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Autore: Aurora Barone    20/05/2011    1 recensioni
anno 2020, In Giappone sono stati realizzati moltissimi robot che convivono "pacificamente" con gli esseri umani, anche se questa convivenza pacifica è una vera forzatura fatta di prevericazioni da parte degli esseri umani.
Echiko è uno di questi robot, solo che lei in realtà è per metà umana e per metà robot e in passato era un essere umano, ma le è stato cambiato il suo aspetto e la sua memoria è stata cancellata.
Ma se incominciasse a ricordare le sue vere origini? E se il legame con il suo padrone non fosse uno dei migliori, potrebbe riuscire a sottrarsi ad esso? Sopratutto se lui è anche molto bello, seducente e anche molto lunatico...Ma in particolare c'è un braccialetto che impedisce ai robot di sottrarsi al volere dei propri padroni e che impone ai robot di proteggere il proprio padrone dagli eventuali pericoli.
Echiko non riesce ad accettare questa condizione di sottomissione sopratutto perchè Itou è davvero un tipo insolito, prima la tratta male, ma poi la bacia e la tira fuori dai guai. E poi c'è Yoto l'amico di Itou che si mostra interessato a lei, ma Itou sembra non sopportare il fatto che il suo robot frequenti il suo amico...E poi c'è quel robot a scuola che Echiko crede che abbia una voce molto familiare...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dovevo essermi sbagliata, lei non era Liriko.

Lydia si scontrò con Yoto, rispose stentatamente al cenno allegro di lui.

Poi si sedette accanto a me, dicendo “ Bah che ragazza strana!” poi mi domandò “ Di che parlavate?”

“ Niente di chè...” risposi con perplessità, mi sembrava troppo complicato da spiegare e poi non mi andava di riprendere quell'argomento, mi rattristava troppo parlare della morte di Liriko.

“Vi ho visto parlare tanto animatamente...” disse sorpreso, poi aggiunse “Non è che per caso voi due vi conoscete?”

“No, affatto...” dissi con amarezza, più che a Yoto, lo stavo dicendo a me stessa.

Mi volevo convincere di non conoscerla, ma se ripensavo alla cadenza della sua voce, che mi trasmetteva un miscuglio di emozioni diverse:calma e poi quel calore particolare, quella familiarità, non potevo far a meno di pensare a Liriko.

Poi congiunse le mani e chiuse gli occhi per un istante, stava esprimendo il suo desiderio.

Mi incuriosiva sapere cosa desiderava, in realtà mi incuriosiva la stessa idea dei desideri.

E così mi misi a ridere di queste mie sciocche idee, stavo già iniziando a perdermi in mille congetture riflettendo sul significato stesso della parola “desiderio”.

.”Perchè ridi?” mi domandò non appena smise di esprimere il suo desiderio.

“Niente, è solo che a volte mi scervello troppo su delle cretinate...”

“Tipo?”

“Bè che so, tipo che desiderio hai espresso tu in questo momento, che desiderio ha espresso uno come Itou e che desiderio ha espresso Sayoko... e poi cosa hanno desiderato tutti gli altri...e poi che cosa sono i desideri...”

“Bè non posso dirti il mio desiderio altrimenti non si avvera, però posso solo dirti che rientri in esso...”

“ Che centro io?” domandai interdetta.

“Bè mi sembra di averti già detto chiaramente del mio interesse nei tuoi confronti...”

“ Si ed ecco credo che...” dissi balbettando, dato che la situazione stava diventando piuttosto sconveniente.

“Non ti conosco abbastanza... per poter dire lo stesso...”

“Si, hai ragione...è stata una cosa troppo affrettata...è che non appena ti ho vista ecco devo ammettere che mi sei piaciuta sin da subito...”

Poi tornò al discorso dei sogni e disse “ Bè penso che comunque uno come Itou, bè tra i suoi desideri più grandi ci debba essere quello di rivedere la madre”

Mentre riguardo a Sayoko, credo che desideri un paio di scarpe col tacco e riguardo gli altri, bè tutti le solite scemenze...alla fine c'è sempre un punto che congiunge i desideri di tutti ed è che desideriamo ciò che ci rende felici, perché appunto quello che vogliamo alla fin fine è appunto la felicità e ognuno di noi crede di poterla ottenere con un paio di scarpe, altri con l'amore, altri con lo sport e tante altre passioni e via dicendo”

“E tu come credi che si raggiunga?” gli chiesi sorridendo.

“La felicità non si raggiunge, è qualcosa che deve esserci sempre dentro di noi” si affrettò a rispondere.

“ Allora perché hai espresso un desiderio se la pensi così?”

“Perchè sono felice, cioè lo sono già, ma se posso esserlo maggiormente sarebbe anche meglio!”

La nostra conversazione fu interrotta da Itou, che ci disse che dovevamo andare.

Scesi gli scalini del tempio, proseguimmo in cima al monte Fuji.

L'aria che si respirava era ristoratrice, anche se faceva dannatamente freddo, poi era tutto ricoperto di neve.

Il padre di Itou avrebbe almeno potuto far in modo che i robot che costruisse non patissero' il freddo, avrei tanto voluto godere di uno di questi vantaggi e invece...

Tutti erano ben attrezzati, avevano portato tende per la notte, sacchi a pelo, giubbotti, maglioni, mentre Itou ed io eravamo i soli a non essere attrezzati a dovere.

In uno scatto d'ira gli urlai contro “ Tu perché non ti sei portato nulla di tutto questo?”

“Potrei dire la stessa cosa di te, sei il mio robot, dovresti provvedere ai bisogni del tuo padrone!”

“Ecchiù!” starnutii.

“Su su avanti non fate così! Fortunatamente Sayoko ed io abbiamo provveduto...immaginavamo che tu ne fossi sprovvisto!” disse Yoto.

Sayoko mi porse un fazzoletto, ma prima che me lo desse Itou ne tirò fuori uno dalla sua tasca.

Era quello che mi aveva dato Yoto, quella volta in cui avevo pianto che ci faceva nelle sue mani?

Non appena stavo per prendermelo, non mollò la presa come se non volesse darmelo.

Così alla fine presi quello che mi stava dando Sayoko gettandogli un'occhiataccia, poi Yoto gli chiese“ Ma quello non è il mio fazzoletto?”

“Già e puoi riprendertelo, Echiko non hai bisogno del tuo fazzoletto!” disse con uno strano tono.

Yoto lo osservò e poi scoppiò a ridere dicendo davanti a tutti, senza porsi alcun problema “Uhuh dunque Itou è geloso del suo robot!”

Itou si irritò eccessivamente dicendo “ Non è affatto così, è semplicemente che lei è il mio robot e decido io cosa e chi deve frequentare!”

Sentii le compagne parlottare fra di loro malignamente “ Ma tu guardala la puttana fa litigare pure due grandi amici come Yoto e Itou!”

“Itou piantala!” dissi irritata.

“ Quante volte te l'ho detto che devi chiamarmi Kayashi, anzi precisamente Kayashisama!” disse alzando il tono della voce come se volesse darsi un tono davanti a tutti i compagni e le compagne che lo osservavano.

Stavo iniziando a capire il genere di persona che era, dava molta importanza ai giudizi degli altri e lo irritava l'idea che potessero' ritenerlo innamorato di me.

“E' proprio cotto a puntino!” disse qualche compagno ridendo.

Itou in tutta risposta disse “Innamorato? Io? Innamorato di un robot?! Non siate ridicoli, tengo soltanto al lavoro di mio padre ecco tutto!”

Mi irritava il tono della sua voce e mi infastidirono anche i commenti sgradevoli dei compagni, in realtà in quel momento mi era tutto dannatamente insopportabile, così quasi di istinto pensai di allontanarmi da tutto e da tutti per schiarirmi un po' le idee.

Osservai lo spazio innevato dinanzi a me e starnutii di nuovo, stavo crepando dal freddo, poi comparve Lydia con quei suoi occhi di ghiaccio.

In quell'atmosfera di ghiaccio e neve mi sembrava una dea o una regina delle nevi, poi mi osservava come se stesse cercando di intuire qualcosa dal mio sguardo.

“Vedi come ti tratta il tuo padrone che ti ostini a difendere!” disse ridendo con accesso sarcasmo.

“Io non mi ostino a difenderlo, è questo dannato braccialetto a far si che io lo difenda!” dissi scocciata.

“Echiko o 660, non esiste un braccialetto che possa sottomettere la volontà di qualcuno, se un robot tiene salda la propria volontà non esiste braccialetto che tenga!”

“Allora dovrei dire lo stesso di te, perché segui gli ordini dei tuoi superiori? Non sei pure tu controllata da un braccialetto?”

“Per me è diverso, io non ho nulla, non ho amici...se non ricevessi degli ordini molto probabilmente la mia vita risulterebbe priva di scopo... e poi il mio padrone è molto gentile...è così dolce...io non posso dirgli di no...”

“Dunque sei innamorata del tuo padrone!” esclamai notando l'espressività dei suoi occhi non appena parlò di lui.

“Potresti diventare una di noi, ci sono altri robot che lavorano al servizio del mio padrone e degli altri miei superiori!”

La sua proposta non mi convinceva, non sapevo perché ma quando parlava di superiori e di lavori, iniziavo ad avvertire come la sensazione che ci fosse dietro qualcosa di dannatamente sporco.

Poi dopo quello che mi era successo l'ultima volta, volevo evitare di ritrovarmi in altri brutti affari come la prostituzione.

“L'idea non mi alletta... e poi che cosa intendi con lavori e con superiori?”gli chiesi con diffidenza.

Lei non rispose alla mia domanda, ma ci rigirò astutamente dicendomi “Bè se a te va bene stare con un padrone che ti tratta in quel modo, fa come ti pare...” poi improvvisamente la sua voce diventò triste “ Aiko, non voglio doverti far del male, non voglio che tu sia mia nemica!”

“Liriko!” esclamai di colpo.

“Dopo quello che mi hai detto, ho cominciato a ricordare...” disse con un sorriso stentato.

Io l'abbracciai senza pensarci troppo, mentre lei ricambiò appena il mio abbraccio e poi lo sciolse dicendo “ Smettila con questi sciocchi sentimentalismi, noi siamo nemiche! A meno che tu non voglia passare dalla mia parte!”

“Di cosa diamine stai parlando?” le chiesi confusa.

“Finchè sarai il robot di Kayashi noi due siamo nemiche!” disse andandosene via.

Le sue parole ebbero' su di me lo stesso effetto di una coltellata, non potevo crederci che dopo 8 lunghissimi anni di amicizia lei potesse dirmi qualcosa del genere.

Forse dovevo rassegnarmi all'idea che lei non fosse più la Liriko che conoscessi, forse sarebbe stato meglio continuare a credere che lei non fosse Liriko, ma ormai ero a conoscenza della verità e non potevo far a meno di pensarci.

Si fece sera ed io continuavo a rimuginare su tutto ciò che mi aveva detto, forse avrei dovuto davvero unirmi a lei, anche se era coinvolta in traffici sporchi, avrei dovuto seguirla, perché lei era la mia migliore amica e se era coinvolta in qualcosa di brutto, dovevo tirarla fuori dai guai.

“Pensierosa?”

Mi voltai e mi scontrai con gli occhi nocciola di Sayoko.

“Itou non sa come comportarsi con le ragazze, soprattutto con quelle che gli piacciono... e soprattutto se sono dei robot!”

“Non credo affatto di piacergli e comunque non è che mi importi, neanche lui mi piace, ma purtroppo non posso sciogliere questo nostro vincolo! Insomma dovremmo quanto meno sopportarci a vicenda!”

“Echiko sei così ingenua, non ti accorgi di come ti guarda?” mi chiese ridendo.

“Piantala, Sayoko! “ dissi sbuffando.

Osservai i compagni che erano presi dai preparativi per la sera, tutti stavano montando le tende e cuocendo carne e pesce alla brace.

Dopo mangiato, tutti avevano un posto per dormire meno che io e Itou, Sayoko fortunatamente aveva portato una tenda in più, ma Itou era impedito, non sapeva montare una stupida tenda.

Mi irritai e mi scomposi più del necessario nel notare la sua incapacità fino a che non gli urlai contro “ Lascia perdere, ci penso io!”

“Ecco brava!” mi rispose lui con nonchalance.

I compagni con le loro tende già montate ci osservavano ridacchiando, mentre io mi davo da fare per montare quella tenda.

Ero sfinita fisicamente e psicologicamente, non ne potevo più né di Itou, né dei suoi compagni e poi ci mancava pure Liriko per nemica a completare il quadro.

La tenda era minuscola e stavamo scomodissimi in due, poi continuavo a chiedermi come potessero i professori permetterci di dormire nella stessa tenda, lui a questa mia domanda rispose “Bè sei il mio robot per noi è normale...”

“Bè per me no! Non ti avvicinare!” dissi sdraiata vicino a lui cercando di evitare ogni contatto fisico, anche se era praticamente impossibile.

“Quante storie abbiamo già dormito insieme e non è accaduto nulla!” rispose seccamente.

“Con te non si può mai stare tranquilli dato che agli ormoni fuori controllo!”

“Non mi scopo i robot!” disse con estrema freddezza.

“Bè di questo non ne sarei tanto sicura...se non sbaglio mi hai tolto l'asciugamano di dosso!” dissi arrossendo nel richiamare quel momento alla memoria.

Forse avevo commesso un errore, non avrei dovuto ricordare quel momento...

“Ero un po' fuori di me...comunque se non sbaglio tu hai incominciato a baciarmi e stavi quasi per togliermi la camicia, se non ti avessi fermato non oso pensare cosa avremmo potuto fare!” disse arrogante e sicuro di sé.

Ecco appunto, colpita e affondata! Sarebbe stato meglio non dire nulla!

“Non sarebbe successo nulla!” affermai sulla difensiva.

“Ne sei veramente sicura?” domandò in tono seducente e provocatorio guardandomi dritto negli occhi.

Ecco stavo iniziando a titubare, quelle maledette pietre smeraldine avevano sempre il potere di rendermi vulnerabile e poi anche quella sua maledetta cadenza sensuale, ancora una volta doveva essere l'effetto del braccialetto che mi trasmetteva quelle sensazioni piacevoli e sconsiderate.

“E' tutta opera del braccialetto non è vero?” domandai agitandomi.

“Di cosa stai parlando?” chiese ridendo.

Oddio, perché il suono della sua risata era così dolce, così vitale per me?

“Lo sai queste sensazioni, che provo nei tuoi confronti...” ammisi con estremo imbarazzo.

“E che sensazioni provi per me?” mi chiese con un certo compiacimento impresso sul viso.

Era persino bello quando aveva lo sguardo compiaciuto, anzi nei momenti in cui si dava tante arie ed era arrogante, sembrava ancora più affascinante.

“Echiko spegni questi stupidi pensieri!” mi dissi tra me a denti stretti.

“Divento vulnerabile a certi tuoi atteggiamenti...” dissi tentando di non lasciar trapelare alcuna emozione mentre lo dicevo.

“Non saranno i miei occhi a renderti vulnerabile?” mi domandò sorridendo poi aggiunse “A molte ragazze fanno quest'effetto, deve essere perché in Giappone sono molto rari i ragazzi con gli occhi verdi...”

“Smettila di pavoneggiarti, è questo dannato braccialetto a rendermi sensibile a te e ai tuoi occhi!” gli sbottai contro.

“Oh andiamo è soltanto un braccialetto, credi che quello possa dominare tutte le tue emozioni?”

“Si!”

“Secondo me è solo un modo per te di giustificare quello che fai e quello che provi, è troppo comodo affibbiare ogni colpa a quel povero braccialetto!” disse mettendomi in difficoltà.

Le sue parole mi aveva dato da pensare, forse era vero, per tutto quel tempo non avevo fatto che dare ogni colpa a quel braccialetto per ogni azione e ogni emozione provata, ma era davvero colpa del braccialetto o era tutto opera mia?

Poi improvvisamente si tolse il braccialetto, poi mi disse di fare lo stesso.

Non appena mi tolsi il braccialetto avvertii una sensazione stupenda di libertà, come se potessi provare tutto quello che volessi e che fossi libera di fare ogni cosa, ma nonostante tutto continuavo ad avvertire quella sensazione di fragilità dinanzi a quegli occhi cristallini e verdi.

“Adesso cosa provi?”

Io cercai di evitare il suo sguardo, ma più cercavo di evitarlo e più i suoi occhi si addentravano con insistenza dentro ai miei fino a che non me lo ritrovai sopra di me.

“Che diamine stai facendo?” gli urlai irritata, cercando di scansarlo.

“ Stavi evitando di guardarmi e così...ho deciso di mettermi in una posizione in cui non potessi evitare il mio sguardo!”

“Non provo niente, il tuo sguardo adesso non mi fa più alcun effetto!” mentii spudoratamente.

Stavo sudando freddo, non riuscivo più a reggere quella situazione o meglio quella posizione, sentivo il suo petto combaciare con il mio, poi le sue gambe scoperte poiché portava dei pantaloncini sfiorare la pelle morbida e liscia delle mie gambe, portavo una gonna.

Le sue gambe erano ispide a causa dei peli, però questa caratteristica mi era sempre piaciuta in un ragazzo, mi piaceva avvertire quella sensazione di puntura sulla mia pelle levigata e da quello che vedevo lui sembrava divertirsi parecchio in quella posizione.

Sentivo le sue gambe muoversi attorno alle mie, poi avvertii ehm qualcos'altro...ehm ecco la sua intimità premere contro la mia.

“Itou!”urlai.

“Lo, so ti piace, anche a me!” lo sentii respirare affannosamente mentre si muoveva e continuava a premere con più insistenza la sua intimità contro la mia.

“No!”dissi cercando di fare resistenza, non dovevo lasciarmi travolgere da quelle sensazioni piacevoli.

“Sei il mio robot ed io il tuo padrone...non sarebbe poi tanto strano se lo facessimo...fidati nessuno si sconvolgerà se ci sentissero'!” disse lasciando ancora che le nostre intimità si sfiorassero' tra i vestiti

Ansimai, tentando inutilmente di contenermi,ma era tutto inutile era già partita per un'altra dimensione, per disneyworld.

Era come se ogni parte del mio corpo fosse fatta apposta per sentire il suo, ogni minimo contatto con il suo corpo, mi provocavo un piacere incredibile.

“Noi, non possiamo...” dissi in un sussulto mentre sentivo la sua intimità irrigidirsi contro il mio inguine.

I miei tentativi erano vani, neppure io ci credevo veramente a quelle parole di resistenza appena sussurate.

Poi avvertii le sue labbra sfiorare le mie, prima con delicatezza, poi diventavano avide e insaziabili, si contorcevano con frenesia sulle mie e poi la sua lingua si insinuava con un' irruenza passionale per giocare con la mia.

Cazzo, no non potevo perdere la mia verginità in questo modo! No, noi due non stavamo neppure insieme, poi lui era Itou, il mio padrone, io lo odiavo!

E poi su una tenda stretta e scomoda come quella, non era certo il mio ideale di romanticismo!

Finii per respingere la sua lingua e per mordergli con violenza il labbro, poi si decise a scansarsi.

“Che diamine ti è preso!” disse infuriato.

“Che diamine ti è preso a te!Hai detto che non scopi con i robot!”

Si massaggiò il labbro sanguinante e disse “ Tu mi stai rifiutando, questa è davvero bella!”

“Vado a dormire fuori!” dissi uscendo fuori dalla tenda, non avevo intenzione di continuare quel pericoloso gioco di molestie.

Bè non era stata proprio molestie, era pure colpa mia...

Il giorno seguente, sentii tutti bazzicare e ridacchiare dicendo “No, noi non possiamo!” poi qualcuno dei compagni disse “Così dunque sei rimasto in bianco stanotte eh Itou!”

Ok, adesso volevo ufficialmente scomparire, tutte le compagne e i compagni erano a conoscenza del nostro quasi approccio sessuale di quella sera.

Volevo fingermi indifferente guardando il paesaggio intorno a noi,montagna, sole, prati verdi,le tende colorate dei compagni e le braci ancora sporche del pesce e della carne della sera scorsa.

Starnutii, a causa di quell'idiota avevo preso freddo dormendo fuori dalla tenda!

Yoto mi ridiede il suo fazzoletto con le sue iniziali, mi sentii estremamente imbarazzata, anche perché ero certa che avesse sentito i commenti sgradevoli dei compagni che non facevano altro che fissare me e Itou.

“Sono cose che non vi riguardano!” disse Itou perdendo la calma.

Era veramente irritato, forse per l'umiliazione ricevuta, il fatto che tutti sapessero' che il suo robot lo avesse rifiutato per lui non doveva essere il massimo.

Dopo ci incamminammo insieme agli insegnanti, Io, Itou, Yoto e Sayoko rimanevamo sempre dietro rispetto agli altri.

Calò un silenzio spaventoso fra di noi, avvertivo una strana tensione nell'aria, più che altro Itou e Yoto non mi sembravano molto amichevoli in quel momento, era come se da un momento all'altro potessero sbranarsi come due bestie in cattività.

Sayoko fu la sola a prendere la parola “ Allora che dite...alla fine questa gita si sta rivelando interessante!” disse scioccamente.

“ Già molto interessante, fa capire la vera natura di certe persone...” disse Yoto osservando Itou malamente.

“ Si, sta rivelando davvero interessante!” disse Itou ignorando la frecciatina lanciatagli dall'amico.

Io tra questi due fuochi mi trovavo in difficoltà e mi sentivo in qualche modo colpevole, Yoto voleva prendere le mie difese per il comportamento di Itou della sera scorsa, nonostante alla fine fosse anche colpa mia, avrei dovuto rifiutarlo sin da subito e invece...

“Non sei autorizzato a scoparti tutto ciò che respira!” disse Yoto infuriato.

“E tu dovresti imparare a farti gli affari tuoi, si tratta del mio robot!” disse arrogante, parlando di me come se fossi una sua proprietà.

“E' stata anche colpa mia...sono una stupida...” dissi con amarezza dopo aver udito le parole di Itou, non sapevo perché ma le sue parole facevano così dannatamente male.

Sayoko si intromise sbroccandogli contro“ Itou, tu e la sensibilità, non andate affatto d'accordo eh?”

In quel momento scoppiai a ridere, la mia era una risata acida.

“Lui non ha sensibilità, non sa neppure cosa sia questa parola, persino un robot come me ha più cuore di uno come lui!”

Speravo che le mie parole potessero' in qualche modo ferirlo, almeno un po' di come le sue avevano ferito me.

Non era proprio il massimo come gita, ma a smorzare un po' l'incazzatura di tutti, fu Sayoko e qualche compagno di Yoto che si unii a noi dicendo che non riusciva più a reggere il passo degli altri compagni che erano troppo avanti.

Parlava del più e del meno, era un tale chiacchierone, era difficile persino seguirlo nei discorsi, lo si poteva seguire per non più di mezzora, poi ci si stancava, sopratutto diventava stancante seguirlo per una come me, che aveva sempre la testa da un'altra parte, era difficile fermare i miei pensieri. Per tale ragione spesso a scuola, mi riusciva difficile seguire le lezioni con attenzione, perché dopo un po' i miei pensieri prendevano il sopravvento.

Avevo sempre avuto una concentrazione limitata, anche se da quando ero diventata un robot, le cose sembravano più o meno migliorate, a volte mi capitava di riuscire a seguire contemporaneamente i discorsi delle persone e nel frattempo pensare anche ai fatti miei, era una cosa che non mi dispiaceva, ma così facendo, a volte mi sembrava di non fare bene nessuna delle due cose.

“Quest'anno penso che tra le ragazze più carine ai primi posti ci saranno senza altro Lydia ed Echiko!” disse all'improvviso.

Io lo guardai perplessa, poi Sayoko mi spiegò che nella loro scuola i ragazzi spesso facevano delle stupide votazioni, in cui votavano la più carina, è su quella che si aggiudicava il primo posto ci realizzavano un fan club.

“L'anno scorso sei stata tu al primo posto...” disse Yoto forzatamente, era come se parlasse tanto per parlare.

Itou invece continuava a rimanere in silenzio con aria di sufficienza, era insopportabile.

“Si” ammise Sayoko senza mostrare neppure un po' di entusiasmo.

“Vuoi farci credere che non ti abbia fatto piacere essere al primo posto? E che i ragazzi abbiano realizzato un fan club su di te?” domandò Itou ridendo.

“A me i ragazzi non piacciono, quindi avrei preferito essere votata da delle ragazze!”

“Già! Devono esserci tutti rimasti male quando hai detto pubblicamente che ti piacevano le ragazze!” disse Itou ridendo.

“Bè più o meno come quella volta in cui ti sei dichiarato tu ed io ti ho rifiutato dicendoti che mi piacevano le ragazze!” disse Sayoko sorridendo.

“Non ricordarmelo, è troppo imbarazzante!” disse Itou imbronciato.

Sembrava essere tornato tutto come al solito, ridevano e scherzavano come al solito, ma io mi sentivo fuori, di non appartenere alla fine a quel gruppo di amicizie, io dopotutto non ero altro che il robot di Itou, alla fine non ero neppure amica di Sayoko e di Yoto, era solo il fatto di essere il suo robot a farmi guadagnare la loro considerazione.

Anzi ora come ora ero stata solo la causa scatenante inutili liti tra due grandi amici come Itou e Yoto, forse avrei dovuto mettermi da parte...

“Echiko?” domandò Sayoko richiamando la mia attenzione, essendosi accorta che non ero stata affatto partecipe ai loro discorsi.

E che dovevo dire?

“Echiko sei molto carina lo sai, credo che tutti in verità siano molto invidiosi di Itou!” disse sfacciatamente il compagno di Yoto.

“Oh, grazie...” dissi timidamente.

“Invidiosi? Di un robot che non si concede al proprio padrone?” disse sarcastico Itou.

“Se non sbaglio hai detto che non ti interessa scopare con i robot?! Giusto? Come mai ieri ti è venuta tutta questa gran voglia?!” dissi infuriata, non sapevo neppure io cosa stavo dicendo, come al solito quando ero incazzata, dicevo le cose senza ragionare.

“ Avevo voglia di provare qualcosa di nuovo ecco tutto!” disse con una calma che mi spiazzò.

Persi la calma e gli mollai uno schiaffo prendendo la scossa elettrica nello stesso punto colpito.

La mia povera guancia si ustionò, ma almeno lo stesso dolore che avevo provato io, lo aveva provato anche lui.

Dopo quello schiaffo pensavo che come minimo mi avesse fatto una sfuriata davanti a tutti, invece non fece e non disse nulla, mentre Yoto anche lui si era indispettito per quello che avesse detto e continuava a prendere le mie difese, nonostante gli dicessi che non fosse necessario.

“ Mi sento dentro un triangolo amoroso” commentò ridendo il compagno di Yoto.

“Infatti siamo dentro un triangolo amoroso!” esclamò Sayoko.

“Non siamo dentro un triangolo amoroso!” esclamammo io e Itou nello stesso preciso istante.

E poi tutti scoppiarono a ridere senza una ragione, non capivo cosa ci fosse tanto da ridere!

Dopo aver camminato lungo quella ripida strada di montagna, ecco giunti a quel momento decisivo e dire che me ne ero quasi dimenticata, il ponte di legno che dovevo attraversare prima che ci passassero' gli altri compagni.

Dovevo essere io la cavia, la persona che si accertasse che il ponte fosse resistente e che non ci cadesse nessuno, era questo il compito di un robot sacrificarsi per gli esseri umani...

Non potevo tirarmi indietro e forse ora come ora, non mi importava neppure di caderci giù da quel ponte, non ero né triste né allegra e neppure più arrabbiata con Itou, ero solo indifferente, apatica...

Una sensazione di svuotamento, come se fossi priva di emozione alcuna, potevo cadere giù da quel ponte o potevo restare viva per me non avrebbe fatto alcuna differenza.

Ormai priva di qualsiasi emozione, mi feci avanti per attraversare il ponte con una certa calma impressa sul viso, come se stessi percorrendo la strada di casa a fianco a Liriko.

Mi voltai per incrociare il suo sguardo, ma Liriko o Lydia non c'era, la cercavo tra i vari sguardi e i sorrisi maligni di tutti i compagni, ma di lei nessuna traccia, era come se fosse scomparsa dal nulla.

Solo il fatto di non riuscire a trovare Liriko, mi turbava, ma a parte questo, il ponte in sé non era fonte di turbamento, forse perché dopotutto ero già morta una volta... e quindi potevo anche morire una seconda volta, anzi forse era giusto che quella fosse la fine, aver alterato le cose, riportandomi in vita non doveva essere stata una buona idea.

Camminavo senza fretta sul legno scricchiolante di quel ponte, poi però giunta a metà del ponte incominciai ad avere improvvisamente paura, sentivo il legno farsi sempre più debole, poi udii un rumore ed il legno si ruppe.

Riuscii ad aggrapparmi appena alle spranghe salde di quel legno, che non era poi neanche tanto salde, anche quelle erano abbastanza cedevoli.

Urlai qualcosa in una lingua sconosciuta, tant'era la paura sopratutto perché se guardavo sotto di me mi rendevo conto che c'era il vuoto.

Ok, adesso l'apatia mi era assolutamente passata, non volevo assolutamente cadere, non volevo morire in quel modo a causa di quegli stupidi compagni e insegnanti.

“Sta per cadere!” sentivo i compagni commentare malignamente, sembravano alquanto entusiasmati dalla situazione, come se non li toccasse minimamente.

Sayoko e Yoto, avvertivo le loro voci agitate e preoccupate invitavano i professori a fare qualcosa, ma anche loro sembravano indifferenti ed Itou? Non riuscivo a sentire la sua voce, poi in quella posizione mi era difficile vederlo, riuscivo solo a vedere quel pezzo di legno a cui ero aggrappata che stava per rompersi e poi se guardavo giù, mi perdevo nella profondità del vuoto in cui stavo per cadere e che stava per porre fine alla mia vita.

“Addio Echiko!” mi dissi tra me, con un sorriso malinconico.

Ecco il legno si era rotto, stavo per cadere, era la fine di tutto, prima di cadere dissi mentalmente addio a Sayoko, a Liriko, a Yoto e persino ad Itou lasciando scendere una lacrima dal mio viso.

Ma in quello stesso momento sentii una mano calda stringere la mia, stava cercando di riportarmi su.

“E' completamente impazzito!” urlò la professoressa, mentre il professore diceva “Kayashi torna qui è pericoloso, non può più far nulla, ormai è spacciata!”

“Io direi che è completamente innamorato del suo robot! Questo ne è la conferma!” disse una compagna.

“ Wow però, ho un debole per le storie d'amore!” disse un'altra, mentre le altre compagne la mettevano a tacere dicendo che era vergognoso innamorarsi del proprio robot.

“Secondo me, gli sta salvando la vita perché non glie l'ha data...” disse un altro ridendo.

Tutte quelle voci mi confondevano la testa e mi impedivano di capire cosa effettivamente stesse succedendo, poi la mia mano perse la presa di quella che mi stava traendo in salvo.

“Echiko!” lo sentii urlare,mentre stavo per cadere, no fortunatamente era riuscito ad afferrarmi per la manica della divisa che stava per strapparsi.

“Perchè cazzo hai mollato la presa?!” mi urlò contro.

Riconoscevo quella voce, era di Itou, sollevai lo sguardo e incrociai i suoi occhi smeraldini, sembrava agitato.

Non sapevo neanch'io perché avessi mollato la presa, avevo agito d'istinto, poi ci pensai su doveva essere stato il braccialetto a farmi reagire in quel modo, dopotutto l'istinto era quello di proteggere di Itou, se continuava a stare lì a cercare di salvarmi, avrebbe rischiato di cadere anche lui e non potevo correre questo rischio.

“E' l'istinto di proteggerti, è il braccialetto!”dissi urlando sperando che capisse da lì che cosa stessi dicendo.

Anche qualora avesse riafferrato la mia mano, avrei di nuovo mollato la presa per evitare che cadesse...era alquanto problematico...potevo salvare lui, ma non me stessa e non potevo neppure permettergli di salvarmi...

“Sayoko! Vieni qui!” disse chiamando l'amica, gli ordinò di togliergli il braccialetto dalla sola mano libera che aveva a disposizione,mentre continuava a tenermi per la manica della divisa.

“Ma rimane comunque il braccialetto che ha lei...quindi il vincolo è sciolto per metà!” disse Sayoko.

Mentre i professori richiamavano anche Sayoko commentando “ Ma che sono impazziti, per un robot si prendono tanta briga di rischiare la propria vita...è assurdo!”

“Sayoko, adesso puoi anche andare!” disse Itou.

“Ma...”

“Niente ma, questo ponte è fradicio, non può reggere tutti e tre! Vai via!” gli urlò contro.

“Ok” disse lei con titubanza affrettandosi per tornare indietro dai compagni.

Sentii la manica strapparsi e Itou stava afferrando la pelle nuda del mio braccio.

“Aiko!” lo sentii chiamarmi,mentre il mio braccio faceva resistenza, voleva far si che lui mollasse la presa.

Era la prima volta che mi chiamava con il mio nome da umana...perchè lo stava facendo? Perché stava rischiando la sua vita per salvare quella del suo robot?

“Il nostro vincolo è sciolto, non sei più il mio robot, lascia che io ti salvi la vita!” mi urlò fissandomi con un espressione decisa.

E poi ci riuscii....riusci a tirarmi su, a riportarmi indietro, ma in quello stesso istante in cui i miei piedi toccarono il legno sdrucciolevole, vidi il ponte prendere fuoco.

In quel momento senza pensarci presi Itou per mano e attraversai il ponte velocemente, non credevo di poter essere così veloce. Allora essere un robot, aveva anche i suoi vantaggi!

   
 
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