Capitolo
4 :Un brutto incidente
Non
appena entrai dentro casa mi gettai a terra
poggiando la testa sulla porta d’entrata…..cosa
avevo fatto? Come avevo potuto
ricambiare il bacio di quell’idiota? Semplice,
perché baciava in un modo
meraviglioso, staccarmi da lui era stato difficilissimo, e poi non
capivo,
perché lui l’aveva fatto? Perché mi
aveva baciata? Possibile che provasse
attrazione per me? No, impossibile, lui mi detestava ed io detestavo
lui,
giusto? Giusto? GIUSTO? Non lo sapevo neanche io se era giusto oppure
no,
quello che sapevo con certezza era che lui, era in grado di mandarmi in
confusione come nessun altro .
Verso le tre del pomeriggio mi chiamò Becky chiedendomi se
avevo voglia di
andare alla partita di calcio della nostra scuola contro il Leopardi a
San
Policarpo ed io accettai, avevo bisogno di uscire, di pensare a
qualcos’altro
che non fosse Federico così invitai anche Maria e dopo
essermi preparata (Qui),
uscii.
Quando arrivammo al parco di San Policarpo erano le quattro e mezza, io
Becky e
Maria ci sedemmo in mezzo agli altri nostri compagni
-Guarda quelli sono del Leopardi, hai saputo cos’è
successo oggi?- mi chiese
Becky al quanto preoccupata
-No, cos’è successo?- Chiesi io
-A quanto pare Federico, Valerio, Davide e Marco si sono picchiati con
quelli
del Leopardi, Per questo stamattina non sono entrati a scuola- Disse
lei
guardando in malo modo i nostri avversari del Leopardi
-Questo spiega l’occhio nero- Dissi per sbaglio ad alta voce
-Cosa? Ma quale occhio nero?- Mi chiese Becky, facendo un bel respiro
raccontai
l’accaduto alle mie amiche
-Accidenti, vi siete baciati?- Esclamò Maria sorpresa
-Bè per me non c’è nulla di strano, te
l’ho detto che ti piace- Disse Becky
-Ecco Fede- Gridò una ragazza seduta a qualche fila di
distanza da noi.
D’istinto mi voltai e lo vidi. Vidi Federico in pantaloncini
e maglietta
intento a riscaldarsi prima di iniziare la partita
-Ehi c’è qualcuno?-Disse Maria sventolandomi la
mano davanti la faccia
-Si, certo, che stavate dicendo?- Risposi voltandomi a guardarle
-Dicevamo…..che sei proprio cotta- Continuò Becky
scoppiando a ridere
accompagnata da Maria
-Smettetela…io non sono affatto cotta, ora fate silenzio che
inizia la partita-
Dissi imbarazzata, voltandomi a guardare la partita.
La partita stava procedendo perfettamente, la nostra scuola stava
vincendo
contro il Leopardi, Federico era bravissimo a giocare a calcio aveva
già
segnato tre goal e stavano vincendo cinque a uno
-Ragazze, io vado a prendere qualcosa da bere, voi volete qualcosa?-
Chiesi io
alzandomi in piedi
-No grazie, sbrigati a tornare o perderai l’ultimo tempo- Mi
rispose Becky,
mentre Maria era ipnotizzata a guardare i miei compagni giocare, ma non
tanto
perché le piacesse lo sport quanto perché era
profondamente attratta da ogni
genere maschile presente in campo
-Ehi, Mary, potresti distogliere lo sguardo per un secondo e
rispondermi,
sembri una maniaca- Dissi
-A, si scusa…..qual’era la domanda?-
-Vuoi qualcosa da bere?-
-Si, una coca cola- grazie- Mi rispose, e subito dopo si
voltò e riprese a
spogliare con gli occhi i giocatori.
Andai al chiosco delle bevande lì vicino al campo e ordinai
due coca cole
-Come mai non segui la partita?- Disse una voce dietro di me
-Si, la sto seguendo….avevo sete quindi mi sono alzata per
un momento- Risposi
in modo cordiale, poi ci pensai su un attimo. Ma chi era quello?
-Scusa ma tu chi sei?- Gli chiesi confusa
-Hai ragione, non mi sono presentato, sono Francesco Ricciardi, e tu?-
Mi
rispose lui tendendomi la mano per stringere la mia
-Piacere, io sono Alessia Ferri- Risposi stringendogliela
-Tu sei del Colonna?- Continuai sorridendo
-No, io frequento il Leopardi-
Il Leopardi?......ma era del tutto impazzito….come mai stava
parlando con me?
-Scusa ma……proprio non capisco….tu sei
del Leopardi e parli con me?-
-E allora?- Mi chiese sorridendo
-Bè….io frequento il Colonna e tu il Leopardi,
potrebbero fucilarci per questo-
-Fucilarci perché stiamo scambiando due chiacchiere?....no
io non credo-
-Va bene, ma non capisco cosa vuoi da me- Continuai
-Io volevo….- Proprio in quel momento Francesco fu
interrotto dalle grida che
si scatenarono tra il pubblico
-Ma che succede?- dissi correndo verso le panchine, non appena
raggiunsi le mie
amiche vidi Federico sdraiato a terra dolorante che si teneva una
caviglia
-Ma che è successo?- Chiesi allarmata
-Fede si era distratto a guardare qualcosa e quell’idiota del
Leopardi gli ha
tolto la palla con un fallo facendolo finire a terra- Mi rispose Becky
Senza pensarci due volte corsi da lui e mi inginocchiai a terra
-Come stai? Posso fare qualcosa?- Gli chiesi preoccupata
-Hai già fatto abbastanza- Mi rispose lui guardandomi con
uno sguardo freddo e
pieno d’odio.
Lo portarono al pronto soccorso ed io rimasi lì seduta come
un’idiota,
ipnotizzata da quello sguardo raggelante.
Federico
P.O.V
Mi
stavo riscaldando, pronto per inziare la partita
quando la vidi, stava insieme a Becky e ad un’altra ragazza,
ma cosa
importante, nessun ragazzo era con lei. Aspetta, ma che dico,
perché dovrebbe
essere una cosa importante. Comunque la vidi, poi un gruppo di ragazze
esclamò
il mio nome e lei si voltò a guardarmi, aveva i capelli un
po’ mossi e quando
soffiava il vento mi sembrava di sentire il suo odore
di…..ma che dico, mi devo
essere bevuto completamente il cervello. Comunque iniziai a giocare, e
feci ben
tre goal. Ad un tratto la vidi alzarsi e scambiarsi due chiacchiere con
le
amiche, più tardi la vidi al chiosco delle bevande, stavo
per voltarmi e fare
il mio quarto goal quando….Francesco Ricciardi le si
avvicina. Questa è una
cosa assurda, e la cretina gli rivolge anche la parola, ma che dico, la
stupida
gli sta facendo gli occhi dolci. Non ci credo, io per lei sono
un’idiota però
Francesco Ricciardi no? Incredibile. Ero troppo occupato a godermi la
scena
d’amore quando sentii un dolore lancinante alla caviglia e
senza rendermene
conto caddi a terra, sotto gli occhi sorpresi di tutti, di tutti tranne
che
quelli suoi, visto che stava ancora facendo la scema con
quell’idiota. Non
appena si accorse di ciò che era accaduto corse in mio
soccorso chiedendomi se
poteva fare qualcosa. All’inizio stavo per dirle che poteva
accompagnarmi in
ospedale, senza rivolgere mai più la parola a quel coglione
patentato, ma io
non ne avevo nessun diritto, senza contare il fatto che a me non
importava
niente di lei, NIENTE!!!!!!.
-Hai già fatto abbastanza- Le risposi, dopodiche mi
portarono via. Durante il
traggitto fino all’ospedale ripensai a ciò che le
avevo detto, forse avevo esagerato.
Ma l’idea di lei insieme al
nemico………Mi aveva fatto proprio
incazzare di
brutto.
Alessia
P.O.V
Passarono
due settimane e di Federico neanche
l’ombra, Valerio, il suo amico, ci disse che aveva una
caviglia slogata per
questo doveva rimanere al letto a riposo, ma che sarebbe tornato
Lunedì, ed era
già Sabato.
Così decisi di andarlo a trovare dopo la scuola con la scusa
di portargli i
compiti, ad aprirmi fu sua sorella
-Ciao Roby, scusa se ti disturbo….volevo sapere come sta
Federico- Dissi
-Ma figurati, nessun disturbo Ale, entra pure- Rispose facendomi
entrare in
casa
-Federico è in camera sua, quella in fondo al corridoio,
credo sia sveglio-
continuò lei indicandomi la porta della sua stanza,
così la ringraziai e mi
diressi in camera sua
-Avanti- Disse lui quando bussai
-Che diavolo ci fai qui?- Continuò non appena aprii la
porta. Era seduto sulla
sedia della scrivania e stava giocando alla play station
-Volevo….volevo sapere come stavi?- Risposi entrando
-Bene….sto bene, ora che lo hai visto puoi andartene- Mi
rispose voltandosi e
ricominciando a giocare
-Posso sapere perché ce l’hai con me?-
-Cazzo quanto rompi, ma che vuoi?-
-Io non voglio nulla, però tu mi devi qualche spiegazione,
perché mi hai
trattata in quel modo il giorno della partita?-Chiesi sedendomi ai
piedi del
suo letto
-Forse non te lo ricordi, ma mi avevano appena colpito una caviglia,
non era
esattamente il momento di intraprendere una conversazione-
-Si, ma tu mi hai risposto che avevo già fatto
abbastanza……a cosa ti riferivi?
Non rispose, si voltò a guardarmi senza aprire bocca,
visibilmente imbarazzato
-Da quand’è che parli con il nemico?- Disse poi
riprendendo a giocare con un
pizzico di rabbia nella voce
-Come scusa?-
-Francesco Ricciardi, ti dice niente?- Continuò sempre
giocando
-Perché…hai detto proprio quel nome?-
Cazzo!!!!!!!. Come faceva a sapere che
avevo parlato con uno del Leopardi?????????
-Non hai risposto alla mia domanda-
-Bè, si lo conosco, c’ ho parlato alla partita, ma
non capisco qual è il
problema-
-Il problema è…..che Francesco Ricciardi
è quello che comanda il gruppo di
idioti con cui due settimane abbiamo fatto a botte….io sono
andato in giro come
un panda, con quest’occhio nero per colpa sua-
-Cosa? Hai fatto a botte con lui?-
-Si, ma anche lui non era conciato meglio-
Rispose………In effetti quando
l’ho
incontrato aveva dei punti sul sopracciglio.
-Be, ma questo cosa c’entra con me-
-Tu frequenti il Colonna, no?
-Si, ma lui è stato gentile con me-
-O MA ANDIAMO- Disse gridando -Non capisci che lo ha fatto di proposito?
-E perché lo avrebbe fatto di proposito?-
-Perché………- Si interruppe
-Come posso saperlo io, però dal Leopardi non ci si
può mai aspettare niente di
buono, specialmente da Ricciardi- Continuò imbarazzato
-Bè, d’accordo ammesso e non concesso, ma non
capisco lo stesso cosa c’entro io
con il fatto che tu ti sei fatto male alla gamba-
-Perché, mentre tu facevi gli occhi dolci a Ricciardi
davanti al chiosco delle
bevande, io…..-
-Ehi aspetta, aspetta un momento…..come fai a sapere che
eravamo davanti al
chiosco delle bevande-
-Io….ero distratto, e mi è caduto
l’occhio su di voi……e
all’improvviso qualcuno
mi ha colpito sulla caviglia con un calcio…-
-Tu eri distratto?....secondo me invece, eri solo geloso- Dissi con un
ghigno
di soddifazione dipinto sulla faccia
-Io geloso? Di te poi? Tu stai fuori come un balcone secondo me-
-Certo hai ragione, io non sono bionda non vedo come potrei piacerti, a
proposito come è andata con “Barbie”
quella sera che sei rimasto con Cristiano?-
Chiesi incrociando le braccia
-Si chiamava……be…..Non importa
qual’era il suo nome, comunque non sono affari
tuoi, sei ancora troppo piccola per sapere certe cose- Disse alzandosi
in piedi,
poggiando il peso solo su una gamba
-Guarda che abbiamo la stessa età-
-Si, ma non la stessa esperienza, Ragazzina- Disse divertito
avvicinandosi a me
. Oddio. Stavo per svenire. Ma cosa mi stava succedendo?
-Cosa ne sai tu della mia esperienza?-
-A sì, allora se sei così sicura di te stessa,
illuminami, con quanti ragazzi
sei stata a letto?- Mi chiese sempre più vicino, ero
praticamente incastrata
tra il suo letto, dov’ero comodamente seduta, ed il suo petto-
-I-io….non l’ho dirò mai ad un pallone
gonfiato come te- Risposi cercando di
respingerlo ma senza risultati
-Dalla tua reazione devo dedurre che sei ancora vergine-
Continuò sorridendo
-No, non sono vergine, ma non sono neanche una puttana come quelle che
ti porti
a letto tu, e non perseguito di certo i ragazzi per fare sesso con
me…io….devo
essere innamorata per andare a letto con qualcuno-
-Si certo, dite tutte così, e poi….appena avete
un’occasione la cogliete al
volo-
-No, io non sono così, per la verità siete voi
uomini il vero problema…. state
con una ragazza fino a che lei non accetta di fare sesso con voi e poi
la
scaricate su due piedi- Dissi pensando a Claudio e a come mi aveva
lasciata
-No ti sbagli, io con una ragazza non perdo tutto quel tempo, se al
massimo
dopo tre giorni non me la dà, allora la cosa finisce
lì-
-Sei poprio un bastardo-
-Può darsi…. Ma almeno non credo nelle favolette
sull’amore perfetto- Disse
accarezzandomi la guancia
-Toglimi le mani di dosso- Risposi spingendolo, Perfotuna che poteva
contare
solo su una gamba così mi risultò più
facile farlo spostare
-Tieni, questi sono i compiti per Lunedì, Valerio ha detto
che torni, no?-
Dissi porgendogli il quaderno
-Si, torno-
-Bene, allora ciao- Risposi, dopodiche mi voltai ed uscii dalla stanza.
Andai in cucina per salutare Roberta
-Ciao Roby, io vado- Dissi
-Aspetta Ale, prima di andare, volevo dirti che ho parlato con Gin e
stasera
usciamo, ti va di venire con noi?- Mi chiese sull’uscio di
casa
-Ma si certo, porto anche le mie amiche se non vi disturba- Dissi
riferendomi a
Becky e Maria
-Ma certo, porta chi vuoi, anche Fede porta degli amici- Rispose
-Cosa?.....Viene anche lui?.....Ma non gli fa male la caviglia?-
-No, ormai sta bene, oggi pomeriggio nostro padre lo accompagna a
togliersi il
gesso, e stasera dato che è sabato ci andiamo a divertire-
-A…..capisco, va bene allora a stasera-
-Si, ciao Ale- Rispose lei.
Non appena fui a casa chiamai le mie amiche per invitarle ad uscire la
sera,
Maria accettò, al contrario Becky disse di avere la febbre
(poverina)
-Mary…ciao….ti va se andiamo a fare shopping,
voglio un nuovo vestito per
stasera- Le dissi chiamandola al cellulare
-Ma si certo….dove andiamo?-
-Casomai ci vediamo davanti la fermata dell’autobus e poi ci
facciamo un
giretto sulla Tuscolana (*Quartiere di Roma*)-
-Va bene, allora ci vediamo verso le quattro davanti la fermata-
-Si, a dopo-.
Verso le sei io e Maria decidemmo di tornare a casa, avevamo entrambe
trovato
un vestito perfetto per la serata ed eravamo stanche per la camminata
-Ehi, Ale, ma quello non è Federico?- Appena sentii quel
nome mi si gelò il
sangue nelle vene
-Sì, è lui-
-Ma con chi sta?-
-Quello è il suo amico Valerio, e la ragazza non so chi sia-
Risposi. Era
insieme ad una ragazza, cioè ma che dico, ragazza era un
complimento, era
insieme ad un manichino biondo platino, che non faceva altro che
ridere, più
che ridere grugniva come un maiale.
-Accidenti Mary, nasconditi prima che….-
-Ma guarda guarda chi c’è
qui…….Ale ciao!- Disse Valerio quando mi vide
-Valerio, che sorpresa, che ci fai qui?- Risposi facendo la finta tonta
-Sono qui con Fede e Linda,
“un’amica”…non so se mi
spiego- Disse facendo le
virgolette alla parola amica
-Vale, ma che stai…..ma guarda chi si vede,
Alessia….come mai da queste parti?-
Mi chiese cingendo la vita a quella sottospecie di cornacchia
-Sono qui con la mia amica Maria, Maria loro sono Valerio e Federico-
Dissi
presentandoli
-Molto piacere, lei è Linda- Rispose Federico indicandocela
-Hi- Rispose lei
-Sai, parla solo la sua lingua, non so credo sia tedesco o roba del
genere-
Continuò Valerio
-E’ inglese, idiota- Lo riprese Federico
-Va bè, che cazzo me ne frega di che lingua è,
basta che la sappia usare-
-Valerio sei proprio un’idiota- Dissi io disgustata
-In ogni caso, noi andiamo….vi lasciamo al
vostro…..passatempo- Continuai
prendendo Maria sottobraccio
-Ti ringrazio…..allora ci vediamo stasera- Mi rispose
Federico prendendomi in
giro
-Certo……porterai anche Lisa?- Chiesi fingendo
indifferenza
-Si chiama Linda…..e comunque sì….la
porterò-
-Wow ti sei ricordato il nome, siamo già un passo avanti,
bene, a stasera
allora- Risposi, Dopodiche io e Maria ci voltammo e ci incamminammo
verso casa.
Dopo aver passato un’ora a cercare inutilmente di convincere
Maria che non mi
aveva minimamente toccato vedere Fede con quell’oca, tornai a
casa e mi buttai
sotto la doccia.
Dopo cena iniziai a prepararmi per uscire e indossai il vestito che
avevo
comprato nel pomeriggio (Qui).
Verso le dieci suonò il campanello, dal momento che i miei
non erano in casa,
andai io ad aprire, ma dal momento che mi stavo ancora vestendo aprii
la porta
solo con un asciugamano avvolto intorno al corpo convinta che fosse
Gin, ma
quando aprii ebbi di fronte a me un’amara sorpresa
-Wow, perché non esci così stasera, ti assicuro
che avrai molto successo-
-Che diavolo ci fai qui?- Dissi coprendomi meglio
-Ma dai, guarda che per me non ti devi preoccupare, non
c’è bisogno che ti
copri di più-
-Infatti è per me che mi preoccupo razza di
idiota….- Gridai
-Mi spieghi perché sei qui?-
-Tua cugina è a casa nostra e dato che sta facendo una cosa
con mia sorella, mi
ha chiesto di verificare se eri pronta, e direi che per me lo sei
eccome-
-Smettila, e girati dall’altra parte razza di maniaco-
-Aspetta- Disse riafferrandomi per il polso impedendomi di andare in
bagno
-Ti infastidisce se……viene anche Linda?- mi
chiese accarezzandomi il braccio e
provocandomi brividi
lungo tutto il
corpo
-N-no, figurati, cosa vuoi che me ne importi-
-Te lo chiedo perché, oggi pomeriggio ti ho visto parecchio
scocciata-
-Io? Ma figurati….è che vorrei sapere
perché hai la fissa delle bionde?-
-Cosa c’è?....ti piacerebbe che avessi la fissa
delle castane, così potresti
avere qualche possibilità anche tu?- Mi rispose con un ghigno
-Sei un presuntuoso, figurati se a me importa di avere una
possibilità con te-
Dissi spingendolo
-Ora finisco di prepararmi, di a Gin che arrivo tra poco-
-No, ti aspetto qui- Rispose sedendosi sul divano
-Cosa?-
-Ho detto che ti aspetto, tanto Linda viene con Valerio,
perciò posso sprecare
un po’ di tempo anche con te-
Entrai in bagno allibita dalle sue parole, anche se, ancora tremavo per
le sue
carezze. Ma che mi stava succedendo?.
*Note
dell’autrice*
Grazie
a tutti per aver seguito anche questo
capitolo :)
spero che il collegamento ipertestuale funzioni
Grazie
ancora…….
baci
Cleppy