Fanfic su artisti musicali > 30 Seconds to Mars
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Autore: luxu2    16/05/2011    3 recensioni
Lucy suona il basso ed il suo sogno è sempre stato quello di suonare con una grande band. Dopo l'abbandono di Tim, la ragazza partecipa alle selezioni per il nuovo bassista della band e viene scelta per il suo talento. Partirà in tour con i 30 Seconds to Mars condividendo con Jared, Shannon e Tomo l'adrenalina dei concerti. Il suo rapporto con Jared, all'inizio, non è molto tutto rose e fiori come con Shannon. Lucy ha un brutto carattere e le sue litigate con Jared sono da manuale. Ma, come recita un vecchio detto, chi disprezza ama e la passione non tarderà a scoppiare.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Shannon Leto, Tomo Miličević, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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7
16 anni dopo

Lucy entrò in casa trascinando la valigia e le altre borse che portava, compresa la tracolla della vecchia chitarra. Quella gita di fine anno con i ragazzi del corso di musica era stata veramente divertente. Ormai erano più di 12 anni che insegnava musica al liceo cittadino e la cosa le piaceva.
Si guardò intorno ed ascoltò i rumori della vecchia casa dei suoi genitori dove era tornata a vivere dopo la sua avventura come bassista dei 30 Seconds to Mars. Sembrava che non ci fosse nessuno in casa: strano.
"Paul? Sono tornata. Vieni ad aiutarmi con le valige?" gridò per farsi sentire. Non ottenne risposta ed allora lasciò il suo carico nell'ingresso e si diresse verso la cucina, sperando di trovarci sua cognata.
"Ah già! Che stupida che sono: mamma e Sarah hanno raggiunto Rick e papà alla baita sui pascoli." si disse. Però Agnes e Cecily dovevano essere in casa, assieme a Paul.
Salì le scale per bussare alla porta della camera delle nipoti da cui proveniva la musica a tutto volume.
"Ragazze? Ci siete?" chiese bussando energicamente.
La porta si aprì lentamente e comparve una ragazza che era, praticamente, la sua copia esatta ma con gli occhi azzurri e 30 anni di meno: Agnes che la guardava stupita e un po' spaventata.
"Buongiorno! Io sarei tornata, se non ve ne siete accorte." disse con una punta di sarcasmo.
"Ma tu non dovevi tornare dopo domani?" domandò Agnes.
Lucy la guardò aggrottando le sopracciglia "No. La nonna e tua madre tornano dopo domani." poi si guardò intorno nella stanza "Paul dov'è? E' per caso andato al laghetto con i suoi amici?" domandò studiando le nipoti. Cecily, la più piccola delle due, abbassò gli occhi con aria colpevole. Le due nipoti di Lucy non avevano per niente lo stesso carattere: Agnes, ormai diciottenne, era sempre cocciuta come un mulo e con una faccia di bronzo da primo premio come quando era piccola. Cecily, a differenza della sorella maggiore, nei suoi 16 anni di vita, non era mai riuscita a raccontare una balla che fosse una. E proprio a Cecy si rivolse Lucy per sapere dove si fosse cacciato suo figlio Paul. "Cecy, dov'è tuo cugino? Lo so che mi state nascondendo qualcosa."
"Ma no zia! Cosa ti viene in mente. Lo sai che Paul è l'idolo delle ragazzine della scuola. Se ne starà facendo una in mezzo a qualche pagliaio." suggerì prontamente Agnes, ricordando a Lucy la fama di seduttore che seguiva Paul per tutta la scuola e lo stuolo di ragazzine che se lo contendevano.
In effetti, suo figlio, che non aveva ancora 16 anni ma ne dimostrava almeno 2 di più, era una vera bellezza: piuttosto alto, ben proporzionato, con i capelli scuri come quelli di Lucy e due incredibili occhi di un grigio tendente all'azzurro su un faccino carino e coccoloso, come lei amava definirlo. Lo aveva chiamato Paul Gordon, i veri nomi dei suoi due musicisti preferiti: Bono, il leader degli U2 e Sting.
Cecily alzò lo sguardo e sospirò con aria sconfitta "Diglielo Agnes. Tanto, prima o poi, lo scoprirà."
Lucy portò lo sguardo sulla maggiore delle nipoti che stava fulminando la sorella "Dirmi cosa?"
Agnes mugugnò qualcosa che suonava come un "fatti i cazzi tuoi" alla sorella. "Cosa devi dirmi Agnes?" ripetè Lucy prendendola per le spalle e costringendola a guardarla.
La ragazza spostò la testa verso sinistra e brontolò qualcosa che Lucy non riuscì a capire "Non ho capito cos'hai detto. Parla più chiaramente."
Agnes sbuffò e la guardò diritta negli occhi "Ho detto che è a Los Angeles."
Lucy guardò la nipote spalancando gli occhi per lo stupore ed il terrore "A Los Angeles?" soffiò sentendosi mancare il respiro.
Agnes annuì "Sì, è partito ieri con l'autobus. Il suo sogno è fare quello che hai fatto tu ed entrare in un gruppo per diventare un musicista famoso."
Lucy si sentì mancare le forze e scivolò seduta per terra con la schiena contro la porta ed il volto fra le mani. Cecily ed Agnes si precipitarono verso di lei per paura che si sentisse male. "Zia!"
Lucy alzò la testa: aveva lo sguardo sconvolto. "Sto bene. E' stato solo lo shock del momento. Ma come si può essere così incosciente alla sua età! Non ha ancora 16 anni!" poi guardò entrambe le nipoti "Chi lo ha accompagnato all'autobus?"
Cecily non disse nulla ma indicò di nascosto la sorella. "Lo sapevo. Tu l'hai sempre sostenuto se non addirittura spinto in tutti i guai in cui si è cacciato fin da piccolo." disse rassegnata guardando Agnes. "Mi hai veramente deluso Agnes. Magari lo hai anche accompagnato tu alla stazione dei bus."
Agnes annuì con le lacrime agli occhi: era orgogliosa sì, ma soffriva per aver deluso così sua zia, che adorava.
Lucy si alzò e guardò ancora una volta le nipoti "Aveva almeno un posto dove andare che voi sappiate?" domandò.
"Ha contattato Jennifer dicendogli che eri daccordo." rispose Cecily.
Lucy sorrise tristemente guardando la più piccola delle nipoti "Cecy, avrai un futuro in qualche agenzia governativa quando sarai grande." poi prese un respiro profondo "Sarà meglio che parta immediatamente e che vada a riprenderlo." disse uscendo dalla camera delle nipoti.
Cecily la rincorse "Non ti ho detto tutto zia." Lucy la guardò invitandola a proseguire "Si è portato dietro il tuo vecchio basso."
Lucy alzò gli occhi al soffitto "Flea! Dovevo immaginarlo." scese un paio di gradini e poi si girò di nuovo verso le nipoti "Parlerò con i vostri genitori quanto prima, ma nel frattempo, ritenetevi in punizione per aver agevolato l'evasione di vostro cugino." e poi ripartì lasciando Cecily con la bocca spalancata per lo stupore.
Agnes guardò la sorella "Non serve a niente essere oneste. Facevi meglio a startene zitta."

Lucy guidò per 18 ore da Townsed fino a Los Angeles e raggiunse la città degli angeli in tarda mattinata. Non si stupì di ritrovare la metropoli esattamente come l'aveva lasciata 16 anni prima: il solito traffico caotico ed i soliti tipi strambi. Bloccata nel traffico della città riprovò a contattare Jennifer, sperando che Paul fosse effettivamente andato a casa sua e che lei le rispondesse. L'ansia le cresceva addosso ora dopo ora.
Finalmente Jennifer rispose al telefono "Pronto?"
"Pronto Jen! Ma dove cavolo ti eri cacciata? E' da ieri che provo a chiamarti!" esordì Lucy come una furia.
"Anch'io sono felice di sentirti Lucy. Dal tuo tono, deduco che Paul mi abbia rifilato una balla grande come una casa." rispose tranquilla.
"Già, e tu hai abboccato. Dov'è adesso?" domandò un po' più calma.
"L'ho lasciato mezz'ora fa a fare la fila per un provino da bassista davanti alla Emi." disse Jennifer.
"La Emi?!" domandò terrorizzata "Chi è la band che ha bisogno di un bassista?" domandò in preda ad un atroce dubbio che si stava trasformando in certezza "Non sarà mica ad un provino dei 30 Seconds to Mars?"
"Lucy: è giusto che lo conosca. Ha quasi 16 anni e non sa neppure chi sia suo padre. Non puoi negargli questa possibilità di poterlo almeno conoscere." Lucy capì dove Jennifer voleva andare a parare.
"Non glielene avrebbe importato allora, figuriamoci adesso. Lo sappiamo tutti cosa pensa lui della famiglia e dei figli. Infatti lui e Shan sono ancora felicemente single."
"E tu allora?" domandò Jennifer.
"Io cosa?" chiese Lucy sospettosa.
"Perchè non ti sei mai sposata e non hai mai cercato di dare un padre a tuo figlio?"
"Credi che sia facile piazzarsi sul mercato con un figlio a carico?"
"Lucy, non essere sciocca! Non ci hai mai neppure provato a cercarti un altro uomo dopo che hai lasciato Jared."
"Io non ho lasciato Jared: ho lasciato il gruppo." specificò.
"Andavi a letto con tutti e tre allora? Non me lo avevi mai detto." la prese in giro Jennifer.
"Oh Jen, ti prego! Piantala di prendermi in giro! Lo sai che andavo a letto solo con Jared." Jennifer, dall'altro capo del telefono, rise.
"Paul gli somiglia molto, però ha il tuo carattere. Ieri sera mi ha fatto sentire un paio di pezzi che ha deciso di suonare al provino. Vuoi sapere che cosa ha scelto?" domandò Jennifer sentendo il silenzio di Lucy dall'altro capo. "Ha deciso di fare Electrical storm degli U2 e poi Night of the hunter."
Lucy sospirò "La passione per la musica ce l'ha nel sangue, proprio come me."
"... e come suo padre." concluse Jennifer. "Tuo figlio ha del vero talento. Crescendo diventerà un grande musicista."
Lucy si era calmata un po' parlando con l'amica "Grazie Jen. Ora lo vado a recuperare."
"Vieni qui dopo, così recuperi la sua roba e mi vieni, finalmente, a trovare." Lucy sorrise e riattaccò.

Paul sentiva crescere la tensione dovuta all'attesa. Era già più di due ore che se ne stava seduto in quel corridoio assieme ad altri musicisti. Estrasse Flea dalla sua custodia e lo guardò carezzando le corde e la lucida cassa armonica su cui era stato scarabocchiato un piccolo istrice. Sua madre lo avrebbe sicuramente ucciso, quando avrebbe scoperto che era scappato a Los Angeles per fare un provino per diventare un vero musicista. Anche se non aveva ancora 16 anni, era stufo di suonare nel gruppo della scuola: gli sembrava di essere uno di quei mocciosi delle elementari che facevano rock in quel vecchio film che sua madre adorava: School of Rock. No! Lui voleva di più! Voleva suonare con una vera band che faceva concerti in giro per il mondo, video, che vinceva premi internazionali e che aveva uno stuolo di fans adoranti. No, sua madre non lo avrebbe ucciso subito: lo avrebbe fatto morire fra atroci sofferenze dopo aver scoperto che le aveva fregato il suo adorato Flea. A volte si domandava se quella pazza che lo aveva messo al mondo, non amasse di più il suo basso che suo figlio.
Era talmente perso nelle sue riflessioni che non si accorse della ragazzina mora che si stava avvicinando a lui con aria curiosa.
"Ciao" Paul alzò lo sguardo e vide un paio di occhi scuri che gli ricordarono molto quelli di un folletto dei libri di fiabe.
"Ciao." rispose e la ragazzina sorrise mostrando una dentatura che la faceva assomigliare ad un piccolo castoro.
"Io sono Tanya. Sei qui per il provino." disse sedendosi accanto a lui senza essere invitata.
"Sì." rispose Paul domandandosi perchè, con tutta la gente che c'era in quel corridoio, la ragazzina aveva scelto proprio lui da importunare.
"Credo di non aver afferrato il tuo nome." disse Tanya con aria furbetta.
"Ah, che sbadato. Mi chiamo Paul Gordon Miller." disse lui offrendole la mano da stringere.
"Bene: ora so anche come ti chiami...Paul Gordon... da dove arrivano?" disse lei regalandole un altro sorriso.
"Sono i veri nomi di due dei musicisti che mia madre ama di più: Bono degli U2, probabilmente il grande amore della sua vita, e Sting."
Tanya sorrise "Bono il grande amore della sua vita? E tuo padre cosa dice?"
Paul si fece serio "In effetti non ne ho idea."
Tanya lo guardò interrogativa "Come fa a non essere geloso?"
Paul sorrise "In realtà non so chi sia mio padre: non l'ho mai conosciuto e mia madre non mi ha mai parlato di lui. Comunque non mi importa: ne ho fatto a meno fino ad ora." ammise candidamente.
Tanya lo guardò seria e cambiò discorso dopo aver rimirato il vecchio Flea "Questo basso è un Modulus Flea, giusto?"
Paul la guardò piacevolmente sorpreso "Sì, vedo che te ne intendi. Sei qui anche tu per il provino?" domandò.
Tanya sorrise di nuovo "No. Però mio padre è un chitarrista e suona anche il basso, oltre al violino che è stato il suo primo strumento."
Paul la studiò meglio "In effetti non hai l'aria di una musicista."
"Sono venuta a trovare papà e gli zii, solo che ora sono molto impegnati e non mi vogliono in mezzo ai piedi mentre scelgono il nuovo bassista, sempre ammesso che riescano a trovarne uno all'altezza. Sai, Jared non è mai convinto e sono 16 anni che se ne fanno scappare uno all'anno." osservò Tanya.
Paul rise "Avevo letto di questa specie di maledizione dei Mars che non riescono a tenersi un bassista per più di un anno."
Tanya scrollò le spalle con aria indifferente "Magari potresti essere tu a risolvere la situazione definitivamente."
Paul sorrise con aria navigata "Non significa che, se piaccio a te, devo per forza piacere anche a loro."
"Ma io ci potrei mettere una buona parola." rispose lei prontamente. Poi lo studiò ancora attentamente. "Lo sai che somigli a Jared?"
Paul la guardò come per dirle "Ma non dire sciocchezze." quando l'ennesimo bassista uscì dalla sala prove con aria afflitta seguito da un uomo con in mano un elenco da cui spuntò un numero. "Numero 36. Tocca a te." disse con aria annoiata guardandosi intorno per identificare il prossimo. Paul guardò il numero che gli avevano appiccicato sulla magliaetta appena entrato e si accorse di essere il prossimo.
Tanya si alzò assieme a lui "Entro assieme a te, se non ti spiace." e lo precedette senza aspettare un suo cenno affermativo. "Ciao Brax." salutò l'uomo della cartelletta prima di sgusciare dentro la stanza.
Paul sbuffò e la seguì con la custodia di Flea in mano.
Entrò in sala, si posizionò dove gli veniva indicato e, dopo essersi sistemato, guardò verso i tre uomini che lo avrebbero dovuto giudicare. Tanya era accoccolata su un bracciolo del divanetto accanto a suo padre: Tomo.  Shannon lo guardò e sbuffò "Ma cos'è oggi? Hanno aperto i cancelli degli asili infantili?"
Paul lo guardò fulminandolo. Jared se ne accorse "Ti prego di scusare mio fratello, ma la vecchiaia lo ha reso ancora più brontolone." In effetti, più che due uomini vicini ai 60 anni, i fratelli Leto, sembravano due quarantenni.
Paul annuì con il capo e Jared proseguì "Il tuo nome ce lo ha detto Tanya. Credo che tu le stia simpatico. Cosa ci fai sentire?"
Paul si schiarì la voce "Avevo preparato uno dei pezzi preferiti da mia madre: Electrical storm degli U2 e poi uno dei vostri: Night of the hunter."
Jared annuì "Va bene. Noi ti ascoltiamo."
Paul si abbassò ad estrarre Flea dalla custodia e Jared, vedendo il basso argentato, venne assalito dal ricordo di Lucy che ne aveva uno uguale. "Suoni un Modulus Flea, vedo." osservò attirando l'attenzione di un annoiato Shannon.
"Sì." annuì Paul. "Era di mia madre."
Jared guardò meglio il ragazzo ed il basso e poi guardò suo fratello che annuì. "Stavo pensando anch'io la stessa cosa, bro: è lo stesso basso che suonava Lucy."
Paul li guardò entrambi e poi domandò "Posso iniziare o c'è qualcosa che non va?"
Jared scosse il capo "No, no. Comincia pure."
Paul si mise in posizione carezzando le corde come gli aveva insegnato sua madre e cominciò a suonare mettendoci tutta la passione e l'incredibile tecncica che Lucy gli aveva trasmesso.
Jared si mise ad ascoltarlo attentamente e studiò ogni movimento del ragazzo. Tutto di Paul gli ricordava Lucy, persino quel tocco sulle corde simile ad una carezza, prima di iniziare a suonare. Ancora si domandava perchè avesse lasciato il gruppo così all'improvviso e, soprattutto, perchè avesse lasciato lui senza neppure una spiegazione. Aveva provato a cercarla, nei mesi successivi alla sua partenza, ma senza risultato. Persino la sua amica Jennifer gli aveva detto che non l'aveva più sentita.
Paul smise di suonare e Shannon e Tomo lo guardarono compiaciuti. Shan si avvicinò al fratello "Allora? Cosa ne pensi? Questo è bravo, forse il migliore che abbiamo sentito oggi."
Jared era incantanto ad ascoltare e guardare quel ragazzo. Tanya, appena entrata, gli aveva subito fatto notare che sembrava lui da giovane. Jared aveva sorriso a quell'osservazione della figlia di Tomo, ma poi, vedendolo, si era ricreduto. Eppure c'erano troppe cose che non quadravano, in primis il Modulus Flea argentato ed il modo che aveva il ragazzo di accarezzare le corde prima di cominciare a suonare: troppo simile a Lucy.
Jared si alzò e, sorridendo, si avvicinò a Paul che lo guardava con un misto di timore e curiosità. "Sei veramente bravo. Posso dare un'occhiata al tuo strumento?"
Paul annuì e porse Flea a Jared che lo osservò attentamente e poi sbiancò vedendo il piccolo istrice scarabocchiato col pennarello sulla cassa acustica. Rimise il basso fra le mani del ragazzo e lo osservò attentamente.
Paul si mosse a disagio sotto lo sguardo di Jared. "Cosa succede bro? Qualcosa non va?" Shannon sembrava preoccupato dallo strano comportamento di Jared.
Jared non rispose al fratello ma guardò negli occhi Paul che rabbrividì "Dove hai preso questo basso?" domandò tranquillo al ragazzo.
"E'... è mio." balbettò Paul. "Ma perchè le interessa così tanto il mio strumento?"
Jared lo fissò di nuovo "Quanti anni hai ragazzo?"
"Diciotto." rispose Paul prontamente. In effetti dimostrava più dei suoi quasi 16 anni.
Jared non fece in tempo a porgere un'altra domanda al ragazzo perchè venne distratto da una serie di urla nel corridoio e poi la porta si aprì rivelando una figura femminile che entrò nella stanza come una furia.
"Paul! Idiota!" gridò la donna rivolta verso il ragazzo e avanzando minacciosa verso di lui.
Jared, istintivamente, si mise di fronte al ragazzo per proteggerlo e poi rimase di stucco riconoscendo la donna "Lucy?!"
Lucy lo guardò scandandolo da suo figlio "Bravo! Vedo che non hai ancora l'arteriosclerosi." disse rivolta a Jared. Shannon e Tomo avevano capito di chi si trattasse ed erano senza parole. Tanya guardò suo padre e Shan imbambolati come due statue di sale e poi si rivolse a Lucy. "Tu sei quella Lucy?" domandò.
Lucy parve distrasi un momento dall'idea di distruggere definitivamente suo figlio e si girò a guardare Tanya. La studiò per un momento aggrottando le sopracciaglia e poi guardò Tomo "E' tua figlia?" domandò al croato che annuì. Sorrise alla ragazzina e poi aggiunse "Somiglia parecchio a Vicky."
Paul, dopo lo shock iniziale, sbuffò sonoramente "Cosa sei venuta a fare qui, mamma?" domandò.
"Mamma?!" un coretto stupito si levò dai tre componenti della band.
Lucy non ci fece caso e guardò di nuovo suo figlio "Sappi che sei in punizione per il resto della tua vita."
Jared aveva fissato prima Paul e poi Lucy. Si riprese un attimo ed afferrò la donna per un baccio costringendola a girarsi verso di lui e guardarlo. Poi si voltò di nuovo verso Paul "Tu non puoi avere 18 anni." gli disse prima di strattonare Lucy per il braccio e trascinarla con sè nella stanza accanto: la sala di registrazione insonorizzata.
Tanya si stupì della reazione di Jared e guardò i tre rimasti nella stanza. Shannon stava studiando anche lui Paul. "Papà, almeno tu mi vuoi dire che succede?"
Tomo guardò la figlia e scrollò la testa "Ne so quanto te, tesoro." poi guardò il batterista "Cosa pensi Shan?"
"Che mi sa che sono zio." disse con un filo di voce sempre fissando il povero Paul che sembrava sconvolto quanto loro e guardava la porta dove sua madre era sparita trascinata da Jared. Riprese lentamente fiato e guardò i due uomini "Ma voi conoscete mia madre?"
Tomo, l'unico che sembrava essersi ripreso, annuì "Sì. Ha suonato con noi per alcuni mesi circa 16 anni fa." Paul deglutì rumorosamente.
Shannon si alzò in piedi con calma e raggiunse Paul. Lo guardò un momento "Quanti anni hai Paul?"
Paul abbassò il capo sconfitto "Ne compirò 16 a dicembre, sempre che mia madre non mi uccida prima."
Shannon sorrise e gli diede una lieve pacca sulla schiena "Se è ancora come me la ricordo io, abbaia tanto, ma non morde. Vieni, andiamo a berci qualcosa." Paul si alzò e seguì docilmente Shannon che, assieme a Tomo e Tanya, si diressero verso il piccolo bar dell'edificio. "Voglio che mi racconti qualcosa di te." disse portando un braccio sulle spalle del ragazzo.

Lucy venne spinta dentro la sala di registrazione e sentì Jared che chiudeva con violenza la porta e si avvicinava a lei con aria furibonda. "Io e te dobbiamo parlare!" esordì.
Lucy si sedette su una sedia ed incrociò le braccia al petto guardando Jared con aria di sfida "Daccordo! Vuoi parlare del tempo?" rispose beffarda.
Jared ringhiò e chiuse un momento gli occhi per imporsi di rimanere calmo. Quando gli riaprì li fissò in quelli di Lucy e sorrise sadico "Sì! Parliamo del tempo! Parliamo dei 16 anni che sono passati da che te ne sei andata abbandonando i 30 Seconds to Mars... e me!"
Lucy arricciò il naso e sospirò "L'hai visto da te, il perchè."
Jared si era calmato e le prese una mano che lei non scansò "Ma perchè non mi hai detto niente e sei scappata?"
Lucy sorrise tristemente "Jared, tu non hai mai voluto fare il padre e io non volevo costringerti a fare una cosa per cui non saresti stato portato."
Jared parve riflettere un momento e poi riprese "Almeno c'è qualcuno che mi ha sostituito nella vita del ragazzo?"
Lucy lo guardò alzando un sopracciglio "Mi stai chiedendo se mi sono mai sposata?"
Jared annuì e Lucy sorrise "No. Non ho mai cercato nessuno." alzò le spalle "Io e Paul stiamo bene così. Non ha mai chiesto di suo padre, neppure da piccolo. Credo che mio fratello sia un po' la sua figura maschile di riferimento: sono molto legati."
Jared abbassò il capo "Non avevi il diritto di tenermi nascosta la tua gravidanza." Alzò gli occhi e puntò lo sguardo in quello di Lucy "Io ti amavo Lucy, anche se tu non ne volevi sapere."
Lucy ebbe un sussulto ed un brivido le percorse la schiena: erano anni che non provava più una sensazione del genere. "Ti amavo anch'io, ma avevo paura ad ammetterlo, persino a me stessa." poi sorrise "Paul ha certi modi di fare che ha ereditato da te."
Jared sorrise anche lui "Però mi sembra cocciuto proprio come te." risero assieme. "Dimmi una cosa: è scappato da casa?"
Lucy annuì ridendo "Sì, mi ha lasciato andare via una settimana con i miei alunni del liceo e poi, con la complicità di Agnes, mi ha fregato Flea e si è infilato su un autobus per Los Angeles. Vuole diventare un musicista famoso."
Jared si rilassò sulla sedia appoggiandosi allo schienale "E' sulla buona strada per diventarlo. E' veramente bravo e, se non fosse così giovane, lo avrei già preso nel gruppo. Sono anni che non abbiamo più un bravo bassista." aggiunse strizzandole l'occhio.
Lucy rise scrollando il capo e Jared rise con lei prima di buttare lì l'idea che gli era balenata in testa "Tu non sei libera, diciamo, per i prossimi due mesi?"
Lucy lo guardò perplessa "Che ti salta in mente Leto?"
"Stavo solo pensando che, visto che mi serve un bassista e tu sei in vacanza, potresti venire a fare le prossime date con noi. Ti ricordi ancora come di suona il basso, vero?"
"Sono troppo vecchia per queste stronzate, e poi ho Paul." rispose lei.
"Beh... potrebbe venire anche lui con noi. Potreste alternarvi sul palco ed io avrei finalmente modo di conoscerlo." propose Jared.
"Sarebbe una vacanza alternativa e si divertirebbe un mondo." Lucy parve pensarci seriamente.
Jared le prese le mani nelle sue. "Allora dimmi di sì."
Lucy annuì e Jared la squadrò da capo a piedi "Sai, potremmo rifare la serata dei supereroi. Saresti ancora magnifica con il costume di Catwoman."
Lucy rise "Tu sei un vecchio pazzo Jared."
Si alzarono in piedi e Jared la prese per la vita "Sì sono pazzo, ma sul vecchio avrei qualche riserva. Me la cavo ancora piuttosto bene in quel campo." disse prima di avvicinare le labbra a quelle di Lucy e baciarla.

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Ah! questa sono riuscita a finirla! Mi spiace di avervi lasciato sulle spine con lo scorso capitolo, ma spero di essermi salvata in corner con questo epilogo.
Ringrazio tutti quelli che hanno letto e commentato la storia. Spero proprio che vi sia piaciuta e che non mi tirerete i pomodori.
Bye bye!
   
 
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