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Autore: Lan3    19/05/2011    4 recensioni
Hermione ritratta nel giorno in cui scopre di essere stata ammessa ad Hogwarts. Come reagirà sapendo di essere una strega? Ma soprattutto come reagiranno i suoi genitori dinanzi le dichiarazioni della professoressa McGranitt?
[Storia classificatasi 4° al contest "Oh, Hermione..." indetto da SunnySideOfTheStreet sul forum di EFP]
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Minerva McGranitt
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Durante l'infanzia di Harry
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Vorrei usare mille e più parole per rendere questa dedica assolutamente speciale, ma la verità è che ho paura, quella dannata paura di sconfinare in frasi d'effetto che non lasciano alcun ricordo indelebile, così semplicemente...

Dedico questa storia a Jules,

nella speranza che leggendola le torni alla mente l'argomento che ci ha fatto,

 finalmente, diventare amiche.

***

Nick Autore (forum e EFP): Lan_Gryffindor, Lan_Gryffindor
Titolo: Era solo destino
Personaggio/i scelto/i: Minerva McGranitt
Citazione scelta: Molte persone credono di riflettere mentre stanno solo riordinando i loro pregiudizi.
Genere: Slice of life
Rating: Verde
Avvertimenti: One-shot
Introduzione: Hermione ritratta nel giorno in cui scopre di essere stata ammessa ad Hogwarts. Come reagirà sapendo di essere una strega? Ma soprattutto come reagiranno i suoi genitori dinanzi le dichiarazioni della professoressa McGranitt?


Era solo destino

Era da poco passata l'una, di una calda domenica di inizio Agosto, ed Hermione era seduta alla scrivania della sua camera, intenta a studiare un grosso libro consunto dall'aspetto noioso. Con una mano prendeva febbrilmente appunti su un quaderno dalla copertina nera, mentre con l'altra sfogliava le pagine del tomo, sottolineando qua e là con la matita le frasi che le sembravano più importanti. Il sole entrava a fiotti dalla finestra aperta alla sua destra, illuminando le pagine del libro e inondando la stanza di luce, mentre un venticello fresco e assolutamente gradevole le agitava di tanto in tanto i capelli castani e cespugliosi. Aveva appena iniziato a leggere il diciannovesimo capitolo di “Simbolismo e allegorie nel Medioevo” quando un rumore sconosciuto la costrinse ad interrompere il suo studio; sembrava come un grattare di unghie sul legno, girò d'istinto la testa verso la finestra, intravedendo tante piccole villette a schiera ognuna con un bel giardino curato, esattamente lo stesso paesaggio di sempre. Sospirò rumorosamente prima di tornare alla sua lettura. Quella mattina non aveva una particolare voglia di studiare, si sentiva strana, ormai da diversi giorni in effetti, era agitata, per un motivo estraneo anche a se stessa, turbata, da strani sogni che tutte le notti erano popolati di animali fantastici e strana gente che riusciva ad emettere scintille dalla punta di bastoncini di legno. Sentiva, inconsciamente, qualcosa stava per cambiare nella sua vita, un cambiamento radicale che avrebbe condizionato anche il suo futuro, e il non sapere quello che il fato aveva in serbo per lei la irritava enormemente.

 “Rose bianche e rose rosse in mezzo alle spine suggeriscono allo spirito medioevale un significato simbolico, quello di...”

Un nuovo rumore, questa volta come un suono di sonagli soffocato, poi un tonfo sordo ed un battere di ali. Hermione scattò in piedi dalla sedia spaventata, prima di scoprire che la fonte del rumore era un enorme civetta appollaiata sul davanzale della sua finestra. Trattenne un urlo tappandosi la bocca con le mani, poi provò a mettere a fuoco la scena che le si parava davanti. L'uccello dal bel piumaggio nero aveva legato alla zampa un piccolo nastrino rosso con una campanella attaccata, e nella bocca aveva quella che sembrava una lettera; gracchiò due volte prima di far cadere la busta dal becco, poi con un potente colpo di ali spiccò il volo e sparì all'orizzonte. Hermione che aveva osservato tutta la scena con interesse, si avvicinò lentamente alla lettera abbandonata sul davanzale, quasi temendo l'immediata esplosione della missiva, la prese in mano tastandola cautamente e la rigirò tra le dita un paio di volte, sul dorso scritto in inchiostro verde c'era il suo indirizzo ed, indiscutibilmente, c'era scritto il suo nome e il suo cognome. Questa faccenda era davvero bizzarra: chi poteva averle mai scritto? Dopotutto non era molto popolare nella sua scuola e a dirla tutta non aveva nemmeno tanti amici; poi chi invia lettere utilizzando civette come “uccelli viaggiatori”? Le tremavano le mani quando, finalmente, si decise a strappare il sigillo di ceralacca che raffigurava uno stemma particolarmente caratteristico con incisa al centro una grossa H; indugiò ancora qualche secondo poi tirò fuori la pergamena che la busta conteneva.

SCUOLA DI MAGIA E STREGONERIA DI HOGWARTS
Direttore: Albus Silente
(Ordine di Merlino, Prima Classe, Grande Esorcista, Stregone Capo, Supremo Pezzo Grosso Confed. Internaz. dei Maghi)


Cara signorina Granger,
Siamo lieti di informarla che lei ha diritto a frequentare la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Qui accluso troverà l'elenco di tutti i libri di testo e delle attrezzature necessarie.
I corsi avranno inizio il 1° settembre del corrente anno scolastico.
Consci della sua provenienza da famiglia Babbana e della sua più completa ignoranza verso quella che è l'arte magica, nell'odierno primo pomeriggio avrò il piacere di venire ad incontrare lei e i suoi genitori per dare delucidazioni sulla questione. 


                                                                                                                                        Con Ossequi,
                                                                                                                              Minerva McGranitt
                                                                                                                                        Vicedirettrice



Hermione rilesse la lettera una decina di volte, alla ricerca di indizi che smascherassero quello che sembrava uno scherzo davvero ben organizzato. “Nell'odierno primo pomeriggio avrò il piacere di venire ad incontrare lei e i suoi genitori per dare delucidazioni sulla questione”? Questo voleva dire che di lì a poche ore, sarebbe giunta nella sua casa una...strega? Scacciò quel pensiero dalla sua mente quasi con forza, non poteva esistere la magia, era una cosa troppo illogica per essere vera...ma, se si sbagliava? Se anche lei era veramente “magica”? Confusa e leggermente stordita dalle mille domande che le affioravano nella mente, si avvicinò al bordo del suo letto e si sedette, inspirò profondamente prima di urlare: -MAMMA!
Un rumore di passi affrettati su per le scale, e la signora Granger spalancò la porta della camera con inaudita ferocia, era bianca come un lenzuolo e i capelli castani e ricci le ricadevano scompostamente sulle spalle, ansimava guardandosi intorno alla ricerca della causa che aveva scatenato l'urlo, forse convinta di trovare nascosto dietro le ante dell'armadio in ladro o un assassino. Quando, finalmente, constatò che non vi era alcun pericolo imminente guardò in direzione della figlia che ancora sotto shock stringeva tra le mani una pergamena che la fissava ad occhi sgranati.
-Tesoro che succede? Mi hai fatto prendere un colpo...- disse mentre, parzialmente rassicurata, tentava di aggiustarsi una ciocca di capelli ribelli. Hermione rispose con un grugnito indecifrabile che fece nuovamente montare la paura nella signora Granger che continuava a chiedersi cosa stava succedendo. Con molto tatto la donna si avvicinò al letto della figlia e le si sedette a fianco, le passò una mano sulla spalla e la strinse a sé.

–Vuoi dirmi che cosa c'è?-chiese dolcemente.
A quel tocco Hermione parve tornare alla realtà e uscì dal suo turbine di pensieri, guardò la madre e poi senza parlare la pose la lettera che stringeva nel pugno. La signora Granger sussultò leggendo le prime righe, ma mantenne un'espressione di dignitoso contegno anche dopo essere arrivata all'ultima parola scritta sulla pergamena.
-Come hai avuto questa lettera Hermione?
Hermione arrossì, come si dice in modo da non essere dichiarata completamente pazza che una civetta ti ha consegnato una lettera? Così rispose tremendamente imbarazzata che l'aveva trovata pochi minuti prima sul davanzale della sua finestra, omettendo la parte della“civetta viaggiatrice”.
Poi non riuscendo più a trattenere una delle domande che maggiormente l'opprimevano disse:

 -Mamma non credi che...si, ecco possa essere uno stupido scherzo? Non mi sembra di aver mai fatto richiesta per andare ad...”Hogwarts”!
Anche la signora Granger parve porsi la stessa domanda perché semplicemente scrollò le spalle.
-Non lo so, sembra tutto molto strano...credo che, comunque, dovremmo avvisare tuo padre...se è vero che questo pomeriggio verrà a trovarci questa...ehm...signora (?)...insomma, dobbiamo essere preparati ad ogni evenienza...
Così dicendo si alzò dal materasso, pose la mano alla figlia e insieme trovarono il signor Granger comodamente seduto in poltrona, i piedi abbandonati su un grosso puff rosso, intento a leggere il giornale. Era talmente assorto nella sua lettura che si accorse della presenza della moglie e della figlia dentro la stanza solo quando la signora Granger si schiarì la voce per chiamarlo.
-Cosa c' è tesoro?- chiese senza togliere gli occhi dal giornale.
-Ci degni della tua attenzione?- domandò con la voce incrinata la signora Granger.
-Mmm...i titoli della borsa sono scesi di tre punti oggi...- rispose il signor Granger senza alcuna logica, evidentemente assorto in altri pensieri.
-Oh, Richard insomma! Tua figlia deve dirti una cosa...- lo richiamò la moglie adirata.
Ma prima che Hermione avesse la possibilità di spiegare, iniziò a scendere dalla canna fumaria del camino spento (o almeno così sembrava) uno spesso strato di cenere e fuliggine, poi una grande fiamma verde prese a bruciare autonomamente all'interno di esso, e nel giro di qualche secondo, una persona avvolta dalle fiamme uscì con un saltello dalla bocca del focolare. Il signor Granger scattò dalla poltrona spaventato per pararsi dinanzi la moglie e la figlia che intanto osservavano intimorite e allo stesso tempo curiose, la donna che dinanzi loro si scrollava dalle spalle la polvere e si ricomponeva in una posa elegante. Aveva un completo assolutamente eccentrico di color verde smeraldo, i capelli scuri erano raccolti in un austero chignon, e in bilico sul naso aveva un bel paio di occhiali rettangolari.
-Buon pomeriggio, signori...- esordì scandendo ogni parola con la massima formalità - Confido abbiate ricevuto la lettera che annunciava la mia visita...-
Hermione annuì , e quando se ne rese conto si maledì mentalmente pensando alla figura da ebete che aveva appena fatto. La signora Granger che pareva ancora scioccata da ciò che aveva visto non emise una parola, mentre il signor Granger confuso e allo stesso tempo spaventato, domandò con voce roca:

-C-come ha fatto ad...ad...chi diavolo è lei?!-

La donna non parve particolarmente stupita della reazione dei presenti, anzi dall'espressione dei suoi occhi ne pareva vagamente divertita, ma non si liberò del suo sguardo serio.
-Molto bene allora...io sono...
-Mamma, papà...vi presento la professoressa Minerva McGranitt, ecco...è qui per...è qui per parlare di una scuola nella quale sono stata ammessa...- Hermione irruppe nella conversazione con un'audacia e una determinazione non da lei, aveva parlato quasi automaticamente, pensando che fosse il modo migliore per alleviare la tensione che si era creata. Di fatti dopo il suo intervento i signori Granger parvero “leggermente” rasserenati , ma nessuno dei due riacquistò l'uso della parola, continuavano ad avere gli occhi puntati sulla professoressa McGranitt che nel frattempo aveva preso ad osservare attentamente la ragazzina che l'aveva appena presentata.
-Come ha giustamente detto Hermione...- la ragazza sussultò sentendo pronunciare il suo nome ma rimase in attesa che la donna continuasse il discorso – Sono qui per parlarvi della scuola che potrà frequentare vostra figlia a partire dal prossimo primo settembre...ecco vedete, la nostra è una scuola molto speciale si chiama “ Hogwarts”ed è il luogo dove vengono istruiti coloro che saranno i migliori maghi e le migliori streghe della nuova generazione...
La McGranitt si interruppe, inspirò profondamente e poi invitò con un gesto della mano i signori Granger, che sembravano nauseati e sul punto di rimettere, a sedersi sul divano. I due accettarono di buon grado e si lasciarono cadere pesantemente sul sofà a tre posti situato tra una poltrona e il caminetto. Anche Hermione che venne trascinata di peso dalla madre si sedette, ma la McGranitt rimase in piedi al centro della stanza.
-Da noi la ragazza potrà apprendere le basi necessarie per controllare i suoi poteri magici, e più in là con gli anni, anche come farli fruttare al meglio. I corsi prevedono una frequenza di sette anni...
-Mi scusi, ehm...signora...ma deve esserci un errore...i-io non ho mai fatto domanda per la sua scuola e per di più...ecco, non ho le qualità per venire...io,n-non ho alcun potere magico...- asserì Hermione con una vocina piccola piccola. e si avviarono per le scale, dirette al salotto.

-Lo pensi davvero?- rispose la McGranitt accennando un sorriso con le labbra -Non ti è mai capitato di far accadere qualcosa di “insolito”, quando provi un'emozione forte? Magari quando sei tanto felice, arrabbiata oppure triste...?-
Fu un attimo, un battito di ciglia, e ad Hermione tornò alla mente il giorno in cui sfogliando “Manuale di Animali Rari” scorse l'immagine di una farfalla particolarmente bella, dalle grandi ali arancioni e blu che abitava solo in una determinata zona dell'Africa, e pochi secondi dopo aver desiderato di vederla dal vivo, la ritrovò assolutamente reale sul suo comodino; oppure quella volta alle scuole medie, quando dopo essere scappata da un gruppo di bambine che la prendevano in giro per via dei suoi denti “da castoro” si ritrovò sola e al sicuro dinanzi la porta di casa in meno di 7 secondi, benché la scuola distasse trenta chilometri dalla sua abitazione; oppure quella volta in cui...basta!...non poteva essere vero! Erano solo straordinarie...coincidenze? Circostanze? Come definire quei fatti senza tirare in causa la magia?Colpita dai suoi stessi pensieri Hermione sgranò gli occhi e si portò le mani alla bocca, la McGranitt continuava a sorriderle da dietro gli occhiali.
-Come dicevo, i corsi dureranno sette anni...naturalmente Hermione tornerà a casa per le vacanze scolastiche e per la pausa estiva. Non è richiesto alcun tipo di pagamento per frequentare la scuola, eccetto per quel che riguarda l'attrezzatura propria della studentessa...ora che ci penso, con la lettera di ammissione dovrebbe essere arrivata anche la pergamena con indicati i libri di testo da acquistare e l'altro materiale fondamentale, primo fra tutti una bacchetta magica...
Il signor Granger, che fino ad allora era rimasto pietrificato al suo posto, irruppe in una fragorosa risata che fece zittire la McGranitt e sussultare la moglie.

-Davvero un bellissimo scherzo...per un secondo c'ero cascato sul serio...ah, i vicini che si burlano di noi...questa poi...-
-Crede sia uno scherzo?- domandò gelida la donna .
-Certo che è uno scherzo! Non abbiamo mai fatto domanda per una scuola del genere, e poi, non esiste la magia!- rispose furioso l'uomo che intanto si era alzato dal sofà.
-Permettetemi di chiarire la questione, una volta per tutte- disse d'un tratto la McGranitt.
Si udì un sonoro “plof” e la donna scomparve alla vista, in piedi dove prima si trovava il suo corpo comparve un bellissimo gatto con gli occhi cerchiati da quelli che parevano occhiali. Un altro “plof” e il gatto scomparve facendo riapparire la professoressa. Il signor Granger pareva sul punto di svanire, e con le gambe molli tornò a sedersi sul divano vicino la moglie, che forse era svenuta sul serio.
-Tutti gli acquisti necessari potranno essere fatti a Diagon Alley nei prossimi giorni…- riprese la McGranitt tranquilla come se niente fosse successo - Sempre se la ragazza accetti di frequentare la scuola...in tal caso invierò personalmente un funzionario del Ministero della Magia per aiutarvi negli acquisti e con il resto. Allora, cosa intendete fare?
Vi furono alcuni minuti di silenzio carichi di tensione.
Fu la signora Granger, dopo essersi ripresa, a parlare.

 -Cara, t-tu cosa vorresti fare?- domandò incerta.
-Voglio andarci!- rispose Hermione decisa prima di guardare implorante il padre che continuava a scuotere la testa in segno di dissenso.
-I-io devo rifletterci, bene tesoro...-asserì il signor Granger.
-Molte persone credono di riflettere mentre stanno solo riordinando i loro pregiudizi!- rispose freddamente la ragazza- Papà, sento che quello è il posto in cui devo stare...devo andare ad Hogwarts!
-Io, non sono convinto...Hanna tu cosa ne pensi?- chiese l'uomo in chiara difficoltà nei confronti della figlia.
-Penso che la scelta spetti a lei Richard...non possiamo decidere noi...- rispose la signora Granger comprensiva. Altri interminabili minuti di silenzio nei quali il signor Granger continuò a studiare Hermione attentamente.
-Oh, e va bene allora...hai il nostro permesso-sussurrò in un filo di voce.
Hermione per poco non cadeva a terra dalla felicità e dopo aver abbracciato entrambi i genitori, si avvicinò cauta alla McGranitt che si era allontanata per lasciare intimità alla famiglia e che stava osservando delle foto poste su una mensola.
-Che cosa strana...perché non si muovono?- domandò la donna incuriosita.
-Che cosa dovrebbe muoversi?- chiese Hermione osservando a sua volta le immagini.
-Cosa hanno detto i tuoi genitori?- chiese la McGranitt cambiando bruscamente discorso.
-Mi lasciano venire...-rispose la ragazza entusiasta.
-Molto bene allora...ci vediamo a settembre, Hermione!- rispose la donna e con una velocità sorprendente si avvicinò al camino e scomparve tra le fiamme verdi che erano comparse nel focolare.
-Dovrai spiegarmi molte cose Hermione, e per favore domani ricordami che non è stato tutto un sogno...
-Ti dirò quello che so papà, ma fidati di me, non credo sia stato tutto un sogno...forse era solo destino.

   
 
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