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Autore: Eos BiancaLuna    17/05/2011    1 recensioni
“Lo sai che non si dovrebbe…” dissi interrompendo quel momento e maledicendomi per ciò. “Ti blocchi perché non vuoi o perché non puoi?” rispose fissandomi “adesso gradirei che non mi interrompessi più” aggiunse scherzando. Notò la mia espressione però e allentò la presa. Mi pentii subito per quello che avevo detto e lo guardai negli occhi, cosi maledettamente azzurri, “scusa” bisbigliai avvicinandomi di nuovo. Lui fece lo stesso e le sue braccia mi cinsero la vita poi le sue labbra furono sulle mie finalmente. Quando anche le nostre lingue si trovarono gli passai una mano fra i lunghi capelli dapprima lentamente poi mi ci aggrappai. Le mie ansie e le mie paure non c’erano più. Fu un bacio intenso come quello della mattina precedente nel suo letto solo che questa volta durò molto di più.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PREMESSA: la scena in cui Liz scopre che Matt ha un figlio l’ho inserita per rendere le cose più movimentate ed è puramente autobiografica ^^, infatti io l’ho scoperto nello stesso modo. Ciò non toglie che io non sia una fan accanita di Tuck anche se non seguo per filo e per segno tutto ciò che combina con quella li. Comunque il capitolo 10 è già finito, intanto vi beccate il nono,

Buona Lettura

 

 

CAPITOLO 9

 

 

 

Mi svegliai il mattino seguente tardi visto che non avevo lezione e ancora non smettevo di pensare alla sera precedente. Scoprire che Matt e Charlotte avevano un figlio fu per me il massimo della tragedia. Ci mancava solo che avessero anche un matrimonio già prenotato o una convivenza già iniziata, nei periodi in cui lui tornava in Galles. Scesi in cucina a fare colazione cercando di svuotarmi il cervello visto che anche io ero fidanzata e non dovevo fare dei pensieri simili.

Dopo pranzo decisi di chiamare Lorenzo. Avevo la giornata libera e visto che non mi sentivo neanche troppo bene sarei stata a casa volentieri. Il cellulare squillò a vuoto, come succedeva spesso. Provai altre tre volte ma niente da fare. Cosi scesi nel seminterrato a suonare un po’ il piano, ma dopo 10 minuti di brani di Chopen avevo cambiato idea e andai a correre. Il tempo però non passava.

 Rientrata a casa trovai mio padre in cucina che mi comunicava di tornare in autoscuola per ricominciare le lezioni di guida in settimana. Mi tornò in mente per un attimo il mio esame precedente nel momento in cui l’esaminatore mi bocciava perché avevo inchiodato . Andai in camera mia e notai sul display del mio nokia una chiamata persa di Sharon. La richiamai subito.

“Liz!!!” rispose euforicamente “Finalmente! Dunque arriviamo subito al sodo, stasera c’è una festa a sorpresa per…indovina un po’?”. Io sbuffai “ Boh…uno dei stagisti?”. Sharon si arrabbiò “Liz non essere cosi stronza lo sai benissimo! Oggi è il trentunesimo compleanno di nientemeno che Matthew Tuck!”, “E sti cazzi” risposi d’istinto.

 Questo la fece arrabbiare sul serio “Ma scusa perché fai cosi? Li hai sempre adorati i bullet”, “Infatti è vero” dissi “ loro si è il cantante che mi sta sulle palle!”. Sharon restò un attimo in silenzio poi disse “Ah si e da quanto?”, “Beh diciamo da oggi” risposi ironica.

“Vabbè Liz sei strana questo periodo, fa un po’ come ti pare io te l’ho detto, se vuoi vieni alle otto nella sala grande dei ricevimenti sennò niente” il tono di Sharon stavolta emanava perplessità.

 La salutai e la ringraziai senza darle una conferma promettendo a me stessa che non sarei andata in Hotel fino a domenica. Difficile però fu resistere. Mio padre quella sera era anche di turno in ufficio d’amministrazione cosi quando furono le sette decisi che in fondo non avevo niente da temere e soprattutto niente da perdere.

Quando mio padre uscì di casa io, dopo aver avvisato mia madre di un ricevimento al quale dovevo esserci, lo raggiunsi e gli chiesi di portare anche me. Disse subito di si, pensando che dovevo lavorare senza neanche notare il mio abito nero di pizzo, con tanto di corpetto e tulle che scendeva fino alle caviglie lasciando scoperta una gamba. Stavolta però le New Rock sostituivano i tacchi.

Arrivammo alle 8 meno 10, mio padre mi salutò all’ingresso sgattaiolando subito nel suo ufficio e io raggiunsi il grande salone dei ricevimenti. La prima cosa che notai furono i paparazzi perché la security ci stava alquanto discutendo. Più o meno tutto lo staff dei bullet for my valentine era presente ma la festa non era ancora iniziata. Cosi tornai nella Hall giusto per vedere che aria tirava. Finalmente trovai Sharon che usciva dalla cucina. Indossava un abito rosso che insieme ai suoi capelli corti e biondi le stava particolarmente bene.

Mi vide e le tornò il sorriso “Hey meno male che sei arrivata! Sai che ci avrei giurato?”, l’abbracciai e in quel momento vidi Matt con la coda dell’occhio alla mia destra che mi lanciava un’occhiata seria. Poi sentii una voce che diceva “Amore, finalmente!”.

Mi staccai di botto da Sharon e mi voltai verso l’entrata. Charlotte accompagnata da due guardie del corpo si avvicinava a passo svelto verso il suo ragazzo per poi saltargli addosso in modo molto scenico. Osservai la scena schifata. Matt non aveva detto ne a e ne bah.

 “Dai lo so che sei ancora arrabbiato con me piccolino ma non fare cosi”continuava lei a voce alta, lui non sembrava affatto divertito, la sua espressione era indecifrabile, non la guardava nemmeno in faccia. “Però, questa deve essere una stronza…” disse Sharon dandomi una gomitata. Poi Moose li raggiunse e lei saltò addosso anche a lui “ Moose mio ma come stai?” rideva a più non posso.

 Il batterista intanto mi lanciò un’occhiata soddisfatto. “Oddio sto per vomitare” sibilai poi afferrai Sharon e mentre la trascinavo via, passando vicino ai ragazzi, Moose ci fermò “Charlie lascia che ti presenti le cameriere, cioè volevo dire le cuoche, loro ci hanno trattato bene dal primo giorno della nostra vacanza”.

 Sharon si era immobilizzata affianco a Matt e io ero ancora in procinto di andarmene. Sentii la mia amica dire in inglese “Ciao tu devi essere…”, “Già carina, sono io la sua ragazza e nessun’altra”. Mi girai a guardarli mentre lei si era abbracciata Matt e ad occhi chiusi gli chiedeva un bacio scuotendo la testa.

“Ma che ha questa? Sta male o ha bevuto?” dissi rivolta a Sharon in italiano. “Che c’è ehm…com’è che ti chiami Elizabeth?” mi rimproverò Moose. Matt mi lanciò un’occhiata strana. Charlotte rise  “Allora andiamo a cena fuori io e te vero cucciolo?”. Io la guardai disgustata, sembrava drogata o qualcosa di simile, indossava jeans e maglietta e non era proprio bellissima. Bassa, capelli e occhi castani, niente di particolare.

Smise di ridere poi mi guardò, io volsi gli occhi altrove “Ma chi è questa? Mi stai proprio antipatica se non fosse per come sei vestita lo sai?” disse ridendo. Moose rise poi si precipitò ad aiutare Matt a tenerla in equilibrio visto che per poco non cadde a terra.

 Sharon tossì, e Matt prese in braccio colei che odiavo di più al mondo avviandosi verso l’ascensore. Io lo seguii d’istinto. Moose rimase con Sharon.  Il cantante si voltò a guardarmi prima di entrate in ascensore , ero sicurissima che il mio sguardo diceva “la stai portando in camera tua vero?” poi sentii il braccio della mia amica che mi trascinava via.

Quando la festa cominciò il centro della sala era stato sgombrato per ballare. C’era molta gente che avevo incontrato anche al party in cui mi ero ubriacata. Decisi di non toccare neanche una birra, non volevo finire di nuovo nel letto di Matt. Gli altri tre ragazzi della situazione intanto si divertivano in pista. Sharon e altre sue amiche che si erano imbucate mi invitarono più volte a mangiare qualcosa ma il mio stomaco era più che chiuso.

Scorsi Matt seduto in un angolo di uno de tanti tavoli che chiacchierava con delle persone che erano di spalle quando arrivò la torta su un carrello scortata da 4 camerieri. Era quadrata ricoperta di panna con al centro una sua foto e 31 candeline nere “Wow” pensai. Prima che avrebbero tagliato le fette ci sarebbe voluto un po’ cosi andai in pista dagli altri tre, gli animatori continuarono il repertorio misto fra dance, musica anni 80 e cyber. Chissà chi aveva fatto quella playlist.

Moose si allontanò con una scusa quando mi unii a loro e Jay mi disse sorridente “Vuoi ballare? Vieni vieni “ prendendomi la mano. Padge rideva. Mi sentii imbarazzata perché Jay faceva troppo lo scemo. Mentre ballavo con loro due mi accorsi per un attimo che Matt non era più dov’era prima ma non molto distante da noi e mi fissava con quello sguardo che avrebbe sciolto perfino l’intero iceberg che ha affondato il Titanic. I suoi occhi erano come un oceano per me in cui vi annegavo ogni volta che li incontravo.

 Mentre Jay si divertiva a farmi girare come una trottola iniziai e ridere poi fecero tutti il trenino. La musica cambiò e divenne di sottofondo, cosi Padge andò a prendere tre fette di torta. “Sei forte” mi disse Jay mentre tracannava una Corona Extra, “Vuoi?” me la porse, “No grazie è meglio che non bevo” risposi tenendomi un attimo i capelli a mo di coda.

 Padge tornò porgendo un piatto colorato prima a me poi al bassista. “Sapete ancora non sono stata a un vostro vero concerto” dissi, Padge annuì dicendo “Rimedieremo” poi Jay domandò di Charlotte, “Doveva essere qui no? Tu ne sai qualcosa Padge?”. Il chitarrista fece spallucce cosi Jay urlò “Matt! Vieni un po’ qui“. Cercai di scappare ma Padge mi trattenne. Aveva intuito che fuggivo da Matt.

“Dimmi” disse il ragazzo dei miei sogni comparendo vicino a me, “La tua ragazza che fine ha fatto?” chiese di nuovo Jay, “E’ a letto non sta molto bene” rispose Matt poi i tre si guardarono e lui mi toccò i capelli sussurrandomi all’orecchio “Niente alcool eh”. Io mi limitai a guardarlo poi il cellulare che avevo bloccato nella cinta vibrò e mi allontanai per rispondere: era Lorenzo. La conversazione durò pochissimo visto che si arrabbiò perché ero ad una festa.

Tornai da Sharon e notai con sorpresa che era in compagnia di Moose, lui mi vide avvicinarsi e si alzò “Credo di doverti delle scuse” disse. Io guardai la mia amica collega e intuii che dovevo aver interrotto una seria conversazione “Accettate” sorrisi e gli diedi una pacca su una spalla per poi sparire di nuovo. La musica a tutto volume era ricominciata e le luci erano più basse di prima. Mi addentrai tra la gente che ancora si scatenava cercando Padge e Jay, mi erano diventati davvero simpatici. Continuai a cercarli con lo sguardo quando una mano mi afferrò delicatamente la mia facendomi sussultare.

 Mi voltai trovandomi di fronte di nuovo a quelle iridi azzurre che adoravo. In quel momento l’animatore annunciò che era l’ora del lento. “Mi concedi un ballo soltanto? Poi giuro che non ti rompo più fino a domani” disse con la sua solita dolcezza che usava nei miei confronti. La canzone che iniziò in quel momento era “Iris” dei Dools. Non potevo dire di no cosi sussurrai un “ok”.

Mi prese per i fianchi costringendomi ad avvicinarmi al massimo a lui poi mi abbracciò la vita. Non volevo stringergli le braccia intorno al collo per l’imbarazzo ma poi lo feci. “Allora neanche gli auguri mi hai fatto oggi eh?” mi disse all’orecchio. Quel solo contatto mi faceva rabbrividire. “B-buon compleanno” balbettai. Lui rise “Alla fine sei venuta…”, alzi la testa per guardarlo bene in faccia “Ma se neanche sapevo che c’eri” dissi tremante. La sua espressione divenne interrogativa. “Guarda che dico sul serio, io mi ero proprio dimenticata che oggi era il tuo trentunesimo compleanno, sono venuta perché…perché me lo ha detto Sharon…”. Posai la testa sulla sua spalla per non guardarlo e le mie mani sul suo petto mentre lui e la canzone mi cullavano.

 “E il motivo di stasera non te l’ha detto Sharon eh? Non sei brava a dire bugie lo sai” disse piano appoggiando la bocca sui miei capelli e respirandone il profumo. Sarei potuta rimanere cosi a lungo, molto a lungo , praticamente tutta la notte.

Poi però la canzone finì, alzai la testa senza staccarmi da lui che appoggiò di nuovo la sua fronte sulla mia “Tu hai paura di me” disse “Perché?”. Io abbassai lo sguardo poi lo rivolsi nei suoi occhi. In quel momento c’erano dei fotografi che chiamarono i 4 ragazzi per le foto di gruppo.

Mi staccai da lui e mi allontanai senza pensarci su. Quando le foto di gruppo furono finite toccò a quelle di ognuno di loro con gli altri ospiti.

Sentii la voce di Matt che diceva “una con lei si”, io cercai invano di fare finta di niente ma il fotografo mi ordinò di raggiungerli. Matt mi si avvicinò passandomi una mano su un fianco e accarezzandolo mi disse piano “ma dove accidenti scappi? Non puoi fuggire da me, è inutile scappare da ciò che si desidera”, io gli misi un braccio intorno al collo ignorando totalmente quelle parole e dopo uno scatto decisi che era ora di andarmene.

Cosi salutai gran parte degli ospiti compresa Sharon, presi la mia borsa e mi avviai fuori il viale . Matt come al solito mi aveva seguita. Aveva in mano una felpa, “tieni” disse tenero. La giacca l’avevo lasciata in macchina di mio padre cosi accettai. Lui tirò fuori una sigaretta e l’accese “ce l’hai ancora con me eh?” sghignazzò. Non feci in tempo a rispondere perché Antonio, il mio capo usci sul viale e mi raggiunse “Elizabeth domani sei di turno la mattina quindi tuo padre mi ha lasciato detto di dirti di restare per stanotte” disse in tono piatto, “Quindi lui se ne è già andato?” ribadii.

Il mio capo annuì, salutò Matt poi rientrò. Ci rimasi un po’ male però decisi di lasciar perdere, “Che succede?” mi chiese Matt. Gli spiegai la situazione e a lui venne la brillante idea di farci una passeggiata con il suo cane. Era peggio di me a idee bizzarre nei momenti meno opportuni quando ci si metteva.

 Lo aspettai nella Hall e guardai l’ora: mezzanotte e mezza passata. Uscì dall’ascensore e Wolf mi venne immediatamente incontro. Jay comparve ubriaco fradicio insieme a Padge. Mi aspettavo che ci avrebbe chiesto dove stavamo andando, ma si limitò a dire che era strafelice e che la vita era bella. Risi al gesto di Padge che mi indicava essere matto.

Fuori la serata era stranamente meno fredda del solito per essere il 20 gennaio. Mi trattenni dal toccare l’argomento “Charlotte Dollheart” perché di li a poco mi avrebbero rinchiusa sicuramente in un manicomio, per quanto mi dannavo. Cosi ripresi ad essere acida “Sai Matt ho accettato questa tua idea assurda solo per Wolf…”, “Io te l’ho proposta perché per tutta la sera volevo stare con te. Queste feste dedicate a me potrebbero anche evitarle, odio che si festeggi il mio compleanno” mi disse sfiorandomi il collo.

Lo guardai incredula quando lui toccò l’argomento del mio fidanzato. “Ma quel Lawrence lo senti ancora? Se fossi in te l’avrei già lasciato da tempo” rise. Io mi arrabbiai, “Per tua informazione, sono quasi 2 anni che stiamo insieme hai capito? E poi io non  vengo a sindacare i tuoi problemi di coppia…a proposito quali sono i gravi problemi tra te e quella?” non mi trattenni dal chiederglielo. Sembrò irrigidirsi perché disse subito “Quella ha un nome”, io sbuffai “allora me lo dici si o no” mi sedetti su una panchina di ghisa e l’husky si appollaiò ai miei piedi.

Matt non si sedette subito. Lo osservai in quella camicia bianca e cravatta mentre era immerso nei suoi pensieri poi girai la testa dall’altra parte. Allora si sedette.

 “Lei è…è una…tossicodipendente” sussurrò. Li per li mi venne da ridere, molto da ridere. Invece mi girai verso di lui che sembrava rassegnato “Non è un giorno. Sai è una ragazza normale, va al college, avvolte fa la modella ma da un po’ di tempo ormai ha iniziato a frequentare persone e luoghi sbagliati mentre io non ci sono, è cambiata da cosi a cosi non la riconosco più. E sento di non amarla più come un tempo”, lo interruppi “Ma voi dovete pensare al bene di vostro figlio adesso”.

 Il suo sguardo si fece tristissimo “Probabilmente verrà affiatato a me, visto che ho un reddito più alto e lui è sempre a casa dei miei, immagini una ragazza di 23 anni che ha continuamente problemi di alcool e droga a fare la madre?”. Non risposi, lui parlava come se si fossero già lasciati ma non volevo continuare a fargli male cosi annunciai che per me era ora di andare a dormire.

 “Domattina alle 7 inizia il mio turno ed è l’una accidenti” dissi in ascensore. Matt si offrì di accompagnarmi fino in camera. Quando aprii la porta Wolf si precipitò sul letto matrimoniale in cui dormivo. Matt lo sgridò subito. “No dai poverino” gli dissi. “Ma quale poverino, questo qui è un viziato, vero Wolf?” e si buttò sul mio letto a giocare con l’husky. Quella scena mi fece sorridere cosi mi unii a loro. Dopo pochi istanti però dissi a Matt “E’ il caso che vai adesso”, lui si scusò e si alzò. Si diresse verso la porta, lo seguii e lo abbracciai “Io sono con te” dissi “Buonanotte a tutti e due”.

 Lui mi ringraziò poi quando uscirono si voltò verso di me “Che c’è?” chiesi subito. “Stavo pensando…potevamo dormire insieme no? Tanto una volta è quasi successo” a quelle parole lo fulminai con lo sguardo e sbattei la porta mentre continuava a dire ”Dai mi metto sul divano”.

Ci pensai per un secondo e guardai il divano che si trovava nella mia stanza. Non era piccolissimo. Matt ci avrebbe dormito alla grande. Poi non so per quale stupido motivo riaprii la porta della mia camera ed uscii sul pianerottolo speranzosa. Deserto.  Rimasi per qualche istante a fare su e giù per il corridoio e imprecai contro me stessa sentendomi ridicola. Poi rientrai in camera e sprofondai sul letto. C’era ancora il profumo del ragazzo dei miei sogni sulla coperta.

   
 
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