Beckett arrivò a casa sua.
Era davvero
arrabbiata.
Castle aveva spifferato tutto al
capitano, e ora tutti quanti sapevano che lei ed Esposito andavano o
erano
andati a letto insieme.
Questa volta aveva davvero superato il
limite.
Sapeva
quanto Beckett fosse riservata, ma lui l’aveva comunque sbandierato ai
quattro
venti.
Avrebbe potuto accettare la scazzottata
se non avesse detto nulla, in fondo non erano affari suoi.
Ma non era solo una
cosa che gli era scappata, l’aveva detto apposta, aveva voluto ferirla
volontariamente.
Sicuramente non doveva essere stato
piacevole per lui vedere la donna di cui è innamorato tra le braccia di
un
altro, soprattutto se consideri l’uomo in questione come uno dei tuoi
più cari
amici.
Castle aveva capito bene cosa gli aveva
detto Beckett, ma si presentò ugualmente alla sua porta.
Nessuna luce era accesa e Beckett
rifletteva immersa nell’oscurità più totale.
Era seduta nel suo divano, cercando
disperatamente di cacciare via quelle lacrime che le rigavano il volto,
quando
sentì bussare alla porta.
Rimase lì, non si mosse.
Non voleva
vedere né sentire nessuno.
Esposito aveva provato a chiamarla, ma lei aveva
rifiutato tutte le chiamate.
A volte hai solo bisogno di stare in
silenzio, di
stare da sola con il tuo dolore.
Bussarono una seconda volta.
Respirando a fondo, si alzò
malvolentieri, non era dell’umore adatto per ricevere visite.
Camminava sicura nell’ombra totale che
regnava nella sua casa.
Guardò prima di aprire, e vide che fuori dalla porta
c’era Castle.
Non voleva vederlo.
Eppure pensava di essere stata chiara.
Loro avevano chiuso.
Fine delle ricerche.
Fine della loro partnership.
Fine della loro amicizia.
Fine di
tutto.
-“Beckett, ti prego aprimi! Ti devo
parlare!”- disse lo scrittore con voce spezzata, e poi aggiunse:
-“Ti prego, so
che sei in casa!”-
Ma Beckett non rispose. Rimase in
silenzio, quasi cullandosi nel suo dolore.
Capire e accettare di volere lui, lui
soltanto era stata dura per una come Kate, che non ammetteva i suoi
sentimenti
nemmeno a sé stessa, e vederli in frantumi un minuto dopo fu ancora più
difficile.
Dirgli con quelle due parole di sparire dalla
sua vita, che avevano
definitivamente chiuso, per Beckett significava morire dentro.
Lei lo amava, ora ne era certa, ma non
poteva dimenticare che l’aveva ferita volontariamente.
E non era la prima volta
che Beckett rimaneva scottata dal suo atteggiamento: l’estate
precedente, lui
era andato via con la sua ex moglie lasciandola sola, e lei aveva
lasciato
Demming per lui, per trascorrere il week-end insieme, anche se sperava
di
passare l’intera estate con lui, perché ormai era indispensabile come
l’aria,
perché anche il solo pensiero che potesse stare lontano da lui, la
uccideva.
E lui aveva impiegato meno di due giorni
per rimpiazzarla.
Si era sentita sola, un vuoto dentro che
non era riuscita a colmare.
E stava male, perché il suo plucky
sidekick l’aveva
abbandonata.
Sentì Castle poggiare la fronte alla
porta, sospirare e supplicare di aprirgli, di dargli la possibilità di
scusarsi.
Non vedendo risposta da parte della
detective continuò:
-“Va bene. Starò qui fin quando non mi
aprirai.”- disse sedendosi ai piedi della porta.
Beckett aveva una mano poggiata sulla
porta e la mano destra sulla maniglia, pronta ad aprire, ma l’orgoglio,
il suo
stupido orgoglio, la bloccava.
Voleva sentire cosa avesse da dire, ma
allo stesso tempo era ancora arrabbiata con lui.
Si girò e appoggiò la nuca alla porta,
chiudendo gli occhi.
Lentamente scivolò giù, sedendosi per
terra.
Avvicinò le gambe al petto e aspettò.
Aspettò che Castle parlasse, che dicesse
qualcosa, che facesse di tutto per farsi perdonare, perché ormai lei,
in fondo
al suo cuore, sapeva che l’avrebbe perdonato.
Non poteva ancora mentire a sé
stessa, era vero, Castle l’aveva ferita, ma non sopportava l’idea di
stare
un’altra volta lontano da lui.
Questa volta non ce l’avrebbe fatta.
Mille pensieri affollavano la sua mente.
Era stata con Esposito per dimenticare
Castle, perché lui quando era tornato dalle vacanze estive stava ancora
con
Gina, e ora l’unica cosa che era riuscita a combinare era tutto
quell’enorme
putiferio.
Una lacrima ribelle uscì dai suoi occhi.
Appoggiò la guancia sul ginocchio, non
voleva piangere.
Passò una buona mezz’ora in silenzio, e
Beckett si chiese se Castle avesse mai parlato o se aspettava che lei
gli
aprisse.
Aveva davvero bisogno di sentire cosa
avesse da dire, così decise di alzarsi ed aprire. Ma proprio mentre
stava per
alzarsi, Castle parlò:
-“Sai…so che puoi sentirmi. So che sei
dietro la porta. E anche se non mi rispondi, se deciderai di non
parlarmi più,
io devo scusarmi con te.”- disse Castle con la voce spezzata.
Per lui sarebbe
stata una sofferenza enorme se lei avesse deciso di non parlargli mai
più, come
una pugnalata al cuore.
-“Come facevi a sapere che sono dietro la
porta?”- disse infine Beckett, dopo quel lungo silenzio.
Castle sorrise. Erano le sue prime
parole dopo quel litigio. Sentire la sua voce, riempiva di un immenso calore il suo cuore.
-“Avverto la tua presenza. E so anche
che ormai ti sarai seduta per terra, in parte perché è passata più di
mezz’ora
e in parte perché nei film fanno sempre così!”- rispose Castle cercando
di
essere divertente.
-“Già, Castle. Peccato che questo non
sia un film!”- rispose tristemente Beckett.
-“Beh, se fosse uno dei miei libri,
vorrei poter riscrivere la fine.”-
-“E che cosa cambieresti Castle?”-
chiese Beckett.
Era proprio quello il punto in cui voleva
arrivare.
Anche Castle aveva premura di farle le
sue scuse e pensò che questo era un buon modo. Un po’ strano forse, ma
almeno
lei ora stava ascoltando e rispondendo.
-“Se questo fosse un mio libro, cambierei
come prima cosa il mio modo di essere. Cambierei la mia gelosia nei
tuoi
confronti, e cercherei di appoggiare le tue scelte. Cercherei di non
giudicarti, ognuno è libero di fare le scelte che ritiene più giuste.
Non avrei
sprecato innumerevoli occasioni con te, e il secondo cambiamento più
importate
non sarei mai partito con Gina negli Hamptons. Dovevo portare te e
invece…”-
-“…invece le cose sono andate
diversamente.”- rispose Beckett cercando di essere più indifferente
possibile.
-“Già… in mia difesa posso dire che mi
sono sentito ferito anch’io?”- rispose Castle timidamente per paura che
la
bella detective smettesse di parlargli.
-“Ferito da cosa Castle? Tu sei andato
via a braccetto con la tua ex-moglie, proprio mentre io…”- ma Beckett
si
bloccò. Non riuscì a finire la frase, perché le parole le morirono in
gola.
-“…mentre tu cosa?”- chiese Castle
interessato.
-“Niente.”- rispose veloce Beckett.
–“Non era importante allora e non lo è adesso.”-
-“Kate…”-
-“Non chiamarmi Kate. Non hai più questo
privilegio!”- rispose mantenendo la sua indifferenza, cosa che fece
imbestialire Castle.
-“Smettila di fare così! Urla,
picchiami, prendimi a pugni sul naso, ma fai qualcosa! Questo tuo
atteggiamento
mi sta facendo impazzire!”-
Kate aprì di scatto la porta,
fiondandosi di fronte a lui.
Castle che non sia aspettava minimamente
che lei uscisse, spaventandosi si alzò si scatto, stando sull’attenti.
Lei lo fissava negli occhi e Castle si
sentì piccolo piccolo sotto quello sguardo di rabbia.
Deglutì, e le disse:
-“Sai… non è…”- si fermò un’istante
impaurito dallo sguardo omicida che si stava rivolgendo Beckett, ma poi
continuò a voce sempre più bassa:
-“…non è
necessario che mi tiri un pugno sul
naso…”-
Beckett socchiuse gli occhi e Castle
fece un mezzo passo indietro, andando a sbattere con la schiena contro
il muro,
aspettando che lei dicesse o facesse qualcosa. Sperava in cuor suo che
lei non
lo picchiasse.
Invece Beckett scosse semplicemente la
testa e rientrò in casa, lasciando la porta aperta, per farlo entrare.
Non
voleva discutere lì in mezzo a un freddo corridoio così Castle, accolse
l’invito ed entrò chiudendo la porta alle sue spalle.
Beckett era già quasi arrivata al divano
quando sentì Castle parlare:
-“Andiamo parlami! Questo silenzio e la
tua indifferenza mi uccidono! Forse avrei dovuto permetterti di
picchiarmi
prima…”-
Beckett si girò furiosa e si avvicinò
velocemente e minacciosamente a lui urlando:
-“CHE COSA VUOI DA ME CASTLE?”-
-“Voglio che tu mi ascolti!”-
-“E perché dovrei farlo? In fondo tu non
ascolti mai quello che ti dico!”-
-“Non è vero! Ok non ubbidisco agli
ordini, te ne do atto, ma so qual è il tuo piatto preferito, so che
guardi “Tempation Lane”, perché ti ricorda il
periodo passato con tua madre. So che ti mordi spesso il labbro quando
sei
pensierosa o qualcosa di turba. So che sei il migliore detective del
12°. E so
per certo che sei la straordinaria KB!”-
-“Smettila!!!”-
-“Di fare cosa?”-
-“… questo! Non puoi ferirmi in quel
modo, non puoi gettare la mia vita nel caos e piombare qui con le tue
stupide
scuse e fare finta che non sia successo nulla!”- urlò Kate ormai con le
lacrime
agli occhi.
Ma la sua rabbia era appena all’inizio e così
continuò:
-“Tu…tu l’hai fatto di proposito! L’hai
fatto apposta, perché volevi ferirmi! E mi chiedo perché? Perché sei
così? Perché per una volta non sei dalla
mia
parte?”-
-“Io sono sempre dalla tua parte!”-
rispose Castle.
-“No, non è vero! Non sei stato dalla
mia parte quest’estate, e non lo sei stato quando hai indagato sul caso
di mia
madre quando ti avevo espressamente detto di non farlo. E neppure oggi.
Ti…ti
sei lasciato sfuggire un’altra occasione!”- rispose Beckett giungendo
finalmente alla conclusione e calmandosi.
Castle fu completamente spiazzato da
quella sfuriata.
Sapeva che Beckett arrabbiata non era un
bello spettacolo, ma
lui non l’aveva mai vista alzare la voce, non con lui per lo meno.
-“Io sono sempre dalla tua parte.”-
ripeté Castle mortificato.
Lui aveva riaperto il caso di Johanna
solo per cercare di fare giustizia e non lasciare Beckett ad affrontare
tutta
quella brutta storia da sola.
–“Quando ho indagato su tua madre, volevo
davvero aiutarti. Non volevo che dovessi portare questo grosso peso
sulle
spalle da sola. Volevo solo…esserti vicino.”- disse Castle continuando
a
guardarla.
Beckett scosse la testa, e con una mano
cercò di asciugarsi le lacrime, ma quelle non volevano saperne di
smettere di
cadere dolcemente sulle sue guance.
-“Per quanto riguarda quest’estate…
volevo davvero portarti con me negli Hamptons. Ma tu hai rifiutato e
poi la tua
bugia su Demming mi ha davvero ferito. Ma ciò che mi aveva davvero
trafitto il cuore
è stato vederti baciarlo in quel corridoio e stamattina con Esposito mi
sono
sentito nuovamente ferito e ho rivissuto quella scena. Così, ero
accecato dalla
gelosia e… il resto lo conosci!”-.
Beckett incrociò le braccia al petto e
abbassò lo sguardo.
Non riusciva più a sostenere quello di Castle.
Lui si
avvicinò e le tirò su il mento costringendola a guardarlo negli occhi e
le
disse:
-“Sono stato un’idiota oggi. Non avrei
dovuto intromettermi nella tua vita. E non avrei dovuto dire niente al
capitano.
Ecco questo è uno il finale più importante che vorrei riscrivere.”-
Beckett ancora non parlava.
Castle dal canto suo vide che le lacrime
continuavano a scenderle copiose sul viso, e con entrambi i pollici
cercò di
asciugarle.
-“Mi dispiace davvero tanto.”- disse
semplicemente e Kate capì che erano scuse sentite e che era veramente
pentito.
Beckett annuì in segno che le sue scuse
erano state accettate, ma aveva bisogno di sapere di più:
-“Perché hai picchiato Esposito?”-
-“Perché… ero geloso…”-
-“Castle, geloso di cosa? Noi siamo
amici, e…”- ma Castle non la fece finire.
-“Noi non siamo semplici amici. Non lo
puoi negare!”-
-“E tu che ne sai di quello che provo
io?”-
-“E tu perché sei andata a letto con
Esposito?”-
Beckett lo fissò.
Questa volta più intensamente.
Non avrebbe più potuto mentire.
-“…perché mi sentivo sola!”-
-“Per via di quest’estate?-
-“…”- Beckett non rispose.
Alcune volte
il silenzio è l’unico modo di acconsentire.
-“Quindi quando ci siamo baciati al
magazzino, stavi già con lui?”-
-“Noi… era solo un bacio di copertura
Castle…”- mormorò Kate cercando di convincere più se
stessa che lui.
-“Ne sei sicura? Sei sicura che quel
bacio era solo di copertura?”- domandò Castle.
-“Si… certo. La guardia non ci stava
cascando e ci siamo baciati tutto qui!”-
Castle ormai non sapeva più cosa dire.
S
-“Quindi se io adesso ti baciassi non
proveresti niente?”- chiese Castle ormai vicino alla rassegnazione e
frustrazione.
Beckett non rispose subito, sapeva che le
farfalle sullo stomaco le avrebbe sentite di nuovo, ma quei secondi di
silenzio
diedero a Castle l’opportunità di agire.
Proprio mentre Beckett stava per dire
qualcosa lui l’afferrò dietro la vita avvicinandola a lui, e in pochi
secondi
premette le sue labbra sulle sue.
Il calore e la passione del bacio
travolsero entrambi. Le loro lingue si incontrarono di nuovo,
desiderose di
sentirsi e assaporarsi di nuovo.
Castle l’attirò ancora più vicino a se,
facendo aderire il suo corpo, e Kate, non si ribellò. Aveva bisogno di
quel
contatto fisico con lui, aveva bisogno di sentirlo vicino.
Beckett allungò le braccia intorno al
suo collo, immergendo le sue mani sui suoi capelli.
Quando il bisogno di ossigeno fu
incalzante, entrambi si staccarono. Avevano il fiato corto e le guancia
di Kate
erano visibilmente rosse.
Castle appoggiò la fronte contro la sua
e con voce roca chiese
-“Non hai… provato niente neanche questa
volta? Perché se è così… uscirò dalla tua vita, non ti infastidirò mai
più.”-.
Kate vide che aveva gli occhi lucidi.
Era davvero disperato al pensiero di
perderla, al pensiero di non poterla
rivedere mai più. E allo stesso tempo quelle parole ebbero lo stesso
effetto su
di Kate, tanto che sentì un crampo allo stomaco.
Non poteva pensare alla sua
vita senza Richard Castle.
-“…no, non lasciarmi più!”- rispose Kate
a bassa voce, quasi temendo che se l’avesse detto a voce alta, lui
sarebbe
andato via.
Strinse di più i lembi della sua camicia
e in punta di piedi gli sussurrò all’orecchio:
-“…non voglio che tu vada via.”-
Castle le prese il viso fra le mani e
sorrise.
Sorrise perché Beckett, nonostante lui
avesse spifferato tutto, l’aveva perdonato.
Sorrise perché Beckett gli stava
chiedendo di non andare via, ma di restare, non solo per una notte. No,
di restare
tutta la vita.
La baciò teneramente.
Questa volta era
un bacio dolce, delicato.
Kate si staccò da lui e gli prese una
mano, conducendolo in camera da letto.
-“Kate, aspetta. Non voglio che ti senti
obbligata a fare nulla. Posso aspettare.”- le disse teneramente.
Era vero, voleva fare l’amore con lei,
sentirla e farla sua.
Ma non era ancora il momento giusto e lui voleva che
tutto fosse perfetto quando finalmente l’avrebbero fatto, sentendosi
finalmente
uniti nei corpi e nelle anime.
Kate sorrise e gli rispose:
-“Non mi sento obbligata a fare nulla.
Stanotte però voglio solo dormire. Con te.”-
Si distesero sul letto.
Castle tenne stretta Kate appoggiata sul suo petto, e mentre lei si faceva cullare dal suo battito cardiaco, lui le sfiorava dolcemente i capelli, e ancora vestiti si addormentarono felici insieme.
ANGOLO MIO:
ok, spero di essermi fatta perdonare
per tutta questa pazza e folle ff!!
eheheheh
visto??! Alla fine il nostro
scrittore ce l’ha fatta e Beckett ha scelto lui anziché El Guapo!!
(anche se a
me non fa proprio schifo eh! XD)
che
dire?! Sono contenta che questa ff
sia giunta al termine, perché forse è una delle mie preferite che ho
scritto..
modesta la ragazza!! Ahahahah no! Semplicemente mi sono divertita a
pensare e
scrivere qualcosa di diverso dal solito.. anche se alla fine non ho
resistito e
ho comunque fatto “vincere” writer boy!! XD XD
ok,
la mia fedele Beta mi ha fatto
notare questo: “Sentì Castle
poggiare
la fronte alla porta, sospirare e supplicare di aprirgli, di dargli la
possibilità di scusarsi”-
e
mi ha chiesto: “Come si fa a sentire
uno che poggia la fronte alla porta??! Che ha dato una testata??!” .
Sul
momento non sapevo cosa rispondere e le ho detto la prima cosa che mi è
venuta
in mente: “No, è CONNECTION!!!” ahahaha… quindi ho deciso di lasciarlo
così perché
mi piace questa connessione che hanno scrittore e musa!! XD
ammetto
che la parte dove lei gli dice
che sono solo amici mi ricorda molto la sfuriata della 3x24, ma io l’ho
scritta
mesi fa, quindi è la prova che il mio uomo la pensa come me!!
Aahahahhaha mi
sto Marlowizzando!! XD XD
detto
questo, un ringraziamento in
particolare va a ivi87 e Angol per avermi convinta a pubblicare questa
ff sul
guapo!!
Ringrazio
davvero tutti coloro che
hanno letto e recensito questa storia anche se non amate la coppia
“Beckito”
ahahahahha!!
Ringrazio
anche tutti voi, lettori
silenziosi che avete letto questa folle storia!!!!
E
ora come sempre lascio la parola a
voi!! ;)
Sbaciottoooooooooo
kateRina24
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