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Autore: _Ella_    16/05/2011    3 recensioni
Cinque Drabble a capitolo per cinque paring fissi.
#Arcobaleno- Leggeva, il Burattinaio Mascherato, il bianco perenne delle pareti sembrava rinchiuderlo in una bolla che si mischiava col colore dei suoi tomi.[Zemyx]
#Bambola- Riku non aveva saputo se urlare, ridere o cominciare a farsi delle domande alle quali avrebbe dovuto inevitabilmente dare delle risposte.[RiSo]
#Calore- Sentiva quel calore ogni volta che il Soffio di Fiamme Danzanti gli sorrideva, lo abbracciava. Ogni volta che gli sussurrava una parola, rendendola solo loro, facendone un segreto da custodire.[AkuRoku]
#Dolce- In fondo, per quanto amasse la sua isteria, quel lato più morbido e dolce – per quanto Larxene potesse esserlo – non gli dispiaceva.[Luxord/Larxene]
#Emozione- Ogni emozione che provava era proiettata verso il male.[Vanitas/Aqua]
[Zemyx][RiSo][AkuRoku][Luxord/Larxene][Vanitas/Aqua]
Genere: Fluff, Generale, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco
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#Arcobaleno.

 

;Zemyx.

Leggeva, il Burattinaio Mascherato, il bianco perenne delle pareti sembrava rinchiuderlo in una bolla che si mischiava col colore dei suoi tomi.
Un bianco asettico, monotono e pesante come poteva esserlo il grigio piombo di un cielo coperto dalle nuvole.
La porta si era aperta, facendo scoppiare la bolla come un’illusione.
Il Notturno Melodico gli si avvicinò sorridendo, giocherellando con un gorgoglio d’acqua.
Leggeva, il Burattinaio Mascherato, il bianco perenne delle pareti faceva solo sfondo all’esplosione di colore che era la personalità di quel ragazzo, che colorava l’inchiostro con cui scriveva la sua non-vita  dei colori dell’arcobaleno.

 

;RiSo.

Correva forte, Sora, cercando di superare nella corsa il suo migliore amico.
Cercava di essere più veloce, cercava di batterlo, una volta ogni tanto, per prenderlo in giro esattamente come Riku faceva con lui.
Ma il piccolo bambino, inconsciamente, non si impegnava mai davvero.
Se Sora fosse riuscito a raggiungerlo, evidentemente l’ammirazione che provava verso il suo migliore amico sarebbe sparita.
Gli arcobaleni perderebbero la loro magia, se si riuscisse ad arrivare alla loro fine.

 

                                                                                                                                                                                               ;AkuRoku.

Lasciava dondolare i suoi piedi giù dalla torre, il numero VIII.
Il sapore del gelato gli sollecitava la lingua, un po’ intorpidita da quello stesso gelo.
Il Crepuscolo si rifletteva negli occhi luminosi della Chiave del Destino, il cui volto era disteso in una espressione felicemente sorpresa.
Per quante volte venissero a vederlo, il tramonto, per Roxas era sempre bello come la prima volta.
Axel non si era mai sprecato a guardarlo più di due minuti; preferiva guardare il rosso ed il giallo del tramonto riflesso in quegli occhi azzurri, i colori che mischiandosi creavano il viola, il verde, altrettanto belli e luminosi.
Il Soffio di Fiamme Danzanti non ricordava di avere mai visto un arcobaleno tanto bello.

 

;Luxord/Larxene.

Credeva nel Destino, il suo Sfidante.
Era convinto che ogni cosa accadesse perché così doveva essere, mai per caso, per quanto assurdo e poco probabile potesse essere.
Era fermamente convinto che un incontro potesse segnare un’intera esistenza.
Quando aveva incontrato per la prima volta quella Nessuno, Luxord ne era stato ancora più convinto. Non era stato per caso, che ella gli avesse rivolto lo sguardo.
«Oh, meraviglie come te ne ho viste davvero poche» la donna continuava a fissarlo in silenzio «Potrei definirti la pentola d’oro alla fine dell’arcobaleno!».
Ma più che pentola d’oro, Larxene era la tempesta prima dell’arcobaleno. Luxord ne ebbe la conferma quando si trovò fulminato e con un coltello della Ninfa Selvaggia infilzato nel didietro.

 

;Vanitas/Aqua.

La sua esistenza era effimera, questa era la sua unica certezza.
Una completa devozione al male, all’oscurità che occupava i cuori di ogni persona.
Vanitas credeva che l’amore, l’amicizia, fossero solo una perdita di tempo inaudita. Alla fine, ogni emozione buona scompare, lasciando l’amaro in bocca.
L’odio, invece, quello avrebbe accompagnato per sempre l’animo di ogni essere vivente.
Eppure, scioccamente, Vanitas si trovava sempre ad arrossire quando, guardando quel viso delicato contornato da quei capelli celesti – dovevano essere davvero soffici e profumati –, si era ritrovato a pensare che forse valeva la pena, di amare.
In fondo, quelle emozioni non erano altro che belle e fugaci come un arcobaleno.

 

___

Note dell'incoerente autrice.
Sono dinuovo qui, lo so ;A; abbiate pietà di questa povera anima che ha ispirazione per tutte le cose inutili di questo mondo.
Beh, che altro dire?
E' l'inizio di una luuuuuunga raccolta.
A... a quando avrò il tempo di aggiornare D:

   
 
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