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Autore: brassy    16/02/2006    5 recensioni
One-shot, posta immediatamente dopo il sesto libro, che espone degli ipotetici pensieri di Draco Malfoy. Il linguaggio potrebbe risultare leggermente volgare. Il titolo è preso da una canzone dei Marlene Kuntz.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Draco Malfoy non immaginava minimamente cosa stava per succedere. Sentiva la propria tempia pulsare in modo frenetico, il proprio battito cardiaco accelerare sempre più. Correva senza conoscere la meta. Nella sua testa nulla di tutto quello che stava succedendo gli sembrava concreto. Si sentiva come isolato dalla realtà, lontano col pensiero. Non sapeva nemmeno lui quello che stava provando.
Sapeva di odiare Potter. Non era un odio maturo e forse neanche troppo meritato, ma lo odiava.
Lo odiava perché lui rappresentava tutto lo schifo del quale lui non voleva fare parte.
Lo odiava perché lui non aveva mai fatto un emerito cazzo e s’era preso il merito. Il merito di cosa? Sua madre s’era fatta uccidere per lui ed ecco che tutti lo lodavano. Si, bravo Potter, i miei complimenti.
Lo odiava perché era un bugiardo. Perché non aveva fatto altro che mentire a se stesso durante tutta la sua vita. Oh, Potter, non venirmi a dire che non ti sentivi un po’ diverso dagli altri anche dai tuoi zii Muggles. Ti compativi nella tua testolina, vero? Non hai mai pensato a una soluzione, però. Undici anni, Potter. Potevi dire alle tue insegnanti Muggles quello che succedeva dentro la casa dove abitavi. Invece tu zitto, a piangerti addosso. Povero Potter, senza genitori. Povero Potter, trattato male dagli zii. Povero Potter di ‘sto cazzo, che non ha la forza di dire basta. Mentiti, Potter, perché è l’unica cosa che sai fare. Se tu e le tue isteriche manie di persecuzione del cazzo non vi foste messi in mezzo al primo anno ad Hogwarts probabilmente Quirrell e Voldermort ora…ora sarebbero sbattuti da qualche parte ed io non sarei qui a correre.
Lo odiava perché quella corsa sfrenata era anche colpa sua. Quel buonismo dietro il quale si nascondeva gli dava il volta stomaco. Che bravo, Potter! Come sei generoso, Potter!
Lo odiava perché Potter non avrebbe mai capito la sua posizione. Non avrebbe mai capito le sfumature, non ci sarebbe mai stata comprensione per lui. Comprensione non pena. Comprensione non pietà. Comprensione non miseria.
Lo odiava perché gli faceva pena, pedina inconsapevole degli eventi. Bravo, Potter. Ti senti forte, adesso? Verrai abbandonato da tutti, una volta completato il tuo compito. Sarai vuoto perché nessuno ha mai voluto andare oltre al fatto che tu saresti stato colui che ucciderà il Dark Lord.
Lo odiava e basta. Anche se adesso gli si stringeva un po’ il cuore e aveva gli occhi lucidi. Lo odiava anche mentre Snape gli afferava il braccio per portarlo davanti a Voldermort. Lo odiava perché in quel momento il pensiero di Potter lo faceva sentire così dannatamente vivo.
  
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