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Autore: Asteria_90    17/02/2006    12 recensioni
(…) “Tu sei pazza Herm. Io sono pazzo.” Non c’era rabbia, era una semplice constatazione. Non riuscì tuttavia ad evitare che un sorriso compiaciuto gli si aprisse in faccia. “E allora ti prego Harry…continuiamo questa pazzia.”rispose lei appena fu riuscita a ritrovare un respiro un po’ più regolare, il capo sempre posato sulla sua spalla. “Non potremo mai sopravvivere a meno che non diventiamo un po’ pazzi. Fino ad oggi Harry questa non era una vita per me.” Harry sentì chiaramente una goccia calda scivolargli lentamente sul collo. Avrebbe tanto voluto girarsi e colmare di nuovo quella poca distanza tra le loro labbra ma aveva anche una paura matta di lasciarsi andare. Si sentiva stupido, da otto anni lottava e uccideva per ideali non suoi. Aveva ancora una volta ragione lei: la sua non era una vita ma una pura e semplice sopravvivenza.” (…)*** FF uscita mentre cercavo di scrivere il terzo capitolo dell'altra mia storia...sulle note di Crazy di Alanis Morissette. DEDICATA A HERM88
Genere: Romantico, Song-fic, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Harry/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi di nuovo con un’altra one-shot

Eccomi di nuovo con un’altra one-shot. Si, lo so non ne potete più di me e delle mie one-shot ma adesso sto attraversando un momento un po’ critico con l’altra storia e mi manca totalmente l’inspirazione. Quindi mentre tentavo di scrivere il terzo capitolo mi è uscita fuori questa. La dedico, come di rito, a herm88 perché mi ha dato lei l’idea, perché è la canzone di Alanis Morissette che preferisce e perché è una grande amica…Motivazioni sufficienti?

Bè spero vi piaccia, anche se devo ammettere che come storia è mooolto strana.

 

 

 

 

 

 

La pioggia picchiettava violentemente sui vetri delle finestre. Tutto era avvolto dal buio della notte. Solo i lampi illuminavano per alcuni secondi l’enorme quartiere di Londra completamente deserto, e non solo per la tempesta. Era semplicemente la norma. Nessuno usciva più di casa da solo, se non per lo stretto necessario e cercava di farvi ritorno il più presto possibile.

Paura e terrore regnavano indisturbati. Questo era il regno del male, quello che esso voleva. Probabilmente una dimensione ben più crudele della morte a cui si restava attaccati da un semplice filo, quello dell’istinto alla vita. Molti erano stati i suicidi in quegli anni ma un numero inesistente se paragonato a quelli che avevano ceduto e avevano così fatto la forza di Voldermort, il suo nucleo vitale…

Lui il bambino sopravvissuto, era uno fra questi…

 

 

A man decides after 70 years

that what he goes there for

is to unlock the door,

while those around him criticize and sleep.

And through a fractal on that breaking wall,

I see you, my friend, and touch your face again.

                                              [Crazy-Alanis Morissette]

 

 

 

Il getto dell’acqua calda lo rilassava e sembrava eliminare la stanchezza di quella giornata. Ogni sera che si ritrovava sotto quel flusso bollente sperava che qualcosa sarebbe cambiato il giorno successivo, non più combattimenti e lotte per la vita. Ordini da rispettare, violenza morte, ricatti…niente di diverso da questo.

Quel giorno qualcosa di diverso era accaduto ma purtroppo non in meglio…faceva male, tutto.

L’acqua bruciava, scottava e faceva male. Eppure non avrebbe dovuto. Cos’era questo al dolore fisico che aveva provato?

Una volta avrebbe risposto niente. Solo i buoni, i deboli sono in grado di soffrire per i sentimenti. Ma allora perché questo senso di angoscia, di vuoto, di nuovo…Immagini, persone, ricordi, sguardi.

Un volto e uno sguardo attraverso un frattale su quel muro in pezzi. Il suo sguardo, toccare di nuovo il suo volto…Niente più di questo. Eppure qualcosa si era smosso in quel momento…

Era forse questo quello che Voldermort gli aveva detto di dover eliminare? Allora lo avrebbe annientato perché faceva male, bruciava, dentro.

 

Richiuse lentamente il getto d’acqua e uscì dalla doccia annodandosi un asciugamano porpora al ventre. Gli occhi erano rossi, ma non avrebbe pianto, non ne aveva motivo. Quando quella fredda notte d’inverno aveva fatto quella scelta sapeva che non se ne sarebbe mai pentito. La sua vita valeva molto più della propria.

 

 

“Sei un vigliacco Voldermort. Avremmo dovuto chiudere la faccenda tra noi.”

 

“E infatti è stato così Potter. La faccenda è chiusa. E io ho vinto, più di quanto immagini. Avrei potuto ucciderti ma non mi basta. Così ho vinto due volte: sei stato tu a far fuori Wesley, tu con i tuoi stupidi sentimenti. Ah, l’amore, che debolezza! Solo i buoni sono in grado di provarlo. Ricordalo Potter: sei stato tu a non volermi uccidere.”

 

 

Purtroppo sapeva che lui aveva ragione. Avrebbe dovuto finirlo quando ne aveva avuto la possibilità, ma gli era mancato il coraggio. Avrebbe ucciso anche lei così, la sua dolce Hermione.

Questo era il suo secondo sbaglio, perché il primo era stato fatto qualche giorno prima quando le aveva confessato i suoi sentimenti e tutto era stato irrimediabilmente segnato. Lei ricambiava e così donava una nuova potente arma al suo nemico. Si, lui l’aveva catturata e aveva consacrato un legame di sangue. Il mezzo più vecchio del mondo per farla sua, unito alla magia nera…le due vite inscindibili l’una dall’altra.

E purtroppo lui aveva ragione, non sarebbe mai stato in grado di ucciderlo, ora. Questa era la debolezza dell’amore, questo il suo limite. E il suo ricatto.

La domanda poteva essere: l’ami ancora? Se qualcuno glielo avesse chiesto conosceva già la risposta…

 

< Pop >

Il rumore di una persona che si smaterializzava. Forse qualche auror aveva trovato il coraggio di affrontarlo o forse qualcuno veniva come molto solo per essere uciiso, non avendo il coraggio di farlo con le sue mani. In ogni caso sapeva qual’era il suo compito o afferrò la bacchetta.

Quella però non era una giornata qualunque e non lo sarebbe stata fino alla fine.

Scese le scale che portavano in soggiorno e per la seconda volta in quel giorno era lei, Hermione.

La stessa ragazza che oggi aveva visto combattere e uccidere altri uomini. Indossava un paio di pantaloni di pelle nera, tacchi alti e sopra un maglione leggermente scollato. I capelli le ricadevano dolcemente sulle spalle mentre alcuni ciuffi ribelle le nascondevano un poco gli occhi, appena accentuati da una leggera linea di matita.

Di nuovo un incrocio di sguardi in silenzio.

 

“Ciao Harry!”

 

“Che cosa ci fai qui Hermione?”

 

“Dobbiamo parlare.”

 

“Non c’è niente di cui discutere. Te l’ho detto quel giorno, siamo nemici ora. E faresti meglio ad andare via prima che ti uccida.”

 

La ragazza emise uno sbuffo divertito. “ Oh ti prego Harry, non farmi ridere! Non mi uccideresti mai o l’avresti già fatto, tante volte. Anzi, anche oggi perché non mi hai ucciso?” disse in un sorriso che sembrava una sfida.

 

Ma lui non l’accettò, sapeva di averla già persa: “Che cosa sei venuta a fare? Ormai non c’è più via d’uscita, le cose stanno così. Cerca di accettarlo.” nella sua voce non c’era insicurezza ma solo decisione.

 

“E invece no, non potrò mai accettarlo. Tu non eri così, non sei così.” anche nel suo tono di voce c’era ben poco della debole studentessa modello di Hogwast. “è lui che ti ha cambiato. Quando oggi ti ho visto per un attimo ho creduto che mi avresti ucciso ma è stato solo un attimo…Tu non hai il coraggio di farmi questo. Allora Harry ti prego…dimmelo, dimmi perché hai ceduto, dimmi perché hai buttato all’aria tutto quello per cui avevi, avevamo lottato da una vita. Fammi capire Harry, perché io sono otto anni che me lo chiedo..” la voce rotta dal pianto non le permise di andare avanti.

 

“Non importa Herm, ormai non si può più tornare indietro. Ora esci da qui e non tornare più se non vuoi fare una brutta fine.” Queste parole vennero pronunciate con rabbia ma non era altro che uno sfogo da quello che gli bruciava dentro e sentiva che lentamente lo stava divorando.

 

“Mi dispiace ma io non me ne vado da qui. Sono otto anni che aspetto questo giorno, otto anni che sopravvivo per poterlo vivere. No, non me ne andrò…Possiamo tornare indietro a quando eri solo Harry o non il Mangiamorte.”

 

“Tu non hai idea di quello che stai dicendo! Non sempre si può tornare indietro. Alcune scelte ti cambiano la vita indelebilmente. E io l’ho fatta quindi CERCA DI NON FARE LA MAESTRA DI VITA PERCHE’ NON SAI QUELLO CHE HO PASSATO IO!”

 

“E TU SEI SOLO UN IDIOTA EGOISTA! Tu non hai idea di quanto ho sofferto, ho sacrificato tutto per aspettare questo giorno, per vedere un tuo cambiamento e ora che è successo, tu mi tratti così. Credi davvero che io non sappia niente? E invece ti sbagli Harry James Potter! Io ti conosco meglio di te stesso. So perché ti sei ridotto così…” a queste parole pronunciate con rabbia seguirono altre, ma il tono di voce era diventato quasi un sussurro “dici di essere cambiato ma mi sembri sempre lo stesso. Certe cose non possono cambiare mai, e te lo dimostrerò.”

 

“Come?”

 

“Così.” Harry non fece in tempo a replicare, che la ragazza lo afferrò per la nuca e, attaccandosi al suo collo per sopperire alla differenza di altezza, lo baciò. Non era uno dei tanti baci che si erano dati da ragazzini, quello era un bacio molto diverso che poteva esprimere molte cose. In preda all’istinto stava già rispondendo quando realizzò la cosa e capì che non poteva dimostrarsi debole, di nuovo. L’amava ancora, ne era certo, ma l’amore è solo per gli illusi, l’aveva imparato a sue spese. Per questo cercò di opporsi fino a stringere fra i denti le labbra di Hermione facendole sanguinare. Ma la ragazza, nonostante il labbro inferiore visibilmente spaccato, non si fermò e continuò a baciarlo. Di fronte a questo il bambino sopravvissuto non riuscì più a controllarsi e finalmente lasciò ogni difesa arrendendosi a quel contatto così atteso ma così poco sperato. Subito il tutto diventò più ardito e le loro lingue si intrecciarono partecipando a una danza frenetica, al sapore del sangue. Tutta la sofferenza, la rabbia e l’amore provati in quegli anni vennero riversati in quell’unico gesto che non si poteva definire il bacio tra innamorati che entrambi si sarebbero immaginati qualche anno prima: era carico d’angoscia, di vuoto…di completezza.

 

 

Miracles will happen as we trip,

But we’re never gonna survive,

Unless we get a little crazy.

No, we’re never gonna survive,

Unless we are a little crazy.

                         [Crazy-Alanis Morissette]

 

 

 “Allora chi ha ragione?” chiese una Hermione ansimante abbandonando il suo volto sulla spalla ferma del ragazzo.

 

“Tu sei pazza Herm. Io sono pazzo.” Non c’era rabbia, era una semplice constatazione. Non riuscì tuttavia ad evitare che un sorriso compiaciuto gli si aprisse in faccia.

 

“E allora ti prego Harry…continuiamo questa pazzia.”rispose lei appena fu riuscita a ritrovare un respiro un po’ più regolare, il capo sempre posato sulla sua spalla. “Non potremo mai sopravvivere a meno che non diventiamo un po’ pazzi. Fino ad oggi Harry questa non era una vita per me.” Harry sentì chiaramente una goccia calda scivolargli lentamente sul collo. Avrebbe tanto voluto girarsi e colmare di nuovo quella poca distanza tra le loro labbra ma aveva anche una paura matta di lasciarsi andare. Si sentiva stupido, da otto anni lottava e uccideva per ideali non suoi. Aveva ancora una volta ragione lei: la sua non era una vita ma una pura e semplice sopravvivenza.

 

 

Yellow people walking through my head,

One of them’s got a gun to shoot the other one

And yet together they were friends at school.

Oh, get it, get it, get it, get it, get it, no, no, no!

If all were there when we first took the pill,

Then maybe, then maybe, then maybe, then maybe

                                           [Crazy-Alanis Morissette]

 

Che cosa aveva fatto fino ad adesso? Immagini gli apparivano e scomparivano, ricordi lacerati dal dolore, piaghe ancora aperte…Persone gialle che gli camminavano per la testa, una di loro ha la bacchetta per uccidere l’altro, eppure insieme erano amici a scuola. Perché tutto questo? Perché in un secondo era crollato tutto quello che aveva costruito in anni interi? Una voce gli gridava riprendilo, riprendilo, riprendilo, un’altra no, no, no! Abbandonalo e ricostruiscine uno nuovo. Non uno ma migliaia di vetri si infransero dentro di lui nel prendere quella decisione che, lo sapeva, era una pazzia, la più grande pazzia della sua vita: tornare indietro di nuovo e giocarsi tutto fino in fondo.

Hermione non si era mossa da quella posizione in cui stava svuotandosi di tutta l’angoscia accumulata in tanto tempo. Più volte aveva pensato a quel momento, l’avrebbe voluto far soffrire, fargli provare almeno fisicamente tutto quello che lei aveva provato, ma aveva anche capito di non odiarlo veramente. Ognuno di loro si era creato un proprio baratro, il suo era quello e l’unico modo per colmarlo le sembrava solo piangere piangere e piangere fino ad esaurire ogni lacrima.

Harry le circondò i fianchi con le braccia e, a un sussulto su lei, appoggiò anche la propria testa sulla quella della ragazza.

Quando quella mattina l’aveva vista combattere le era apparsa cruda, indifferente, quasi diabolica quanto lui. Ora invece si mostrava debole, indifesa e fragile come un vetro di cristallo.

 

“Ho deciso Herm.” Parlò il ragazzo con decisione, la sua voce era ferma e sembrava non ammettere repliche.

 

La ragazza allora si separò da lui e, asciugandosi le lacrime con una mano, lo guardò negli occhi.

 

“Dimmi.”

 

“Sono pronto a fare una pazzia.” Indugiò un attimo sulla donna che amava da sempre,  sui suoi occhi arrossati e sbafati dalla matita nera vino a formare due grandi semicerchi, sulle sue labbra spaccate, che lui le aveva spaccato…

 

“Questa pazzia.” E la baciò con disperazione, senza pensare a niente più che lei, alla sua vita…

 

 

 

In a sky full of people only some want to fly,

Isn’t that crazy?

In a world full of people only some want to fly,

Isn’t that crazy, crazy?

In a heaven of people there’s some want to fly,

Ain’t that crazy, crazy, crazy, crazy?

                                    [Crazy-Alanis Morissette]

 

 

 

 

I primi bagliori dell’alba si infiltrarono dolcemente dai vetri delle finestre e, come luci di speranza per un nuovo giorno, svegliarono timidamente i corpi e le anime dei due ormai uniti in tutti i sensi. Sembravano segnare la fine di un’esistenza e l’inizio di un’altra, della loro pazzia.

 

“Dormito bene?” chiese Harry.

 

“”Si, come non facevo da molto tempo.”

 

“Ne sono felice. Anche io.” Aggiunse giocando con una ciocca dei suoi capelli.

 

“Che hai?” chiese il ragazzo dopo un po’ vedendola fissare il soffitto della sua camera da letto pensierosa.

 

“Pensavo, mi faccio tante domande.”

 

“Tipo?”

 

“Perché ce ne siamo accorti troppo tardi Harry?” gli chiese guardandolo negli occhi smeraldo “perché in un cielo, in un mondo così pieno di persone, solo poche vogliono volare? In fondo credo che questa sia la vera pazzia, ed è per questo che il male ha dominato fino ad ora. Dovremmo tutti diventare un po’ pazzi.”

 

Harry improvvisamente scoppiò a ridere.

 

“Che hai? Guarda che il mio era un discorso serio.”

 

“E lo vedo.” Aggiunse ancora ridendo “è solo che non mi sarei mai aspettato un discorso del genere da te. Non eri tu la studentessa modello perfettamente inquadrata che non si permetteva uno sgarro? E adesso mi parli di pazzia, è strano e divertente l’influsso che può avere un Potter!”

 

“Ma smettila!” rispose lei premendogli un cuscino sulla faccia. Era bello che nonostante tutto il tempo non avessero perso l’affinità e la complicità di un tempo…Le loro risate riempirono la stanza per molto molto tempo fino a quando la realtà, si sa, spuntò di nuovo fuori.

 

Qualche ora dopo infatti…

 

“Senti Herm, questa notte è stata stupenda ma cosa facciamo adesso? Io sto tenendo il piede in due staffe e per di più sto mettendo in serio pericolo te se ci scopre…”

 

“Non me ne importa nulla. Credi davvero che avrà il coraggio di uccidermi? Ricordati che insieme a me muore anche lui!”

 

“E allora? Devo continuare a comportarmi come sempre? A uccidere schiere di innocenti? No Herm, questa storia deve finire una volta per tutte, dovessi anche rimetterci la mia vita.”

 

Un sorriso furbo si dipinse sul viso di Hermione: “Non credo che sarà necessario, la finaccia la farà solo lui.”

 

“Come?”

 

“Bè ti ricordi il patto di sangue che lui ha fatto su di me? Bene, diciamo che potrebbe essere stato sciolto da te, da noi.”

 

“Cioè vuoi dire…da quello che è successo stanotte…ne sei sicura?”

 

“Non posso esserne certa ma ci sono buone probabilità. Guarda il calendario…stesso giorno, forza inversa. Violenza e amore. Forze opposte che si annullano.”

 

“E’ grandioso Herm, davvero! Questa si che è una bella scoperta! Ma se non dovesse essere così?”

 

“Bè in quel caso mi porterò dietro anche lui quando mi ucciderai.”

 

“Non se ne parla nemmeno Herm, non farti venire strane idee perché…”

 

“No tu adesso me lo prometti. Noi lo uccideremo e se uccidendo lui vedrai morire anche me continuerai fino alla fine. No Harry, non guardarmi così io quello che volevo l’ho ottenuto, ho ritrovato il ragazzo che amavo e questa è una buona causa per morire. In palio c’è un bene ben più importante della mia vita.”

 

“Bene allora dovremo accertarci che le forze opposte si annullino perché non ho intenzione di sentire questi discorsi.”

 

“Promettilo Harry.”

 

“Promettilo.” Le ripetè fissandolo negli occhi.

 

“E va bene te lo prometto.”

 

“Bene ma adesso baciami.”

 

“Agli ordini signora Potter”

 

“Scusa come mi hai chiamato?”

 

“Signora Potter, perché non ti piace? Guarda che suona bene, cioè suonerebbe bene…”

 

“Mi sta chiedendo di sposarlo signor Potter?”

 

“Può darsi. E lei accetterebbe signorina Granger?”

 

“Può darsi.”

 

“Quanto sei idiota Harry! Mi sembri Ron! Dai andiamo…”

 

Afferrarono entrambi le bacchette e, una volta decisi gli ultimi dettagli, si avviarono verso la porta. Entrambi fingevano di essere tranquilli ma nessuno poteva negare la burrasca nei loro cuori e la paura di non poter più passare una giornata come quella appena trascorsa. Che assurdità! Solo poche ore prima era certo che non gli importasse nulla della sua vita perché, come l’aveva sperimentato sulla sua pelle, essa era fatta solo di dolore, non esisteva la vera gioia di vivere. Era assurdo come in poche ore tutto fosse cambiato, come fosse bastato tanto poco per far cadere, lui lo sapeva, tutte le certezze che Voldermort aveva costruito. Era assurdo come fosse successo, quello che l’amore aveva fatto era una pazzia…aveva cambiato tutto. Quella che prima era una debolezza ora la sua forza, quella che prima tortura ora unica ragione di vita. Era assurdo quanto lui fosse mutato, assurdo che potesse essere stato fatto in un giorno, assurdo come una semplice fragilità si fosse risvegliata in lui.

 

“Cosa c’è che non va?” chiese lei.

 

“Niente non preoccuparti.”

 

“Avanti dimmi tutto. Un tempo mi raccontavi ogni cosa.”

 

“No è solo che…ho paura.” Risposte lui tingendosi lievemente di rosso.

 

“Se ti può consolare…anche io, ma è la scelta giusta, ne sono certa.”

 

“Si lo so.”

 

“Forza…andiamo. Questa sera sarà tutto finito, in un senso o nell’altro.” Ma lui esitava fermo sulla porta ancora chiusa.

 

“Devo dirti una cosa che forse non ti ho mai detto prima…Non vorrei che tu pensassi che mi sono reso conto solo ieri dei miei sentimenti perché non è così. Io ti ho sempre amato…fin dal primo anno ad Hogwast. Ho sempre recitato la parte del migliore amico ma in realtà dentro di me avevo sempre un mare in burrasca…ogni volta che ti avvicinavi, ogni volta che mi correggevi un tema, ogni volta che mi abbracciavi o semplicemente ogni volta che mi eri accanto. Mi basta questo Herm, non voglio niente di più…mi basta starti accanto come oggi. Vorrei starti accanto tutti i giorni della tua vita e condividere con te ogni singolo istante. Questi otto anni sono stati tremendi, ho cercato di reprimere i miei sentimenti ma non ho potuto dimenticare il motivo per cui ero caduto in quel baratro. Tu non hai idea di quello che ho fatto, di quello che ha fatto l’uomo che stanotte hai amato. Credevo che nessuno avrebbe più potuto amarmi, nemmeno tu. E’ per questo che ti amo Herm, tu sei diversa…altri sarebbero fuggiti, mi avrebbero evitato, non avrebbero più potuto accettarmi. Ieri dentro di me è stato come se si fosse risvegliato un uragano…credevo che fosse andato tutto perduto ma come sempre avevi ragione tu, ero semplicemente addormentato. Voglio che tu lo sappia, voglio che tu ti senta dire quello che non ti ho mai detto: io ti amo Hermione più della mia stessa vita.”

 

“Anche io Harry. Continuerei ad amarti anche se tentassi di uccidermi…” rispose lei ancora un po’ scossa, di certo non si era aspettata una dichiarazione del genere in quel momento.

 

Si avvicinò lentamente a lui e si alzò sulle punte fino ad incontrare le sue labbra che non si fecero attendere nell’approfondire il bacio fino ad un rapido incrocio di lingue, come per suggellare le loro risposte. Improvvisamente quel contatto non bastò più ed entrambi sentivano il desiderio e la necessità di sentirsi uniti in un’unica anima.

 

Per sentirsi uniti contro un comune nemico…

 

Per vincere…

 

Per vivere insieme…

 

Per amare e sentirsi amati sempre…

 

Per sentirsi l’uno accanto all’altra…

 

Per avere una famiglia…

 

Semplicemente per vivere…

 

 

And then you see things

The size

Of which you’ve never known before

 

They’ll break it

 

Someday…

 

Only child know…

 

Them things

The size

Of which you’ve never known before

 

Someday…

Someday…

         [Crazy-Alanis Morissette]

 

 

 

Tre anni dopo…

 

 

 

“Ne sei davvero sicura Herm?”

 

“Si certo! Non te l’avrei mai detto se non ne fossi certa! I test del San Mungo non sbagliano mai! Un bambino Harry ci pensi… un essere che ci assomiglierà, che sarà me e te…”

 

“E’ una notizia fantastica, è il più bel regalo che mi potessi fare. Ti amo da morire.”

 

“Anche io Harry” le rispose prima di pigiare le sue labbra su quelle del ragazzo che sorrise all’inizio e poi scoppiò a ridere.

 

“Che cosa c’è di divertente?

 

“Niente mi ti immagino con il pancione”

 

“E ti sembro buffa?”

 

“Forse un po’…ma adorabile.” Disse lui facendole l’occhiolino e aprendo la bocca in un’espressione maliziosa.

 

“Sta cercando di sedurmi signor Potter?”

 

“Può darsi.”

 

“E lei accetterebbe?”

 

“Può darsi.”

 

“Abbiamo già detto queste parole.”

 

“Si, il giorno in cui abbiamo sconfitto Voldermort. Me lo ricordo perfettamente.”

 

“Già sembra che sia passato tanto tempo e invece solo tre anni. E’ cambiato tutto così velocemente che…”

 

“Grazie a te.”

 

“E a te e alla nostra pazzia. Era questo quello che volevamo conquistare, semplicemente vivere.”

 

“Già semplicemente vivere e provare sensazioni mai provate perché oggi lo so, non c’è mai un limite alla felicità.”

 

 

No, no, never survive,

Unless we get a little bit…

                    [Crazy-Alanis Morissette]

 

 

 

 

Si lo so, il finale non è il massimo ma onestamente non sapevo esattamente come chiuderla. Si accettano tutti i tipi di critiche e suggerimenti, se proprio non va lo modifico…

Sperando comunque che vi sia piaciuta…^___^

 

Dimenticavo! Grazie mille a quelli che hanno commentato la mia ultima one-shot…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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