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Autore: Nefastiaable    17/05/2011    2 recensioni
Darren non riusciva a credere a quello che stava provando. Non aveva limiti mentali, non li aveva mai avuti, ne era certo ma quanto stava succedendo negli ultimi giorni, nella sua testa e al suo corpo, cominciava a farlo dubitare di se stesso.
Aveva conosciuto Chris e gli altri membri del cast alla prima riunione, in cui era stato presentato come colui che avrebbe interpretato Blaine, il 'potenziale ragazzo di Kurt'. Nulla da dire sui giorni a seguire. Prove, riprese, uscite di gruppo, divertimento...il solito. Aveva imparato a conoscere i suoi colleghi, soprattutto Chris con il quale si trovava decisamente in sintonia. Sicuramente una fortuna, si ritrovava a pensare sempre più frequentemente; non ci sarebbe stato nulla di peggio di trovare antipatico un collega con cui avrebbe dovuto recitare parti molto intime.

'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo'
Questa è la mia prima FF, abbiate pietà :D
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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N.d.A.
Questo secondo capitolo è stato peggio di un travaglio a causa di forze maggiori! L'ho letto e riletto. Spero di aver corretto tutti gli errori di grammatica. Come si sarà capito a me piace approfondire molto la psiche dei personaggi, i loro pensieri soprattutto. Proprio per questo motivo ho preferito dar loro un tocco personale. Spero vi piacciano ugualmente :)




Era quasi mezzanotte.
Darren si era dato mezz'ora di tempo ma Chris sapeva che ci avrebbe impiegato molto di più. Lo sapeva semplicemente perchè lo conosceva. Non ritardava mai ma questa, era sicuro, sarebbe stata la prima volta. Avrebbe anche potuto cambiare idea, l'avrebbe capito e accettato.
Nonostante inizialmente l'avesse travolto un'ondata di ansia, ora si sentiva vagamente rilassato...come quanto scema l'effetto dell'adrenalina.
Ripensandoci non gli era chiaro l'esatto motivo della reazione di Darren, era effettivamente esagerata per la sua semplice battuta sull'ego. Trovandosi ancora in camera, a petto nudo, e sentendo decisamente freddo visto che si stava avvicinando un temporale, s'incamminò verso l'armadio raccogliendo la prima cosa che si trovava davanti. S'infilò la camicia nera lasciando che la propria mente vagasse sulle dinamiche della serata; Darren stava venendo a casa sua per cosa? Tornando verso la sala s'infilò il cellulare nella tasca dei jeans che ancora indossava dal mattino; erano jeans molto sottili, adatti alla stagione, di un azzurro sbiadito dagli anni di utilizzo.

Chris era diventato un ragazzo sicuro di sè grazie alla recitazione e alle reazioni positive delle persone attorno a lui. Il suo corpo si era trasformato notevolmente nell'ultimo anno senza alcun aiuto da parte di palestre o diete particolari. L'aspetto paffuto da adolescente aveva lasciato spazio ad un fisico slanciato, a lineamenti più marcati, più mascolini che enfatizzavano la loro finezza invece di mascherarla. Non poteva affatto lamentarsi, soprattutto perchè questa sua nuova notorietà gli aveva fatto conoscere dei ragazzi decisamente appetibili.

Si guardò allo specchio, soddisfatto, prima di sollevare lo sguardo all'orologio che segnava le 00:20. Aveva ancora tempo. Da li a poco avrebbe capito cosa girava per la testa del collega, nel frattempo non aveva intenzione di scervellarsi più di tanto visto che lui si era limitato ad una semplice battuta. Preferiva convincersi di questo.

Darren, dopo qualche attimo di silenzio in cui non sollevò gli occhi dallo schermo del cellulare, si fece prendere dal panico. Letteralmente. Era deciso a dargli buca, si sarebbero visti il giorno successivo sul set dal momento che dovevano fare le prove per delle nuove scene. Rimase immobile per 5 minuti prima che il corpo si decidesse a reagire, muovendosi automaticamente, ridestandosi dal torpore. Era una persona sicura di sè fino a mezz'ora prima. Poteva un solo veloce pensiero disturbarlo tanto?
Come poco prima era successo anche questa volta decise di lasciarsi guidare dall'istinto. Prese le chiavi dell'auto, indossò una polo rossa, sopra la giacca di pelle e uscì dall'appartamento.

Durante il tragitto in auto, con musica a tutto volume che usciva dalle casse dell'autoradio ultimo modello, s'interrogò su cosa avrebbe fatto o detto una volta raggiunta la meta. La decisione era stata presa senza ragione e ora non sapeva come uscirne. Non poteva semplicemente cambiare tutto il loro rapporto a causa di una reazione fisiologica tutto sommato...normale vista la situazione. La puntata ancora non era andata in onda ma le riprese erano state molte, si ricordava l'agitazione avuta sul set a causa di quel bacio. Le aspettative di Ryan erano alte e per lui era, fondamentalmente, il primo bacio gay sulla scena. Riprovare ora quelle sensazioni non dovrebbe essere giusto. Non dovrebbe essere coerente.
Strinse le mani sul volante a quel pensiero pigiando sull'acceleratore ed abbassò, rabbioso, lo sguardo al proprio bacino come ad intimargli di non fargli più scherzi di quel genere ed esso, come in risposta, non reagì in modo evidente ma...in qualche modo fece sentire la propria presenza.

"No, non è possibile! Dai che cazzo!" sbraitò demoralizzato sbattendo una mano sul volante ma non potè, infine, non scoppiare a ridere forse come reazione isterica, forse proprio perchè la cosa era incredibile anche per lui. Si accorse di essere arrivato e rallentò, parcheggiando qualche metro più avanti. Spegnendo il motore guardò l'ora: 00.35. Cinque minuti di ritardo non sono troppi.
La risata l'aveva aiutato a respingere l'ansia ma non i problemi che si accatastavano nella sua testa. Non era mai stato capace di dividerli in compartimenti stagni.
Sapeva di non riuscire a vedere l'appartamento di Chris dal parcheggio ma sollevò ugualmente lo sguardo verso di esso soffiando l'aria dalle labbra, lentamente. Era quasi pronto, doveva solo sbarazzarsi dell'imbarazzante situazione nei suoi pantaloni.

Uscito dall'auto s'incamminò verso il portone del palazzo e salutò il portiere andandogli incontro con la mano sollevata per ricevere 'il cinque' , saluto al quale ormai l'aveva abituato. Il gesto non si fece attendere ovviamente.
"Buonasera Mr Criss" salutò il portiere aprendogli la porta subito dopo. Darren notò con piacere che non sembrava essersi accorto di nulla, complice sicuramente l'oscurità, ma non si perse l'occhiata esitante e prima che potesse chiedergliene il motivo questo continuò "Mr Colfer lo aspetta?"
"Certo che mi aspetta Paul!"
confermò il ragazzo stupito dalla domanda e quindi eccessivamente euforico nel tono. Tono che non sfuggi al portiere, il quale risposte con il sorriso malcelatamente soddisfatto di chi la sa lunga. "Cos'è quella faccia Paul? Sa qualcosa che io non so?" lo interrogò Darren, ancora fuori dal palazzo, cercando di scherzare e mascherare la lieve eccitazione che proprio non aveva intenzione di calmarsi, nonostante la situazione lo esigesse.

Infilando le mani nelle tasche della giacca di pelle cercò con nonchalance di nasconderla, spacciando il gesto come un'improvviso bisogno di proteggersi dall'aria. Paul la sapeva davvero lunga, probabilmente Chris era solito confidarsi con lui, ma come poteva saperlo Darren?
"Nulla Mr Criss. Avvertirò Mr Colfer che sta salendo." Volendo Darren scappare da quella situazione e, rendendosi conto che il tempo si stava protraendo fin troppo, oltrepassò il portone che Paul ancora stava tenendo aperto per lui e si diresse verso gli ascensori. Salito premette l'ultimo pulsante, per il loft, e mentre le porte si chiudevano riuscì a sentire la risata del portiere seguita dalla conferma alla domanda proveniente dall'altro capo del telefono.
Nei cinque minuti della durata della salita si guardò allo specchio cercando di calmarsi e rendersi presentabile. Nella fretta non aveva notato i ricci spettinati che gli davano tanto l'aria arruffata, nè la barba incolta, invece abbassò lo sguardo al suo bacino per poi rialzarlo verso lo specchio e guardarsi, accennando un sorriso.
"Tu ti devi calmare. Non puoi presentarti così! Cazzo nemmeno fossi un adolescente arrapato. Ma guardati!" esclamò a se stesso indicandosi le parti basse. Si voltò di lato per osservare quanto potesse essere grave la situazione. Beh poteva benissimo passare per un pantalone troppo stretto come in effetti era, non era nulla di eccessivamente visibile, non gli dava nemmeno fastidio. Quanti problemi per essere un ragazzo.

Chris ricevette la chiamata quando ormai aveva perso le speranze. Sapeva che la chiamata proveniva dalla portineria perchè, prima di rispondere, aveva controllato il numero. Nell'alzare il telefono rispose con un semplice "Dimmi Paul"
"Mr Colfer, Mr Criss è arrivato e sta salendo" asciutto, professionale, mitigando la malizia. Aveva un buon rapporto con Chris, tutti avevano un buon rapporto con Chris, e gli era capitato spesso di sentire i suoi sfoghi come fosse una figura paterna per lui. Dopotutto un ragazzo così giovane, trovatosi ad abitare da solo, aveva bisogno di un appoggio e lui non aveva faticato a prestarsi per quel ruolo.
"Oh grazie Paul! Quasi non ci speravo più." mormorò ingenuamente lasciando così credere al portiere proprio quanto stava temendo, dal momento che non si era lasciato sfuggire il lieve rigonfiamento. "Posso essere franco con lei Mr Colfer?" alla risposta positiva di Chris, il portiere continuò non trattenendo alcunchè, anzi enfatizzando la frase con una risata ben udibile, che raggiunse Darren ma che non gli fece comprendere appieno lo scambio di battute "Devo avvertirla. Il suo ragazzo è davvero eccitato! Anche se potrebbe impegnarsi di più."
Non so cos'abbia scioccato maggiormente Chris, se la parola 'ragazzo' rivolta a Darren o il commento sulla sua eccitazione. Nonostante la confusione era riuscito ad arrossire e balbettare una serie di titubanti parole a raffica "Ragazzo? Paul lo sai bene che Darren è un collega! E..aspetta...cosa?! Era eccitato?! Hai detto che sta salendo?" alzò involontariamente la voce ma alla conferma del portiere ringraziò e riagganciò il telefono, disorientato. Nel silenzio del palazzo sentì il rumore dell'azionarsi dell'ascensore e si diresse verso la porta, deciso a capire cosa diamine fosse successo.

Le porte dell'ascensore si aprirono quando ancora Darren era concentrato a guardarsi voltato sul fianco, con le braccia sollevate, leggermente incurvato in avanti. Vide il riflesso di Chris in un secondo momento e si voltò, abbassando le braccia, inconsapevole della conversazione appena avvenuta. Non era preparato a trovarselo davanti subito, così, ma quando vide l'amico in evidente imbarazzo farsi avanti per controllare qualcosa e che, quel qualcosa, si trovava pericolosamente nella zona incriminata, non solo arrossì anch'esso ma si portò subito entrambe le mani a nasconderla.
Il gesto non fece altro che confermare a Chris le parole di Paul. Spostò velocemente lo sguardo al volto di un Darren palesemente atterrito, portandosi una mano davanti la bocca. In un primo momento sarà potuto sembrare un gesto teatrale ma dopo pochi secondi servì a nascondere un imminente ondata di risa. Non riuscì a smettere. L'imbarazzo scemò non appena vide il rigonfiamento nei pantaloni di Darren; le risate sicuramente aiutarono uno sconcertato Darren a calmare i bollenti spiriti - finalmente! - e fare qualche passo in direzione del ragazzo. Dal momento che le risate non intendevano terminare Darren ne risentì, non disse nulla, ma oltrepassò Chris per dirigersi a grandi passi oltre la porta d'ingresso.

"Aspetta Darren!" cercò di sedare l'ilarità, seguendo Darren all'interno del proprio appartamento. "Scusa Darren, dai, fermati!" chiudendo la porta dietro di se vi si appoggiò contro facendo scattere la serratura. Osservò il collega da quell'angolazione e quando si voltò non potè fare a meno di abbassare nuovamente lo sguardo in quella direzione, stringendo le labbra per trattenersi. Non vedeva l'ora di assistere a quel genere di reazione ma sperava di esserne, nel caso, la causa. Non poteva sapere che era effettivamente così.

Darren visibilmente imbarazzato e anche confuso per l'andamento della serata, si voltò verso Chris ancora appoggiato alla porta e vederlo riportare lo sguardo alle sue parti intime lo fece, in un certo senso, eccitare ancora di più. "Chris smettila! Non è divertente!" Ancora una volta si voltò repentinamente lasciando Chris esterefatto e chiaramente senza parole. Passò qualche secondo prima che riprendesse la parola, senza staccarsi dalla porta. Non posso dire che la reazione di Chris fu istantanea ma certamente non rimase indifferente, il che gli fece drasticamente interrompere il momento d'ilarità.
Si schiarì la gola ma rimase a distanza di sicurezza; si era finalmente accorto anche dell'abbigliamento del collega. I jeans stretti e quella polo rossa, che tante volte aveva omaggiato di complimenti poichè faceva risaltare la sua carnagione, salendo fino alla nuca circondata da ricci morbidi attraverso i quali desiderava infilare le dita. Neanche durante le prove della scena del bacio era riuscito a farlo.

"Hai finito?" la domanda irritata di Darren lo fece tornare al presente e mise a fuoco la situazione al completo, cercando di mettere insieme una frase di senso compiuto.
"Darren, dimmi, ti sei forse fatto aiutare da qualche farmaco...particolare?" l'espressione eloquente di Chris lasciò interdetto Darren, letteralmente. Non poteva essere più fuori strada di così. Era esasperato ormai.
Prima di rispondere fece qualche passo verso la ches-long dell'arredamento molto minimal del loft, si tolse la giacca e l'appoggiò sopra rimanendo in maniche corte. Fece tutto con la massima tranquillità, quindi si sdraiò per lungo, incrociando le gambe e portando le mani sotto la nuca in posizione di perfetto rilassamento.
"Non puoi essere più fuori strada di così Chris" mormorò dando modo al più giovane di osservarlo, avvicinandosi. Il momento goliardico aveva ridato, in un certo senso, sicurezza a Darren che, nonostante il problema, riusciva a sentirsi ugualmente a suo agio. Chiudere gli occhi e rilassarsi gli dava modo, soprattutto, di non guardare Chris anche se chiudere gli occhi avrebbe potuto riportare a galla immagini di cui preferiva dimenticarsi.

Chris, avvicinandosi, osservò il collega. Quella era la sua postazione preferita, si sdraiava li ogni volta che veniva a trovarlo, era l'acquisto più azzeccato che avesse fatto nella sua vita. La polo rossa, in quella posizione, lasciava scoperta una buona parte del ventre piatto di Darren, ombrato dalla peluria scura che scendeva oltre il bordo del jeans dove quel pericoloso rigonfiamento rischiava di farlo impazzire, ora che era concentrato a fissarlo. Deglutì riportando lo sguardo in alto, verso il suo volto, per accorgersi che Darren aveva gli occhi socchiusi ma che lo stava guardando. "Oh! Allora...cos'è successo?" sorpreso in flagrante si sentì come un bambino trovato con le mani nella marmellata. Si mosse velocemente verso la poltrona al fianco della ches-long e si sedette, entrando nel ruolo psicologo/paziente, cosciente del rossore che gli era salito alle guance. Il rossore non sfuggì a Darren, che lo seguì con lo sguardo, incurvando istintivamente le labbra in un sorriso di seducente consapevolezza. Si voltò sul fianco, nella sua direzione, e abbracciò il cuscino cilindrico per comodità.

Il silenzio della casa si fece all'improvviso opprimente dopo l'iniziale trambusto. Chris, accomodato in poltrona, accavallò le gambe e l'osservò con il viso mestamente appoggiato sul palmo della mano. Rischiava ogni volta di perdersi in quegli occhi nocciola se non distoglieva lo sguardo quanto prima. Aspettava la risposta del collega, mentre questo si voltava verso di lui e trovava la posizione più comoda. Era stato Darren ad autoinvitarsi, era quasi l'una di notte e cominciava a sentirsi stanco.
Mentre Chris attendeva con un certo nervosismo le parole del collega, questo era intento ad osservare il pavimento come se fosse la cosa più importante. Il viso di Darren si trovava a pochi centimetri dal braccio di Chris, quello appoggiato al bracciolo, e difatti quest'ultimo si sporse con il busto in direzione della ches-long nel tentativo di farlo parlare.
"Darren non abbiamo tutta la notte. Domani..anzi, oggi, abbiamo le riprese e lo sai che non sopporto avere le occhiaie. Odio tutto quel trucco in faccia!"
borbottò Chris in direzione di Darren facendogli, come risposta, solamente sollevare le spalle. A questo gesto così drammatico del collega cominciò a preoaccuparsi.
Mosse istintivamente il bracco verso il volto di Darren appoggiando le dita sotto il suo mento e, facendo una leggera pressione, glielo sollevò in modo da poterlo osservare e tentare di capire i suoi pensieri. "Se non hai voglia di parlare lo posso capire. Dimmi solo se è capitato qualcosa." gli disse queste parole con sincerità, osservandolo in modo molto serio. Incontrare il suo sguardo lo fece vacillare per un istante ma non tolse la mano e vedere che Darren non accennava a spostarsi, nè sembrava intenzionato a dire alcunchè, non gli fece distogliere lo sguardo ma, anzi, ci sprofondò dentro rischiando di lasciar trasparire i propri sentimenti. Come si dice gli occhi sono lo specchio dell'anima e i suoi, così chiari, a volte sembravano un libro aperto. Soprattutto per Darren.

In risposta Darren poggiò una mano sul braccio teso dell'amico, senza rispondere, e strinse pigramente in un muto ringraziamento. L'istinto gli diceva di aggrapparsi a quel braccio, tendersi in avanti e baciare il meraviglioso ragazzo che aveva di fronte. Riusciva quasi a vedersi mentre lo faceva. La ragione, per fortuna, o forse per sfortuna, invece, lo bloccò ma ugualmente non spostò la mano. La posizione, per entrambi, non era delle migliori se mantenuta per un tempo eccessivamente lungo e quindi, alla fine, si ritrassero quasi nello stesso momento lasciando però nell'aria la sensazione di qualcosa d'incompiuto. Entrambi riuscivano a sentirla ed entrambi fecero fatica, per i secondi successivi, a riacquistare la concentrazione.

Il primo a parlare fu Darren, questa volta. "Forse è il caso che torni a casa." Si stringe al cuscino dopo quelle parole lanciando la palla a Chris, che la raccolse con un geniale "Resta. Puoi stare nella zona dedicata agli ospiti. In ogni caso sei davvero strano!" Il tono era talmente serio che persino Darren colse una nota stonata.
Si tirò su, sedendosi e voltandosi in direzione dell'amico. Aggrottando la fronte lo fissò accigliato. Era tentato di parlargli del motivo della sua presenza nel suo appartamento, era andato li per quello no? Più incontrava il suo sguardo, però, più le parole gli si bloccavano in gola come se fossero qualcosa di totalmente fuori luogo. Insensate. Forzate. Quindi annuì all'invito di Chris e si alzò, aspettando che egli facesse lo stesso.

Nei minuti successivi, senza che nulla fosse risolto, Chris accompagnò Darren nella sua zona della casa - perchè essendo un loft non erano presenti muri, solo divisori ricavati da separè o costruzioni provvisorie, sempre in tema con l'arredamento  - . Prima di salutarlo e ritirarsi lo guardò perplesso, cercando di trattenere un sorriso che purtroppo non tardò a comparire. "Me lo vuoi dire se ti sei fatto aiutare dalla pillola blu? Dai! Prometto che non rido e non giudico. Prometto!" sollevò le mani in alto per accentuare il suo giuramento, tentando inutilmente di restare serio.
Darren dalla sua lo fissò sollevando le sopracciglia, socchiudendo le labbra come a voler replicare ma alla fine mormorò un caustico "Va bene, lo ammetto. Ho preso del viagra." Sembrava talmente imbarazzato dall'ammissione che Chris spalancò gli occhi e ammutolì all'improvviso, scioccato. "Io non stavo parlando sul serio. Ma...hai problemi...con il tuo...?" non sapeva cos'altro dire. Lui stava davvero scherzando, voleva sdrammatizzare. Boccheggiò come un pesce per il minuto successivo aspettando che il collega gli rispondesse ma non appena Darren sollevò lo sguardo capì che stava scherzando e si fece scappare un sospiro di sollievo. Era palesemente di sollievo.
Infatti Darren, piacevolmente meravigliato, si portò le mani sui fianchi e con il suo tono più provocatorio esclamò un "Sembri sollevato. Non ho capito se per lo scherzo o per l'assenza del problema!"

Chris ebbe la decenza di arrossire ma raccolse la provocazione in modo elegante, non abboccando, anche se il tono risultò leggemente isterico "Chi ti avrebbe sopportato se fossi risultato impotente! Avresti infranto i sogni di tutte le tue ammiratrici..." alla risata del collega riprese velocemente "Ora dormi! Domani abbiamo le riprese. La prossima volta che hai intenzione di farmi perdere delle ore di sonno almeno avvertimi prima"
Fingeva di essere indignato ma gli veniva ugualmente bene. Con il naso all'insù, in un'autentica imitazione di Kurt, si voltò e se ne andò verso la sua camera che distava da quella di Darren un separè e una libreria. Lo seguì la risata dell'amico e il suo urlo "Non ho nulla da mettermi!" a cui Chris rispose da lontato, dopo un secondo d'esitazione di troppo "Dormi nudo! Non m'importa" - seh -

[...]

Nella casa era sceso il silenzio. Si sentivano solo i ticchettii sincronizzati dei vari orologi che segnavano l'ora. Mancava poco all'alba e Darren ancora non era riuscito a prendere sonno. Non aveva concluso nulla. Non gli aveva detto nulla, ma almeno l'eccitazione era scomparsa. Si sentiva nervoso nonostante non fosse la prima volta che si fermava a dormire da lui...certo le altre volte era talmente ubriaco che non sarebbe riuscito a distinguere il pavimento dalla vasca da bagno!
Dopo essersi inutilmente girato e rigirato cercando la posizione adatta rinunciò e si alzò dirigendosi in cucina. Dal frigo prese una birra in lattina. Chris conosceva i suoi gusti. Ormai era talmente naturale questa cosa che quando ci pensava si sorprendeva di quanto fossero complici le loro vite. In poco tempo erano riusciti a conoscersi senza sforzarsi. Si erano semplicemente trovati, come dicevano gli altri membri del cast.
Non aiutava associare questi pensieri al 'problemino' della sera precedente. Improvvisamente si rese conto che non c'era motivo di preoccuparsi tanto. La reazione era la normale conseguenza a un gesto intimo. Nulla di più.

Con ancora questi pensieri per la testa andò da Chris, facendo attenzione a non fare alcun rumore. Non c'erano porte a chiudere la stanza, quindi si accertò che dormisse profondamente prima di avvicinarsi alla cassettiera ed appoggiarvisi con il sedere. Indossava solo boxer rigorosamente neri. Chris non gli aveva dato nulla da mettersi dopotutto. Incrociando le braccia in modo da essere comodo per bere passò l'ora successiva a fissarlo mentre dormiva. Era supino. L'unico indumento visibile era una canotta bianca poichè il lenzuolo copriva gran parte del bacino del ragazzo. Spuntava una gamba snella da un lato del lenzuolo, lasciata mollemente scivolare al di fuori del materasso. Il braccio destro era piegato sopra la testa, mentre l'altro era appoggiato sul ventre. Era completamente rilassato e ignaro di Darren che lo fissava. Se solo avesse aperto gli occhi, in quel momento, probabilmente non avrebbe risposto delle sue azioni.
Darren fissava il suo volto più che il resto, nonostante lasciasse vagare lo sguardo parecchie volte. Era a poco più di un metro di distanza da lui, mentre sorseggiava la sua birra. Non riusciva a darsi tregua nonostante poco prima avesse concluso che non c'era motivo di preoccuparsi tanto. Appoggiando la lattina vuota sulla cassettiera si avvicinò e s'inginocchio facendo attenzione a non toccare il materasso. Si muoveva misurando ogni millimetro e quasi trattenendo il fiato per non scoprirsi. Appoggiando una mano al muro si sporse in avanti avvicinandosi così al volto di Chris e lo fissò da vicino, ascoltando il proprio cuore azionarsi come una molla; era intenzionato a rivivere il momento, anche se intimamente, per capire. Muoversi in quel modo richiedeva un elevato sforzo fisico ma non sembrava avere problemi; si avvicinò lentamente al viso immobile di Chris, riusciva a sentire il suo respiro calmo attraverso le labbra socchiuse. Si soffermò su quelle labbra ma non si avvicinò e la reazione che quasi aspettava non tardò ad arrivare. Sapeva che avrebbe avuto la conferma solamente se l'avesse svegliato. Sapeva che a quel punto non sarebbe riuscito a resistere. Ne era talmente consapevole, così all'improvviso, che si limitò a spostare il proprio volto verso l'incavo dell collo inspirando il suo profumo e lasciandosi scappare un gemito sommesso.

Si eccitò immediatamente e in modo talmente evidente che dovette stringere un lembo del lenzuolo tra le dita dell'unica mano libera per non rischiare di toccare Chris. Sarebbe risultato fin troppo strano. Tutta la situazione era strana a vederla da fuori. Deglutendo visibilmente si ritirò, costringendosi ad allontanarsi alzandosi in piedi e lo fissò un'ultima volta, consapevole di essersi messo nella merda fino al collo. Scuotendo il capo mormorò un "Cazzo..." sogghignando tra sè. Il più delle volte non aveva idea di quello che stava facendo e questa era sicuramente, una di quelle volte.
   
 
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