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Autore: Selene Black    17/05/2011    4 recensioni
Ginevra, una ragazza italiana, nei dintorni di Londra. Uno scontro particolare, reale, che cambia lentamente la sua vita.
"- Ah … - diede un ultima controllata in giro e, soddisfatta, ebbe finalmente il coraggio di guardarlo negli occhi. –vuoi qualcosa? Un tè?-
- Veramente preferirei un caffè – stava osservando quel trilocale con aria interessata e si accorse solo dopo un po’ che lei lo stava fissando in cagnesco, come dire: se sei venuto per essere servito, fai prima a portare il tuo bel culo reale fuori di qui.
"Ma sono davvero un idiota allora" Diventò ancora più rosso del solito quando disse: -Scusa, cioè.. quello che vuoi, non volevo…ehm… un bicchiere d’acqua va benissimo.- “Com’è che riesce sempre a sconvolgere i miei piani?”." (Tratto dal capitolo 5)
[Harry del Galles + nuovo personaggio]
Genere: Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Scese le scale velocemente e trovò Ginevra che parlava animatamente con l’uomo alla reception, evidentemente scocciata. “E’ una ragazza qualsiasi” tentò di imporre a se stesso. Lei si voltò, sentendolo arrivare:
-Okay, non c’è nulla da mangiare, ho dormito da schifo e il signore qui pretende di farci pagare un conto assurdo per una catapecchia puzzolente come questa! –
-Senta signorinella, lei è arrivata all’una di notte, conciata da sbattere via, ubriaca marcia e ha preteso una camera! Cosa vuole poi i cameriere personale? – le rispose a tono il tizio puzzolente dietro al bancone. La sigaretta accesa pendeva dalla sua bocca.
-Ginevra, lascia stare- disse allora. Ne aveva già abbastanza di quel posto e voleva allontanarsene il più velocemente, conto spropositato o no,tanto per lui i soldi non erano affatto un problema. Ed era una delle cose che gli piaceva di più riguardo il suo essere uno degli eredi al trono. Mentre una delle cose più sgradevoli era quella che dovunque andassi tutti ti conoscessero già. Solitamente, visto che quel tizio non pareva farci la minima attenzione.
Fortunatamente la sua carta di credito riempiva la tasca destra dei suoi jeans. La tirò fuori e la porse all’uomo che la prese con un’aria che non sembrava affatto riluttante. Il primo sguardo della giornata che Ginevra gli lanciò fu fulminante, e nel senso che lanciava fulmini e saette con lo scopo di incenerirlo e spappolarlo per quello che aveva appena fatto dandola vinta a quell’idiota. Rispose, a fatica, con uno sguardo altrettanto freddo.
Dopo che l’uomo gli ebbe restituito la carta, uscirono ed entrarono in macchina.
-Mi riporti a casa?- chiese lei allacciandosi la cintura.
-Non posso.-
-Cosa?- okay l’aveva squittito con un sorriso isterico sulle labbra. Brutto segno.
- Okay…la carta di credito che ho usato poco fa è praticamente esaurita e quindi non ho abbastanza soldi per chissà quanti pieni che dovremmo fare per tornare in Inghilterra, e direi che abbiamo perso l’appuntamento con l’elicottero. In conclusione, a meno che tu abbia una mazzetta di sterline nascosta da qualche parte o sappia volare e cose del genere, no, non posso portarti a casa.- Praticamente anche la vecchietta che attraversava la strada tre isolati più in là in quel posto sperduto del Galles aveva sentito la sua sfuriata.
Silenzio. Occhi chiusi. Deglutisce. Occhi aperti. Sguardo incenerente. “Paura”
- Ma sei il principe o no? Ferma qualcuno è di qualcosa tipo: EHI MI SERVE LA TUA MACCHINA DEVO TORNARE A CASA! FAI QUESTO PER IL TUO PRINCIPE!- urlò lei stringendo i pugni.
-Si e così io finirei sgozzato da mia nonna e da mio padre in segreto, e la tua vita cambierebbe radicalmente perché non verresti abbandonata un attimo dai giornalisti!? Vuoi che la macchina fotografica diventi il tuo peggior incubo?!? VUOI QUESTO?!- Mentre urlava come un pazzo il rosso fragola delle sue guance si era allargato a tutto il viso e lo faceva sembrare un enorme peperone dai capelli color carota.
L’ira che aleggiava tra di loro sembrò placarsi, come si calmò Ginevra, che riprendendo a respirare normalmente, sussurrò un flebile –hai ragione-  e si rannicchio sul sedile, guardando fuori dal finestrino e accorgendosi che la città attorno a loro si era fermata a fissarli. Il tizio dell’albergo con la bocca aperta sulla porta, autisti di camion nel parcheggio , due bambini in bicicletta e gente ancora in pigiama alle finestre dell’edificio. Tutti a guardarli in silenzio aspettandosi qualcos’altro. Le sfuggì una risatina.
-Che c’è?- chiese lui, guardandola con ancora un po’ di cipiglio, poi guardandosi attorno sorpreso. Sorrise anche lui e mise in moto, sgommando via dal parcheggio dove avevano attirato un po’ troppa attenzione.
Dopo una decina di minuti la ragazza ruppe il silenzio:
-Dove?-
-Ehm..A casa di un amico- con la coda dell’occhio la vide aggrottare le sopracciglia.
-Dove?- ripetè.
-Diciamo che più che un amico è…un fratello. E hanno casa da poco qui vicino e.. è l’unico posto che mi è venuto in mente- “Mettiamo le mani avanti prima di cadere”
-Sai che continuo a non capire.-
-A casa di Will.- “Sorpresa???” In quel momento la cosa che sperava di più era che non lo uccidesse.
-Will sta per William, immagino.- “Esatto babe…”
Distolse un attimo lo sguardo dalla strada per vedere la reazione che avevano avuto le sue parole, e la vide che ci pensava su. Continuò a guidare, aspettando un qualsiasi segno di vita.
-Harry..- “DIO!”  Era la prima volta che lo chiamava per nome! E che brividi gli avevano risalito la schiena! E che sbandata che aveva fatto in mezzo alla strada!
-MA CHE FAI?- urlò lei dopo che il principe sbalordito ebbe ripreso il controllo di sé. –okay, non credo che sia una buona idea andare a casa di tuo fratello-
-Perché?- chiese lui, cercando di nascondere il disagio che gli aveva provocato sentirsi chiamare per nome da Ginevra.
-Perché, bè insomma…perché… sono una..”popolana”? E perché credo di attirare le disgrazie, non ti ho già portato troppi guai?- stava facendo una gran confusione con le parole, e ormai Harry l’aveva capito, quando era agitata staccava un po’ il cervello e il suo bell’inglese si sbriciolava.
-Ehi, tranquilla. Mettiamo il fatto che sia vero tutto ciò che hai detto, miss attiradisgrazie, cosa dovrei fare? Lasciarti qui a tornare indietro da sola? Se, come no…così come minimo un gruppo di banditi ti rapisce, delle vecchie assatanate ti usano come ostaggio per raggiungere la perfezione nei loro riti o… potresti essere rapita dagli alieni, uccisa da mandarini cinesi OGM!- Doveva sdrammatizzare, per non farle capire troppo che la voleva con sé. Le ristate si mischiarono, la voce cristallina di lei, quella profonda di lui.  “Quanto sono stupido..non riesco proprio a lasciarla stare eh..”
-No, davvero…- cercò di riprendere il controllo Ginevra,- non posso andare a disturbare anche i due neosposini..-  gli sorrise, cercando evidentemente di convincerlo.
-Ah no! I tuoi occhioni non mi ingannano! Ahah, ti ho rapita io e ti porto da chi voglio okay?-
-Uhmppf- Finse di mettere il broncio, ma non era così sconvolta come voleva fargli credere, anzi sembrava felice.  
Passarono il ponte che univa le coste del Galles con quelle dell’isoletta dove cercarono poi in mezzo ai prati sconfinati e ai boschetti l’ingresso dello chalet dove abitava suo fratello William. Percorsero la strada sterrata un po’ a fatica.
-Ma il principe William fa questa strada tutte le mattine?- Chiese lei mentre sobbalzava ad ogni buca e sasso che incontravano.
- No, va al lavoro in elicottero-
-Wow.- “E’ la nostra vita…e non è da wow.” Le sorrise con un ombra di tristezza e invidia.
Arrivarono allo chalet, dopo aver oltrepassato una guardiola con due agenti in nero che chiesero loro le generalità; quando Harry ebbe abbassato il finestrino e venne riconosciuto li lasciarono passare senza problemi. Era sabato, quindi trovarono i due neosposi sulla porta ad attenderli. O meglio ad attendere lui.
Ginevra non si lasciava sfuggire nessun particolare. Erano tutti e due in jeans, lei con un maglioncino leggero lui con una camicia a quadri. Erano molto più “scialli” di come li aveva visti tutti in tiro sulle copertine dei giornali. Harry le lanciò uno sguardo di incoraggiamento, poi aprì la sua portiera e scese mentre Kate gli correva incontro e gli si gettava al collo.
-Katie, ehi.- la abbracciò stretta, la sua “sorellona”, e fece un cenno al fratello : -Will, come va maritino?- Lui prese Kate per la vita e se la caricò in spalla:
-Lascia stare la mia principessa piccolo idiota!- Si misero a ridere allegramente. Poi udirono il rumore della portiera che si apriva e Harry fece un sorriso un po’ colpevole, fece il giro della macchina e guardò negli occhi Ginevra, -non mi sono dimenticato di te, tranquilla- sussurrò per poi aggiungere a voce alta mentre tutti lo fissavano:
-Ho portato un’amica,  Ginevra.- la fece uscire con un sorriso a trentaduemila denti, lei tutta rossa che tentava un inchino senza spiaccicare una parola.  “Sei così bella quando arrossisci …” pensò lui per una frazione di secondo, prima di ricacciare quel pensiero da dove era venuto e smettere di guardarla dando attenzione agli altri due, che nel frattempo, totalmente imbarazzati, per come si erano fatti vedere da quella ragazza sconosciuta, si erano staccati e avevano tentato di darsi una sistemata.
-Uhm… quella che mio fratello ha investito presumo..- “Will, idiota. Conosci altre Ginevra con cui mi sarei dovuto cacciare nei casini? La storia la sai, salta questa parte su!” pensò il rosso lanciandogli un’occhiataccia.
-Ehm..esatto.- rispose lei alzando gli occhi. –Ah,..esatto principe..ehm.-
-Ehi, su, non essere così formale- aggiunse Kate per rompere un po’ il ghiaccio, prendendola sottobraccio per guidarla dentro –insomma, ti dobbiamo molto solo per il fatto che non tu abbia spifferato tutto ai giornalisti piccola. Vieni dentro, ti faccio qualcosa, avete fatto colazione?- e la trascinò all’interno dello chalet cominciando a sommergerla di domande. “Grazie Katie..”
I due fratelli restarono quindi soli, fuori. Il più giovane sotto lo sguardo di rimprovero del maggiore.
-Cos’è ‘sta storia Harry?- gli chiese, con un tono dolce, materno.
Lui si passò le mani tra i capelli, mentre entrambi si allontanavano verso le stalle, pronti per una lunga passeggiata dove si sarebbero spiegati tutto.
Gli rivolse uno sguardo un po’ disperato, sussurrando:
-Mi sono innamorato Will. Mi sono innamorato davvero anche io, questa volta.- gli tremava un po’ la voce.

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Colgo l'occasione, ora che ho introdotto questi due nuovi personaggi
per chiedervi cosa ne pensate della coppia Kate-William.
Insomma amore o ambizione? Bel matrimonio o evento mediatico?
Voglio sapere cosa ne pensate *_*
Sere


  
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