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Autore: Kuruccha    16/02/2006    12 recensioni
Contare fino a tre. Regola base. Se fino al tre non succede nulla si può stare tranquilli.
Uno... D...
Gneek...
Che quella ragazza facesse quello che voleva su quel letto, ma che smettessero di cigolare, quelle molle maledette!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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- Mmh...
Aprì gli occhi lentamente. Chissà perchè si era svegliato.
Si voltò dall'altra parte, con tutta l'intenzione di tornare a dormire. Fissò per un secondo una piega della tenda del baldacchino, poi richiuse gli occhi, facendo forza sui muscoli del collo per poter affondare ancora di più la testa sul morbido cuscino di piume.
Clack...
Riaprì un occhio.
Andava tutto bene, era solo lei che usciva dalla camera, si disse. Magari stava solo andando a bere.
Sapeva che sarebbe stato suo compito controllare il tutto, ma aveva troppo sonno per farlo. Maledisse la sua pigrizia.
Gneek...
Una molla del letto che scricchiolava. Va bene, era entrata invece di uscire come credeva lui. Non cambiava molto. Voleva comunque dormire, aveva sonno. Sentì un rumore di coperte smosse, poi un breve attimo di pausa. Poi ancora.
Gneek...
Era sempre stato apprensivo, quello sì. Ed era ormai abituato anche al fatto di non potersi addormentare se non era tutto in perfetto silenzio. Nonostante conoscesse la condizione precaria in cui doveva accontentarsi di vivere, non riuscì a mettersi tranquillo.
Contare fino a tre. Regola base. Se fino al tre non succede nulla si può stare tranquilli. Uno... D..
Gneek...
Che quella ragazza facesse quello che voleva su quel letto, ma che smettessero di cigolare, quelle molle maledette!
Rassegnato, pur senza alzare la testa dal cuscino, allungò un braccio e scostò la tenda del baldacchino. Gli ci volle poco ad adattare la vista a quella semioscurità. Non si sarebbe mai arreso al fatto di dover accendere una candela.
- Ehi, tutto bene laggiù?
Ammucchiata sotto coperte, una figura continuava a muoversi, fremendo.
Era lei, lo sapeva che era lei. Dopotutto era il suo letto, quello. Da un po', ormai.
Provò a ripetersi.
- Tonks..?
Ulteriore movimento confusionario da sotto quell'ammasso di lenzuola, poi finalmente un braccio che sbuca, si fa strada, giunge al cuscino. Missione non facile, uscire di lì.
Lui ormai era rassegnato, già seduto sul materasso, pronto a correrle in aiuto. Stava per scendere quando finalmente la figura riuscì ad emergere da quel garbuglio.
- Sto... sto bene! - gli disse, a voce alta, ansimando, i capelli spettinati e il respiro corto.
- Parla piano! - la rimproverò, - Non vorrai svegliare gli a...
- ...altri, Remus?
Collassò sulla schiena, tornando nella posizione di partenza, per poi rialzarsi con uno scatto.
- Scusa, mi sono sbagliato - giustificò, ricordando che effettivamente in casa non c'era nessun'altro.
- Fa niente - disse lei, che non sembrava tuttavia riacquistare il fiato. Il silenzio della camera lo mise subito in evidenza.
- Ma.. stavi facendo una maratona, dentro quel letto? - domandò ridendo, ripensando a quando, ai tempi di scuola, James le faceva davvero, le maratone. Anche se ovviamente nel letto non era solo. Fortunatamente i due erano diventati abbastanza bravi da non svegliare più tutti gli altri, dopo un po'. In quel momento era tranquillo solo perchè sapeva che in quella casa non poteva esserci nessun altro.
- Ah, ah, ah, che divertente - gli rispose, con tono volutamente canzonatorio. Allungò una mano verso la schiena e cominciò a grattare.
Gneek gneek, fecero le molle in coro.
- Al diavolo, questo letto è totalmente scassato! - sbottò lei, prendendo la bacchetta. - Ti ricordi per caso qual è l'incantesimo per ammutolire?
- Ovviamente sì, ma dovresti anche tu. E ho troppo sonno per spiegarti - giustificò, voltandosi dall'altro fianco dopo aver zittito le molle con una sola parola pronunciata a fior di labbra, appena prima di uno sbadiglio.
- Ehi! - protestò lei, saltando in piedi, questa volta senza alcun rumore da parte del letto, continuando a sfregarsi la pelle del collo.
- Ehm... Remus... - continuò lei, cercando di aggraziarselo di nuovo, - Non è che sistemeresti anche questo...?
L'uomo si voltò, capendo che finchè non l'avesse accontentata non sarebbe potuto tornare al tanto agognato sonno.
- Cosa devo aggiustare...? - domandò, con tono paziente, voltandosi. Ammutolì, trovandosela praticamente davanti al naso.
- Ehm... oggi mi sono data al... al giardinaggio, e... - cercò di spiegare, continuando a grattare l'incavo del gomito. - E sono... sono un po' piena di bolle, adesso! - concluse, sperando di non ricevere una sana lavata di capo.
- Che piante erano? - le chiese ancora, pensando come al solito alla cosa peggiore.
- Dei fiori bianchicci... mi sono accorta solo dopo che erano delle Clematis Vitalba...
Remus le lanciò un'occhiata rassegnata.
- E... erano così belli! - si giustificò. - Comunque sia ho subito cercato un antidoto, ma... ho scoperto solo in seguito che per il prurito da Clematis non c'è un incantesimo veramente efficace.. bisogna solo aspettare che passi...
- Esattamente - le rispose, ridendo sonoramente.
- Cosa c'è da ridere? - si arrabbiò lei, che stava ancora cercando di placare il pizzicore, che questa volta si manifestava dietro il ginocchio.
- C'è stata una volta che abbiamo spalmato un unguento di Clematis su tutte le sedie della casata dei Serpeverde... volevamo in qualche modo ridere di loro, come succede da che mondo è mondo..
Tonks fece tanto di occhi.
- E così.. - continuò lui imperterrito, - successe quel che puoi benissimo immaginare... Un'intera casata che si grattava le chiappe per tutta la giornata! Ovviamente anche quella volta ci fu assegnata una punizione super... - concluse.
- Certo che eravate dei vandali... -
- Molto di più. Peggio di qualunque Fred o George che tu possa considerare - aggiunse, orgogliosamente.
- E che punizione vi dettero quella volta? - chiese ancora lei.
- Chi di spada ferisce di spada perisce, ovviamente. Così, ci spedirono a sradicare Clematis per tutta una nottata. Da quel momento in poi, per una settimana, potevi trovarci spalmati su qualsiasi angolo, per tentare di raschiarci via la pelle. Che sensazione orribile...
- E come risolveste? - pregò di rivelarle, dato che ormai iniziava sul serio ad impiantare le unghie troppo a fondo.
- Un unguento speciale... e le manine d'oro di Lily. Quella ragazza era un genio in Erbologia, riusciva a preparare creme miracolose. Quella volta la sfruttammo indiscriminatamente... James era gelosissimo, voleva che fosse tutta per lui, cercava di impedirle di aiutare anche noi tre... Per nostra fortuna conoscevamo già le virtù del Petrificus Totalus...
- Unguento! Mi serve! - gridò, ormai in preda ad una crisi isterica.
- Non sono mai stato bravo in queste cose - le confessò.
- Oh.. - sospirò lei, che aveva visto svanire anche le ultime speranze di sollievo.
- E comunque ci vorrebbe tempo a prepararlo, e non ci sono gli ingredienti in questo posto...
- Uffa! - sbuffò, lanciandosi sul letto e battendo la spalla contro quelle che dovevano essere le sue ginocchia, celate dalle coperte. Continuò a infierire con le dita affusolate sulla caviglia destra, ora incredibilmente arrossata, gli occhi ormai lucidi.
- Mi sta davvero venendo un esaurimento! - gli spiegò, asciugandosi le lacrime di rabbia.
Ci fu un attimo di silenzio. Lui si mise a sedere a gambe incrociate.
- Vieni qui...
Le orecchie della ragazza di drizzarono. Se fosse stato un altro momento, probabilmente sarebbe stata al colmo della felicità. Tuttavia, allora come allora, pensava solo all'asfissiante prurito.
Si avvicinò a lui, ponendoglisi esattamente di fronte.
Ora che le era vicino si accorse, oltre che del viso sofferente, anche del petto semiscoperto e delle cosce in vista. Fece finta di non averci fatto caso. Nel frattempo lei era tornata a strofinarsi le gambe, gli occhi puntati su di lui.
Lentamente, le posò le mani sulle spalle, concentratissimo su quello che doveva fare. Con altrettanta calma, le fece scorrere sulle sue braccia, iniziando a fare dei piccoli massaggi che potevano sembrare quasi pizzicotti. Era una sensazione davvero superlativa: ovunque passasse le mani, per un po' rimaneva una specie di piacevole formicolìo che cancellava il prurito.
- Meraviglioso.. - disse lei, completamente rilassata, gli occhi chiusi, la testa che tendeva a cadere in avanti.
- Vero? - chiese conferma lui, le cui mani erano ormai passate alla porzione di schiena che era scoperta.
- Capisco perchè James voleva che Lily lo facesse solo a lui... - continuò, in estasi.
- Eh sì... - le confermò, passando a massaggiarle le cosce.
- Dovevate essere proprio belli, se era così geloso...
- Beh, Sirius è sempre stato un bel ragazzo... - spiegò.
- Anche tu devi essere stato bello..
- Non direi. Ero uno di quei ragazzi allampanati con le occhiaie fino a sotto le orecchie.. già all'epoca non dormivo molto - argomentò.
- Anche adesso sei allampanato e con le occhiaie, ma non sei brutto!
- Già, adesso si sono aggiunte le rughe a migliorare la situazione, rendono il tutto più armonioso... - ironizzò.
- Non dire sciocchezze! - replicò lei, appoggiando i polsi sulle spalle di lui, seguendo il movimento delle sue mani.
- Non sono sciocchezze, è la pura verità - concluse, giungendo di nuovo sul punto da cui era partito.
- Diciamo che hai il fascino dell'uomo maturo...
- "Fascino"... tutto dire...
Tonks si raddrizzò sulle ginocchia, facendo meglio presa sulle spalle di lui per sollevarsi. Fu costretto ad alzare gli occhi.
- Tu hai il fascino dell'uomo maturo, e sei ancora bello - gli disse, fissandolo. - Inoltre, fai dei massaggi divini. Sono sicura che starò meglio almeno fino a domattina. Ti ringrazio dal profondo del cuore.
Gli prese il viso tra le mani, posò le labbra sul suo sopracciglio destro. Si staccò in meno di un secondo, giusto il tempo di sentire il suo respiro caldo sulla pelle ancora scoperta del petto.
Lei sorrideva, guardandolo. Lui era ancora stordito, ma con la destra l'attirò a sè afferrandole la nuca. Le appoggiò la guancia sulla sua.
- Grazie - le sussurrò a fior d'orecchio.
- E di che? L'autostima cresce sugli alberi. -
- Non ne sono così convinto, ma va bene...
- Credimi!
- Sì, ti credo, ti credo.
- Bene, ho vinto allora! - sorrise lei. - Dormiamo?
- Sì, dormiamo. - sorrise anche lui.


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16/02/06. Ci tengo a precisare che "Fusa" non è inteso nel senso di "sciolta", quanto come le fusa del gatto XD

   
 
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