Non ho parole per esprimere la
felicità che questi commenti mi hanno portato! Grazie ancora a tutte le persone
che stanno leggendo, seguendo e supportando questa storia.
Vi sottopongo uno dei capitoli più
belli da scrivere con la speranza di ricevere nuove recensioni.
Buona lettura.
Terzo Capitolo
Finalmente il grande giorno.
Tra i ragazzi del triennio si
respirava un'aria tesa quella mattina.
Io cercavo di sorridere il più
possibile per non sembrare tesa.
Era questione di poco, le
votazioni erano state fissate per la prima ora.
Entrai in classe e distribuii
personalmente i fogli per le votazioni, e ancora sorridendo mi sedetti al mio
posto.
"Una bella X sul mio nome
e un'altra su...su, non ho deciso a chi dare l'altro voto".
Chiusi gli occhi e con il dito
ripercorsi la lista, un secondo dopo mi fermai.
Sorrisi "guarda un po' il
fato".
Claudio, era questo il nome
accanto al quadratino.
Mi resi conto di non voler
votare lui ma lo feci lo stesso, per partito preso.
Come era ormai tradizione i
vari candidati aspettavano l'esito dello spoglio in aula magna.
La maschera cadde esattamente
appena mi avvicinai al tavolo dove si sedevano i rappresentati durante le
assemblee.
Pensai un minuto a cosa mi
sarebbe toccato fare se avessi avuto la maggioranza dei voti.
Le sensazioni furono tante ma
tra loro non ci fu neanche un po' di paura, ero preparata a ciò che mi
aspettava.
Entrò il preside con alcuni
professori al seguito.
Saltai in piedi come tutti gli
altri.
«Ha avuto il massimo dei voti
la lista numero IV».
Guardai Marco e poi spalancai la
bocca, "cosa? No noi?". Ci speravo sul serio.
Intanto alcuni professori
guardavano il preside in maniera strana, come se quello che avesse appena letto
suonasse nuovo alle loro orecchie.
Io mi ero avvicinata a Marco e
istintivamente l'avevo abbracciato ormai rassegnata.
«C'è un errore» intervenne il
vicepreside entrando nella sala.
Nessuno fino a quel momento
aveva notato la sua mancanza.
Fece altri due passi e porse un
foglio al preside.
«Mi dispiace per lo sbaglio,
abbiamo stampato il responso dell'anno passato, non so come sia potuto
succedere» un breve colpo di tosse per schiarire la voce «Ben 290 hanno portato
all'elezione i tre membri, i tre esponenti della lista II».
«Oh signore!» bisbigliai.
Avevo tutti gli occhi addosso.
Ne fui felice.
Lui accanto mi strinse forte,
qualche secondo dopo arrivo pure Claudio.
Eravamo stati eletti noi e
un'altra ragazza, una certa Serena che mi presentarono poco dopo.
Strette di mano varie e
congratulazioni, mi sentii in un film dove tutto diventa muto e le scene
passano velocemente.
Finalmente mi portarono in
un'altra stanza per festeggiare.
Le mie amiche corsero ad
abbracciarmi.
«Brava! Fatti valere!»,
«Stendili tutti!» erano queste le frasi che riuscii a captare.
Ancora tanta gente che non
riuscivo a riconoscere, erano ovunque e mi confondevano.
Claudio mi si avvicino e mi
disse all'orecchio «non ce le presenti le tue amiche?».
In quel momento il sangue torno
a scorrere regolarmente nelle mie vene, a quelle parole, dette come se non
fosse successo nulla, ripresi colorito.
«Sempre a queste cose pensi!»
gli diedi una pacca sulla spalla.
«Dai vieni» lo presi per la
mano e lo portai verso il centro della sala dove mi aspettavamo le altre.
Dopo aver fatto le dovute
presentazioni li lasciai parlare e mi sedetti in un angolino del palco con
l’intenzione di prendermi un minuto di pausa.
“Troppi fighettini, l’unico se risponde alla descrizione di ‘yeah’ sembra quel tizio là infondo. Strano non me l’hanno
ancora presentato, rimediamo subito!”.
«Ale vieni
a sederti un minuto».
«Mi dica rappresentante dei
miei stivali.»
La mia faccia assomigliava
pressappoco a questa popolare faccina -.- , ma lasciai perdere la battuta.
«Non è che causalmente mi
potresti presentare quel ragazzo là» gli feci cenno.
Probabilmente lui se ne accorse
perché cominciò ad avvicinarsi verso di me.
”Ohoh troppo
tardi, ho fatto danno.” Alessandro in quel preciso istante sparì e mi ritrovai
da sola.
«Ciao, scusami se ti disturbo.
Volevo complimentarmi con te per la vittoria ed esprimerti i più sentiti
auguri. Da quello che ho potuto constatare hai delle ottime attitudini» mi
disse.
Rimasi a bocca aperta senza
farlo notare, avevo davanti un esemplare di uomo perfetto per me “la prima
persona che parla in maniera ricercata”.
«Grazie mille. Cercherò di non
deludere tutte le aspettative e le speranze nei mie confronti» a queste parole
lui sorrise e fece per andarsene.
“Oh no! Aspetta” sguardo colmo
di panico «Aspetta, puoi rimanere se ti fa piacere.» “Qualcosa di più stupido
non poteva venirmi in mente?”.
Sorrise «Ok. Mi presento, mi
chiamo Davide» si sedette accanto a me.
Gli strinsi la mano «Gloria».
«Si l’avevo intuito» mi rispose
ridendo.
“Seconda stupidaggine in due
minuti detengo il record”.
«Scusami, non volevo metterti
in imbarazzo» aggiunse.
“Ma che ragazzo sensibile”.
«Non ti preoccupare la mia
osservazione era abbastanza idiota, mi devi perdonare sono un po' frastornata.
Odio avere troppa gente intorno.»
«Devi imparare a conviverci,
avrai sempre più gente intorno. Ci sono passato, anche io preferisco stare da
solo in disparte» replicò.
«Ti sei candidato?».
«Quest'anno no preferisco agire
da un punto di vista marginale».
«Aiutare senza prenderti il
merito» sospirai, io non ero per niente così modesta.
«Già. Ambiziosa la vostra
lista.»
«Si molto. Con i tempi che
corrono dobbiamo proprio farci sentire. È un nostro diritto e un nostro dovere!
Stanno distruggendo il nostro futuro!» mi cominciai a scaldare e da lì partì
una noiosa discussione sulle problematiche del tempo.
«Abbiamo idee molto diverse»
continuò, ma vedendo arrivare Marco cercò un modo per allontanarsi velocemente
«sono sicuro che ci saranno altri confronti costruttivi e che sarà un piacere
lavorare al tuo fianco. Ci vediamo in giro».
Si alzò e andò via facendo un
cenno con il capo a Marco.
«Capo abbiamo riunione domani,
e tra un'oretta ci vediamo con gli altri al bar qui davanti per discutere sugli
argomenti da portare in collegio. Ne approfitto per presentarti le rimanenti
persone che costituiscono il 'Servizio d'Ordine' sono sicuro che sai di che
parlo...» un sorriso beffardo invase il suo volto.
Annuii per orgoglio, sapevo
vagamente cosa fosse ma sicuramente avrei scoperto ciò che mi interessava
sapere.
.........................................................................................................