Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Joey Potter    20/05/2011    8 recensioni
[James Sirius/Teddy Lupin]
“Credi davvero che sia un segreto, per me?”
Era così evidente?
E – cosa al momento molto più rilevante - da quando Teddy ne era a conoscenza?
Teddy rise divertito dell’espressione dell’amico e svuotò il suo boccale con un unico sorso.
“Oh, avanti Jamie, ti conosco da quando sei nato! Credevi davvero che non me ne fossi mai accorto?”
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James Sirius Potter, Teddy Lupin | Coppie: James Sirius/ Teddy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ovvietà

 
 
 
 
 

“Fools” - said I-
“ you do not know,
silence like a cancer grows.”

 
"Stupidi" io dissi, "voi non sapete
che il silenzio cresce come un cancro”

 
The sound of silence- Simon & Garfunkel

Dalla tenera età di cinque anni, James Sirius Potter - il primogenito dell’ex Bambino Sopravvissuto ed Eroe dei due mondi Harry Potter - si era sentito ripetere quella frase almeno sei o sette volte al giorno.

Cambiava il tono di voce - poteva, infatti, assumere la sfumatura pacata ma a tratti disperata di suo nonno Arthur, quella stizzita e petulante di sua sorella Lily, quella sorridente e poco convinta di suo cugino Fred, oppure quella astiosa ma affettuosa di suo fratello Albus - ma era sempre la stessa:
 
“Per Merlino, Jamie, fa silenzio!”supplicavano tutti, con le orecchie doloranti.
 
E dalla tenera età di cinque anni, James Sirius Potter rispondeva a quella frase con un ghigno, per poi riprendere tranquillamente a ciarlare di qualsiasi cosa gli passasse per la testa.

Continuamente ed instancabilmente.

I compagni di dormitorio avevano intuito che per loro sarebbero stati tempi duri fin dalla prima notte del primo anno ad Hogwarts, quando si erano accorti che Potter non smetteva di parlare nemmeno nel sonno.
 
“Per Merlino, Potter, fa silenzio!” urlavano tirandogli cuscini sulla testa.
 
Sua madre si limitava a scuotere afflitta la testa mormorando qualcosa sul destino scritto nei nomi, mentre sua nonna Molly cercava di ingozzarlo il più possibile di cibo, credendo che fosse difficoltoso, per lui, parlare con la bocca stracolma di cosce di pollo o porridge, ma James sembrava aver ereditato da suo zio Ronald la poca grazia nello stare a tavola.
 
“Per Merlino, James, fa silenzio!” chiedevano entrambe le donne.
 
Se era troppo stanco per parlare, James riempiva le sue orecchie e quelle dei malcapitati che aveva intorno con musica assordante dal giradischi incantato e con rumorose battaglie agli scacchi magici o allo Spara Schiocco, e nessuno si meravigliò quando – appena fu abbastanza grande da strappare il permesso ai suoi genitori - scelse la motocicletta magica che era appartenuta a Sirius Black, come mezzo di trasporto.
 
In sintesi, quindi, James Sirius Potter assomigliava ad una radio perennemente accesa.
 
 


*

 


La loquacità di James si triplicava quando nei paraggi intravedeva la figura di Theodore Remus Lupin.

Era lui, infatti, ad essere maggiormente subissato dal perpetuo flusso di pensieri a voce alta del ragazzo che fin dall’infanzia l’aveva eletto suo migliore amico.

I più provavano una grande compassione per Lupin e le sue orecchie, ma la maggior parte dei membri del clan Potter-Weasley pensava che del resto, se dopo tutto quel tempo il più vecchio ancora non aveva strozzato James nella sua sciarpa Grifondoro, non dovesse trovarlo così atroce.

O forse, Teddy aveva solo dei nervi d’acciaio.

Lo stesso James non riusciva a spiegarsi come in vent’anni di conoscenza – cioè da quando il maggiore dei Potter era venuto al mondo - Thedore Remus Lupin fosse l’unica persona a non aver mai tentato di zittirlo.

Ma complice la gigantesca cotta che nutriva nei confronti del giovane Metamorfomagus – cotta che andava avanti da circa dodici anni, mese più o mese meno - non osava certo lamentarsi.

Si limitava a ghignare ogniqualvolta Victoire – l’insopportabile, boriosa, un quarto Veela, cugina Victoire  – sottolineava la cosa.

E da quando lei e Teddy si erano lasciati, James ghignava ancora di più.
 
 

*

 

 
“Credi davvero che sia un segreto, per me?”

A James andò di traverso la birra.

Lui e Ted erano usciti per festeggiare la fine dell’ultimo primo trimestre di Jamie all’Accademia Auror e si trovavano fuori da un pub babbano, nel centro di Londra, comodamente seduti su dei tavolini di legno.

Avevano passato l’ultima mezz’ora a disquisire sui vantaggi e gli svantaggi dell’impiego delle piume di pavone piuttosto che di quelle di gufo, ed dopo circa due minuti di inconsueto silenzio –  il tempo impiegato da entrambi per sorseggiare un po’ delle loro bevande - Teddy se ne era uscito con quella frase.

Era così evidente?

E – cosa al momento molto più rilevante - da quando Teddy ne era a conoscenza?

Teddy rise divertito dell’espressione dell’amico e svuotò il suo boccale con un unico sorso.

“Oh, avanti Jamie, ti conosco da quando sei nato! Credevi davvero che non me ne fossi mai accorto?”

James sentì improvvisamente un gran caldo. Anche in mezzo a quello spiazzo innevato, anche se era quasi la vigilia di Natale, anche se tirava un forte vento gelido.

Era stato un vero stupido. Era logico che se ne sarebbe accorto.

Tutti se ne erano accorti, forse fin da quando – probabilmente aveva dieci, forse undici anni  – Jamie aveva rotto il braccio di Victoire, nel tentativo di spostarla dal posto accanto a Teddy, sul divano.

“Ehm…”

“Non posso davvero credere che tu mi abbia sottovalutato così tanto! Certi segnali li capterebbe anche un vermicolo.”

Forse non era stata una grande idea, quella di spingerlo sotto gli irrigatori del giardino di sua nonna Andromeda - a quattordici anni - e cominciare a fare la lotta greco-romana con la scusa di poter toccare liberamente il suo corpo bagnato dall’acqua.

Se ne avesse avute a disposizione, Potter avrebbe potuto cuocere miriadi di uova sopra le proprie guance.

E le orecchie sicuramente avevano preso lo stesso colore del suo maglione, rosso acceso.

“Teddy, io avrei…volevo dirtelo, ma…”

“…non trovavi le parole ?” completò Lupin, con tono comprensivo.

“Già.”

“Sarebbe la prima volta.” sorrise Ted.

“Io…”

“Oh, non serve scusarsi, Jamie. È del tutto normale provare imbarazzo per una cosa del genere.”

Ma James non si sentiva rincuorato; Teddy era fin troppo sicuro di sé, e  lui avrebbe voluto non sentirsi così infantile.

Al contempo, però, si sentiva stranamente leggero, al pensiero che Teddy avesse finalmente capito la natura dei suoi sentimenti.

“Perfettamente normale, già. Capita a tutti, no? Insomma voglio dire…”

“Jimmy, avanti! È perfettamente logico, sai?”

“Ah si?” perché mai dovesse essere logico che lui, James Sirius Potter fosse irrimediabilmente innamorato di Theodore Remus Lupin, al momento non gli era molto chiaro ed evidente.

“ Tu hai la fobia del silenzio.”

Il boccale di James cadde rovinosamente a terra.

“Io ho cosa?”

“Ma si, la fobia del silenzio. Jamie, tu vivi facendo andare costantemente il cervello a duecento all’ora. E non riesci a stare in silenzio perché hai una tremenda paura di fermarti. ”

“Lupin, sei davvero un deficiente.” Esclamò James a metà fra l’indignato e l’incredulo.
 


 *

 
 
Naturalmente Ted aveva ragione.

James era spaventosamente atterrito dall’idea del silenzio; si era ripetuto quanto fosse assurdo avere una fobia del genere, ma doveva ammettere almeno con sé stesso che sì, non riusciva ad accettare l’idea di una completa assenza di rumori.

Più volte aveva pensato che dipendesse dal proprio carattere, che fosse una sua libera scelta, ma il panico che lo assaliva di notte, quando la maggior parte dei rumori era attutita, era talmente folle da farlo ricredere.

Quando era piccolo e si svegliava durante il sonno, sgattaiolava in cucina, e non nel letto dei suoi genitori, per accendere la grossa radio.
E preferiva addormentarsi sulle scomode poltrone della sala comune dei Grifondoro, nel mezzo della confusione, piuttosto che nel regale silenzio del dormitorio maschile.

Malediceva persino che nessuno dei suoi compagni di stanza non russasse!

E quella paura non scompariva con l’alba, anzi. Spesso era accaduto che cominciasse a tremare anche nel mezzo del pomeriggio, in biblioteca, sulle rive del lago, in infermeria, durante un esame.

Doveva concentrarsi sul più lontano e flebile rumore, per non scoppiare in lacrime come un poppante.

“Jamie?” Teddy lo trovò disteso sul suo letto, le scarpe agli opposti angoli della camera, il maglione rosso che ciondolava in bilico sulla testata, le cuffie del walkman babbano nelle orecchie, un braccio a coprirgli gli occhi.

Dopo aver esternato il proprio sdegno, James si era smaterializzato senza nemmeno curarsi di non venir visto dai pochi babbani che passeggiavano per Leicester Square, ignorando i richiami di Teddy.

“Jamie.” Ripete Lupin sedendosi su un fianco del letto e togliendogli una cuffia dall’orecchio.

Potter continuò ad ignorarlo bellamente, cominciando a canticchiare ed a muovere il piede destro a ritmo.

“Jim, seriamente, Simon & Garfunkel?” esclamò con una smorfia, dopo aver riconosciuto la musica.

“Se sei venuto per criticare i miei gusti in merito alla musica babbana puoi anche tornartene indietro, Lupin.”

“Dovresti seriamente deciderti a farti una buona cultura rock, Jim. Hai vent’anni! ”

“E tu dovresti seriamente piantarla di usare la parola ‘seriamente’, Lupin. Ne hai ventisette!”

Teddy lo ignorò e –ripetendo quello che negli anni era diventato un gesto famigliare - si distese accanto al giovane Potter, spingendolo a fargli spazio.

“Porterò il tuo segreto nella tomba. Croce sul cuore, non lo dirò a nessuno.”

“Non è un segreto così agghiacciante.” Replicò James.

“Ah no?”

“Perlomeno è inferiore a quello di collezionare bulbi oculari degli amici che uccido perché hanno offeso la mia virilità.”

“Io non ho offeso la tua virilità. Tu non hai una virilità.”

“Solo perché sono gay non significa che non possa essere virile.” Rispose James stizzito, togliendo il braccio dagli occhi e guardandolo arrabbiato.

“Tu non hai una virilità. Indossi un paio di calzini rosa, James.” Replicò Ted, con tono serio.

Spaventato, James si alzò di scatto a sedere.

“Non è vero.” Disse mesto, dopo aver controllato.

Teddy scoppiò a ridere, e passandogli un braccio sul torace lo spinse nuovamente sul letto.

“Sei uno stronzo.” asserì, tornando a coprirsi gli occhi con le braccia.

L’amico annuì ma non tolse la mano dai suoi addominali.

“Oh, James sei così…” cominciò Teddy, con voce divertita.

“Ridicolo?” Provò Jamie.

“No!”

“Bello?” Riprovò il giovane.

“No!”

“Oh, ma non farmi ridere! Io sono bello!” sostenne, tornando a guardarlo.

“Sei uno scemo.”

“Ma bello.” sottolineò.

“Non devi preoccuparti, non andrò ad urlarlo ai quattro venti.”

James si chiese quando l’altro avesse cominciato ad accarezzargli ombelico.

Era così distratto dalla sua irritazione da non aver registrato il movimento della mano di Teddy che si infilava sotto la sua maglietta?

“Puoi anche farlo, non mi importa. E poi non è vero.”

“Sì che lo è.”

“No. Non lo è e non lo sarà mai.” Tentò di negare.

James non aveva paura del silenzio. Era da idioti aver paura del silenzio, e poi era un impavido Grifondoro, per le mutande di Merlino!

“Lo è da sempre. È la naturale evoluzione delle cose.”

Teddy gli stava davvero slacciando i jeans?

James non capiva perché la sua fobia per il silenzio potesse essere una naturale evoluzione.

“Avanti, sei innamorato di me da quando avevi cinque anni!”

Potter si voltò talmente in fretta da stirarsi un muscolo del collo.

“Otto anni. Avevo otto anni.” Disse, per poi maledire il suo cervello, che invece di negare si copriva di ridicolo.

Ma Teddy rise e gli baciò il mento, mettendosi a cavalcioni sopra di lui.

Quando si era tolto la camicia?

“Sai, Jamie, io la notte russo.”







L'angolino dell'autrice

Questa sorta di shot vagamente senza alcun senso, è la famosa colpevole del mio amore per le Teddy/Jamie.
E sì, anche colei la quale ha ispirato e fatto nascere nel mio cervellino: I Just don't know what to do with myself (pubblicità occulta! ;D)
Avrebbe dovuto partecipare al  "
  Dirty Little Secrets HP Contest " indetto sul forum di EFP, contest che poi è stato annullato a causa della bassa partecipazione. (Okay, ho consegnato SOLO io. XD)
Rimasta in un angolino del mio compuer per taaaaanto tempo, ho deciso di farle vedere la luce, giusto per ringraziarla del suo avermi iniziata alla coppia.
   
 
Leggi le 8 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Joey Potter