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Autore: Ella_Sella_Lella    19/05/2011    5 recensioni
Percy viene "incastrato" in una "misteriosa" (Anche per lui) missione dalla Divina Artemide.
Aiutato da una profezia, come sempre poco chiara.
Una fidanzata "troppo" sveglia, un cugino con un "Pass" per l'oltretomba.
Quattro abigue divinità minori.
Una sala da tè, nel cui retro c'è il Servizio Cliente dell'Ermes Express.
Sogni che riguardano un gigante ed un cane splendente.
Ed una costellazione che ha la forma di una macchina per il caffè. Che nasconde in realtà un "tragico(mico fore un po')" amore.
Ma perchè?
*
Buona lettura
Baci baci
EsL
Genere: Avventura, Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Avventure scolastiche

Titolo:  Percy Jackson e  La Costellazione della Macchinetta del Caffè
Titolo del Capitolo: La Costellazione della Macchinetta del Caffè
Fandom: Percy Jackson
Personaggi: Percy Jackson, Annabeth Chase, Sam Rockoverstreet, Cheryl ( Nel sogno: Cani, Zoe e Artemide)
Genere:  Sentimentale, comico, Avventura
Rating: Giallo (Prevenire meglio che curare, ma penso mi manterrò sul verde)
Avvertimenti: What if
Conteggio Parole: 1502
Note: 1. Pur troppo non è betata

2. Avete a lungo pensato chi fossero i due importuni visitatori? Chiunque abbiate pensato, be è sbagliato.

3. Cheryl. Un bel tipetto, spero concorderete con me.

4. Io amo follemente Zoe, specialmente la sua parlata, dunque non potevo non metterla in questa ff.

5. Perdonatemi la svista di Annie, ma serviva per il quinto capitolo

6. Ammetto che anche se lo revisionato questo capitolo non mi dice niente …

7. Per la costellazione che sembra una macchinetta del caffè, la pensa come me anche Nonciclopedia xD (Giuro l'ho scoperto dopo)

Buona Lettura

 

La Costellazione della Macchinetta del Caffè

 

A Manhattan non si vedevano le stelle, ma dal Planetario New Yorkese si. Percy aveva deciso di andarci con la sua ragazza, lui doveva studiare le costellazioni e alla sua ragazza piaceva semplicemente quel posto. Avrebbe voluto andare con lei a vedere le stelle dall’osservatorio sull’Empire, ma sua madre non si era dimostrata troppo disponibile a lasciare che suo figlio passasse tutta la notte fuori casa con la sua ragazza. Quindi Percy si era dovuto accontentare di studiare una riproduzione della volta, ma Annabeth ne era stata ugualmente entusiasta, anzi sarebbe stato più corretto dire che era andata totalmente in fibrillazione, aveva passato tutto il giorno prima ad indossare vestiti su vestiti, sentendosi per quello anche terribilmente stupida, per scegliere quello più adatto, con la sua matrigna che ogni tanto gli dava qualche parere, del genere che il turchese risaltava meglio con la sua carnagione, fino a che non aveva trovato l’abbigliamento che le era sembrato più adatto e c’era riuscita, visto che quando Percy l’aveva vista era rimasto per qualche secondo  muto ad ammirarla, poi le aveva fatto anche i complimenti e lei era arrossita. Stavano insieme già da un po’, eppure ogni volta arrossiva, cercava di farlo in un modo discreto( a differenza di Percy), ma non ci riusciva proprio. Alla fine ripresasi dal rossore sulle gote, Annabeth aveva afferrato con un movimento fluido  la mano del ragazzo, ancora assorto a fissarla con lo sguardo da pesce lesso,   e si erano diretti assieme dentro il planetario, scambiandosi sguardi dolci e qualche imbeccata, perché non ci riuscivano proprio ad esser languidi con le parole.

“Come mai sei voluto venire qui?” chiese Annabeth mentre si sedevano sulle sedie morbide che si trovano sotto la cupola in cui era riprodotto tutto il firmamento, “Volevo imparare qualcosa sulle costellazioni” rispose Percy con innocenza, indicando il cielo, Annabeth sorrise e cominciò ad indicarle varie costellazione, come cambiavano i cieli, “Quello è Perseus” Annabeth indicò una V alla rovescia, molto malformata, Percy annui. Poi Annabeth continuò indicando Il Grande Carro, i gemelli, la Cacciatrice – di cui gli osservatori non riuscivano ancora a darsi un’idea da dove fosse spuntata fuori – ed altre. Percy aveva fissato con grande astio la costellazione di Ercole, ritenendo che lui non meritasse quel posto per il dolo fatto a Zoe, che con orgoglio ora era il centro del cielo lucente. Percy smise di ascoltare le costellazioni che stava illustrando Annabeth, quando la stessa ragazza aveva posato la sua testa sulla spalla del ragazzo ed aveva commentato il tutto con un complimento ad un cielo che sarebbe stato splendido vedere con gli occhi.

Il cielo era cambiato, adesso c’era il cielo invernale ed Annabeth aveva ricominciato ad illustrare le costellazioni invernali. Percy era rimasto catturato da una, che sembrava brillare di mille soli rispetto alle altre, era proprio lì, che sembrava dire a Percy: Guardami! Guardami! Brillo più di tutte! “Cos’è quella Annabeth?” chiese Percy alla sua ragazza, cercando di indicarla, ma la ragazza non riuscì a capire, “Quale Percy?” chiese gentile, il ragazzo aggrottò le sopraciglia, poi rispose: “Quella che sembra una macchinetta per il caffè! Quella che brilla più di tutte!” indicando insistentemente, una costellazione che sembrava una macchinetta per caffè – o una clessidra- con due lunghi braci curvi da polipo, “Ah quella!” esclamò Annabeth avendola finalmente vista, poi si era zittita, cercando di ricordare cosa fosse, non le veniva proprio in mente, poco sotto c’era Sirio, la stella luminosissima, dunque vedeva la sagoma del cane, si ricordò perché era stato situato lì e disse a Percy: “Il padrone di Siro …  Sarà stato qualche eroe importante” era mortificata dal fatto di non saperlo, il ragazzo le baciò la fronte, “Un eroe di poco conto visto che gli hanno relegato la sagoma di una macchinetta da caffè” ridacchiò Percy con una certa sfrontatezza, che fece comunque ridacchiare Annabeth, che poi tornata seria l’ammoni, ricordandogli che tutti gli abitanti della volta celeste erano stati nel passato gloriosi.

“Jackson! Percy Jackson!” il figlio di Poseidone si sentì chiamare da una gioconda voce amica: Sam. Si voltò imbarazzato, perché tutto il planetario stava guardando accigliato il ragazzo che aveva rotto il silenzio e lui. Sam non era solo, con lui c’era una ragazzina bassina, dai capelli ondulati e lunghi, il colore era grano ardente, il volto poco dolce, anzi imparziale e severo e gli occhi marrone scuro. “Sam” mormorò Percy salutandolo con la mano, Annabeth guardò la coppietta molto curiosa, il ragazzo dai capelli castani scivolò tra i posti, assieme a quella che doveva essere la sua ragazza perché l’afferrò la mano senza vergogna per condurla dove andava. Si sederono accanto ad Annabeth e Percy, lei aveva uno sguardo di sufficienza, come se la loro presenza le mettesse il ribrezzo, lo schifo più assoluto, ma decise di trattenere qualsiasi commento. “Tu devi essere Annabeth … Percy parla di te, continuamente!” esclamò Sam, guardando la ragazza dell’amico, Annabeth arrossì un po’, “Lui è Sam, un mio amico” lo presentò il figlio di Poseidone, sperando che Sam non se ne uscisse con qualcosa di imbarazzante, Sam sorrise, poi indicò la ragazza che era con lui, “Lei è Cheryl”  la presentò, la ragazza sorrise a Sam dolcemente, prima di regalare ai due un’occhiata gelida, mascherata da un forzato sorriso freddo, per compiacere il ragazzo.

Guardavano le stelle tutti e quattro, poi Sam era andato un attimo in bagno ed aveva lasciato Cheryl con la coppia. “Ercole non merita di stare lì …” biascicò alla fine Percy dopo averci pensato tutto il tempo ed aver abbandonato l’idea della macchinetta del caffè, “Lo so” bisbigliò Annabeth, Cheryl sorrise soddisfatta, “Non mi capita spesso di sentire qualcuno con il mio stesso parere su ciò” rivelò, mostrando per la prima volta una voce graffiante, che liberò sulla schiena di Percy diversi brividi di inquietudine, stesso effetto provò Annabeth, “Come scusa?” chiese poi la ragazza. Cheryl rispose: “Tutti adorano ed imitato Ercole. A me non è mai piaciuto …” si fermò, spostò gli occhi da Ercole a Zoe, Percy seguì lo sguardo e si chiese perché la fissasse con tanta intensità, “Poi dopo quello che ha fatto a l’Esperide Zoe” sibilò, sperando quasi Percy e Annabeth non la sentissero, i due fidanzati si guardarono preoccupati tra loro, prima che potessero dire altro, Sam era tornato. “Che mi sono perso, Cher?” chiese Sam, la ragazza lo squadrò il malo modo a quel nomignolo, il ragazzo sorrise bonario. Annabeth e Percy si guardarono tra loro preoccupati, spaventati da Cheryl. Come faceva a sapere di Zoe? Poi quella voce così graffiante, c’era qualcosa di strano. “Penso sia qualcuno, o qualcosa,  che si sta servendo di Sam per arrivare a te” bisbigliò Annabeth nell’orecchio di Percy, che si voltò verso Sam, che stava chiacchierando amabilmente con la ragazza, che di tanto in tanto volgeva a loro uno sguardo altezzoso.

Dopo esser tornato a casa, Percy aveva dimenticato totalmente le costellazioni e si era concentrato su Cheryl, non aveva fatto altro che pensare a lei, se fosse successo qualcosa a Sam per colpa sua , non se lo sarebbe mai perdonato. Era andato a dormire, mosse da inquieti pensieri, come i sogni che lo accompagnarono la notte.

Percy non sognò Cheryl e nulla che la riguardasse. Era in un bosco, il cane splendente dell’ultima volta era accanto a lui, ma non era solo, anche un altro lo affiancava. Tutti e tre erano nella foresta, cercavano qualcosa con molta insistenza. Un rumore dietro i cespugli, puntò l’arco che aveva tra le mani, un piccolo coniglio era saltato fuori, scoccò la freccia e l’abbatté, i cani latrarono felici. Dai cespugli giunsero due splendide fanciulla, una era Artemide, Percy la riconobbe immediatamente e l’altra era Zoe, Percy rimase sconvolto nel vederla, era passato così tanto tempo, che aveva quasi cominciato a dimenticare i tratti nel viso della cacciatrice, “Mia signora è sempre lui!” esclamò Zoe con quel tono astioso, per i maschi, che aveva mostrato dal principio e che sono lui, Percy, era riuscito a cancellarle, “Ancora voi, cacciatore?” chiese irritata Artemide, Percy, anzi colui che possedeva il corpo, si era chinato ed i cani l’aveva imitato, “Ecco divina …” bisbigliò l’uomo, afferrando la carcassa del coniglio, “L’offro a voi, come pegno per la dea della caccia”  aggiunse, la voce era roca e profonda ed il tono ossequioso, “Accetto l’offerta Cacciatore” disse Artemide, con il volto che come sempre era una lastra di marmo,  raccolse dalle mani di lui il piccolo coniglietto, il manto bianco era macchiato di rosso ed una freccia gli aveva passato il collo di netto, accennò un sorriso, quello era talento, anche su una piccola preda lo poteva stabilire, quello non sarebbe stato un semplice cacciatore, quello sarebbe stato Il Cacciatore. “Ed ora vi autorizzo a dirmi il vostro nome” aggiunse, addolcendo appena la voce, Percy si ritrovò ad alzare il volto e fissare negli occhi la dea, Zoe dietro era curiosa ed i cani guaivano spaventati.

Il nome del cacciatore, Percy non l’udì, perché il suono della sveglia, l’aveva costretto a ritornare tra i presenti.

*

Anticipazioni? (E perchè no)

Percy si ritroverà ad avere un confronto con Cheryl in Central Park. Mentre per un breve cameo avremo la comparsa di una personaggio che, per conto di qualcuno, dovrà portare qualcosa da qualche parte.

   
 
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