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Autore: elyxyz    14/05/2011    29 recensioni
“Gaius! Aspettate! Cosa...?” esclamò il mago, squadrandolo come se fosse impazzito.
L’uomo ricambiò lo sguardo. “Perdonate l’ardire, ma... potrei sapere chi siete?”
“Sono
io!” sbottò allora, allargando le braccia “Gaius! Che scherzo è mai questo?!” domandò retorico, battendosi il petto. “Non mi ricono-” Merlin boccheggiò incredulo, accorgendosi di colpo del florido seno che stava toccando, e lanciò un gridolino terrorizzato. Fu per istinto che raccattò il lenzuolo e si coprì alla bell’e meglio.
Gaius se ne stava sull’uscio, sbigottito anche lui.
“Merlin?” bisbigliò alla fine, come se dirlo ad alta voce fosse davvero
troppo.
“Sì, sono io!” pigolò l’altro. “O almeno credo!”
“Che diamine ti ha fatto Ardof?!” l’interrogò l’archiatra.
(...) Merlin si coprì gli occhi con le mani, mugolando. “Come spiegherò questo ad Arthur?”
[Arthur x Merlin, of course!]
NB: nel cap. 80 è presente una TRASFORMAZIONE TEMPORANEA IN ANIMALE (Arthur!aquila) e può essere letto come one-shot nel caso in cui vi interessi questo genere di storie.
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: What if? | Avvertimenti: Gender Bender | Contesto: Prima stagione, Contesto generale/vago
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Riassunto: Merlin è abituato a salvare la vita all’Asino Reale senza che questi se ne accorga, ma stavolta non tutto va per il verso giusto

Riassunto: Merlin è abituato a salvare la vita all’Asino Reale senza che questi se ne accorga, ma stavolta non tutto va per il verso giusto. Colpito dall’incantesimo del malvagio Ardof, il nostro mago farà i conti con una sconvolgente novità: egli si risveglia trasformato in una donna.
Solo Gaius conosce il suo segreto e, finché non troverà il modo di tornare normale, dovrà inventarsi delle scuse plausibili e prendere il posto di se stesso al servizio del principe. Come riuscirà a conciliare questa ‘nuova situazione’? Come si evolverà il suo rapporto con Arthur?

 

 

Vorrei dedicare il capitolo a quelle persone che hanno recensito il precedente (e un abbraccio ai nuovi recensori che hanno accolto il mio invito!):

_ichigo85_, areon (Benvenuta!, grazie per i tanti complimenti!^^), elfin emrys, FairyCleo (Benvenuta!, grazie per l’entusiasmo!^^), Miki87, Aleinad, ginnyred, Emrys___, frida_E, (Benvenuta!), kagchan, _Saruwatari_, Orchidea Rosa, Tao, LyndaWeasley, somochu (Di nuovo, grazie ^^), masrmg _5, Anja11xD, chibimayu, angela90, saisai_girl, mindyxx, miticabenny e Yuki Eiri Sensei.

E a quanti commenteranno (SE vi va di recensire anche dei capitoli più indietro di questo, il vostro parere non andrà perduto!).
Ai vecchi e ai nuovi lettori.

Grazie.

 

The He in the She

 

(l’Essenza dentro l’Apparenza)

 

 

 

Capitolo XXXVIII           

 

 

Avendo ricevuto le lodi del re per come aveva corretto l’ignobile inconveniente, quando il principe tornò nei suoi appartamenti aveva un umore assai più promettente, rispetto a mezza veglia addietro.

Merlin non poteva dire altrettanto, poiché aveva il lancinante sospetto che sull’Arena incombesse l’ombra di un sortilegio maligno. Aveva quasi potuto sentirne la scia aleggiare nell’aria, benché sottile e inconsistente fin quasi a sembrare pura illusione o un vaneggiamento.

 

Egli tuttavia aveva predisposto l’occorrente per il suo signore e meccanicamente lo stava bardando in vista del suo turno.

Se solo quel Babbeo avesse smesso di sgusciargli tra le mani come un’anguilla!, imprecò, stringendo una delle cinghie nel passante minore sul dorso dell’armatura.

 

“Lin!” lo chiamò Arthur, ansimando di colpo.

 

Merlin, tutto concentrato nel suo lavoro, non se ne accorse.

 

“LI-IIN!!” ritentò il nobile, alzando la voce.

 

“Chiamate me?” chiese, sorpreso.

 

“No, cercavo l’attenzione della tua gemella intelligente!” replicò l’altro, caustico, armeggiando convulso sulle fibbie come se scottassero, anche se fu inutile.

 

“Non siate sgarbato, Sire. Ero sovrappensiero.”

 

“Mi stai soffocando!” si lamentò il principe, acquisendo un’accesa tonalità Rosso Pendragon sul viso.

 

“Oh, cielo!” squittì allora la serva, provvedendo ad allentare la morsa alle spalle dell’erede al trono, che per fortuna riprese un colorito più normale. “Mi dispiace, mi dispiace tantissimo!” si scusò, sinceramente pentita.

 

Davanti a tanta contrizione, Arthur perse la voglia di rimproverarla ancora, e la incitò quindi a muoversi nell’ultimare la preparazione.         

“Sbrigati! E ti avverto: ho un Torneo da vincere, non puoi uccidermi prima!” la minacciò, con fare leggero per non angustiarla oltre.

 

Merlin si lasciò scappare un piccolo sorriso, dimenticando per un istante i foschi eventi e la traccia magica dell’Arena.

“Cercherò di ricordarmelo!” ribatté, per non dargli soddisfazione, mentre gli allacciava il cinturone in vita e vi infilava la spada molata.

 

Si dedicò poi al mantello, girando attorno alla figura del principe per sistemargli il drappeggio.

Arthur si lasciò riordinare dalla sua valletta, sbuffando appena per la forzata inattività.

 

“Abbiate ancora un attimo di pazienza! Ecco, ho terminato!” la sentì affermare.

 

“Dimentichi niente?!” domandò allora, indicando verso il collo della sua servitrice.

 

E solo in quel momento, con orrore, egli vide che non era lo stesso foulard del giorno prima, quello che Linette aveva annodato sotto alla gola.

 

“Dove…? Dov’è?!” sbraitò immediatamente, infervorandosi. “Ma è davvero una congiura! Dov’è quel dannato straccio?!

 

Merlin si agitò di riflesso, tastandosi la stoffa dei pantaloni.

Ce l’ho! Ce l’ho!” si mise a gridare di rimando, ancor prima di averlo effettivamente trovato, ma intanto servì a placare l’altro. “Me lo sono messo in tasca ieri sera, quando vi ho disarmato e l’ho levato dal vostro braccio!” motivò, sventolandolo festoso fra loro. “Però era tutto impolverato, non credevo che… che lo avreste riutilizzato e anzi…” di colpo, il mago si fece tentennante, sotto lo sguardo perplesso di Arthur. “…In realtà, io… ne ho procurato uno apposito per voi…” confessò, vergognandosene un po’, mostrandogli un fazzoletto femminile piegato e stirato. D’improvviso quell’idea gli sembrava meno geniale della notte prima.

 

“E di chi è?” s’insospettì il principe, scrutando perplesso il lembo di tessuto e la sua serva, in alternanza.

 

M-mio…” balbettò Linette, in risposta. “E’ uno di quelli che Gwen mi ha costretto a comprare e che non ho mai usato…” motivò, sbirciando l’espressione stupita di Arthur. “Cioè… non è che dovete gareggiare per me!” si affrettò a chiarire, sollevando i palmi delle mani. “Credevo solo che fosse una soluzione migliore!” si discolpò. “Anzitutto, è un oggetto chiaramente da donne e… e… la mia banda- cioè quella di Merlin è… fraintendibile!”

 

Il giovane Pendragon scosse il capo, in segno di negazione.

“Anche se volessi, non posso cambiare a metà Torneo, è poco serio come comportamento!” Motivò.

 

“Non mi sembrava che le consuetudini fossero in cima ai vostri pensieri, quando ieri mi avete chiesto una qualunque soluzione! Eravate abbastanza disperato e pronto a tutto!” gli rammentò, ma nel farlo pungolò l’immenso orgoglio dell’Asino Reale.

 

“Bada bene, donna!” sibilò questi, puntandole un indice intimidatorio contro. “Io non sono mai disperato!”

 

Merlin sentì le orecchie scaldarsi di indignazione e rabbia. E pensare che lui aveva anche litigato con Gaius, per difendere quell’Idiota coronato!

“Orbene, arrangia-!”

 

Un improvviso bussare alla porta interruppe il loro acceso confronto e il tempo in cui lo scudiero andò ad aprire servì ad entrambi per riacquisire compostezza.

 

“Un servitore manda a dire che il vostro turno è stato anticipato, a causa del ritiro di due cavalieri infortunati.” Gli rese noto, dopo aver congedato il messaggero.

 

Arthur si limitò ad annuire, facendo intendere che aveva compreso, e si finse indaffarato ad indossare i propri guanti dimenticati sopra al tavolo.

Benché probabilmente il principe avesse le mani sudate e l’operazione si stesse rivelando difficoltosa, Lin decise di non muoversi di un passo e di non aiutarlo.

 

Quando il nobile risollevò lo sguardo su di lei, la burrasca sembrava passata.

“Apprezzo sinceramente la tua offerta, ma non ho intenzione di cambiare pegno.” Le spiegò, con calma. “Non pretendo che tu comprenda, tuttavia non sarebbe una condotta corretta sostituire il dono. E’ come se io gareggiassi per più persone contemporaneamente, il che rappresenta il contrario dello spirito con cui si sceglie un’unica dama a cui votarsi.”

 

“Spero siate consapevole che Merlin non è una da-” ma si trattenne, tossicchiando imbarazzato. “Non mi pare fosse scritto nel Codice!” si lamentò invece, raddrizzando il tiro e borbottando non del tutto persuaso, ma Arthur lo zittì, impaziente.

 

“Il fazzoletto di Merlin porterà a compimento la mia farsa, oramai è stabilito!” deliberò solennemente. “E… e magari non diciamoglielo, quando tornerà… non vorrei che si montasse la testa!”

 

Il mago sbatté le palpebre, stupito.

 

“Di sicuro, non la smetterebbe più di borbottare all’infinito cose irriverenti…” lo scimmiottò il principe, arricciando il naso.

 

E Merlin sorrise, suo malgrado. E alla fine cedette, andando a legare la propria bandana al bicipite del nobile.

 

Ma come festeggerete la fortunata, quando tutto sarà concluso?” s’incuriosì.

 

“Semplice; il mio ruolo di Campione mi imporrà di rivolgere piena attenzione a Morgana. Mio padre si aspetta che io la omaggi. Ed è quello che farò.” Dichiarò, risoluto. “Perciò la cosa verrà dimenticata.”

 

E se per disgrazia non vinceste il Torneo? Avrebbe voluto chiedergli, ma deviò la domanda.

“E se vi chiedessero per chi avete gareggiato?”

 

Il principe mosse una mano, insofferente. “Mi inventerò qualcosa…”

 

“Spero per voi che sia una scusa più convincente dell’ultima volta!”

 

Ma Gaius… ti ha chiesto qualcosa?” s’insospettì.

 

Gaius? Oh, no. No, nessun problema.” Mentì, per non dargli ulteriori preoccupazioni. “Ve l’avevo detto che avevate immaginato tutto…

 

 

***

 

 

Fu avviandosi verso la palizzata che i due incrociarono il medico di corte, e questi salutò con un reverente cenno del capo l’erede al trono – ma solo dopo averlo squadrato con un severo cipiglio – richiamando poi la sua valletta, trattenendola bruscamente per un braccio mentre costei gli sfilava accanto.

Linette?”

 

Arthur si limitò a lanciar loro un’occhiata di silenzioso monito, senza rallentare.

 

“Sire, precedetemi un istante nella vostra tenda, vi raggiungerò prontamente!” gli promise la fanciulla. Ed egli borbottò qualcosa sull’imminenza del suo turno.

 

Il mago fu praticamente convinto che l’Asino temesse ancora per il fazzoletto che Gaius doveva-ma-speriamo-di-no aver riconosciuto ed era per questo che si era dileguato tanto celermente.

 

“Merlin…” sussurrò il cerusico, accostando le loro teste, una volta che il giovane Pendragon fu oltre la loro portata d’udito.

 

Cos’altro avete?” sbottò con impulsività, memore del loro ultimo incontro, ma scusandosi poi, a disagio. “Perdonatemi, io…”

 

“Stai con gli occhi bene aperti, ho visto alcune ferite che mi sembrano strane… a dir poco sospette!” lo avvertì.

 

“Lo farò.” Promise. “Avete percepito anche voi l’aura sopra l’Arena?”

 

“No, i miei poteri non arrivano a tanto… è più una sensazione… sgradevole.”

 

“Di che ferite stavate parlando?” s’interessò, di colpo ancor più preoccupato. “Credete che qualche nobile stia usando la magia per vincere contro gli altri cavalieri?”

 

“Di sicuro, posso solo escludere la presenza di morsi di serpente, che erano invece manifesti quella volta con Sir Valiant...” precisò. “Ma non è molto. E ho solo un vago sospetto su Lord Galderth… inaspettatamente, tre dei sette uomini vinti da lui presentavano insoliti sintomi quando li ho visitati… Nondimeno, forse è una semplice coincidenza. Non abbiamo prove.”

 

“Stamattina, c’era un simbolo sulla sabbia, disegnato tra le dune e le conche… però non ho potuto riconoscerlo… quando me ne sono accorto, erano già stato mezzo cancellato… eppure…”

 

“Eppure?” l’incalzò il mentore, ansioso.

 

“D’istinto, direi che quel simbolo poteva appartenere alla Religione Antica.”

 

“Ritieni che Ardof abbia atteso finora, per sferrare il suo attacco?”

 

“Chi può dirlo?” considerò, impotente. “Ma ha giurato di vendicarsi…” ricordò, tetro.

 

“Ed è uno stregone malvagio, privo di scrupoli! Da quello che ti ha fatto, ne avrebbe indubbiamente i mezzi.

 

“Purtroppo è così.” Ammise il giovane, a malincuore.

 

“Proteggi il principe, Merlin. La sua vita potrebbe essere in pericolo, ora come non mai…

 

“Lo farò.” Promise egli, nuovamente, e i due si separarono.

 

 

***

 

 

Quando Linette arrivò a destinazione, si sorprese di incontrare proprio il cavaliere di cui aveva appena parlato con il suo mentore.

Sir Galderth stava giusto uscendo dal tendone dell’erede al trono, e si limitò ad oltrepassarla senza degnarla di uno sguardo, ma tanto bastò per allarmare il mago che corse all’interno del padiglione, spalancando i tendaggi con irruenza.

 

“Credevo avessi smarrito la strada che conduce alla mia tenda!” le notificò l’Asino Reale, acidamente, appena ella comparve al suo cospetto.

 

I-iostate bene?” domandò Merlin, ansioso.

 

Arthur arricciò le labbra in una smorfia infastidita.

“Ma che razza di domande mi fai?! Certo che sto bene!”

 

“E cosa voleva Lord Galderth da voi?!” insistette, pressante.

 

“Non credo ti riguardi…” fu la risposta piccata dell’altro. “Da quando arrivi in ritardo e mi fai pure l’interrogatorio?!” la sgridò. “Non rammento di averti concesso il permesso né per l’uno né per l’altro!”

 

Lo stregone incassò il rimprovero e tacque. Era perfettamente consapevole che far infuriare il principe, in quel momento, avrebbe portato ad una situazione disastrosa.

Come sempre, egli avrebbe dovuto salvarlo dalla propria idiozia.

 

“Chiedo perdono, Maestà.” Dichiarò il servo, sforzandosi di sembrare contrito. “Questa apparizione inattesa mi ha molto stupita, ecco tutto…”

 

Il Nobile Babbeo sbuffò, ma quando parlò il suo tono fu molto più accondiscendente.

“Le visite di cortesia non sono una cosa infrequente, soprattutto tra i partecipanti più bravi.” Le spiegò.

 

“Lord Galderth arriverà in finale?” domandò la valletta, sentendo un brivido freddo lungo la schiena.

 

“Ha ottime possibilità di riuscirci; ma domani incontrerà la mia magnificenza, che porrà fine alla sua ascesa al successo.” Le garantì, senza preoccuparsi di apparire presuntuoso. “Ed ora passami l’elmo; la prima campana è già suonata.”

 

Lo scudiero compì il gesto meccanicamente e il nobile, indossatolo, si diresse all’uscita.

 

“Sire!” lo fermò il mago, trattenendolo.

 

Arthur lanciò alla sua serva uno sguardo stupito.

E Merlin arrossì, ritirando in fretta la mano.

“Vi prego, siate prudente!” si raccomandò.

 

“Ma Lin-Lin! Non avevamo già fatto questo discorso ieri?” la canzonò, divertito. “Chi è prudente, non vince niente!” le rammentò, ripetendo le stesse parole del giorno prima.

 

Eppure ella non sorrise, né ammorbidì la postura irrigidita.

“State attento, Milord.” Ribadì, corroborando l’avvertimento con un lungo sguardo grave.

 

“C’è qualcosa che dovrei sapere?” s’insospettì il cavaliere.

 

Lo stregone si morse l’interno della guancia, indeciso se parlare o meno.

Quello non era il momento per le spiegazioni, ma forse non ci sarebbe più stato un momento propizio e alla fine decise di buttarsi.

 

“Sir Galderth non mi convince. E anche Gaius nutre qualche sospetto su di lui, che va al di là della semplice coincidenza.” Sputò, convinto che l’altro avrebbe liquidato i suoi timori con un’alzata di spalle e un blando rimprovero sulla mancanza di rispetto dovuto verso un nobile cavaliere.

 

E invece Arthur lo sorprese, poiché si concentrò, pensieroso, ponderando la sua affermazione.

“Hai delle prove?” le domandò, cauto.

 

“No.” Ammise il servo, a malincuore, chinando il capo. “Non ancora, perlomeno. Ma se voi mi credeste-”

 

Ma io ti credo.” La interruppe. “Quantomeno, credo al tuo intuito femminile.” Le spiegò. “Anche a me, quell’uomo non ha dato una grande impressione. Mi è sembrato subdolo.”

 

Lo stregone rilasciò un enorme sospiro di sollievo.

 

“In aggiunta a ciò, la prima volta che tuo cugino mi ha avvertito di un sordido tranello in un Torneo simile a questo… siamo finiti nei guai, ma lui aveva avuto ragione su Sir Valiant, e io so imparare dai miei errori.”

 

“Lo so, Sire. Per questo un giorno sarete un grande re.” Profetizzò, con fede incrollabile.

 

E poi non vi fu tempo per nessun’altra parola.

 

 

***

 

 

Appena il principe ebbe finito il duello, uscendone vincitore, Merlin smise di tenere controllato a vista Sir Galderth e, anzi, ne approfittò quando fu il suo turno di gareggiare.

A passo svelto egli si diresse verso la tenda di quest’ultimo e vi entrò.

All’interno trovò uno dei garzoni offerti dai Pendragon, poiché il cavaliere si era presentato senza scorta e senza scudiero o paggio.

 

Lucius!” lo salutò il mago, amichevolmente.

 

Linette…” replicò questi, perplesso. “Cosa ci fai qui? Il cavaliere che devo servire è al momento impegnato nelle-

 

“Sì, lo so.” Tagliò corto la serva. “E’ il principe che mi manda a cercarti. Poiché egli, al momento, è impossibilitato a ricambiare la visita di cortesia di Lord Galderth, Sua Maestà mi ha ordinato di riferirti quanto segue: corri nelle cucine reali e fatti dare una caraffa del miglior vino di Camelot e offrilo al tuo temporaneo padrone, quando egli tornerà, come omaggio di Arthur Pendragon.”

 

“Ma io non posso lasciare incustodita la sua tenda!” si lamentò il servo, e per un istante Merlin si pentì di dover mentire al quel ragazzino ancora così giovane ed inesperto.

 

“Non vorrai disubbidire ad un ordine diretto dell’erede al trono!” gli intimò. “Rimarrò io a guardia, se la cosa ti solleva dagli scrupoli. Tu sai che il principe ha piena fiducia in me. Non credo che Sir Galderth avrà qualcosa da ridire…

 

Ma…”

 

“Oppure, se preferisci, potrebbe rimanere un segreto… vai a prendere la brocca e torna prima che egli faccia ritorno e nessuno saprà nulla…” gli suggerì, e il valletto le fu grato per il buon consiglio che eseguì all’istante.

 

Appena fu solo, Merlin si guardò attorno, curiosando alacremente su qualsiasi cosa potesse rivelarsi sospetta o di fattura magica.

Lucius era partito come se avesse avuto un’orda di Barbari alle calcagna e non ci avrebbe impiegato molto a tornare.

 

Con cura rovistò nelle sacche da viaggio dell’ospite e nell’unico scrigno posato su un rozzo tavolino. Egli scrutò con attenzione le armi di scorta affastellate alla rinfusa in un angolo, ma neppure quelle sembravano pericolose oltre alla loro funzione originaria.

Il mago stava quasi per cedere, incerto se essere contento o ancor più preoccupato per questa mancanza di prove, quando l’occhio gli cadde in un punto discosto, al limitare del tappeto steso a terra, verso il bordo del padiglione, dove uno degli appigli era piantato nel terreno.

Vi era un piccolo, insignificante cumulo di sabbia – lo stesso tipo di sabbia che ricopriva l’Arena degli scontri – ed egli non l’avrebbe notato, se non fosse stato per il resto della terra intorno. Quella tenda, come tutte le altre, era stata innalzata fra l’erba verde della spianata.

 

Merlin si avvicinò al piccolo cumulo e con la punta del piede cercò di livellarlo.

Ma con suo grande stupore, appena la suola toccò la superficie, qualcosa grattò inequivocabilmente lo stivale, e dal ribollir della sabbia egli non sarebbe mai aspettato di veder uscire ciò che vide.

 

 

 

Continua...

 

 

 

Disclaimer: I personaggi citati in questo racconto non sono miei; appartengono agli aventi diritto e, nel fruire di essi, non vi è alcuna forma di lucro, da parte mia.

 

Ringraziamenti: Un abbraccio a Tao, che sopporta i miei scleri. X3

 

Note: E cosa ci sarà…? Beh… tenetevi la curiosità! XD Ma si accettano scommesse!

E ora torniamo serie… coff coff

Nel capitolo ricompare l’accenno alla puntata 1x02 “Valiant” e all’omonimo cavaliere.

Ci tengo a precisare una cosa. Ho scelto di far dire al principe che crede a Linette per due motivi.

Il primo, per coerenza verso ilmio’ Personaggio-Arthur: più volte ho ribadito che egli è un Asino, sì, ma che sa imparare dai propri sbagli, come egli stesso ammette. Cosa che non credo affatto sia OOC.

E secondo, ma non meno importante, per rendere giustizia al povero Merlin del telefilm (non almio’ Personaggio-Merlin). Sto parlando di quel poveraccio che appena nominato al servizio del principe si era ritrovato a difenderlo da un nobile con serpenti al seguito e Arthur, anche non conoscendolo, si era fidato di lui istintivamente (pur con annesse traversie). E invece, nella 1x02, con Cedric, quando Merlin gli ha detto di stare in guardia da lui, il principe non ha voluto credergli, troppo compiaciuto nell’essere adulato da quel servo bugiardo. Alla fine della puntata, egli (a modo suo) si scusa e ammette che l’altro aveva ragione.

Ecco, io ho voluto risparmiare a Linette l’umiliazione di non essere creduta, ricalcando il comportamento di Arthur della prima stagione.

Per la bandana di Merlin non c’è pace! XD

 

Non ho altro da spiegare di questo capitolo, in caso chiedete. ^^

 

 

Precisazioni al capitolo precedente e domande varie: (a random)

 

- Sì, Arthur è cocciuto, ma sa che Merlin gli manca e pure tanto. Il problema è che, come tutti i maschi, fa fatica ad ammetterlo!

- Ogni tanto il cervello dell’Asino lavora correttamente, è che poi il messaggio si perde… XD (ma sì, noi lo amiamo anche per questo!)

O forse (come ha detto qualcuno di voi), quando sono sotto pressione i suoi neuroni rendono meglio? (tenetelo presente!)

- Non vi dirò se/come/quando Arthur saprà che Merlin è Linette. Ma posso dirvi che scoprirà che Linette non è la cugina di Merlin… e saranno dolori! X°D

- Sono contenta che abbiate trovato plausibile il comportamento di Gaius; in fondo, anche se litigano, lui lo fa per il bene di Merlin.

- E’ vero, a volte Merlin non pensa alle conseguenze del suo agire come donna. Ma sinceramente ha un sacco di cose di cui occuparsi/preoccuparsi e non gliene faccio una colpa se talvolta abbassa troppo la guardia…

- La virgola è concessa, perché è inserita in una frase enfatica in un dialogo diretto.

- Se Merlin avesse detto subito la verità ad Arthur, credo avremmo avuto un paio di spunti interessanti da leggere; ma credo anche che la mia storia si sarebbe conclusa quasi subito, perché in fondo il principe l’avrebbe trattato analogamente all’originale maschile. Non so perché, ma quella strada non accende particolarmente la mia vena creativa, anche se capisco che è una curiosità lecita, la vostra. ^^

- No, Merlin non si è rassegnato a restare donna.

Il punto è che il Drago non gli ha detto: “Fai così, cerca colà!”; si è limitato a dirgli: “Trova chi vede l’essenza dentro l’apparenza e non lasciare Arthur in mezzo ai casini!”.

In un certo senso, e contrariamente al TF, Merlin non deve ‘andare in cerca’ della soluzione, ma deve aspettare di ‘incontrarla’. Camelot, essendo un grande borgo, gli offre anche numerosi incontri e non è detto che uno di questi incontri non sia quello buono.

Oltretutto, sono passati appena due mesi e mezzo dalla trasformazione, anche se a noi sembra molto di più e il povero Merlin è stato parecchio incasinato di suo, finora.

Ma è ovvio che lui non si sia arreso, sta solo pazientando, anche perché lui e Gaius hanno già letto tutti i libri disponibili sull’argomento e il Drago non darà ulteriori suggerimenti in quel senso.

Oltretutto, lui non può far capire ad Arthur chi è realmente, perché il Drago si era raccomandato: “Non ti è concesso rivelare chi tu sia realmente, altrimenti l’incanto non si romperà.” (cfr. cap 14)

- Anche a me fa tenerezza quando il principe, stremato, si lascia coccolare da Linette/Merlin; lo trovo molto intimo, anche se il servo sta solo facendo il suo lavoro, è il modo spontaneo con cui lo fa (e le attenzioni che ci mette) a renderlo speciale.

- Ahahaha! Dite che Arthur ha la coda di paglia? Secondo me, non ha ancora dimenticato che Gaius potrebbe rivalersi su di lui per la notte della grotta, per questo si tiene alla larga da lui! XD

- Sì, Morgana è cattivella! *O* ma Arthur non è da meno con lei! U_U

Comunque vi accorgete che non litigano soltanto.

- La frase di Gaius sulBallo ArMor’ va intesa così: una volta che Arthur scorterà Morgana al Ballo (Gaius è certo che Arthur vincerà, come è stato negli ultimi anni), tutti si concentreranno su loro due e dimenticheranno bandane e fazzoletti di sconosciute/i, pegno d’onore misteriosi, ecc… diciamo che, in altre parole, il medico non vede l’ora di mettere una pietra sopra a tutta quella faccenda spinosa.

 

 

L’anticipazione del prossimo capitolo:

 

“No, tu non capisci!” si oppose ella, spintonando la serva per liberarsi dal suo tocco. “Arthur è in pericolo!” singhiozzò. “Non sono pazza, credimi!” si affannò a dire, anche se al momento non era pienamente in sé, a causa del sogno troppo recente che l’aveva sconvolta.

 

Ma…”

 

“Mio fratello non mi ascolterà mai! Però di te si fida!” la supplicò. “Diglielo, ti scongiuro!”

 

Lo stregone tentennò un istante e Morgana lo fissò dritto negli occhi, come leggendogli dentro l’anima. “Ascoltami!, Merlin…”

 

 

Bene, questo capitolo è bello luuungo come vi avevo promesso. Contente? ^__=

E colgo l’occasione per dire che sfonderemo ampiamente i 50 capitoli. Questa cosa del Torneo (un esempio su tutti) mi occupa 4 capitoli anziché i 2 ½ previsti in origine, e così è (ed è stato, e sarà) per molti avvenimenti in programma.

 

 

 

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Grazie (_ _)

elyxyz

 

   
 
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