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Autore: aliciamaria    17/05/2011    2 recensioni
In questa storia la protagonista è "una me" molto più coraggiosa e perfetta, sempre sicura di se, con i suoi lati deboli, ma che riesce a conquistare tutto e tutti. E' ambientata in quelli che sono i luoghi comuni dei mie coetanei. Tra scuola, primi amori, tra ragazzi "socialmente attivi", che lottano da soli in definitiva solo per sentirsi più grandi. --
In quella frazione di secondo li squadrai dalla testa ai piedi con una certa alterigia tipica del mio carattere.
Il primo alto nella media, una viso perfetto, occhi profondi e ammalianti (oserei dire seducenti), un'aria da ragazzo che si sente superiore e ciò lo rende antipatico.
L'altro alto, magrolino, capelli ricci chiari, occhi intelligenti e accesi, tutto il contrario del corpo di cui facevano parte. Risposi con un sorriso e con uno sguardo altrettanto profondo ad entrambe e tesi la mano, anche se già sapevo chi erano quei due.
I miei acerrimi nemici, i preferiti in assoluto, li conoscevo di fama. Il primo rispose all'occhiata e sostenni il suo sguardo per come si deve.
«Marco» e mi strinse la mano.
Guardai l'altro sempre con la mano tesa, sorridendo un po' spacciata.
«Claudio». --
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non ho parole per esprimere la felicità che questi commenti mi hanno portato! Grazie ancora a tutte le persone che stanno leggendo, seguendo e supportando questa storia.

Vi sottopongo uno dei capitoli più belli da scrivere con la speranza di ricevere nuove recensioni.

Buona lettura.

 

Terzo Capitolo

Finalmente il grande giorno.

Tra i ragazzi del triennio si respirava un'aria tesa quella mattina.

Io cercavo di sorridere il più possibile per non sembrare tesa.

Era questione di poco, le votazioni erano state fissate per la prima ora.

Entrai in classe e distribuii personalmente i fogli per le votazioni, e ancora sorridendo mi sedetti al mio posto.

"Una bella X sul mio nome e un'altra su...su, non ho deciso a chi dare l'altro voto".

Chiusi gli occhi e con il dito ripercorsi la lista, un secondo dopo mi fermai.

Sorrisi "guarda un po' il fato".

Claudio, era questo il nome accanto al quadratino.

Mi resi conto di non voler votare lui ma lo feci lo stesso, per partito preso.

 

Come era ormai tradizione i vari candidati aspettavano l'esito dello spoglio in aula magna.

La maschera cadde esattamente appena mi avvicinai al tavolo dove si sedevano i rappresentati durante le assemblee.

Pensai un minuto a cosa mi sarebbe toccato fare se avessi avuto la maggioranza dei voti.

Le sensazioni furono tante ma tra loro non ci fu neanche un po' di paura, ero preparata a ciò che mi aspettava.

Entrò il preside con alcuni professori al seguito.

Saltai in piedi come tutti gli altri.

«Ha avuto il massimo dei voti la lista numero IV».

Guardai Marco e poi spalancai la bocca, "cosa? No noi?". Ci speravo sul serio.

Intanto alcuni professori guardavano il preside in maniera strana, come se quello che avesse appena letto suonasse nuovo alle loro orecchie.

Io mi ero avvicinata a Marco e istintivamente l'avevo abbracciato ormai rassegnata.

«C'è un errore» intervenne il vicepreside entrando nella sala.

Nessuno fino a quel momento aveva notato la sua mancanza.

Fece altri due passi e porse un foglio al preside.

«Mi dispiace per lo sbaglio, abbiamo stampato il responso dell'anno passato, non so come sia potuto succedere» un breve colpo di tosse per schiarire la voce «Ben 290 hanno portato all'elezione i tre membri, i tre esponenti della lista II».

«Oh signore!» bisbigliai.

Avevo tutti gli occhi addosso.

Ne fui felice.

Lui accanto mi strinse forte, qualche secondo dopo arrivo pure Claudio.

Eravamo stati eletti noi e un'altra ragazza, una certa Serena che mi presentarono poco dopo.

Strette di mano varie e congratulazioni, mi sentii in un film dove tutto diventa muto e le scene passano velocemente.

Finalmente mi portarono in un'altra stanza per festeggiare.

Le mie amiche corsero ad abbracciarmi.

«Brava! Fatti valere!», «Stendili tutti!» erano queste le frasi che riuscii a captare.

Ancora tanta gente che non riuscivo a riconoscere, erano ovunque e mi confondevano.

Claudio mi si avvicino e mi disse all'orecchio «non ce le presenti le tue amiche?».

In quel momento il sangue torno a scorrere regolarmente nelle mie vene, a quelle parole, dette come se non fosse successo nulla, ripresi colorito.

«Sempre a queste cose pensi!» gli diedi una pacca sulla spalla.

«Dai vieni» lo presi per la mano e lo portai verso il centro della sala dove mi aspettavamo le altre.

 

Dopo aver fatto le dovute presentazioni li lasciai parlare e mi sedetti in un angolino del palco con l’intenzione di prendermi un minuto di pausa.

“Troppi fighettini, l’unico se risponde alla descrizione di ‘yeah’ sembra quel tizio là infondo. Strano non me l’hanno ancora presentato, rimediamo subito!”.

«Ale vieni a sederti un minuto».

«Mi dica rappresentante dei miei stivali.»

La mia faccia assomigliava pressappoco a questa popolare faccina -.- , ma lasciai perdere la battuta.

«Non è che causalmente mi potresti presentare quel ragazzo là» gli feci cenno.

Probabilmente lui se ne accorse perché cominciò ad avvicinarsi verso di me.

Ohoh troppo tardi, ho fatto danno.” Alessandro in quel preciso istante sparì e mi ritrovai da sola.

«Ciao, scusami se ti disturbo. Volevo complimentarmi con te per la vittoria ed esprimerti i più sentiti auguri. Da quello che ho potuto constatare hai delle ottime attitudini» mi disse.

Rimasi a bocca aperta senza farlo notare, avevo davanti un esemplare di uomo perfetto per me “la prima persona che parla in maniera ricercata”.

«Grazie mille. Cercherò di non deludere tutte le aspettative e le speranze nei mie confronti» a queste parole lui sorrise e fece per andarsene.

“Oh no! Aspetta” sguardo colmo di panico «Aspetta, puoi rimanere se ti fa piacere.» “Qualcosa di più stupido non poteva venirmi in mente?”.

Sorrise «Ok. Mi presento, mi chiamo Davide» si sedette accanto a me.

Gli strinsi la mano «Gloria».

«Si l’avevo intuito» mi rispose ridendo.

“Seconda stupidaggine in due minuti detengo il record”.

«Scusami, non volevo metterti in imbarazzo» aggiunse.

“Ma che ragazzo sensibile”.

«Non ti preoccupare la mia osservazione era abbastanza idiota, mi devi perdonare sono un po' frastornata. Odio avere troppa gente intorno.»

«Devi imparare a conviverci, avrai sempre più gente intorno. Ci sono passato, anche io preferisco stare da solo in disparte» replicò.

«Ti sei candidato?».

«Quest'anno no preferisco agire da un punto di vista marginale».

«Aiutare senza prenderti il merito» sospirai, io non ero per niente così modesta.

«Già. Ambiziosa la vostra lista.»

«Si molto. Con i tempi che corrono dobbiamo proprio farci sentire. È un nostro diritto e un nostro dovere! Stanno distruggendo il nostro futuro!» mi cominciai a scaldare e da lì partì una noiosa discussione sulle problematiche del tempo.

«Abbiamo idee molto diverse» continuò, ma vedendo arrivare Marco cercò un modo per allontanarsi velocemente «sono sicuro che ci saranno altri confronti costruttivi e che sarà un piacere lavorare al tuo fianco. Ci vediamo in giro».

Si alzò e andò via facendo un cenno con il capo a Marco.

«Capo abbiamo riunione domani, e tra un'oretta ci vediamo con gli altri al bar qui davanti per discutere sugli argomenti da portare in collegio. Ne approfitto per presentarti le rimanenti persone che costituiscono il 'Servizio d'Ordine' sono sicuro che sai di che parlo...» un sorriso beffardo invase il suo volto.

Annuii per orgoglio, sapevo vagamente cosa fosse ma sicuramente avrei scoperto ciò che mi interessava sapere.

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