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Autore: shawnhbk    14/05/2011    2 recensioni
questa è la mia prima storia (quindi non siate troppo crudeli) si tratta di una one-shot su come remus è diventato un licantropo
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Remus Lupin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Londra, Ministero della Magia: Sezione Auror
 
“Cornelius, ascoltami, è anni che inseguiamo i mannari, ti posso assicurare che una cosa così non l’avevo mai vista!” sosteneva John Lupin davanti al suo capo, un altro attacco di mannari ad un orfanotrofio babbano aveva fatto scalpore sulla gazzetta del profeta, il terzo in tre lune.
“Ascolta John, capisco quelli che intendi, ma cosa vorresti insinuare? Un mannaro che attacca volutamente un bersaglio?” già perché era quello il problema: i mannari erano reietti della società magica, miserabili che passavano in comunità tutta la vita e che una volta al mese circa si trasformavano in mostri senza cervello con la sola voglia di sangue; non attaccavano bersagli, semplicemente si limitavano a mordere chiunque fosse tanto avventato da stargli vicino.
Così da molti anni si era formato l’ Operazione Controllo Mannari, OCoM, una piccola sezione degli auror che si impegnavano a proteggere i villaggi a rischio; John era uno dei più famosi ocomi, come venivano comunemente chiamati, e da qualche mese l’idea di un gruppo di mannari organizzati gli disturbava il sonno, finché oggi non aveva deciso di parlarne con il capo.
 
“e se fosse una nuova trovata del nemico numero 1?”
“non dire scemenze John! I mannari sono incontrollabili e Tu-Sai-Chi è solo un egocentrico buffone, non ha così tanto potere da controllarli! Andiamo, mi pare che tu stia esagerando, ci è andata solo molto male con quegli orfanotrofi” Caramell ne aveva evidentemente abbastanza di questa storia, e non gli andava che ormai si tirasse fuori Voldemort ad ogni piè sospinto, quell’uomo stava diventando un incubo “continuiamo a fare quello che abbiamo sempre fatto, ha sempre funzionato bene... Senti” vedendo la faccia di John “nessuno dice che è piacevole, 10 bambini morti e più di 20 mancanti, morsi probabilmente, in sole tre lune, ma non possiamo sorvegliare tutti gli istituti babbani: purtroppo questo è un lavoro che ci concede poche vittorie lo sai bene, ora vai a casa e prenditi la giornata libera, sei stanco si vede. Dolores sta mettendo a punto una legge più dura contro i mannari, se riusciamo a farla passare dal Wizengamot potremmo tenerli maggiormente sottocontrollo e magari ucciderli perfino”.
John guardò il suo superiore stupito, ucciderli, cosa gli avrebbe diversificati dai maghi oscuri, nel caso fossero concesse maledizioni senza perdono? Con un cenno del capo si allontanò mesto, diretto verso gli ascensori e verso casa, questo clima di preguerra stava cambiando troppe persone, nemmeno Grindelwand aveva scosso la società così tanto.
 
 
Londra, Casa Lupin
 
“Papi!papi! sei tornato presto!!” urlò il piccolo correndo verso John e abbracciandolo al volo.
“Remus, piccola peste, hai fatto disperare la mamma?” disse il padre scompigliando i chiari capelli del figlio, e guardando sua moglie Felicia, sulla porta “no papi, ho fatto il bravo, vero mamma?” la donna annuì guardando un po’ preoccupata il marito, non era normale che John Lupin tornasse a casa prima dal lavoro, non era mai successo in tutti questi anni, doveva essere successo qualcosa “Remus, perché non fai vedere al papà il tuo disegno? Quello che avete fatto a scuola...” il figlio annuì e scappo su di corsa mentre Felicia guardava il marito preoccupata:
“non ti preoccupare Fely, non è successo niente, solo gli ultimi attacchi... Caramell mi ha dato la giornata libera” meglio non accennarle le sue teorie, l’avrebbero solo fatta preoccupare di più
“guarda papi!” Remus scese le scale di corsa con in mano un grosso foglio “questo sei tu, questo sono io e questa è la mamma!” “è bellissimo Rem, sei un artista!” “dai forza uomini, è ora di pranzo!” chiamò Felicia e tutte e tre si sedettero al tavolo a mangiare.
 
Londra, Parchetto di Saint Gerius
 
Qualche giorno dopo, Felicia stava seduta tranquilla sulla panchina del parchetto preferito di Remus, vigilando su suo figlio che giocava tranquillamente, quel giorno ci sarebbe stata luna piena, John non sarebbe tornato a casa, doveva sorvegliare i dintorni di Edimburgo, probabile prossimo attacco dei mannari.
Un signore si avvicinò alla sua panchina, i vestiti erano vecchi e strappati in qualche punto, la barba incolta e dei guanti bucati a proteggere le mani, la donna d’istinto portò la mano alla bacchetta, ma l’uomo sembrava un semplice vagabondo babbano, si rilassò notando una bottiglia di whiskey in mano, quando all’improvviso, con riflessi molto superiori a quelli umani “stupeficium!” un raggio rosso la colpì in pieno petto facendola svenire..
 
Foresta scozzese
 
La donna si risvegliò, era sdraiata, per un attimo si chiese perché si trovava lì, poi si ricordò tutto, provò a cacciare un urlo ma qualcosa le impediva di urlare, si decise ad aprire gli occhi: era in un bosco, legata e imbavagliata, senza bacchetta e a quanto vedeva il tramonto era vicino... un uomo, il barbone del parco, le si avvicinò
 
“Felicia... Felicia McKinnon, mi fa piacere che ti sia risvegliata ma non ti preoccupare, adesso ti tolgo questo affare” liberandogli finalmente la bocca, quando si avvicinò la donna poté vedere i suoi occhi, e si chiese come aveva fatto a non notarli, erano rossi, crudeli... mannari!
 
“mm.. Remus! Cosa avete fatto a Remus! Dove è?”
“calmati.. tuo figlio è con noi” il lupo mannaro si godeva lo sguardo atterrito della donna, nemmeno nel peggior incubo di un genitore poteva immaginarsi il proprio figlio nelle mani dei mannari, “e ci rimarrà ancora per un po’.. diciamo qualche ora, dopodiché rispediremo il tuo corpo e un nuovo piccolo mannaro a casa Lupin, con i saluti di Fenrir Greyback, così magari il buon vecchio John dovrà chiedersi perché si è messo contro di noi”
La donna sgranò gli occhi e si agitò, impotente “NOOOO! MALEDETTO! REMUS! JOHN! AIUTO! AIUTO!!!” lacrime cominciarono a scorrere davanti ad un divertito Greyback che si godeva la disperazione della donna “urla pure, nessuno può sentirti...”
 
Edimburgo, Orfanotrofio Saint Gemius
 
John sorvegliava l’istituto, la Scozia era un disastro a mannari, troppi boschi in cui si potevano nascondere e anche le grosse città avevano boschi poco lontano, stanotte aveva la periferia di Edimburgo, ma l’orfanotrofio, dato gli ultimi avvenimenti, aveva priorità su tutto.
Qualche ora dopo la luna ecco l’attacco, una decina di mannari attaccarono ai lati cercando di penetrare le difese magiche, John e i colleghi cercavano di schiantare quel piccolo gruppo, stando ben dietro alle loro difese; fortunatamente i mannari erano stupidi essere senza cervello, in pochi scamparono gli schiantesimi che gli Ocomi lanciavano e seppur la loro natura magica li rendeva molto resistenti, nulla poteva infrangere quelle barriere e in un quarto d’ora il gruppo era stato messo in fuga.
“questo sì che è strano John.. sembra che ci abbiano attaccato anche se già sapevano della nostra presenza! Questa sera bisognerebbe fare un monumento alla stupidità mannara!” disse gongolando un giovane Ocomo ma John non era tranquillo di solito i mannari non scappano, sembravano sempre più controllati “guarda!” indicando una donna stesa a terra “come è possibile, nessuno è entrato nelle difese” l’uomo si precipitò verso il corpo ma prima di arrivare riconobbe la moglie e il bambino, nascosto dal suo corpo.
Gelo, paura, disperazione, queste erano le emozioni che bloccarono John Lupin, in ginocchio davanti al corpo martoriato della moglie, ferita in più punti, fredda, ormai morta, che abbracciava ancora il suo bambino, anche lui coperto di sangue, il tempo sembrava essersi fermato, non sentiva i colleghi che si avvicinavano, le lacrime scorrevano amare sulle guance dell’uomo, il cervello sembrava aver smesso di funzionare, solo le sue grida solcavano la notte, grida verso la luna, quella maledetta luna che dava così tanti problemi. Si alzò, Lupin, si alzò e si diresse verso i lupi, quelli che erano scappati, voleva uccidere, voleva vendetta, per quei maledetti che avevano osato uccidere sua moglie e suo figlio, prese la bacchetta in mano, davanti a se, voleva torturare quei miserabili esseri, voleva vedere sofferenza nel loro volto animale, e poi strappargli il cuore, come loro l’avevano strappato a lui, privandolo di quella gioia che era la sua famiglia..
 
“John... “ cadaverico il giovane collega guardava il veterano alzarsi bacchetta spianata “JOHN! Remus è ancora vivo!” disse cercando di convincere l’uomo a tornare indietro, in effetti il cuore del bambino batteva, debole, testardo, non voleva spegnersi senza provare la vita anche se il sangue usciva copioso, ma la ferita non era letale...
 
John quasi non sentì le parole del collega, aveva deciso di ucciderli tutti, di portarsi nella tomba quanti più mannari poteva “Remus è ancora vivo” ecco, quelle erano le uniche parole che potevano fermarlo, Remus, il suo piccolo dolce Remus, vivo, impossibile, erano coperto di sangue.. allora capì, si avvicinò al bambino e senza una parola si smaterializzò con lui fra le braccia.
 
Londra, Ospedale San Mungo
 
Posò il figlio su una barella mentre medimaghi subito accorsero per tamponare la ferita e lo portarono in una sala per curarlo, John aspettò fuori, seduto, guardando il pavimento, una domanda girava in continuazione “perché?” perché i mannari avevano attaccato lui, perché avevano ucciso Felicia, perché avevano morso Remus, perché? Perché? Le lacrime ricominciarono a scorrere, suo figlio sarebbe diventato uno di loro, un maledetto, come poteva permetterlo? Come poteva impedirlo? La disperazione prese il sopravvento, non si era mosso di un millimetro da quando si era seduto, stava lì, la faccia nascosta fra le mani, piangendo, cercando di non pensare a cosa sarebbe successo.
“John... “ un Caramell alquanto triste si presentò all’uomo distrutto, mentre suo figlio ancora era nelle mani dei medimaghi “mi dispiace.. non potevamo sapere.. che tremenda sfortuna..”
“NON E’ SFORTUNA CORNELIUS! TI AVEVO AVVERTITO! QUALCUNO HA PREPARATO L’ATTACCO! ERA STUDIATO! HANNO COLPITO ME! TRAMITE REMUS! E FELICIA E’ MORTA! E REMUS E’ STATO MORSO!” le urla si sentirono per tutto l’ospedale, si era alzato in piedi all’improvviso, le parole di Caramell suonavano farneticanti “COME FAI A NON CAPIRE?” “calmati John, sei distrutto e lo capisco, ma...” “mi dimetto!” “cosa? Perché?” “devo occuparmi di mio figlio..” il tono era tornato basso, deciso, era evidente che l’uomo non ammetteva repliche “che cosa vuoi fare? Crescerlo come se fosse normale?ti sbranerà John! Ti troveremo a pezzettini dopo una luna piena” “LUI E’ REMUS! LUI E’ NORMALE! E’ MIO FIGLIO! Cosa dovrei fare? Lasciarlo andare e continuare come se non fosse successo nulla? O magari dovrei ucciderlo, eh Cornelius? Un mannaro in meno.. un mostro in meno, vero?” veloce puntò la bacchetta verso il petto del suo superiore “mi stai consigliando questo? Uccidere il mio stesso figlio? Ti do un consiglio Cornelius, trovate quel maledetto che ha ucciso mia moglie e morso il mio bambino, forse uccidendolo lo risparmierete dalla mia vendetta, apri bene le orecchie, qualcuno sta organizzando i mannari” detto questo andò verso il medimago che stava curando suo figlio, ignorando il suo ex-capo.
   
 
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