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Autore: xlairef    13/05/2011    1 recensioni
Brema è sotto assedio (un’altra volta), gli Amadan incombono (di nuovo), la regina è sull’orlo di una crisi di nervi (ancora)…. Un momento! Cosa ci fanno un cavaliere con fin troppo onore, un ninja che ne ha fin troppo poco, una jinn super-partes (a quanto dice lei) e una principessa vestita da uomo sulla strada per Brema? Forse dopo secoli è giunto il momento di rompere questo assedio, se l’imminente solstizio non scombinerà le carte in tavola….
Seconda classificata The Last One Fantasy contest by Schwarzlight
Genere: Commedia, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Onore…” Julian, steso sul fondo del campo di forza, digrignò i denti ad occhi chiusi.
Non c’era molto da ammirare, in effetti, nel panorama: la sfera, dopo aver oscillato in aria per qualche tempo, si era diretta nel deserto confinante, appollaiandosi infine ad un pinnacolo roccioso ai confini con il mare di sabbia.
Il malumore del ninja cresceva in modo direttamente proporzionale allo scorrere delle ore.
“Anche questo fa parte del codice? Marcire qui dentro fintanto che il sangue di Fala non smetta di scorrere? Questo è onorevole?”
“Taci.” Sir Robert aveva abbandonato ogni traccia di fierezza, e si limitava a guardare il cielo con occhi vitrei, semi-seduto contro la parete incantata.
Il fallimento di poche ore prima aveva minato il suo orgoglio: il solo modo per rimediare alla sconfitta era ritirarsi a vita da eremita, nell’espiazione più totale (e al riparo dai comportamenti disonorevoli ed errati di tutte le donne di sua conoscenza).
“Se Cristanna si farà rivedere, ma ne dubito, la ammazzo con le mie mani” affermò cupamente Julian, spostandosi i lunghi capelli neri dalla fronte.
Una folata di vento colpì la sfera, creando u n onda d’argento che si espanse nella notte. In un attimo la struttura del campo magnetico si dilatò, si assottigliò e infine un’ulteriore fiotto di luce cangiante si aprì un varco nell’incantesimo di confino.
“In questo caso, puoi restare dove sei…”
Due occhi dorati, appartenenti ad una testa capovolta all’ingiù e ad un corpo a gambe all’insù, fecero capolino attraverso la breccia.
“Cris! Sapevo che non ci avresti abbandonato!”
“Non so di cosa tu stia parlando: in questo deserto è facile incappare in una tempesta magnetica, di tanto in tanto, se si è fortunati…”
“Da quando le tempeste magnetiche interferiscono con la magia?”
“Se volete rimanere lì dentro a fare conversazione, me ne vado subito…”
Julian ai affrettò ad imboccare il varco.
“Non mi serve l’aiuto di chi tradisce.” Detto questo, Sir Robert voltò le spalle ai compagni.
“In questo caso…” Il guerriero si sentì sollevare per le gambe. “Il tradimento è qualcosa di relativo…” Julian trascinò la massa di carne e ferro che imprecava in modo forbito fino al passaggio aperto dalla jinn, la quale sogghignava a più non posso, e con un gesto deciso gettò Sir Robert fuori, seguendolo poi a ruota.
La caduta fu attutita dalla sabbia, tiepida nella notte del deserto. “E adesso che si fa?” Domandò Cristanna, volteggiando accanto ai compari che si rialzavano.
“Dovrebbe essere il prode paladino a dircelo…A meno che non preferisca ritornare lassù e lasciare che la figlia della sua sovrana muoia per una questione d’onore…” Julian alzò scettico le spalle, fissando il cavaliere.
Sir Robert inspirò profondamente, squadrò i suoi compagni, e alla fine parve decidersi: “La questione è solo rimandata.” Disse all’indirizzo di Cristanna, “ Il solstizio è domani, quindi abbiamo poche ore per convincere gli Amadan ad allearsi con noi e per elaborare un piano per rompere un assedio che dura da secoli.”
“Niente di troppo difficile, per fortuna.”
 
 
“Forse non è stata una grande idea…” Ipotizzò Cristanna, mentre una torma di soldati armati fino alla punta dei capelli intrecciati puntava le lance alla gola dei tre stranieri penetrati di nuovo nel loro accampamento.
“…Vogliamo parlare con il vostro re…” Tentò di spiegare Sir Robert, ma le urla belluine degli Amadan inghiottirono il suono delle sue parole.
“Impicchiamoli!”
“No, prima la frusta!”
“Ecco cosa succede a chi osa sfidare il nostro sovrano!”
“Calma, calma, truppa!” Una voce autorevole si fece largo tra il tumulto. “Abbiamo appena avuto il tempo di montare la tenda che già iniziano i guai…Cosa succede? Qualche cosa di interessante anche per noi Sidhe?” Un drappello di uomini dai corti capelli biondo-rame e dalla pelle appena più verde degli altri si aprì un varco tra gli Amadan: il loro capo, che si distingueva per la chioma infuocata e per le elaborate protezioni di cuoio sulle braccia atletiche, si diresse verso i prigionieri, illuminati dalla luce delle torce.
“Cosa abbiamo qui…” Sussultò, identificando i tre prigionieri. “Voi…Che cosa ci fate qui voi?”
Julian, riconosciuta la voce, rispose allegramente: “Finalmente qualcuno con cui ragionare! Finnvarra!Che ci fai tu quaggiù, amico?”
L’amico si rivolse ai soldati Amadan: “Indietro, uomini! Costoro sono amici miei…”
“Ma, vostra eccellenza, sono gli stranieri che prima del vostro arrivo hanno sfidato il re vostro cugino a duello…”
“Davvero? E chi ha vinto?” Chiese interessato Finnvarra, guidando i tre al sicuro lontano dalle schiere ostili.
“Venite, nella nostra tenda abbiamo vino e cibo” Aggiunse additando uno dei tendoni più sgangherati. “E abbiamo incontrato sulla strada per arrivare fin qui un gruppo di danzatrici davvero niente male…” Sussurrò con sguardo complice a Julian.
“Vi ringraziamo, ma è di vitale importanza per noi conferire con re Eliadan immediatamente” rispose Sir Robert, con tono grave.
“Che affari avete con mio cugino?” Si sorprese Finnvarra.
“Ne parleremo con…”
“La regina di Brema ha catturato Fala, e intende sacrificarla domattina all’alba per sconfiggere definitivamente Eliadan e distruggere tutto l’accampamento.”
Finnvarra si voltò verso Cristanna, e increspò lievemente la fronte. “Sarà meglio sbrigarsi allora…”
 
Eliadan scrutò i volti degli astanti, soffermandosi in particolar modo su Sir Robert: “Chi mi dice che questa non sia una trappola? Ho ancora un duello in sospeso con costui…”
“Garantisco io per loro, cugino: e anche la cara mammina, a cui devi metà del tuo esercito, se fosse presente, darebbe loro fiducia…” Assicurò Finnvarra.
Julian e compagni si guardarono di sottecchi: chiamare mammina la Morrigan, imperatrice suprema delle terre incantate, andava al di là della pazzia....
Anche Eliadan doveva pensarla alla stessa maniera, poiché indietreggiò istintivamente di un passo, ma parve rassegnarsi all’idea dell’alleanza con i tre ex-campioni di XiWangMu, poiché fece loro cenno di avvicinarsi ad un tavolo, dove una mappa di Brema era cosparsa di segni d’inchiostro e pedine di legno nero. “Questa risale a parecchi secoli fa, ma in mancanza di meglio… Sono secoli che tentiamo di fare una breccia nelle mura, ma inutilmente: le torri di guardia impediscono qualsiasi azione dei miei uomini…” Sospirò indicando alcuni punti segnati in rosso.
“Potremmo tentare un’azione diversiva…” Meditò Finnvarra, nel suo elemento.
“Non ho trascorso tutto questo tempo a lavorare a maglia” lo informò il cugino, seccato, “Abbiamo tentato migliaia di volte, ma è inutile: le mura sono magiche, avvertono ogni tentativo di espugnarle e respingono gli assalitori.”
“E se scavassimo un tunnel?” propose Sir Robert.
“Inutile, le fondamenta posano su una lastra di granito, impossibile da erodere…”
Finnvarra era assorto nei suoi pensieri.“Se a terra non c’è speranza, non rimane che affidarci al cielo…” Si rivolse a Eliadan: “ Quelle tue catapulte…sono ancora intere?”
“Ovvio, ma mancano i proiettili, dopo che un uragano dal deserto li ha spazzati via stamane…”
Julian fissò Cristanna, che fischiettò innocentemente.
Il principe comandante dei Sidhe convocò con un cenno il suo secondo: “Quante tende devono ancora essere montate?”
“A parte quella del banchetto, quasi tutte capo..”
“Cristanna….Che tempo pensi farà questa notte?”
“Mmm” Rifletté la jinn, guardandolo, e una volta compreso, sorrise: “Freddo e ventoso, direi…”
“Perfetto.” Il volto di Finnvarra si illuminò con un sorriso astuto. “Ho un piano.”
 
Nella torre più alta di Brema, nella pagoda sacra, Xiao Li stava passando un brutto momento: Fala aveva ripreso i sensi.
“…Stupido figlio di un *******, liberami, pezzo di ****, prima che ti faccia a pezzi e ti *******” Urlava la principessa indignata a pieni polmoni, strattonando le catene con le quali era stata agganciata all’altare del sacrificio.
Il Fang Shih, non abituato ad un linguaggio simile, arrossì facendo cadere le pagine che aveva tolto dai libri finiti inzuppati durante il giorno, e balbettò: “Se-se non la smetti di gridare in questo modo dovrò rimetterti il bavaglio, onorata principessa.”
“Che minaccia! Idiota di un mago da strapazzo, cosa credi di poter fare? Anche se sbudelli me, non riuscirai ad evocare un bel cavolo, imbranato come sei…” Lo derise lei, che aveva assistito ai suoi incerti tentativi di prepararsi per il rituale con crescente esasperazione: “Se proprio devo morire, avrei voluto essere uccisa in battaglia, per mano di un avversario alla mia altezza, non da un maghetto che ha ancora il sapore del latte sulla bocca…Ma ovviamente tu non puoi capire! Un codardo che usa la magia per…Ehi, dove sei finito?”
Xiao Li, abbandonati i tentativi di studiare per l’indomani, si era raggomitolato in una nicchia alla base dell’altare, in modo che Fala, incatenata mani e piedi,  non lo potesse vedere. Ben presto un suono sordo e soffocato si sparse per la stanza.
“Che ti prende? Stai invocando quella cosa in anticipo?” Indagò la ragazza, prima di riconoscere il suono: “Oh, dai…non prenderla sul personale…” Sbuffò, ma non infierì ulteriormente sul povero Fang Shih in lacrime.
“Non…non sai proprio niente tu!” Singhiozzò Xiao Li. “E’…E’ tutto sbagliato! La zia ci tiene tanto, ma non ho mai desiderato imparare la magia…Non ho talento per queste cose! Solo gli incantesimi minori mi riescono bene, ma dato che sono il nipote della regina i maestri mi hanno dato voti più alti del necessario…Io non sono capace di invocare la Janguli!” Ululò disperato.
“Ma non sei stato tu ad avere l’idea?”
“Si….No, cioè…E’ stato il mio mentore, il Fang Shih di corte prima di me: lui si che era forte…Dovevamo farlo assieme, ma due mesi fa ha litigato con la zia a proposito di…Beh, ha litigato e se ne è andato, ecco, e mi ha lasciato qui da solo, con tutte le Xian Nu che non fanno altro che tormentarmi, e la zia che vuole vincere a tutti i costi, e tu che non fai altro che ricordarmi che sono un fallito, e …”
“E piantala di piangere!” Sbottò Fala.  “Ascoltami un po’” Cercò di girarsi su di un fianco, ma fece solo sferragliare le catene. “Non ho idea di come funzionino le cose qui, ma se tu davvero non fossi portato, oggi non saresti riuscito a prendere prigionieri me e i miei compagni, no?” Aggiunse, provando a stirare gli arti, inutilmente.
“Fortuna….” Mormorò sconsolato Xiao Li.
“Bah!” Disgustata, Fala tentò nuovamente di spezzare le catene, senza risultato. Il suono dei singhiozzi le urtava i nervi, ma cercò di trattenersi.
“Ad ogni modo” continuò dopo qualche attimo, “Se sai leggere quelle scritte, e conosci le basi, e se il tuo mentore ti stimava al punto di permetterti di fargli da secondo, potresti anche farcela…”Cosa mi tocca dire…
“Si, certo, sicuro…”Bofonchiò l’altro, ma le lacrime avevano smesso di scendere sui suoi occhiali.
“Almeno provaci! Alla peggio” sogghignò Fala, “morirai sapendo di aver fatto del tuo meglio…”
“Non si tratta solo di me!” Xiao Li si alzò in piedi. “E’ di tutto il regno che parliamo! Se sbaglio, se uso la formula sbagliata, la Janguli si scatenerà contro tutti, anche contro di noi!”
“Non è un mio problema! Ti ricordo che devo morire svenata prima che cominci lo spettacolo…”
Il Fang Shih la fissò e sospirò di nuovo. “Vorrei ci fosse un altro modo… Non ho mai ucciso nessuno, finora…” Si avvicinò e sfiorò il lucchetto delle catene, sfiorandolo come indeciso.
“C’è sempre una prima volta, nipote.”
Xiao Li si voltò di colpo. “Zi-zietta!” Si allontanò con un salto dall’altare.
“Lurida *****!”
“Spero che tutto stia procedendo secondo il piano: hai finito con quelle formule?” XiWangMu inarcò le sopracciglia verso il nipote, avanzando nella pagoda.
“Si-si zia! Stavo giusto per finire di…” Xiao Li si impappinò mentre raccoglieva freneticamente da terra le pagine sgualcite.
“Molto bene.” XiWangMu si fermò davanti all’altare. “Perché mai è sveglia?” Domandò irritata mentre Fala la ricopriva di insulti.
“Pensavo…ecco, io….”
“…Specie di ******, ***** figlia di un ****** e di una ****** ******, spero che ti ficchino nel **** quella tua….”
“Nipote, spero tu sappia quello che fai, altrimenti…” ringhiò la sovrana. “So che mi renderai orgogliosa,” si addolcì un istante dopo, abbassando la guardia il tempo sufficiente da permettere a Fala di sputarle in un occhio.
“Nipote!” Il ruggito percosse le pareti della stanza e si propagò all’esterno.
Xiao Li si affrettò a stappare ancora l’alambicco del sonno, troncando a mezzo gli ultimi e più pesanti insulti.
 
 
Le stelle erano coperte da una fitta cortina di nubi nerissime, e il vento aveva preso a soffiare e a mugghiare sopra l’accampamento Amadan.
“Non sono convinto…” Commentò foscamente Sir Robert.
Finnvarra gli batté una mano sulla spalla. “Su, coraggio cavaliere: ti assicuro, è divertente, una volta fatta l’abitudine. Di che hai paura?”
Le catapulte erano state allestite in tutta fretta sul pianoro: con alcuni cesti e con le vecchie tende della guardia Sidhe i genieri di Eliadan avevano preparato dei rudimentali parapendii, che cigolavano alla minima folata di vento.
“Mi domando dove sia finito Lancillotto…” Si stava chiedendo Julian, scrutando l’orizzonte alla ricerca di un mezzo per evitare quella manovra d’arrembaggio alla città.
“Forza! Non abbiamo molto tempo.” Soggiunse Eliadan. “Ricordate, la terza torre da Sud è quella che presiede alla porta laterale: dovrete farci entrare da lì.”
“Sarà fatto, maestà” Sir Robert accennò ad un inchino.
“Il nostro duello….Sarà per la prossima volta, cavaliere.” Il monarca alzò le spalle a liquidare la questione. “O magari potrei anche soprassedere…se il risultato della vostra azione sarà decente.”
“Fidati, cugino” Finnvarra finì di legarsi l’imbracatura alla schiena. “Pensa ad una scacchiera: i cavalli si incuneano e saltano i loro ostacoli, e così faremo noi.” Mise un cavallo d’avorio nelle mani di Eliadan. “Un cavallo che penetra nell’accampamento nemico di sorpresa….L’idea ha un futuro” Aggiunse pensosamente, poi si arrampicò su di una catapulta, imitato da Sir Robert e Julian, molto meno tranquilli.
Ad un segnale, le corde vennero tagliate: “Reggetevi!” Avvisò Finnvarra, mentre ogni membro della comitiva prendeva il volo. Le imbracature ressero quel tanto da permettere al vento di soffiare e riempire la stoffa sdrucita delle tende, indirizzandole verso le mura di Brema, molto più in alto rispetto alla visuale delle sentinelle. Eliadan osservò le fragili figure allontanarsi spinte dalle correnti finché fu possibile.
“Nell’attesa, portatemi un pettine e uno specchio”
 
L’atterraggio non fu morbido, almeno per Sir Robert. Il vento smise di soffiare non appena i tre ebbero oltrepassato la cinta muraria, obbligando ad un atterraggio brusco. L’impatto con un carro di verdure evitò che il femore di Sir Robert subisse danni irreparabili. Il successivo atterraggio di Julian e Finnvarra sulla sua schiena peggiorò l’umore del paladino.
“Cosa è successo al vento?” Domandò quando fu di nuovo in grado di esprimersi in modo consono e adeguato. In quel momento Cristanna scese fluttuando a terra.
“Io non c’entro, non posso intervenire: se il vento vi avesse portato fino alla reggia sarebbe stata un’infrazione alla legge…”
“Ci hai fatto rischiare l’osso del collo per un cavillo legale?” Julian si accasciò tra la lattuga.
“Muoviamoci, dobbiamo aprire quella porta.” Ricordò Finnvarra, e di soppiatto i tre eroi sgattaiolarono via, dirigendosi verso il torrione che presidiava la porta secondaria. Le vie e i canali erano deserti, eccettuate le rare ronde di XianNu, che però Julian, grazie al suo addestramento riusciva ad individuare abbastanza in fretta da permettere a tutti di nascondersi.
Finalmente furono in vista della terza torre da sud.
“Non hai intenzione di muovere un dito, immagino.” Sir Robert era glaciale.
“Il mio senso dell’onore sopravvivrà lo stesso.” Rispose la jinn con un gran sorriso.
Scoraggiato, il cavaliere decise di abbandonare momentaneamente la questione: dopotutto, nemmeno egli stesso avrebbe potuto essere d’aiuto, quella sera, dato il genere del corpo di guardia. Si risolse così a non perder d'occhio lo svolgersi degli eventi.
“Dobbiamo aggirare le sentinelle all’entrata: una volta dentro la torre basterà spezzare le catene del ponte levatoio.” Finnvarra si incuneò tra due casupole di marmo incastonate nella muraglia, avvicinandosi alle spalle delle due XianNu di guardia.
“Lasciate fare a noi” aggiunse Julian seguendolo.
“…Dici? La mancanza di sonno mi ha fatto prendere qualche chilo…”
Le sentinelle non erano particolarmente vigili, come tutte le sere: del resto, che pericoli potevano mai venire dalla città?
L’attacco di Finnvarra e Julian le colse del tutto alla sprovvista.
“Chiedo umilmente perdono, graziose signore.” Sussurrò il Sidhe premendo una mano sulla bocca e una in un punto imprecisato del corpo della XianNu.
“E vi assicuro: non siete per niente grassa.” Rincarò Julian, con una manovra gemella.
Dopodiché fu relativamente facile penetrare nella torre: le guardie all’interno, più vigili, furono un altro paio di maniche.
Alla fine dell’operazione, a cui Sir Robert rifiutò di prendere parte, le XianNu si ritrovarono legate e imbavagliate (con molta gentilezza), e il ponte levatoio venne lentamente calato.
“Rimane solo Fala” Cristanna si librò al di sopra dei mobili.
“Dove possono averla portata?”
“Forse la torre di XiWangMu contiene alla base le prigioni…” Ipotizzò Finnvarra.
“Non ci resta che muoverci…” Sir Robert fu bloccato da un gesto di Cristanna.
“Ascoltate…”
Portato dal vento, il suono inconfondibile di una cascata fluente di improperi e maledizioni da scaricatore di porto giunse fino alle loro orecchie, per poi spegnersi bruscamente.
“Veniva da lassù!” I sensi allenati da anni di addestramento di Julian colsero immediatamente la direzione giusta, un’alta torre dal tetto spiovente.
Sir Robert concluse la prima parte della missione, dando il segnale con una freccia infuocata scoccata dall’alto del bastione, per subito dopo raggiungere i compagni alla volta della meta finale. Nel più perfetto silenzio le truppe Amadan varcarono dopo secoli i confini della città, prima di precipitarsi tra le sue vie con un boato di esultanza. 

  
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