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Autore: ary_gg    19/05/2011    10 recensioni
Post lotta Klaus è un piccolo omaggio interamente Delena. Elena e i suoi sentimenti. La morte si sa ci mette di fronte a nuove consapevolezze.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'ALBA

 

OTTAVO CAPITOLO

 

Damon aveva lo sguardo perso nel vuoto, era seduto sul bracciolo del divano nel salotto di casa Salvatore, con uno scotch in mano. Le cose si stavano facendo alquanto pesanti e nonostante avesse voglia di uscire da quella casa e andare dal lei, sapeva di non poterlo fare. Si era tirata indietro ancora una volta, ma era stato diverso da quelle precedenti. C'era esitazione nel suo modo di fare e non c'era rabbia nel suo opporsi. Solo paura. Paura di ferire affetti a lei cari. Sapeva benissimo che al di là dell'amore, Elena avrebbe sempre avuto un legame con loro. Sia con lui che con Stefan. Anche se un giorno lei si fosse innamorata di un umano qualsiasi e avesse smesso di provare qualcosa per loro due, era certo che sarebbe rimasto un legame tra l'oro. Ormai si erano uniti per non scindersi più. Erano tutti e tre legati da un filo invisibile. Nel momento in cui lei avesse scelto uno dei due, l'altro avrebbe comunque fatto parte di lei per sempre. Se avesse rinunciato ad entrambi, le cose non sarebbero cambiate. Erano diventati ormai come un marchio sulla pelle. Lei per loro e loro per lei. E poi, infondo, per lei si erano ritrovati e per lei si erano persi ancora una volta. Forse erano destinati a questo. Forse la loro maledizione non era stata tanto quella di diventare dei mostri, ma quella di perdersi nel momento stesso in cui riuscivano a ritrovarsi. Damon mandò giù in un colpo il contenuto del bicchiere. Sentì sbattere la porta. "Stefan." Si voltò e lo guardò deciso. Stefan era furioso glielo leggeva negli occhi, sarebbe bastato dire A e sarebbe scattato come una molla. Ma perchè dire A quando si può dire B che è anche peggio? "Di ritorno così presto? La festa non piaceva alla tua fidanzata?" Disse voltandosi e lasciando il bicchiere sul tavolino. Stefan sorrise ironicamente.
"Dovresti sapere perchè sono di ritorno così presto."
"Non vivo nella tua testa Stef, mi ci annoierei troppo." Disse beffardo Damon.
Stefan si scaraventò contro il fratello spingendolo contro il muro e facendoli pressione col suo corpo. "E' sempre colpa tua Damon, non è difficile rispondere. La causa di tutto sei sempre tu." Gli ringhiò.
Damon face una smorfia di disprezzo e spinse Stefan, con tutta la forza che aveva, contro la libreria che si distrusse all'impatto col corpo del vampiro. "Devi smetterla di addossare la colpa sempre sugli altri Stef. Prenditi qualche responsabilità ogni tanto."
Stefan si rialzò immediatamente. "Io? Responsabilità? Dimmi come l'hai ammaliata, cosa le hai detto di così profondo e vero da farla cedere fino alla fine. O magari l'hai minacciata?"
Damon si scaraventò sul fratello finendo sul tavolino dei liquori, cospargendo il pavimento di vetri. Damon colpì Stefan in pieno volto sovrastandolo. Stefan cercò di respingerlo fino a quando, trovando la forza, lo spinse dall'altra parte del salotto, facendolo finire sul tavolino al centro della stanza. Si alzarono entrambi e si scontrarono nuovamente cercando di strangolarsi a vicenda. "Hai poca fiducia nelle capacità intellettive della tua ragazza a quanto pare. Non l'ho costretta a fare nulla!" Disse Damon con voce rotta per via del soffocamento.
Stefan sgranò gli occhi spingendolo "Fare cosa? Cosa le hai fatto?"
"Niente Stefan, maledizione, non ho fatto niente! Non è successo un bel niente! Dovresti darle più credito! Dov'è finita tutta la tua fiducia in lei?" Damon gli urlò quelle parole addosso.
"Quando ci sei tu di mezzo non posso fidarmi di niente e nessuno. Non mi fido. Non mi fido di te."
"Non ti ho mai chiesto di farlo...ma dopotutto, non l'hai mai fatto Stefan. Nemmeno quando eravamo umani." Damon disse quelle parole con calma. Una calma che colpisce più di una sfuriata. Damon salì le scale per dirigersi in camera sua.

Elena una volta in auto scoppiò in lacrime. Cosa ho fatto?? Era furiosa con se stessa furiosa per essere stata così debole. Stefan era tutto ciò che aveva sempre voluto, cosa era cambiato? Che gli era preso? Si sentiva una stupida. Una ragazzina stupida che aveva bisogno di movimentarsi la vita. Dopo quasi un anno era riuscita ad ottenere la tranquillità che voleva, ora invece aveva distrutto di nuovo tutto. Mi dispiace Elena, non faccio promesse che non sono sicuro di poter mantenere. Elena sentì improvvisamente quelle parole rimbombarle nella testa. Istintivamente mise in moto l'auto e cominciò a percorrere la strada che l'avrebbe portata a casa Salvatore. Giunta quasi a metà del tragitto però si fermò e tornò indietro. Non poteva. Non poteva andare lì. Qualsiasi cosa stesse succedendo doveva starne fuori. Sapeva benissimo che se si fosse precipitata lì le cose sarebbero degenerate ancora di più. Sperava che ci fosse ancora un briciolo di fraternità in quei due da spingerli a non ammazzarsi a vicenda. Solo il pensiero la terrorizzava. Ma non poteva intervenire. Non doveva. Non avrebbe fatto bene nè a lei nè a loro. Insieme a questi pensieri e ancora in lacrime tornò a casa e si precipitò in camera sua. Si tolse rapidamente quei vestiti e si buttò nella doccia. Sentiva l'odore di Damon e le parole di Stefan addosso. Continuava disperatamente a insaponarsi quasi a voler lavare via tutta l'intera serata. Dopo quasi un'ora uscì dal bagno con i capelli ancora umidi, si sedette sul letto e prese il suo diario.

Caro diario,
credo di aver fatto un disastro. Ho lasciato Stefan. O meglio gli ho chiesto del tempo. Io non so cosa mi sia preso so solo che non mi sento più la stessa. So di amare Stefan. Io lo so.

Elena si fermò di colpo leggendo quelle parole. Rimase perplessa. Poi tornò a scrivere.

Caro diario,
credo di aver fatto un disastro. Ho lasciato Stefan. O meglio gli ho chiesto del tempo. Io non so cosa mi sia preso so solo che non mi sento più la stessa. So di amare Stefan. Io lo so. Ma io non dovrei saperlo, dovrei SENTIRLO! Oddio l'amore non si sa, l'amore si sente...si sente col cuore, con la propria anima, non posso SAPERLO come so che le posate sono nel secondo cassetto della cucina. Se fosse così semplice tutto sarebbe migliore. Non mi sentirei così...persa. Mi sento persa e sola. Mi sento lontana da Stefan. Quindi probabilmente ho fatto bene a fare quello che ho fatto. La mia anima si era allontanata dalla sua. Ora però lui se la prenderà con Damon e...oh...ho una così terribile sensazione addosso. Ti prego fa che non stia succedendo nulla. Ti prego, non potrei sopportarlo. E' tutta colpa mia. Se non fossi così confusa tutto sarebbe perfetto. Ora sarei tranquillamente con il mio fidanzato e Damon...lui sarebbe da qualche parte a soffrire e a fare finta di niente. In ogni caso, sarebbe comunque un disastro...cosa devo fare?

Elena sospirò pesantemente si sentiva davvero male. Voleva tanto assicurarsi che Stefan non avesse fatto qualche sciocchezza e che Damon, come al solito, non l'avesse provocato. Si stese sul letto cercando di prendere sonno. Iniziò a rigirarsi nel letto...probabilmente avrebbe passato un'altra lunga nottata in bianco.
La notte passò tra pensieri e sogni confusi. Alle luci dell'alba si alzò e cominciò a darsi da fare. Sistemò la sua stanza come mai aveva fatto prima. Sembrava che ogni cosa finalmente avesse un suo posto specifico. Se qualcuno avesse visto quella stanza in quel momento lei sarebbe passata per una maniaca dell'ordine. Alle otto scese di sotto e si preparò del caffè. Si sedette al bancone della cucina continuando a mescolare il suo caffè amaro. Sentì suonare alla porta e assunse un'aria interrogativa. Andò ad aprire.
"Rick?"
"Buongiorno Elena." Disse sorpreso Alaric.
Elena sentì qualcuno precipitarsi di sotto. "Oh tesoro, scusami non volevo svegliarti! Dovevo già essere pronta!"
Elena guardò Jenna e poi sorrise. "Non preoccuparti, ero già sveglia."
"Ok, vado a finire di preparare la roba e scendo!" Disse Jenna risalendo le scale.
"Roba?" Disse Elena interrogativa.
"Si" aggiunse Jenna in cima alle scale. "Passiamo qualche giorno al lago come meritato riposo prima della discussione della mia tesi. Jeremy non te l'ha detto?"
"No deve essergli sfuggito." Disse Elena. O non ci ho fatto caso io. Aggiunse mentalmente. Fece entrare Alaric e si diressero in cucina. "Vuoi del caffè? L'ho appena fatto." Chiese Elena.
"Si, grazie...Elena senti, hai sentito Damon per caso."
A quelle parole Elena lasciò cadere per terra la tazza che aveva preso. "Maledizione!"
Alaric si alzò spaventato. "Tutto ok?"
"Si, si, è...mi è solo scivolata dalle mani." Disse paonazza mentre raccoglieva i cocci. Si schiarì la voce. "Em no comunque, non...non l'ho nè visto nè sentito. E' successo qualcosa?"
"No, no eravamo d'accordo che sarei passato questa mattina per prendere dei libri, ma non mi ha aperto nessuno. Pensavo che Stefan fosse qui."
Elena chiuse gli occhi inspirando poi si voltò verso Alaric. "No. Non è qui." Disse poi abbassando lo sguardo.
"Sei sicura di stare bene?"
Elena lo guardò interrogativa. "Si perchè?"
"Niente, sembri stanca...Elena...non voglio allarmarti ok, però..."
Elena sgranò gli occhi. "Rick che succede?"
"Sta tranquilla non ti agitare...quando sono andato a casa Salvatore, bè la porta era aperta. Mi sono affacciato per vedere se ci fosse qualcuno..."
"E?" lo incitò la ragazza.
"La casa era un pò sottosopra..." Disse con un tono sommesso.
Elena perse un battito. "Non c'era nessuno dentro?" Disse allarmata, ma sapendo già cosa fosse successo.
"No, ma anche se ci fosse stato qualcuno di certo voleva che andassi via, visto che non si è fatto vedere nessuno."
Elena abbassò lo sguardo.
"Elena che..."
"Pronta! Scusami, ho fatto tardi" sorrise Jenna. "Tutto bene?" Chiese vedendo i due un pò tesi.
"Si ho solo rotto una tazza" disse Elena sorridendole.
"Sei la solita. Andiamo?" Disse poi rivolgendosi a Alaric che annuì.
"Divertitevi..."
"Anche tu...mi raccomando non combinate guai."
"Sta tranquilla. Ci vediamo tra qualche giorno."

Appena i due furono fuori Elena si precipitò di sopra e prese il cellulare. Si bloccò non sapendo chi dei due chiamare. Istintivamente voleva chiamare Damon, ma la testa le diceva che sarebbe stato molto più corretto chiamare Stefan. Infine mandò al diavolo il telefono e decise di dirigersi a casa Salvatore. Guidò per tutto il tragitto pensando a cosa avrebbe trovato, la descrizione di Alaric era stata molto vaga. La casa era un pò sottosopra. Che significa è un pò sottosopra? Elena si innervosì ulteriormente. La strada non le era sembrata mai così lunga. Appena arrivò nel vialetto quasi si fiondò fuori dall'auto. Trovò la porta socchiusa. Alaric sicuramente l'aveva lasciata così come l'aveva trovata. Si affacciò e con il groppo in gola entrò. Il salone era un completo disastro. Un pò sottosopra era di certo un eufemismo. La libreria era distrutta, il pavimento era cosparso di vetri e...bè del tavolino al centro del salone non era rimasto quasi nulla. Elena si sentì davvero mancare il respiro.
"Che ci fa qui?" Disse una voce seccata dietro di lei.
Elena si voltò. "Stefan...che..." non riuscì nemmeno a parlare e a chiedere niente.
"Sta tranquilla nessuno si è fatto male, abbiamo solo distrutto qualcosa."
Elena lo guardò con rimprovero. "Ti avevo chiesto..."
"Cosa? Di non fare niente? Ti ho risposto che non faccio promesse che non sono certo di poter mantenere Elena."
"E quindi? Che fai vieni qui a prendertela con tuo fratello? Perchè non te la prendi con me? Sono io che ti ho chiesto del tempo!"
"A causa sua!"
"Chi ti dice che sia a causa sua?"
"Oh avanti Elena! Non fare come se non fosse così!"
"Stefan, lui non centra niente, poteva essere chiunque!"
"Sarà contento di sapere che potresti rimpiazzare uno di noi con chiunque."
"Non è quello che ho detto Stefan! Non è quello che intendevo! Volevo solo dire..."
"So quello che volevi dire Elena! Non sono un'idiota ti conosco abbastanza bene da sapere quello che intendi."
"Non ti comportare come se fossi l'unico a capirmi Stefan!" Disse Elena ammonendolo.
Stefan sorrise ironico. "Certo lui ti capisce ovviamente. Svegliati Elena! E' solo un modo per attirarti a sè! Col suo modo di fare, con il suo essere sempre in bilico tra giusto è sbagliato, è tutta una scena!"
Elena rimase sconvolta da quelle parole. Non ci credeva, aveva imparato a conoscere Damon, sapeva quando mentiva e quando faceva sul serio, sapeva quando tutto era una messa in scena e quando no. "Non è vero e tu lo sai meglio di me." Gli disse pacatamente Elena. Il suo tono era duro e severo. "Lo conosci benissimo, sai quando mente, stai solo cercando un motivo in più per odiarlo."
"Credimi, ho abbastanza motivi per farlo, non me ne servono altri."
Elena scosse la testa. "Fa pure finta di poterlo fare Stefan, ma non lo odierai mai davvero. Ve ne siete fatte talmente tante in 145 anni che se aveste voluto, vi sareste ammazzati alla prima occasione."
"Non metterci troppo la mano sul fuoco."
"Invece si. Non lo faresti mai...e nemmeno lui."
"Riponi troppa fiducia in noi Elena."
"Forse" disse la ragazza alzando le spalle "ma sono certa di quello che dico. Stefan, mi dispiace per tutto questo, non si possono prevedere le cose, altrimenti mi sarei guardata bene dal far soffrire le persone che amo. Mi dispiace, ma non posso fare altrimenti."
"E' finita quindi? Devo arrendermi così?"
Elena lo guardò triste. "Io non lo so Stefan, ho bisogno solo di fare chiarezza dentro di me, continuare la nostra storia significherebbe solo prenderti in giro. E' così che deve essere."
Stefan assunse un'espressione dura in volto. "Sappi che non mi arrenderò."
Elena alzò lo sguardo su di lui non sapendo cosa dire. Poi si voltò e si diresse alla porta uscendo di corsa chiudendosi la porta alle spalle. Ma quello era solo il primo round. Le lacrime che volevano uscire prepotentemente avrebbero dovuto aspettare. Stava per ferirlo di nuovo, lo faceva continuamente dal momento in cui si erano conosciuti. Era seduto sui gradini del portico di casa Salvatore che guardava in un punto imprecisato davanti a sè. Elena lanciò uno sguardo alla porta, poi tornò a guardarlo mentre ancora era dietro di lui.
"Da...da quanto sei qui?"
"Da un pò."
Da un pò, che razza di risposta è "da un pò"! Elena abbassò lo sguardo e prese a giocare col braccialetto. Poi gli si avvicinò. "Mi accompagneresti a casa?"
Damon, ancora seduto sul portico, alzò lo sguardo su di lei. "La tua auto?"
Elena gli porse le chiavi. "Puoi sempre ritornare a piedi...non sarà un grave problema." Gli rispose guardandolo speranzosa. Damon allungò la mano e prese le chiavi. Poi si alzò e si diresse verso l'auto. Elena lo seguì in silenzio. Passarono il tempo del tragitto in auto nel più religioso silenzio. Elena guardava fuori dal finestrino, mentre Damon guardava la strada di fronte a sè. Elena non aveva voglia di cominciare una discussione dolorosa. Damon aveva già sentito abbastanza. Ma nel momento in cui, però, Elena si accorse che Damon stava parcheggiando nel vialetto di casa Gilbert, sentì una stretta allo stomaco. Avrebbe voluto restare lì ancora un pò. Avere più tempo. Damon tolse le chiavi dal cruscotto e gliele porse guardandola. "Tieni" sussurrò. Quella voce appena accennata sembrò quasi rompere quell'equilibrio. Elena deglutì e prese le chiavi, ma nel momento in cui Damon fece per uscire dall'auto, Elena lo fermò. "Aspetta..." si sganciò il braccialetto dal polso e sentì un brivido l'ungo la schiena. "Non sono pronta per tutto questo" disse guardandolo con le lacrime agli occhi. Poi prese le sue mani e gli porse il braccialetto. Damon tenne gli occhi fissi sul suo pugno chiuso che raccoglieva quel piccolo dono. Aprì appena la bocca per dire qualcosa, ma Elena lo fermò. "Sssh...Damon...io..." Elena alzò gli occhi al cielo per evitare di piangere. "Mi dispiace, non posso...io...un giorno, un giorno non ci sarò più e voi avrete solo l'uno l'altro...non posso permettere che vi allontaniate ancora..." Damon le posò un dito sulle labbra e uscì dall'auto. Una lacrima scivolò lungo la guancia di Elena, che respirò a fondo per non scoppiare. Entrò in casa e si ricordò che Jenna non era in casa. Fu allora che le lacrime una dopo l'altra cominciarono a ricoprire i lineamenti delicati del suo viso. Elena salì a fatica le scale, si buttò sul suo letto, abbracciò il suo fedele peluche e iniziò a singhiozzare non riuscendo più a trattenere i suoi sentimenti.

 

 

SPAZIO PSEUDO-AUTRICE 

 

Eccomi qui puntuale come sempre dopo una settimana! Allora che dire Stefan se l'è presa con Damon come prevedibile. Certo il maggiore dei fratelli non ci è andato leggero! Elena si tormenta...ha lasciato Stefan e si sente in colpa...Allora il capitolo è stato scritto nell'arco di tempo che va tra la 19 e la 20 puntata. Quindi tra le due liti dei fratelli (che mi hanno ispirata) e il viaggetto romantico di Elena e Stefan prima che lei muoia diventando un vampiro (cosa non accaduta) ecco perchè vi ritrovate la lite molto simile a quella avvenuta nel telefilm, e poi vi ritrovate un "io so di amare Stefan". Quando stanno su su quella montagna Elena dice questo a Stefan, di certo quel discorso (tutto proprio) che Elena fa mi ha molto commosso, ma una cosa mi ha lasciata un pò basita il SAPERE di amare qualcuno, come se fosse una legge scritta. Probabilmente l'intento non era quello ne sono certa, ma a me ha dato quella sensazione ecco perchè ho fatto scrivere nel diario ad Elena quella cosa del "non dovrei saperlo, dovrei sentirlo" perchè per me è così. Non so se mi sto esprimendo decentemente stasera! Comunque...oh bè l'ultima parte di questo capitolo l'ho scritta invece dopo la 21 quindi di conseguenza la scena finale risente della mia tristezza di quel momento! E non potete capire lo strazio di scrivere di una Jenna viva T.T Comunque direi che basta vi ho assillato...come al solito sto tirando la corda con i due signorini, ma la pazienza verrà ricompensata ve lo prometto <3 Baci Ari
Ps. vado a rispondervi e mi raccomando controllate sempre di aver letto il capitolo precedente! Non vorrei vi perdeste qualcosa è un peccato :P Vedo che le seguite e le ricordate sono aumentate tantissimo! Recensite se vi va! Mi piace sentire cosa ne pensate.
Pps FINALE STUPENDO A ME E' PIACIUTO E' STATO L'ARRIVO DI UN PERCORSO DELENA TUMULTUOSO E PER QUANTO LE STELENA E CO DICONO CHE QUELLO DI ELENA SIA STATO UN BACIO DI COMPASSIONE IO NON CI CREDO :) bene basta vi rispondo anche se sarò lenta xD  

   
 
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