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Autore: Nerween    17/05/2011    3 recensioni
Due rette parallele non si incontrano mai, ma solo all'infinito.
L'infinito.
Ecco cos'è la nostra amicizia.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Due rette parallele si incontrano all’infinito.

 

I’m listening to your album
and I watched you favorite film
ehi ehi ehi, I missed you today.
Mark Owen, Alone Without You

Un giorno mi hai chiesto a cosa paragonerei la nostra amicizia.
  Bah avevo risposto Proprio non saprei. Non che tu abbia reagito bene, mi hai data della malata ormai senza più speranze, una che non riusciva a mettere due parole insieme per descrivere il nostro rapporto.
Ti avevo chiesto dei giorni, ricordi? In realtà mi serviva tempo. Tempo per mettere tutte le idee a posto, perché ne avevo davvero troppe.
Avevo già intenzione di scriverti in questo modo, sai? Quando quella volta facemmo quello stupido test per perdere il tempo, dove ci chiedevano cosa avevamo fatto di bello per l’altra. Solo allora mi resi conto che, in effetti, non avevo mai fatto qualcosa di notevole per te, e dato che mi è impossibile venire alla tua finestra e cantarti una senerata – sì, perché lo farei – e che scrivere è l’unica cosa che mi riesce, eccomi qui davanti ad un foglio bianco di word.

A cosa paragonerei la nostra amicizia, chiedi?
  Il Sole è troppo grande e accecante per noi, per cui la paragonerei ad una città illuminata di notte. In una notte uggiosa e nuvolosa, in modo che le uniche luci siano solo quelle delle finestre delle case e uffici e delle auto per strada, e non delle stelle e della Luna. Solo io e te, nessun intervento esterno, nessuno di troppo. Uno spettacolo che non acceca né abbaglia, ma che fa restare senza fiato e non fa scostare lo sguardo, troppo impegnato a guardare quel panorama, che non fa male agli occhi, ma li stupisce.
  La paragonerei ad una città illuminata di notte vista da un finestrino di un auto in viaggio. Impossibile da toccare, ma ancora più bella da vedere da lontano. Non ci sei dentro, ma la lontananza fa avere una visione più ampia e bella del tutto. Un po’ come noi. Non ci tocchiamo, non ci vediamo se non da uno schermo, ma ci siamo, ci siamo sempre state. Ed è bello.
  La paragonerei ad una città illuminata di notte vista da un finestrino di un auto in viaggio, da un sognatore che si guarda intorno. Una persona in cerca di ispirazione, come noi. E che resta affascinato dalla bellezza della città, come ancora io sono affascinata e stupita allo stesso modo quando penso a quello che, da quasi due anni a questa parte, abbiamo costruito insieme, nonostante la lontananza.
  La paragonerei al sognatore che ascolta la prima canzone a caso sul suo iPod. La canzone più bella. E non la più bella secondo la classifica dei capolavori di Rolling Stones, non un pilastro della musica come Imagine o Let It Be, ma semplicemente la sua canzone preferita, quella che riesce a farlo emozionare come nessun’altra.
  La paragonerei al viaggio del sognatore, che mentre ascolta la sua canzone preferita guarda dalla finestra e rimane incantato dalla bellezza della città illuminata in una serata nuvolosa. Una traiettoria dritta, verso la meta della sua vita, che guarda il mondo da un finestrino nello stesso modo in cui io guardo te attraverso uno schermo. Perché ciò che rende speciale tutto ciò è il fatto che è come se fossimo sedute su due sedie, una di fronte all’altra, ma senza sfiorarci. Come se il nostro percorso fosse lineare e preciso, ma separato.
  Come se fossimo due rette parallele.
Ma lo dice anche la matematica, nella sua fredda logica:
due rette parallele si incontrano all’infinito.
E quell’infinito è la nostra amicizia.





Dedicato a Chiara,
perchè finalmente ho fatto qualcosa di bello per te.
   
 
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