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Autore: Cee4    15/05/2011    1 recensioni
Innamorarsi di una rockstar: niente di più banale. Un viaggio atteso, un' amicizia partita da 'Butterflies and Hurricanes' e, ovviamente, i Muse e il loro universo al gran completo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“ Thank you very much guys. You’re amazing. Cheers ! ”.  Così il  batterista conclude l’esibizione della band prima dell’arrivo degli U2.
 
 
Chris è già andato nel backstage, seguito a passo lento da un sorridente Matt. Dom, intanto, si avvia con il microfono in mano agitando le braccia in aria, mentre sul palco c’è il cambio degli strumenti e la folla riprende fiato .
 
 
“ Mamma mia ragazzi siete proprio sbattuti. Matt tu sei il più allucinato di tutti.”, esclama Tom  Kirk che tiene in mano una telecamera, oggetto venerato dai fans perché non solo regala la possibilità di vedere le esibizioni della band, ma anche i retroscena.
 
 
“ Grazie tante Tom. Era proprio quello che volevo sentirmi dire”, risponde seccato Matt mentre con un asciugamano elimina  dal viso  il risultato di circa un’ora di frenetiche chitarre vibranti e corde vocali stirate al massimo per portare il pubblico in un’altra dimensione.
 
 
Chris, divertito, interviene: “ Tom lascia stare  la  nostra prima donna, le sono venute le  sue cose oggi. Bisogna capirla”.
 
 
“ Cosa? Io? Dimenticate che la prima donna è Dom… ”.
 
 
Il biondino spalanca la porta del bagno e con fare disinvolto si alza la zip dei suoi pantaloni giallo limoncello, per cui molte fans stravedono, ridacchia dicendo:  “ Allora chi sarebbe la prima donna Bells ? ”.
 
 
Tom cerca di pacificare gli animi : “ Stavamo solo scherzando! Scusate, ma stasera che si fa? ”.
 
 
Chris : “ Prima mando un messaggio alla mia signora e vi accompagno a cena. Poi torno in albergo e vado a dormire. Domani partita di football ”.
 
 
Matt: “ Domani arriva Kate per cui la devo andare a prendere all’aeroporto. Dom viene con me”.
 
 
Dom, indicandosi con il dito : “ Perché io? È la tua fidanzata ufficiale mica la mia ”.
 
 
Matt: “ Qualcuno mi deve accompagnare e l’unico disponibile sei tu!”.
 
 
Dom : “ D’accordo. Lo so che senza di me ti senti perso, my dear. Però niente piagnistei del tipo come essere un bravo padre in 10 mosse perché stasera si fa baldoria”.
 
 
Matt e Tom in coro: “ Io ci sto”.
 
 
 
 
La mattina dopo
 
 
Wake up, wake up, wake up…
 
 
Ma chi cavolo ha  messo la sveglia? Deve essere stato quell’ intelligentone di Matt. Ecco perché ieri sera armeggiava tutto contento con il mio cellulare e quando l’ho lasciato al ristorante per andare ad accompagnare quella ragazza non mi ha scocciato, come suo solito, sull’essere puntuale per andare all’aeroporto da Kate. Quell’uomo è tremendo.
 
 
Allungo le mani per far smettere questa sveglia infernale. Cade qualcosa dal comodino.
 
 
Un foglietto… “ Dom è stato fantastico. Chiamami o mandami una mail. Ci conto… un bacio. Mariana”.
 
 
Deve essere la ragazza di ieri sera, quella che era fuori lo stadio e poi ci ha seguiti al ristorante. Mariana… e io che l’ho chiamata tutta la notte Lisa. Non mi avrà voluto contrariare pensando che fossi ubriaco. Di bella era bella… lunghi capelli biondi, alta, pelle liscia e abbronzata, gambe chilometriche e occhi verdi cervoni. Un po’ tonta forse: se ne è andata per disperazione stamattina presto. Io fingevo di dormire e lei ha fatto un grande baccano pensando che mi svegliassi e le dicessi qualcosa…la invitassi a rimanere con me…le dichiarassi il mio improvviso amore. Fortunatamente alla fine ha capito che non  c’era da aspettarsi niente se non un paio di sorrisi, un autografo, qualche complimento e del sesso in una camera d’albergo. Io l’avevo già capito notandola allo stadio. Succede sempre così. Mi piace una ragazza, spero che mi capiti la fortuna che hanno avuto Chris e Matt e poi… sento “I love you Dom. You’re so sexy, beautiful… I want you so much” e capisco che ciò che cercano è solo Dom dei Muse e non Dominic James Howard di Teignmouth. Vabbè…alziamoci altrimenti chi lo sente Matt.
 
 
Faccio una doccia, mi infilo velocemente un paio di jeans e una camicia, allaccio le scarpe e…
 
 
“ Dom sei pronto…”.  È Matt., come volevasi dimostrare. Gli apro la porta.
 
 
“ Pensavo non ti svegliassi”.
 
 
“ Per qualche bicchierino...”.
 
 
“Non parlavo di quello ma della bionda”.
 
 
“ Già liquidata! ”.
 
 
“ Dom, non dire così. È pur sempre una fan”.
 
 
“ Non ti preoccupare. Rimarrà tale per molto tempo dopo stanotte”.
 
 
“  Non voglio sapere niente. Sbrigati ”.
 
 
Gli squilla il cellulare.
 
 
“ Kate, sto andando adesso all’aeroporto. Tutto bene? Dom ti aspetto nella hall”.
 
 
“ Ok. Faccio in un attimo”
 
 
Portafoglio, cellulare, occhiali da sole ce li ho…
Getto il biglietto nel cestino e raggiungo Matt. Non vedo l’ora di vedere Bells e Katie riabbracciarsi come in un vecchio film in bianco e nero.
Sono un vero e proprio romanticone…o quasi.
 
 
 
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Italia
 
 
Dopo un’intera giornata passata all’università tra esercitazioni e lezioni al limite della follia suicida meritato riposo finalmente.
 
 
Getto la borsa sul letto e vado in cucina.
 
Ma che cavolo è quello?
 
 
Un nuovo poster campeggia sulla parete della cucina, messo lì appositamente dalle mie coinquiline.
 
 
Perché proprio a me dovevano capitare una fan di Fabri Fibra e un’altra di Tiziano Ferro. Certo i gusti son gusti…però i vicini devono impazzire quando io ascolto Hysteria e quelle due ascoltano a tutto volume le canzoni dei loro idoli. Andiamo oltre…
 
 
Metto un po’ di ordine nella stanza perché fra poco morirò sepolta tra fotocopie e dispense impolverate con sottofondo di Falling Down.
 
 
 Cavolo, credevo di essermene sbarazzata. È una foto di me con il mio ex di circa quattro mesi fa. Già vedendomi allora qualcuno avrebbe notato alcuni segni rivelatori. Leo mi abbraccia, mi tiene stretta a sé e io sto lì immobile, gli tengo debolmente la mano e sorrido pensando che eravamo giunti alla fine. Credevo che mi sarei potuta innamorare di lui con il tempo. In fondo è alto, simpatico, bello, ha i capelli scuri e occhi neri in cui perdersi volentieri. Però, io non sono riuscita a perdermi. Bea dice che non ha funzionato per la distanza, perché era un cretino e che arriverà presto un ragazzo capace di farmi perdere.  Detto da lei che si innamora facilmente… Io semplicemente non riesci a scollegare il cervello dal resto del corpo. Credo nell’amicizia, per cui sono disposta a tutto,  ma non riesco a comprendere l’amore.  Se non altro  non credo in quello capace di cambiarti la vita.
 
 
È arrivato un messaggio, lo leggo… “ Ali, se ti va vuoi venire con me, Antonio e Michela a prendere un aperitivo più tardi? ”.
 
 
“ Scusa ma deve venire fra poco una mia amica con cui avevo già altri impegni. Ci vediamo all’università lunedì ”.
 
 
“ Ok. Non ti preoccupare. 1 bacio e passa una buona serata ”.
 
 
Il mio è proprio un destino triste…più sono diretta e scostante e più le persone si mostrano gentili e premurose con me.
 
 
Simone è carino, mi viene dietro dall’anno scorso e da quando ha saputo, grazie a quella pettegola di Stefania, che sono ritornata libera non riesco più a fermarlo.
 
Suona il citofono.
 
 
“ Chi è?”.
 
 
“ Siamo del centro di sanità mentale. Mi apri…”.
 
 
“ Veramente…Sali Bea ”.
 
 
Arriva con il fiatone.
 
 
“ Alice sei una maledetta. Non potevi scegliere una casa con ascensore o almeno primo piano? ”.
 
 
“ Bea siamo solo al quinto piano”, rispondo, “ e tu sei giovane. Hai quasi ventun anni e ti lamenti per un po’ di scale. Ho capito: hai già bisogno di una carrozzella e una badante ”.
 
 
“ Cerca di fare meno la spiritosa. Tra le due la meno atletica non sono di certo io”.
 
 
“ Piccoli dettagli… io, però, non mi lamento. Sbrigati, entra perché dobbiamo iniziare la fase Reading-comincia-a-tremare”.
 
 
“ Come no! Alice la terribile, flagello dei concerti e invasata cronica sta arrivando”.
 
 
“Smettila ed entra. Abbiamo un sacco di cose da fare”.
 
 
 
 
Dopo un’ora e mezzo di estenuanti e frenetici click…
 
 
“Ecco fatto!”, dico io tutta soddisfatta come se avessi avuto un bel voto a scuola.
 
 
“ Ali sei sicura vero?”.
 
 
“ Beatrice non iniziamo. I ripensamenti sono banditi, anche perché ormai abbiamo già fatto tutto. Sono contenta di aver anticipato i soldi anche per te. Parte della mia borsa di studio, frutto di un apprendimento matto e disperato, è servita a un fine più alto, a qualcosa di epocale. E poi vuoi mettere il fatto che mi sarai debitrice per tutta la vita, la soddisfazione di essere la tua padrona assoluta…”, la rassicuro.
 
 
“Ok. Non ne parliamo più”, mi abbraccia alle spalle.
 
 
“ Molestatrice che non sei altro! Bea non dovevi andare in centro con tuo fratello?”.
 
 
“ Me ne ero dimenticata”.
 
 
“ Demenza senile precoce”, le dico accompagnandola alla porta.
 
 
“ Che ci vuoi fare. Ci sentiamo, ok?”.
 
 
“Va bene. Mi raccomando a te e… fai attenzione ai giovanotti”.
 
 
Chiudo la porta e vado in camera  mia. Sono ancora lì, sulla scrivania, tra il pc e la stampante quei fogli.
 
 
Conferme di prenotazioni volo andata-ritorno per Londra, ostello a Reading e, specialmente, dei biglietti per il concerto 28 agosto dei Muse. Tutto per due persone.
 
 
Non vedo l’ora di essere schiacciata dalla folla sulle note di New Born…capire che nello stesso momento centinaia di persone provano ciò che sento io…urlare, danzare, osservare, ascoltare il gruppo la cui musica è da dieci anni a questa parte una delle mie poche certezze nonostante la mia ben nota incostanza in molti campi della vita.
 
 
Cosa posso volere di più che andare in Inghilterra con la mia migliore amica a ascoltarli…e forse incontrare tre, due, uno dei musicisti che ha il potere di inibire ogni mia difesa e autocontrollo.
 
 
Ma che vado a pensare…sto diventando proprio come una di quelle ragazzine che si sbaciucchiano la TV e hanno crisi compulsive quando vedono il loro idolo…l’unica cosa importante è arrivare vicino al palco per riuscire a mantenere una promessa fatta a una bambina di quasi undici anni rapita da un’improvvisa melodia.
 
 
 
Fine del secondo capitolo: ringrazio ancora una volta theresistance per aver espresso il suo parere  e chi è arrivato a leggere la fine di questo capitolo.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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