Nate. Come se ciò non bastasse, era fuggita anche un’altra volta senza salutare la bionda.

A conferma di ciò Pam si voltò di scatto e fulminò Asia con uno sguardo. Nei suoi occhi azzurri, oltre alla rabbia, c’era delusione e fastidio.

-No- disse scuotendo il capo e scoprendo i canini. –non tu!-

Asia spalancò la bocca, indignata, e rimase a guardarla per diversi secondi. Forse una parte di lei sapeva benissimo che Pam aveva ragione, ma questo non migliorò la cosa.

-Ascolta!- disse Asia alzandosi di scatto. –Solo perché le cose non sono andate come dovevamo fra me ed Eric e ho scelto di venire qui, non significa che io sia un mostro!-

Pam finse una risata del tutto derisoria. –Ma davvero? Forse lo credevo anch’io ma mi sono ricreduta quando hai scelto di non correre in nostro aiuto quando te lo abbiamo chiesto, lasciandoci nei guai per colpa tua. Potevi almeno prenderti la briga di risponderci, di dirci chiaramente che non ti importava più nulla di noi e che intendevi lasciarci nella merda fino al collo!-

All’improvviso Pam smise di parlare, ma non perché non avesse altro da aggiungere, e nemmeno perché riteneva di essere stanza abbastanza dura, ma per il semplice fatto che aveva notato l’espressione di Asia. La vampira più giovane aveva indietreggiato, non con paura o dolore, ma solo con dubbio. Aveva inarcato un sopracciglio rimanendo a fissare Pam con stupore, del tutto disorientata.

All’istante Asia iniziò a riflettere, e si chiese come fosse possibile che una persona orgogliosa come Pam avesse deciso di andare a trovarla dopo il modo in cui se ne era andata. Non era arrabbiata a morte? E per di più, com’era possibile che Eric le avesse dato quel permesso, lei non era forse diventata la reietta della famiglia?

A quel punto capì e la frase che aveva colto maggiormente in tutto il discorso di Pam le riaffiorò alla mentre:

hai scelto di non correre in nostro aiuto quando te lo abbiamo chiesto…

-Pam- iniziò Asia, con voce appena udibile tanto era confusa. -Ma di che stai parlando? È successo qualcosa?-

Pam non rispose subito, per un attimo rimase ferma ad osservarla e pian piano la sua espressione mutò. Per un secondo non fu la sua solita espressione superba, ma parve vibrare d’incertezza per poi riaccendersi di rabbia l’istante dopo.

-Ti abbiamo spedito diverse lettere, vuoi dirmi che non le hai lette? Te ne abbiamo mandata una giusto ieri!-

A quelle parole Asia spalancò gli occhi e, se solo avesse potuto, sarebbe impallidita. Iniziò a risentire la voce di Pam nelle sue orecchie e quegli occhi azzurri che aveva di fronte erano talmente sinceri e furibondi che dubitare era pressoché impossibile. Mille ipotesi si susseguirono nella sua mente dandole i brividi, tante scene e possibili soluzione che rivelavano realtà nascoste.

-Io non ho ricevuto nessuna lettera- scandì.

La verità nella sua mente era talmente assurda e inaccettabile che, nel rispondere, Asia inarcò le sopracciglia con fare minaccioso, offesa dalle accuse di Pam.

La vampira bionda fece un passo indietro e nel suo sguardo vi fu un attimo d’incertezza. Rimase per qualche secondo senza parole, ma poi, dopo aver scosso il capo, tornò a guardarla con odio e disprezzo.

-Non giocare a fare la santarellina con me, Asia, sei la reggina del Texas e del Mississippi, anche se la Louisiana non fa parte del tuo territorio, dovresti comunque essere a conoscenza dei fatti avvenuti dato che sono così…-

Così gravi, penso Asia, con una fitta al petto.

-Così importanti!- terminò Pam dopo un istante, marcando bene ciò ce aveva detto.

Asia abbassò la testa e fece di no, quasi con un sorriso triste fra le labbra. –Non scherzare, sono regina solo sulla carta. Nate mi tiene fuori da tutti i suoi affari e mi nasconde parecchie cose…-

Quando si interruppe Asia sollevò lo sguardo verso Pam e rimase in silenzio, imitata dalla vampira bionda. Entrambe erano confuse e non sapevano cosa dire, forse la soluzione stava arrivando.

Tuttavia Pam mostro i denti bianchi a perfetti con una risatina crudele, indicandola con il dito. –E no cara Asia, adesso non hai scuse: cosa mi dici delle tue visioni? Vuoi forse farmi credere che non ti hanno mostrato ciò che ci stava accadendo?-

Asia rimase immobile per così tanti secondi, che Pam ebbe quasi la certezza di aver toccato il punto debole della sorella. Tuttavia, se era vero che l’argomento visioni faceva tanta paura ad Asia, non era vero che ciò fosse la prova del tradimento che Pam cercava.

Asia indietreggiò e si lasciò cadere sulla sedia, appoggiando la propria fronte su una mano mentre con l’altra stringeva lo schienale della sedia.

-Pam, che tu ci creda o no, io non ho avuto una sola visione da quando sono qui!-

Quando la giovane vampira sollevò lo sguardo su Pam, la trovò con le braccia incrociate al petto e lo sguardo allibito. Se ne stava appoggiata alla trave del letto a baldacchino e, per un solo istante, tutta la rabbia contenuta in quegli occhi azzurri sparì, sostituita da qualche emozione simile alla paura.

Le tanto utili, e al tempo stesso temute, visioni di Asia erano davvero sparite? Pam faticava a crederlo perché, se ciò era davvero avvenuto, forse era accaduto qualcosa di molto più grave e complesso di ciò che temeva o che poteva immaginare

-Cosa?- chiese la bionda, mostrando la parte di lei che non credeva ad una sola parola udita e che considerava ancora quella piccola e inappropriata regina una traditrice del proprio sangue.

-Ti sto dicendo la verità, Pam. Le ho odiate così tanto, quelle dannate premonizioni, che forse alla fine hanno deciso di sparire. Forse è perché sono troppo lontana da Sookie, la persona che ha risvegliato il mio potere, forse mi sono indebolita o forse… Santo cielo Pam, non ne ho idea! E francamente non mi sono mai posta tante domande perché le cose mi stanno bene così!-

Pam sollevò il mento e rimase in silenzio per riflettere, distolse lo sguardo dalla persona che stava accusando per il semplice fatto che quello sguardo di cioccolato era tanto sconvolto e desolato, che capì per la prima volta da quando aveva fatto il suo ingresso in quella stanza che la piccola vampira che aveva di fronte era solo e soltanto ciò che diceva di essere e non la persona sbagliata a totalmente cambiata che aveva creduto di trovare.

Quella seduta su quella sedia, avvolta solo da un accappatoio azzurro, e con gli occhi tristi, era davvero lei: sua sorella.

-Dici sul serio?- le chiese avanzando con passi lentissimi, sicura del fatto che ciò che aveva detto non era la piena verità.

A volte le cose che più detestiamo sono le prime a mancarci, e poiché conosceva Asia da più cinquant’anni e aveva condiviso con lei ogni singolo giorno di quegli anni, o quasi, Pam sapeva per certo che lei non era poi così felice di aver perso per sempre le sue visioni.

Era spaventata.

-Si- Sussurrò Asia, tenendosi la fronte con le mani. –Ho visto solo alcune piccole scene, cose del tutto ininfluenti ma…- Fece una pausa per guardare negli occhi di Pam. –Niente su te ed Eric. Siete semplicemente spariti-

La vampira bionda fece una smorfia davanti a quegli occhi lucidi e a quell’espressione desolata.

-Adesso non metterti a frignare, per favore- disse mentre si lasciava cadere ai piedi del letto, in modo da sedersi sul punto più vicino ad Asia. –Lo sai che….-

Ma proprio in quel momento Pam si zittì di colpo e sollevò di scatto la testa con le narici che si arricciavano sulla scia di un particolare odore.

-…Che lo odio- terminò senza alcuna gioia.

Adesso che aveva cambiato posizione, e che si era fatta più vicina ad Asia, ignorare quell’odore così intenso era pressoché impossibile.

-Ma non la senti questa puzza?-

Asia inarcò le sopracciglia. –No, di cosa parli?-

Pam si alzò in piedi di scatto ed iniziò a girare su se stessa alla ricerca della fonte di quell’odore tanto fastidioso che le era arrivato al naso.

-Pam?-

-Ma certo!- esclamò la bionda, quasi parlando a sé stessa. –Il tuo olfatto e meno sviluppato del mio, o forse… molto più semplicemente… passi così tanto tempo in questa camere che ormai ne sei assuefatta-

La bionda si girò di scatto in quel preciso istante fissando Asia con decisione ma senza tuttavia aggredirla.

-Dimmi Asia, questa camera da letto è solo tua?-

Nel notare l’alzata di sopracciglia di Pam, Asia colse perfettamente i sottointesi di quella domanda.

Sospirò. –Bé, io dormo sia di giorno che di notte, quindi Nate ha ritenuto più opportuno che avessimo due camere da letto separate, in modo che io possa essere libera e che lui possa riposare al sicuro durante le ore di sole. E poi, se vogliamo stare insieme, può sempre venire qui oppure vado io da lui…- ammise con un certo imbarazzo.

Pam si mise le mani sui fianchi e si concesse una risatina amara e priva di gioia, i suoi occhi si fecero cupi e minacciosi mentre fissava il pavimento. –Molto astuto, davvero molto astuto da parte sua…-

Asia non campì e rimase in silenzio.

-Passi molto tempo in questa stanza?- Continuò Pam.

-Sì, preferisco stare qui da sola che girare per il castello. Questo posto è così grande che mi fa sentire piccola e sola…- Confermò abbassando la testa dopo una scrollata di spalle.

A quelle parole Pam scoppiò a ridere, tuttavia fu una risata gelida e vuota.

-Non ci posso credere- continuò la bionda. –Ha organizzato tutto per bene con cura ai dettagli…-

Dopo quella reazione Asia rimase del tutto senza parola, molto più confusa di quanto non lo fosse stata qualche secondo prima.

Nel frattempo Pam aveva cambiato espressione, togliendosi la solita maschera di freddezza dal viso per mostrare a pieno tutta la sua rabbia. Avanzò verso la parete a cui era addossata la scrivania e afferrò con le unghia la carta da parati oro e azzurro che tappezzava la stanza, creando uno squarcio profondo e provvedendo a lacerare più parti possibili e, infine, tirò via con ferocia i pezzi di carta squarciata.

-Pam!- strillò Asia alzandosi in piedi, pronta a fermare Pam anche con la forza se necessario. –Ma che diamine ti passa per la testa, cosa stai facen…-

Ma Asia non arrivò mai ad afferrare le braccia di Pam per impedirle di rovinarle la stanza perché ciò che iniziava a delinearsi da sotto quella carta da parati che nascondeva il muro sottostante, era uno spettacolo tanto raccapricciante che inchiodò Asia al suo posto mozzandole il respiro.

Quella carta dorata con i fiorellini azzurri non era mai servita come decoro, ed Asia lo capiva solo in quel momento. Era stata messa sui muri per coprire i macabri disegni impressi nel legno dei pannelli che isolavano il muro.

Non aveva mai visto qualcosa di tanto orrendo, qualcosa capace di raggelare il sangue di un vampiro e di fargli addirittura sussultare il cuore immobile.

Asia aveva gli occhi e la bocca spalancati, strinse i pugni e lasciò che i suoi occhi vagassero su ciò che la rabbia e l’intuito di Pam avevano riportato alla luce togliendo finalmente quella protezione fornita dalla carta da parati.

Sui panelli di legno scuro era disegnato un cerchio alchemico molto grande, disegnato con del sale e ricoperto da una strana sostanza viscida e fluorescente che puzzava talmente tanto che Asia si chiese come aveva fatto a non avvertirla prima di quel momento. Come se tutto quello non fosse sufficiente a farle torcere lo stomaco, la vampira notò con crescente disgusto che tutto il cerchio magico era imbrattato e volutamente schizzato di sangue. Pezzi di carta con varie iscrizioni e simboli runici circondavano il cerchio e fissavano contro la parete una fotografia.

La foto era sistemata al centro del cerchio alchemico ed era sbarrata da una x di sangue, tuttavia, il volto di quella persona era ancora riconoscibile, e per Asia lo sarebbe stato sempre e comunque, perché quella sistemata al centro del cerchio e macchiata di sangue era una fotografia di Eric Northman.

E per finire, proprio sotto la prima foto, un po’ più spostata dal centro, c’era la foto di Pam, anch’essa sbarrata da una croce fatta con il sangue.

Mentre si imprimeva nella mente quella scena orribile, Asia capì che tutto ciò che stava vedendo non era poi così brutto e impressionante. Ciò che la sconvolgeva realmente erano le verità riportate a galla da quel cerchio rimasto nascosto per così tanto tempo, e ciò che tutto quello significava, ovvero una verità che mai avrebbe potuto immaginare.

-Tu non hai perso semplicemente le tue visioni, Asia. Qualcuno ti ha impedito di pensare a me e a Eric e quindi ti ha impedito anche di vederci tramite le tue premonizioni.- Disse Pam, i pugni stretti per la rabbia e lo sguardo basso.

-Qualcuno che mi voleva tutta per sé, qualcuno pur cui il mio legame con voi rappresentava un problema…- disse Asia con voce gelida e decisa.

Subito dopo aver concretizzato ad alta voce quel pensiero, la vampira scosse il capo e serrò le labbra per impedirsi di piangere.

Avrebbe dovuto capirlo, d'altronde Claudine, la sua fata madrina, le aveva chiaramente spiegato che era riuscita a mantenere la sua luce per il semplice fatto di non aver mai ucciso nessuno. Per liberarsi di quelle odiate visioni Asia era arrivata addirittura a prendere in considerazione l’idea di sporcarsi le mani di un omicidio, uccidendo un vecchio malato o un assassino, magari, giusto per poter essere un vero vampiro e non più un ibrido fatato e condannato a vedere le cose in anticipo anche quando non lo desiderava. In seguito, però, oltre ad aver capito di non essere in grado di uccidere per davvero, Asia aveva scoperto che la sua luce le permetteva di esporsi al sole e quindi aveva accettato di tenersi i suoi poteri e le sue stranezze, ed essere speciale aveva iniziato a piacerle.

-Non è finita qui…- dichiarò Pam.

La bionda avanzò verso la scrivania e prese in mano un pesante ed elaborato porta gioie in legno che usò per colpire con decisione lo specchio. Una ragnatela di pezzi prese il posto del bellissimo specchio che Asia aveva usato tanta volte per specchiarsi quando si preparava o mentre si spazzolava i capelli.

Pam tolse via a mani nude i pezzi residui ed Asia rimase immobile ad osserva le micro ferite sulle dita di Pam che si richiudevano un secondo dopo essersi aperte.

Quando al centro della specchiera decorata da un ghirigoro di legno non fu rimasto più neanche un solo pezzo di vetro, l’immagine sottostante fu chiara a entrambe.

In quel momento, al posto dello specchio, c’era un’immagine di Nate.

-Ogni volta che ti specchiavi, invece di vedere te stessa, in realtà, guardavi lui-

Asia non ebbe la forza per replicare alla parole di Pam, troppo sconvolta da ciò che aveva scoperto, dal peso che le era crollato addosso. Rimase immobile a fissare quella foto, quel viso attraente che aveva creduto di poter amare. Quello era il volto di suo marito, dell’uomo che avrebbe dovuto amarla e che, forse a causa di quel sentimento, era stato capace di farle tutto quello.

-Cosa hai in mano?- le chiese Pam.

Asia non rispose, le allungò per riflesso la mano e non si oppose quando Pam le sfilò dal dito il suo anello di matrimonio.

Pam l’osservò per pochi secondi e dopo lo mostrò ad Asia, che si accorse dubito del simbolo runico scolpito all’interno e del minuscolo residuo di quella orribile sostanza fluorescente.

Asia, dopo tutto ciò che aveva scoperto e dopo aver finalmente capito la crudeltà dei fatti, si coprì il volto con entrambe le mani.

Perché non aveva capito prima? Perché non aveva avvertito prima quello strano odore? Però, proprio mentre si commiserava, capì che non era stata colpa sua. La persona che credeva di amare non si era semplicemente guadagnato il suo amore, se lo era preso con la forza e con la magia. Le aveva tolto per sempre dalla mente le due persone che più amava, in particolare il suo creatore, e dopo di ché l’aveva resa sua con quell’anello stregato e con lo specchio che in realtà nascondeva l’ennesima stregoneria. Asia era stata ingannata e vittima di una stramba e folle magia, forse era stato proprio quell’incantesimo ad impedirle di accorgersi dell’odore persistente di quella sostanza orribile.

-Mi dispiace tanto Asia, eri vittima di un incantesimo. Qualcuno deve aver assoldato una strega, molto potente direi, che ha seppellito per sempre il tuo ricordo di Eric e anche il mio. Non so se sia stato Nate né perché avrebbe dovuto fare una cosa del genere, ma ora so che non è stata colpa tua e che non ti eri scordata di noi per tua scelta, e questo mi basta-

In quel momento Asia si tolse le mani dal viso e lasciò ricadere le braccia lungo i fianchi, aprì gli occhi e guardò in cagnesco il cerchio alchemico sul muro.

-Io so chi è stato e so perché lo ha fatto- Dichiarò, l’istante dopo si voltò verso Pam e i suoi occhi di cioccolato si velarono di rabbia e tristezza. –Adesso dimmi la verità, cos’è successo? Eric è davvero in pericolo?-

Mai e poi mai, nella sua vita, Asia avrebbe potuto immaginare di arrivare a scorgere sul volto di Pam quell’espressione tanto triste e desolata. Pam era sempre gelida ed autoritaria, mascherava sempre le sue emozioni e non era possibile che mostrasse tutto quel dolore in una volta. Ma la verità non era quella, Pam sapeva essere triste ed era in grado di esternare tutta quella sofferenza, ma solo per un motivo.

Solo per Eric.

Asia rimase in silenzio anche se dentro di lei ogni cosa si stava distruggendo, nel frattempo una lacrima di sangue aveva rigato una delle pallide e perfette guancie di Pam mentre il suo labbro inferiore iniziava a tremare e l’azzurro dei suoi occhi s’incupiva come un cielo durante una tempesta.

Ma se già tutto quello preannunciava un disastro, ciò che Pam disse fu addirittura più devastante e significativo della sua reazione.

-Lo vogliono giustiziare-

 

 

 

Continua…

 

 

Grazie a tutti i lettori, mi scuso per l’enorme ritardo ma sono per tre settimane fuori casa L

 

 

Un saluto e un ringraziamento speciale a chi ha recensito:

Laura the vampire slayer

Marti_scanu

_Miss Shopie

   
 
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