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Autore: Lilith82    20/05/2011    6 recensioni
Nonostante il titolo, questa è una long-fic su Taylor Lautner!
Taylor è a LA per Halloween, ospite della famiglia del suo migliore amico che sta organizzando una festa degna dell'evento.
Tutto perfetto, ma... il "ma" di Taylor si chiama Cristina ed ha gli occhi color del cielo! Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate!
Genere: Fluff, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Taylor Lautner
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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 ...la sola eccezione...

un’ora dopo

“Oh.. ce l’hai fatta!” un asciugamano umido mi finisce addosso non appena oltrepasso la porta del bagno.
“Certo che tu e M.T. ve la prendete comoda, eh?!” aggiunge subito, con sarcasmo... e con un gesto inequivocabile...
L’ho già detto che lo amo?!
“Te l’ho già detto che sei un idiota, Carlo?!” l’accuso.
“Qualche volta” replica con nonchalance.
“Bene! Perché, per colpa tua, ho dovuto pulire fango pure dalla plafoniera!” gli ringhio contro.
“Uhm... danni collaterali” sbuffa.
“Idiota”
“Femminuccia”
“Perdente”
“Cagnolino”
“Grrrrrrrrrrrrrrrrr.............................”
Siamo già quasi passati alle mani quando Cloe irrompe nella stanza.
“Dovreste trovarvi un altro passatempo, voi due” dice semplicemente, sistemandosi sul letto a gambe incrociate.
La sua tranquillità è talmente incondizionata che c’interrompiamo a metà di un nuovo attacco.
Immobili e in posa come un affresco di lotta greco-romana, la fissiamo.
“Sì... davvero!” conferma prendendo una patatina dalla ciotola verde che ha con sé.
Io e Carlo ci rimettiamo in piedi senza smettere di guardarla.
“Comunque... di sotto è tutto pronto, quando volete...” c’informa, poi Carlo le si avvicina per attingere nutrimento dalla scodella, ma lei glielo nega, con un piccolo schiaffo sulla mano.
“Ehi! Tua mamma ha detto che non si mangia in camera!” lo ammonisce, sorniona, mentre si allontana oltre l’uscio.
“E... tu... che cosa...?!” prova Carlo.
La bionda si stringe nelle spalle e poi si apre in un sorriso smagliante e malizioso.
“Io... sono la sola eccezione!” e gli fa l’occhiolino.
Carlo emette una specie di basso guaito e la insegue giù per le scale.
Quando la prende, si stampa sulle sue labbra e sul suo corpo.
Lei mugugna e si lascia scivolare dalle dita il recipiente colorato.
Fulmineo, mi abbasso per evitare che l’intero contenuto si rovesci sul tappeto dell’ingresso ma impatto...
“Ohi!”
Impatto col mio “ma”...

“Accidenti!”
Anche lei è “corsa in soccorso” delle patatine...
“Scusa... ti sei...” faccio per avvicinare la mano alla sua fronte ma si scosta.
Le iridi color del cielo sembrano ingrandirsi ancora di più mentre si soffermano nelle mie.
Gelide
Gelide e dolci
Gelide ed indifese...

“Tranquillo, Tay, non puoi aver fatto molti danni, lì dentro!” interviene subito il mio “amico”.
“Almeno... qui dentro, qualche danno si può ancora fare, fratellino!” ribatte Cristina.
Nell’affrontarlo ha scosso la testa e le punte bagnate dei capelli scuri mi sono arrivate sulla spalla.
Quanto siamo vicini?!
Si accorge che la sto fissando e ricambia.
Restiamo sospesi... noi due ...in un unico sguardo...
“Ma il...” mi esce, infine, mentre le indico la testa.
“E’ venuta a rompere da noi, per il bagno, visto che tu avevi taaaanto da pulire, TayTay...” spiega Carlo con un altro “raffinato” movimento della mano.
L’ho già detto che lo amo?!
E che vorrei seppellirmi?!
Perché, decisamente, lo vorrei!
Anzi... vorrei uccidere Carlo e poi seppellirmi!
Non vicino a lui, però!


Nel momento in cui Micaela ci richiama in cucina, suona il campanello.
Carlo spalanca la porta.
“Ciao” un ragazzo alto e pallido si affaccia all’interno.
“Alan” si ridesta Cristina.
Alan?!
“Ti ho portato...” comincia lui recuperando dei fogli dalla tracolla.
“Oh... grazie!” fa lei, accorrendo.
Nel momento in cui si passano la risma, le loro dita si sfiorano.
E il mio stomaco si contorce...
“Bene, grazie, Alan! Ora, perdonaci, ma abbiamo una riunione... di famiglia!”
Carlo conclude il tutto sbattendo la porta praticamente sul muso di Alan.
IL MIO AMICO!
L’ho già detto che lo amo?!


“Quindi, io mi occuperò degli addobbi e della musica...”
“Stai dicendo che dovrei lasciare la mia casa nelle tue mani?!” lo interrompe Micaela.
“Sì, mammina! Ma potrai pensare tu alle torte.”

“Oh... vuoi dire che... lascerò la mia casa nelle tue mani ma cucinerò per tutto il pomeriggio?!”
“Sì... ma, una volta che l’avrai fatto, potrai partire per il tuo week-end al centro benessere con papà!”
“Lasciando la casa nelle tue mani?!” ripete lei, minacciosa e terrorizzata.
“Oh... fidati, mammina!” la incita il figlio lasciandole un bacio sulla fronte.
L’espressione di Micaela non sembra affatto addolcita ma Carlo procede imperterrito.
“La mia piccola Cloe si occuperà dei costumi...”
“Non se ne parla!” sbotta Cristina.
“Cioè...” si corregge subito “non che io non...”
“Oh... fidati, cognatina!” prova la bionda.
“Ecco, appunto...” riflette la mora.
L’altra aspetta paziente che Cristina prosegua.
Lei sospira, poi lascia uscire:
“E’ che... ti stai... Carlizzando, ecco!”
In cucina ridiamo tutti.
Cristina ci squadra indispettita uno ad uno, ma i suoi occhi si fermano su di me.
I muscoli... tutti!... quelli della faccia, quelli delle braccia, quelli del petto... tutti!... s’immobilizzano all’istante.
Lei... mi ha incantato!
“Dai dai dai... ti farò contenta, vedrai, Cris!”
Cloe riporta l’aria nei miei polmoni distogliendo quello sguardo assassino dalla mia persona.
“Qualche problema, TayTay?” sussurra Carlo al mio orecchio.
“Di solito non ti capita così spesso... d’im-bambol-arti!” appunta subito con un ghigno.
“Certi giorni faccio un’eccezione” bisbiglio fra i denti.
Sorride, ancor più malizioso.
“Bene... a Taylor e Cristina tocca la spesa.”
“COSA?!” la sorella lo assale.
“Che c’è?! Mi sembra che entrambi abbiate... tanti bei ricordi... da evocare al centro commerciale.”
“Non se ne parla!”
“E perché, scusa?! Preferisci passare il pomeriggio sui libri con Alanino?!” suggerisce lui, tagliente.
Sua sorella abbassa gli occhi fino al pavimento, sulle guance compare un magnifico e terribile rossore.
Lei... preferisce... ?!
“Vado a cambiarmi” pronuncia precipitandosi fuori dalla cucina.
Lei... ?!
“Allora, TayTay, ti va di fare due tiri?!”
Cos... ?!

Le ragazze si scambiano confidenze facendo shopping.
Le ragazze si scambiano confidenze al telefono.
Le ragazze si scambiano confidenze mentre si preparano per un’uscita.
Le ragazze si scambiano continuamente confidenze!
Noi...
Noi ragazzi... no!


Noi facciamo entrare una palla di cuoio pesante in un cerchio di metallo a cui è attaccata una rete, agganciato alla porta del garage di casa Silvestri.
Noi... non ci scambiamo confidenze!
Quasi mai...

“Per me non è un problema”
“Cos...?!”

Si solleva, fa un saltello e, con un lancio leggero, va a segno.
“Non è un problema se ci provi con mia sorella”
Il pallone mi scivola dalle mani.
Lo fisso stordito.
Recupera il rotolante fuggitivo.
“Ehi! Guarda che lo so che le sbavi dietro da quando ti sono cresciuti i peli sul p^...”
Lo ammonisco con uno sguardo truce.
“Oh... scusa, da prima?!” chiede ghignando.
“Io...” sospiro poi gli rubo l’ovale dalle mani.
Vado a canestro “... e Alan?” domando.
Carlo fa una smorfia.
“Non mi piace, Alan. Troppo... precisino! Insomma... già lei si avvia a diventare una maniaca ossessivo-compulsiva come la mamma...” tocca a lui segnare il punto “le ci vuole qualcosa di più... hot!” sghignazza cercando di afferrarmi le p^lle..
Gli centro la nuca con la palla... quella di cuoio...
Lui si lamenta, poi me la rilancia.
“Ma a lei piace?!” chiedo infine.
“Ma chi?!”
“Chi è che piace a chi?!”
Cristina...
...dietro di noi!
Cristina..
E’ dietro di noi!

Mi giro verso di lei allo stesso tempo di un calciatore intrappolato in una moviola.
Cristina...
...e le immancabili converse...
Cristina...
...e le lunghe gambe avvolte nei jeans grigi...
Cristina...
...e il cardigan bianco e sottile...
Cristina...
...e il cardigan bianco e sottile che fa risaltare i suoi occhi e...
...il resto!
Cristina...
...e tutto il resto!

“Ma lo ha sempre fatto?!”
“mmm... veramente no. Sarà lo star system! Sai, assumono continuamente droghe!”
La sorella lo guarda scettica poi mi fa segno di seguirla.
Arriviamo alla sua macchina, si sistema nel posto del conducente, io la seguo sul sedile del passeggero.
Sono poco più che un automa... sono... ridicolo!
Nell’abitacolo c’è un silenzio imbarazzante che tento di colmare con la radio.
http://www.youtube.com/watch?v=-J7J_IWUhls

When I was younger
I saw my daddy cry
And cursed at the wind
He broke his own heart
And i watched
As he tried to re-assemble it

 

Cristina trattiene a stento una smorfia.
“Non ti piace?”
“Mmm... no, lascia...”
Arriviamo al centro commerciale.
Il nostro centro commerciale...
Nemmeno ricordo più quante volte sono stato qui dentro.
Nemmeno ricordo più quante volte sono stato qui dentro con lei!

I miei ed i suoi genitori sapevano che avrebbero sempre trovato me e Carlo in sala giochi, dopo gli allenamenti.
Ci venivano anche le ragazze.

Ma a noi non pesava...
Non pesava niente tra me e Cristina!

Non pesava la differenza d’età, non pesava la vista delle continue effusioni del fratello e di Cloe...
Nulla era più importante che passare del tempo insieme!
E poi è arrivato Twilight.
L’uragano Twilight!
E non ci siamo visti per mesi.
E quando ci siamo ritrovati, lei era... fredda, distante...
Proprio come adesso!


And my momma swore
that she would never let herself forget
And that was the day that I promised
I’d never sing of love
If it does not exist

 

Entriamo e cominciamo a girare tra gli scaffali.
Ogni tanto mi da qualche istruzione e mi manda a cercare qualcosa in un altro reparto.
Bene: lontani... siamo dannatamente lontani!
Mi ri-avvicino con i fusti di birra che ha “ordinato” Carlo.
“Aspetta, ti do una...”
“Ce la faccio” la tranquillizzo lasciandoli nel carrello.
Tutti e quattro!
Per un lunghissimo secondo le sue labbra spesse disegnano una piccola irresistibile “o”.
Buono M.T....
“Allora..” si schiarisce la voce mentre sceglie tra una moltitudine di snack salati “chi è che dovrebbe piacermi?”
Mer^a!
“Mi...” deglutisco “mi chiedevo... se ti piacesse Alan...”
“Oh..” si blocca per un secondo, poi abbassa gli occhi “Alan è a posto”
Una devastante ed improvvisa nausea mi inchioda a terra.
“Ma a me non interessa”
C...
“Cioé... a me non interessa...” arriccia il naso “l’amore... non è nei miei programmi!”
Mi sforzo di produrre una quantità anche minima di saliva.
“E... perché?”
Mi fissa per un secondo, poi sorride, amara.
“Perché è stupido correre dietro a qualcosa che non esiste”
“Che...”

“L’amore non esiste! Non esistono valentini e valentine non nella vita reale, Taylor!” mi schernisce.


Maybe i know, somewhere

Deep in my soul

That love never lasts

And we’ve got to find other ways

To make it alone

Or keep a straight face
And i’ve always lived like this

Keeping it comfortable,
distance, and up until now

I’d sworn to myself that I’m content

With loneliness

Because none of it
was ever worth the risk, but..

“Io non credo che sia come dici tu” m’impunto.
Sorride, stavolta quasi beffarda.
“Beh... se scendessi dalla tua nuvoletta hollywoodiana, vedresti che è proprio come dico io, cucciolo...”
“Grrr...” non riesco proprio a tenere dentro il ringhio.
S’immobilizza con lo sguardo su di me.
Stringo i pugni ed espiro di colpo.

“Se tu...” sibilo “scendessi dalla TUA nuvoletta... ti accorgeresti che c’è qualcuno che ci proverebbe volentieri.. ad essere il tuo valentino, che c’è qualcuno che non aspetta altro che tu gli dia l’occasione di provarci...” prendo fiato e riparto a ruota “ok... te lo concedo: i ragazzi, il più delle volte, sono de-cerebrati guidati unicamente dai loro ormoni, anche se le ragazze, certe volte, possono essere anche peggio ma...” sospiro “ma... potrebbe esserci un’eccezione.. potrebbe esserci qualcuno che non fa che guardarti... da anni... che non fa che osservare tutto quello che fai... da anni... che conosce la musica che ti piace, i libri che leggi, i vestiti che metti e quelli che non metteresti mai, gli alimenti a cui sei intollerante e quelli che mangi nonostante tu sia intollerante... qualcuno a cui basta guardarti... da anni... a cui basta ascoltare la tua voce... da anni...” chiudo gli occhi “a cui basta il ricordo.. il ricordo dell’iride... azzurra, limpida, trasparente... come il cielo...”
Mi si spezza il respiro.
E registro l’enormità, la mostruosa irragionevolezza, di ciò che ho appena fatto!
Non ho nemmeno il coraggio di guardarla!

 

I’ve got a tight grip on reality
But I can’t let go of what’s in front of me here
I know you’re leaving in the morning, when you wake up
Leave me with some kind of proof it’s not a dream


“L’unica eccezione” sento appena.
Ma...
Il mio “ma” ha gli occhi color del cielo...
Il mio “ma”...

All’inizio, tutto ciò che riesco a vedere sono i suoi occhi... le palpebre abbassate...
All’inizio, tutto ciò che riesco ad avvertire... è il calore delle sue labbra...
...Il suo calore che preme sul mio calore...

All’inizio, tutto ciò che riesco a sentire è il pulsare del sangue nelle mie vene.. nelle braccia... nella testa...
All’inizio, tutto ciò che riesco a toccare sono i suoi capelli... i suoi capelli dritti sulle spalle...
Poi arriva il suo sapore...
Il suo sapore sulla punta della lingua...
...il suo sapore mischiato al respiro...
Schiudiamo le labbra... insieme...
Ci scopriamo... l’una nei sospiri dell’altro.. .
Ci indaghiamo... l’uno nella bocca dell’altra...
Ci lasciamo andare... l’una nelle mani dell’altro...
Ci fondiamo... l’uno nelle braccia dell’altra...
Ci riconosciamo... l’una negli occhi dell’altro...
Io... nei suoi occhi.. finalmente...
Lei...
sul mio petto.. finalmente...
Taylor... l’unica eccezione...
Cristina... l’unica eccezione...

 

And I’m on my way to believing.

Oh, And I’m on my way to believing.

  
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