Sono reduce dalla visione dell’anime in un solo giorno,
il che potrebbe essere una spiegazione valida a tutto ciò.
Sayaka è il personaggio che mi è piaciuto
maggiormente fin dall’inizio, quindi è stato un po’ tutto un colpo al cuore, ma
una scena in particolare (quella di un violinista di spalle nel mondo illusorio
che crea) mi ha veramente uccisa ;_;
Sayaka non ha mai seguito la musica classica.
Non che avesse un giudizio particolarmente negativo su di essa; semplicemente, non
se ne era mai interessata.
Questo l’aveva imbarazzata, all’inizio: come puoi capire cosa prova qualcuno
che non può più suonare la sua musica, se non sai nemmeno di che note è
composta?
Si sentiva a disagio, Sayaka, quando era con Kamijo Kyosuke: perché le
piaceva, e voleva avvicinarsi, ma l’unico tramite erano pause e suoni che non
riusciva a capire.
Non ci aveva nemmeno mai provato.
Le parole che Mami ha
pronunciato non l’abbandonano mai.
Da quel giorno continua a chiedersi se il motivo per cui voleva – e sia poi
diventata – una Puella Magica fosse da considerare
giusto, oppure solo egoista.
Era vero che voleva guarire Kyosuke, che voleva che
tornasse a sorridere, o almeno a sperare, senza distruggersi lentamente e inesorabilmente… ed era vero, che se lui le avesse sorriso
e le avesse rivolto un “grazie”, lei sarebbe stata felice.
Ma non era solo quello.
Era molto, molto di più, eppure… perché è finita a
quel modo?
Perché nessuno le ha detto che quando sarebbe divenuta una strega avrebbe
consumato se stessa con l’immagine di un violinista e il suono di quello
strumento che strideva dolorosamente?