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Autore: Hanatamago    16/05/2011    8 recensioni
E se Chris McLean permettesse al Giappone di realizzare una sua versione di “A tutto reality” con i personaggi di Inuyasha?
20 concorrenti.
3 cinici presentatori.
1 lauto premio in palio: la Sfera dei 4 spiriti!
1 unico obiettivo: vincere!
1 unico vincitore: chi sarà?
Scopritelo su … A tutto … Reality … Inuyasha!
***
Tratto dal capitolo 11:
Un acuto urlo di dolore scosse le assi di legno della casetta delle ragazze.
Kagura – armata di servizio da ceretta – guardò Kikyo con aria risentita.
La sacerdotessa era sdraiata per terra, con addosso solo una canottiera e le mutande. Non sembrava affatto felice del servizio che l’altra le stava facendo.
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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 Welcome to the Hell

 
- Ma quando arriva?! – esclamò indignata Kagome. La ragazza, vestita con l’immancabile divisa, fissava continuamente il suo orologio da polso.
Inuyasha, Miroku e Sango le fecero eco con dei mugolii annoiati.
I quattro erano seduti al tavolo di un bar d’aeroporto, quello indicato nella mail.
Quello era il giorno della partenza: i concorrenti dovevano recarsi all’aeroporto e in quel bar avrebbero dovuto aspettare una persona che li avrebbe accompagnati personalmente su un jet privato fino a un’isoletta, dove sarebbe iniziato il programma.
- A dir la verità, sei TU che sei voluta venire in anticipo! – borbottò Inuyasha, seduto davanti a lei.
- Certo, se avessimo lasciato che facessi tutto tu sai a che ora saremmo arrivati?! – gli rinfacciò Kagome.
- In orario forse?
- A cuccia!
- Ahio!
- Divina Kagome, non possiamo rovinare il tavolo! – esclamò Miroku preoccupato – Non credo di avere abbastanza soldi da pagare i danni …-.
- Fate sempre il solito casino, a quanto pare – commentò divertita e maliziosa una voce femminile.
I quattro si girarono.
- Kagura! – esclamò sorpresa Sango – Che ci fai qui?! –
- Sono stata contattata per partecipare a un nuovo reality – rispose fiera.
La donna demoniaca indossava il suo solito kimono e i capelli erano raccolti nella solita maniera. Si portava dietro una valigetta rossa.
- Beh, anche noi quattro! – commentò Kagome.
- E anch’io! – Ayame arrivò dietro Kagura mostrando un sorrisetto soddisfatto.
I suoi sciolti capelli rosso-fiamma ondulavano a ogni passo e Ayame portava una maglietta, pantaloncini corti, scarpe da ginnastica e uno zainetto sulle spalle.
Di sicuro le piaceva sentirsi libera.
- Ma se sei apparsa sì e no tre episodi! – commentò Inuyasha con la solita finezza che lo caratterizza e ce lo fa amare (si capisce che questo è sarcasmo, vero?).
- Datti poche arie – replicò Yura che era seduta a un tavolino lì vicino. La donna era lì da non si sapeva quanto e finora aveva ascoltato con indifferenza quei piccoli battibecchi mentre si metteva lo smalto. Alzò appena la testa per guardare il ragazzo: - Vedo che continui a non curarti i capelli. Fanno schifo come sempre – commentò asciutta.
- Ok, è davvero il colmo! Tu sei apparsa un episodio soltanto! – le rinfacciò.
- Anch’io, però sono stata contattata lo stesso – una ragazza seduta di fronte a Yura intervenne con una vocina flebile. Aveva i capelli castani e gli occhi blu.
- E tu chi sei?! – domandò Inuyasha, che aveva rovinato tante di quelle esistenze che ormai si era perso il conto e lui neanche le ricordava.
- Oh, lei è Sara – rispose Yura mentre continuava a mettersi lo smalto – Ci siamo conosciute adesso: è un vero amore – e le sorrise.
- Grazie tesoro, anche tu – commentò educatamente l’altra sorridendo – E anche tu Abi, ovviamente –disse all’altra donna seduta lì con loro.
- Menomale – sbuffò quella mentre stava mangiucchiando un cornetto.
- Apparentemente è scorbutica -  spiegò Sara con un’alzata di spalle – ma non è così male -.
- Ma chi vi ricorda?! – continuò il mezzo-demone.
- Oh, Kagoooomeeeee! – urlò qualcuno.
Un ragazzo con i capelli castani e un borsone sulle spalle correva verso la ragazza, ma inciampò in qualcosa d’indefinibile a mente umana e cadendo travolse il tavolo di Yura, Abi e Sara.
- Moccioso! Perché non stai più attento?! – sibilò la principessa dei corvi.
- O…oh…i…io… - balbettò il ragazzo – ehm mi dispiace, giuro, non volevo! -.
- Ehm … Akitoki, tutto a posto? – chiese Kagome avvicinandosi all’antenato del suo ex compagno di scuola.
- Oh …c…ciao…Kag…Kagome …- mormorò arrossendo.
- Chi se ne fotte se lo conoscete: ci ha rovesciato il tavolo! – protestò Yura.
- E va beh, non l’ha fatto a posta! – lo difese Kagome mentre lui andò a nascondersi spaventato dietro la schiena di lei.
Per fortuna di Akitoki, che rischiava di ritrovarsi il naso spaccato ancora prima di iniziare il programma, arrivò un cameriere che rassicurò le ragazze che non c’era nessun problema, il tavolo era ancora intero e le avrebbero rimborsato la colazione.
Quando le lasciò, Yura protestava ancora: - Va bene, ma chi me lo rimborsa lo smalto?! – tuonò fulminando Akitoki con lo sguardo.
La “preziosa” boccetta di smalto nero si era disastrosamente rovesciata grazie alla grandiosa perfomance di Akitoki.
- Pazienza, dai, era solo uno smalto – la rassicurò Sara mentre raccoglieva i frammenti con un fazzoletto.
- Ho capito cavolo, ma mi mancavano solo due unghie da colorare, sai che figura mezza mano colorata?! – piagnucolò pestando i piedi con rabbia.
- Deve essere perché le disgrazie non vengono mai da sole! - scherzò una voce maschile seguita da altre due risate.
Comparve allora un quartetto tanto strambo che avrebbe degnamente ispirato uno scrittore di bestseller.
Il primo in testa, colui che aveva parlato, era un ragazzo non molto alto, dagli occhi blu, una lunga treccia e la pelle abbronzata.
Bankotsu, il leader della Shichinintai, questo era il suo nome.
La seconda figura era la più alta. Il suo sesso a prima vista non era chiaro, ma era bellissimo, il che rendeva subito evidente chi fosse: Jakotsu.
Il terzo invece non aveva riso per niente, colpa probabilmente del fatto che si stava portando dietro le valigie di tutti e quattro ed era visibilmente scocciato.
Inoltre le valigie non erano quattro ma bensì cinque: si era dovuto fare due valigie, una per personalità e siccome lui ne aveva due …
- Hai bisogno di una mano, amico? – chiese gioviale Akitoki.
- Oh grazie che gentile! -  rispose Suikotsu sospirando di sollievo.
Lasciò cadere tutte le valigie addosso ad Akitoki che cadde nuovamente a terra.
- Ah scusa … -.
- N…non fa niente … n…non ti preoccupare! – borbottò l’altro sotto la montagna di bagagli.
- Ohohohoh – intervenne un’indignata Yura – Si suo sapere secondo quale criterio ti sei vestito, bello?! -.
Effettivamente non si poteva controbattere alle sue parole.
Suikotsu aveva una fascia multicolore stretta intorno alla fronte, i capelli sciolti in stile hippy ricadevano sulle spalle, la sua maglietta era nera con un teschio infuocato, indossava una cintura con il simbolo dei pacifisti, pantaloni psichedelici e scarponi neri da punk, quasi come se quella mattina le due personalità si fossero svegliate insieme e l’una non avesse voluto cedere il posto all’altra.
Ma lo shock non era finito per la povera Yura.
Dietro Suikotsu c’era un uomo pallido, alto, con una bandana in testa.
- Ma sei pelato? – gli chiese in abbietto orrore.
Povera Yura: capelli zero!
- Embè, che problema hai, dolcezza? – le chiese Renkotsu senza capire.
- Tu. Non. Hai. Capelli - mormorò lei.
- Sì. E. Allora? – ribatté lui imitando il suo stesso tono.
- Ma mi prendi per il culo o cosa? - .
- Non lo so. So però che ce lo hai bello grosso! – rispose complimentandosi.
- Adesso te ne arriva uno! – gridò con rabbia ma Sara e Abi riuscirono a bloccarla.
- E voi che ci fate qui?! -  Inuyasha squadrò i quattro nuovi arrivati con aria minacciosa.
- INUYASHAAAAA! – Jakotsu si precipitò a tirare le orecchie al mezzo demone, che cercò immediatamente di divincolarsi.
- Sta lontano da me! Tu … tu … tu cosa! -.
Bankotsu alzò le spalle: - Jakotsu, finiscila per favore, potrebbe avere le orecchie piene di cerume! -.
- Va beeeeene – acconsentì Jakotsu sbuffando mentre lasciava libero Inuyasha.
Bankotsu proseguì: - Siamo stati chiamati a partecipare come voi al reality. E allora? -.
- Non è che state tramando qualcosa? – chiese Miroku affiancando Inuyasha.
- Come se ne avessimo bisogno per battervi – Bankotsu ghignò.
- E QUELLI chi sono? -  domandò Sara sconcertata.
- Siamo la mitica, unica, fantastica, meravigliosa, strepitosa, inimitabile Squadra dei Sette! – rispose gaio Jakotsu intanto che stringeva forte come un peluche quel povero martire di Suikotsu.
- Io ne conto solo quattro – sbuffò Abi.
- Non abbiamo idea di dove siano Mukotsu, Ginkotsu e Kyokotsu – spiegò Renkotsu – In quest’ultimo periodo, ogni volta che li chiamavamo a telefono non rispondevano -.
- Intanto sono meno tre – ragionò Sango – Meglio di niente -.
- Ancora i Sette?! – una nuova voce costrinse tutti a vedere chi ne fosse proprietario e scoprire chi ancora era stato invitato.
- K…K…. KOGAAAA! – Ayame corse come una forsennata verso il suo amato demone-lupo.
- Ma andare via dai coglioni è un termine che nessuno ti ha spiegato?! – esclamò esasperato Koga scuotendosi la gamba a cui si era appiccicata la sua promessa sposa.
Poi adocchiò con un’occhiata veloce Kagome: - Oh, Kagoooomeee! – si scrollò di dosso Ayame per andarle incontro.
Quando la raggiunse, ignorando le proteste di Inuyasha, Akitoki e Ayame, prese una mano della ragazza fra le sue: - Oh, dolce Kagome, non devi temere quei cafoni della Squadra dei Sette perché ci sono io qui con te! -. Intanto i suddetti cafoni guardavano Koga come se volessero strappargli la testa ed emanavano una strana aurea nera e violetta con fulmini e saette.
- M… m… ma io non ho mai detto di temerli! – disse la ragazza confusa.
Per sua fortuna, a salvarla ci pensò … Rin!
- Ciao Kagome! Ciao a tutti! – esultò la giovinetta, che dalla fine del programma si era fatta più alta.
- Oh ciao Rin! – Kagome ricambiò il saluto, sollevata che qualcuno l’avesse salvata dalle grinfie smielate di Koga – Sei da sola? -.
- Certo che no! Sono con il signor Sesshomaru! -.
Il nome “Sesshomaru”  scattò come una molla nei cervelli di Kagura e Sara, che subito cercarono con lo sguardo il glaciale demone.
Ed eccolo lì Sesshomaru, che, distante almeno un metro, fissava la combriccola senza spiccicare una sola parola.
Quando i suoi occhi ambrati si posarono su Suikotsu il suo sguardo si assottigliò, irrigidendo il ragazzo. Non aveva dimenticato la volta in cui il mercenario aveva quasi ammazzato la sua Rin.
Come se avessero ricevuto un segnale impercettibile, Bankotsu, Jakotsu e Renkotsu si avvicinarono contemporaneamente all’elemento più vulnerabile del gruppo per proteggerlo.
- Prova soltanto a toccarlo con un dito e io giuro che ti …- iniziò Jakotsu.
- Tenerlo a bada è compito vostro – lo interruppe il demone.
- Chi ha detto che non lo teniamo d’occhio? – si difese Bankotsu, che in quanto leader la responsabilità cadeva direttamente su di lui.
- Bankotsu …- mormorò Jakotsu.
- Che c’è? -.
- … non vedo più Suikotsu -.
- Eh? Cazzo era qui dietro fino a un attimo fa! – si guardò attorno – SUIKOOOOTSUUUU! -.
- Ma cosa cazzo urli che son qui dietro! Stavo solo facendo quattro chiacchiere con la venerabile Kikyo! -.
Il ragazzo si era solo spostato di qualche metro per andare a salutare Kikyo, seduta a un tavolo più distante. Probabilmente la sacerdotessa era entrata dal secondo ingresso del locale già dall’inizio di quel via vai.
- Sì, cosa stavi dicendo due minuti fa, Bankotsu? – Inuyasha lo schernì e per sua fortuna c’era Renkotsu a trattenere Bankotsu da probabili impulsivi istinti omicida verso il mezzo demone.
- Suikotsu_chaaaaan! – Jakotsu si era letteralmente fiondato sulla schiena dall’amico.
- Ma che vuoi?! – fece quello, che stava parlottando tranquillo tranquillo con Kikyo.
- Perché scappi da me? – piagnucolò.
- Jakotsu, non sto cercando di scappare da nessuna parte! – esclamò mentre si divincolava con tutte le sue forze e guardava Kikyo con occhi da cane bastonato.
Miracolosamente lo sfigato riuscì a intenerirla: sissignori, il nostro amato Suikotsu era riuscito a intenerire niente popò di meno che KIKYO, la donna-ghiacciolo! (manco fosse imparentata con Sesshomaru)
- Mmm … Junkotsu? – intervenne la donna.
- Si chiama Jakotsu – la corresse Suikotsu.
- Jakotsu! -.
- Cosa vuoi, strega?! – il nostro checchissimo amico le lanciò uno sguardo che avrebbe freddato chiunque  … tranne Kikyo. Odiava tutte le donne ma lei era quella che riteneva la peggiore di tutte!
- Guarda dietro! C’è … - sparò un nome a caso – C’è … c’è Naraku, girati! -.
Jakotsu si girò … liberando il martire dalla sua presa d’acciaio, che boccheggiò alla ricerca di aria.
- Ehi ma … - mormorò Kikyo – c’è proprio Naraku …-.
- Salve a tutti! – ghignò questo, seguito da Byakuya che portava i bagagli di entrambi più il personalissimo beautycase di Naraku. Era una specie di borsetta beige con cuoricini neri.
- Fammi indovinare – ironizzò Inuyasha – Sei stato invitato a partecipare al reality -.
- Oh, ti è cresciuta finalmente un po’ di materia grigia? – gli chiese con falsa cortesia.
Ignorando le proteste di Inuyasha, che come al solito buttava un “bastardo” e “maledetto” a casaccio, si guardò brevemente attorno e sorrise malizioso quando i suoi occhi si posarono su Kikyo.
- Bene, sembra che ci siamo tutti e venti! – annunciò.
- Soldato, lo dico io se ci siete tutti! – una voce minacciosa fece impallidire tutti e  costrinse loro a girarsi.
Un omaccione dalla pelle scura e i muscoli d’acciaio li fissava severamente: aveva la bocca digrignata e si poteva vedere uno spazio fra i due denti davanti, gli occhi piccoli e neri e, per orrore di Yura e per approvazione di Jakotsu, indossava una divisa da hostess.
- E tu saresti? – gli chiese Kagura senza timore.
L’omaccione si esibì in un saluto militare: - Il mio nome è Chef Hatchet, soldato! Adesso seguitemi senza fiatare! – ordinò.
I venti riconobbero così il tuttofare di Chris McLean e raccolsero i loro bagagli per seguirlo.
Il breve tragitto attraverso l’aeroporto proseguì più o meno senza problemi, almeno fino a quando non dovettero passare per i metal detector, dove Bankotsu si scontrò con i controllori, che non potevano lasciarlo passare con la Banryu.
Convinti i signori che tanto dovevano prendere un aereo privato e non erano terroristi, Chef  li condusse a uno speciale parcheggio aereo.
A dir la verità i venti erano molto delusi quando videro il mezzo … era lo stesso della terza stagione di “Total Drama”! Ovvero … un rottame.
Figurarsi poi se Chef permetteva loro di viaggiare in prima classe … erano tutti nello spazio dei perdenti!
Sedie e cinture? Ma dove? C’erano solo due lunghe panchine di legno, una a destra e l’altra a sinistra!
Kagura non poté fare a meno di farlo notare alla loro “graziosa hostess”: - Scusa amico, le cinture di sicurezza si sono prese le ferie? -.
- Non ho capito bene, soldato. Che cosa hai detto? -.
Aveva un’aria talmente dura che persino lei preferì non affrontarlo: - Niente – sbuffò.
Dalla sala comandi apparvero due figure: una magra e sensuale, l’altra grossa e goffa.
- Salve, noi siamo Hiten e Manten e saremo i vostri piloti! -.
- Si può sapere che ci fate pure voi qui? – sbottò Inuyasha.
- Siamo stati assunti nel cast, problemi? Vi auguriamo un volo sereno! – enunciarono i due prima di sedersi ai posti di controllo.
- Come no …- borbottò Abi mettendosi a sedere – Questo posto fa schifo -.
Kagome si sedette su un lato estremo di una delle due panchine, seguita da Inuyasha, che come al solito borbottava futili lamentele.
Ma prima che Jakotsu o Kikyo potessero fare un solo passo verso il mezzo demone, Bankotsu li precedette e si auto-costrinse a sedersi vicino al nemico.
- Credo che qui entrino meno spifferi! – mentì.
- Va bene, Oaniki – acconsentì Jakotsu, ignaro della vera ragione – Andiamo, Suikotsu_chan! – esultò trascinando il ragazzo per una manica.
Suikotsu sospirò rassegnato e fulminò con lo sguardo Renkotsu, che se la ridacchiava mentre si sedeva di fianco a una Yura parecchio irritata.
Che razza di amico: abbandonarlo e goderci!
Almeno si rincuorò quando Kikyo gli chiese spontaneamente se poteva sedersi vicino a lui.
- Posso? – chiese con un sorriso di cortesia.
- Ma ci mancherebbe altro! – rispose cercando di non lasciar trasparire troppa euforia.
Nella loro stessa panchina si erano sistemati anche Koga, Ayame (che non lo mollava un solo secondo), Abi e Akitoki, che ancora cercava di scusarsi per aver rovesciato il tavolo.
Dall’altro lato dell’aereo, invece, Kagura e Sara si erano sfidate con lo sguardo per decidere chi doveva sedersi vicino a Sesshomaru.
Non vinse nessuna delle due: il demone si era messo in un angolo e al suo fianco c’era Rin.
Scoraggiate, si sistemarono dove capitava.
Chef  si appostò al centro del corridoio con un microfono in mano: - Prima di prendere il volo, vi avverto che non voglio sentire grida, rumori molesti e tantomeno rutti e scoregge “alla Owen”. Se avete bisogno di me sono in prima classe a farmi massaggiare i piedi  e preparare una maschera di bellezza, passo e chiudo, soldati! -.
Detto ciò, andò verso la prima classe ignorando venti sguardi accigliati.
Un paio di ore dopo stavano ancora volando ma andava tutto bene.
Alcuni chiacchieravano amabilmente, come Kikyo e Suikotsu (riguardo bambini e erbe mediche), altri bisticciavano, come Kagome e Inuyasha (per ragioni incomprensibili a qualunque mortale), altri dormivano accoccolati contro il loro vicino, come Jakotsu e Bankotsu e Koga e Ayame (il demone lupo però non se ne era neanche accorto).
Per il resto: Sango aveva schiaffeggiato Miroku per averla molestata, Akitoki russava come un tram (con immenso fastidio di Abi) , Yura cercava di convincere Renkotsu a farsi un trapianto di capelli, Kagura agitava il suo ventaglio con aria annoiata, sbirciando ogni tanto verso la direzione di Sesshomaru e Naraku si passava la matita.
Insomma: tutto tranquillo e nella norma.
All’improvviso però si sentì uno scoppiettio terribile e assordante, che svegliò gli addormentati e catturò l’attenzione di tutti.
Da un altoparlante sistemato in alto, risuonò una voce: - Qui è il capitano Manten che vi parla, abbiamo un guasto a un motore, ma state tranquilli, va tutto bene! -.
I venti non riuscivano esattamente a stare tranquilli, ma ecco che sentirono di nuovo lo stesso rumore.
La voce parlò ancora: - Qui è il capitano Manten che vi parla, abbiamo un guasto a entrambi i motori, ma state tranquilli, va tutto bene! -.
I venti erano lividi: ma come facevano a dire che andava tutto bene?!
Dopo qualche secondo l’aereo oscillò.
- Qui è il capitano Manten che vi parla, l’aereo sta precipitando, ma state tranquilli, va tutto bene! -.
Fu questione di un attimo: tutti urlarono contemporaneamente e alla massima potenza.
 
 
 
 

L’angolino di Hana
 
Ed ecco i concorrenti! Byakuya, Akitoki e Sara non li aveva nominati nessuno :P
Ammetto che il capitolo doveva essere un po’ più lungo … ma l’altra parte la vedrete nel prossimo.
Tranquille … prima o poi aggiornerò! :D
Abbiate pazienza e io vi prometto che troverete coppie, rivalità, alleanze, lacrime e risate!
Ci tengo molto a sapere se avete trovato questo capitolo “pesante”: non vorrei essere partita bene nel primo e poi aver fatto già flop come l’aereo dei nostri concorrenti …
Sperando che mi lasciate un commentino , vi saluto!

 

  
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