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Autore: laNill    17/05/2011    4 recensioni
Sì, era davvero felice di poter partire per incontrare gli altri della sua vecchia squadra; e ancora più felice la rendeva sapere che avrebbe incontrato Lui. Poterlo riabbracciare, sentire di nuovo la sua voce, vedere uno dei suoi sorrisi.
In quel preciso momento, il desiderio di rincontrarlo si fece più insistente che mai e si stupì di quanto forte potesse battere il suo cuore al solo pensiero.[...]
[Urabe Rika x Ichinose Kazuya]
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Sentimenti Incontrastanti
First Beats ~


Ricordava alla perfezione la prima volta che si incontrarono.
Quella giornata per lei era iniziata particolarmente male, per non dire malissimo per colpa di sua madre e delle sue continue lamentele sul suo modo di comportarsi e di rispondere a tono; l’unico modo in cui riuscì a sfogarsi fu andare in giro per il parco giochi con la musica nelle orecchie al massimo volume.
Fu in quel frangente che i suoi occhi si posarono sulla sua figura.
Era bello, con quello sguardo nocciola a scrutare attorno alla ricerca di qualcosa o qualcuno, leggermente crucciato e serio, il viso dai lineamenti ancora infantili ma decisi, così come la corporatura esile ma dalla leggera muscolatura sulle gambe quanto sulle braccia.
Non era niente di eccezionale, lo ammetteva, ne aveva visto di più carini e di più vigorosi.
Ma al cuore non si comanda, qualcuno ha detto, e fu così anche per lei.
I muscoli le si bloccarono, il respiro le si mozzò a metà tra i polmoni e la gola e il cuore iniziò a pompare sangue molto più velocemente del normale colorandole le guance di un leggero rossore.
Poteva dire che il suo fu amore a prima vista, che si accentuò con l’andare del tempo che trascorse all’interno della Raimon e nel vedere quanto concentrazione ed impegno metteva mentre disputava partite di calcio una dietro l’altra.
Aveva imparato a conoscere più o meno tutto di lui, dalla sua puntigliosità di fare ogni cosa nel massimo della serietà e precisione alla sua straordinaria capacità di tentare, tentare, tentare infinite volte per riuscire nei suoi obbiettivi non scoraggiandosi mai più del dovuto, facendosi forza con le sue sole forze e dandosi coraggio restando comunque con i piedi ben saldi a terra.
Alcune volte, di notte, durante il periodo in cui l’Alius Accademy minacciava la terra, era solita alzarsi di nascosto, nascondendosi dietro il camioncino o magari dietro qualche albero e restare ad osservarlo mentre si allenava per migliorarsi, scoprendosi a sospirare per quanto forti i suoi sentimenti erano.
Era cotta di lui, e glielo ripeteva ogni santissimo giorno.
Sorrise nel pensare a quanto paziente, Ichinose, poteva essere stato nell’ascoltare le sue numerose dichiarazioni d’amore, le sue parole esageratamente sdolcinate e i suoi abbracci che piombavano quando meno se lo aspettasse.
Sembra strano che una ragazza innamorata riuscisse così facilmente a sbandierare i propri sentimenti facendoli, al più, passare come uno scherzo o una presa in giro ma Rika non riusciva a fare altrimenti; il suo carattere e la sua vivacità la portavano a comportarsi in maniera a dir poco esuberanti, magari anche fin troppo, se ne rendeva conto, ma era l’unico modo in cui riuscisse a estraniare ciò che provava per lui.
Sospirò vagamente pensierosa, con lo sguardo verso l’alto ed un’espressione trasognata dipinta sul volto.
“..ka-cha.. Rika-chan? Rika!”
Sussultò lievemente riportando l’attenzione sulle figura della ragazza davanti a lei che manifestava chiari e visibili segni d’impazienza.
“Mi stai ascoltando sì o no?” sbuffò Touka incrociando le braccia al petto e smuovendo qualche ciocca di quella massa fulva a dir poco particolare.
Non che quella di Rika fosse normale eh.
“Uh? M..ma certo che ti stavo ascoltando, Tou-chan, dalla prima all’ultima parola.” Si giustificò l’altra mettendosi una mano tra i capelli, iniziando a ridere isterica sotto lo sguardo neutrale e abbastanza eloquente dell’amica.
“Ah-ah, e cosa ti stavo dicendo, dimmi un po’.”
“E..ecco, stavi.. stavi parlando di come a tuo padre gli piaccia in maniera esagerata i natto e.. e della biancheria rosa a pois per cui tu vai.. matta!?”
“Io non vado matta per la biancheria rosa!” rispose lei alzandosi in piedi sbattendo le mani sul tavolo, vergognandosi un secondo dopo per gli sguardi stupiti delle persone sedute negli altri tavolinetti di quel bar. Rossa in viso si rimise velocemente a sedere, tossendo un paio di volte per mascherarlo, per poi continuare. “E no, non stavo parlando di quello. Ti stavo chiedendo come procedeva la tua squadra ad Okinawa!”
“Ah, benone benone.” Rispose prontamente la scura con una gran dose di entusiasmo “Siamo raggiungendo pian piano la cima, prima o poi riusciremo a vincere contro tutte le squadre femminili del quartiere.”
“Mi fa piacere, sono felice di sentirlo. Dateci dentro.”
“Assolutamente. Te, invece, come procede? Non ti stancherai troppo facendo sempre avanti e indietro?”
A quello, la rossa tirò un sorso dalla cannuccia dal bicchiere che aveva di fronte, compiendo un segno di diniego col capo subito dopo.
“Non tanto, sono felice di aiutare mio padre con il lavoro. Ricorda che sono un difensore, difendere le persone non è mai stato lavoro più facile.”
“Ma così non hai affatto tempo per la tua vita privata.” Si lamentò Rika giocherellando, invece, con la sua di cannuccia, con il viso inclinato da un lato e poggiato sul palmo della mano.
“Eh? E questo cosa centra!”
“Centra sempre, cara la mia signorinella.” Il suo sguardo si assottigliò mentre allungava il collo verso di lei, scrutandola con un sorrisino malizioso. “Aaallora, dimmi: te lo sei fatto il ragazzo?”
In meno di un secondo, il volto di Touko diventò di una colorazione molto simile a quella dei suoi capelli, leggermente ritti in testa.
“M..ma che discorsi fai!?”
“Discorsi che farebbe qualsiasi sedicenne in piena fase dello sviluppo. Allora, su, rispondi: ce l’hai?”
Alle insistenze di Rika, la rossa non poté non imbarazzarsi ancora di più, abbassando lo sguardo sul proprio drink in evidente difficoltà.
“I..io no..non..”
“Aaanh, capito capito. So io chi ti piace a te, e devo dire che hai fatto proprio un ottima scelta.” Principiò gaia, sorridendo maliziosa dondolandosi sulla sedia.
“M..ma di chi parli!?”
“Ma di Tsunami naturalmente.” Rispose semplicemente, come se fosse scontato “Io lo dicevo: te ne sei scelta uno coi fiocchi, ed è pure più grande.”
“N..no..non è così! Io e Tsunami siamo solo amici, non mi interessa minimamente.” Bevve un altro sorso dalla cannuccia deviando lo sguardo corrucciato per l’imbarazzo da un’altra parte, cercando in qualche modo di scampare allo sguardo di fuoco dell’amica.
“Mmh mmh, certo. Ed io studio mattina e sera.. non me la bevo, cara mia.”
“E’.. è la verità, ti dico.” Continuò a dire, ancora più nervosa per la sua espressione imbarazzata “E poi perché dobbiamo parlare di me? Tu invece!? Ce l’hai il ragazzo?”
“Io?” In meno di mezzo secondo il suo sguardo iniziò a brillare mentre congiungeva le mani al petto e un lieve rossore le imporporava le guance. “Io ho il mio tesoruccio e non lo tradirò per nessuna ragione al mondo, nonostante non lo veda da moltissimo tempo.”
Touko si limitò a piegare le labbra in un sorriso forzato nei confronti dell’esuberanza dell’amica.
Povero Ichinose-kun..” pensò lei, bevendo ancora dalla cannuccia e guardando l’amica con un cipiglio perplesso. “Non.. dovresti trovarne un altro? Cioè, Ichinose-kun penso si trasferirà in America e chissà quando potrai rivederlo. Dovresti sceglierne uno che sia più vicino a te, no?”
In un lampo il volto di Rika gli fu a 2 cm di distanza,  facendola indietreggiare spaventata.
“Che cosa hai detto!?Cosa vorresti dire, eh? Non dirmi che lo vorresti te, eh!?”
“M..ma che cavolo dici? Non mi interessa assolutamente Ichinose-kun, puoi tenertelo tutto tu!” balbettò la rossa, allontanando il viso da quello di lei per paura della sua espressione truce.
“Perfetto, allora è tutto apposto.”
Un’espressione che venne subito sostituita da un largo sorriso di felicità accompagnato dall’allontanarsi di lei e dalla perplessità di Touko.
“Non potrei mai abbandonare il mio tesoruccio nelle mani di un’altra ragazzaccia di quartiere; chissà cosa gli potrebbe fare: lo costringerà a lavorare per lei, gli si appiccicherà come una piovra, lo riempirà di coccole e sdolcinatezze fino all’inverosimile.. NO, non posso accettarlo. Lui rimarrà sempre e soltanto mio.”
Perché ho la sensazione che non stia parlando di una ragazza a caso ma di sé stessa..?” pensò l’altra continuando a sorridere nervosa a quell’exploit di felicità piena di sbrilluccichii provenienti da tutta la sua figura, per poi sospirare.
[..Vi proponiamo ora un servizio sulla partita disputata qualche giorno fa, che ha visto scontrarsi gli Unicorn della nazionale americana contro l’Inazuma Japan della nazionale giapponese. Il servizio..]
“Uh?”
Lo sguardo di Touko fu catturato dalle immagini di una televisione poco più in là, alla sua destra, appesa al muro del locale nella quale venivano trasmesse immagini e flash della partita dei mondiali inquadrando quasi ogni membro di entrambe le squadre, tra cui Hendou, Hiroto, Tsunami, Kido e tanti altri.
“Oi oi Rika, guarda! Sono Hendou e gli altri!” esclamò lei, indicando furiosamente la tv.
La scuretta fece come gli era stato detto, alzandosi in piedi puntando le mani sul tavolo e osservando con interesse palpitante le azioni in campo e le tecniche speciali che erano riusciti a sviluppare.
“Sono diventati davvero fortissimi.” Asserì lei, non distogliendo gli occhi dallo schermo.
“Uffaaa, non è giusto che le ragazze non possano giocare ai mondiali.” Si lamentò Touko, arricciando il naso. “Sarei in grado di batterne la maggior parte di quei palloni gonfiati che vanno in giro a vantarsi della loro bravura.”
“SSSH, fai silenzio! Guarda guarda, c’è il mio tesorino!!”
Rika esultò gioiosa nel momento in cui inquadrarono un ragazzo dai lineamenti esili ma dalla tempra e lo sguardo di ferro, con le mani congiunte in petto e gli occhi lucidi dall’emozione.
[Ecco la punta di diamante dell’Unicorn, Ichinose Kazuya, mentre si esibisce in un dribling nei confronti Fubuki Shiro, difensore della Raimon. Quest’anno la squadra americana ha numerose carte da giocare e  nuovi talenti nascosti, dico bene?..]
“Puoi dirlo forte!” urlò lei, infervorata, con il pugno chiuso davanti al volto in segno di forza e di grinta sotto lo sguardo attonito dei clienti seduti ai tavoli vicino. “Uuuh, guarda quant’è bello e forte e bravo e..”
Un ragazzo sui vent’anni, poco più in là, sbuffò lievemente ritornando con l’attenzione alle sue patatine, pacato.
“Una massa di cretini che rincorrono la palla. Ecco cosa sono.”
Nemmeno finì l’ultima parola che si sentì piombare addosso la giovane dai capelli blu, costringendolo ad allontanare la schiena con un sobbalzo.
“Come ha detto, prego?” il suo volto si fece cupo e la sua espressione piegata in una di pura ira. “Si da il caso che quella massa di cretini che rincorre la palla si allenano duramente ogni giorno e ogni minuto di ogni settimana, avendo solo il tempo di dormire e mangiare. Portano il loro fisico a tal punto da non resistere un solo minuto in piedi, rischiando di compromettere per sempre la loro carriera se portato al massimo. Quindi non provi a dire ancora che sono una massa di cretini o l’ammazzo di botte..” a quella, un sorriso gioiosa le piegò le labbra e i suoi lineamenti di addolcirono, anche se solo parzialmente. “Sono stata abbastanza chiara, signore?”
Il ragazzo, che rimase senza fiato per tutto il tempo, in visibile stato di shock, riuscì solo a sussurrare un flebile e roco ‘sì’ lasciandola, pertanto, ritornare al suo posto, soddisfatta.
Qualcuno accennò ad un fischio ed altri ad un fugace battito di mani accompagnato a risate divertite e stupite, mentre la stessa Touko se ne restava al suo posto con la mente assorta in qualche pensiero, tralasciando la scenata fatta poc’anzi dall’amica. Oramai ci aveva perso le speranze, perciò oltre che un iniziale stupore, non ci poteva fare granché molto.
“Senti Rika, mi sta venendo un’idea.” Principiò la rossa solo quando la diretta interessata riprese posto a sedere continuando a tenere sotto controllo la televisione nel caso in cui ricomparisse il suo amato “Ma se andassimo a fare una sorpresa ai ragazzi?”
“Eh? Intendi nell’isola di Liocott?”
“Sì. Sarebbe carina come cosa, loro non se l’aspetterebbero mai e inoltre avremmo la possibilità di incontrare dal vivo campioni a livello mondiale.” I suoi occhi parvero brillare.
“E potremmo fare il tifo per il mio tesorino!” esclamò Rika, esuberante.
“Certo.. certo, quello che vuoi..” rispose l’amica, sorridendo ironica.
Però, l’umore di Rika si affievolì così com’era nato, trasformandosi in un sentimento di sconforto.
“Si ma io non ho soldi a sufficienza per fare un viaggio così lungo. Quella tirchia di mia madre non me li darà mai.”
“Non ti preoccupare di questo, tu ci metti tutto ciò che hai e se non dovesse bastare te li alzerò io. Non ho problemi su questo genere di cose.”
“Davvero, posso?”
“Certamente.” Sorrise lei, finendo la bevanda. “E poi l’FFI non lo si fa mica ogni anno, bisogna cogliere l’attimo.”
“Aaah, grazie infinite Tou-chan!” trillò la scura, stringendola in un forte abbraccio tale da mozzarle il fiato per un attimo.
“S..sì, ok ma.. mi stai stroz..zandoh..”
Sì, era davvero felice di poter partire per incontrare gli altri della sua vecchia squadra; e ancora più felice la rendeva sapere che avrebbe incontrato Lui. Poterlo riabbracciare, sentire di nuovo la sua voce, vedere uno dei suoi magnifici sorrisi.
In quel preciso momento, il desiderio di rincontrarlo si fece più insistente che mai e si stupì di quanto forte potesse battere il suo cuore al solo pensiero.
[..Ed ecco di nuovo Ichinose alla battuta, che con un potente rovescio riesce a mandare nuovamente la palla in rete. Un goal strepitoso, non c’è dubbio..]
La sua attenzione si fiondò subito verso lo schermo, che inquadrava di nuovo il giocatore dell’Unicorn; ma per quanto bene potesse vedere, non riusciva a sentire in modo chiaro ciò che il telecronista stava dicendo nei suoi confronti. Il vociare dentro quel locale stava diventato fin troppo forte per i suoi gusti, in quel momento.
E, nemmeno 5 minuti, che esplose.
“SILENZIO!” Il locale ammutolì, guardandola spaventato. “C’è il mio Ichinose in Tv, ascoltate ciò che dicono su di lui e che nessuno provi a fiatare, INTESI!?”
E tutti, in coro.
“S..sissignora!”
Oh Kami..” si limitò a pensare Touko, coprendosi il viso con entrambe le mani.
 
“Etciù.”
Un ragazzo dalla maglietta bianca a strisce rosse e blu, con pantaloncini coordinati, fu costretto a fermare l’azione proprio sul limitare della difesa avversaria, piegandosi leggermente in avanti con ciuffi nocciola che gli solleticarono le guance per brevi attimi.
“Oi, Kazuya, che succede?”
Un ragazzo con la stessa divisa lo raggiunse, con un leggero accenno di fiatone. Indossava un paio di strani occhiali, impedendo a chiunque di guardargli gli occhi.
“Ah.. non è nulla. Scusatemi, ho interrotto il gioco.” Si giustificò Ichinose, mortificato.
Chissà perché aveva starnutito, e dire che non lo aveva il raffreddore..
“Tranquillo, fratello. Stiamo solo facendo un allenamento, non abbiamo partite imminenti.” Sorrise l’altro, gaio.
“Ichinose, per caso hai preso il raffreddore?” intervenne il capitano della squadra, dagli occhi azzurri e dai capelli color del grano, apprensivo. “Non è un bene ammalarsi durante i mondiali.”
“No no, è tutto apposto. Sto bene, davvero!”
Cercò di sorridere alla preoccupazione dei suoi compagni, ma in realtà era tutto fuorché felice. Non andava tutto bene, c’erano cose che doveva sistemare al più presto prima della sua partenza per gli Stati Uniti per l’operazione ed altre che lo preoccupavano più di quest’ultima, come l’imminente partita che avrebbero disputato.
Abbassò il viso, teso, puntando il pallone a pochi passi da lui. Il ginocchio gli faceva male, anche se non eccessivamente ne risentiva comunque, e a volte gli cedeva pure se sforzato troppo.
Doveva resistere per il bene della squadra, per forza.
E poi, c’era anche un’altra cosa..
Mark e Dylan, i due ragazzi al suo fianco, si lanciarono uno sguardo preoccupato, annuendo rispettivamente l’uno all’altro, certi che una pausa sarebbe stata la cosa migliore.
“Stop! Quindici minuti di pausa, e poi riprendiamo.” Esclamò Mark, il capitano, richiamando l’attenzione generale, principalmente quella di Ichinose, che rimase perplesso.
“N..non dovete andare in pausa per colpa mia. Io..”
“Ma quale colpa. Siamo tutti stanchi, e da questa mattina che ci alleniamo: una pausa fa sempre comodo.” Gli ammiccò l’occhialuto, dandogli una pacca sulla spalla e incamminandosi verso le panchine.
“Ha ragione, sai?” Lo seguì il capitano, annuendogli sereno e cordiale, lasciandolo impalato al limitare del campo.
“Gr..grazie..” Sussurrò lui, chinando lievemente la testa. Sul volto un’espressione pensierosa, conseguenza di tutti i pensieri che gli tormentavano la testa.
“Kazuya.”
La voce di un ragazzo alto una spanna sopra di lui e dai capelli color dell’argento lo fece sussultare flebilmente.
“Domon.. mi hai spaventato.” Scherzò lui, mostrando un sorriso tirato ad un ragazzo in visibile apprensione.
“Sicuro che vada tutto bene?”
“Certo, va tutto.. bene..”
Di certo non riusciva a mentire al suo migliore amico, lo sapeva bene; per cui, nonostante ci mise tutto sé stesso per far sembrare la cosa solo di piccole dimensioni, alla fine non ci riuscì e cedette.
“No, Domon, non va tutto bene.”
Ripensò alla Raimon, a tutte le partite che avevano fatto insieme, a tutte le difficoltà che avevano dovuto sopportare per vincere contro la Alius Accademy e contro le altre squadre, invidiose della loro abilità, a come gli sarebbero mancati i suoi compagni di squadra in quel periodo di convalescenza in America e pensò a lei, Aki, la sua amica d’infanzia a cui volle e continuava a volere un mondo di bene, forse anche qualcosa di più.
E, in quel momento, qualcosa in lui scattò.
Si scoprì a correre verso l’uscita del campo, diretto verso la strada.
Diretto verso Aki.
“O..oi, Kazuya!”
Sentì i richiami dei suoi compagni, verso i quali si voltò parzialmente alzando una mano in segno di scuse.
“Non starò via per molto. Se non dovessi ritornare per il termine della pausa, iniziate pure senza di me. Vedrò di fare presto!”
E detto ciò svoltò l’angolo sotto lo sguardo perplesso degli altri.
Corse velocemente per i marciapiedi delle strade, svoltando per le stradine in maniera fin troppo brusca rischiando, così, di investire un paio di ragazzini intenti a scambiarsi alcuni passaggi con il pallone e una coppia di neosposini, scusandosi frettolosamente ma con sincera accortezza.
Non capiva bene nemmeno lui cosa lo spingesse a correre in quel modo, né il motivo di quel peso al cuore che gli appesantiva l’anima.
Sapeva solo che doveva vederla e parlarle.
Per dirle cosa, però? Cosa voleva dirgli?
Non fece in tempo a domandarselo che era già arrivato davanti agli alloggi della squadra, con il fiato corto e il cuore a mille.
Sospirò un paio di volte, più che altro per riprendere fiato che per vera agitazione, prese poi il cellulare e compose il numero della ragazza, chiedendole di scendere e di uscire fuori.
Ed in meno di un paio di minuti la ragazza dai corti capelli bruni, vestita di una semplice tuta rosa, fece la sua comparsa oltre l’uscio della porta, raggiungendolo in una manciata di passi con un sorriso radioso.
“Ichinose-kun! Sono felice di rivederti.”
La sua espressione si addolcì pian piano, rivolgendole un sincero sorriso.
“Anche io, Aki. Sembra passato un secolo dall’ultima volta.”
“E invece era solo quattro giorni fa!” Rise, continuando a parlargli “Come vanno gli allenamenti? E il tuo ginocchio?”
“Diciamo che potrebbe andare meglio, ma nulla di grave.”
“Mi fa piacere, mi risolleva l’animo sentirlo.” Esclamò lei, congiungendo le mani al petto, visibilmente sollevata.
Ichinose, per contro, abbassò di poco lo sguardo a terra, ritornando serio.
“Senti Aki..” Parlò con voce lieve ma decisa, facendo assumere alla ragazza un’espressione interrogativa.
“Mh?”
“Vuoi uscire con me?”
 
Quando si vuole bene ad una persona, si fa in modo che anche l’impossibile diventi possibile.
Questo è quello che pensava Rika, anche se in verità quella era più una frase che aveva sentito in un film sulla tv che proprio una sua perla di saggezza.
Ma preferiva tralasciare i dettagli.
Quello che più contava, in quel momento, vedendo il suo biglietto d’aero diretto per l’isola di Liocott, era che sarebbe potuta stare al fianco del suo Ichinose. Le importava solo di stargli accanto, tralasciando il poco tempo che avrebbe avuto a disposizione per vederlo.
Osservò il cielo, azzurro ma già con qualche venatura arancia dovuta al calare del sole all’orizzonte e sorrise involontariamente alla vista di un aereo che squarciava l’aria sopra di lei.
Tra due giorni ci sarebbe stata anche lei, su uno di quelli, e mai come in quel momento sperò che quel giorno arrivasse presto.
Quella notte sognò di dolci sorrisi, di mani strette l’uno con l’altra e di timidi sguardi che si ricercavano.



Note dell'Autrice:
Nyao a tutti! ^^
Ebbene si, sono tornata con una nuova storia d'amore, questa volta leggermente più lunghina della precedente.
(Per chi si stia facendo delle domande, ho cambiato il mio nome: prima avevo come nick LadyIchi.)
Ringrazio infinitamente le persone che hanno letto, messo tra le seguite e commentato la mia storia come lampadina, Alexiel_Chan, MICHiGAN, Sara del Dragone e Gladice: davvero grazie di cuore, non mi sarei mai immaginata che sarebbe piaciutae, anzi, persino commentata! :3
Ora, parlando di questa nuova storiella, mi vogliate scusare se magari qualche personaggio sia molto OC o che abbia sbagliato con qualche punto nella trama di Inazuma.
Mettete da conto che sono arrivata intorno all'episodio 97/98 dell'anime, quindi non so cosa succederà più avanti; quindi, se dovesse esserci qualcosa di incongruente, portiate pazienza. ^^''
Spero, come sempre, si scrivere in maniera decente e di creare una storia d'amore tenere e piena di sentimento.
Un saluto, see ya ;3
Rin
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