Ciao a tutti! Questa è la prima ff che scrivo e spero che non sia un totale orrore ^^”,
ecco qua il primo capitolo buona
lettura J.
Capitolo 1:
La
piccola fuga
É l’alba e
una ragazza dai lunghi capelli corvini osserva il sole dalla finestra della
biblioteca del palazzo, anche se è presto è una principessa ed è suo dovere
impegnarsi a fondo nello studio per poter succedere al trono.
Dovete
sapere che Kagome era la figlia del re del regno di Elderia, detto anche “regno dei
draghi azzurri” perché una leggenda narra che molti anni fa in quelle terre
nacque la stirpe dei draghi azzurri.
Come sempre
non riesce a tenere lo sguardo sul libro più di un minuto, “uffi
che noia…magari se non mi faccio scoprire riesco ad uscire da palazzo e farmi
una bella passeggiata” pensa la ragazza., ma i suoi
piani vengono sconvolti dall’arrivo di suo fratello Sota
- ciao
sorellina! Come va lo studio?-
- secondo
te?..non ci capisco una
mazza – sbuffa,
- io ho già
finito –
- beh certo.. a te non ti danno tutta ‘sta roba come a me… uffi è una così bella giornata…- “vorrei tanto poter uscire
e andare al lago…”
-
senti…stavo pensando…- passa qualche secondo prima che
Sota continui – io sono ancora in debito con te per
l’aiuto di ieri, quindi pensavo che avrei potuto aiutarti a svignartela – Kagome lo guarda un attimo sbigottita e dice – veramente mi
aiuteresti? Oh grazie Sota- e corre ad abbracciarlo.
Così i due
escono furtivamente dalla biblioteca, ma non arrivano neanche alla fine del
corridoio che sentono dei passi avvicinarsi
- Presto Kagome nasconditi – e Sota spinge
la sorella dentro la stanza più vicina. Kagome non ha
neanche il tempo di dire niente che si ritrova scaraventata dentro lo
sgabuzzino, cade sopra il secchio e rimane incastrata “accidenti a Sota…”.
Intanto il
fratello è pronto ad accogliere la persona con uno dei suoi migliori sorrisi
come per dire
Un uomo
alto con i capelli dello stesso colore di quelli di Kagome e di Sota, con un abito
sfarzoso sbuca da dietro l’angolo e si ferma davanti a Sota.
- ciao
padre, come mai da queste parti? – inizia Sota
- volevo
controllare di persona che Kagome non stesse cercando
di svignarsela come sempre –
- ma cosa dici mai Papà…. Sono appena stato in biblioteca e Kagome stava studiando attentamente, non l’ho mai vista
così concentrata- mentì Sota
- Dici
davvero? In questo caso voglio proprio vederla. Non mi capita molto spesso di
vederla studiare, di solito sta sempre a guardare fuori dalla
finestra o a macchinare qualcosa per uscire dal palazzo – e s’incammina verso
la porta della biblioteca.
Kagome è
completamente immobile aspettando il momento fatidico in cui suo padre avrebbe aperto la porta e non l’avrebbe trovata, ma Sota si butta sulla porta bloccando la strada al padre.
- Sota..ma cosa stai facendo?...-
- ehm…
ecco… io… non credo sia una buona idea entrare –
il padre
lo guarda un po’ sospettoso – e potrei sapere il motivo? –
- beh vedi…ecco…Kagome…si Kagome
mi ha detto di non far entrare nessuno…. Prechè…
prechè…beh perché non voleva essere disturbata – Sota fa un profondo respiro “speriamo che mi creda”
- ummm… beh se lo dice Kagome…
allora non entro – e si allontana, ma prima di girare l’angolo si volta verso sota e dice – ci vediamo a pranzo perché ho molto lavoro da
fare ciao –
Appena si è
allontanato abbastanza Sota
si lascia cadere a terra – che fortuna.. beh ora bisogna muoversi, forza Kagome – nessuna risposta – Kagome?...Kagooome? – Sota si avvicina alla
porta dello sgabuzzino e la apre, si ritrova davanti sua
sorella seduto sul secchio che lo guarda torva
- beh che
c’è?- chiede Sota – perché stai li
impalata? Dobbiamo sbrigarci -
Kagome lo
fulmina con lo sguardo - secondo te come faccio a muovermi se sono incastrata?
–
Sota si
accorge che sua sorella ha ragione allora la aiuta ad alzarsi.
- Bene ore
possiamo andare – esclama Sota e Kagome
annuisce.
Percorrono tutti i lunghi corridoi del palazzo finche non sbucano nell’atrio.
Kagome si
volta verso Sota e dice – grazie per l’aiuto.. adesso vado- si salutano e poi Kagome
sfreccia come il vento verso la porta d’ingresso.
Appena
fuori sente la flebile luce del mattino illuminarla e si sente rinata, sin da
quando era bambina non è mai riuscita a stare al chiuso per più di un’ora, non
lo sapeva nemmeno lei perché, ma si sentiva così bene quando stava ad osservare
i fiori o quando si arrampicava sugli alberi ad ascoltare gli uccellini
canticchiare. Quando poteva usciva di notte di
nascosto e stava ad osservare le stelle per ore e ore. Era più forte di lei,
amava la natura, forse anche per questo Silphar aveva
scelto lei come sua padrona.
Fine primo
capitolo! ^^ spero vi sia piaciuto e mi raccomando recensite J