Vorrei
usare mille e più parole per rendere questa dedica
assolutamente speciale, ma la verità è che ho
paura, quella dannata paura di
sconfinare in frasi d'effetto che non lasciano alcun ricordo
indelebile, così
semplicemente...
Dedico
questa storia a Jules,
nella
speranza che leggendola le torni alla mente l'argomento che ci ha fatto,
finalmente, diventare amiche.
***
Nick
Autore (forum e
EFP):
Lan_Gryffindor, Lan_Gryffindor
Titolo: Era solo destino
Personaggio/i scelto/i: Minerva
McGranitt
Citazione scelta: Molte persone
credono di riflettere mentre stanno solo riordinando i loro pregiudizi.
Genere: Slice of life
Rating: Verde
Avvertimenti: One-shot
Introduzione: Hermione ritratta nel
giorno in cui scopre di essere stata ammessa ad Hogwarts. Come
reagirà sapendo
di essere una strega? Ma soprattutto come reagiranno i suoi genitori
dinanzi le
dichiarazioni della professoressa McGranitt?
Era
solo destino
Era da poco passata l'una, di una calda domenica di inizio Agosto, ed
Hermione
era seduta alla scrivania della sua camera, intenta a studiare un
grosso libro
consunto dall'aspetto noioso. Con una mano prendeva febbrilmente
appunti su un
quaderno dalla copertina nera, mentre con l'altra sfogliava le pagine
del tomo,
sottolineando qua e là con la matita le frasi che le
sembravano più importanti.
Il sole entrava a fiotti dalla finestra aperta alla sua destra,
illuminando le
pagine del libro e inondando la stanza di luce, mentre un venticello
fresco e
assolutamente gradevole le agitava di tanto in tanto i capelli castani
e
cespugliosi. Aveva appena iniziato a leggere il diciannovesimo capitolo
di “Simbolismo
e allegorie nel Medioevo” quando un rumore sconosciuto la
costrinse ad
interrompere il suo studio; sembrava come un grattare di unghie sul
legno, girò
d'istinto la testa verso la finestra, intravedendo tante piccole
villette a
schiera ognuna con un bel giardino curato, esattamente lo stesso
paesaggio di
sempre. Sospirò rumorosamente prima di tornare alla sua
lettura. Quella mattina
non aveva una particolare voglia di studiare, si sentiva strana, ormai
da
diversi giorni in effetti, era agitata, per un motivo estraneo anche a
se
stessa, turbata, da strani sogni che tutte le notti erano popolati di
animali
fantastici e strana gente che riusciva ad emettere scintille dalla
punta di
bastoncini di legno. Sentiva, inconsciamente, qualcosa stava per
cambiare nella
sua vita, un cambiamento radicale che avrebbe condizionato anche il suo
futuro,
e il non sapere quello che il fato aveva in serbo per lei la irritava
enormemente.
“Rose bianche e
rose rosse in mezzo alle spine
suggeriscono allo spirito medioevale un significato simbolico, quello
di...”
Un nuovo rumore, questa volta come un suono di sonagli soffocato, poi
un tonfo
sordo ed un battere di ali. Hermione scattò in piedi dalla
sedia spaventata,
prima di scoprire che la fonte del rumore era un enorme civetta
appollaiata sul
davanzale della sua finestra. Trattenne un urlo tappandosi la bocca con
le
mani, poi provò a mettere a fuoco la scena che le si parava
davanti. L'uccello
dal bel piumaggio nero aveva legato alla zampa un piccolo nastrino
rosso con
una campanella attaccata, e nella bocca aveva quella che sembrava una
lettera; gracchiò
due volte prima di far cadere la busta dal becco, poi con un potente
colpo di
ali spiccò il volo e sparì all'orizzonte.
Hermione che aveva osservato tutta la
scena con interesse, si avvicinò lentamente alla lettera
abbandonata sul
davanzale, quasi temendo l'immediata esplosione della missiva, la prese
in mano
tastandola cautamente e la rigirò tra le dita un paio di
volte, sul dorso
scritto in inchiostro verde c'era il suo indirizzo ed,
indiscutibilmente, c'era
scritto il suo nome e il suo cognome. Questa faccenda era davvero
bizzarra: chi
poteva averle mai scritto? Dopotutto non era molto popolare nella sua
scuola e
a dirla tutta non aveva nemmeno tanti amici; poi chi invia lettere
utilizzando
civette come “uccelli viaggiatori”? Le tremavano le
mani quando, finalmente, si
decise a strappare il sigillo di ceralacca che raffigurava uno stemma
particolarmente caratteristico con incisa al centro una grossa H;
indugiò
ancora qualche secondo poi tirò fuori la pergamena che la
busta conteneva.
SCUOLA
DI MAGIA E STREGONERIA DI HOGWARTS
Direttore: Albus Silente
(Ordine di Merlino, Prima Classe, Grande Esorcista, Stregone Capo,
Supremo
Pezzo Grosso Confed. Internaz. dei Maghi)
Cara
signorina
Granger,
Siamo lieti di informarla che lei ha diritto a frequentare la Scuola di
Magia e
Stregoneria di Hogwarts. Qui accluso troverà l'elenco di
tutti i libri di testo
e delle attrezzature necessarie.
I corsi avranno inizio il 1° settembre del corrente anno
scolastico.
Consci della sua provenienza da famiglia Babbana e della sua
più completa
ignoranza verso quella che è l'arte magica, nell'odierno
primo pomeriggio avrò
il piacere di venire ad incontrare lei e i suoi genitori per dare
delucidazioni
sulla questione.
Minerva McGranitt
Vicedirettrice
Hermione rilesse la lettera una decina di volte, alla ricerca di indizi
che
smascherassero quello che sembrava uno scherzo davvero ben organizzato.
“Nell'odierno
primo pomeriggio avrò il piacere di venire ad incontrare lei
e i suoi genitori
per dare delucidazioni sulla questione”? Questo voleva dire
che di lì a poche
ore, sarebbe giunta nella sua casa una...strega? Scacciò
quel pensiero dalla
sua mente quasi con forza, non poteva esistere la magia, era una cosa
troppo
illogica per essere vera...ma, se si sbagliava? Se anche lei era
veramente “magica”?
Confusa e leggermente stordita dalle mille domande che le affioravano
nella
mente, si avvicinò al bordo del suo letto e si sedette,
inspirò profondamente
prima di urlare: -MAMMA!
Un rumore di passi affrettati su per le scale, e la signora Granger
spalancò la
porta della camera con inaudita ferocia, era bianca come un lenzuolo e
i
capelli castani e ricci le ricadevano scompostamente sulle spalle,
ansimava
guardandosi intorno alla ricerca della causa che aveva scatenato
l'urlo, forse
convinta di trovare nascosto dietro le ante dell'armadio in ladro o un
assassino. Quando, finalmente, constatò che non vi era alcun
pericolo imminente
guardò in direzione della figlia che ancora sotto shock
stringeva tra le mani
una pergamena che la fissava ad occhi sgranati.
-Tesoro che succede? Mi hai fatto prendere un colpo...- disse mentre,
parzialmente rassicurata, tentava di aggiustarsi una ciocca di capelli
ribelli.
Hermione rispose con un grugnito indecifrabile che fece nuovamente
montare la
paura nella signora Granger che continuava a chiedersi cosa stava
succedendo. Con
molto tatto la donna si avvicinò al letto della figlia e le
si sedette a
fianco, le passò una mano sulla spalla e la strinse a
sé.
–Vuoi
dirmi che cosa c'è?-chiese dolcemente.
A quel tocco Hermione parve tornare alla realtà e
uscì dal suo turbine di
pensieri, guardò la madre e poi senza parlare la pose la
lettera che stringeva
nel pugno. La signora Granger sussultò leggendo le prime
righe, ma mantenne
un'espressione di dignitoso contegno anche dopo essere arrivata
all'ultima
parola scritta sulla pergamena.
-Come hai avuto questa lettera Hermione?
Hermione arrossì, come si dice in modo da non essere
dichiarata completamente
pazza che una civetta ti ha consegnato una lettera? Così
rispose tremendamente
imbarazzata che l'aveva trovata pochi minuti prima sul davanzale della
sua
finestra, omettendo la parte della“civetta
viaggiatrice”.
Poi non riuscendo più a trattenere una delle domande che
maggiormente
l'opprimevano disse:
-Mamma non credi che...si,
ecco possa essere uno stupido scherzo? Non mi sembra di aver mai fatto
richiesta
per andare ad...”Hogwarts”!
Anche la signora Granger parve porsi la stessa domanda
perché semplicemente
scrollò le spalle.
-Non lo so, sembra tutto molto strano...credo che, comunque, dovremmo
avvisare
tuo padre...se è vero che questo pomeriggio verrà
a trovarci questa...ehm...signora
(?)...insomma, dobbiamo essere preparati ad ogni evenienza...
Così dicendo si alzò dal materasso, pose la mano
alla figlia e insieme trovarono
il signor Granger comodamente seduto in poltrona, i piedi abbandonati
su un
grosso puff rosso, intento a leggere il giornale. Era talmente assorto
nella
sua lettura che si accorse della presenza della moglie e della figlia
dentro la
stanza solo quando la signora Granger si schiarì la voce per
chiamarlo.
-Cosa c' è tesoro?- chiese senza togliere gli occhi dal
giornale.
-Ci degni della tua attenzione?- domandò con la voce
incrinata la signora
Granger.
-Mmm...i titoli della borsa sono scesi di tre punti oggi...- rispose il
signor
Granger senza alcuna logica, evidentemente assorto in altri pensieri.
-Oh, Richard insomma! Tua figlia deve dirti una cosa...- lo
richiamò la moglie
adirata.
Ma prima che Hermione avesse la possibilità di spiegare,
iniziò a scendere
dalla canna fumaria del camino spento (o almeno così
sembrava) uno spesso
strato di cenere e fuliggine, poi una grande fiamma verde prese a
bruciare
autonomamente all'interno di esso, e nel giro di qualche secondo, una
persona
avvolta dalle fiamme uscì con un saltello dalla bocca del
focolare. Il signor
Granger scattò dalla poltrona spaventato per pararsi dinanzi
la moglie e la
figlia che intanto osservavano intimorite e allo stesso tempo curiose,
la donna
che dinanzi loro si scrollava dalle spalle la polvere e si ricomponeva
in una
posa elegante. Aveva un completo assolutamente eccentrico di color
verde
smeraldo, i capelli scuri erano raccolti in un austero chignon, e in
bilico sul
naso aveva un bel paio di occhiali rettangolari.
-Buon pomeriggio, signori...- esordì scandendo ogni parola
con la massima
formalità - Confido abbiate ricevuto la lettera che
annunciava la mia
visita...-
Hermione annuì , e quando se ne rese conto si
maledì mentalmente pensando alla
figura da ebete che aveva appena fatto. La signora Granger che pareva
ancora
scioccata da ciò che aveva visto non emise una parola,
mentre il signor Granger
confuso e allo stesso tempo spaventato, domandò con voce
roca:
-C-come
ha fatto ad...ad...chi diavolo è lei?!-
La donna non parve particolarmente stupita della reazione dei presenti,
anzi
dall'espressione dei suoi occhi ne pareva vagamente divertita, ma non
si liberò
del suo sguardo serio.
-Molto bene allora...io sono...
-Mamma, papà...vi presento la professoressa Minerva
McGranitt, ecco...è qui
per...è qui per parlare di una scuola nella quale sono stata
ammessa...-
Hermione irruppe nella conversazione con un'audacia e una
determinazione non da
lei, aveva parlato quasi automaticamente, pensando che fosse il modo
migliore
per alleviare la tensione che si era creata. Di fatti dopo il suo
intervento i
signori Granger parvero “leggermente” rasserenati ,
ma nessuno dei due
riacquistò l'uso della parola, continuavano ad avere gli
occhi puntati sulla
professoressa McGranitt che nel frattempo aveva preso ad osservare
attentamente
la ragazzina che l'aveva appena presentata.
-Come ha giustamente detto Hermione...- la ragazza sussultò
sentendo
pronunciare il suo nome ma rimase in attesa che la donna continuasse il
discorso – Sono qui per parlarvi della scuola che
potrà frequentare vostra
figlia a partire dal prossimo primo settembre...ecco vedete, la nostra
è una
scuola molto speciale si chiama “ Hogwarts”ed
è il luogo dove vengono istruiti
coloro che saranno i migliori maghi e le migliori streghe della nuova
generazione...
La McGranitt si interruppe, inspirò profondamente e poi
invitò con un gesto
della mano i signori Granger, che sembravano nauseati e sul punto di
rimettere,
a sedersi sul divano. I due accettarono di buon grado e si lasciarono
cadere
pesantemente sul sofà a tre posti situato tra una poltrona e
il caminetto.
Anche Hermione che venne trascinata di peso dalla madre si sedette, ma
la
McGranitt rimase in piedi al centro della stanza.
-Da noi la ragazza potrà apprendere le basi necessarie per
controllare i suoi
poteri magici, e più in là con gli anni, anche
come farli fruttare al meglio. I
corsi prevedono una frequenza di sette anni...
-Mi scusi, ehm...signora...ma deve esserci un errore...i-io non ho mai
fatto
domanda per la sua scuola e per di più...ecco, non ho le
qualità per
venire...io,n-non ho alcun potere magico...- asserì Hermione
con una vocina
piccola piccola. e si avviarono per le scale, dirette al salotto.
-Lo
pensi davvero?- rispose la McGranitt accennando un sorriso
con le labbra -Non ti è mai capitato di far accadere
qualcosa di “insolito”,
quando provi un'emozione forte? Magari quando sei tanto felice,
arrabbiata
oppure triste...?-
Fu un attimo, un battito di ciglia, e ad Hermione tornò alla
mente il giorno in
cui sfogliando “Manuale di Animali Rari” scorse
l'immagine di una farfalla
particolarmente bella, dalle grandi ali arancioni e blu che abitava
solo in una
determinata zona dell'Africa, e pochi secondi dopo aver desiderato di
vederla
dal vivo, la ritrovò assolutamente reale sul suo comodino;
oppure quella volta
alle scuole medie, quando dopo essere scappata da un gruppo di bambine
che la
prendevano in giro per via dei suoi denti “da
castoro” si ritrovò sola e al
sicuro dinanzi la porta di casa in meno di 7 secondi, benché
la scuola distasse
trenta chilometri dalla sua abitazione; oppure quella volta in
cui...basta!...non poteva essere vero! Erano solo
straordinarie...coincidenze?
Circostanze? Come definire quei fatti senza tirare in causa la
magia?Colpita
dai suoi stessi pensieri Hermione sgranò gli occhi e si
portò le mani alla
bocca, la McGranitt continuava a sorriderle da dietro gli occhiali.
-Come dicevo, i corsi dureranno sette anni...naturalmente Hermione
tornerà a
casa per le vacanze scolastiche e per la pausa estiva. Non è
richiesto alcun
tipo di pagamento per frequentare la scuola, eccetto per quel che
riguarda
l'attrezzatura propria della studentessa...ora che ci penso, con la
lettera di
ammissione dovrebbe essere arrivata anche la pergamena con indicati i
libri di
testo da acquistare e l'altro materiale fondamentale, primo fra tutti
una
bacchetta magica...
Il signor Granger, che fino ad allora era rimasto pietrificato al suo
posto,
irruppe in una fragorosa risata che fece zittire la McGranitt e
sussultare la
moglie.
-Davvero
un bellissimo scherzo...per un secondo c'ero cascato
sul serio...ah, i vicini che si burlano di noi...questa poi...-
-Crede sia uno scherzo?- domandò gelida la donna .
-Certo che è uno scherzo! Non abbiamo mai fatto domanda per
una scuola del
genere, e poi, non esiste la magia!- rispose furioso l'uomo che intanto
si era
alzato dal sofà.
-Permettetemi di chiarire la questione, una volta per tutte- disse d'un
tratto
la McGranitt.
Si udì un sonoro “plof” e la donna
scomparve alla vista, in piedi dove prima si
trovava il suo corpo comparve un bellissimo gatto con gli occhi
cerchiati da
quelli che parevano occhiali. Un altro “plof” e il
gatto scomparve facendo
riapparire la professoressa. Il signor Granger pareva sul punto di
svanire, e
con le gambe molli tornò a sedersi sul divano vicino la
moglie, che forse era
svenuta sul serio.
-Tutti gli acquisti necessari potranno essere fatti a Diagon Alley nei
prossimi
giorni…- riprese la McGranitt tranquilla come se niente
fosse successo - Sempre
se la ragazza accetti di frequentare la scuola...in tal caso
invierò
personalmente un funzionario del Ministero della Magia per aiutarvi
negli
acquisti e con il resto. Allora, cosa intendete fare?
Vi furono alcuni minuti di silenzio carichi di tensione.
Fu la signora Granger, dopo essersi ripresa, a parlare.
-Cara, t-tu
cosa vorresti
fare?- domandò incerta.
-Voglio
andarci!- rispose Hermione decisa prima di guardare implorante il padre
che continuava a scuotere la testa in segno di dissenso.
-I-io devo
rifletterci, bene tesoro...-asserì il signor Granger.
-Molte persone
credono di riflettere mentre stanno solo riordinando i loro
pregiudizi!- rispose freddamente la ragazza- Papà, sento che
quello è il posto
in cui devo stare...devo andare ad Hogwarts!
-Io, non sono
convinto...Hanna tu cosa ne pensi?- chiese l'uomo in chiara
difficoltà nei confronti della figlia.
-Penso che la
scelta spetti a lei Richard...non possiamo decidere noi...-
rispose la signora Granger comprensiva. Altri interminabili minuti di
silenzio
nei quali il signor Granger continuò a studiare Hermione
attentamente.
-Oh, e va bene
allora...hai il nostro permesso-sussurrò in un filo di voce.
Hermione per
poco non cadeva a terra dalla felicità e dopo aver
abbracciato
entrambi i genitori, si avvicinò cauta alla McGranitt che si
era allontanata
per lasciare intimità alla famiglia e che stava osservando
delle foto poste su
una mensola.
-Che cosa
strana...perché non si muovono?- domandò la donna
incuriosita.
-Che cosa
dovrebbe muoversi?- chiese Hermione osservando a sua volta le
immagini.
-Cosa hanno
detto i tuoi genitori?- chiese la McGranitt cambiando bruscamente
discorso.
-Mi lasciano
venire...-rispose la ragazza entusiasta.
-Molto bene
allora...ci vediamo a settembre, Hermione!- rispose la donna e con
una velocità sorprendente si avvicinò al camino e
scomparve tra le fiamme verdi
che erano comparse nel focolare.
-Dovrai
spiegarmi molte cose Hermione, e per favore domani ricordami che non
è
stato tutto un sogno...
-Ti
dirò quello che so papà, ma fidati di me, non
credo sia stato tutto un sogno...forse
era solo destino.