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Autore: DebbieJ    15/05/2011    7 recensioni
Che succederebbe se veniste investite dai Jonas Brothers?? Che succederebbe se voi e Nick Jonas finiste gravi in ospedale?? Che succederebbe se al vostro risveglio perdeste la memoria?? E che succederebbe se, a modo mio, rispondessi a queste domande in una Fan Fiction? La leggereste? Io la leggerei..
Debbie.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nick Jonas, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Chap.4
Danielle aprii quella grande porta trasparente ed una folata di vento fresco mi agitò i capelli e mi accarezzò il viso, respiravo aria pulita. Arrivai fino al cancello quasi saltellando dalla gioia! Ero fuori! Solo per poco, ma ero finalmente fuori! Poi arrivammo alle strisce.. improvvisamente il tempo si fermò, fu come se stessi vivendo il momento a rallentatore.. una macchina passò veloce davanti i miei occhi, mi fermai, come se non potessi più muovermi, un impatto, violento, immaginai quello.. immaginai quella macchina colpirmi.. forse era l’incidente, forse avevo ricordato l’incidente, fatto sta che iniziai a tremare, non riuscivo a distinguere il ricordo dalla realtà, entrambi così opachi.. indietreggiai terrorizzata da tutte quelle auto.. indietreggiai terrorizzata da tutte quelle persone.. indietreggiai terrorizzata e caddi, caddi seduta a terra.
K: “Hope è tutto ok?”
H: “Kevin.. Kevin..” Sussurrai stringendo forte il suo braccio.
K: “Sono qui.” Anche Danielle si accovacciò accanto a me.
Ero confusa, spaesata, volevo tornare dentro!
H: “Voglio tornare dentro.. torniamo dentro!” Non avevo la minima intenzione di parlarne né rifletterci, volevo solo alzarmi e tornare in ospedale, così mi alzai e tornai in ospedale! Camminai molto velocemente, Kevin e Danielle erano a pochi metri di distanza da me. Mentre salivo le scale quella scena si ri-presentò davanti i miei occhi, mi fermai di nuovo, con una stretta forte serrai il passamano e chiusi gli occhi.
Volevo che scomparisse.
D: “Hope! Aspettaci!” No, mi avrebbero riempito di domande e avevo già la testa che scoppiava! Ri-cominciai a camminare mentre gli occhi si gonfiavano di lacrime.. piansi, piansi molto.. salivo le scale e i miei singhiozzi rimbombavano nel silenzio, mi mancava il fiato, non riuscivo a connettere. Quando arrivai in camera mi sedetti sul letto con la testa tra le mani e continuai a piangere..
Dottoressa: “Hope..” la dottoressa aveva chiuso porte e tende, cacciato tutti e si era seduta accanto a me sul letto.
Non riuscivo neanche a guardarla..
Dottoressa: “Cosa è successo?” Non potevo smettere di piangere e di vedere quella macchina.. quel ricordo mi stava già uccidendo! Passò del tempo prima che mi calmassi.. alla fine riuscii a descrivere quello che avevo visto alla dottoressa.. quando se ne andò io rimasi lì, a fissare il vuoto, con le braccia incrociate e gli occhi che bruciavano..
N: “Sai ora poss.. che hai?” Nick non sapeva niente di quello che era successo. Si sedette anche lui ai piedi del mio letto, come la prima volta che parlammo.
N: “Hope? Stai bene?”
H: “Puoi alzarti ora?”
N: “Si, ma cosa ti è successo?”
H: “Ho ricordato una cosa.. però.. ho ricordato l’incidente.. cioè credo.. era una macchina, è passata e me la sono vista addosso.. non so che cos’era.. forse sto impazzendo..” Dissi continuando a fissare il vuoto.. “Speravo di ricordare qualcosa di bello e invece guardami! Sembro una disperata! Anzi no, sono una disperata!” A quel punto scoppiai di nuovo in lacrime. Se prima andava male ora andava anche peggio.
H: “Su quel diario c’era scritto che facevo una vita orrenda, e si vede che sono destinata!” Forse stavo delirando o forse stavo semplicemente cacciando la rabbia, fatto sta che mi sentivo una vera schifezza! Non trovavo un senso a quello che stava accadendo, non aveva un senso!
Piangevo tanto da non respirare.
N: “Hope non fare così, tutto si aggiusta in un modo o nell’altro.” Apprezzavo che stesse cercando di sollevarmi ma non volevo che nessuno ne parlasse, non volevo nessuno e basta..
H: “Nick.. grazie, apprezzo che provi a tirarmi su ma vorrei evitare di interagire con qualsiasi essere vivente sulla Terra ora..” Nick annuì ed uscì in silenzio dalla stanza. Da allora mi chiusi in me stessa e rimasi così per quasi 5 giorni. Mangiavo giusto il minimo indispensabile. Non sapevo se era la cosa giusta, solo mi sentivo di fare così. Dormivo (Se un’ora e mezza a notte si può definire dormire!) direttamente con i vestiti, tanto quando mi addormentavo era solo per esasperazione e lo facevo seduta sul letto, appoggiata con la schiena al muro, il cuscino stretto tra le mani e le lacrime sul viso.. Quelle poche ore infatti oltre ad essere le uniche in cui riuscivo a riposare erano anche le uniche in cui smettevo di piangere. Da sveglia lo facevo ininterrottamente.. Il terzo pomeriggio fu davvero catastrofico.. litigai con Nick, l’unica persona in grado di darmi un minimo di consolazione.. più che litigai lo cacciai brutalmente dalla camera quando stava solo cercando di aiutarmi. In pratica, sfogliavo di nuovo il mio diario quando ad un tratto lessi nell’angolo di una pagina “La vita non potrebbe andare peggio!” Credevo che niente potesse essere peggio di quello che stavo vivendo ora, e se lo pensavo anche prima, qualunque cosa stesse succedendo, allora le cose potevano sempre peggiorare. Questa riflessione mi fece rabbia, moltissima rabbia, così mi abbracciai le gambe e appoggia la testa alle ginocchia, scoppiando a piangere, l’ennesima volta, ma molto più disperatamente. Lui sentii i miei singhiozzi più forti del solito e venne a cercare di parlare. “Hope non pensarci più!” Mi disse.. “Non pensarci.. e come? Ogni volta che provo a distrarmi sto peggio di prima!” Risposi agitando il diario, per fargli capire che cercavo di distrarmi leggendolo. “La mia vita ha sempre fatto schifo, fa schifo ora e farà schifo per sempre! Farà schifo per sempre!” Urlai scaraventando con forza il diario contro la parete. Ero distrutta. A quel punto lui, non sapendo che dire, cercò di calmarmi con cose tipo: “Hope non agitarti, pensa a qualcos’altro. Qualcosa di felice, ri-stabilisci la calma e poi parlane con qualcuno, parlane con me!” A quel punto andai fuori di me.. molto fuori di me.. “Nick non ho ricordi! Capisci? E da quando sono in questo schifo non è successo niente di bello! Niente! E tu non puoi aiutarmi, ficcatelo in testa! Non lo voglio il tuo aiuto! Non voglio l’aiuto di nessuno! Voglio restare sola ok? Vattene!” Gli stavo urlando contro, anzi no, strillavo, e lui voleva solo aiutarmi.. ad ogni modo, dopo quelle esclamazioni se ne andò, senza dire niente. Mi pentii immediatamente di quello che avevo fatto, ma ormai l’avevo fatto, quindi non mi restava che mordermi la lingua e continuare a piangere, affondando il viso nel cuscino e non muovendolo da lì per tutto il giorno successivo. Stavo per passare in questo triste modo anche il successivo ancora ma verso le 15:00 qualcuno aprii le finestre facendo entrare aria e luce. Mi girai e vidi Nick.
N: “Tieni.” Disse porgendomi un pantalone giallo chiaro e una maglietta a mezze maniche leggermente lunga blu.
N: “Forse non lo sai ma è l’8 aprile e c’è un gran bel sole fuori!”
H: “Non voglio andare fuori..”
N: “Non mi interessa!” Non credevo lo dicesse, lo guardai un attimo basita mentre mi tiravo a sedere sul letto, dove ormai avevo messo le radici. Poi ci si sedette anche lui.
N: “Hope, hai 15 anni e la tua vita era orrenda! Prendi questo incidente come l’opportunità di ri-cominciare! Non startene qui dentro a deprimerti! Sei bella, esci, sorridi! Dai andiamo in giardino!” Sono bella.. in effetti non mi ero mai guardata attentamente, avevo solo notato di essere piuttosto magra.. forse uscire mi serviva davvero..
N: “Allora è deciso, la tua depressione finisce qui! Dai mettiti questi, ti staranno bene! E direi che con tutte le docce che ti sei fatta per nascondere le lacrime sei anche pulita, quindi ci vediamo giù al bar tra venti minuti!” Non ne avevo affatto voglia, ma per come avevo trattato Nick l’ultima volta non meritava un altro no. Così mi sciacquai il viso, mi vestii e legai i capelli con una lunga treccia, lasciando ovviamente la frangetta coprirmi gli occhi quel poco che bastava per non far notare quanto fossero rossi.
Cercai di evitare la dottoressa con le sue fastidiosissime domande e mi incamminai verso il bar.
Denise: “Hope! Come va?”
H: “Meglio grazie.. lei?”
D: “Bene. Sono felice di vederti fuori da quella stanza! Vai da Nick vero?”
H: “si.”
D: “Allora divertitevi!”
H: “Grazie Denise.. arrivederci.” La presenza di quella donna non era mai sgradita.
Oh il bar. E c’era anche Maya! Non avevamo più parlato da quando.. da quando era successo. Mi faceva piacere vederla. Nick aveva ragione, dovevo uscire.
H: “Ciao Maya.”
M: “Hope!” Forse perché era nel suo carattere essere amichevole, forse per un qualche altro motivo, mi corse in contro e mi abbracciò.
M: “Mi hanno detto che non sei stata bene in questi giorni! Ero preoccupata! Ma ora è tutto ok vero? Waw questa maglia di sta benissimo! Beh ovvio, l’ho scelta io! Hey ma perché quegli occhi così tristi? Posso fare qualcosa per te? Vuoi un gelato? Un caffè?”
H: “No! Tutto tranne in caffè!” Dissi abbozzando un sorriso. “Comunque si ora va meglio, devo solo ri-trovare il giusto equilibrio mentale. E’ stato un po’ instabile ultimamente. Poi, grazie per la maglietta, hai scelto abiti fantastici! Che altro hai chiesto? Ah si, perché gli occhi tristi.. gli occhi tristi perché non sono stati proprio dei bei 5 giorni, ma passerà.”
M: “Secondo me tu hai bisogno di affogarti nel cioccolato! Si, due frappé al cioccolato per noi e..”
N: “Un frullato per me!”
H: “Essia!” Man mano che chiacchieravamo mi sentivo sempre meglio. E poi quel cioccolato era davvero delizioso!
Maya era straordinaria! Mi trovavo benissimo con lei! Ci intendevamo al volo ed era solo la seconda volta che ci parlavamo! Per Nick invece non avevo commenti. Continuava ad essermi vicino nonostante il modo in cui l’avessi trattato. Non potevo chiedere altro..
H: “Ragazzi scusate ma.. non c’è uno specchio grande qui?”
M: “Beh.. si c’è.. ma non dobbiamo farci vedere!”
N: “Dov’è lo specchi Maya?” Già, dov’è lo specchio?
M: “E in una sorta di spogliatoio per infermieri! Credo che usino lo specchio per allacciare i camici o roba del genere.”
N: “E tu lo sai come?”
M: “Oh avanti! Sai che sono curiosa! Piuttosto.. perché vuoi uno specchio?” Chiese guardandomi.. Non mi andava di dire “Perché non ricordo come sono e vorrei vedere il mio corpo!” Così inventai una scusa.
H: “Perché mi piace tanto questa maglia che hai scelto ma non ho la minima idea di come mi stia addosso.”
M: “Hai sentito Nick? Adora la mia maglia! Potrei vestire te e i tuoi fratelli se me lo lasciaste fare!”
N: “Si, se fossimo ragazze!”
H: “Nicoletta.. non sarebbe male!”
N: “Hey! Non sei autorizzata a prendermi in giro, tappetta!” Disse ridendo.
H: “Sono bassa?”
N: “No scherzavo.. solo un pochettino!”
M: “Sono bassa?”
N: “Non dicevo a te, dicevo a Hope!” Risi. Maya invece fece una faccia su per giù come questa: -.-”
M: “Abbiamo la stessa altezza idiota!” Scherzammo fino alla stanza. Sbirciammo dalla serratura ed era vuota, per fortuna, così entrammo e di fronte a me c’era questo grande, gigantesco specchio che rifletteva la mia immagine.. Caspita quella maglietta era davvero bella! Quanto a me, mi avvicinai di più per guardarmi meglio. Non avevo idea di come fossi, cioè non ci avevo pensato prima.. in effetti si, ero bassa, i capelli mi arrivavano poco più sotto il seno. Ero anche magra, a parte un po’ i fianchi, ma non ero poi così male, e per la prima volta notai che neanche Nick lo era.. anzi, era bellissimo. Poi tornai a me, ai miei piedi in particolare, erano minuscoli, come le mie mani.
N: “Allora, ti piaci?” Nick mi era accanto.
H: “Si è una bella maglia..”
N: “Allora, ti piaci?” Voltai di scatto la testa verso di lui, avrei voluto ribattere confermando la mia bugia, ovvero di essere lì solo ed esclusivamente per la maglietta, ma i suoi occhi mi fecero capire che come non mi aveva creduto la prima volta, non lo avrebbe fatto neanche la seconda. Così, rassegnata ri-posai lo sguardo sullo specchio. Feci lentamente un giro su me stessa prima di rispondere.
H: “Dici che dovrei piacermi?”
N: “A me piaci.” Risi.
N: “Dico sul serio. Sei molto carina. Non devi chiuderti in te stessa. E vorrei che uscissimo domani mattina, che uscissimo per strada, quella vera.” Trattenni il fiato per un secondo.
H: “Nick.. mi sono appena ripresa.. ti prego..”
N: “Almeno provaci.” Abbassai lo sguardo. Non era proprio l’argomento che avrei voluto affrontare in quel momento.
H: “Non voglio passare un’altra settimana a piangere.”
N: “Non succederà.”
H: “Ma se dovessi ricordare qualcos’altro di spiacevole?”
N: “Qualunque cosa accada pensa che ti sarò vicino e che non ti lascerò sola! E poi lo vuoi assaggiare o no questo benedetto caffè?” Ridemmo entrambi stavolta. Non potevo dargli torto.
H: “Si lo voglio assaggiare. E Nick.. grazie. Grazie perché sei rimasto con me anche dopo che ti ho trattato in quel modo e grazie per avermi fatta rallegrare in così poco tempo.” Stemmo un po’ abbracciati continuando a guardarci nello specchio mentre Maya “faceva la guardia”.
Era bello, il suo calore. Calore nel senso di affetto, mi faceva sentire meno sola di quanto credessi di essere.
M: “Oh-oh, ragazzi tempo scaduto!” Ci affrettammo ad uscire dallo stanzino, Nick si chiuse la porta alle spalle e corremmo veloci lungo il corridoio che avevamo di fronte, entrando nella prima stanza che Maya si trovò a portata di mano. Ma non era una stanza, era il giardino.
Sentendo quella folata di aria fresca scontrarsi dolcemente con la mia pelle ricordai l’uscita con Kevin e Danielle. Per un momento temetti di essere uscita per strada e mi bloccai, all’improvviso. Nick correva dietro di me, ma per controllare che nessuno ci avesse visti, ovvero per guardarsi dietro le spalle, non notò che mi ero fermata e mi venne violentemente addosso trasformandomi in una fetta di prosciuttoper il sandwich con Nick sopra e il terreno sotto! Dopo essersi accorto appunto di starmi schiacciando, si inginocchiò scostandosi accanto a me.
N: “Hey, stai bene?” Mi voltai con la schiena a terra, guardai Nick negli occhi e poi scoppiai nella risata più fragorosa che potesse uscirmi! Era bellissimo, ridere! Nick e Maya si erano dimostrati degli ottimi amici, ero felice di essere lì con loro. Se non ci fossero stati non credo sarei riuscita a superare quel bruttissimo momento, che ora più che mai, ero decisa a non rivivere.

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Waw sono.. mesi che non scrivo. Scusate, è stato un periodo difficile. Comunque ora Hope e Nick sono tornati. Ok non so davvero che altro dire, anche perchè sinceramente non credo che qualcuno lo leggerà. L'unica cosa che ci tengo a specificare è che non so assolutamente niente di Maya, quindi il modo in cui l'ho descritta è semplicemente quello che immagino per lei. Spero comunque che a qualcuno piaccia. Grazie alle nuove lettrici, ovviamente anche a tutte le altre, e alle 10 che hanno inserito la storia nei preferiti. Mi avete dato la forza di ri-cominciare. =)
Debbie.

 

  
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