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Autore: AmeliaWitch    14/05/2011    1 recensioni
In un ricordo, Remus ripensa al suo ultimo incontro con Sirius, prima della sua morte al Ministero.
Questa storia partecipa al contest "Perchè Wolfstar è meglio" indetto da ClaireTheSnitch sul forum EFP
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Remus/Sirius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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L'ultima occazione/ revione pubblicata

Questa storia partecipa al contest "Perchè Wolfstar è meglio" indetto da ClaireTheSnitch sul forum EFP. In attesa di giudizio.


Remus entrò in quella soffitta ammuffita e buia. Non sarebbe tornato a Grimmauld Place. Non quella notte. Lui non c’era più. Era stato risucchiato dietro il velo, nella sua folle lotta contro Bellatrix. La sua famiglia aveva vinto ed era riuscito a stroncarlo ,dopo tutto.

Le lacrime scendevano copiose, mentre,disperato, se ne stava in piedi davanti a quella porta che,impietosa ,gli sbatteva sul viso il ricordo della sera prima.

 

Era tornato poche ore prima da una missione per l’Ordine e l’ultime forze le aveva usate per trascinare le membra ,stanche e ferite, in quella soffitta abbandonata ,che lui chiamava casa. Chiuse con un incantesimo la porta.  Quel gesto gli dava sicurezza. Anche se quel pezzo di legno traballava ed era pieno di buchi ,chiuderlo gli donava un segno di sollievo, sciocco a pensarci.  Per lui era come dividere il suo animo,fragile come quell’anta, dal resto del  mondo, niente sofferenze ne guerra lì dentro, solo silenzio e pace almeno per un po’.

Dopo quel piccolo rituale personale, disteso sul letto, si era abbandonato all’incoscienza.

Un battere frenetico alla porta,però, lo aveva trascinato di nuovo alla realtà. Aveva tentato di ignorarlo ,ma i cardini di quel malconcio pezzo di legno rischiavano di cedere sotto quei colpi sempre più vigorosi.

Barcollò verso quel rumoroso supplizio, sospirando. Il cigolio dell’anta svelò una figura che trasformò il sospiro stanco in un nodo di paura alla gola.

Sirius se ne stava soddisfatto davanti a lui con il cappuccio calato sulle spalle , i capelli spettinati e gli occhi grigi che brillavano malandrini, per l’esser riuscito a infrangere le regole come un tempo.

Terrorizzato dall’idea che potessero sorprenderlo e catturarlo ,Remus trascinò il suo amante dentro quell’angusta stanzetta.

“Cosa ci fai qui? È successo qualcosa a Grimmauld Place? I Mangiamorte hanno scoperto il rifugio dell’Ordine? Deve essere stato Kreacher! Sicuramente lo ha fatto per vendicarsi di tutte le volte che lo hai maltrattato …” esplose in mille parole il licantropo,mentre contemporaneamente stringeva forte il polso del fuggiasco e sigillava con ogni protezione quella porta che mai gli era sembrata così incapace di difendere il suo mondo e il suo tanto amato tesoro.

Intanto, gli occhi di Sirius erano fissi su di lui, come se volessero impadronirsi di ogni suo movimento.

Remus ,accorgendosene, si sentì avvampare ma si trattenne dall’istinto di mordere e baciare le labbra di quella persona così crudele  che, per chissà quale capriccio, metteva a repentaglio la sua vita , fregandosene del dolore che avrebbe potuto provocare a coloro che lo amavano e avevano bisogno di lui.

Il silenzio tra i due  stava diventando assordante, quando il sussurro di Sirius lo infranse.

“Mi mancavi … sei stato via tre settimane senza dare notizie ... poi ieri Mundungus ha detto che saresti tornato oggi e io non ho resistito … sei contento di vedermi?”

Più che una domanda , quelle parole erano un lamento fatto di pianti solitari , di senso di impotenza, frustrazione e amore. Amore che richiedeva attenzione e cure e a cui la guerra ,tanto tempo fa e in quel momento, stavano togliendo tutti i colori. L’ultimo rimasto era il grigio degli occhi di un cane ferito, dei capelli di giovane adulto , invecchiato troppo in fretta e delle mura crepate di quella lurida soffitta.

Quel tremore della voce di Sirius, il suo dannato amore, aveva scatenato in Remus  la voglia di perdonare quella pazzia e stringerlo a sé, per consolarlo e per fargli capire che loro non si sarebbero abbandonati , ma sapeva che se lo avesse assecondato ,lui l’avrebbe rifatto e questo non doveva accadere.

“Potevi aspettare … sarei venuto io … domani …”

“Domani sarebbe stato troppo tardi … oggi era l’unico momento giusto ...”

Remus non ebbe tempo di replicare a ciò che ,in  quel momento, sembrava solo un insulso capriccio da bambino prepotente, perché le mani e la bocca  di Sirius lo spinsero contro quella barriera scricchiolante,per consumare un amore affrettato e pericoloso.

La mattina seguente Remus si risvegliò solo tra le sue lenzuola ruvide. Nessuno avrebbe sospettato del passaggio del suo amante se sulla porta non fosse stato inciso:

“Ciò che il cuore conosce oggi , la testa conoscerà domani”

 

Ora Remus se ne stava lì , inginocchiato accanto a quel freddo pezzo di legno, su cui fiammeggiavano quelle parole , così vere e crudeli. La notte precedente non era stato un capriccio insensato. Era stato un addio.

Sirius con la sua solita avventatezza aveva impresso la parola fine sulla loro storia.

Una fine che non doveva esserci  ma che, questa volta,  non si sarebbe mai più cancellata.

Poggiando la fronte sulla porta, cercò di ritrovare le sensazioni di quell’ultima desiderata passione , ma ricevette indietro solo un sommesso grattare di un tarlo , che sbranava ingordo quella fragile chiusura , come il dolore divorava il suo animo.

Note dell'autrice:

Nell'attesa che Claire ci dia il suo parere, spero che possiate lasciarmi un vostro commento. Devo dire che , comunque vada, ho adorato scrivere questa storia,come adoro la coppia di cui parla! Insomma,viva le Wolfstar!^^ 

   
 
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