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Autore: Cleppy_Ds    17/05/2011    6 recensioni
Roma, Italia. Alessia, diciassettenne come tante, con un bell' aspetto e un carattere deciso e forte all'apparenza ma in fondo fragile.Federico è il classico ragazzo desiderato in tutta la scuola con un carattere da don giovanni che non si preoccupa altro che per se stesso. Caratteri diversi che si scontreranno....perchè come dice quel detto "gli opposti si attraggono"
Dal prologo: "Il dolore ha cambiato forma….. è finito tutto, lottare ormai non ha più senso,ho perso,ho perso in partenza, ormai mi sono resa conto di quanto in tutto questo tempo io sia stata una perfetta idiota"
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4 :Un brutto incidente

 

 

Non appena entrai dentro casa mi gettai a terra poggiando la testa sulla porta d’entrata…..cosa avevo fatto? Come avevo potuto ricambiare il bacio di quell’idiota? Semplice, perché baciava in un modo meraviglioso, staccarmi da lui era stato difficilissimo, e poi non capivo, perché lui l’aveva fatto? Perché mi aveva baciata? Possibile che provasse attrazione per me? No, impossibile, lui mi detestava ed io detestavo lui, giusto? Giusto? GIUSTO? Non lo sapevo neanche io se era giusto oppure no, quello che sapevo con certezza era che lui, era in grado di mandarmi in confusione come nessun altro .
Verso le tre del pomeriggio mi chiamò Becky chiedendomi se avevo voglia di andare alla partita di calcio della nostra scuola contro il Leopardi a San Policarpo ed io accettai, avevo bisogno di uscire, di pensare a qualcos’altro che non fosse Federico così invitai anche Maria e dopo essermi preparata (
Qui), uscii.
Quando arrivammo al parco di San Policarpo erano le quattro e mezza, io Becky e Maria ci sedemmo in mezzo agli altri nostri compagni
-Guarda quelli sono del Leopardi, hai saputo cos’è successo oggi?- mi chiese Becky al quanto preoccupata
-No, cos’è successo?- Chiesi io
-A quanto pare Federico, Valerio, Davide e Marco si sono picchiati con quelli del Leopardi, Per questo stamattina non sono entrati a scuola- Disse lei guardando in malo modo i nostri avversari del Leopardi
-Questo spiega l’occhio nero- Dissi per sbaglio ad alta voce
-Cosa? Ma quale occhio nero?- Mi chiese Becky, facendo un bel respiro raccontai l’accaduto alle mie amiche
-Accidenti, vi siete baciati?- Esclamò Maria sorpresa
-Bè per me non c’è nulla di strano, te l’ho detto che ti piace- Disse Becky
-Ecco Fede- Gridò una ragazza seduta a qualche fila di distanza da noi.
D’istinto mi voltai e lo vidi. Vidi Federico in pantaloncini e maglietta intento a riscaldarsi prima di iniziare la partita
-Ehi c’è qualcuno?-Disse Maria sventolandomi la mano davanti la faccia
-Si, certo, che stavate dicendo?- Risposi voltandomi a guardarle
-Dicevamo…..che sei proprio cotta- Continuò Becky scoppiando a ridere accompagnata da Maria
-Smettetela…io non sono affatto cotta, ora fate silenzio che inizia la partita- Dissi imbarazzata, voltandomi a guardare la partita.
La partita stava procedendo perfettamente, la nostra scuola stava vincendo contro il Leopardi, Federico era bravissimo a giocare a calcio aveva già segnato tre goal e stavano vincendo cinque a uno
-Ragazze, io vado a prendere qualcosa da bere, voi volete qualcosa?- Chiesi io alzandomi in piedi
-No grazie, sbrigati a tornare o perderai l’ultimo tempo- Mi rispose Becky, mentre Maria era ipnotizzata a guardare i miei compagni giocare, ma non tanto perché le piacesse lo sport quanto perché era profondamente attratta da ogni genere maschile presente in campo
-Ehi, Mary, potresti distogliere lo sguardo per un secondo e rispondermi, sembri una maniaca- Dissi
-A, si scusa…..qual’era la domanda?-
-Vuoi qualcosa da bere?-
-Si, una coca cola- grazie- Mi rispose, e subito dopo si voltò e riprese a spogliare con gli occhi i giocatori.
Andai al chiosco delle bevande lì vicino al campo e ordinai due coca cole
-Come mai non segui la partita?- Disse una voce dietro di me
-Si, la sto seguendo….avevo sete quindi mi sono alzata per un momento- Risposi in modo cordiale, poi ci pensai su un attimo. Ma chi era quello?
-Scusa ma tu chi sei?- Gli chiesi confusa
-Hai ragione, non mi sono presentato, sono Francesco Ricciardi, e tu?- Mi rispose lui tendendomi la mano per stringere la mia
-Piacere, io sono Alessia Ferri- Risposi stringendogliela
-Tu sei del Colonna?- Continuai sorridendo
-No, io frequento il Leopardi-
Il Leopardi?......ma era del tutto impazzito….come mai stava parlando con me?
-Scusa ma……proprio non capisco….tu sei del Leopardi e parli con me?-
-E allora?- Mi chiese sorridendo
-Bè….io frequento il Colonna e tu il Leopardi, potrebbero fucilarci per questo-
-Fucilarci perché stiamo scambiando due chiacchiere?....no io non credo-
-Va bene, ma non capisco cosa vuoi da me- Continuai
-Io volevo….- Proprio in quel momento Francesco fu interrotto dalle grida che si scatenarono tra il pubblico
-Ma che succede?- dissi correndo verso le panchine, non appena raggiunsi le mie amiche vidi Federico sdraiato a terra dolorante che si teneva una caviglia
-Ma che è successo?- Chiesi allarmata
-Fede si era distratto a guardare qualcosa e quell’idiota del Leopardi gli ha tolto la palla con un fallo facendolo finire a terra- Mi rispose Becky
Senza pensarci due volte corsi da lui e mi inginocchiai a terra
-Come stai? Posso fare qualcosa?- Gli chiesi preoccupata
-Hai già fatto abbastanza- Mi rispose lui guardandomi con uno sguardo freddo e pieno d’odio.
Lo portarono al pronto soccorso ed io rimasi lì seduta come un’idiota, ipnotizzata da quello sguardo raggelante.

 

 

Federico P.O.V

Mi stavo riscaldando, pronto per inziare la partita quando la vidi, stava insieme a Becky e ad un’altra ragazza, ma cosa importante, nessun ragazzo era con lei. Aspetta, ma che dico, perché dovrebbe essere una cosa importante. Comunque la vidi, poi un gruppo di ragazze esclamò il mio nome e lei si voltò a guardarmi, aveva i capelli un po’ mossi e quando soffiava il vento mi sembrava di sentire il suo odore di…..ma che dico, mi devo essere bevuto completamente il cervello. Comunque iniziai a giocare, e feci ben tre goal. Ad un tratto la vidi alzarsi e scambiarsi due chiacchiere con le amiche, più tardi la vidi al chiosco delle bevande, stavo per voltarmi e fare il mio quarto goal quando….Francesco Ricciardi le si avvicina. Questa è una cosa assurda, e la cretina gli rivolge anche la parola, ma che dico, la stupida gli sta facendo gli occhi dolci. Non ci credo, io per lei sono un’idiota però Francesco Ricciardi no? Incredibile. Ero troppo occupato a godermi la scena d’amore quando sentii un dolore lancinante alla caviglia e senza rendermene conto caddi a terra, sotto gli occhi sorpresi di tutti, di tutti tranne che quelli suoi, visto che stava ancora facendo la scema con quell’idiota. Non appena si accorse di ciò che era accaduto corse in mio soccorso chiedendomi se poteva fare qualcosa. All’inizio stavo per dirle che poteva accompagnarmi in ospedale, senza rivolgere mai più la parola a quel coglione patentato, ma io non ne avevo nessun diritto, senza contare il fatto che a me non importava niente di lei, NIENTE!!!!!!.
-Hai già fatto abbastanza- Le risposi, dopodiche mi portarono via. Durante il traggitto fino all’ospedale ripensai a ciò che le avevo detto, forse avevo esagerato. Ma l’idea di lei insieme al nemico………Mi aveva fatto proprio incazzare di brutto.

 

 

Alessia P.O.V

Passarono due settimane e di Federico neanche l’ombra, Valerio, il suo amico, ci disse che aveva una caviglia slogata per questo doveva rimanere al letto a riposo, ma che sarebbe tornato Lunedì, ed era già Sabato.
Così decisi di andarlo a trovare dopo la scuola con la scusa di portargli i compiti, ad aprirmi fu sua sorella
-Ciao Roby, scusa se ti disturbo….volevo sapere come sta Federico- Dissi
-Ma figurati, nessun disturbo Ale, entra pure- Rispose facendomi entrare in casa
-Federico è in camera sua, quella in fondo al corridoio, credo sia sveglio- continuò lei indicandomi la porta della sua stanza, così la ringraziai e mi diressi in camera sua
-Avanti- Disse lui quando bussai
-Che diavolo ci fai qui?- Continuò non appena aprii la porta. Era seduto sulla sedia della scrivania e stava giocando alla play station
-Volevo….volevo sapere come stavi?- Risposi entrando
-Bene….sto bene, ora che lo hai visto puoi andartene- Mi rispose voltandosi e ricominciando a giocare
-Posso sapere perché ce l’hai con me?-
-Cazzo quanto rompi, ma che vuoi?-
-Io non voglio nulla, però tu mi devi qualche spiegazione, perché mi hai trattata in quel modo il giorno della partita?-Chiesi sedendomi ai piedi del suo letto
-Forse non te lo ricordi, ma mi avevano appena colpito una caviglia, non era esattamente il momento di intraprendere una conversazione-
-Si, ma tu mi hai risposto che avevo già fatto abbastanza……a cosa ti riferivi?
Non rispose, si voltò a guardarmi senza aprire bocca, visibilmente imbarazzato
-Da quand’è che parli con il nemico?- Disse poi riprendendo a giocare con un pizzico di rabbia nella voce
-Come scusa?-
-Francesco Ricciardi, ti dice niente?- Continuò sempre giocando
-Perché…hai detto proprio quel nome?- Cazzo!!!!!!!. Come faceva a sapere che avevo parlato con uno del Leopardi?????????
-Non hai risposto alla mia domanda-
-Bè, si lo conosco, c’ ho parlato alla partita, ma non capisco qual è il problema-
-Il problema è…..che Francesco Ricciardi è quello che comanda il gruppo di idioti con cui due settimane abbiamo fatto a botte….io sono andato in giro come un panda, con quest’occhio nero per colpa sua-
-Cosa? Hai fatto a botte con lui?-
-Si, ma anche lui non era conciato meglio- Rispose………In effetti quando l’ho incontrato aveva dei punti sul sopracciglio.
-Be, ma questo cosa c’entra con me-
-Tu frequenti il Colonna, no?
-Si, ma lui è stato gentile con me-
-O MA ANDIAMO- Disse gridando -Non capisci che lo ha fatto di proposito?
-E perché lo avrebbe fatto di proposito?-
-Perché………- Si interruppe
-Come posso saperlo io, però dal Leopardi non ci si può mai aspettare niente di buono, specialmente da Ricciardi- Continuò  imbarazzato
-Bè, d’accordo ammesso e non concesso, ma non capisco lo stesso cosa c’entro io con il fatto che tu ti sei fatto male alla gamba-
-Perché, mentre tu facevi gli occhi dolci a Ricciardi davanti al chiosco delle bevande, io…..-
-Ehi aspetta, aspetta un momento…..come fai a sapere che eravamo davanti al chiosco delle bevande-
-Io….ero distratto, e mi è caduto l’occhio su di voi……e all’improvviso qualcuno mi ha colpito sulla caviglia con un calcio…-
-Tu eri distratto?....secondo me invece, eri solo geloso- Dissi con un ghigno di soddifazione dipinto sulla faccia
-Io geloso? Di te poi? Tu stai fuori come un balcone secondo me-
-Certo hai ragione, io non sono bionda non vedo come potrei piacerti, a proposito come è andata con “Barbie” quella sera che sei rimasto con Cristiano?- Chiesi incrociando le braccia
-Si chiamava……be…..Non importa qual’era il suo nome, comunque non sono affari tuoi, sei ancora troppo piccola per sapere certe cose- Disse alzandosi in piedi, poggiando il peso solo su una gamba
-Guarda che abbiamo la stessa età-
-Si, ma non la stessa esperienza, Ragazzina- Disse divertito avvicinandosi a me . Oddio. Stavo per svenire. Ma cosa mi stava succedendo?
-Cosa ne sai tu della mia esperienza?-
-A sì, allora se sei così sicura di te stessa, illuminami, con quanti ragazzi sei stata a letto?- Mi chiese sempre più vicino, ero praticamente incastrata tra il suo letto, dov’ero comodamente seduta, ed il suo petto-
-I-io….non l’ho dirò mai ad un pallone gonfiato come te- Risposi cercando di respingerlo ma senza risultati
-Dalla tua reazione devo dedurre che sei ancora vergine- Continuò sorridendo
-No, non sono vergine, ma non sono neanche una puttana come quelle che ti porti a letto tu, e non perseguito di certo i ragazzi per fare sesso con me…io….devo essere innamorata per andare a letto con qualcuno-
-Si certo, dite tutte così, e poi….appena avete un’occasione la cogliete al volo-
-No, io non sono così, per la verità siete voi uomini il vero problema…. state con una ragazza fino a che lei non accetta di fare sesso con voi e poi la scaricate su due piedi- Dissi pensando a Claudio e a come mi aveva lasciata
-No ti sbagli, io con una ragazza non perdo tutto quel tempo, se al massimo dopo tre giorni non me la dà, allora la cosa finisce lì-
-Sei poprio un bastardo-
-Può darsi…. Ma almeno non credo nelle favolette sull’amore perfetto- Disse accarezzandomi la guancia
-Toglimi le mani di dosso- Risposi spingendolo, Perfotuna che poteva contare solo su una gamba così mi risultò più facile farlo spostare
-Tieni, questi sono i compiti per Lunedì, Valerio ha detto che torni, no?- Dissi porgendogli il quaderno
-Si, torno-
-Bene, allora ciao- Risposi, dopodiche mi voltai ed uscii dalla stanza.
Andai in cucina per salutare Roberta
-Ciao Roby, io vado- Dissi
-Aspetta Ale, prima di andare, volevo dirti che ho parlato con Gin e stasera usciamo, ti va di venire con noi?- Mi chiese sull’uscio di casa
-Ma si certo, porto anche le mie amiche se non vi disturba- Dissi riferendomi a Becky e Maria
-Ma certo, porta chi vuoi, anche Fede porta degli amici- Rispose
-Cosa?.....Viene anche lui?.....Ma non gli fa male la caviglia?-
-No, ormai sta bene, oggi pomeriggio nostro padre lo accompagna a togliersi il gesso, e stasera dato che è sabato ci andiamo a divertire-
-A…..capisco, va bene allora a stasera-
-Si, ciao Ale- Rispose lei.
Non appena fui a casa chiamai le mie amiche per invitarle ad uscire la sera, Maria accettò, al contrario Becky disse di avere la febbre (poverina)
-Mary…ciao….ti va se andiamo a fare shopping, voglio un nuovo vestito per stasera- Le dissi chiamandola al cellulare
-Ma si certo….dove andiamo?-
-Casomai ci vediamo davanti la fermata dell’autobus e poi ci facciamo un giretto sulla Tuscolana (*Quartiere di Roma*)-
-Va bene, allora ci vediamo verso le quattro davanti la fermata-
-Si, a dopo-.
­­­


Verso le sei io e Maria decidemmo di tornare a casa, avevamo entrambe trovato un vestito perfetto per la serata ed eravamo stanche per la camminata
-Ehi, Ale, ma quello non è Federico?- Appena sentii quel nome mi si gelò il sangue nelle vene
-Sì, è lui-
-Ma con chi sta?-
-Quello è il suo amico Valerio, e la ragazza non so chi sia- Risposi. Era insieme ad una ragazza, cioè ma che dico, ragazza era un complimento, era insieme ad un manichino biondo platino, che non faceva altro che ridere, più che ridere grugniva come un maiale.
-Accidenti Mary, nasconditi prima che….-
-Ma guarda guarda chi c’è qui…….Ale ciao!- Disse Valerio quando mi vide
-Valerio, che sorpresa, che ci fai qui?- Risposi facendo la finta tonta
-Sono qui con Fede e Linda, “un’amica”…non so se mi spiego- Disse facendo le virgolette alla parola amica
-Vale, ma che stai…..ma guarda chi si vede, Alessia….come mai da queste parti?- Mi chiese cingendo la vita a quella sottospecie di cornacchia
-Sono qui con la mia amica Maria, Maria loro sono Valerio e Federico- Dissi presentandoli
-Molto piacere, lei è Linda- Rispose Federico indicandocela
-Hi- Rispose lei
-Sai, parla solo la sua lingua, non so credo sia tedesco o roba del genere- Continuò Valerio
-E’ inglese, idiota- Lo riprese Federico
-Va bè, che cazzo me ne frega di che lingua è, basta che la sappia usare-
-Valerio sei proprio un’idiota- Dissi io disgustata
-In ogni caso, noi andiamo….vi lasciamo al vostro…..passatempo- Continuai prendendo Maria sottobraccio
-Ti ringrazio…..allora ci vediamo stasera- Mi rispose Federico prendendomi in giro
-Certo……porterai anche Lisa?- Chiesi fingendo indifferenza
-Si chiama Linda…..e comunque sì….la porterò-
-Wow ti sei ricordato il nome, siamo già un passo avanti, bene, a stasera allora- Risposi, Dopodiche io e Maria ci voltammo e ci incamminammo verso casa.
Dopo aver passato un’ora a cercare inutilmente di convincere Maria che non mi aveva minimamente toccato vedere Fede con quell’oca, tornai a casa e mi buttai sotto la doccia.
Dopo cena iniziai a prepararmi per uscire e indossai il vestito che avevo comprato nel pomeriggio (
Qui). Verso le dieci suonò il campanello, dal momento che i miei non erano in casa, andai io ad aprire, ma dal momento che mi stavo ancora vestendo aprii la porta solo con un asciugamano avvolto intorno al corpo convinta che fosse Gin, ma quando aprii ebbi di fronte a me un’amara sorpresa
-Wow, perché non esci così stasera, ti assicuro che avrai molto successo-
-Che diavolo ci fai qui?- Dissi coprendomi meglio
-Ma dai, guarda che per me non ti devi preoccupare, non c’è bisogno che ti copri di più-
-Infatti è per me che mi preoccupo razza di idiota….- Gridai
-Mi spieghi perché sei qui?-
-Tua cugina è a casa nostra e dato che sta facendo una cosa con mia sorella, mi ha chiesto di verificare se eri pronta, e direi che per me lo sei eccome-
-Smettila, e girati dall’altra parte razza di maniaco-
-Aspetta- Disse riafferrandomi per il polso impedendomi di andare in bagno
-Ti infastidisce se……viene anche Linda?- mi chiese accarezzandomi il braccio e provocandomi  brividi lungo tutto il corpo
-N-no, figurati, cosa vuoi che me ne importi-
-Te lo chiedo perché, oggi pomeriggio ti ho visto parecchio scocciata-
-Io? Ma figurati….è che vorrei sapere perché hai la fissa delle bionde?-
-Cosa c’è?....ti piacerebbe che avessi la fissa delle castane, così potresti avere qualche possibilità anche tu?- Mi rispose con un ghigno
-Sei un presuntuoso, figurati se a me importa di avere una possibilità con te- Dissi spingendolo
-Ora finisco di prepararmi, di a Gin che arrivo tra poco-
-No, ti aspetto qui- Rispose sedendosi sul divano
-Cosa?-
-Ho detto che ti aspetto, tanto Linda viene con Valerio, perciò posso sprecare un po’ di tempo anche con te-
Entrai in bagno allibita dalle sue parole, anche se, ancora tremavo per le sue carezze. Ma che mi stava succedendo?.

 

 

 

*Note dell’autrice*

 

Grazie a tutti per aver seguito anche questo capitolo :)
spero che il collegamento ipertestuale funzioni

 

Grazie ancora…….

 

 

baci

 

 

Cleppy










  
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