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Autore: missLovely91    15/05/2011    1 recensioni
lei: si trasferisce con il padre a vivere a milano, la madre è fuggita con l'insegnante di yoga
lui: il solito belloccio che ne porta a letto una dopo l'altra
in comune solo una cosa... sono 2 teste calde
e si sa... quando due persone come loro si incontrano, non potranno che esserci scintille!!
il rating parte basso ma si potrebbe alzare
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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4. Proposte e strane gelosie

Lui se ne sta lì, tranquillamente stravaccato sulla sedia, mentre continua a fare battute allusive, che paio cogliere solo io e quelle altre squinternate che non fanno altro che chiamarlo… Luca di qua Luca di là…. Che avrà mai poi di così importante… è bello sì, è vero, ma così mi pare un’esagerazione… dire che gli muoiono ai piedi è poco.

Mi si è chiuso lo stomaco, i camerieri continuano a servire portate su portate ma io non sono in grado neanche di bere un sorso d’acqua che quel babbuino riesce a farmelo andare di traverso.

Mio padre mi lancia continue occhiate preoccupate, mentre la signora Maddalena (madre dell’essere) continua a farmi domande su domande… ed io, cosa veramente inconcepibile, non riesco a spiccicar parola… sto facendo la figura dell’asociale, maledizione a lui!!

Non ne posso davvero più… spingo rapidamente la sedia indietro riuscendo a scontrare in pieno il cameriere che stava portando la caraffa d’acqua al tavolo... indovinate…. Tonfo sordo, e la caraffa che era di vetro finisce a terra frantumandosi in mille pezzi.

Alzo lo sguardo mortificata e incrocio quelli del giovane di un colore verde smeraldo. Contemporaneamente diciamo <<Scusami!! Non volevo…>> poi ci blocchiamo imbarazzati e, prima che lui potesse riaprire la bocca aggiungo <<…stasera non me ne va una dritta, perdonami ti aiuto a pulire>> mi chino rapida e tento di raccogliere qualche pezzo di vetro da terra..

Il ragazzo subito mi prega di lasciar stare <<Ci penso io… davvero, la prego si accomodi>> 

<< Ma no figurati davvero… mi sento in colpa a farti pulire i miei impiastri>> mentre parlo, presto troppa poca attenzione alle schegge che tengo in mano e inavvertitamente mi ferisco una mano <<AHI!!>>

Subito sento una mano afferrarmi per un braccio e tirarmi su.

<<Possibile che tu non riesca a reggerti in piedi o non combinare guai??>> ... Lui?? Ma che vuole ora… <<Lasciami subito!!!>> dico, ma pare prestarmi poca attenzione, guarda la tavolata e dice <<L’accompagno a medicarsi>> dopo di che inizia a trascinarmi come un sacco di patate verso l’uscita della sala…

Sento i mormorii delle ragazze da questa distanza <<wow… come vorrei esser al suo posto>> <<hai visto che cavaliere? Si è subito premurato di aiutarla>> o ancora <<secondo me l’ha fatto apposta>> <<ha una fortuna sfacciata quella ragazza>>.

Quando finalmente quel vociare è distante abbasso lo sguardo e noto che mi tiene per il polso… subito sento andar a fuoco le guance, tiro indietro il polso e urlo <<Lasciami ti ho detto!! Ti ha dato di volta il cervello? Non c’era bisogno di questa sceneggiata!!>> ma lui mi ignora bellamente <<ehi!! Mi ascolti??>>

Si  volta guardandomi i cagnesco <<Sta ferma!! Stai perdendo un sacco di sangue ti macchierai tutta e più che altro macchierai me!>> mentre parla tenta di nascondermi la mano… poi si rivolge al maître <<posso avere la cassetta del pronto soccorso?>> <<Certo signore. Se vuole posso fare io… sono desolato per la sua fidanzata.>>

A quella frase mi cade la mandibola e gli occhi mi escono fuori dalle orbite… IO la sua fidanzata neanche morta!!... non ho voce per replicare ma sono certa che lo farà lui, che invece sorride <<No, non si preoccupi ci penso io a lei>>

Quando il maître si allontana ritrovo il fiato per poterlo aggredire <<oh ma ci sei o ci fai?? Hai sentito cosa ha detto??? Perché non gli hai detto la verità??>>

<<Perché scusa, sei fidanzata?>> domanda sornione mentre armeggia con la valigetta che l’uomo aveva preso da un armadietto e lasciato sul bancone prima di allontanarsi, <<e questo cosa centra ora?? Anche se fosse non sono affari tuoi, e poi il punto non è questo, ma il fatto che noi due non stiamo e mai staremo assieme>> replico con tutta la mia acidità

<<ehi ehi bella… calma… uno come me tu potresti solo sognarlo, per chi mi hai preso? Io non vado mica dietro a mocciosette come te, che si credono chissà chi>>

<<come ti permetti di dare a me della mocciosetta??? Brutto scemo!! E poi sarei io quella che si crede chissà chi?? Mio caro sei tu quello che si può scordare una come me!!>> mentre parlo finalmente libera la mia mano…

è fasciata a regola d’arte, meglio che in ospedale.. mentre la guardo lui ripone “gli attrezzi” al loro posto e facendo finta di non aver sentito nulla di quello che ho detto dice <<Tranquilla, ho controllato, non avevi schegge nella mano era solo un taglio superficiale, ma se non ti fidi vai a farti controllare al pronto soccorso>> detto questo mi volta le spalle e si allontana, rientrando nella sala dove il resto della gente sta concludendo la cena.

Lo seguo dopo alcuni minuti e pochi passi prima di rientrare nella sala, il cameriere dell’incidente mi ferma, <<Scusami per prima, non avrei dovuto permetterti cogliere i vetri, mi dispiace di aver fatto infuriare il tuo ragazzo…>>

<<Ancora con questa storia??>> sbotto adirata, il ragazzo mi guarda confuso, <<perdonami, non ce l’ho con te, è solo che quell’idiota non è il mio ragazzo>>, il cameriere si apre in un sorriso <<ah bè allora meglio così, vorrà dire che oltre al posto, non rischierò anche un cazzotto per questo>> si guarda in torno con aria furtiva, mentre io lo analizzo confusa, dopo di che tira fuori un foglietto piegato dalla tasca del gilet, me lo porge e aggiunge <<è il mio numero, io sono Stefano, manda un messaggio se ti va>> poi va via  lasciandomi allibita mentre l’intera sala è rivolta a guardarmi.

Rossa in viso mi siedo accanto a mio padre che subito di domanda cosa volesse il ragazzo, scuoto la testa come a fargli capire di non voler parlarne, non solo è alquanto imbarazzante parlare di ragazzi con lui, ma sento anche di essere osservata a distanza ravvicinata dal mio compagno di classe.

<<Cara purtroppo le portate sono finite, ma se vuoi chiediamo qualcosa apposta per te>> dice premurosa la signora Maddalena, scuoto la testa <<no non grazie, hanno già portato il dolce?>> <<no ancora no tesoro, ma sei sicura di non voler proprio nulla?>> <<si si, stia tranquilla, mangerò il dolce, ne vado matta>> a quella mia esclamazione, incrocio lo guardo di Luca che sorride <<Non lo avrei mai detto acida come sei>> bisbiglia.

Quello scemo ha la capacità innata di farmi arrabbiare!

Quando finalmente termino il mio tiramisù, il resto della sala ha già terminato. Ci alziamo dal tavolo e ci avviamo verso l’uscita.

<<Papà, io allora vado… mi dai le chiavi?>>

<<Eli, davvero non posso accompagnarti io? Ti lascio lontana dall’entrata e poi torni con un taxi… non mi sento sicuro a lasciati andare sola…>>

<<ma papà avevi promesso!!...>> non faccio in tempo a terminare la frase che la signora Maddalena si intromette, <<dove devi andare tesoro?>>, la finirà mai di chiamarmi tesoro, cara ecc?? non sopporto tutti questi appellativi, soprattutto da un’estranea… visto il mio silenzio prende parola mio padre

<<è stata invitata ad una festa. Deve andare in una discoteca, ma non vuole che l’accompagni>>

<<e dove sarebbe questa festa?>>

<<al MOONACRE>> rispondo scocciata per la sua intrusione,

 la donna si apre in un sorriso che non promette nulla di buono… <<E quale sarebbe il problema? Lucaa>>

perché sta chiamando suo figlio???

Il babbuino era preso a far sbavare quelle 4 sgallinate che non fanno altro che emettere strani versetti… <<dimmi>> le risponde avvicinandosi…

<<stasera non dovevi andare al MOONACRE per il compleanno di Matteo?>> oh oh nonononono <<si perché?>>

<<Bene! Risolto il problema>> risponde la donna rivolgendosi a mio padre, poi ritorna a guardare il figlio che la fissa con l’aria confusa <<devi accompagnare Elisa, anche lei è stata invitata al compleanno ma non sa come andare>>

<<esistono i taxi>> rimbecca subito lui, che simpatico.. <<se vuoi andare ti conviene dire una parola in più>>.

Nel mentre io mi rivolgo a mio padre <<Papà perché dobbiamo scomodare altre persone quando ho una patente??>> ma la donna nuovamente si intromette, rischia grosso se non la smette con questo mania di impicciarsi <<cara nessuno disturbo, deve andare anche lui li>>, la ignoro bellamente e continuo rivolgendomi a mio padre <<devo anche passare a prendere Mel in piazza XX>>

Proprio in quel momento mi squilla il cell…. MEL

eli mi senti??” la voce della mia amica è coperta da un rumore assordante e lei per farsi sentire urla talmente forte che devo allontanare il cellulare dell’orecchio per non perdere il timpano..

mel? Dove sei?” rispondo coprendo l’altro orecchio per mettere “bene e fuoco” la sua voce

sono già al MOONACRE, puoi perdonarmi?? Si è fermato un ragazzo che mi piace troppo e mi ha offerto un passaggio, non ho potuto rifiutare… ma tu vieni lo stesso ok? Ti do l’indirizzo..maledizione proprio ora!! Maddalena sorride e suo figlio scocciato sbuffa… hanno sentito tutto

Taglio corto e chiudo la conversazione guardandomi i piedi… mio padre mi da un bacio sulla fronte augurandomi un buon divertimento, mentre la signora mi abbraccia esternando con mille sorrisi la volontà di volermi rivedere…. Grazie ma io passo, avrei voluto dirlo sul serio ma mi sono trattenuta… poi si allontanano ed io rimango sola con lui.

Scazzato mi dice <<finisco di parlare e andiamo>> dopo di che mi lascia li come un’idiota e va a chiudere il discorso con quelle galline…

io mi appoggio ad un auto e aspetto… che cosa imbarazzante.. qualche minuto dopo il cameriere esce dal ristorante con una giacca in mano, la mia… nella fretta di andar via l’ho dimenticata al ristorante…

mi raggiunge e con un sorriso raggiante me la porge, <<immaginavo fosse la tua si sente il profumo lontano un miglio>>, gli sorrido <<grazie non dovevi, credo che me ne sarei accorta prima o poi…questa sera ti.. >> non faccio in tempo a terminare la frase che lo sbruffone si riavvicina e sorpassandomi dice <<andiamo, muoviti, non ho intenzione di aspettarti>>, che razza di modi!

<<Scusami ma devo proprio andare, ci sentiamo>> dico a Stefano, <<lo spero>> ribatte lui.

Dopo di che corro verso “il mio tassista”…

wow… che auto!!! una porche nera… direi che fa per lui.. mette in moto e romba il motore….che maleducato neanche aspettare 2 secondi, apro la portiera e mi siedo sul sedile passeggero.

Ma quando avrà fine questa giornata??

 

Il viaggio pare interminabile.. ma dove diavolo è questa discoteca??

Ascoltando la voce di Vasco rossi mi rilasso, la tensione da quando siamo saliti è palpabile… mi volto e noto che il suo sguardo è rivolto verso di me… ma cosa sta guardando?...

<<brutto maniaco compulsivo!!!>> fissava le mie gambe… tento rapida di coprirle con la borsetta che tengo poggiata su di esse… nel mentre gli tiro un pugno con il braccio sinistro…

<<mamma mia quante storie… e poi hai capito male… stai perdendo questo…>> si sporge verso di me e guardando la strada, sfiora le mie gambe per prendere un bigliettino che sta scivolando dalla mia borsa… io trattengo ancora il respiro… che mani calde…. Al solo pensiero divento paonazza…

Lo apre e inizia a leggere <<”330-547####, chiamami Stefano”… mmm un cascamorto>> piano piano mi riprendo e tento di allungare la mano per riprendere il fogliettino che mi aveva dato il cameriere, ma lui lo allontana… <<Come ti permetti di impicciarti dei fatti miei?? Riddamelo subito!!>>

<<Perché? Non mi sembrava ci tenessi molto.. lo stavi quasi per perdere… e poi non vorrai dirmi che avevi invenzione di scrivergli… non sei la tipa>> dice con il sorriso sulle labbra, quella faccia mi viene voglia di prenderla a sberle, giuro!! <<cosa ne vuoi sapere tu?? Ah no?? E che tipo sai avanti..>>

Scoppia a ridere, sbellicandosi molla il volante e si tiene la pancia, <<ahhhhhhh non farlo mai più!!!>> gli dico sporgendomi per sorreggere io il volante… ora siamo vicinissimi, mi guarda da una distanza di appena 10 cm… troppo breve per 2 estranei  con uno sguardo malizioso poggia la mano sul volante proprio sulla mia ed io la ritraggo come scottata… dopo alcuni minuti di silenzio riprende a parlare…

<<Semplice, tu sei una delle classiche bimbe di papà, sogni il principe azzurro che in groppa al suo cavallo bianco ti porta rose rosse ed uccide draghi per difenderti… non sei il tipo da mandare messaggi a ragazzi per prima…>>… in effetti la sua analisi è corretta anche se detta così è una presa per il culo ed io non ho alcuna intenzione di dargli la soddisfazione, per aver compreso di me molto più di quello che crede. Così per smontalo dico, <<bè mi dispiace ma ti sbagli di grosso …dammi! Vedrai in diretta se ho o meno il coraggio di scrivergli>> mi guarda sorpreso, non ho intenzione di scrivere a Stefano ma voglio solo indietro quel foglietto, in fondo è mio…

Mi fissa nei occhi e sorridendo tende la mano come a porgermi quel maledetto un pezzo di carta… poi la ritrae di colpo e ci sputa sopra la chewingum e la butta fuori dal finestrino. Io lo guardo con la bocca aperta!! O lo uccido o lo uccido! Come diavolo si è permesso!! <<ti ho tolto dall’imbarazzo di dimostrami che avevo ragione>> ho gli occhi fuori dalle orbite!! Inizia a rallentare la sua corsa si accosta e solo ora mi rendo conto di essere arrivati a destinazione. Incavolata nera scendo dall’auto e sbatto forte la portiera, senza voltarmi indietro mi dirigo come un fulmine verso l’entrata del locale.

Davanti al buttafuori ci sono i miei compagni… mi avvicino a Mel che mi abbraccia tutta contenta mentre io sono ancora furiosa con lei per la buca che mi è costata 10anni di vita… dietro di lei Francesco, che mi sorride e si avvicina porgendomi il braccio dice <<Entriamo signorina?>>

Proprio in quel momento Luca si affianca a noi e guardandomi con aria di sfida stringe una bionda ossigenata che indossa un pantaloncino tipo culottes e un toppino che più “ino” non si può. Ricambiando lo sguardo del “mio tassista” rispondo a Francesco <<Con vero piacere Mio cavaliere>> e ridendo entriamo in quel bordello.

Superiamo la pista da ballo e ci dirigiamo verso un tavolo, dove seduto tra due ragazze, troviamo Matteo il festeggiato, che appena mi vede, si alza e sorridendo mi abbraccia… quanto entusiasmo.. <<Elisa ce l’hai fatta a venire… sono contento!!>> sconcertata lo ringrazio e mi siedo al tavolo mentre gli altri ordinano cocktail io mi limito ad una coca-cola…

Dopo una buona mezz’ora il playboy si presenta al tavolo con due conquiste in più… ora sono tre a stargli appiolipate addosso.. che cosa squallida…prende da bere e sembrerà assurdo ma ho come l’impressione che continui a fissarmi, cosa che mi fa molto alterare, così afferro Francesco per il braccio lo avvicino a me e, gli urlo in un orecchio <<andiamo a ballare?>> mi sorride ed annuisce con il capo.

Quando ci alziamo dal tavolo Francesco mi tiene per la mano. E mentre mi guida verso la pista sento le spalle andare a fuoco… ignoro la cosa e quando finalmente troviamo un angolo dove poterci muovere iniziamo a ballare..

Certo che Francesco è proprio un bel ragazzo, carnagione abbronzata e occhi scuri… balliamo e le sue mani si poggiano ai miei fianchi, imbarazzata lo guardo sorridendo, dopo di che mi lascio andare alla musica e presto poca attenzione al fatto che balliamo un po’ troppo “intimamente” se così possiamo dire, bacino contro bacino…

Quando riprendo un po’ di coscienza, guardo alle spalle di Francesco e trovo Luca che si struscia ben oltre il lecito con un’altra ragazza… e contemporaneamente guarda me… imbarazzata distolgo lo sguardo e dico al mio compagno <<vado un attimo a rinfrescarmi, ci vediamo al bancone>> lui annuisce e si dirige verso il bar mentre io mi volto e vado nella direzione del bagno.

Quando finalmente riesco a raggiungere i servizi, trovo il caos più allucinante, ragazze che piangono perché  i loro ex ballano con altre, chi si trucca, altre che vomitano… che idiozia…

Cerco di sciacquare le mani stando ben attenta a non bagnare la fasciatura ed esco da quel putiferio… apro la porta e trovo Luca appoggiato con le spalle al muro e braccia incrociate… è una persecuzione questo ragazzo!

Cerco di sorpassarlo ignorandolo… ce l’ho quasi fatta, ma sento la sua mano afferrarmi il polso e trascinarmi dietro ad una pianta. Poi mi blocca con e spalle al muro… siamo vicinissimi <<non si saluta?>> chiede… <<ah ciao anche tu qui?>> domando ironica <<ma che simpatica… ti ho vista che ballavi con Cesco>> <<si, qualche problema?>> chiedo col cuore in gola… è veramente sexy….

<<no nessun problema, a parte che balli da schifo>>, spalanco gli occhi e lo guardo allibita <<io non ballo da schifo! Cioè sicuramente ballo meglio delle tue amichette, perché loro non ballano proprio! E poi perché  invece di guardare me non guardavi loro??>>

<<io non ti guardavo, eri tu che eri sempre sotto il mio naso a strusciarti con quell’idiota>>.

<<c’è qualcuno che ti è simpatico stasera? E poi non mi strusciavo e anche se fosse, lo ripeto… non sono affari tuoi, ora scusami ma devo proprio andare, mi stanno aspettando>> faccio per uscire dalla sua morsa ma lui mi blocca nuovamente <<ti devo riaccompagnare a casa io ricordatelo quindi conviene che non ci separiamo>> dice sorridendo.

<<ma cosa stai dicendo?? Il passaggio era solo per l’andata al ritorno posso far da me>> mi guarda adirato e replica <<e come intendi tornare??>>

<<Esistono i taxi>> rispondo alla stessa maniera in cui lui aveva risposto a sua madre quando aveva saputo di dovermi riaccompagnare a casa.

Mi lascia libera di colpo e voltandosi dice <<allora fa come ti pare!>>.

Questo ragazzo soffre di sbalzi d’umore… e a causa sua anche il mio si è guastato, torno verso gli altri e trovo Mel <<Mel io torno a casa, non mi sento molto bene>>

Mi guarda preoccupata e dice <<ok, vengo con te, mio padre starà arrivando, ti accompagniamo noi>>

 

Mezz’ora dopo siamo fuori dalla discoteca, Mel mi racconta del ragazzo che l’ha accompagnato e mi chiede come sono arriva io…. Non hanno visto l’auto da cui sono scesa fortunatamente, così le ho detto di essere arrivata in taxi.

Stiamo par salire sul golf grigio di suo padre quando, sento rombare un motore che già conosco, mi volto e lui è in auto con la bionda ossigenata dell’entrata accanto, al posto mio. Leggendomi nel pensiero la mia amica dice <<Luca il solito sbruffone>> alzo le spalle come a voler dire che non m’interessa.

Per l’intero viaggio non apro bocca. Quando finalmente siamo arrivati, ringrazio il signor Marino per il passaggio, saluto Mel e rientro in casa.

Papà è sul divano, mia saluta e chiede com’è andata la serata…

<<bene, sono stravolta vado a letto>> sono ancora un po’ arrabbiata con lui per il fatto dell’auto, soprattutto per le conseguenze.

Chiudo la porta alle mie spalle, slaccio il vestito che lascio per terra e senza neanche mettere il pigiama mi butto sotto le coperte… <<casa dolce casa>>.

 

 

Angolo autrice:

ragazze scusate il ritardo, sono mortificata, purtroppo questa settimana sono ultra impegnata con lo studio, tra psicologia e sociologia ci sto rimettendo la pelle (qualcuna forse può capire =P). In più ieri ho avuto una comunione che mi ha occupato tutta la giornata.

Per farmi perdonare ho scritto un capitolo molto più lungo del solito. Spero sia stato di vostro gradimento =).

Ringrazio fortemente tutti coloro che seguono e leggono la mia storia. In particolare chi ha la pazienza di recensire, cosa che mi rende ultra felice.

Sono sempre curiosa di scoprire il vostro parere, positivo o negativo che sia.

Ora vi saluto un mega bacio

missLovely91

ps spero che stavolta l’immagine sia visibile… altrimenti mi arrendo =(

  
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