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Autore: Lady Numb    14/05/2011    4 recensioni
"Un gradino.
Due gradini.
Tre gradini.
Arrivata al quarto gradino, Natalie aveva la sensazione di aver scalato una montagna, ma finalmente era finita.
Ora c’era solo la porta, bastava suonare il campanello.
Come se fosse facile.
Cosa avrebbe detto una volta che si fosse aperta? “Ehy, ciao fratellone, cosa hai fatto negli ultimi quattro anni?”."
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Synyster Gates, Zacky Vengeance
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Unholy Confessions Series'
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Il martedì successivo, quando si recò da suo fratello per il party delle gemelle, Natalie si ritrovò a fissare sorpresa Zack, che aveva aperto la porta di casa di Brian.

‘Da quando fai gli onori di casa per Bri?’ chiese divertita lei, entrando.

‘Da quando tuo fratello è fuori come un balcone’ spiegò Zack, ridacchiando.

‘Cioè?’

‘Guarda’ disse Zack, facendole cenno a qualcosa alla sua destra.

Natalie si voltò e scoppiò a ridere davanti a Brian, che fissava il pendolo come se dovesse succedere qualcosa da un momento all’altro.

‘Ma che diavolo sta facendo?’ chiese a Zack.

‘Oh, lui crede che sia stato quello a suonare, non il campanello... credo stia aspettando di vedere se qualcuno esce da lì’.

Natalie fissò incredula il ragazzo, riportando poi lo sguardo su Brian.

‘Oh mio Dio... una arriva un’ora in ritardo e sono già tutti andati’ fu il commento di Natalie.

‘Già, come mai così tardi?’ chiese Zack, erano quasi le undici e la festa era iniziata alle dieci ‘Tutto a posto con Jess, vero?’ si sincerò lui.

‘A parte il fatto che ha voluto che lo mettessi a letto dai miei ma non ne voleva sapere di addormentarsi, dici?’ scherzò lei, facendo ridere il ragazzo.

‘Capito... ehy, io sono ancora sobrio comunque!’ fece notare lui.

‘Già... a cosa dobbiamo l’onore?’ chiese lei, prendendo una birra dal tavolo.

‘Qualcuno deve pur controllare che non mandino a fuoco la casa, no?’ rispose il ragazzo.

‘Addirittura...’ commentò Natalie.

‘Non sto scherzando Nat, Johnny e Matt stavano giocando col camino, prima... e lì ho deciso che era meglio sacrificare l’ubriacatura se vogliamo uscirne vivi’

‘Nat, nostra salvezza!’.

La ragazza si voltò, vedendo Lacey e Val correrle incontro e abbracciarla.

‘Ehy, ragazze!’ le salutò a sua volta, divertita dalle loro espressioni sollevate.

‘Santo cielo, meno male che sei arrivata...tuo fratello ubriaco è un incubo’ le disse Val, facendola ridere.

‘E noi non ce la facciamo a stare dietro anche a lui... ci sono già Mich e Johnny... e grazie a Dio Zack sa come prendere Matt’ aggiunse Lacey, lanciando uno sguardo adorante a Zack.

‘E meno male che è il tuo compleanno, Val...’ ridacchiò Natalie.

‘Non me ne parlare...’ fu il commento della ragazza ‘Ah, ma questa Matt me la paga... sono io quella che dovrebbe ubriacarsi, non dovrei preoccuparmi di restare sobria per riportarci a casa entrambi interi!’ sbottò lei, facendo ridere gli altri tre.

‘Ok...vediamo di metterli al sicuro così ci possiamo divertire anche noi...no, Brian, il pendolo!’ urlò Nat, correndo verso il fratello, che dopo essere stato a lungo in contemplazione dell’orologio ora stava cercando di entrarci.

 

Un’ora più tardi la situazione si era calmata, Brian, Matt e Johnny erano seduti sul divano e ogni tanto uno di loro diceva qualcosa che faceva scoppiare a ridere gli altri, mentre Michelle si era addormentata di fianco a Val, che stava seduta sul tappeto con Lacey e Nat, chiacchierando del più e del meno.

Zack se ne stava in disparte, tenendo d’occhio i suoi amici, ma lanciando continuamente sguardi furtivi a Nat.

Quando le aveva aperto la porta quella sera, per un attimo aveva pensato a una visione: negli ultimi due mesi aveva visto Nat in versione mamma di Jess, ma quella sera aveva improvvisamente ricordato perché Natalie era sempre stata in grado di fargli girare la testa.

Si sentiva un adolescente alla prima cotta, ma quella minigonna e quella canottiera a rete lo stavano facendo letteralmente impazzire.

Nat si voltò verso di lui e Zack distolse rapidamente lo sguardo, anche se era assolutamente certo che lei lo avesse visto.

Si maledisse mentalmente, possibile che non fosse in grado di comportarsi da persona adulta quale era? Era passato il tempo delle cotte, doveva darsi un contegno, aveva quasi ventinove anni, non diciannove.

Non solo, era pure padre, doveva tenere in conto il bene di Jess e lui e Nat insieme erano un potenziale pericolo in quel senso.

Ciò non toglieva che ogni volta che guardava la ragazza ogni pensiero coerente andasse a farsi benedire.

Fortunatamente, prima che Natalie lo sorprendesse di nuovo o, peggio, Val o Lacey lo facessero per lei, Michelle si svegliò, attirando l’attenzione di tutti, inclusi i suoi amici parecchio ubriachi.

‘Dov’è Jack?’ esclamò la ragazza, mettendosi a sedere ed evitando di cadere in avanti solo perché Val l’aveva presa in tempo.

‘Jaaaaack!’ urlò Brian, mettendosi in piedi sul divano.

Zack scattò in piedi, pronto a prendere l’amico nel caso fosse caduto, invece Brian scese dal divano e si diresse verso il tavolo degli alcolici, seguito da Matt, Johnny e Michelle, mentre lui e le ragazze si scambiavano uno sguardo esasperato: si ricominciava.

 

Erano quasi le due e un quarto quando Natalie decise che era ora di levare le tende, Matt e Val se ne erano andati da un pezzo, gli altri stavano per fare lo stesso e la ragazza non voleva per nessuna ragione al mondo restare da sola con suo fratello e Mich in quel momento, erano decisamente ubriachi e lei non voleva essere il terzo imbarazzante ed imbarazzato incomodo.

Salutò tutti quanti, anche se probabilmente l’unico che la sentì fu Zack e uscì di casa dirigendosi verso la sua auto.

Dieci minuti più tardi sentì qualcuno picchiettare sul finestrino, si voltò e vide che si trattava di Zack.

‘Tutto a posto?’ le chiese lui dopo che Nat ebbe aperto la portiera.

‘Non parte...’ si lamentò lei, cercando per l’ennesima volta di mettere in moto l’auto.

‘Apri il cofano’ le disse Zack, portandosi davanti all’auto.

‘E da quando sei un esperto di motori?’ chiese divertita lei, tirando la levetta che apriva il cofano dell’auto.

‘Ehy, mi ritengo offeso!’ ribatté lui, dando nel frattempo un’occhiata al motore ‘Ehm... vuoi la buona notizia o quella cattiva?’ chiese poi alla ragazza.

‘Comincia con la buona’

‘Non devi cambiare il motore... però per stasera non parti’

‘Dannazione!’ esclamò lei.

‘Sai... è strano in realtà... se non sapessi che non ha senso, giurerei che te li abbiano staccati di proposito questi fili...’ disse il ragazzo, indicando col dito i cavi in questione.

‘Ma non ha senso, infatti...’ rispose lei, cercando di non far capire al ragazzo quando l’idea la spaventasse e convincendosi contemporaneamente che era assurdo.

‘Dai, ti do un passaggio...’ le disse lui, facendo cenno alla sua macchina.

‘Grazie Zack’ rispose lei, scendendo dalla propria auto e dirigendosi verso quella del ragazzo.

 

‘Ed eccoci!’ disse Zack, fermando la macchina davanti a casa di Natalie.

‘Grazie mille del passaggio... per fortuna non ve ne eravate andati tutti, io non ci volevo restare a casa di Brian, mi sentivo leggermente di troppo stasera’.

Zack rise, Nat non aveva poi tutti i torti, Bri era completamente ubriaco e anche Michelle, nemmeno lui avrebbe voluto trovarsi nella stessa casa con loro in quel caso.

‘E già...beh, buonanotte’

‘Notte Zack... passi domani?’ gli chiese poi.

‘Sì, verso le cinque?’

‘Perfetto, a domani allora’ lo salutò lei, scendendo dall’auto.

Si diresse verso l’entrata del palazzo, ma si bloccò non appena vide la porta di ingresso.

Fortunatamente Zack aveva deciso di aspettare che entrasse e quando vide che non si muoveva, scese dalla macchina e la raggiunse.

‘Nat, che succe... oh caspita’ esclamò lui, non appena vide la porta: qualcuno si era divertito a rompere il vetro, probabilmente per entrare o forse solo per fare uno scherzo di cattivo gusto.

‘Scusa... saranno i soliti ragazzini, mi sono solo spaventata’ si giustificò lei, non potendo però fare a meno di sentirsi più al sicuro sapendo che il ragazzo era lì con lei.

‘Saranno anche dei ragazzini, ma io ti accompagno fino alla porta di casa’ obiettò lui, precedendola all’interno.

Fortunatamente non c’era nessuno sulle scale e arrivarono alla porta di Nat senza nessun inconveniente.

‘Grazie mille Zack’ disse lei, voltandosi verso di lui.

‘Figurati... sicura che vuoi restare da sola?’ le chiese lui, continuando a guardarsi intorno, sapeva che Viki e Kevin non erano in casa quella notte, dal momento che avevano passato un paio di giorni dai genitori del ragazzo a San Francisco, e la cosa non lo faceva affatto sentire tranquillo.

‘Tranquillo, te l’ho detto, probabilmente è solo una ragazzata... adesso entro in casa e mi chiudo a chiave’ cercò di rassicurarlo lei e di rassicurare se stessa, in realtà.

‘Ok, se sei sicura... guarda che se vuoi ti porto dai tuoi’ provò di nuovo Zack, appoggiandosi al muro di fianco alla porta di Nat.

‘Non ce n’è bisogno, davvero... sono già le due e mezzo, Viki e Kev dovrebbero essere a casa per le otto, non è poi così tanto tempo quindi davvero, stai tranquillo’

‘D’accordo... allora di nuovo buonanotte’ disse Zack.

‘Buonanotte’ rispose Nat, cercando di convincersi a distogliere lo sguardo dagli occhi di Zack: era tutta la maledetta sera che non riusciva a smettere di fissarli, c’era qualcosa di diverso in quegli occhi, qualcosa che non riusciva a decifrare e che la stava facendo andare al manicomio.

‘Sì... notte...’ ripeté lui a voce più bassa, senza muoversi di un centimetro e senza distogliere lo sguardo da Nat.

La ragazza si impose di riprendere il controllo, inserì la chiave nella serratura e dopo un paio di tentativi andati a vuoto riuscì ad aprire la porta.

‘Fammi uno squillo domani mattina, ok?’ le disse lui, prima che lei richiudesse la porta.

‘Ok Zack’

‘Ok...ciao’ ripeté per l’ennesima volta lui, facendole un cenno con la mano.

Nat rispose allo stesso modo, poi chiuse la porta e vi appoggiò la testa contro: che diavolo le prendeva?

Era Zack per l’amor del cielo, solo e semplicemente Zack.

Solo e semplicemente Zack? Bella battuta, Natalie.

Sobbalzò quando sentì qualcuno bussare e cominciò a tremare: non poteva essere, Zack aveva controllato che non ci fosse nessuno.

Guardò dallo spioncino chi fosse e fu a dir poco esterrefatta di vedere gli occhi verdi del chitarrista.

‘Zack, che succede?’ chiese lei, aprendo la porta.

Per tutta risposta, il ragazzo la prese per un polso, entrò in casa e dopo averla spinta contro la porta, si chinò su di lei e la baciò.

Natalie impiegò solo pochi secondi per rispondere al bacio, sorpresa dall’urgenza con cui le labbra del ragazzo cercavano le sue, quella stessa urgenza che sentiva anche lei, non avrebbe mai voluto staccarsi da lui, si sentiva in paradiso.

Sussultò quando sentì la mano di Zack lasciarle il polso per risalirle lungo il fianco e temette seriamente che le cedessero le ginocchia, non importava che fossero passati anni, lui riusciva sempre ad avere quell’effetto su di lei.

Come se lo avesse capito, con l’altro braccio Zack le cinse la vita, attirandola a sé, senza staccare le labbra dalle sue.

La ragazza sentiva quella fastidiosa vocina razionale nella sua testa che le diceva che non era una cosa sana, che doveva fermarsi finché era in tempo, ma decise che poteva benissimo ignorarla, fosse stato anche solo per una notte.

Si spostò dalla porta quel che bastava per riuscire a spingere Zack verso il corridoio che portava alla sua camera, spegnendo completamente il cervello, non ne aveva bisogno, tutto quello che le serviva era che Zack non smettesse di baciarla.

 

Quando riaprì gli occhi, Nat provò un attimo di panico sentendo qualcuno che le bloccava la schiena, ma si ricordò immediatamente di chi si trattava.

Era solo Zack.

Solo Zack? Sei spiritosa stanotte, Nat.

Voltò la testa quanto bastava per guardarlo in faccia senza svegliarlo: le era sempre piaciuto osservarlo mentre dormiva, era semplicemente adorabile.

Jess gli assomigliava moltissimo anche in questo.

Tutta quella storia era sbagliata, non potevano semplicemente pensare di ricominciare come se nulla fosse.

‘Smettila Nat’.

La ragazza sobbalzò, non si era accorta che Zack si era svegliato e la stava fissando.

‘Di fare cosa?’ chiese lei, cercando invano di ignorare il fatto che il ragazzo stava le facendo scorrere un dito lungo la schiena.

‘Di pensare che è un gran casino’ rispose lui, chinandosi per posarle un bacio sul collo, facendola rabbrividire.

‘Zack...’ cominciò lei, ma lui la interruppe immediatamente, sfiorandole appena le labbra con le proprie.

‘Lo so che è un gran casino, d’accordo? Ma ormai il danno è fatto, non perdiamoci il sonno stanotte, ok?’ disse lui.

Natalie ci pensò per un attimo, o almeno provò a farlo, Zack che continuava imperterrito a tracciare disegni immaginari sulla sua schiena non aiutava affatto.

‘Ho solo un’obiezione’ disse infine lei, sorridendo quando lo vide roteare gli occhi.

‘Sarebbe?’ chiese lui, rassegnato.

Natalie lo colse di sorpresa, voltandosi sul fianco e avvicinando il volto a quello di Zack, abbracciandolo.

Fece scorrere il dito lungo il fianco del ragazzo ripercorrendo una cicatrice che ricordava benissimo, era l’unico segno ancora visibile di una delle peggiori serate della loro vita, mentre lui osservava la sua mano senza dire una parola, probabilmente ripensando a sua volta a quel pestaggio in cui se l’era vista davvero brutta.

‘Per rovinarmi il sonno dovrei avere intenzione di dormire...’ sussurrò infine lei, guardandolo negli occhi e dandogli un bacio sull’angolo della bocca.

‘Ecco, lo vedi che tu ed io cominciamo a essere sulla stessa lunghezza d’onda?’ rispose divertito lui, baciandola.

Nat sapeva che la mattina dopo, quando la realtà sarebbe tornata a reclamare la sua attenzione, se ne sarebbe pentita, ma proprio non ce la faceva, non poteva e non voleva resistere a Zack, per una volta, una sola volta poteva permettersi il lusso di lasciare da parte la ragione.

Alle conseguenze ci avrebbe pensato poi.

 

Natalie aprì gli occhi, ma questa volta li richiuse immediatamente, troppa luce per i suoi gusti.

Capì che Zack non c’era prima ancora di cercarlo con la mano e quello bastò per risvegliarla del tutto: si rifiutava di credere che l’avesse lasciata così.

Come a voler smentire il suo pensiero, sentì dei passi in corridoio e un attimo dopo vide Zack fare capolino dalla porta, con in mano un sacchetto di carta che fece definitivamente risorgere Nat.

‘Starbucks!’ esclamò contenta lei, mettendosi a sedere.

‘Caramel Macchiato e brownie al cioccolato, dico bene?’ chiese Zack, andando a sedersi di fianco a lei sul letto e porgendole la colazione.

‘Dici benissimo’ rispose lei, allungando la mano per prendere il sacchetto.

Zack lo spostò all’ultimo momento, così lei cadde in avanti, ritrovandosi addosso a lui.

‘Buongiorno’ le sussurrò, prima di baciarla.

Natalie ricambiò il bacio ben volentieri, ma nel frattempo allungò la mano e gli rubò il sacchetto, per poi tornare trionfante a sedersi sul suo lato del letto.

‘Così non vale!’ protestò Zack, ma rideva mentre lo diceva.

‘Certo che vale’ ribatté lei, appoggiando il sacchetto sul comodino per infilarsi il suo pigiama, che era una maglietta da uomo della SynGates Clothing.

Vide che Zack la squadrava con disapprovazione e lei alzò le spalle.

‘Zack, è mio fratello, è logico che gli dia un po’ di supporto!’

‘Veramente è la maglietta in sé il problema... stava molto, molto meglio dov’era trenta secondi fa...’ ribatté lui, ridacchiando.

‘E piantala!’ protestò lei, cercando di colpirlo sul braccio, invano ‘E lasciami fare colazione in pace’ aggiunse poi, prendendo il caffè e il brownie.

‘Agli ordini!’ rispose lui, mettendosi comodo mentre Natalie mangiava.

‘Sai...’ disse Nat dopo un po’, voltandosi verso il ragazzo ‘Per quanto odi rovinare il momento, credo proprio che io e te dobbiamo fare una chiacchierata’.

Zack annuì, rassegnato, sapeva che dovevano proprio farlo, ma non ne aveva per nulla voglia.

‘Natalie... cosa vuoi che ti dica?’ iniziò il ragazzo ‘Le ho provate tutte con te... ho provato a dimenticarti e tutto quello che ho ottenuto è stato far sprecare un anno a Gena... ho provato ad ignorarti e sono durato meno di una settimana, ho provato ad odiarti e anche se sono andato meglio,  ho miseramente fallito anche in quello... ho provato a fare l’amico, ma credo che di poter dichiarare ufficialmente fallito anche questo tentativo...’.

Nat era ammutolita, non aveva idea di cosa rispondergli.

‘Senti Nat, lo so che è un casino, lo so che c’è Jess e le cose sono più complicate, so che ci dovremmo andare molto più che piano...ma sinceramente? Preferisco fare un tentativo, piuttosto che rovinare tutto un’altra volta...’.

Nat rimase in silenzio per qualche istante, poi alla fine si voltò verso il ragazzo, che era molto più ansioso di quanto non volesse dare a vedere.

‘Ti rendi conto che comunque vadano le cose io e te non possiamo arrivare al punto di odiarci, vero? Non possiamo permettercelo’ disse seria, fissando Zack dritto negli occhi.

Il ragazzo annuì, altrettanto serio.

‘E quando dici andarci piano, si intende molto, molto piano’ continuò lei e lui annuì di nuovo, lasciandosi scappare un sorriso.

‘Se la mettiamo così... beh, perché no?’ disse lei, sorridendogli a sua volta.

Zack a quelle parole l’attirò a sé, facendola sedere sulle proprie gambe.

‘Lo vedi? Tu ed io cominciamo proprio a essere sulla stessa lunghezza d’onda...’ le disse lui, sfiorando le labbra di Nat con le proprie.

‘Dici?’ chiese lei, passandogli una mano fra i capelli.

Lui annuì, poi lo sguardo gli cadde sulla maglietta di Natalie e di nuovo scosse la testa.

‘Vengeance University starebbe molto meglio...’ commentò lui, passando una mano sotto l’oggetto della discussione e sollevandola lentamente verso l’alto.

‘Non ci pensare nemmeno... devo andare a prendere Jess’ disse lei, non molto convinta in realtà, d’altronde era difficile sembrarlo con la mano di Zack sotto la maglietta.

‘Alle sette e mezzo?’ gli chiese scettico il ragazzo, avvicinandola a sé.

‘Oddio, ma che accidenti ci faccio sveglia così presto?’ si lamentò lei, facendo ridere Zack.

‘Io un paio di idee le avrei...’ rispose lui, baciandola prima che avesse il tempo di ribattere.

‘Non vedo l’ora di sentirle...’ gli sussurrò lei, mordendogli leggermente il labbro inferiore: sapeva che era una cosa che lo faceva impazzire.

Come volevasi dimostrare, Zack tornò a baciarla, questa volta con più urgenza, non prima di averle sussurrato qualcosa che Natalie non capì bene, ma che assomigliava vagamente a un “diabolica”.

 

Quando Nat si svegliò di nuovo vide che erano le nove.

Si mise sul fianco, non aveva affatto voglia di alzarsi, anche se sapeva che era necessario, aveva detto ai suoi che sarebbe passata a riprendere Jess per le dieci e mezza, sapeva quanto potesse diventare noioso se non la vedeva per troppo tempo.

Stava già mettendo una gamba giù dal letto quando si sentì tirare indietro e finì con la schiena appoggiata al petto di Zack.

‘Dove credi di andare?’ le chiese lui, dandole un bacio sulla nuca.

‘Vediamo... a lavarmi così da potermi poi preparare e andare a recuperare il piccolo demonio di tuo figlio?’ disse lei, prendendogli una mano con le proprie.

‘Mmh... mi piace la prima parte...’ commentò lui.

‘Intendevo lavarmi da sola, Baker’

‘Ecco, hai già rovinato tutto il divertimento...’ protestò lui, cominciando a baciarla dietro l’orecchio.

‘Oh, credimi, il divertimento sto per rovinartelo ora’ commentò lei, ridendo.

‘Cioè?’ chiese curioso Zack.

‘Tu sei cosciente del fatto che dobbiamo dirlo a Brian, vero?’.

Natalie sentì Zack irrigidirsi e trattenne a stento una risata, pensando che era davvero un peccato che gli stesse dando le spalle, era certa che la sua espressione in quel momento fosse impagabile.

‘Dobbiamo proprio?’ chiese Zack: in fondo sapeva che Brian non lo avrebbe davvero ucciso, ma il suo amico era un po’... inquietante quando si metteva a fare il fratello di Natalie.

‘Se preferisci che lo venga a sapere come l’altra volta...’ ribatté lei.

Zack rabbrividì al pensiero, Brian lo aveva rincorso per tutto il backstage, rinunciando solo quando, nel tentativo di seminarlo, Zack era inciampato in un cavo e si era schiantato a terra “autopunendosi”, come aveva detto Brian.

‘Però glielo dici tu’ disse infine lui.

‘Cavaliere...’ commentò divertita lei, decidendo di voltarsi per poterlo guardare in faccia.

‘E come dovrei dirglielo io? ‘Ehy, ragazzi, vi siete ripresi da ieri sera? Oh, Brian, a proposito, io ho passato la notte con tua sorella, sai?’... è la volta buona che mi rompe la chitarra in testa...’ commentò lui ‘E non c’è niente da ridere...’ aggiunse poi, dal momento che la ragazza aveva affondato la testa nel cuscino, ridendo di gusto.

‘Certo che no...’ rispose ironica lei ‘Ok, ok, ci penso io, so come prendere il mio fratellone... ma fossi in te, mi aspetterei visite in giornata...’ aggiunse poi prima di dargli un bacio sulla guancia e alzarsi dal letto.

‘Ehy, non vale!’ protestò lui, che aveva cercato invano di fermarla di nuovo.

‘Sai una cosa?’ disse lei, fermandosi sulla porta, divertita ‘Potrei averci ripensato riguardo al lavarmi da sola...’ continuò lei, facendogli l’occhiolino e ricominciando a camminare verso il bagno.

Zack non ebbe bisogno di farselo ripetere e qualche secondo dopo Natalie gli stava intimando di metterla giù mentre lui si chiudeva la porta del bagno alle spalle.

 

‘Grazie a te sono in ritardo sulla tabella di marcia, Baker’ disse Nat, finendo di mettersi l’ombretto davanti allo specchio della sua camera, mentre Zack la osservava divertito.

‘Non mi sembrava che ti dispiacesse’ commentò lui.

‘Mmh... forse’ rispose lei, trattenendo a fatica una risata davanti all’espressione indignata di Zack.

‘Lo sai che dei ‘forse’ come questo possono uccidere l’autostima di un uomo?’

‘Certo che lo so... è proprio per quello che ho detto forse’ rispose lei, finendo di mettersi il rossetto e sorridendo angelica al ragazzo.

‘Tu sei il diavolo in persona’ commentò lui, scuotendo la testa divertito.

‘Diavolo o voce della verità?’ lo provocò di nuovo lei, passandogli davanti per dirigersi in salotto.

‘Sei incredibilmente frustrante, Nat’ ribatté lui, seguendola.

‘Grazie’ rispose lei, fermandosi in mezzo al salotto.

Zack quasi cadde a terra, era dietro di lei e aveva rischiato di finirle addosso a causa della brusca frenata.

‘Che c’è Vengeance, manchiamo di equilibrio?’ lo prese in giro lei abbracciandolo.

‘No... sei tu che mi fai perdere qualsiasi forma di equilibrio’ ribatté lui abbracciandola a sua volta.

‘Romantico...’ commentò lei prima di baciarlo.

‘Ti serve un passaggio dai tuoi?’ le chiese Zack, senza lasciarla andare e appoggiando la propria fronte contro quella di Nat.

‘No, faccio quattro passi... così poi vado direttamente da Bri’

‘Beh, allora vai pure!’ disse lui, sentendo l’ultima parte.

‘Scemo...’ lo insultò scherzosamente lei ‘Allora passi stasera?’

‘Mi stai cacciando?’ ribatté lui, ridendo.

‘Forse...’

‘Piantala coi forse, Nat...’

‘Non ti sto cacciando, stupido...ma vorrei ricordarti che oggi devi andare in studio con Matt e non hai dormito quasi per nulla stanotte’

‘Chissà perché poi...’ commentò lui, ricevendo in cambio un’occhiataccia da Nat ‘Ok, ok la smetto... comunque sì, passo per le cinque’

‘A più tardi allora’ disse lei.

‘A più tardi’ ripeté lui, baciandola di nuovo prima di uscire.

‘Tutto a posto?’ chiese lei, vedendo che Zack si guardava intorno.

‘Sì... giusto un controllino...’ rispose lui, dubitava che se anche ci fosse stato qualcuno la sera prima si trovasse ancora lì, ma meglio non rischiare.

‘A volte sei adorabile Baker...’

‘Lo so... dà un bacio a Jess, a dopo’

‘Sarà fatto, a dopo’ rispose lei chiudendosi la porta alle spalle.

Ok, aveva bellamente mandato a monte qualsiasi progetto avesse riguardo ai suoi rapporti con Zack, ma non gliene importava assolutamente nulla.

Sentì bussare alla porta e le venne da ridere, evidentemente Zack si divertiva un mondo a scendere le scale per poi risalire.

‘Che vuoi anc...’.

Le parole le morirono in gola e cercò di richiudere la porta, ma Charlie fu più veloce, entrò in casa e le tappò la bocca con la mano prima che potesse urlare.

Natalie sentì un forte odore che le pizzicava il naso e si rese conto che le aveva messo un fazzoletto sulla bocca ed era impregnato di qualcosa.

Cercò invano di divincolarsi, ma tutto quello che riuscì a ottenere fu di far cadere a terra il vaso che le aveva regalato sua madre.

L’ultima cosa che sentì fu lui che le sussurrava quanto le fosse mancata, poi divenne tutto nero.

 

   
 
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