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Autore: Epicuro    19/05/2011    11 recensioni
Una moglie irritata, un avvocato femminista, un marito negato e un cane conteso. Ce la farà Shura a risolvere un pericoloso inghippo diplomatico a favore del Santuario? E Radamante riuscirà a fare il cascamorto per aiutare il suo signore?
Nonostante il titolo riprenda Lost Canvas la fic si rifà alla serie classica di Saint Seya e si colloca dopo la fine della saga di Ade.
Genere: Comico, Demenziale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Capricorn Shura, Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Servi, padroni e dei: il nuovo Grande Sacerdote!'
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Vai col liscio!!!.

 

Mentre Rada piombava risoluto e determinato sul nemico, Ade...

 

«Amore, fammi entrare!»

«Col cavolo, non ti voglio vedere se non in un cimitero e possibilmente in una bara! Intanto ormai di funerali sei diventato esperto!»

 

... era impegnato in una gara di forza con la moglie per riuscire ad aprire la porta delle sue stanze e poterle così parlare faccia a faccia.

 

«Presefone, ascoltami è stato tutto un malinteso! Io ti amo e sono qui per dimostrartelo!»

«E come? Con un’altra collana in diamanti? Sai dove te la puoi infilare?»

«Lo posso immaginare, ma preferisco che tu non me lo dica! Comunque niente gioielli!»

«Ah! Crisantemi?»

«Nemmeno!»

«Sentiamo allora! In che modo vorresti dimostrarmi il tuo “amore”?» chiese sarcastica la dea.

«Ti dimostrerò che per te sono disposto a tutto... perfino affrontare una serata in compagnia dei tuoi amici umani!»

Persefone aprì incredula la porta e Ade, preso di sorpresa, perse l’equilibrio finendole addosso.

«Ehi! Chi ti ha dato il permesso di saltarmi addosso!» esclamò Persefone.

«Ho perso l’equilibrio! Scusa, non volevo!».

«Già, è da un pezzo che non vuoi!» disse irritata la dea rialzandosi.

«Perché... volevi?» chiese speranzoso Ade, alzandosi a sua volta.

«Va all’inferno!»

«Ci sono già!» disse con sarcasmo amaro il sire infero.

Persefone scosse il capo dicendo: «Ade, per favore, non prendermi per i fondelli! Per te gli umani sono solo un errore da correggere!»

«Non sto scherzando!»

«Da quando hai iniziato a fare uso di sostanze stupefacenti?»

«Non mi drogo, ho solo preso il vizio del sigaro da quando ho aperto l’agenzia...per stress.»

«Allora devi avere la febbre!»

«No, semplicemente ho avuto modo di ricredermi... ultimamente» disse Ade guardando negli occhi la moglie. Era serio e Persefone sapeva che, quando il re degli Inferi aveva quello sguardo profondo, non mentiva.

«Guarda che non voglio ritrovare i miei compaesani, che mi hanno sempre accolta calorosamente, generazione dopo generazione, all’imboccatura dell’averno prima del tempo!»

«Non toccherò loro un capello, te lo assicuro!»

«Guarda che sono un po’... come si dice... esuberanti!»

«Sono disposto a tutto!».

«Proprio a tutto?»

«Sì!»

Persefone, vedendo Ade così risoluto, decise di prendere la palla al balzo e divertirsi un po’:

«Bene, ma poi non voglio sentire lamentele. Ricordati che te la sei cercata!»

«Vedrai che ti sorprenderò!»

 

Intanto Shura si preparava a presenziare agli allenamenti degli spettri...

 

Il mormorio tra i soldati di Ade cessò quando l’alta ed imponente figura del dio comparve oscura dietro i veli del pulpito per lui allestito, in modo da permettergli di assistere agli addestramenti in tutta tranquillità. Con lui vi era Pandora, che uscì dalle tende con il tridente e pose le domande di rito:

«Giurate fedeltà e devozione al Sommo Ade e alla sua causa?»

«Sì lo giuro!» fu la risposta all’unisono dei soldati (a parte qualche spettro buontempone, che storpiò leggermente la frase XD)

«E siete pronti a morire per lui?» proseguì Pandora con enfasi.

«!» risposero in coro le truppe.

«Bene! Questo è il vostro voto! Onoratelo e rispettatelo sempre! Che l’allenamento rituale abbia inizio!»

Gli spectre si divisero in base ai Generali sotto cui erano stati posti, per poi dare origine ad una simulazione di una battaglia tra plotoni, in modo da dar prova di essere pronti ad agire in ogni caso di emergenza (tipo le esercitazioni antincendio a scuola), ma nell’aria c’era odore di qualcosa che non andava.

Soldato semplice uno: «Ma dove sono finiti i nostri generali?»

Soldato semplice due: «Già! La Viverna, il Grifone e il Garuda non si sono presentati!»

Soldato semplice tre: «Si saranno rotti di questa buffonata! Intanto Ade se ne va dopo dieci minuti dall’inizio e quindi poi parte il torneo di scopone!»

Pandora avvertì il turbamento negli spettri e non sapeva cosa fare. Non poteva dire che Eaco e Minosse avevano cambiato bandiera e nemmeno che Radamante era a far felice l’avvocato. Ci voleva un balla e subito, ma, a venire in soccorso della sacerdotessa in panne, fu lo stesso Ade, ehm Shura. Il cavaliere infatti oltrepassò con solennità i veli e apparve in tutta la sua possente deitudine. L’esercito, alla vista del suo dio ammutolì di botto, mentre Shura li scrutò truce. Quei b#@#@]i lo avevano sfottuto e malmenato senza ritegno durante il suo soggiorno nel Cocito e ora aveva la possibilità di dirne loro quattro e non si sarebbe fatto sfuggire l’occasione.

Pandora, sconvolta, si avvicinò a Shura per bisbigliarli sotto voce:

«Guarda che non potresti farti vedere così dai tuoi sudditi. Solo ai tre Giganti Infernali è concesso tale onore e..»

«Pandora, non oserai redarguire il tuo dio di fronte all’esercito?»

La ragazza deglutì e si fece da parte. Shura si era calato perfettamente nella parte, anche un po’ troppo. Ade non era mai stato così autoritario e, permettetemi il termine, incazzuso.

«Bene!» disse, per poi rivolgersi agli spectre: «Come osate immischiarvi nei miei affari. Di dove sono i tre Giganti non sono affari vostri! Voi non avete diritto di farvi domande, soprattutto così cretine! Piuttosto vedete di impegnarvi di più negli allenamenti!» e, scendendo i gradini del pulpito, gridò:

«SULL’ATTENTI INUTILI SACCHI DI PULCI

«Signor sì!» scattarono gli spectre. Ade era alterato e loro arano terrorizzati.

Shura passò quindi in rassegna le truppe e, insultandoli uno per uno, li fece sentire degli emeriti ricordini di piccione, per poi tornare sul pulpito e fare il mazzo nell’insieme all’esercito.

«FATE SCHIFO! SITE LA VERGOGNA DEGLI INFERI! AVETE LA BUZZA; I VOSTRI MUSCOLI SONO FLOSCI, IL VOSTRO FISICO CADE A PEZZI! I SAINT DI ATENA HANNO FATTO BENE A PRENDERVI A CALCI IN CULO, PERCHÈ NON VALETE UNA EMERITA PIPPA!»

Shura fece una pausa e li squadrò, per poi ricominciare. Gli spectre sudavano freddo.

«ALTRO CHE IL MIO TEMUTO E FEROCE ESERCITO, SIETE SOLO DELLE FEMMINUCCIE! MA ORA BASTA, I VOSTRI TEMPI DI OZIO SONO FINITI, VI VOGLIO VRDERE SUDARE! CORSA SUL POSTO FIN QUANDO NON VI DIRÒ IO DI SMETTERE! MUOVETEVI!!!» urlò perentorio Shura facendo scattare gli spectre come molle e commuovendo Pandora, che pensò con le lacrime agli occhi: “Questo sì che è il nostro dio!” per poi ricordarsi che quello non era Ade, ma Shura: “Che peccato, però questo vuol dire che non abbiamo nessun vincolo di parentela di nessun tipo...”.

Intanto, dopo dieci minuti, Shura rientrò dietro le tende.

Soldato semplice uno: «Ehi, raga! Ade come al solito si è rotto di stare a guardarci e se ne è andato!»

Soldato semplice due: «Già, tira fuori le carte!»

Soldato semplice tre: «Pronti! Oggi ho portato anche Uno!»

Ma le speranze dei soldati furono brutalmente deluse. Shura era infatti tornato sul pulpito con sedia e giornale:

«Bhe? Chi vi ha dato il permesso di fermarvi? SCATTARE, VELOCI, UN DUE UN DUE!!»

«ARGH! Signor sì!»

 

Nel frattempo....

 

SBRADABANG, STONK, STUMP.

«Ahia!» Ade e si era materializzato nello stanzino delle scope della villa veneta, insieme alla moglie.

«Mannaggia, il passaggio tra gli inferi e la nostra casa per le vacanze non funziona tanto bene!» disse il dio infero togliendosi il secchio del mocio dalla testa.

«E da una vita che te lo dico, ma tu hai sempre altro da fare!» rispose Persefone, per poi notare quanto il marito fosse in forma. La dea era infatti finita seduta sopra gli addominali di Ade e ora si appoggiava ai suoi pettorali nel tentativo di rialzarsi tra l’intrico di scope in cui erano finiti.

«Scusa se ho passato il 99 % del mio tempo sigillato da Atena e la parte rimanente...»

«A cercare di sterminare l’umanità servendoti di corpi umani pataccosi, che manco riuscivi a tenere sotto controllo!» finì la dea.

«Ma allora tu sai!»

«Certo, ho seguito gli episodi in TV e ho collezionato il manga!»

«Allora mi credi se ti dico che con Pandora non ho mai fatto nulla!»

«Con le donne sei sempre stato negato! Per avere una moglie l’hai dovuta rapire!»

«Già. È vero!»

«Ma questo non toglie che sei un pirla e che io mi sia stancata di te!» rispose secca la dea uscendo dallo sgabuzzino e guardando l’orologio:

«Cribbio come è tardi! Devo andare di corsa in proloco ad aiutare gli altri a sistemare per la festa di stasera! Mi avranno data per dispersa!» e Persefone uscì dalla villa di volata seguita dal marito:

«Aspettami, vengo anch’io!»

 

Un quarto d’ora più tardi...

 

Nella Piazza del pese ai piedi del Monte Venda erano già stati montati palco per l’orchestra, gazebo e tendoni per la cena, la cucina e il bar della proloco.

Appena le due divinità fecero il loro ingresso nello spiazzo, una signora tonda sulla quarantina si diresse verso la dea.

«Persefone, dove ierito finia?» (Trad: Persefone dove eri finita?)

«Go barufà con me mario. Semo lì lì per devorsiare!» (Trad: Ho litigato con mio marito. Siamo in procinto di divorziare).

«Iera ora cara. Queo l’è un mona!» (trad: Era ora cara. Quello è una testa di ca...volo!)

«Ehm! Persefone, ci sarei anch’io! Potresti tradurre?» disse Ade che non aveva capito una sola parola. Le due donne si girarono e Persefone esclamò:

«Scusa me ne ero dimenticata. Nulla, discutevamo su come sistemare i tavoli per la cena di questa sera. Ah, questa è Mariuccia, il capo della proloco.»

Mariuccia squadrò Ade dall’alto in basso e disse: «Chi sè sto toco d’omo?» (Trad: chi è sto figo?)

«El mona de me mario!»

«El bechin?» (trad: il becchino?)

Persefone annuì mentre con un calcio intimò ad Ade di salutare la signora. Mariuccia strabuzzò gli occhi per poi iniziare ad urlare a squarciagola per tutta la piazza:

«Vegnì tuti a vedre! Le venuo in sagra el bechin, el mario mona dea bea Persefone!»

Ade si avvicinò alla moglie incuriosito da una parola che sentiva dire ogni volta che veniva indicato:

«Persefone, cosa vuol dire mona?»

«Venerabile!» rispose la dea, mentre un capannello di uomini e donne avevano ormai fatto ala intorno al dio infero incuriositi.

Uno di loro, sulla trentina, prese Ade sotto braccio e iniziò a chiedergli in italiano:

«Tu sei Ade? Quello dell’agenzia di pompe Funebri?»

«Sì, e sono anche il dio degli Inferi, quindi più rispetto e giù le mani!» rispose Ade infastidito, svincolandosi dalla presa calorosa dell’umano.

«Ah, e cosa fa un dio infero?»

«Regna sulla morte e gestisce i gironi infernali!»

«Davvero?»

«Sì»

«Quindi se vengo nella tua agenzia per il funerale di mia suocera posso anche scegliere il girone in cui farla spedire?»

«Piero! Beco! T’ho sentio disgrasià!» (trad: Piero, brutto cornuto disgraziato, ti ho sentito).

«Scusa devo andare... mia suocera... passo poi in uno dei tuoi uffici per il preventivo!» e l’uomo venne agguantato dalla suocera, che iniziò a randellarlo con la borsetta, mentre Ade provò compassione per quell’umano alle prese con il peggiore delle disgrazie possibili.

«Vieni pure quando vuoi, vedremo di farti un pacchetto adeguato» rispose Ade comprensivo. Anche lui ne sapeva qualcosa.

Intanto Tony, il capo cuoco della proloco arrivò trafelato dalla cucina:

«Mariuccia ghe se un problema. Bepi non poe vegnere a menare a poenta! Se gà becà l’influensa!» (Trad: Mariuccia c’è un problema. Bepi non può venire a girare la polenta perché è malato)

«Zio can! E adeso? Dovremo trovare un omo forte per ramenare tuti quei chii de poenta o semo in un bel casoto! Non se po fare a sagra dea Poenta e muso sensa poenta!» (Trad: Acciderbolina, e adesso? Dobbiamo trovare un uomo forte per girare tutti quei chili di polenta o siamo in un bel pasticcio. Non si può fare la festa della “polenta e asino” senza polenta!)

«Io avrei la soluzione!» tutti si girarono verso Persefone, che a sua volta si rivolse ad Ade:

«Ade, perché non ci pensi tu a girare la polenta?»

«Cosa! Io sono un dio, non posso abbassarmi a fare questi umili e degradanti lavori uma..»

«Non mi avevi detto che eri disposto a tutto per riconquistarmi? E io adoro gli uomini che sanno girare la polenta, sono così virili! Mi ingrifano una cifra!» Persefone fece l’occhiolino a Mariuccia, che sogghignò, mentre Ade rispose rassegnato:

«Dove devo andare per girare sta polenta?»

 

Mentre Ade girava la polenta con tanto di asinello happy (intento ad ingozzarsi di polenta) stampato sopra al grembiule e al cappellino in dotazione allo staff, tra gli sfottò e le risate di moglie e capo proloco, Shura era intento a gustarsi la sua infernale vendetta...

 

«Bene, direi che due ore di corsa sul posto possono bastare...» disse solenne il cavaliere, alzando il viso dal giornale.

L’esercito tirò un sospiro di sollievo.

Soldato uno: «E ora piediluvio!»

Soldato due: «Ottima idea, mi presti i sali?»

Soldato tre: «Io invece gel contro i dolori muscolari! Ho male ovunque!»

«...e passiamo quindi passare agli addominali e alle flessioni! SU FORZA UNO, DUE, TRE...» concluse però impassibile Shura.

Un “Do” alla Omer Simpson risuonò nell’aria.

«COSA? NON HO SENTITO BENE!» Tuonò Shura.

«ARGH! Nulla signore, subito signore

«Così va meglio!» disse soddisfatto Shura con un ghigno, mentre riapriva il giornale per dedicarsi alla cronaca sportiva.

 

Nel frattempo, nel paesino ai piedi del Monte Venda...

 

L’ora di cena era arrivata e la gente del paese, e di quelli vicini, stava prendendo posto sotto i tendoni per gustarsi il piatto tipico locale.

Mariuccia sbraitava dando ordini a destra e a manca perché tutto filasse liscio, Persefone serviva raggiante gli antipasti ai tavoli e Ade... era intento ad armeggiare con il paiolo per rovesciare la polenta sul paniere.

«Ce la fai da solo?» chiese Tony (con un italiano fortemente accentato), mentre Ade alzava e rovesciava senza sforzo l’enorme calderone.

«Certo, è una bazzecola per me!»

«Allora ti ingaggiamo anche per l’anno prossimo!»

«Fantastico!» disse ironico Ade, cosa che gli valse una pacca sulla spalla e una bottiglia di lambrusco fatta ingurgitare al goccio. Il dio infero fece un enorme sforzo per non far finire il cuoco nel suo regno.

«Bene, allora sei dei nostri, ma sei un po’ pallidino. Quindi bevi che se no non rendi! Questa è una festa amico e ♪ “l’acqua fa male mentre il vino fa cantar” ♪» trillò Tony, canticchiando il motivetto, mentre affettava la polenta calda con il fil di ferro. Ade poté quindi togliersi di bocca la bottiglia per prendere fiato.

«Come siamo con la polenta e lo spezzatino d’asino?» chiese Persefone entrando con il vassoio vuoto.

«Quasi a posto tosata (Trad: bimba)! Fatti un goccetto anche tu! Ma voi dei siete tutti così pallidi e tristi? Far festa con gli amici e l’amore con la propria donna sono le cose più belle della vita!» per poi partire con: «♪ Marina, Marina, Marina, ti voglio al più presto sposar...♪»

«Tony, Tony! Non conosci Bacco e Zeus, loro si che si sanno divertire! Sono io che ho beccato il dio pacco!» trillò Persefone mentre sistemava i piatti pieni sul vassoio. Ade si offese, ma la moglie aveva ragione. Non sapeva cosa voleva dire divertirsi. Aveva sempre evitato anche i bagordi organizzati dal fratello sull’Olimpo e gli Inferi non è che fossero un luogo che ispirasse tanta voglia di far festa.

«Allora il prossimo anno portaci il dio del vino! Mio zio ha una cantina con del nettare d’uva favoloso!» ribatté il cuoco stappando un’altra bottiglia.

Ade intanto si era avvicinato alla moglie:

«Persefone, qua vanno tutti giù di alcol peggio di Rada! Ma che sono, seguaci di Bacco?»

«Te l’avevo detto che erano un po’ allegrotti! E aspetta a fine cena, quando c’è il grappino di rito! Tu piuttosto hai le guance tutte rosse!»

«Il cuoco mi ha quasi soffocato facendomi ingurgitare a forza una bottiglia di lambrusco al goccio a stomaco vuoto!»

«E sì bocia! Quando la bala la ciapa il gust, se beve il lambrusc!» (Trad: E sì ragazzo, quando il vino inizia a dare alla testa si va giù di lambrusco) cinguettò il cuoco rifilando ad Ade una seconda bottiglia, insieme ad un abbondante piatto di polenta e spezzatino d’asino: «Non fare complimenti, ce n’è in abbondanza! Qui si mangia e si beve in allegra e siamo tutti amici, quindi via quel muso lungo! Dico bene Persefone?»

«Benissimo Tony!» e Persefone uscì dalla cucina per servire i commensali ai tavoli, mente pensava “Però devo ammettere che è cambiato dall’ultima volta che l’ho visto. Normalmente spediva nell’ade umani anche solo per capriccio! Figuriamoci Tony che l’ha ingozzato come un cappone!” e la dea sorrise tra se.

A fine cena, come in ogni festa paesana che si rispetti, non poteva mancare l’orchestra del liscio simpatia e Ade era a fumarsi una sigaretta, scroccata ad un passante, in compagnia del cuoco, quando Persefone si avvicinò ai due con un’amica.

«Ade, c’è un’arzilla signorina che ti ha visto e voleva fare la tua conoscenza!» disse la dea.

Ade si rivolse alla moglie con aria stupita: «Eh, da quando sei così accondiscendente a presentarmi arzille signorine! L’ultima volta che mi si è avvicinata una fanciulla, tra l’altro solo per chiedermi indicazioni, l’hai trasformata in menta!»

«Cosa vuoi insinuare, che sarei gelosa di un tipo come te? E comunque nonna Giannina è una mia carissima amica da più di ottant’anni»

L’attempata e tracagnotta signora salutò Tony e Ade, che commentò:

«Ah, ecco, mi sembrava strano! Normalmente sei iper possessiva, quasi come Era, ma, a differenza di Zeus, io non do preoccupazioni. Ma se continui a sfottermi potrei anche cambiare atteggiamento. Una fan compiacente dovrei riuscire a trovarla!»

«Tu, delle fan? Non farmi ridere!» lo prese per i fondelli la moglie, mentre la nonna si fece avanti.

«Fame fare un baeo, invese de stare lì ad amufire!» (Trad: Fammi fare un ballo invece che stare lì ad ammuffire!) e Giannina trascinò Ade nella pista da ballo, proprio mentre l’orchestra suonava una bella mazurca:

Ade: «Non so ballare!»

Giannina: «S’empara!» (Trad: si impara)

Ade: «Ehi! Ma cosa fa? Tocca!»

Giannina: «Ovio, son vecia e devo sfrutare le ocasioni quando e se presenta!» (Trad: ovvio, sono vecchia e bisogna sfruttare le occasioni quando ci sono!)

Ade (urlando dalla pista da ballo verso la moglie piegata in due dal ridere): «Persefone, dopo facciamo i conti!»

Tony: «Tosata, va bene che ti voi vendicare degli anni che ti ha trascurato, ma proprio la vecchia zitella allupata del paese dovevi presentargli?»

Persefone: «In questo modo quando passerà a miglior vita, Ade la spedirà nei campi Elisi, per non averla tra i piedi agli Inferi. Avere una che racconta ai custodi inferi di aver palpato il deretano al sommo Ade sarebbe imbarazzante e avevo promesso a Giannina che l’avrei mandata in un bel posto dopo morta.»

Tony: «Però che non si sappia in giro che basti palpare il culo a tuo marito per finire in paradiso, se no davvero povero diavolo! Finisce peggio di Bonolis ad “Affari tuoi”!» e i due si guardarono per poi scoppiare a ridere.

Nel frattempo il ballo era finito ad Ade, sollevato, fece per allontanarsi dalla pista mentre partivano i balli di gruppo, ma venne agguantato dalla moglie su di giri.

«Forza Ade, tutti in pista, w i balli di gruppo!»

«No, i balli di gruppo no!», ma a nulla valse la protesta. Persefone lo trascinò in prima fila, mentre Tony urlava ad Ade:

«Forza dio dei morti, facci vedere come ciapi a gaina! (Trad: acchiappi la gallina)»http://www.youtube.com/watch?v=BaJVVGpnvTk

Ade si sentiva un emerito cretino ad imitare i movimenti dei ballerini sul palco, ma vedendo che alla fine, nella mischia, era il meno peggio e che nessuno badava a lui, ma erano tutti intenti a divertirsi, abbozzò un sorriso e anche lui si lasciò andare poco a poco al delirio collettivo.

I balli si susseguirono incalzanti e dal primo “Ciapa la galeina”, si era passati al “Mueve la colita”, alla “Bomba”, al “Waka, Waka” per finire al “Ballo del canguro” che con le strofe “♪ il ballo del canguro, se muovi un po’ la coda, è molto sexy te lo giuro♪” fece commentare delle graziose signorine site dietro al dio infero:http://www.youtube.com/watch?v=wmTm3Vv6E88

Signorina a modo uno: «É proprio vero che il diavolo non è poi così brutto come dicono!»

Signorina a modo due: «Parole sante!»

Signorina non tanto a modo tre: «Ciò, avete visto che gran bel cu.» La signorina tre si bloccò ritrovandosi faccia a faccia con lo sguardo furente di Persefone:

«Scusa, cosa hai detto?»

«Nulla sarà stata la musica ARGH!» le tre signorine vennero messe in fuga da una pianta grassa carnivora fatta comparire dal nulla dalla dea.

Ade: «Come puoi vedere ho ancora un po’ di fascino. Però ha ragione mio fratello Zues! Dovrei imparare a scindere chi mandare all’altro mondo e chi no. Alcune meritano! Ahia!»

Ade si beccò uno scappellotto dalla moglie: «Guarda che mi rivolgo a Efeso per farti fare la cintura di castità!»

«Intanto non divorziamo? Quindi che te ne frega!»

«...»

Ade sorrise e abbracciò la moglie: «Ma se cambi idea faresti di me il dio più felice dell’Olimpo»

«Ade, siamo in pubblico ed in mezzo a esseri umani!» disse incredula Persefone.

«E allora?»

«Ma non eri tu che dicevi che non volevi farti vedere in pubblico in atteggiamenti affettuosi, per preservare la tua fama di oscuro dio Infero?»

«Credo che, tra polenta, palpate di vecchie signore e balli demenziali, ormai la mia reputazione sia già andata a farsi benedire!»

«Al dire il vero a rovinarti l’immagine ci aveva già pensato Atena!» disse la dea ridendo, cosa che fece scattare la punizione divina da parte di Ade.

«Pietà! Tutto, ma il solletico no! Sai che lo soffro da morire!» rise Persefone cercando di fermare le mani di Ade.

«Solo se mi chiedi scusa!»

«Va bene, scusami, questa stasera sono stata proprio cattivella, ma te lo sei meritato! Comunque sono felice che tu abbia resistito!»

«Ti ho detto che ti avrei stupito! Facciamo due passi, così chiacchieriamo un po’?»

Persefone annuì e la due divinità si allontanarono per discutere in tranquillità, lontano da occhi indiscreti.

 

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So che questo capitolo è lunghissimo, ma mi sembrava brutto dividerlo in due! Chiedo venia!

  
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