Ciao a tutti cari lettori!
Siete fortunati questa settimana, il nuovo capitolo arriva nel weekend
regolarmente, visto? ^__^
Preavviso però che si tratterà di un capitolo bello lungo e ricco di
avvenimenti. Ma spero che abbiate la pazienza di leggerlo tutto fino alla fine,
visto che ci sarà una colossale sorpresa che potrebbe cambiare del tutto il
modo in cui vedete questa storia… XD
Che ne sarà ora degli
sconfitti? Guai ai vinti? Ma i nostri eroi non sono certo tipi da infierire!
Buona lettura a tutti, e commentate! ^__^
PS: GAZILLE X LEVI ORA E SEMPRE!
PPS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!
PPPS: Piccolo avviso… Per
tutti quelli che ricordano una mia vecchia storia su Naruto lasciata incompleta
“Tutta un’altra musica” (Shikamaru x Tayuya), sappiate che da questa settimana
non è più tale. Spero darete un’occhiata! ^__^
Gazille abbassò la lettera,
continuando tuttavia a fissarla, pensieroso.
La ripercorse tutta con
uno sguardo.
“Ma allora Oliver…”
Un rumore improvviso mise
in allerta tutti i suoi sensi. Si girò, e vide la porta in legno massiccio in
fondo al laboratorio (l’altra, non quella che aveva provveduto a sfondare…)
aprirsi verso l’interno, come le ante di un armadio.
D’istinto, riarrotolò la
lettera velocemente e se la nascose in tasca.
Mentre, con un rumore cupo
ma non strascicato, i battenti finivano di aprirsi, Oberon faceva i suoi primi
passi nel laboratorio.
“Le fiale ai due ingressi
del laboratorio contengono gli ingredienti della pozione che consente
l’accesso: un esperto in pozioni è facilmente in grado di distinguerli e
mescolarli secondo il giusto ordine. Bagnato il piedistallo in marmo con la
miscela ottenuta, il meccanismo magico si attiva e le porte si aprono.” –spiegò
mentre entrava, sicuro di trovar già lì l’altro concorrente- “Ovviamente vedo
che non essendo tu un esperto in pozioni hai trovato un modo per entrare al livello
delle conoscenze.”
“Insinui che sono un ignorante?”
“Scommetto che non hai
neanche provato qualcosa che non fosse il ricorso alla semplice forza bruta.”
“Ehi! Per quanto ne sapevo poteva anche essere qualcosa del tipo che avrei
dovuto bere quella giusta. Perché rischiare? E se avessi sbagliato e fosse
stato un veleno?”
“Non avresti corso poi
grandi rischi: prese singolarmente hanno tutte effetti innocui, dolcificante,
abbronzante... E la combinazione più rischiosa che puoi trarne è un medicinale
dagli effetti lassativi.”
Il buon vecchio Oliver,
come ogni scienziato, aveva escogitato un modo per difendere le sue scoperte da
eventuali intrusi, ma neanche voleva che questi si facessero troppo male…
“Ad ogni modo non mi
sarebbe piaciuto.”
Oberon ridacchiò, poi
mettendo da parte Gazille, si guardò intorno, e più cose passavano davanti i
suoi occhi, più il suo sorriso si allargava: “Finalmente!”
Il dragon slayer per
precauzione si teneva in guardia, ma si rese conto che al biondino, della sua
presenza in quel momento non poteva fregargliene meno.
“Il laboratorio del nonno!
Finalmente l’ho trovato!”
Si udivano solo i passi
dei suoi stivali sul pavimento in legno e il suo respiro eccitato; si muoveva
di qua e di là, come un bimbo in un negozio di caramelle, allibito dalle
meraviglie che lo circondano, che non sa dove guardare, cosa provare per prima.
Carezzava i tavoli da lavoro, contemplava meravigliato le lavagne, afferrava
una boccetta per poi rimetterla subito giù per prenderne un’altra, o srotolare
una pergamena, o aprire un libro.
Anche non potendo
leggerne, per via dell’incantesimo criptante, li sfogliava con avidità,
ridendo, con la pelle d’oca.
“È tutto qui! Tutto il suo
genio, tutte le sue scoperte! E io sono il nipote di un tale genio! Chissà cosa
avrai provato ad inventare formule una dopo l’altra, nonno!”
Gazille sbadigliò: lui lì
vedeva solo paccottiglia e ammennicoli, e anche poco metallo buono da
sgranocchiare.
“Ah ah ah, si! Henry,
Oberon, Sybille, Evelyn, ce l’abbiamo fatta! Qui fra queste carte e questi
alambicchi c’è ciò che cerco! L’Incanto Cupidus è qui, e tra poco sarà mio!
L’amore, ciò che tutti al mondo desiderano, potrà essere mio, potrà essere di
tutti! Anche a costo di star qui per giorni lo troverò!”
Gazille lo chiamò battendo
il tacco a terra, come bussando a una porta.
Aperto il tubo in cui li
aveva conservati, Gazille gli mostrò i fogli arrotolati, mettendo in bella
vista il sigillo rosso a forma di cuore che li teneva fermi.
“Io l’ho trovato in
qualche minuto, ma se vuoi che ti lasci solo con le pozioni per un po’… solo
non esagerare, eh?”
“……”
Oberon fece due passi
nella sua direzione e sguainò la spada, la quale provocò il dragone con un
acuminato sibilo.
“È quella la formula? È
l’Incanto Cupidus?”
Gazille gonfiò il petto e
gli mostrò il simbolo del cuore sul “Sembrerebbe… perché non vieni a
togliermela dalle mani, così ne siamo certi! Ghi hi hi hi!”
“Come sei riuscito a
trovarla?”
“Non ci capirò nulla di pozioni, ma in certi casi basta un po’ di fortuna.”
Infatti, si disse Oberon:
Oliver per precauzione aveva tentato di distruggere tutti gli esemplari del suo
preparato dell’innamoramento. Alcune boccette gli erano sfuggite, ma di sicuro
non potevano essersene salvate nel suo laboratorio: dell’Incanto Cupidus lì non
era rimasta che la formula.
“Dammela Gazille.” tagliò
corto Oberon, senza ombra di voglia di ridere.
“Mhmm, non saprei…” ghignò
rigirandosi la formula nella mano.
“Ascolta, Gazille, sono
venuto fin qui appositamente per quell’incantesimo.” –oltre che per aiutare i
suoi amici- “A te non interessa: ti importa solo di togliertelo di dosso. La
tua amica sarà anche in grado di decifrare quelle carte, ma qui l’unico
competente di pozioni sono io. Dai a me la formula Gazille: ti prometto
sull’onore di mio nonno che la prima cosa che farò sarà guarire te e le tue
amiche, così questa storia avrà termine, potrete tornarvene alla vostra gilda e
saremo soddisfatti entrambi.”
“Solo un momento,
biondino, sto pensando all’ultima volta che ti sei detto disposto a trattare
con noi…”
Si era nascosto dietro
degli ostaggi inesistenti per poi cercare di catturarne sul serio nonostante
sorrisi e disponibilità. E neanche i suoi tentativi successivi erano riusciti
ad evitare uno scontro tra i suoi cacciatori di pozioni e i Fairy Tail (anche
se un po’ per colpa dell’insubordinazione di alcuni suoi compagni… e anche un
po’ per la testa calda degli stessi gildaioli!).
Oberon strinse le labbra:
con simili precedenti… Ora era sincero, ma si ritrovava a pagare della slealtà
dimostrata all’inizio.
“Stavolta è vero Gazille:
ce ne siamo già date abbastanza e a dirla tutta sono stufo di te e dei tuoi.”
“Ma dai, anche io sono
stufo di te, ed è per questo che non ti darò l’Incanto Cupidus.” disse
richiudendolo nel tubo e mettendo poi questo nella sacca che teneva a tracolla,
ben stretta e fissata, dietro la schiena.
“Gazille!”
“Troverò da me un modo per liberarmi dell’Incanto Cupidus: ad esempio
costringendoti dopo averti sconfitto!”
“Cerchi a tutti i costi la
lite.” constatò squadrandolo con rabbia.
“E che ti aspettavi? Ti
avevo già avvertito di quanto mi stessi sulle scatole, ed hai avuto pure il
coraggio di farmi fare una figuraccia con quella pozione della ridarella. E,
cosa non certo da poco, hai fatto del male ai miei compagni; e ora ti aspetti
di mettere le cose a posto con me?”
Si sgranchì le nocche:
“Nossignore: il nostro scontro non finirà prima che ti abbia dato un bella…
lezioncina!” sussurrò calcando l’ultima parola.
Oberon strinse
nervosamente il manico della spada: “Te ne pentirai amaramente!”
Al contrario Gazille aveva
la faccia di chi non aveva dubbi su cosa stava facendo, e di chi sa che
facendola si divertirà moltissimo!
Il loro incontro doveva
continuare fino alla fine, altro che contrattazione! Ne aveva di motivi per
farlo, e anche non li avesse avuti… era pur sempre un dragon slayer! Che ne
sarebbe stato del suo orgoglio in quanto tale?
<< Inoltre se è qui vuol dire che ha pestato
sia Natsu che Gray: se lo batto poi li prenderò per il culo fino a stancarmi
dal ridere! Ghi hi hi! >>
Sollevò il braccio destro
e lo trasformò in un largo spadone.
“Allora?”
“Aspetta.” –disse Oberon,
senza abbassare l’arma- “Non vorrai mica combattere qui…”
Gazille sorrise: “Sapevo
che avresti fatto storie. Ma tranquillo: mi interessa solo combattere, non
distruggere questa roba. Poi se ti viene un esaurimento nervoso non è mica un
bello spettacolo, mister “Finalmente ho trovato il laboratorio di mio nonno!”!
Ghi hi hi!”
“Umpf!” sbuffò lui, non sentendosi adeguatamente rappresentato in
quell’imitazione.
Gazille indicò col pollice
dietro le sue spalle: “Andiamo di là: tuo nonno aveva un solaio davvero enorme,
sarebbe un peccato non sfruttarlo.”
Oberon si avvicinò di
qualche passo.
“Dopo di te.”
“Preferisco tenerti
d’occhio.” ribatté il biondo.
“Qui non sono io quello che
ha cercato di far fesso l’altro.”
“Senti, ero sincero a dire che ti avrei tolto l’Incanto Cupidus: se non ti vuoi
fidare peggio per te. Non venirti a lamentare se sarai costretto a portarlo per
sempre.”
Il piccolo botta e
risposta si svolse mentre i due camminavano affiancati fino al fondo del
laboratorio. Gazille non vedeva l’ora di uscirne per iniziare, Oberon invece
lanciava occhiate a destra e a manca, dispiaciuto sia di dover lasciare così
presto quel luogo così significativo e affascinante, e anche all’idea di
doversi confrontare ancora; combattere a lui non piaceva.
Il mastro di pozioni
attraversò l’uscio sfondato con preoccupazione: incrociò le dita sperando che,
se la lotta si fosse fatta particolarmente accesa, nulla all’interno andasse
danneggiato… ma visto il soggetto, come poteva garantirlo?
Gazille si addentrò nella
vasta anticamera, mentre Oberon si attardò all’ingresso del laboratorio. Con
perizia mescolò le cinque pozioni che Gazille aveva lasciato perdere, e,
bagnato il piedistallo di marmo su cui poggiavano con una goccia del composto
ottenuto, le porte divelte dalla draconica forza del mago metallico volarono di
nuovo al loro posto, anche se tutte ammaccate e rovinate. Poi la miscela si
ridivise nelle sue componenti, che tornarono ciascuna nel proprio alambicco.
Completata l’opera, Oberon
si diresse verso Gazille, che si era allontanato di parecchi metri per fortuna.
Si guardò dietro: <<
Ti ho cercato a lungo e non gli
permetterò di rovinare i miei sogni… e i sogni degli altri… >>
Il sole brillava alto nel
cielo: si era vicini all’ora di pranzo.
I finestroni circolari,
come riflettori, proiettavano sul pavimento tra i due contendenti dei cerchi
luminosissimi: attraverso quei raggi, Gazille e Oberon si scrutavano pronti a
decidere le sorti della battaglia della villa di Oliver, sfidando sia l’altro,
sia la forte luce del sole, saldi, imponenti entrambi.
Un grande spazio vuoto li
circondava, a tratti ombroso, a tratti luminosissimo laddove i raggi
trapassavano i finestroni, interrotto unicamente dalle grandi colonne.
“Ti sconfiggerò e mi
riprenderò l’Incanto Cupidus, mio di diritto.”
“E ai diritti delle vittime non ci pensi, cretinetto?”
Oberon stappò una pozione
e bagnò la sua lama e parlò come sentendosi insultato: “La vittima sono io!”
“Non farmi ridere!” gridò
Gazille caricandolo senza preavviso!
Nel frattempo, molti metri
più sotto… e un ala più lontano, una povera donna piangeva sconsolata.
“Uaaaaah! Sigh! Sigh!
Sigh!”
Wendy, e Charle in piedi sulle sue spalle, si erano tappate le orecchie a
vicenda!
“Oh, me misera! Oh, me
disperata!”
<< E lei avrebbe stile? >> -pensò la
exsheed- << Gli altri cattivi che
abbiamo sconfitto mica facevano tante scene una volta finito con loro… >>
Lily, che zoppicava
vistosamente per le tante botte prese ne ebbe invece pietà: “Non riesco a veder
piangere così una donna. Vuoi un fazzoletto?” disse tirandolo fuori da una
tasca dei pantaloncini
“Sparisci tu! Vuoi di
nuovo ingannarmi fingendoti gentile per poi trasformarti in un mostro
culturista, ammettilo! Sigh!”
“……” scrollando le spalle dinanzi la gentilezza rifiutata, non gli restò che
usarlo lui per asciugarsi sudore e graffi.
Se voleva che a offrirle
il fazzoletto fosse direttamente un “mostro culturista” bastava chiedere…
Intanto Sybille
fortunatamente si limitava a giacere immobile sulla schiena, con gli occhi
vacui rivolti al soffitto. Non pareva neanche avesse appena finito di
combattere: più che alla sconfitta sembrava pensare semplicemente a riposarsi.
Qualche passo un po’ più
in là, anche un’altra signora, Acquarius stava piantando una lagna, in quel
caso con Lucy; solo che quando lei si lamentava mica piangeva… si limitava ad
affogarti!
“Che razza di modo era
quello per evocarmi?! Ora ci mettiamo anche a tirare le chiavi, eh? Pensavi di
essere acrobatica, figa o cos’altro? Ora ti do una lezione che…”
“Zzz… zzz… zzz…”
“…… Ma che fa questa?”
“Dorme.” disse Levi,
avvicinandosi alle spalle dello spirito, che teneva la maghetta bionda
sollevata da terra a forza di braccia.
Questa però, una volta
afferrata, era caduta subito in catalessi.
“Penso sia la fatica: oggi
ha evocato quasi tutti gli spiriti stellari che possiede, troppi in un solo
giorno. Deve riprendersi.” seguitò la turchina.
Anche lei aveva bisogno di
riprendersi, come testimoniava il suo inseparabile nastro tutto zuppo di
sudore.
“Tsk!” –Acquarius fece una
smorfia schifata- “Pappamolla! Così che gusto c’è a prendermela con una che
dorme? Niente urla, niente scuse, niente paura… Bah, per questa volta ti è
andata bene.”
Poggiò piano la padroncina
a terra, cosicché Levi potesse sollevarle un po’ il capo e sincerarsi delle sue
condizioni.
“Ecco brava, bada tu a
lei: io devo tornare dal mio amoroso Scoprio, che è ancora acciaccato per colpa
del veleno che si è preso per difendere Lucy… Ma proprio lui doveva evocare in
quel momento? Il mio povero fidanzato…”
E con le mani sul cuore,
lo spirito che un secondo prima minacciava tuoni e maremoti alla sua stessa
padrona scomparve in una nuvoletta brillante.
“Brava Lucy, tu e Wendy
siete state bravissime.” disse Levi al corpo incosciente.
“Di nulla.”
“AAAAAAHHH!”
“Ssssh! Non urlare! Acquarius potrebbe essere ancora nei paraggi!”
“Ma… ma tu non eri svenuta
per tutti gli spiriti che hai evocato?!”
“Beh, in realtà ci sono
vicina…” –fece con un’affaticata vocina flebile- “Ma visto cosa rischiavo con
Acquarius, ho pensato che un sonnellino non potesse che farmi bene.”
“Eh eh eh, bel colpo!”
Levi sollevò l’amica e la
portò vicino il cumulo dove si erano riuniti tutti, amici e nemici, per farla
guarire da Wendy.
Fatta distendere Lucy
davanti a lei, impose le mani, ma non era ferita, piuttosto spossata, quindi
passò subito ad occuparsi di Pantherlily, ben più contuso.
<< Sono molto stanca anch’io… ma almeno un po’
dovrei riuscirci… >>
“Levi, tu tieni d’occhio
queste due.” –fece Charle all’unica ancora in piedi- “Non vorremo mica
rischiare ci facciano qualche altro scherzo!”
“BUAAAAAHHH! Sniff…”
“…… Uff…”
La ninja, immobile con
braccia e gambe divaricate sul fianco del cumulo, come paralizzata su di un
divano, reclinò il capo verso di lei: “Francamente… continuare a combattervi
non mi interessa poi tanto.”
“Non devi essere molto
popolare alle feste.”
“In genere non mi ci
diverto… ma neanche mi annoiano…”
<< Questa qui fa impressione! >>
L’unica meno acciaccata
era decisamente Evelyn vista la tanta forza che metteva nel frignare! In
realtà, per una tipa come lei, rovinarsi il look con un bagno fuori programma
era un autentico shock!
“È la fine! La fine dei
miei sogni… come della mia avvenenza, dissoltasi come il mio trucco nell’acqua di
una brutalizzante alluvione bruttificante!”
“Uh, e quanto la fai
lunga!”
Evelyn si strizzò i
guanti: “Ma guardatemi! Sono brutta come un gattino bagnato!”
“Si dice << pulcino bagnato >>…” la corresse
Charle.
“Di certo anche tu nella
mia situazione non saresti uno splendore.”
“Io non sono un gatto,
sono una exsheed! E quando mi bagno non sono brutta, precisiamolo!”
Evelyn però aveva già
smesso di ascoltarla: lei stessa in quel momento era si meritava certo più
attenzione: “È la fine… Non avrò mai l’Incanto Cupidus… Ci hanno battute e
forse anche gli altri a quest’ora sono stati sconfitti… Non troverò mai un uomo
che mi apprezzi per quello che sono!”
Fece un pausa, il cui
silenzio venne rispettato dagli altri presenti… forse più per empatia che per
assaporare finalmente un po’ di calma dal suo strazio!
“E come se non bastasse…
Non sono riuscita ad avere nemmeno la mia gattina bianca parlante! Sigh!”
“Ma se qualche minuto fa volevi farmi la pelle!”
Evelyn arrossì: “Oh, non
ci badare, ero solo un po’ fuori di me, lo sai che ti strapazzerei di coccole…
Vuoi che ti strapazzi di coccole?”
“No, grazie.”
“Sicura?”
“Si.”
“SIGH!”
Wendy teneva le mani,
illuminate di verde per l’esecuzione del suo incantesimo, sul corpo di Lily,
distesosi a terra per lasciarsi riparare un po’; intanto ascoltava (non
sentirla era difficile…), e almeno lei, a differenza dell’amichetta pelosa,
provava un po’ più di compassione.
“Perché dici che non
troverai mai nessun uomo che ti apprezzi per ciò che sei? Non sei un po’ troppo
pessimista?”
“Non cercare di consolarmi, tappetta, perché è inutile!” –disse tirando su col
naso in un suo proprio fazzoletto (già bagnato)- “Sennò perché avrei fatto un
simile viaggio scalcinato per trovare quella pozione?”
“Cos’è questa storia?”
domandò Lucy, girando appena la testa per non doversi rialzare.
Evelyn sospirò (e intanto, si immaginò sé stessa sotto la luce di un
riflettore): “Va anti così da tempo: ogni volta che si fa avanti un nuovo
corteggiatore finisco per credere sia la volta buona, che sia diverso dagli
altri, che a lui non interessi solo il mio aspetto… E poi ovviamente finisce
male! Non ho mai avuto una storia d’amore vera, come quella delle favole! Ormai
mi ero convinta che fosse impossibile qualcuno si innamorasse di me per quello
che ho dentro, poi Oberon mi ha ridato la speranza. Se solo avessi avuto un po’
di Incanto Cupidus… Avrei potuto finalmente avere un fidanzato che mi
riverisse, mi ascoltasse, mi consolasse, riversasse tutte le attenzioni su di
me, che facesse tutto quello che dico io… senza che dovessi richiederglielo io,
soltanto perché mi volesse bene.”
“Beh, tutte noi ci
auguriamo di trovare qualcuno così (anche se forse un po’ meno schiavo di come
lo vuoi tu…)”
“E allora ci saremmo
sposati e saremmo andati a vivere in una bella casetta in campagna, con
piscina, idromassaggio, tanti bei lussi e avremmo trascorso le nostre serate in
giardino a coccolare la nostra micetta parlante col vestitino e i suoi
cuccioletti.”
A Charle gli occhi
strabordarono dalle orbite: << Cielo
ti ringrazio, cosa ho scampato! >>
“Ma suvvia, una non può
mica essere bella e basta.” disse Lucy, lasciatasi coinvolgere anche lei nel
discorso.
“No, infatti, come avete
detto sono anche scema… Non so fare discorsi interessanti, quando le cose vanno
male faccio capricci a non finire… Sono antipatica! Non sono brava in cucina,
non sono brava a combattere senza qualcuno che mi aiuti… Chiedo sempre e non do
quasi nulla… Dentro di me non ho assolutamente nessun lato positivo.”
“Impossibile.” protestò la
bambina.
“Ditemene uno…”
“Ehm…”
“Sigh!”
“Ehi, mica dobbiamo essere
noi a dirteli, no?” -Wendy si rimise in piedi e le si avvicinò- “Ascolta, non
devi credere di non aver nessun lato positivo. Forse per le tante delusioni che
hai avuto semplicemente non ci pensi; ma tutti ne hanno. Guarda Lucy.”
“Eh?”
“Ha più seno che cervello
certe volte…”
<< BRUTTA PICCOLA… SEI FORTUNATA CHE SONO
TROPPO STANCA PER DISINTEGRARTI >>
“Però in combattimento ce
la mette tutta, tratta i suoi spiriti con gentilezza quando per gli altri sono
solo oggetti, e anche se è un po’ vanitosa è sempre pronta ad aiutare i suoi
amici e ad accoglierli in casa propria.”
“Quest’ultima affermazione è un po’ forzata… ma grazie…”
Lucy, piegandosi su un
ginocchio, si tirò su rivolgendosi verso la sconsolata: “Non sei messa poi così
male; conoscere ed ammettere i propri difetti come fai tu non è da tutti, io ad
esempio ha la “carissima” Wendy a ricordarmeli… Ti confesso che a causa loro
sotto sotto temevo, e temo ancora, di non piacere a Gazille quanto lei, ma non
ci rinuncio mica: semplicemente cerco di tirare fuori la parte migliore di me.
Qualunque persona ha di che essere fiero: prendi Wendy per esempio.”
“Eh?”
“È una nanerottola che combina poco o niente tanto è timida e scarsa…”
<< VIPERA! COME HAI POTUTO?! SE ORA
NON PASSI ANCHE TU A PARLARE BENE DI ME NON TI RIVOLGERò MAI Più LA PAROLA!
SIGH! >>
“Però anche se piccola è
già molto matura, se la sa cavare sempre ed è così dolce che decine di persone
alla gilda stanno aspettando che cresca per fare un tentativo.”
Charle, avvoltasi in un
aura oscura, sguainò gli artigli: << Decine
di persone da aggiungere alla lista nera… >>
“Anche lui quindi alla
fine ha tutti i requisiti per far sì che Gazille si innamori di lei, e
doverosamente lo ammetto.”
Evelyn le guardò triste: “Beh… ma tutto questo che ha a che fare con me? A me
questo Gazille non interessa (ed interessa a voi solo per l’incantesimo che vi
ha colpito…).”
“Il punto è, a volte qualcun
altro da fuori i punti forti di una ragazza li nota e li tiene a mente anche
più della ragazza stessa.”
<< Che belle parole. >> -pensò Lily-
<< Non sembrano neanche loro; l’Incanto Cupidus non solo provoca colpo di
fulmine, ma sembra risvegliare il lato romantico delle persone. >>
Wendy sorrise all’ex
odiosa avversaria: “Un giorno troverai qualcuno che conosce tante cose belle su
di te che tu ignori. Aspetta e vedrai!”
“……”
Levi si fece passare di
nascosto il fazzoletto asciutto da Lily e lo passò alla rossa: da lei lo
avrebbe accettato, e così fu.
Anziché asciugarsi un po’,
la donna coi tacchi l’adoperò per soffiarsi il naso: “Sono le più belle parole
che mi abbiamo mai rivolto! Vi ringrazio!”
Le Fairy Tail le sorrisero
in coro.
“A quanto pare non è poi
detto che due “incupidite” dello stesso ragazzo non possano andare d’accordo.”
osservò Levi guardando Wendy e Lucy battere il cinque e scambiarsi complimenti a
vicenda per il bel lavoro svolto.
“Eh, mi sa proprio che
alla fine Gazille sceglierà te.” disse Lucy facendo spallucce.
“Naaa, sei tu che lo
conquisterai per prima.” fece Wendy scuotendo una mano.
“Vedrai, alla fine si
metterà insieme a te.” sorrise l’una.
“No, si metterà con te.” sorrise l’altra.
“No, con te.”
“No, con te.”
“No, con te.”
“Ok, con me!” esultò
Wendy!
Lucy ci pensò su…
“…… EHI, NO! LUI SI
METTERÀ SOLO CON ME!”
“MANCO PER SOGNO!”
“GRRR!”
“GRRR!”
Quando si dice parlare troppo presto…
“Ora mi sento molto
meglio, grazie.”
“Figurati!”
Come si pentiva di averle
trattate così duramente e di aver detto loro che erano senza classe: anziché
ridere del nemico sconfitto l’avevano aiutato senza alcun motivo per farlo,
altro che moda e bellezza!
“…… Allora… posso avere anche Charle adesso?”
Non solo la exsheed, ma anche Wendy, Lucy, Lily e Levi si unirono alla
risposta: “NO CHE NON PUOI!”
Evelyn, imbarazzata, scosse
la mano e cacciò una risatina: “Eh eh eh, scherzavo, scherzavo!”
Evelyn tirò un altro
sospiro: addio per sempre, gattina da compagnia parlante con cui far morire
d’invidia gli ospiti a casa!
<< Ora sono meno triste… ma succederà come
hanno detto loro? Ci sarà davvero quest’uomo che troverà i miei pregi nascosti?
>>
Nessuno glielo assicurava…
Ma l’idea che qualcuno conoscesse meglio di lei ciò che avesse di bello e
venisse a dirglielo col cuore in mano ora gli piaceva di più e gli faceva
completamente dimenticare l’Incanto Cupidus!
Come si sul dire: la donna
è volubile!
Evelyn aprì una piccola
trousse, desiderosa di risistemarsi un pochino.
“Devo dire che siete state
proprio brave, meglio di una seduta di psicodialisi.”
“Si dice << psicanalisi
>>…”
“Quello che è…” –la rossa
si voltò alla sua sinistra, verso la compagna cacciatrice- “Chissà, forse
potreste riuscire a fare qualcosa anche con Sybille.”
Levi guardò la ninja che
aveva sconfitto con un misto di orgoglio per sé stessa (non vedeva l’ora di
raccontare a Jet e Droy quanto era stata fantastica!) e di curiosità. Alla fine
Lucy e Wendy avevano accantonato i rancori e, ascoltata la storia di Evelyn,
era venuta fuori una piccola intesa, sufficiente a placare lo straziante pianto
della rossa.
Lei invece di pianto
neanche l’ombra, né un gemito, né una parola; il che incuriosiva molto più del
banale, umanissimo pianto di Evelyn. Che anche lei, sotto quella placca
d’indifferenza, scalpitasse per aprirsi, narrare la sua storia?
“E tu, che mi dici?”
Sybille la guardò
blandamente: “Cosa? È venuto il mio turno di far sapere a tutti il mio passato
tragico cosicché possiate sentirvi in pena e cacciare qualche altro bel
discorsetto per provare a “salvarmi”? Francamente, la trovo una cosa inutile.
Non c’è nulla che possiate dire che possa avere effetto su di me.”
“Suvvia, Sybille, di loro
ci si può fidare…” –la incoraggiò Evelyn- “L’hai visto anche tu che ci sanno
fare. Prova, cosa ti costa?”
“Ascoltala, Sybille!” disse una voce appena entrata nella stanza.
Lily saltò all’impiedi e
rese truce il suo visino, ma il nuovo arrivato si rivelò un volto conosciuto e
certo non minaccioso.
“Oh, sei tu Lionel.” –fece
la rossa nel vederlo trascinarsi dentro verso di loro- “Ti hanno battuto, non è
vero?”
“Ecco… diciamo di si”
“Chissà perché me lo
sentivo…”
SDONG!
“Pe-però ho avuto una
menzione d’onore!”
Pollice alto da Natsu: forse
non era un riconoscimento poi così importante, ma tanto gli era bastato per
sentire di poter dare finalmente una svolta!
Lionel camminava con una
mano perennemente sullo stomaco. Passando vicino Lily si ritrasse leggermente:
“Eh eh, buono! Non sono qui per combattere!”
Poi si rivolse all’apatica
compagna di banda: “Di questi tipi ci si può fidare, ci si poteva fidare sin
dall’inizio, ma non ce ne siamo accorti. Giusto poco fa, uno di loro, che
avrebbe dovuto combattermi, mi ha aiutato molto, anche se senza volerlo: e ora
non avete davanti il solito vecchio Lionel ve lo garantisco!”
Si voltò poi verso la sua amata, colorandosi dello stesso colore dei suoi stoppacciosi
capelli bagnati: “Ho cambiato idea: non voglio più quella pozione per riuscire
in una dieta, anzi, non voglio più nessuna pozione. F-forse anche tu
cambieresti idea se… se lasci che ti dica due parole. I-io non penso tu abbia
bisogno dell’Incanto Cupidus per avere ciò che cerchi.”
Evelyn alzò una mano: “Grazie, ma arrivi tardi, ci hanno già pensato loro.”
“…… davvero?”
“Si, e poi visto e
considerato che siamo già stati battuti in tre non è che abbia molta scelta.”
“Oh… ehm, bene…”
“Se stavo ad aspettare te…”
SLASH!
Trafitto al cuore
dall’impietosa daga della sottovalutazione, Lionel prima si accasciò al suolo e
poi andò ad affondare la faccia sulle gambe isolato in un limbo di depressione.
“Sigh! Sigh! Sigh! Tutta
colpa di questo stupido mal di pancia! Se solo non mi fossi attardato lì dentro…”
Mentre arrivava lì, dopo
essersi lasciato alle spalle Oberon, Natsu e Gray, aveva avuto la fortuna di
trovare un gabinetto ancora funzionante: una sosta che allora gli era sembrata
provvidenziale e che ora malediceva!
<< Sigh! E mi ero anche preparato cosa dirle! Potevo
fare una così bella figura! >>
I Fairy Tail rivolgevano
intanto occhiate stranite alla donna inzuppata, ma questa, sempre seduta sul
suo pezzo di tetto crollato, accavallò le cosce e guardò da un’altra parte
emettendo un “Umpf!”…
Visto che Lionel,
affranto, non sembrava voler essere di compagnia, Levi tornò al discorso da lui
interrotto: “Ecco… capisco sia parecchio strano mettersi a fraternizzare dopo
essercele date di santa ragione… Però, come hai visto, sembra che non sia così
difficile per i nostri due gruppi andare d’accordo; quindi… non so, se ti va di
parlare...”
“Io sarei proprio curiosa
di sentire che storia ha dietro questa qui.” –fece Charle- “Una tizia senza
emozioni non si incontra tutti i giorni.”
“Non è che non ne ho, ogni
tanto sento qualcosina, ma dura poco ed è quasi niente.”
“Oh, anch’io sono curiosa se è per questo: Sybille non ci ha detto poi molto
del suo passato.”
Sybille sbuffò sotto il velo nero della maschera: “Come si vede che il
combattimento è finito e non c’è più granché da fare.”
Nel frattempo che arrivasse qualcun altro o si sapesse qualcosa di più della
situazione, tanto valeva intrattenersi un po’ visto che erano tutti troppo
stanchi per il momento…
Levi le mise una mano
sulla spalla, anche se l’altra reagì a malapena: “Sybille, giusto? Dicci di te.
Dopotutto… suppongo non ti faccia “né caldo né freddo”, vero?”
“…… Questa mi è piaciuta.”
ammise Sybille.
Evelyn attirò a sé Lucy:
“Secondo me la tua amica ci sta provando con la mia.”
“Dici? Sarebbe bello si
mettessero insieme!”
“Già!” –batté le mani Evelyn- “Forse in questo modo quel ghiacciolo umano si
scioglierà un poco!”
Levi intanto era tutta rossa e tutta disperata: “Non ci sto provando! Se
l’Incanto Cupidus su di me non funziona non è per quel motivo!”
<< Forse dice il vero… >> -pensò
allora Evelyn- << Del resto, se
come dice non è lesbica, c’è una ragione per cui non straveda… per me che son
così bella! >>
Così, Sybille dall’umore
grigio iniziò a raccontare la sua grigia storia.
Sono orfana. Non ho mai conosciuto i miei genitori: sono stata
adottata prima del mio primo ricordo.
Chi mi ha adottato è stato il master di una gilda di maghi, ma
forse è più corretto dire delinquenti. Era una gilda piccola e segreta, specializzata
in missioni che appunto richiedono segretezza: lavori silenziosi, rapidi, senza
lasciare traccia.
Di certo non venni adottata per desiderio d’affetto o per
rallegrare l’ambiente. Il master, visti gli ultimi insuccessi, voleva tentare
un investimento a lungo termine: mi prese con sé per allenarmi e farmi
diventare l’agente segreto perfetto, il più freddo, distaccato, spietato e
professionale ladro-sicario-scassinatore-sabotatore-eccetera che fosse mai
esistito…”
“Come
definizione è un po’ lunga…” interruppe Lucy.
“C’è anche l’”eccetera”…”
fece notare Wendy.
“All’inizio il master non
conosceva la parola “ninja”; quando seppe che poteva riassumerci tutto fu
contento di dover sprecare meno fiato.”
“Prosegui…”
La gilda, per riuscire nel suo intento, mi prese con sé da
piccolissima proprio per potermi plasmare al meglio.
L’addestramento fu basato, più che sulle normali abilità
richieste per quei lavori, alla soppressione delle emozioni: solo così si
pensava ne sarebbe uscito un mago capace di non fermarsi mai dinanzi a nulla.
Sin da bambina mi venne insegnato a non ridere agli spettacoli
dei comici, a non piangere quando il gelato cadeva a terra dal cono, a non
disgustare quando mi servivano la pasta scotta, a non sorprendermi quando al
mio compleanno organizzavano feste a sorpresa…
“Che mostri!”
Felicità, divertimento, ribrezzo, sorpresa, e poi odio, noia,
paura… tutto sacrificato e messo da parte, in nome di un controllo perfetto e
razionale sui propri sensi in ogni momento. A conclusione dell’addestramento,
per dimostrare che ero diventata completamente libera dagli ostacoli delle
emozioni, costrinsero ad uccidere…
“!!!!”
Il mio pupazzo di peluche preferito aprendogli il pancino.
“Fiuuu…”
“E ovviamente l’ho fatto,
senza rimorsi, né allora né adesso… Sarà che ormai ero diventata cresciutella
ormai… E ormai la mia vita era già diventata grigia, perché non potevo più
apprezzarla intorno a me in nessun modo.”
“A quanto sembra
l’esperimento ha avuto successo.”
“Anche troppo se è per questo.”
Come risultato divenni apatica e tanto seccante che non
riuscivo ad appassionarmi più a nulla… manco alle missioni che mi assegnavano…
Ero diventata indifferente a tal punto che nemmeno la gilda mi
interessava più: completare la missione non mi allettava e spesso me ne tornavo
a casa, oppure la portavo a termine alla perfezione per poi andarmene senza
ritirare il compenso perché non mi faceva né caldo né freddo.
Ovviamente fui cacciata via a pedate… e la cosa non importò granché.
Tutto questo è successo più o meno un anno fa. Da allora mi
sono mantenuta con piccoli lavoretti che riuscivo a trovare grazie alle mie
doti atletiche, acrobata, pedinatrice per conto di investigatori privati, o
altri grazie alla mia apatia, come ad esempio il cartellone pubblicitario; e in
quello stesso periodo incontrai Oberon e gli altri.
“Cartellone
pubblicitario?”
“In pratica restava ferma
immobile a lato della strada con un manifesto incollato addosso.” –spiegò
Evelyn- “Questo perché non provando niente non si annoiava nemmeno a stare
tutta una giornata in piedi e non si imbarazzava quando la gente la guardava
confusa…”
Senza emozioni, i miei giorni sono trascorsi pallidi l’uno
dopo l’altro, senza mai grandi differenze, migliorando giusto un po’ quando ho
conosciuto i miei primi amici.
Ovviamente Oberon non ci pensò due volte ad offrirmi le sue
pozioni. Effettivamente, con quelle le mie capacità ricettive aumentano del 10,4%,
ma dopo aver provato ho rinunciato subito.
Vedendo Henry e la sua dipendenza dalla pozione calmante, mi
sono resa conto di non volermi ridurre anch’io così (senza offesa per Henry…),
costretta di volta in volta a bere la pozione giusta per entrare nello stato
d’animo giusto. Purtroppo Oberon non era abbastanza esperto da trovare una
pozione per guarirmi e rendermi come chiunque altro, ma mi disse che forse, con
le conoscenze di suo nonno ce l’avrebbe potuta fare.
Quando mi chiese di seguirlo, per una volta, risposi subito
affermativamente: la cosa mi faceva solo caldo.
Il pensiero che forse sarei diventata una persona normalmente
emozionabile mi piaceva, riuscivo a sentirlo chiaramente; in fondo, tanto era
bastato per farmi provare qualcosa, chissà cosa avrei sentito se la missione
fosse riuscita. Non avevo poi nulla da perdere.
Tutti al guardarla
parlare, avevano assunto un’aria triste, compassionevole, che però, neanche
stavolta, riuscì a sfiorare la poverina che restava sempre dell’identica
espressione. Finito di parlare, Sybille con un verso affaticato si sollevò
sulle braccia, mettendosi seduta; poi afferrò il lembo della maschera sopra il
suo naso e l’abbassò, rivelando il suo volto, così giovane, dell’età che la
vita non puoi non sentirla, eppure così spento.
Prese un bel respiro
d’aria fresca: “E questo è tutto.”
“Anche adesso nella
sconfitta” –proseguì alzando gli occhi al soffitto- “Non avverto né
umiliazione, né rabbia, né sconforto, né voglia di rivalsa, anche se forse con
essa le speranze che avevo riposto in me si spengono del tutto. Ormai l’avrete
capito anche voi: sono un caso unico e disperato, che però di disperazione non
ne sente manco un po’.”
Lily e Charle, e anche gli
altri, abbassarono il capo, come sentendosi colpevoli di non poter fare nulla
per lei.
Evelyn scosse il capo.
Lionel si era depresso
ancora di più…
<< Ti sbagli secondo me… >> -pensava
Levi- << Anche con tutta la
freddezza con cui hai raccontato, sei riuscita ad esprimere la tua malinconia;
non le vedi le nostre facce? Siamo tristi perché è triste la tua storia e lo
sei anche tu. Dev’essere terribile non potersi sentire né bene né male: anche
solo ad immaginarlo viene un nodo allo stomaco. >>
Sybille incrociò il suo
sguardo: “Allora? Ho raccontato, no? Adesso vuoi provare a consolarmi, a dirmi
che c’è speranza, che è impossibile non avvertire emozioni come avete detto ad
Evelyn che è impossibile non avere delle qualità?”
Levi si grattò la testa:
“Beh…”
Effettivamente il caso di
Sybille era così paradossale… Tutta colpa di uno stupido lavaggio del cervello
di una stupida gilda, che se non altro se n’era uscita con le pive nel sacco.
Gli altri si guardavano
intorno, come a volerle scaricare la patata bollente, che comunque lei stessa
aveva provato a togliere dalla pentola…
“Senti, io non penso di
poterti dire qualcosa che risolva questo tuo guaio in uno schiocco di dita…”
“Fai bene.”
“Però… Qualcosina la senti già, no? Forse dovresti lavorarci su…”
“E come? Le emozioni o le hai o non le hai, non puoi mica esercitarle.”
Già vero, ma da brava lettrice, a Levi venne a mente che possono anche essere
vissute, se non direttamente, tramite quel meraviglioso filtro che è la
letteratura.
Tirò fuori dalla tasca il
libro regalatole da Gazille.
“Ascolta, non so se possa
servire, ma… Prendilo.”
Sybille batté le palpebre: “… perché?”
“Io adoro leggere. Ci si
può immedesimare nei protagonisti, sentire quello che sentono loro, entrare
nella storia tanto da chiedersi ad ogni pagina << Chissà come continua! >>, << Chissà cosa farà ora il personaggio! >>… Ovviamente dipende
anche da quanto è bravo lo scrittore, e questo non l’ho ancora letto, ma tu fai
una prova.”
“……”
“Hai mai letto?”
“I libri non mi interessano molto…”
“Ma neanche ti spiacciono suppongo.”
“Beh, no…” mormorò la
corvina scostando il capo dal regalo che le stava porgendo.
“Secondo me, per via del
tuo addestramento, semplicemente non sei abituata a sentire la realtà attorno a
te, ma magari puoi pensare al leggere come a un nuovo addestramento. Vivendo le
emozioni tramite i libri, forse saprai recepirle anche al di fuori.”
Evelyn e gli altri
incrociarono le dita.
“Prova, e se il libro non
ti appassiona corri a prenderne un altro, e poi un altro ancora, e vedi se
riescono a suscitare qualcosa in te. Il resto verrà da sé.”
“E se nessuna storia mi
appassionerà?”
“Allora vorrà dire che
sarai perfetta come critico letterario, eh eh!”
Sybille lasciò che il
volumetto scivolasse dalle dita della turchina nelle sue.
“Proverò... a provare qualcosa.”
“Eh eh!”
Evelyn tornò a bisbigliare
all’orecchio di Lucy e Wendy: “Meno male che non l’ha regalato a me il libro,
io li tengo in casa solo per non far traballare il tavolo o per dare un senso
alla libreria… Un momento, voi non mi avete fatto nessun regalino!”
Wendy e Lucy la guardarono con sufficienza: “E dove sta scritto che dovevamo
fartene?”
“Voglio un regalino, uffi! … Perché non mi regalate…”
Charle l’anticipò: “NO!”
Evelyn attaccò col labbro
tremolo e gli occhioni da barboncina triste! Temendo un altro pianto a dirotto,
Charle le regalò il proprio fiocco rosso che teneva al collo.
“Tieni, però promettimi
che d’ora in poi prenderai solo gattini che stiano zitti (e che non assillerai
anche loro!)!”
“Va benissimo, Charle!” e
improvvisò un forte abbraccio, strusciando la sua guancia con quella della
exsheed, paralizzata da quella smanceria!
“Restiamo amiche?”
Wendy fece all’amica un
gesto incoraggiante: “Va-va bene… solo amiche, ok?” disse sperando di metterci
una pietra sopra!
Oberon si lanciò sulla
colonna più vicina, e battendo il piede su di essa compì un alto balzo verso il
nemico. Questi lo attese senza farsi troppi problemi, era una mossa stupida
attaccare in salto quando non lo si fa di sorpresa; non bisogna far altro che
aspettare che la gravità ti porti il nemico a portata.
Purtroppo questo lo sapeva
anche Oberon. Infatti Gazille non dovette aspettare molto… fu la sua spada ad
arrivare da lui!
“Urgh!”
La lama si era allungata,
incurvata e poi era schioccata in avanti, colpendolo a una guancia. Non era
stato sufficiente a graffiarlo, ma un po’ più in alto ci avrebbe rimesso un
occhio!
Il metallo della spada era
diventato come vivo: quando Gazille si mosse a parare il nuovo colpo con il
braccio-spadone, questo si piegava per eludere il blocco e poi con un guizzo si
lanciava all’attacco; quando fu lui ad attaccare, la spada si avvolse a spirale
tutto intorno al suo braccio in forma normale per poi ritrarsi, strusciando
l’affilatura lungo la pelle corazzata. Non lo feriva, ma faceva male.
Gazille si distanziò e si
carezzò il braccio, sorridendo sornione.
“GROAR!”
Il braccio-spadone di
Gazille mancò il bersaglio ed affondò nella pietra della colonna, il che offrì
ad Oberon un buono spunto per attaccare. Le dimensioni abnormi della lama
lasciavano spiazzati, ma forse potevano tornare a suo vantaggio; agilissimo,
saltò su di essa, approfittando del blocco in cui si era ritrovata.
Gazille tentò di sfilarla,
ma nel tempo che ci riuscì, Oberon aveva corso su di essa come su una
passerella, e avuto Gazille a portata gli aveva sferrato un calcione in pieno
volto. Disorientato, Gazille fece tornare il suo braccio normale, ma prima di
riprendersi, la suola dello stivale di Oberon colpì nuovamente la sua faccia,
scagliandolo alcuni passi indietro.
“Tsk! E così ti va il
corpo a corpo, eh?”
Tolse i guanti, strinse i
pugni, e questi si fecero grigi, rilucenti e scagliosi!
Vedendolo avvicinarsi in
un battibaleno, il biondo provò a riacquistare spazio colpendo con un altro
calcio diretto al petto del dragone… col risultato di essere lui a spostarsi
indietro con la gamba tutta indolenzita.
<< Tsk, che mi è mai venuto in mente? Il suo
corpo è metallo. >>
E in quel momento era
anche più resistente del solito!
Gazille gli fece una
piccola dimostrazione colpendo di tibia la stessa colonna di poco prima,
lasciandoci una profonda impronta!
<< È un mostro! >>
“Preoccupato, eh? Naturale
farsela addosso quando si affronta uno come me!”
Si diede dello stupido… Perché
ci stava andando piano? Perché giocava sulla difensiva? D’accordo, ora anche la
sua spada era in parte plasmabile, ma non era certo un potenziamento col quale
affrontarlo: metallo contro metallo avrebbe sempre vinto lui.
“Barbaro… Non credere di
spaventarmi!” gridò mettendo mano alla cartucciera.
“Su, fai pure, cambia
pozione, ti lascio fare… altrimenti non c’è gusto.”
Semplice, perché lui aveva
addosso l’Incanto Cupidus: non voleva correre il rischio di danneggiare anche
la preziosa magia del nonno.
Però, contro un dragon
slayer, non aveva senso avere tanta premura: meglio andarci giù pesante e
rischiare piuttosto che farsi battere sicuramente.
Gazille restò ad attendere
mentre lui bagnava ancora la lama.
Stavolta, il nuovo potenziamento
iniziò con un rumore di scintille farsi sempre più forte, finché l’arma non fu
circondata da una crepitante aura elettrica.
“KYAH!”
Allungando il braccio,
produsse un piccolo fulmine che esplose a un passo dai piedi di Gazille,
producendo uno spostamento d’aria, tale da sollevarlo e schiantarlo contro una
colonna!
Il drago, staccatosi da
lì, guardò l’avversario, spavaldo come sempre: “Ora mi piaci!”
Quello si che poteva
essere l’arma migliore contro di lui.
“Non capisco come tu faccia a divertirti tanto con la violenza e mettendo a
rischio la vita. È solo per questo che hai deciso di continuare la nostra
sfida? Possibile?”
“In effetti… no!”
Oberon sgranò gli occhi.
“C’è dell’altro per cui voglio approfondire un po’ su di te, pagliaccio.”
Oberon si ritrasse,
guardandolo guardingo, sebbene fosse abbastanza distante da reagire in tempo.
“Tu non me la conti
giusta!”
“Che vuoi dire?”
“Tutta questa tua mania dell’Incanto Cupidus… Si, d’accordo, per me è solo la
più grossa cazzata di tuo nonno, per te che sei il suo degno erede è il suo più
grande capolavoro eccetera eccetera… Però mi sembri anche troppo ansioso di
averlo tra le mani, così sto cominciando a chiedermi se non ci sia altro, o
cosa tu voglia farne.”
Oberon lo ascoltava in
silenzio, apparentemente indifferente, in realtà chiuso a riflettere.
“All’inizio pensavo che
volessi semplicemente rimetterlo in commercio, farci un mucchio di soldi e
riabilitare il vegliardo, poi ascoltandoti mi è parso quasi tu ne abbia bisogno
per te.”
Gazille si spostò a passo
lento e verso la parete con le finestre, sentendosi un po’ investigatore: “Il
punto è che non mi sembri proprio il genere di persona che abbia bisogno di un
filtro d’amore per rimorchiare.”
Il biondo abbassò un
istante gli occhi.
“A meno che non ci sia
sotto altro.”
“…… umpf!”
“EHILÀ! SIAMO ARRIVATI!”
“AYE!”
“Dove cavolo siete stati tutto questo tempo?” –fece Lucy, non sprecandosi in
gentilezze al veder comparire quei tre- “Qui abbiamo finito da un po’!”
Happy, lasciando dietro
Gray, che aiutava Natsu tenendolo per una spalla, corse velocissimo fino alla
bianca pellicciotta del suo cuoricino!
“Charle, eccomi! Sono
venuto a salvarti!”
“Salvarmi? Vuoi dire dal farmi adottare coattamente da quella abbracciona
indefessa di Evelyn?”
<< Quante parole difficili... starà parlando
bene o male di me? >>
“Vediamo un po’… posso
dire che Wendy, Lucy, Levi e Lily mi abbiamo decisamente dato una mano… In
quanto a te non direi proprio.”
SDONG!
Happy si accasciò a terra:
“Come sono triste!”
“Come ti capisco, piccolo sbafone!” piagnucolò Lionel avvicinandosi solidale al
gattino, attratto dal rumore di un altro cuore spezzato!
“State bene?” chiese
Wendy.
“Benone!”
“Ecco, allora cammina da te!”
“Umpf! Sei tu che non mi mollavi!”
Gray rivolse un’occhiata a Sybille ed Evelyn. Quest’ultima lo salutò con la
manina. La prima invece sfogliava distrattamente il suo regalo, senza curarsi
dei nuovi arrivi.
“E loro?”
“Tutto a posto! Ci siamo riappacificate per così dire.”
“Davvero?”
Natsu rise e diede una pacca sulla spalla di Lionel: “Io invece non ne sono
sorpreso! In fondo loro non sono poi così cattivi come poteva sembrare, e io i
farabutti li so riconoscere a pelle!”
“Oh, beh, lieti di non
rientrare nella categoria allora!” rispose Lionel riaggiustandosi la giacca.
Sybille sollevò allora una
nuova questione: “Che ne è di Henry e di Oberon?”
Plic… plic…
Henry Shakeill stava bene:
tranquillo e al sicuro come in una camera a cinque stelle e un sacco di gradi
sotto zero!
“……”
“Eh? Ma come, Lionel non vi
ha messi al corrente?”
“No, se n’è stato zitto a intristirsi la maggior parte del tempo.” spiegò Lucy.
“Però non ho toccato cibo
nonostante il brutto colpo!” si affrettò a precisare il tarchiato.
“In effetti è strano…”
Evelyn gli rivolse uno sguardo sorpreso, che lui, arrossendo, interpretò come
positivo.
Gray raccontò così in
breve del suo scontro con Henry, e poi della battaglia insieme a Natsu contro
Oberon, nella quale non erano riusciti a fermarlo.
“In questo momento i due
si stanno certamente battendo.”
“Aye! Dopo aver accompagnato Gazille all’ascensore, mentre tornavo indietro, mi
sono imbattuto in quel figo biondo! Per fortuna mi sono nascosto e non mi ha
visto! Stava esaminando una parete e poi a un certo punto è riuscito a trovare
anche lui un passaggio in cui richiamare l’ascensore e con un sorrisone tutto
tenebroso ci è salito dentro! Mi
dispiace se non l’ho fermato…”
Natsu gli menò una gentile schicchera dietro la testolina: “Naaa, andiamo! Non
saresti stato un avversario al suo livello tu da solo, non serve che ti scusi!”
Lionel deglutì: “Gazille
contro Oberon: fa tremare solo il pensiero!”
“Ehi, perché io non faccio
tremare? Sono anche più forte di Gazille!” si lagnò Natsu in un impeto di
protagonismo.
“Ma se ti sei fatto
battere!”
“È colpa di Lionel! Mi ha dato degli snack guasti!”
“Sei stato tu a chiedermi di darti da mangiare! Non mettermi in cattiva luce
davanti ad Ev… davanti ai miei compagni!”
Evelyn lo guardò con
sufficienza: “Dì un po’, Lionel, non è che prima non hai mangiato semplicemente
perché hai finito la roba?”
Lionel si inondò di sudore: “No… credo ci sia ancora qualcosina…”
“Non dovremmo salire a
fare il tifo per Gazille?”
Lily si affrettò a
dissuadere la piccola dragon slayer: “È il suo scontro, dobbiamo lasciarglielo
concludere.”
“Non siate troppo fiduciosi.” –riprese la parola Sybille, dopo aver staccato
gli occhi dalla copertina del libro- “Oberon farà di tutto per recuperare
l’Incanto Cupidus, nessuno lo fermerà.”
“Se fa del male al mio
Gazillino se la vedrà con me!” esclamò Lucy mostrando i bicipiti, che però
riusciva a sollevare a malapena tanto era stanca!
Si risedette: “Uff… tante storie solo per un filtro d’amore!”
<< Ma se anche tu lo vuoi usare! >>
pensò l’altra incupidita.
“Se vuole una fidanzata
perché non se la cerca da sé anziché pestare i futuri fidanzati altrui.”
Gray ridacchiò: “Non penso
proprio che sia per quello che lui voglia quella pozione, dico bene?”
Lionel, Evelyn e Sybille
concordarono un breve silenzio imbarazzante…
“…… O no?”
Prese una delle sue
ciocche d’oro e se la risistemò dietro l’orecchio: “Quindi la perspicacia non
ti è del tutto estranea.”
“Tsk!”
Oberon raccolse qualcosa da una tasca del pastrano e poi, toltoselo, lo scagliò
via.
“Vista la tua
determinazione e il tuo coraggio, penso proprio accontenterò la tua curiosità.
Si, io voglio usare l’Incanto Cupidus anche su di me. In quanto al motivo,
sentiti onorato, perché solo i miei amici lo conoscono!”
Rimise la spada nel fodero
e poi si passò la mano davanti al volto, come passando una pezza su un vetro
impolverato.
L’altro pensò che i suoi
occhi gli stessero giocando uno scherzetto, quando i suoi lineamenti presero farsi
sfumati, e poi confondersi.
“In realtà Oberon non è
quello che sembra.” disse allora Sybille.
“Beh, ognuno ha il suo
lato oscuro: anche noi credevamo Levi fosse etero.” ridacchiò Lucy.
Levi gonfiò la bocca: “Ora basta! Come devo fare per farvi togliere di testa
questa storia?!”
“LEVI è COSA?!?!?” le
urlarono Gray, Natsu ed Happy nell’orecchio, ancora all’oscuro dell’ultima
novità.
“Noooooo… sigh!”
“In che senso non è quello
che sembra?” domandò Lily.
“Nel senso più radicale
del termine.” rispose Lionel asciugandosi la fronte sudata.
Natsu schioccò: “Ah, ho
capito! Volete dire che non è poi così cattivo come sembra, un po’ come voi.”
In effetti si era fatto
una buona idea anche su di lui da certi suoi atteggiamenti.
“Anche quello.”
–intervenne la ragazza dal codino nero- “Ma lui non è quello che sembra anche
in senso letterale.”
“Che intendi?”
“Quello non è il suo vero
aspetto.” –rise Evelyn- “È un tipo di tecnica della trasformazione.”
“Cosa?!” -sussultò Natsu- “Ma perché…”
“Perché anche lui come noi
ha i suoi problemi. Oserei dire, per via del suo carattere e delle sue idee,
che forse è quello che ne soffre di più.”
Gray alzò un sopracciglio:
“In che senso? Per quel poco che l’ho visto, non mi sembra gli manchi qualcosa,
anzi, sembra alquanto forte e sicuro di sé.”
Sybille, Lionel ed Evelyn
si scambiarono un’altra occhiata. A quel punto, tanto valeva rivelare tutto.
“Beh…”
“Ecco…”
Charle sbottò: “Oh, insomma! Vogliamo venire al dunque?”
Evelyn bloccò Sybille con
un braccio: voleva essere lei al centro dell’attenzione!
“Oberon non è quello che
sembra né fuori né dentro. In realtà è quello che voi definireste…”
Gazille restò senza
parole.
Esaminò la cosa poco alla
volta…
Capelli paglierini a
caschetto con qualche ciuffo alzato dietro in prossimità di una vertigine.
Lentigini in abbondanza.
Incisivi da coniglio
leggermente visibili.
La cartucciera che ora gli
calzava leggermente larga…
Braccine esili e pallide
oltre le maniche di una maglietta.
Occhiali rotondi e spessi;
quelli che aveva tirato fuori dalla tasca prima di gettare il pastrano.
Forse si era anche un po’
accorciato di statura!
“… Una schiappa!” finì
Evelyn stringendosi nelle spalle.
“……”
“……”
“… Mpffff!”
“NON RIDERE O TI AMMAZZO SUL SERIO!!! GRRRRRR!!!”
…
Quanti di voi ci sono
rimasti come Gazille?
Spero parecchi, perché avevo
in serbo questa sorpresa da taaaaaaaanto tempo! XD
Come promesso, un capitolo
lungo, pieno zeppo di avvenimenti e scoperte incredibili, la più sorprendente è
però quella sul fighissimo Oberon… che conforme allo spirito di questo
gruppetto si è rivelato poi un bel po’ diverso da quel che sembrava!
E nel prossimo capitolo su
di lui si saprà moltissimo altro! Restate in attesa: lo scontro finale entra
nel vivo!
Non arrivi mai alla verità
su una persona senza prima conoscerla bene! Direi che il senso di questo
capitolo, e uno dei temi della fic possa essere questo, poi vi dirò anche gli
altri ^__^
Fatemi sapere se vi sono
piaciute anche le scene riguardanti la “psicodialisi” di Evelyn e Sybille, mi
raccomando!
Al prossimo capitolo, che porterà con sé l’ultima scheda, quella di Oberon!
PS: NARUTO X HINATA ORA E
SEMPRE!
PPS: GAZILLE X LEVI ORA E SEMPRE!