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Autore: VaniaMajor    18/05/2011    7 recensioni
Sesshomaru e Inuyasha, principi di Nishi, difendono il loro regno dai perfidi Naraku e Soichiro cercando al contempo di utilizzare le spade che il padre ha lasciato loro in eredità. Inuyasha ha trovato la sua vera forza nella miko Kagome, ma chi avrà mai il coraggio di stare accanto a Sesshomaru? Intanto, Naraku diventa sempre più potente, tanto da mettere in discussione la profezia che lo vuole sconfitto...Una AU della saga di Cuore di Demone!
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Author's note: Mentre alle mie solite sfighe si aggiunge il mal di denti, ecco a voi un nuovo capitolo, in cui cerchiamo di capire che cosa sta escogitando quel ragnaccio schifoso di Naraku (mi scuso con le eventuali fan dell'aracnide...)!

CAPITOLO 10

CONFIDENZA


La notte ammantava la palude di un’aura particolarmente spettrale. La luce della luna brillava sulla nebbia mefitica che aleggiava a pelo d’acqua, sfiorando come viscidi tentacoli le piante marce penzolanti sullo specchio d’acqua e le canne che crescevano sulla riva fangosa. Una grotta si apriva sulla palude, le cui acque si spingevano anche all’interno. Il demone somigliante ad un insetto forbice strisciò all’ingresso dell’antro buio, aprendo e chiudendo la bocca per il disgusto nell’avvertire l’odore gassoso della palude, poi si inoltrò goffamente all’interno, cercando di non finire nell’acqua per non smuovere il fango e non aumentare la puzza. Non ci volle molto perché la piccola figura bianca di Kanna si facesse trovare davanti a lui con il suo specchio in mano.
«Vieni. Naraku aspetta.» mormorò con la sua voce sempre bassa e calma. 
«Ma proprio in un posto simile doveva aspettare?» borbottò Kiokumushi, non osando lamentarsi a voce più alta. Seguì Kanna più addentro nella grotta gocciolante e buia, dove più avanti brillava un lucore arcano. Giunsero in un’ampia sala di roccia, quasi per metà occupata dal corpo scomposto di Naraku. Kiokumushi rabbrividì, pur avendo già visto quello spettacolo un paio di volte. Almeno altri due personaggi sedevano nascosti dalle ombre della grotta, impedendogli di identificarli.
«Naraku, sono tornato.» disse Kiokumushi, inchinandosi all’hanyo che era suo padrone. Kiokumushi faceva parte della più specializzata rete di spie di Higashi. Essendo in grado di mascherare la propria yuki e il proprio odore, e di rendersi per questo invisibili ai sensi yokai,  gli insetti forbice potevano muoversi in ogni dove con un’alta probabilità di non essere scoperti e Soichiro li aveva utilizzati con grande successo in quella guerra. Era grazie alle loro scoperte se, anni addietro, Soichiro era riuscito a tendere una trappola mortale ad Inuken, Signore di Nishi, e ad ucciderlo. Negli ultimi tempi, però, alcuni di loro avevano offerto la loro più alta lealtà a Naraku. Sembrava evidente che il potere in Higashi stava per spostarsi di mano e quelli di loro con il fiuto più affinato avevano già capito chi si sarebbe seduto sul trono di lì a non molto. 
«Che novità?» chiese la testa di Naraku, appesa tra le tante orribili appendici scomposte.
«Il sovrano inizia a spazientirsi per la tua assenza.- riferì Kiokumushi, borbottando- Naraku, dovresti stare più attento. Il sovrano è furibondo per il tuo fallimento nell’uccidere quella donna, che a quanto pare si è unita alla compagnia di Sesshomaru, e la tua conseguente scomparsa…» Un’enorme zampa di ragno si abbatté accanto a Kiokumushi, costringendolo a farsi da parte con uno stridio terrorizzato per non essere schiacciato.
«Sei audace ad affermare con tanta sicurezza che ho fallito, insetto. Non parlare come se mi stessi nascondendo alla vecchia tigre.- disse Naraku, comunicandogli che si era preso troppe libertà- Hai detto a Soichiro che sono in fase di trasformazione?»
«Sì, ma non si è calmato molto nel saperlo.- disse il demone, deglutendo a fatica- Sa anche lui che non è il periodo solito. Come mai ti sei rintanato quaggiù?»
«Ho avuto un assaggio del potere della spada Inuyasha e sto modificando il mio corpo in modo da averne ragione. Mi occorre tempo.- spiegò brevemente Naraku, poco propenso a spiegazioni- In quanto alla donna, dicevi che si è unita al gruppo di Sesshomaru?»
Kiokumushi annuì.
«Hanno appena lasciato Tengakurame e si dirigono verso Mutsuka. Kanna non te l’ha mostrato?- borbottò- Pare che il Signore di Nishi stia cercando la sposa.»
Naraku sorrise in modo così cinico e crudele da far rabbrividire la spia.
«Non ha ancora capito nulla, come avevo previsto.- rise piano- Bene, c’è tempo. Organizza un attacco, altrimenti si insospettiranno. Inoltre, se vuoi puoi portare in dono a Soichiro da parte mia una buona notizia.»
«Una buona notizia?» chiese Kiokumushi.
«Il sangue yokai della donna è instabile.- disse Naraku, con un sogghigno- Ritengo che, se sufficientemente istigata, potrebbe perdere i poteri e tornare umana il tempo necessario per ucciderla. Questo dovrebbe metterlo tranquillo per un po’.»
«Come desideri.- disse Kiokumushi, servile- C’è altro?»
«No. Vattene.» gli ingiunse Naraku, e l’insetto scivolò nelle tenebre, lasciando la grotta. Naraku era soddisfatto: l’orgoglio e la diffidenza dei suoi nemici stavano facendo il suo gioco, e Soichiro poteva sbraitare quanto voleva, tanto il suo momento era quasi giunto. Quando la sua armatura fosse stata pronta, nemmeno Tessaiga avrebbe potuto danneggiarlo e allora avrebbe avuto il piacere di schiacciare il principe cadetto di Nishi…
«Naraku.»
Naraku emerse dai suoi pensieri e fissò una delle figure in ombra. Vestito di nero, l’uomo era visibile solo per gli occhi d’oro che brillavano anche al buio e che al momento erano fissi su di lui. «Naraku, fammi andare a combattere.»
Naraku sollevò un sopracciglio, sarcastico.
«Non ora. Non ancora.»
«Ma…»
«Ti ho detto che avrai il tuo momento e la tua vendetta. Devi avere ancora pazienza, Razoru, o rovinerai tutto.»
L’ombra si alzò in piedi, fremente di frustrazione e ira.
«Naraku, sono al tuo fianco per mio comodo. Aspetterò finché avrò pazienza, poi ti manderò al diavolo e andrò a prendermi la vita della sacerdotessa.» disse, uscendo poi dalla grotta a grandi passi. Naraku corrugò la fronte. Razoru era un cavallo difficile da tenere per le briglie. Il tempo comunque, era quasi giunto e lui avrebbe portato un bello scompiglio in quel di Nishi. Se avesse vinto, bene. In caso contrario, sarebbe stato comunque un ottimo acquisto per il corpo in costante ricerca di potere di Naraku.

***

Le nuvole che passavano davanti al sole creavano strani giochi di luce ed ombra, quella mattina. Il gruppo si era incamminato di buon ora, diretto verso il villaggio di Mutsuka, prossima tappa del loro viaggio. Sesshomaru camminava in testa al gruppo, affiancato da Jaken. Rin e Shippo giocavano con Kirara, andando avanti e indietro ridendo. Gli altri camminavano insieme, chiacchierando.
«A Mutsuka vivono due principesse in età da marito.» stava dicendo Miroku, rispondendo a una domanda di Kagome.
«Speriamo sia la volta buona…» borbottò Inuyasha.
«Mi spiace contraddirti, Miroku, ma la maggiore della famiglia si è sposata un paio di mesi fa.- disse Anna, che sembrava avere la testa altrove- E’ rimasta solo la figlia minore.» Anna tornò ben presente solo quando gli altri la fissarono in un silenzio attonito. «Ho detto qualcosa che non va?» chiese, perplessa.
«Sai molte cose sulle famiglie nobili di frontiera.- osservò Sango, stupita- Sai sempre qualcosa in più di Miroku, che tratta le relazioni tra Sesshomaru e gli esseri umani già da qualche mese. Nemmeno io ho una visione così chiara della condizione delle altre famiglie nobili!»
«Oh…beh, avevo una certa confidenza con i Seimei, come Miroku l’ha con Sesshomaru. Praticamente svolgevo le sue stesse mansioni.» mormorò Anna, con un mezzo sorriso.
«Capisco. La vostra memoria e il grado di informazione che possedete sono comunque ragguardevoli.» disse Miroku, sorridendole con calore e avvicinandosi alla yokai quel tanto che bastava da costringere Sango a tirarlo per un braccio.
«Ora la mia memoria è al servizio di Sesshomaru, così come i miei poteri.» disse lei, scrollando le spalle.
«Visto che conosci tanto bene le famiglie nobiliari della zona, Anna, sapresti dirci se secondo te esiste una donna adatta a Sesshomaru?» le chiese Kagome. Anna la guardò, avvertendo nel suo tono di voce e nell’espressione del viso qualcosa che non riusciva a cogliere, poi rifletté intensamente.
«Non saprei dire.- mormorò infine- Sesshomaru, in primo luogo, disprezza la debolezza umana, per cui non so se preferirebbe una donna sottomessa o una con molto carattere.»
«Probabilmente una con molto carattere che si sottomettesse a lui. Per lui questa è una caccia, niente altro.» sbuffò Sango, a cui non piaceva molto la condotta del Signore di Nishi.
«Feh! Quello non vuole nessuna, e questo è quanto.- tagliò corto Inuyasha- Ma sarà meglio che si sbrighi a scegliere, perché io sto perdendo la pazienza.»
«Sesshomaru ha iniziato ad usare Tenseiga e questo è un segno positivo. Penso che siamo non distanti dalla meta.» disse Miroku, riflettendo. Di nuovo, Kagome guardò Anna con una strana espressione che mise a disagio la yokai.
«A proposito di Tenseiga…- borbottò- Scusate, c’è una cosa di cui vorrei discutere con Sesshomaru.»
«Se si tratta di Tenseiga vengo…» disse Inuyasha, prima che la mano di Kagome gli si chiudesse sul braccio, frenandolo. Inuyasha guardò negli occhi la ragazza, sorpreso, poi fece cenno ad Anna di andare senza aspettarlo. Quando si fu allontanata abbastanza, Inuyasha chiese: «Beh? Perché mi hai fermato? Guarda che l’uso di Tenseiga interessa anche me.»
«Volevo che li lasciassi soli.» disse Kagome, facendogli spalancare la bocca per la sorpresa.
«Cosa?! Ma di che stai parlando?!»
«Kagome-sama…a cosa vi state riferendo?» chiese Miroku, che già si era fatto un’idea.
«Avete presente la reazione che Sesshomaru ha avuto con Anna appena usciti da Tengakurame?- chiese Kagome, attendendo che annuissero- Beh…io mi sono fatta un’ipotesi. So che vi sembrerà incredibile…»
«Di che si tratta, Kagome-chan?» chiese Sango, incuriosita. Kagome abbassò un attimo lo sguardo, come se faticasse a mettere la cosa in parole.
«Io credo che Sesshomaru provi qualcosa per Anna.» disse, piano. Gli altri smisero del tutto di camminare tanto l’ipotesi li colpì.
«Sesshomaru?- balbettò Inuyasha- E Anna?» Guardò avanti e vide la yokai affiancarsi a Sesshomaru. Nell’aria si levarono le proteste di Jaken, che però venne allontanato dal suo padrone, il quale continuò a camminare con Anna a fianco. «Non è possibile.» sentenziò, rifiutando di crederci.
«Eppure, quando le ha afferrato la mano la stava guardando con desiderio.- disse Kagome, convinta- Inoltre, non avete notato come segue tutti i suoi movimenti, come controlla dove si trova e cosa sta facendo? E poi…un paio di notti fa mi sono svegliata e mi sono accorta che Sesshomaru si allontanava verso il luogo che tu edAnna avevate scelto per allenarvi, Inuyasha. Sono sicura che sia venuto a cercarvi.»
«Forse non si fida di lei.» borbottò Inuyasha.
«Ora che Kagome-chan me lo fa notare, io penso invece che abbia ragione.- mormorò Sango- Guardate anche adesso come accetta tranquillamente la sua presenza. Si stanno allontanando da soli senza fare caso a noi.»
«Secondo voi anche Anna-san è attratta da Sesshomaru?» chiese Miroku, pensieroso.
«Non ne sono sicura, ma credo di sì.» disse Kagome. Miroku sospirò con fare drammatico.
«Come posso assistere indifferente ad un tale spreco?» disse, guadagnandosi un’occhiata di fuoco da parte di Sango.
«Beh, in questo caso dovremmo correre ai ripari!- sbottò Inuyasha, facendo convergere la loro attenzione su di lui- Sesshomaru deve innamorarsi della donna della profezia, non di una yokai guerriera!»
«Ma Anna era un essere umano! Forse la profezia si sbagliava sulle origini nobili. E’ troppo strano che proprio ora Sesshomaru inizi a provare dei sentimenti!» obiettò Kagome.
«Senza contare che Anna è nobile di spirito. Ha un gran cuore, e…» le diede man forte Sango.
«Non cominciate a prendere le parti di Anna. Qua è in gioco una guerra, ve lo siete scordato?!» disse Inuyasha, testardo.
«Anna-san è una donna dai molti segreti.- intervenne Miroku- Io e Sango non vi abbiamo detto nulla, ma abbiamo ascoltato di nascosto una conversazione tra Anna e Koga, tempo fa, scoprendo che la nostra nuova amica ci ha nascosto alcune cose, tra cui il suo vero nome.»
«Cosa?» esclamò Kagome, sorpresa.
«E perché non ce l’avete detto?!» protestò Inuyasha, seccato.
«Non si trattava di qualcosa di sordido o pericoloso per noi, Inuyasha.- disse Sango- Anna ha voluto troncare con il suo passato cambiando perfino il suo nome. Koga, in ogni caso, la teneva in gran conto, perciò siamo sicuri che lei sia davvero una nemica giurata di Higashi e che la sua fedeltà a Sesshomaru sia assoluta.»
«Crediamo però che il suo passato sia diverso da ciò che ci è stato raccontato.- disse Miroku- Io non porrei veti alla nascita di sentimenti tra quei due. Non dimentichiamo che è stata Tenseiga a guidarci a lei. Deve esserci un motivo se sta accadendo tutto ciò.»
«Ma la principessa…» brontolò Inuyasha.
«Che vada al diavolo anche la principessa!- esclamò Kagome, stupendolo per la sua veemenza- L’unica cosa che importa è che Sesshomaru impari ad amare! L’amore è un sentimento più forte di qualsiasi profezia.»
Inuyasha rimase senza parole, incapace di replicare, ben sapendo che se l’avesse fatto si sarebbe impantanato in un regno di sabbie mobili. Si zittì, immusonito, ben poco convinto dell’ottimismo degli amici.
«Io li terrò comunque d’occhio.» disse, piano. Guardò di nuovo la coppia ormai lontana e scosse il capo. Per quanto si ostinasse a negarlo, anche lui riusciva a vedere che tra suo fratello e la neko-yokai si stava formando un’elettricità particolare che prima o poi si sarebbe palesata...con chissà quali risultati.

***

Anna si avvicinò a Sesshomaru con la sensazione di essere fuggita. Nelle parole di Kagome si era celato qualcosa che la neko-yokai non aveva nessuna intenzione di cogliere, perciò si era allontanata. Oltre a ciò, Anna aveva formulato un’ipotesi riguardante Tenseiga. Per quanto Sesshomaru le avesse detto che non erano fatti suoi, non era riuscita a non pensarci. Sorrise a Rin, che le passò accanto ridendo seduta dietro a Shippo sulla groppa di Kirara, poi accelerò il passo per approssimarsi a Sesshomaru. I suoi capelli argentati luccicavano quando il sole li colpiva. Il suo passo fermo e deciso denunciava una terribile sicurezza in se stesso.
Anna avvertì una strana sensazione, mentre ripensava suo malgrado alla stretta di Sesshomaru sul suo polso sotto l’albero di pesco, qualche giorno addietro. Non riusciva a togliersi dalla mente lo strano turbamento che l’aveva colta, l’espressione che per un attimo aveva visto dietro le iridi dorate del Signore di Nishi. In quel momento, per la prima volta, Anna era stata colpita dall’avvenenza del demone, dalla sua forza, non in quanto Signore del regno che lei serviva ma in quanto uomo. La sensazione le aveva fatto paura e in quei giorni aveva evitato ogni contatto con lui. Era anche turbata dalla recente scoperta del proprio punto debole e non voleva che Sesshomaru si accorgesse del suo stato d’animo. Ora, però, desiderava parlargli di ciò che aveva pensato riguardo a Tenseiga.
«Sesshomaru-sama…» lo chiamò, approssimandosi. Lui si voltò a malapena, senza smettere di camminare. «Sesshomaru-sama, perdonate se vi disturbo.- continuò lei- Ho riflettuto sui poteri della vostra spada, e benché mi abbiate ricordato che non sono affari miei…»
«Infatti!- sbottò Jaken, spianandole davanti il Bastone Ninto per farle mantenere una certa distanza dal suo signore- Certo che sei una donna davvero impudente!»
«Sto forse parlando con te?» chiese Anna, gelida. Non era la prima volta che il piccolo yokai rospo le faceva capire di non gradire la sua presenza.
«E’ mio compito proteggere Sesshomaru-sama anche dalle oche petulanti come te.- disse Jaken, seccato- Non disturbare il cammino del mio padrone con chiacchiere che non portano da nessuna parte.»
Lo sguardo di Anna fu così terribile e gelido che Jaken quasi fece un passo indietro. Di certo impallidì e sembrò farsi più piccolo: non capitava spesso di essere investiti da una tale carica ostile.
«Jaken.- disse Sesshomaru, intervenendo nella disputa sempre senza voltarsi- Lasciala stare.»
«Co…cosa?! Ma padrone…» gemette Jaken.
«Vieni qui se devi parlarmi, donna. Non ho intenzione di rallentare il mio cammino a causa tua» le ingiunse Sesshomaru. Anna si lasciò alle spalle uno stupefatto e affranto Jaken e si portò accanto a Sesshomaru. Jaken camminò ad una certa distanza, dietro di loro, chiedendosi con angoscia come quella donna potesse ottenere tanta considerazione da parte del suo padrone.
Anna, intanto, scoprì di non riuscire a intavolare il discorso. Per un attimo non poté far altro che camminargli a fianco in silenzio, cercando di non guardare il suo profilo e di mettere a tacere i battiti troppo frenetici del suo cuore.
«Ebbene?» la esortò infine Sesshomaru, contrariato per l’attesa. Anna prese un bel respiro e raddrizzò la schiena.
«Sesshomaru-sama, non ho potuto fare a meno di riflettere riguardo alla vostra spada, come dicevo.- disse- E’ probabile che le mie ipotesi non siano altro che sciocchezze, o osservazioni a cui voi siete giunto da anni, ma…»
«Taglia corto.» le disse lui, brusco.
«Bene. Sapevo già che la vostra Tenseiga sa restituire la vita ai morti…non so se solo una volta o più d’una. Mi chiedevo come ciò fosse possibile e ho chiesto delucidazioni agli altri. Inuyasha mi ha detto di avervi visto tagliare, apparentemente, nient’altro che aria sopra il corpo di Rin.- disse Anna, seria- Ovviamente ciò non è possibile, per cui, discutendone insieme, siamo giunti alla conclusione che si celi qualcosa oltre la soglia della vita…qualcosa che noi possiamo avvertire tramite il giungere dell’odore della morte, ma voi, grazie a Tenseiga, percepite in maniera più profonda. Ci siamo sbagliati?»
«Non di molto.» ammise Sesshomaru, con una certa riluttanza. Al contempo, si trovò ad apprezzare freddamente la logica di quella donna. Aveva cervello, oltre che potere. Si accorse che lei lo guardava, probabilmente in attesa di una spiegazione più esauriente. «Tenseiga può uccidere gli invisibili emissari del mondo dei morti.» disse, seccato di dover scendere nei particolari. Anna annuì.
«Capisco. Allora la mia ipotesi non è del tutto campata per aria.- continuò- Sesshomaru-sama, so che sarà compito della donna della profezia darvi la giusta chiave per l’uso di Tenseiga, ma desidero rendermi utile, per quanto posso. Non potrebbe essere…la tecnica offensiva di Tenseiga non potrebbe spedire direttamente il nemico nel mondo dei morti?»
«Se potessi tagliare i loro corpi, non avrebbero scampo,- disse Sesshomaru, sprezzante- ma come tu stessa hai sperimentato, il corpo vivente non viene tagliato da…» Smise di parlare, mentre d’un tratto la sua mente si illuminava di comprensione. Si voltò verso di lei, guardandola finalmente in faccia. «Tenseiga è collegata a doppio filo con l’aldilà.- mormorò, socchiudendo gli occhi ambrati in un’espressione concentrata e predatoria- Non può tagliare i corpi viventi, ma se creasse un passaggio con l’aldilà in cui…spingere i nemici, diciamo così, essi non avrebbero scampo.»
«Se così fosse, sarebbe una tecnica invincibile.» mormorò Anna, che aveva avuto a sua volta un’idea soltanto vaga di ciò che Tenseiga avrebbe potuto fare. Sesshomaru annuì, poi si chiuse in un silenzio pensieroso, riflettendo. Il nome della tecnica invincibile avrebbe dovuto dargli la risposta già da tempo, ma si era lasciato sconfortare in maniera eccessiva dalla tecnica benefica di Tenseiga, perdendo di lucidità. Se fosse riuscito ad aprire un passaggio per il Meido dove la spada toccava il corpo del nemico…
«Pensate che possa funzionare, Sesshomaru-sama?» chiese Anna, riscuotendolo e facendolo voltare di nuovo verso di lei. Sembrava piuttosto ansiosa. Un incerto rossore le colorava le guance.
«Sesshomaru.» disse lui, brusco. Lei spalancò gli occhi azzurri, non comprendendo dove lui volesse andare a parare. «Chiamami soltanto Sesshomaru.- disse lui, gelido- So che lo fai già con Inuyasha e gli altri. E’ inutile mantenere le apparenze in mia presenza e trattarmi poi da pari con gli altri.»
Anna arrossì ancora di più, colta in fallo.
«Io…non intendevo mancarvi di rispetto. Ho preso questa abitudine influenzata da vostro fratello…» mormorò, imbarazzata.
«Non importa. Se posso sopportare che lo facciano quel monaco sfacciato e il resto della combriccola, posso sopportare anche te.- disse lui, inaspettatamente perfino per se stesso- Diciamo che il tuo suggerimento ti ha guadagnato questo onore. In fondo, pare che tu non sia stupida.»
Anna lo fissò con stupore quasi comico, mentre una nuvola passava sul sole e gettava su di loro la sua ombra. Poi, la donna si voltò dall’altra parte, con una mano sulla bocca, e le sue spalle cominciarono a tremare. Sesshomaru corrugò la fronte, non comprendendo la reazione, poi si accorse che lei stava cercando di trattenere una risata. Piuttosto stupito, la vide cedere e scoppiare a ridere. Il sole tornò ad illuminarli in pieno e per un attimo la neko-yokai gli parve soffusa di luce dorata, mentre il suono dolce e argentino della sua risata gli riempiva le orecchie.
«Lo prenderò come un complimento…Sesshomaru.» disse lei, cercando di darsi una controllata e sorridendogli. Per la seconda volta in pochi giorni, Sesshomaru avvertì una strana sensazione, la certezza di essere sul punto di capire qualcosa di importante. Fermò i suoi passi, fissandola. Lei fece altrettanto e smise di ridere, colpita dalla sua serietà, da ciò che si leggeva a malapena negli occhi color ambra. Sesshomaru avvertì una irresistibile tentazione di toccarla, di sfiorarle i capelli d’oro, il viso dall’ossatura delicata…
«Ehi! Che hai da guardare il padrone a quel modo?!» sbottò Jaken, spezzando il momento con la sua vocetta gracchiante e piazzandosi fra loro. Non aveva previsto la sensazione di essere carbonizzato da due diverse occhiate, una di fronte e una alle spalle. E quella alle spalle era la più terribile in assoluto…Sesshomaru era estremamente seccato per aver perduto di nuovo la rivelazione prima di averla afferrata e anche per la strana attrazione che avvertiva per la donna.
«Oh, Jaken, sei davvero un guastafeste!» esclamò Rin, da lontano, facendo capire ad Anna che la bambina e Shippo avevano seguito tutta la scena. Fece per dire qualcosa, imbarazzata e irritata da tutta la situazione. In quel momento, un odore minaccioso le riempì le narici.
«Yokai!» annunciò, guardandosi attorno. Sesshomaru aveva il volto alzato al cielo.
«Dietro di noi.» disse. Si voltarono verso il resto del gruppo, che ormai era rimasto parecchio indietro, e videro andare loro incontro una turba di demoni dagli intenti palesemente aggressivi.
«Jaken, bada ai mocciosi.» ordinò Sesshomaru, scattando in corsa verso il nemico. 
«Ma perché sempre io?» si lamentò il piccolo rospo.
«Rin, resta con loro!» disse Anna, seguendo Sesshomaru nella corsa. Per lei era arrivato il momento di testare le proprie capacità. Sesshomaru, da parte sua, era ben lieto di quell'attacco: una buona occasione per scoprire se le sue intuizioni su Tenseiga erano o meno veritiere.
   
 
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