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Autore: Kokato    15/05/2011    2 recensioni
4- Come una volta.
“Non puoi soffiarmi via come un foglia, Subaru kun…” no, non era certo così semplice “… e non puoi tenermi lontano con un sospiro”.
“Io non voglio tenerti lontano”.

(Attenzione Lemon)
Raccolta di one shots Seishiro x Subaru.
Da X, Tokyo Babylon, TRC... e anche AU se mi gira XD
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Seishiro Sakurazuka, Subaru Sumeragi
Note: AU, Cross-over, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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2- L’uomo dalle grandi spalle
 
da X 1999
 
 
Le sue erano spalle larghe.
 
Ispiravano fiducia, solidità, una buona dose di quella concretezza che solo gli adulti hanno. Quando camminavano per strada -e lui gli teneva la mano nonostante le sue proteste- gli coprivano la strada e doveva saltellare come una cavalletta per riuscire a capire dov’era che si stavano dirigendo. Un uomo con simili spalle, con lui, cosa poteva mai avere a che fare? Lo facevano apparire lontano, non più un amico né un corteggiatore, né chiunque altro meritasse di sopportare la noia di stargli vicino. Non c’era un reale motivo per pensare che quell’interessamento sarebbe durato per sempre, anzi, c’era più da pensare che alla fine i rapporti si sarebbero raffreddati, e quell’uomo dalle grandi spalle sarebbe uscito dalla sua vita.
 
Avrebbe potuto aggrapparcisi. Seishiro avrebbe sorriso, senza ritrarsi, avrebbe finto che il gesto gli avesse fatto piacere e inscenato uno scambio di battute -per lui- incomprensibili con Hokuto. Le immaginava calde e scoscese, non facili da approcciare nonostante ogni cosa di lui gli fosse aperta, accogliente e rassicurante. Erano aperte le orecchie, erano aperte le braccia, erano aperte le mani per lui… ma se ci fosse stato un sentiero per scalare la montagna delle sue spalle, era certo che l’avrebbe trovato sbarrato. Ma un giorno prese coraggio, trovò un sentiero per i suoi occhi e chiese:
 
“Quanto sei alto?”.
 
“Un metro e ottantacinque” rispose, semplicemente, gioviale come sempre, tornando ad occuparsi della zampina malata di un gatto.
 
“Sei molto alto”.
 
“Beh, sì, ma è perché sono vecchio. Un giorno crescerai anche tu, e allora capirai che non c’è proprio nulla di straordinario nel guardare il mondo da così in alto!”.
 
Da lassù Subaru doveva sembrargli piccolo ed insignificante. Un bambino da prendere in giro e da confondere con paroloni e dichiarazioni plateali.
 
Talvolta lo trovava divertente. Seishiro ed Hokuto se la intendevano così bene che avrebbe potuto semplicemente sedersi a guardarli, come fossero stati uno spettacolo di cui lui era soltanto una comparsa.
 
In un trio comico lui sarebbe stato quello un po’ tonto, che gli altri due ingannavano e prendevano in giro ridendo sotto i baffi, e a lui andava bene. Sorrideva e si fidava, quanto tutto ciò sarebbe durato non lo sapeva, ed in ogni caso non dipendeva da lui.
 
Quando Hokuto morì non ne fu stupito. Lui fin dall’inizio non aveva avuto braccia per calare giù il sipario né grandi interpretazioni da offrire. Quando Hokuto morì desiderò diventare grande, avere spalle larghe per sostenersi da sé. Desiderò di aver guardato Seishiro negli occhi, sotto il ciliegio, accettando la morte e il suo giudizio. Desiderò di esser stato in grado di vedere il mondo e le epoche dall’alto e di capire che era giusto così.
 
“Tu per me non sei niente”.
 
Io sono un oggetto. Sono la luna di cartone dietro la scenografia.
 
Non dovrai porre il tuo pensiero su di me per molto. Non dovrai uccidermi né assassinarmi. Sono un oggetto, e dovrai distruggermi. Sono di cartone e dovrai strapparmi. Posso reggermi in equilibrio fin tanto che aspetto il tuo arrivo.
 
Ma l’uomo dalle grandi spalle era una torre di pietra mal costruita, e bastava la frusciante caduta di un foglio di carta per farlo crollare.
 
Dalla sua posizione Subaru capì che da lassù non si vedeva niente.
 
Io non sento nulla.
 
Tremò e il suo desiderio mutò ancora, facendolo restare fermo sul posto a ripensare a cosa era stato un tempo. Il nuovo Sakurazukamori vide il fantasma del suo predecessore apparirgli davanti agli occhi, sul ciglio del balcone del suo appartamento.
 
“Io ti…”.
 
“Tu non sapevi come fare, non è vero?”. Sentirsi saggio non lo aiutò a sentirsi meglio. L’apparizione sorrise muovendo un passo nell’aria, ripetendo la sua confessione a metà.
 
“Io mi sono fidato di te, e tu mi hai lasciato a sostenere il peso della tua umanità. Non è questo che volevo da te”. Riuscì a non piangere, ma non fu meno triste.
 
Lo spettro non cambiò espressione, le ampie spalle contorcendosi.
 
Sangue scorreva tra le sue mani mentre il suo volto diventava diabolico. Scomparve quando Subaru chinò la testa, soffiando fumo da una sigaretta nella sua direzione. Per un momento i loro sorrisi furono identici.
 
Un giorno crescerai anche tu, e allora capirai che non c’è proprio nulla di straordinario nel guardare il mondo da così in alto!
 
L’uomo dalle grandi spalle lo aveva lasciato solo, sul ciglio di un precipizio senza fondo.
   
 
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