COME UN FIORE
Domani
è San Valentino.
Io odio
San Valentino.
Lo odio
veramente tanto.
E no, non
perchè non ho nessuno con cui festeggiarlo o perché Ron sta con quell’oca di
Lavanda…NO! Non è assolutamente per questo motivo…
...Forse
solo un pochino…un pochino tanto…ok,
tanto! Tantissimo…ho veramente il cuore a pezzi, a essere sinceri. E
pensare che l’avevo anche invitato alla festa di Lumacorno,
quello stupido, idiota, odioso, adorabile, bellissimo, dolce essere. Avrete notato anche voi che sono un tantino confusa, eh? Vi dirò che ormai mi ci
sto abituando…mi sto quasi, quasi affezionando a
questa mia totale mancanza di razionalità.
Adesso come
minimo vi sembrerò solo una povera zitella disperata perché il
suo perfetto principe dei sogni non la corrisponde e se n’è andato
con una sgualdrina bionda, la cui risata è considerato inquinamento
acustico, ma non è assolutamente vero! Ve lo posso assicurare, io sono
assolutamente felice per il mio amico!...
…
…non
ve la bevete eh? Lo immaginavo! Guardate, adesso sapete
che faccio? Me ne vado in biblioteca! Così mi leggo cinque o sei libri e non penso a Ron per
dieci o quindici secondi di fila. L’ho sempre detto che io che i libri
sono utili…mi distraggono da pensieri omicidi per addirittura una ventina
di secondi! L’altro giorno sono arrivata persino a trenta…ragazzi,
ma vi rendete conto?! Addirittura un intero mezzo minuto di completa
pace. Non ci potevo credere, ve lo assicuro!
Dopo
dieci minuti buoni di cammino, arrivo in biblioteca del tutto convinta di essere
finalmente giunta nel mio habitat naturale, nel mio
regno. A quanto pare, però anche il mio regno composto da tomi polverosi e pesanti la cui reggente è Madama
Pince, mi è stato usurpato. Adesso mi autoavadakedavro
sul posto, lo giuro…Perché? Perché in fondo a destra c’è
quel disgraziato di Ronald Bilius
Weasley che sta studiando una materia non ben
definita.
Un
attimo…Ron…che studia???
Qui ci dev’essere qualcosina
che non va…altroché, il mondo si è capovolto!
Lui non
mi ha ancora vista, e continua a leggere il suo libro in modo talmente interessato,
che non credo di averlo mai visto così concentrato, neanche
quando gioca a scacchi. Improvvisamente si alza e raggiunge il tavolo di
Neville che lo accoglie con un gran sorriso e a cui chiede chiarimenti su
quello che sta studiando. Fino a qualche mese fa, al posto di Neville
c’ero io. E al solo pensiero mi viene una fitta allo stomaco. Fino a
qualche mese fa potevo sognare di essere al posto di Lavanda. Fino a qualche
mese fa potevo godere del suo sorriso tutti i giorni.
Fino a qualche mese fa lui era mio. O almeno così credevo. Merlino, ma
come sono potuta essere così cieca per tutto questo tempo?! Come ho potuto essere così stupida da permettermi addirittura
il lusso di sperare che lui mi ricambiasse in qualche modo?!...Che
a lui piacesse la mia parlantina petulante, le mie fisse sullo studio, i miei
capelli indomabili o il mio essere così maledettamente…casta…?
Stupida, stupida Hermione! Sono solo una
stupida…
Ron
alza lo sguardo e senza un apparente motivo si gira dalla mia parte e mi vede.
Arrossisce in maniera adorabile e solleva una mano in segno di saluto. Un
saluto dannatamente freddo e impacciato, ma pur sempre un saluto. Non posso
più permettermi di lamentarmi. Le mie labbra si distendono in un piccolo
sorriso timido, mentre i miei occhi già diventano lucidi. Lo vedo
rispondermi al sorriso e poi la mia vista è accecata dalle lacrime che
cerco in tutti i modi di trattenere. Avrò pure toccato il fondo, ma ho
pur sempre una mia dignità. Ricaccio con tutta la mia forza le lacrime
indietro, e solo quando sono del tutto certa di
riuscire a non scoppiargli a piangere davanti, mi avvicino. Anche se ho distolto lo sguardo da lui, riesco a percepire che mi sta
fissando, ma io, imperterrita, continuo a non voler alzare gli occhi, ora saldamente
fissi a terra. Gli passo davanti superandolo e pregando tutti i Santi,
“Mione…” un brivido mi precorre la schiena e mi
blocco istantaneamente, di spalle a lui. Sento il suo passo lento e cadenzato
avvicinarsi e lo sento fermarsi talmente vicino da riuscire a sentire il calore
del suo corpo.
“Hermione, girati per favore” io ubbidisco, faccio una
piccola giravolta e me lo ritrovo molto più vicino di quanto avessi potuto immaginare.
“Senti…come…come
stai?” domanda idiota. Come vuole che stia?!
“Benissimo…”
pessima bugiarda Hermione…
“Non
è vero” appunto.
“Se
già lo sapevi, allora perché me lo hai chiesto?!”
abbaio io mentre comincio ad andarmene, e Neville è in cerca di una via
di fuga per ripararsi al disastro che accadrà se Ron
fa quel che non deve fare.
“Mione aspetta” dice lui bloccandomi per il braccio.
Ecco. L’ha fatto. Stupido idiota…
Mi rigiro
verso di lui guardandolo rabbiosa, ma lui non sembra farci caso e continua a
guardarmi negli occhi con una sicurezza che mi fa quasi paura
“Hermione…”
“…Herm…”
“Sì,
Ron, so come mi chiamo, grazie per avermelo ricordato…Adesso
se non c’è nient’altro, ti dispiacerebbe lasciarmi il
braccio? Mi stai facendo male…” dico io non riuscendo a trattenere
il tremore della mia voce, mentre abbasso lo sguardo
impaurita dal suo sguardo. Lui fa un’espressione colpevole e mi
lascia lentamente.
“Scusami…”
mormora lui mentre io non riesco a trattenere una lacrima
“Le
scuse non bastano più” faccio per andarmene, ma lui mi ferma di nuovo
“Senti
Mione…io…io volevo solo…ti
piacciono i fiori?” io lo guardo basita
“Stai
scherzando, vero?”
“Sì…cioè
no…cioè, alle ragazze piacciono i fiori, vero?” chiede lui
con l’innocenza di un bambino e diventando tutto rosso. Questo è
davvero troppo…
“Sì…Ron…a Lavanda piacciono i fiori…” dico io
a denti stretti e chiedendomi perché debba essere così tanto
sadico. Cosa gli ha fatto quella baldracca?!
Ormai sto
piangendo. Tutti i buoni propositi che avevo prima di entrare in biblioteca
sono andati cortesemente cagare, e la mia dignità e l’orgoglio li hanno gentilmente
accompagnati.
“Hermione per favore non fare così…”
“Non
fare come?! COME RON, EH?!”
“Mione, io…”
“Non
ti azzardare mai più a chiamarmi così. Non azzardarti mai
più a trattarmi come se fossimo amici, perché noi non lo siamo
più.” E così dicendo scappo via
lasciandolo lì, come un sacco di patate, con Neville che comincia a
riemergere da sotto il tavolo
*
Oggi
è San Valentino.
Io odio
San Valentino.
Ve
l’ho già detto, vero? Mmm, scusate se
sono ripetitiva, ma voglio essere certa al cento per cento che voi abbiate capito quanto io abbia una naturale avversione per
questa inutile festività. In più oggi è anche sabato e non
posso neanche distrarmi con le lezioni…e ad aggiungersi a questa
già di base favolosa giornata c’è il fatto che la
biblioteca è stata chiusa dopo che ieri notte è stata invasa dai Doxy.
Scendo le
scale e giungo in una sala comune fortunatamente deserta. Oddio, quasi deserta.
A sinistra, appoggiato alla finestra vedo una persona. E indovinate un pò chi è? Ron. Io
credo veramente di essere finita in un mondo parallelo! Ron
che si alza alle sette di mattina di sabato, è una cosa più che
improbabile. Mi schiarisco la voce per annunciare la mia presenza e lo vedo
sobbalzare. Si gira e nasconde qualcosa dietro la schiena. Un regalo per la sua
Lav-Lav immagino. Ma
perché non me ne sono rimasta a letto, porca miseria?!
Guardate, se adesso mi chiede di andare a chiamare Lavanda su in dormitorio,
giuro che gli sputo in un occhio…
“Hermione!”
“Ciao
Ron…” dico io annoiata
mentre mi appresto a raggiungere il buco del ritratto e fuggire il prima
possibile da quell’incubo
“Dove
vai?”
“Ron, dove vuoi che vada alle sette di mattina?!”
“è
quello che ti sto chiedendo!”
“Vado
a fare colazione…” dico io richiamando tutti i santi di cui conosco
il nome perché gli impediscano di continuare a torturarmi. È superfluo
dire, che ancora una volta i cari amici a cui sempre mi affido
se ne sono sbattuti più che altamente delle mie preghiere.
“Mione…cioè, scusa, Hermione…per
favore….resta” io mi fermo e mi giro verso di lui con aria di
sufficienza. Lui senza preavviso toglie la mano da dietro la schiena e mi
mostra quello che stava nascondendo fino a qualche secondo
prima: è un mazzolino di fiori. È semplicissimo formato da
un gelsomino, una margherita, una violetta, un giglio e una rosa. Tutti
meravigliosamente bianchi. Solo la rosa si distingue dal gruppo perché è di un
bel rosso sangue. Il mazzolino è legato insieme
da un fiocchetto rosso che dona al tutto un’aria ancora più
adorabile. Io rimango imbambolata a guardare il mazzolino
e lui lentamente allunga il braccio e me lo porge. Io lo guardo stralunata e
spalanco gli occhi sorpresa, arrossendo tantissimo.
“è…è
per te” credo sia inutile dire che nel momento stesso in cui ha formulato
l’ultima frase, sono entrata in coma vegetativo, vero?
“So…so che non è un granché, ma sai che non ho
tutti questi soldi e così…” cerca di spiegarsi lui
sorridendo imbarazzato. Io, vagamente ripresa dalla fase dove-sono-le-telecamere-lo-scherzo-non-è-divertente,
mi avvicino lentamente a lui e prendo delicatamente il mazzolino
dalla sua manona. Sorrido imbarazzatissima
e senza pensarci mi alzo sulla punta dei piedi e gli do un bacino sulla
guancia.
“Grazie”
“Ti…ti
sono piaciuti?”
“è
il più bel regalo che abbia mai ricevuto, Ron”
lui sorride compiaciuto
“Sono
stato tre ore in biblioteca ieri a cercare i fiori
giusti da regalarti…” io spalanco la bocca in stato di shock. I
fiori erano per me…per me non per Lavanda…
“E…Lavanda?
Insomma, voglio dire…”
“Ci
siamo lasciati”
“Ah”
“Già.
Mi ha piantato dicendo che ‘non ero abbastanza coinvolto ‘” dice lui imitando la voce di Lavanda e facendomi scoppiare a
ridere. Improvvisamente la giornata non mi sembra così male come
credevo…
“Mi
dispiace per le cose che ti ho detto ieri…” dico
io ad un certo punto, molto imbarazzata e ben intenzionata a non guardarlo
negli occhi.
“Nah…non ti preoccupare…è tutto ok, davvero” lui cerca di fare il disinvolto, ma
così facendo non fa altro che creare un silenzio teso tra
di noi
“Allora…vedo
che nonostante tutte le tue ricerche non sei riuscito a trovare un fiore adatto!
Sono così complicata?” me ne esco io per
rompere il gelo artico
“In effetti ad un certo punto mi sono un pochino
incartato…l’erbologia non è mai
stata una delle mie passioni…lo sai…” confessa lui
“E
come mai alla fine hai optato per questi fiori?”
“Oh
bhè…ognuno ha un suo
significato…”
“Ah?”
“Sì…li…li
vuoi sapere?” io annuisco e lo seguo sul divano
“Allora…”
inizia lui schiarendosi la voce. Indica la piccola violetta bianca e ricomincia
a parlare
“…la
violetta è simbolo di intelligenza e modestia…mi sembra inutile
dire il motivo per cui ho deciso di regalartela, no?”
mi sorride lui, mentre sento già le mie guance diventare calde
“…la
margherita, rappresenta la semplicità…”
“…il
giglio è il simbolo della purezza e della dolcezza…”
comincia ad arrossire e io lo guardo sorridendo come una cretina
“…mentre
invece il gelsomino…bhè il gelsomino
rappresenta…rappresenta l’amabilità e…la…la
sensualità…” io strabuzzo gli occhi sorpresa,
mentre lui abbassa lo sguardo imbarazzato
“Grazie…” …grazie?
GRAZIE??? Cosa più idiota non potevo
dirla…
“E…e
la rosa?” mi correggo. Potevo…
“La
rosa?” lui alza lo sguardo, rossissimo
“Bhè…la rosa…la rosa
è rossa”
“Sì,
lo vedo, ma che vuol dire?”
“Andiamo,
lo sai che vuol dire! Non essere sadica!”
“Non
sono sadica…è che proprio non ricordo…” io faccio
finta di pensare, mentre lo vedo lanciarmi un’occhiataccia. Un po’
sadica ci sarò pure, ma almeno una dichiarazione decente me la deve!
“No,
proprio non mi ricordo…”
“Oh,
va bene!...La rosa rossa…è
simbolo…il simbolo di…il simbolo dell’amore…”
sussurra lui guardandomi negli occhi.
“Dell’amore
che provo per te…” aggiunge lui ancora sussurrando.
Posso sentire distintamente il mio cuore martellare furiosamente nel petto e
ogni parola che vorrei dirgli in questo momento, mi muoiono
in gola
“Anche
così?” lui mi guarda talmente intensamente da farmi quasi tremare
e corruccia la fronte
“Come,
così?”
“…Ti
piaccio…anche così? Così studiosa, saccente e…e casta?”
lui non mi risponde. Si limita ad avvicinarsi a me e lentamente mi sfiora le labbra con le sue, calde e morbide. Sono certa
che in questo momento le gambe non sarebbero capaci di sorreggermi se fossi in
piedi.
“Mi
piaci soprattutto così
…”
“…così
studiosa, saccente e casta” io gli sorrido con gli occhi già lucidi
“Sì?”
“Certo”
“Anche
tu mi piaci, Ron”
“Anche
così?...immaturo, stupido e tenerone?”
“Soprattutto
così…”
FINE.
Ma ciaoooooooooooooo!
Come vi è sembrata?! Ch
etenerotti potti che sonoooo! *_*! Ditemi
voi cosa ne pensate, ora! Essendo sempre in ritardo,
la ficcy di San Valentino l’ho postata ora, ma
spero comunque che abbiate apprezzato!! Negli ultimi
giorni sono andata molto in giro su Internet alla ricerca di siti sul
giardinaggio (per il linguaggio dei fiori, sapete…), un commentino me lo
dovete! Un ringraziamento speciale quindi va a daisy05
che mi ha aiutato con i fiori, e di conseguenza salvata almeno in parte
dall’esaurimento!!
Recensioncina?
Baciottosi bacini baciotti potti^^