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Autore: Vesa290    17/05/2011    2 recensioni
Un Uccellino è stato tradito dalle persone di cui si fidava...
L'Ordine è corrotto, i Templari sempre più potenti...
Tre Aquile del passato scenderanno dal cielo per aiutare l'Uccellino a librarsi in volo con loro...
Ma non sarà facile... Dovrà soffrire e combattere per poter divenire un giorno un'aquila lui stesso...!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altaïr Ibn-La Ahad , Altro personaggio, Desmond Miles , Ezio Auditore, Quasi tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Chapter XVI
 

Shaun si fermò poco prima di entrare del garage sotterraneo e attese uno dei tre antenati, affinchè venissero a parcheggiare la macchina, dato che Desmond era k.o. e non poteva certo usufruire della Mela in quel momento. Quando sentì bussare al finestrino aprì la portiera e scesa, trovandosi faccia a faccia con Falco, a cui passò le chiavi, fingendo la più totale indifferenza, con un certo insuccesso; poi si sistemò dietro, cercando di farsi piccolo piccolo per non svegliare o spostare Uccellino, che era bellamente steso sul sedile posteriore a dormire serenamente, forse dopo tanto.
- Pensavo venisse Ezio...! - Disse Rebecca senza preoccuparsi del fatto che a Falco le loro voci non fossero particolarmente simpatiche.
- Aquila Bianca - E sottolineò il nome - Sta ancora testando i poteri della sua Mela, ma se preferite schiantarvi al muro lo chiamo immediatamente...! -
- No, grazie! Non vogliamo che Desmond riceva la brutta sorpresa di contare due membri in meno domattina...! - Rispose lei sarcastica, stupendo l'inglese.
Falco si tenne le sue repliche e accese il motore, entrando nello scivolo sotteraneo; quando arrivò al piano desiderato, puntò contro il muro e lo sorpassò con tranquillà, come se stesse andando a fare un giretto per la campagna soleggiata!
Al contrario Shaun e Rebecca, strinsero inconsapevolmente gli appigli dell'abitacolo e il loro cuore sprofondò di paio di piani, immaginando lo schianto contro la parete, perciò ci misero un po' a riprendersi e, per quanto volessero sembrare naturali e disinvolti, i loro movimenti rallentati fecero intuire al guidatore quanto in realtà si fossero spaventati.
L'assassino francese aprì la portiera di Desmond e dolcemente lo svegliò, provando un po' di rimorso nel doverlo destare da un sonno tanto sereno. - Uccellino... - Lo chiamò per aiutarlo ad entrare in contatto con il mondo presente - Che ne dici di dormire in camera tua? - Gli propose con tono leggeremente cinico, più per natura che per offenderlo intenzionalmente.
Il moro annuì biascicando qualche lettera incomprensibile, quindi si tirò a sedere e scese dalla macchina, aiutato da Falco, che lo sorresse anche su per le scale, fino in salone, dove lo fece accomodare sul divano.
- Altair... Dobbiamo per forza fare una riunione ora...? - Si lamentò Desmond, sfregandosi gli occhi per la stanchezza.
Ezio gli si avvicinò ridendo con in mano una cassetta bianca con disegnata sopra una croce verde, si chinò di fronte al ragazzo e poggiò la scatola a terra, aprendola ed estraendone del cotone e dell'alcol disinfettante. - Tranquillo, Uccellino! Togliti la felpa, vediamo come ti sei ridotto...! - E indicò le macchie rosse sull'indumento: sangue che non apparteneva solo alle sue vittime...Purtroppo!
Il moro ubbidì, afferando il bordo inferiore della felpa e sollevandola, poichè non aveva la comoda cerniera, ma, quando tirò verso l'alto per sfilarsela, una fitta alla spalla sinistra lo immobilizzò, facendolo gemere. A quel punto, corrugando la fronte, Falco lo aiutò a spogliarsi, privandolo anche della maglietta a mezze maniche. Sulla spalla stava un taglio poco profondo, ma sporco di sangue e dai bordi infiammati, e ferite più o meno simili stavano sparse per il torso, accompagnate da alcuni lividi, che andavano a questo punto ad unirsi ai vecchi, dovuti all'allenamento con Altair e compagnia bella.
- Te la sei cavata bene, Desmond...! - Si congratulò Ezio.
- Nel senso che non si è fatto tagliare via un braccio? - Chiese sarcastico Falco, incrociando le braccia.
- Nel senso che poteva riportare ferite peggiori, Falco! - Confutò alterato, fissandolo truce per qualche secondo, poi spostò lo sguardo su Shaun e Rebecca, qualche passo più in là e fece loro cenno di sedersi al tavolo, assieme ad Altair ad attendere. Anche loro obbedirono, troppo stanchi per rifiutare la cortese richiesta, e si buttarono sulle sedie libere, mentre contemporaneamente il siriano si alzava e prendeva loro delle tazze in cui verso del tè caldo.
- Vi aiuterà. - Disse semplicemente, tornando alla contemplazione del lavoro dell'assassino fiorentino.
Le operazioni di pulitura e disinfezione non durarono più di una decina di minuti e non vi fu neanche bisogno di bendare le ferite, poichè avevano smesso di sanguinare e non erano in punti sottoposti a sforzo, quindi si sarebbero cicatrizzate presto; caso a parte la spalla, che, essendo già debole a causa del maltrattamento subito all'Abstergo, era comunque un'articolazione utile quotidianamente, e qui Ezio dovette fare una fasciatura stretta e rigida.
- Cerca di non usarla per un po', ci siamo capiti? -
Non ottenendo risposta, alzò lo sguardo e vide che, seppur con occhi aperti, Desmond vagava nei suoi sogni, perciò gli diede un lieve scossone e ripetè la frase, ricevendo in cambio un vago segno di assenso; quindi passò alla mano, alla cui vista una smorfia gli deformò il volto. - Figlio di puttana...! - Imprecò, riferendosi all'arteficie di quell'opera.
Questa volta non appena l'alcol toccò la pelle danneggiata, sporca e gonfia, Uccellino si riscosse e, sibilando dal dolore, si ritrasse, facendo irrigidire i presenti per la preoccupazione.
- Desmond... - Lo chiamò semplicemente Ezio protendendo la mano per ottenere quella del novizio, che lentamente gliela porse, trattenendo il respiro durante i primi tamponamenti col disinfettante, poi si abbituò al trattamento e si rilassò, almeno in parte.
Una volta che la bendatura fu completa, Falco lo portò in camera a dormire.
- Notte, Uccellino... - Lo salutò, avviandosi alla porta.
- Mi dispiace, Falco... - Disse Desmond, riferendosi ai due nuovi coinquilini.
Il francese sospirò e si spostò la lunga frangia di lato - Preferisco avere due nidiacei in più tra i piedi, che perdere un uccellino... - Ed uscì dalla stanza, richiudendosi l'uscio alle spalle.
Quando rientrò nel salone, notò con la coda dell'occhio che Pettirosso stava provvedendo per conto proprio alle cure delle sue lievi ferite e chiese - Merlo? -
Il quattrocchi lo guardò di sfuggita e rispose - In bagno. -
Avuta l'informazione che cercava si diresse ai suoi computer e li accese entrambi.
- Uccellino come sta? - Domandò Altair, sistemandosi meglio sulla sedia.
- Stanco,febbrile e dispiaciuto. Credo si sia già addormentato. - Aggiornò il francese, mentre cominciava a smanettare sulle due tastiere.
Improvvisamente e silenziosamente, Ezio, che aveva finito di versare un liquido bianco e opaco dentro una siringa usa e getta, fece un cenno col capo ad Altair ed insieme si diressero verso la camera di Desmond.
Il ragazzo era già piombato nel mondo dei sogni, ma questo voleva dire ben poco per gli assassini, a causa del sonno leggero che li caratterizzava; quindi il siriano si sedette sul letto, coprì con una mano gli occhi dell'ignaro addormentato e con l'altro gli bloccò il polso del braccio sul materasso.
- Mmmhhh...! - Mugugnò il moro in procinto di svegliarsi.
Rapido, come un dottore esperto, Ezio inserì l'ago nell'incavo del gomito e immise il medicinale, gradualmente, per evitare shock immunitari. Desmond, ormai sveglio seppur confuso, reagì alla familiare sensazione di dolore e cercò di divincolarsi, ma la presa salda delle mani di Altair lo tennero sdraiato per il tempo necessario all'iniezione; quando poi avvertì l'ago venir estratto dalla pelle e la presa indebolirsi, scattò allontanandosi e addossandosi alla parete, mentre con lo sguardo sconvolto inquisiva i due compagni. Questi non fecero una piega e immobili attesero che i nervi di Uccellino si rilassassero; quando ciò avvenne, diversi minuti dopo, la tensione nella camera sciamò via e tutti riottennero il dono della parola.
- Tutto bene? - Fu la semplice domanda dell'assassino arabo.
Desmond annuì, mentre scivola nuovamente sotto le coperte e riappoggiava la testa pesante sul cuscino soffice. - Cosa...? -
- Un semplice antibiotico, stai tranquillo. L'effetto è più rapido di una pasticca. Domani starai meglio, vedrai...! - Lo rasserenò l'italiano e, avviandosi verso la porta con il compagno, spense la luce ed uscì chiudendosi l'uscio alle spalle.
Tornati nel salone, notarono immediatamente, al margine del loro campo visivo, Rebecca, che, oltre ad essersi medicata, si era anche cambiata di abiti, indossando quelli comprati alla Romanina.
- Quando li avete recuperati? - Domandò lei non appena li vide.
Altair, ovviamente, non rispose e si accomodò al tavolo, iniziando a sbucciare una mela che mangiò con tutta calma, proprio col proposito di non parlare affatto con quelle due persone, di cui doveva ancora digerire la presenza; fu dunque compito del socievole Ezio dialogare con la ragazza. - E' stato solo un caso. Ho trovato la macchina mentre cercavo Desmond e ho recuperato le buste. -
- Perchè? -
L'italiano fece spallucce. - Non lo so. Semplicemente stavano lì e le ho prese. Al massimo le avremmo riportate al negozio...! -
- Bè... Grazie...! - Disse sottotono Rebecca sistemandosi una piega della maglia.
- Avete detto qualcosa? - Li interrogò Falco, voltandosi a guardarli impassibile.
- Quando? - Chiese di bottò Rebecca non comprendendo a pieno la domanda.
- A quelli dell'Abstergo...! - Il tono del francese si fece improvvisamente impaziente e suscettibile.
Shaun lo guardò con fare di sfida dritto negli occhi, mettendo una mano davanti all'amica per intimarle di non parlare. - E se avessimo detto "qualcosa"? - chiese burbero.
La tensione si fece tangibile tanto da poter essere tagliata con un coltello. Poi improvvisamente Altair si alzò dal tavolo e buttò nel secchio la buccia del frutto, che aveva finalmente finito di mangiare. - E' tardi. Merlo, Pettirosso, quando entrate in camera non svegliate Uccellino. - E detto ciò se ne andò dalla sala, dirigendosi nella sua stanza.
Anche Rebecca e Shaun fecero lo stesso, sentendosi la schiena quasi perforata dalle occhiatacce di Falco, che continuava imperterrito a fissarli truce.
Una volta soli Ezio domandò in francese - Dici che hanno parlato? -
- Dico che sono degli idioti con la "i" maiuscola. -
L'altro attese la risposta consona al suo interrogativo.
- No. - Disse semplicemente, tornando ai suoi computer.
- Ti fidi di loro adesso? -
- No... Ma mi fido di Uccellino. -
Ezio sorrise e scosse la testa, constatando quanto potesse essere testardo il compagno a volte, ma l'importante era che avesse accettato la presenza di Shaun e di Rebecca e che non ce l'avesse più con Desmond.
Ora erano al sicuro. Questo bastava.
Stiracchiandosi la schiena per la stanchezza, anche lui andò in camera a dormire, lasciando al trentaduenne il primo turno di sorveglianza. 

Quando, dopo una quanto mai breve, ma placida notte, giunse l'alba, fu Ezio ad andare a svegliare i ragazzi più giovani, incapaci di alzarsi da soli senza l'allarme di qualche rumorosissimo orologio.
- Giù dal letto pigroni! Il mattino ha l'oro in bocca! -
Ovviamente il primo a rispondere fu Desmond, che si buttò di peso giù dal suo giaciglio, soffocando un lamento per il contraccolpo.
- Des, tutto bene? - Domandò divertito l'italiano davanti a quella scenetta.
- Stavo meglio prima...! - Rispose alzandosi un po' barcollante e ancora intontito dal sonno.
- Merlo, Pettirosso! Sveglia, forza! -
- Ma che ore sono? - Chiese Shaun con tono alterato e rigirandosi nervosamente sotto le coperte.
- Le cinque...! - Annunciò entusiasta Ezio, godendosi già le repliche, che non tardarono ad arrivare.
- Ma siete impazziti?! Vi pare un orario consono per venire a rompere?! - Sbraitò Rebecca, lanciando il cuscino contro il povero ed innocente Desmond, che, non vedendo per via del buio che attanagliava la camera, ricevette il colpo senza neanche riuscire a difendersi.
- Ma io che c'entro! -
- Sono tuoi parenti! Di' loro qualcosa per la miseria! -
- Altair è già uscito? - Cambiò argomento il moro, guardando il suo antenato.
- Sì. Ha detto che andava a prendere qualcosa di decente da mangiare per colazione. -
- Oh, bene...! - Disse estraendo dei vestiti puliti dall'armadio - Allora ho tempo di farmi una doccia. Sono tutto sudato da ieri. Shaun, Rebecca in piedi! Se volete entrare nelle grazie di Altair dovete stare alla sua tabella di marcia...! - E detto ciò uscì dalla camera.
- Ma è una cosa inumana...! - Sbadigliò l'inglese tirandosi su e cercando di svegliarsi, seguito dall'amica.
- Vi aspetto di là. - Annunciò semplicemente l'assassino fiorentino dileguandosi anche lui.
- E chi ha mai detto che volevo diventare amico di un assassino psicopatico di più di ottocento anni? - Chiese retorico Shaun, senza alzare troppo la voce.
- Se è per questo non abbiamo neanche mai detto esplicitamente che volevamo restare con loro...! - fece notare Rebecca, mentre cercava l'interruttore della luce, trovandolo solo dopo un'accurata e minuziosa ricerca.
- Implicitamente però era chiaro, no? -
- E la cosa ti disturba? -
L'inglese fece spallucce, superando così l'argomento e iniziandone uno nuovo. - Pensi che William avrà saputo del trattamento che quelli dell'Abstergo ci hanno riservato? -
- Hai sentito quell'idiota col camice, no? Hanno tenuto l'Ordine all'oscuro di tutto. Forse dovremmo parlarne con Desmond e cercare di farci aiutare... -
- E per cosa? -
- Per metterci in contatto con William e riferirgli tutto quanto! -
- E farci tagliare la gola da Altair?! -
- Per questo ho detto di chiedere il supporto di Desmond...! -
- Non credo che appoggierà la nostra causa. Ti ricordo che anche William è stato poco cortese nei suoi confronti. Non ha alcun motivo valido per esporsi al nemico solo per scambiarci due chiacchiere...! -
- Lo so, ma se riuscissimo a far rinsavire William e ad allontanarlo da Vidic, Desmond e gli altri potrebbero avere un alleato in più su cui contare...! -
- Questo è fuori discussione. - Disse Desmond entrando in camera e sedendosi sul letto, mentre ancora si frizionava i capelli per asciugarli.
- E perchè mai? -
- Primo: Altair e gli altri non lavorano mai con altre persone. Non si fidano di nessuno, tanto meno di William e per ora anche di voi. Secondo: William è completamente soggiogato dalla corruzione che gli artefatti già in mano ai templari gli hanno indotto. E terzo: io personalmente non ho alcuna intenzione di averci alcun tipo di contatto. -
- E forse, è solo per quello che non ci aiuterai...! - Osservò tagliente Shaun, incrociando arrogantemente le braccia sul petto.
- Forse. Comunque per ora non possiamo muoverci. Bisogna far calmare le acque, sia lì fuori, che qui nel Nido...! - Parlò senza guardare nessuno in faccia e alla fine uscì nuovamente dalla camera, dirigendosi verso il salone.
Rebecca, invece, occupò il bagno, controllando che nessuno degli antenati dovesse usufruirne, quindi ci si chiuse dentro, prendendosi tutto il tempo necessario, incurante di Shaun che attendeva in camera, e lieta che, oltre al vestiario, Ezio avesse recuperato anche la roba da bagno, che si era "comprata" il giorno precedente.
"Quasi quasi me la faccio anch'io una bella doccia calda!" Ed aprì l'acqua della doccia, preparando tutto l'occorrende di cui solo una ragazza poteva aver bisogno per una semplice lavata veloce.

Desmond entrò nella grande sala, stupendosi alla vista di Falco che smanettava con una grande scheda madre e vari pezzi di quello che doveva essere una volta un computer portatile.
- Buongiorno...! - Salutò esitante, osservando l'operato del compagno con una certa curiosità.
- Dormito bene, Uccellino? - Domandò l'altro senza distrarsi dal lavoro.
- Mh-mh...! - Annuì vagamente il moro, sedendosi al tavolo. - I due computer che ti sei fatto non sono abbastanza? -
Eh, già! Falco, poco soddisfatto delle prestazioni dei computer standard che venivano messi in vendita nei normali centri di elettronica, aveva presto imparato qualche trucco per farsi da sè un calcolatore informatico, con tutti i programmi e la potenza di cui necessitava per le sue ricerche e le sue stupende azioni di hackeraggio dei sistemi dell'Abstergo.
- Non è per me. -
- Ezio? - Propose Desmond, voltandosi a guardare l'interessato, che seduto sul divano, ricambiò lo sguardo e fece spallucce scuotendo la testa; a quel punto il ragazzo guardò il francese con un certo cipiglio spazientito.
- E' per la tua amichetta. -
Il moro strabuzzò incredulo gli occhi e spalancò la bocca ammutolendosi per diversi secondi. - Stai scherzando!? - RIuscì a dire infine.
- Affatto. Hai detto tu che è brava con i codici e con l'elettronica in generale...! -
- Non credevo che ti fidassi tanto da affidarle un computer! -
- Per questo lo sto modificando. Così potrò mappare i suoi movimenti direttamente dal mio computer e bloccarle l'accesso in eventuali sezioni. -
- Ah, ecco...! Mi sembrava strano... - Non fece notare che Rebecca avrebbe potuto aggirare quegli ostacoli, semplicemente per il fatto che era impossibile: Falco era un vero genio, superiore perfino alla giovane nerd!
Proprio in quel momento, silenzioso e quasi impercettibile, Altair fece ritorno, entrando nel salone, con una busta di plastica da cui fuoriusciva uno squisito odore di croissant caldi e fumanti.
- Dormito bene, Uccellino? - Domandò semplicemente, avvicinandosi al tavolo e posando l'acquisto.
Desmond non potè trattenere un sorriso ilarico, notando come i suoi antenati si assomigliassero anche con secoli di distanza. - Sì, grazie. - Rispose allungando una mano per scegliersi il proprio cornetto.
- Quello con la marmellata è mio...! - Esordì Ezio, aggiungendosi alla tavolata.
- A Merlo e Pettirosso li ho presi semplici. - Avvisò l'arabo con voce che non accettava rimbrotti; motivo per cui il moro fece semplicemente spallucce, afferrandone uno ripieno di crema pasticcera e dandogli un grande morso. Dopo il primo boccone si accorse di quanta fame avesse e finì per buttare giù il resto della colazione in pochi secondi, lieto di constatare che il compagno più anziano avesse provveduto a prendere due per ciascuno, quindi afferrò il secondo cornetto e lo divorò con altrettante voracità e, solo dopo un caldo espresso, si sentì abbastanza soddisfatto; quando poi una scatola di cartoncino gli toccò la fronte con un leggero colpetto, la afferrò osservandola e si voltò verso Altair, accanto a lui, che gli disse - Prendine una adesso e una stasera dopo cena. -
- Come vuole, Doc! - Scherzò Desmond preparandosi il bicchiere d'acqua in cui far sciogliere il medicinale, poi con tono basso aggiunse - Grazie, Altair... -
L'assassino siriano, che in quel momento era poggiato al ripiano della cucina a braccia incrociate, sorrise lievemente e, dopo una simpatica scompigliata di capelli al giovane allievo, si avviò verso il corridoio, incontrandosi con Shaun, che fissò truce prima di dileguarsi.
- Che ho fatto?! - Chiese esterrefatto l'inglese alzando le braccia esasperato.
Il moro rise sotto i baffi e buttò giù il bicchiere in un solo sorso, quindi parlò - Tranquillo. Altair fa sempre così con gli estranei. -
- E per quanto ancora ci vedrà come tali? -
L'americano ci pensò un po', poi rispose - Per parecchio. Quindi abituati in fretta alle sue occhiatacce! -
Shaun sbuffò scocciato, ma Rebecca, entrando nella sala, gli diede una spintarella sulla spalla per farlo avanzare verso il tavolo. - Piantala di brontolare per qualsiasi cosa! - e si sedettero a mangiare.
- Merlo, questo è per te. - Disse Falco a fine pasto, passando l'apparecchio elettronico, modificato fino all'ultimo codice, alla ragazza, che lo prese con un grande sorriso e, dopo esserselo rigirato tra le mani lo accese senza esitazione e ne visitò i contenuti.
- Wow! C'è anche un programma di hackeraggio dei sistemi di videosorveglianza e uno per crackare password e percorsi file! E' tutta roba tua?! -
- Di chi altri se no? -
- Figo...! - Disse lei, ributtandosi sul laptop.
- Gradirei che non cercassi di sabotare i programmi di restrizione che ho impostato. - Avvisò Falco, con la sua solita calma, che nascondeva un'ostilità da non sottovalutare affatto.
- D'accordo. Immagino che tu possa anche controllare i miei percorsi di ricerca dal tuo computer. -
- Senza possibilità di scampo, tanto per essere chiari. -
- Altrimenti cosa? -
- Puoi scordarti di arrivare al giorno dopo. -
Rebecca alzò le mani in segno di arresa - Messaggio ricevuto! Piuttosto come sta ad autonomia? -
- La batteria basta solo per otto ore, non ho trovato di meglio. Ma si ricarica in due ore soltanto. - E detto ciò posò sul tavolo il cavo di alimentazione, che Rebecca afferrò e usò per collegare il portatile alla presa elettrica. Probabilmente il computer era scarico o con poca energia residua.
Falco, soddisfatto della sua buona azione, si staccò dal gruppo e si sedette nel suo angolo di paradiso informatico a fare... Bè le solite cose che faceva ogni giorno, qualsiasi cosa fosse!
- Desmond sei riuscito a rifarti la fasciatura alla spalla? - Prese voce Ezio a quel punto.
- Sì, certo. -
- Fammi controllare, dai...! -
- Cos'è non ti fidi? -
- In effetti no. - E si piazzò davanti il ragazzo, attendendo che si spogliasse nella parte superiore del corpo.
Desmond sbuffò sconfitto e si lasciò ispezionare docilmente, godendo tra sè e sè nel vedere la faccia di Ezio mentre si imbronciava, nel constatare che in effetti la fasciatura era stata fatta e stretta molto bene. - Soddisfatto? -
Il fiorentino sorrise beffardo e gli diede una pacca sull'articolazione ferita, facendo uscire al novizio un sibilo di dolore. - Sì...! - E si avviò verso la porta d'ingresso, afferrando il giubbotto da moto e il casco.
- Vuoi che venga con te, Ezio? -
- Voglio che tu rimanga a riposo, Uccellino. Oggi farai solo un po'... Un bel po' di teoria con Falco. Buon divertimento! -
- Che spasso...! Non vedo l'ora! -
- Prego? - Domandò il francese guardandolo truce.
- E chi ha parlato! - Si affrettò a difendersi il moro, alzando le mani in segno di innocenza.
Il fiorentino, ridendo tra sè, uscì, lasciando la stanza nel silenzio più assoluto.

 Il resto della giornata Falco stupì i tre ragazzi con una lunga ed estenuante lezione sulle regole da tenere all'interno della squadra, su come ci si dovesse muovere per strada, su come comportarsi in determinate situazioni e con determinate persone, Altair in primis e poi con eventuali informatori, assassini dell'ordine e templari; a seguire testò le conoscenze di primo soccorso di Shaun e Rebecca e fece loro qualche sporadica domanda sulle loro missioni passate o sulle tecniche di assassinio che conoscevano, storcendo il naso nello scoprire che in quel campo erano parecchio scarsi, ma fece una faccia più soddisfatta quando riuscì a farsi un'idea generale sulle ottime conoscenze storiche dell'inglese e su quelle da nerd della mora.
Poi organizzò delle partite di scacchi per regisrtare le capacità tattiche dei due, e tenere in esercizio Uccellino, poi fece a tutti e tre un quiz rapido di domanda e risposta per vedere la velocità di pensiero e di reazione dei suoi discepoli. Quando finalmente si fecero le sei di sera e il sole iniziò a scendere, lasciò tirare loro un sospiro di sollievo.
I tre si sentivano il cervello in fumo e mai, mai, avrebbero immaginato che quella giornata sarebbe potuta essere così irrealisticamente pesante; ma furono lieti, soprattutto Merlo e Pettirosso, di non aver dato una brutta impressione di loro a Falco.
- E pensare che se avessi letto in un libro di tre beoti che si fanno interrogare tutto il giorno su qualsiasi cosa, avrei pensato che lo scrittore era un idiota e che fosse una cosa impossibile! - Protestò Shaun riempendosi l'ennesimo bicchiere d'acqua, tanto aveva la gola secca.
- Taci ti prego...! - Supplicò Rebecca, cercando di diventare un tutt'uno con la poltrona su cui stava spalmata. - Ho il cervello pieno di chiacchiere... Ora gradirei un religioso silenzio...! -
- Guarda il lato positivo della cosa, Rebecca...! - Cercò di tirarla su di morale Desmond.
- E sarebbe? -
- Non sentirai più parlare Falco per parecchio tempo, visto che è riuscito a togliersi tutte le sue curiosità in un giorno! -
- Mai sentita l'espressione "andare per gradi", Miles? - Rimbrottò con il suo solito tono acido Shaun.
- Fidati che è meglio così...! - Rispose l'altro mentre faceva qualche esercizio di stretching, poichè aveva il corpo indolenzito dalla sedentarietà di quelle ore.
- Ma Altair? Non è più uscito dalla sua stanza neanche per pranzo... Sta bene? - Chiese curiosa Rebecca, tirandosi su a sedere composta.
- Non sono affari tuoi. - Disse secco Falco.
Ma Desmond, ignorandolo, spiegò tra un esercizio e l'altro - A volte succede che si chiuda in camera sua per tutto il giorno. Potremmo dire che dorme o che per lo meno riposa. Oppure passa il tempo a fare mente locale e ad organizzarsi... -
- Ed ad organizzare noi...! - Aggiunse Shaun mentre faceva a spicchi una mela.
- Sì... Anche! -
Completati tutti gli esercizi che gli furono possibili senza forzare la spalla, Desmond si massaggiò dietro il collo e si buttò sul divano. - Falco, quando torna Aquila Bianca? -
- Tra un paio di giorni. -
- Mi alleno con te nel frattempo? -
- Neanche morto. Starai con Aquila Maestra! -
- Tutto il giorno?! - Domandò buttando la testa all'indietro per guardare il francese.
- Tutto il giorno. A parte quando dovrai stare con me, s'intende...! -
- Fantastico...! -
- Se non hai niente da fare, esercitati con la Mela. -
Desmond sbuffò sonoramente ma non protestò. Meglio non farlo mai se non per le cose veramente importanti. Si alzò dal divano e afferrando il suo globo si posizionò al centro della sala; teneva il Frutto sul palmo della mano sinistra, mentre la destra era poggiata sopra senza fare pressione, chiuse gli occhi e fece un paio di respiri profondi, poi, ricordandosi improvvisamente disse agli amici, che ancora poco sapevano della vita nel Nido. - Shaun, Rebecca, state indietro...! -
L'inglese annuì e si sedette sul sofà, semigirato per osservare il compagno mentre lavorava, e Rebecca fece lo stesso.
Uccellino riprese la sua posizione e si concentrò, respirando lentamente e profondamente. La Mela iniziò a risplendere sempre più forte finchè la sala non fu piena di quella calda luce dorata, ma Shaun e Rebecca poterono constatare che nessuno simbolo ne venne fuori come la prima volta, cosa che li lasciò con l'amaro in bocca, poi improvvisamente il moro sparì dalla loro vista e scattarono entrambi in piedi, resistendo però alla tentazione di avvicinarsi al punto ove non vi era più alcuno, e attesero.
- Uccellino, l'aria attorno a te è alterata, correggi la rifrazione della luce. - Lo ammonì Falco, voltandosi ad osservare l'operato del novizio, che riapparve e prendendo un profondo respiro tentò nuovamente, con successo; a quel punto il francese si alzò e afferando la sua Mela disse - Manchi di concentrazione. Vediamo se con un avversario riesci meglio. Giù nel garage. - e uscì.
Il moro riapparve un'altra volta, massaggiandosi nervosamente la nuca e fece cenno ai compagni di seguirlo di sotto, e i due obbedirono, poichè mai si sarebbero persi quello spettacolo.

°°°
Buona sera a tutti! Siamo arrivati al capitolo 16... wow! Non pensavo sarei arrivata così lontano.
In questo chappo come sempre non succede granchè (eccezion fatta per i due capitoli precedenti dove sono riuscita a buttare due scenette d'azione scrauseXD), ma avevo bisogno di far respirare i pg, sapevte, si stancano in fretta! XP
Scherzi a parte, Des aveva DAVVERO bisogno di una giornata tranquilla, più o meno.^^"
Non ho molto da dire.
Vi saluto a tutti con afetto, e un salutone a Bj e Chiby, che hanno dolcemente ed entusiasticamente recensito il capitolo precedente! Grazie bellissime!^///^
See You! ;)

  
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